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Una teoria e cace su come funzionasse l’ereditarietà non si ebbe prima dell’inizio del ventesimo
secolo. La spiegazione più in voga era quella della mescolanza. Verso la metà del 1800 un
monaco, Gregor Mendel, incominciò a capire il fenomeno dell’ereditarietà, ed è conosciuto come
padre della genetica. Mendel si avvale del metodo scienti co, che applica alla botanica; nei suoi
esperimenti Mendel:
Per i suoi esperimenti sceglie la pianta del pisello che si rivelò ottima:
1. Semplice da reperire;
2. Semplice da coltivare;
3. Cresce rapidamente;
Questa pianta inoltre si autoimpollina così da poter e ettuare anche impollinazioni incrociate;
LINEA PURA= piante che presentano quel carattere per più generazioni.
A questo punto Mendel lasciò che le piante F1 si autoimpollinassero, coprendo i ori con un
sacchetto di garza per non far passare gli insetti, e vide che le caratteristiche scomparse nella F1
riapparivano nella generazione F2, la seconda generazione liale, con un rapporto 3:1, ossia il
75% porta il carattere dominante, il 25% quello recessivo. Mendel chiama recessivi i caratteri
cherimangono nascosti nella generazione F1.
I fattori mendelliani sono i geni che sono scritti a livello del DNA; il gene è un pezzo di DNA e può
trovarsi in due forme, gli alleni paterni e gli alleni materni. Nelle cellule diploidi i due alleli di ogni
gene sono accoppiati e vengono trasmessi uno dal padre e uno dalla madre, ma si separano di
nuovo quando gli individui F1 producono i gameti formando due tipi di cellule sessuali aploidi,
ognuna con una sola componente per ogni coppia. La coppia dei due alleli determina un gene.
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Tutti i caratteri dipendono dalle coppie di alleli. Ogni persona ha due informazioni scritte sui due
cromosomi omologhi.
I LEGGE-> da incroci tra individui che appartengono a linee pure, di erenti per una singola coppia
di caratteri antagonisti, nascono individui di cui compare soltanto uno dei due caratteri, quello
dominante.
II LEGGE-> nella discendenza degli ibridi ricompare il carattere recessivo e due caratteri si
presentano separati nel rapporto 3:1. Dall'incrocio di due individui ibridi nascono individui con il
carattere dominante (75%) e individui con il carattere recessivo (25%).
Prole:
• F2 -> 9:3:3:1—> - 9 GL
- - 3 GR
- - 3 VL
- - 1 VR
DOMINANZA INCOMPLETA
A mano a mano che procedettero gli studi si capì che le caratteristiche dominanti e recessive non
sono sempre così nette. Incrociando una pianta di bocca di leone con ori rossi con un’altra con
ori bianchi si ottengono 100% eterozigoti di ori rosa nella F1.
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Il fenomeno in cui il fenotipo dell’eterozigote mostra caratteristiche intermedie tra quelle dei due
omozigoti, è detto dominanza incompleta ed è il risultato degli e etti combinati dei prodotti genici.
COODOMINANZA
Gli alleli possono manifestare il fenomeno della codominanza, in cui gli organismi eterozigoti non
mostrano fenotipi intermedi, ma esprimono contemporaneamente entrambi i fenotipi omozigoti.
A= sano a= malato
AA x aa
In determinate situazioni è un vantaggio poiché nelle zone di malaria queste persone hanno il
50% di possibilità in meno di ammalarsi perché il virus non riesce ad infettare il globulo a forma di
falce. Le donne eterozigoti per questo carattere hanno un tasso di fertilità alto.
ALLELI MULTIPLI
Ogni organismo diploide può avere soltanto due alleni per ogni gene, ma all’interno di una
popolazione possono essere presenti più di due forme alleliche per uno stesso gene; in questo
caso si parla di alleli multipli, che derivano da di erenti mutazioni di uno stesso gene. Gli alleli
multipli sono prodotti da mutazioni.
1. A -> II
2. B-> II
3. 0 -> ii
Oltre alle interazioni che avvengono tra alleli diversi dello stesso gene, siano anche interazioni tra
alleli di geni di erenti. In realtà la maggior parte delle caratteristiche sia strutturali sia chimiche
che costituiscono il fenotipo di un organismo è il risultato dell'interazione tra due o più geni
distinti. Solo una piccola percentuale di geni si esprime rispettando a pieno le leggi di Mendel.
Talvolta quando un carattere in uenzato da due geni diversi, può apparire un fenotipo del tutto
nuovo. Un esempio è quello del colore del mantello dei Labrador che dipende da due geni, B ed
E.
I cani Bb e BB sono neri e i cani bb sono marroni solo se posseggono la coppia allelica EE o Ee. I
cani ee sono bianchi indipendentemente dalla presenza degli alleli B o b.
EPISTASI
L'interazione genica non produce alcun nuovo fenotipo, ma un gene può interferire con un altro
mascherandone gli e etti: questo tipo di interazione detta epistasi.
Un esempio è la sordità congenita che si manifesta se l’individuo è omozigote recessivo per uno
dei due geni che sono legati alla funzione uditiva. L’udito normale richiede la presenza di almeno
un allele dominante in ognuno di questi due geni; se uno dei due geni è omozigote recessivo, gli
e etti dell’altro gene vengono mascherati e la persona è incapace di udire.
EREDITARIETA’ POLIGENICA
Alcuni caratteri non sono il risultato di interazioni tra due geni, ma l'esito complessivo degli e etti
combinati di un maggior numero di geni; questo fenomeno è detto eredità poligenica. Un
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carattere che risente dell'azione di più geni non presenta una netta di erenza fra gruppi di
individui, ma presenta una gradazione di lievi di erenze che hai detta variazione continua. Ci sono
situazioni in cui ci sono più informazioni per esprimere un unico carattere. Se si riportano su un
gra co le di erenze riscontrate tra più individui per un carattere su cui agiscono più geni si ottiene
una curva detta distribuzione normale o gaussiana.
PLEIOTROPIA
La maggior parte dei caratteri è più pensata da un certo numero di geni di erenti, ma spesso
accade che un singolo gene possa avere molteplici e etti sul fenotipo di un organismo questo
fenomeno è detto pleiotropia.
FATTORI AMBIENTALI
I gatti siamesi hanno normalmente le orecchie, le estremità delle zampe, il naso e la coda di
colore scuro; tuttavia, quando questi animali vengono allevati a temperature più alte il mantello
appare completamente bianco.
Le foglie del ranuncolo d’acqua crescono a mo’ di piccoli li sott'acqua mentre sopra crescono
palmate; la radiazione solare infatti non arriva sott'acqua e inoltre l’attrito sradicherebbe la pianta.
GRUPPI SANGUIGNI
- A —> IaIa Iai
- B —> IbIb Ibi
- 0 —> ii
- AB —> Ia Ib
Gli antigeni che sono proteine che determinano la speci cità del globulo rosso:
- A -> antigeni A
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- B -> antigeni B
- 0 -> no antigeni
Nel circolo sanguigno i globuli rossi producono anticorpi che sono compatibili con gli antigeni:
- AB -> no anticorpi
L’interazione tra anticorpi e antigeni con lettera uguale provoca l’unione e si formano delle
agglutinazioni provocando la morte del globulo rosso. Per questo motivo le trasfusioni di sangue
(trapianti di tessuto liquido) seguono determinati criteri.
Esiste inoltre un antigene Rh che trovo sui globuli rossi. Può essere:
Una persona Rh- può donare ad una Rh+ ma una persona Rh+ non può donare ad Rh-.
Quando una donna Rh- ha un glio Rh+ nell'ultima fase della gravidanza si mischiano sangue
materno e sangue del bambino e quando vengono a contatto la donna inizia a produrre anti Rh+
ma la gravidanza va a buon ne. Se però questa donna avesse un altro glio Rh+ quando avviene
il contatto di sangue la risposta sarebbe già pronta il bambino morirebbe. Negli ultimi anni è stata
trovata una soluzione; viene fatta alla donna un'iniezione che annulla gli anticorpi prodotti; questo
fa sì che ogni gravidanza sia come la prima.
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Negli alberi genealogici che mostrano la trasmissione ereditaria di un fenotipo recessivo non è
raro trovare un matrimonio fra consanguinei.perché i tuoi genitori fenotipicamente normali
abbiano un glio malato e necessario che siano entrambi eterozigote. Se un certo allele recessivo
è raro nella popolazione in generale, le probabilità che entrambi i genitori siano portatori di
quell'allele molto bassa.se però quell'allele presente in una glia, due cugini potrebbero
condividerlo.
Tutti i caratteri che abbiamo nominato si trovano negli autosomi, ossia sui 22 cromosomi non
sessuali, e le malattie che ne derivano sono malattie autosomiche.
I caratteri che si segregando a seconda del sesso sono caratteri eterosomici e comportano
malattie eterosomiche.
Le informazioni sono scritte sui cromosomi X e Y. Il cromosoma X, più grande, porta un maggior
numero si informazioni; ma alcune strutture sono scritte solo sulla Y che non ci sono sulla X. Per
questi caratteri il padre li può trasmettere solo al glio maschio. Un esempio è quello dei peli nelle
orecchie, carattere che segue la discendenza maschile.
L'ereditarietà dei caratteri recessivi legati al cromosoma X è particolarmente studiata per alcune
malattie umane. Si manifesta in diversi modi:
Il daltonismo consiste nell'incapacità di percepire in modo corretto alcuni colori, come il verde il
rosso. I geni che codi cano per i pigmenti sensibili alla luce rossa e verde sono entrambi posti sul
cromosoma X. Sei una persona di sesso maschile a un gene difettoso per il riconoscimento del
colore verde, non potrà distinguere il verde dal rosso; Viceversa, un difetto del gene per il
riconoscimento del colore rosso genera l'incapacità opposto. Le femmine eterozigote hanno una
visione normale, mentre quelle omozigoti recessive per il daltonismo manifestano la malattia.
L'emo lia causa l'impossibilità di coagulare il sangue e dipende dal fatto che la coagulazione è
una reazione a catena ed è portata avanti (catalizzata) da una serie di enzimi. Manca il fattore VIII
e causa il non arrivo della X e non si ha il coagulo. Nel passato la soluzione consisteva nella
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continua trasfusione di sangue per avere il fattore VIII. Oggigiorno si prende il gene su cui c'è
scritta l'informazione per fare il fattore VIII si introduce in una cellula batterica la quale inizia
sintetizzarlo. A questo punto si estrae e si mette nel corpo che lo legge. Lo stesso metodo è usato
anche per produrre l’insulina.