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Il cielo grigio
Fa da cornice a questo sfondo
Scendo nell’oblio.
Devo liberarmi ancora
Altre storie
Getto allora l’àncora
A capofitto nelle acque profonde.
Vivo il mio tempo
20 anni di vita
Il cuore spento.
Questo è il mio destino
La mia anima nera grida
Ancora una volta mi inchino.
Siediti
Abbandonati all’arte
Ti prego di comprendermi
Piangerai, tanto, ma ne uscirai migliore.
Prima o poi torneremo a sorridere
Ci sarà un tempo diverso.
Luci in lontananza
Ombre intorno
Lo sfondo della mia esistenza.
Trauma
E io fui
Siccome immobile
Assistetti
La morte dell’amore.
Ti sono bastati 5 minuti
E io piansi in silenzio
Ho cercato rimedi ai tuoi lamenti
Ma hai preferito il buio.
Il canto del cigno ferito
L’ennesimo
In un lago di tristezza.
Promesse perdute
Parole perse nell’eco
La senti la mia voce?
Padre aiutami
Non voglio affogare
Il trauma, i drammi
Dentro di me spengono il cuore.
Certi giorni
E ritorna l’oscuro
Un rimbombante tuono di pensiero
Neanche bussa
Ti scoperchia casa.
Osservi le strade
L’infinità del mare
Una vita spesa in domande
E tu tentenni sul filo perpendicolare.
Certe volte vorrei piangere
Liberarmi
E invece reprimo questo dolore.
Certe volte vorrei arrabbiarmi
Dare sfogo alle mie paure
E invece ammutolisco i nervi.
Certi giorni sono tristi
Ed io oscillo su un filo
Triste sorte di cui porto il fardello
E ancora i giorni migliori sono lontani.
Blu
Una mattina
Fredda
Ottobre birichino
Assaggio a capo chino.
Il cielo blu cobalto
Rannuvolato dal grigio
Vedo nell’oblio l’odio
Ne sono uscito, mi conforto.
Voglio una fine da re
Magari con te
Senza sono niente.
È blu
Il freddo mi trapassa
Ma sento la tua pelle sulla mia.
Non mi spaventa l’inverno
Perché sarà sempre estate dentro me
E tu non mi fai sentire più disperso.
Ottobre
Vento freddo
Assaggio
Il meriggio.
Palazzi alti
Sotto cieli scuri
Siamo equilibristi.
Eccoti finalmente
Mio fraterno mese
Io cresco velocemente
Tu non badi a spese.
Ora so vivere
Convivere con me stesso
È scaduto il nostro tempo.
Niente fermate
Solo mille corse
Nella speranza di non cadere.
Stazione
Scendo in fretta
La corsa
Buongiorno signora
Un biglietto per quella meta.
L’attesa
E le persone passano
Occhi stanchi che segnalano la resa
Storie di un pendolare destino.
Nemmeno un libro mi distrae
Non ho letto neanche il giornale stamane
Ho paura di piangere.
Sono le sei e mezza
Il preambolo del giorno
E cammino già nella tempesta.
Ho perso
Nuvole nere
Un cielo indifferente
Cinquantamila baci
Ricordi dolci.
Nelle mie rime lei vive ancora
Ma non si merita attenzioni
Il cuore piange lacrime pesanti
Ha spento la mia aura.
E non mi ricordo come si faccia
A cadere nel tranello dell’amore
Che prima fece breccia.
Non ricordo il quando
Non ricordo il come
Che mi succede?
E io vago
Abbandonandomi alla solitudine
Forse è giusto così, chi mi può giudicare?
Il silenzio
Passeggeri
Anima
Cosa è rimasto
Fiumi di fumo
Il sentiero sterrato con le nostre impronte
È ancora lì il fiore del nostro amore perduto
Vorrei ritornare per non lasciarle nascoste.
La tua domanda
Che somiglia molto ad un richiamo nostalgico
Mi sgomenta e mi echeggia in testa
Come sempre ti abbandoni agli impulsi, tipico.
E se veramente volessi tornare
Perché hai capito che non ci siamo mai separati
Io ti accoglierei con quell’amore.
Se mi stai prendendo in giro
Potrei morire
Una pugnalata lenta al centro.
Vuoi farmi risorgere
Rievocare ciò che è rimasto
O distruggermi ancora in modo più letale?
Decidi tu
Io ti aspetto
Consapevole che sto solo sognando.
La maggior parte
Suona triste
Un pianoforte
Scendono lacrime.
In questo teatro ci sono solo io
Un pianista invisibile
Una sedia ed un leggio.
Il sogno è quello di esprimermi in pubblico
Si alzano tutti e applaudono
Ma ora sento solo la mia voce in baritono
Mi ammutolisco.
Nessuno ama più l’arte
Ultimamente la poesia non viene compresa
E io ne parlo inutilmente
Tutti mi danno del pessimista.
Arriverà la rivalsa
Nel frattempo soffro
Non c’è nessuno con me.
Agave
Eredità
Aeroporto
Ti ricordi?
La pesantezza d’essere
È martedì
Dentro di me è lunedì
Non finisce mai.
La domenica è piacevole
Non sento niente
Solo il profumo di mia madre.
Si sta come gli scogli
Sul mare
Le onde
Trascinati.
È solo a causa mia se ci sono le ombre
Si possono rischiarare
Ma ne vale la pena?
Bravo a cadere
Incomprensioni
Eremita
Paracadute
Faccio riflessioni su di me
Tra mille rime
Pensieri dislocati in vari sentieri tetri.
Resiliente per scelta
Miscredente
Uno squalo in acque torpide.
Cosa è cambiato
Sono sempre più solo
Oscilla il pendolo
Saldo il debito.
Stringo le mie scritture
Mi tengono ancorato al suolo
Improvvisamente mi spingono al cielo
Il mio spirito è indomabile.
Poi scendo
Piano piano
E torno nell’oscurità.
Sobborghi
Camminando
Rifletto su ciò che ho fatto
Dentro di me il fuoco.
Tempesta
Epistassi improvvisa
Grido.
Cerco un riparo
La porta di legno più vicina
Mi curo
Le lacrime fanno da inchiostro a questa penna.
Questo sono io
Fatti un giro nei sobborghi di me stesso
Ci ho trovato un nesso
Ma sento ancora un ronzio.
Il mondo è sgradevole
Finalmente mi esce la voce.
La fretta
Ho avuto momenti no
Perdendo me stesso
In modo repentino.
Dove dovevo riflettere di più
Sono inciampato
Una macchina da corsa nel tunnel blu.
Poesie e canzoni
Valgono poco
Lacrime e sorrisi
Faccio un fiocco.
E tu hai pianto
Mi vergogno così tanto
A volte vorrei sparire
Ma anche rimediare.
Ora non è il momento
E tu non mi aspetterai per molto.
Tutti lottiamo contro noi stessi
La strada verso la vittoria è sempre insidiosa.
Luce
Ombra
Naufragio
Mondo di fango
Ragazzi tristi
Amici stretti
Tutti soffrono
In viaggio
Quante ne ho viste
Quante ne ho subite
La mia pelle è mutata.
La mente si espande
Libero dalla forza di gravità il pensiero
Il suolo non lo sento, volo nell’empireo.
Crescendo ho capito che bisogna lottare
Mi sento invincibile
Ma l’amore mi uccide
Ed ecco che mi faccio schiacciare.
Ho paura di essere monotono
Di non cambiare mai
La poesia mi salva dai guai
Sarò eterno?
Il mio cuore è grande
Ma ancora vedo i suoi vetri sparsi
Raccolgo per non farli vedere, ma è inutile.
Questo è crescere
Abituarsi a soffrire repentinamente
Abituarsi a non aspettarsi più niente di nuovo.
Indecisione
È successo di nuovo
Un fulmine a ciel sereno
All’improvviso si è acceso il fuoco.
Dopo non rimane niente
L’attimo fuggevole
E mi echeggia in mente.
Tu non vuoi ricominciare
Ci bruciamo solo per voglia
Non siamo estranei, sai cosa pensare
Ti acceca la paranoia.
Non possiamo continuare così
Ci siamo promessi di non farlo più
Ma è questo ciò che desideri
Mi dici “sì” mentre i tuoi occhi guardano giù.
Metti il cuore avanti
Non te ne pentirai.
Non lo farai
E così ritorno a casa scontento
Un uomo affranto in solitudine.
Tutto sbagliato
Quest’anno particolare
Non risparmia la felicità
Incombe il dispiacere.
Serrande basse e strade deserte
I bambini apatici osservano ingenui
Uomini persi nella rete.
È davvero festa mi chiedo
Dilaga la tristezza ovunque
Causata da un mostro invisibile
Mi rassegno piangendo.
A mezzanotte non esprimo desideri
Soltanto vorrei essere forte
Una sua carezza placherebbe i pensieri
Il regalo che vorrei.
Sono fortunato a stare sotto un tetto
Il mio pensiero va ai solitari.
Non è più Natale
Chissà se tornerà mai lo spirito
Mentre vago ancora alla ricerca della pace.
R.
L’ultimo dell’anno
Fisso il vuoto catatonico
La luna alta nel cielo.
Messaggi subliminali
Le nostre foto sfocate
Attaccato ad una vita miserabile.
Non volevo dirti addio
Sei il mio ricordo più bello
Ho chiesto aiuto a Dio
Non mi ha risposto e mi sono illuso.
Sfido questo destino
Faccio i conti con me stesso
Tra mille difetti che avvicino
E pregi che non riconosco.
Io contro il mondo
Con tante ombre intorno.
Comincia il nuovo anno
La rinascita, si spera
Un’altra lotta in cui dovrò schierarmi
Soccombere o lottare, a me la scelta.
Supernova