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Accademia Editoriale

TRA KANT E BURCKHARDT: NOTA SULL'IMMAGINE DELLA RENAISSANCE DI ERNST


CASSIRER
Author(s): Giulio Raio
Source: Bruniana & Campanelliana, Vol. 10, No. 2 (2004), pp. 409-411
Published by: Accademia Editoriale
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/24333018
Accessed: 09-06-2016 20:49 UTC

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Giulio Raio

TRA KANT E BURCKHARDT


NOTA SULL'IMMAGINE

DELLA RENAISSANCE DI ERNST CASSIRER

La questione dell'immagine cassireriana della Renaissance quale si va adden


sando nella critica non riguarda in primo luogo la configurazione dell'immagi
ne e la sua proiezione, il quadro - altra metafora pittorica - affrescato, né i
materiali ο le figure emblematizzate, ma piuttosto la prospettiva, il metodo
costruttivo del disegno, quasi al fine di ricondurlo (frettolosamente?) a un
momento preesistente, di negare ad esso una propria autonomia e originalità.
È vero che con Individuimi und Kosmos il rinnovato interesse di Cassirer per la
Renaissance, rispetto alla trattazione sistematica del problema rinascimentale
della conoscenza, sfocia direttamente, sulle spalle dei giganti - le forme simbo
liche - nella dimensione della storia, dell'epoca e apre la stagione storiografica
propagandosi alle Pathosformeln della Renaissance platonica e dtlYAufklarung, ma
l'auroralità, il battistrada, l'insorgenza della nuova forma, la simbolizzazione
della storia e il disorientamento, lo scompaginamento del canone gnoseologi
co, la messa in mora dell'Erkenntniskritik e la sua riduzione culturologica non
sembrano motivare tout court rigidità persistenti nelle interpretazioni.
Già all'indomani della pubblicazione di Individuum und Kosmos si contrap
pongono, nelle numerose recensioni, opposte tendenze : una, attualizzante, che
enfatizza la matrice hegeliana dell'opera e gli esisti idealistici, schellinghiani
della Renaissance; una, conservativa, che ristabilisce il logicismo neokantiano;
un'altra linea di lettura avvia quella discussione sul ruolo di Cusano che con
durrà lo stesso Cassirer, dopo le critiche di Garin e Kristeller, a 'rettificare' que
sto punto di Individuum und Kosmos.
La vera questione della Renaissance secondo Cassirer è posta rigorosamente
da John Herman Randall, Jr., nel suo ampio saggio Cassirer's Theory ofHistory as
Illustrated in His Treatment of Renaissance Thought, apparso nel 1949 in quella
summa della prima stagione della critica cassireriana che è stata The Philosophy
of Ernst Cassirer (Evanston, Illinois), curata da Paul Arthur Schilpp. Randall
aveva già evidenziato (con Kristeller, in un articolo del 1941: The Study of the
Philosophies of the Renaissance, «Journal of the History of Ideas») il significato
filologico, quasi antologico, selettivo, della ricerca rinascimentalista di Cassirer
all'epoca dell'Erkenntnisproblem, ma nel saggio del 1949 perviene a una interpre
tazione definitiva della concezione cassireriana della Renaissance, come illustra
zione, esemplificazione della teoria della storia. In realtà è lo stesso Cassirer a
'illustrare', a esemplificare la sua concezione delle Kulturwissenschaften con un
exemplum 'concreto' di studi rinascimentali: in ZurLogik der Kulturwissenschaften
(Goteborg 1942) introduce la sua teoria dei concetti caratterizzanti (i concetti
culturologici), la nuova modalità logica della sussunzione del particolare sotto
il generale, con la raffigurazione burckhardtiana dell"uomo della Renaissance'.

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4io Giulio Raio

L'uomo burckhardtiano è l'exemplum, forse l'archetipo, lo schema costruttivo


del significato, del concetto ottenuto per via d'«astrazione ideatrice». Rispetto
alle esigenze della nuova logica, merito di Randall è di aver individuato già nel
1949 la centralità degli studi di Zur Logik - per nulla apprezzati da Croce
(«Critica», 1943) - per l'elaborazione della teoria della storia e di aver messo in
evidenza, anche nelle citazioni, l'exergo sul compito dello storico, l'espressione
Wille zur Gestaltung, il termine goetheano Urphanomen - formule e motivi teo
retici che perverranno ad una più definita chiarificazione nel Cassirer postumo,
nella sua incompiuta metafisica della cultura. Per Randall Individuum und
Kosmos non è più un libro (neo)kantiano, ma burckhardtiano e umanistico : per
il suo viaggio nella terra incognita Cassirer non porta con sé la vecchia bussola
kantiana, ma la sua nuova visione, la teoria delle forme simboliche.
In Ernst Cassirer interprete del Rinascimento («Acme», 1978) Lorenzo Bianchi
ripristina una continuità kantiana tra l'Erkenntnisproblem e Individuuum und
Kosmos, fondata sull'inesauribilità del paradigma scientifico galileiano-kantiano,
riconduce a Dilthey e al suo rinnovamento dell'interpretazione burckhardtiana
la svolta storico-spirituale e collega l'impronta burckhardtiana piuttosto al
clima warburghiano della gestazione di Individuum und Kosmos - libro, allora, di
ispirazione kantiano-diltheyana, ma profondamente storiografico, all'origine di
una storiografia che non si limita alla storia e alla filosofia, ma si estende al lin
guaggio, al mito, all'arte, a tutte le forme culturali di un'epoca.
Maurice de Gandillac, nel saggio L'image de la Renaissance chez Ernst Cassirer,
che apre gli Atti del Convegno di Nanterre (1988) : Ernst Cassirer. De Marbourg à
New York. L'itinéraire philosophique (Paris 1990), rilegge Individuum und Kosmos, da
un lato riaccendendo la questione del molo di Cusano, della conoscenza parzia
le e selettiva dell'opera cusaniana, dei 'tratti' medievali tralasciati ο sottostimati,
dall'altro riprendendo il valore del giudizio riflettente nel rapporto conoscitivo di
soggetto-oggetto, nella fusion e neWaccouplement di arte e scienza, di pittura e
fisica, quale si manifesta nel parallelo passaggio dalla prospettiva curva alla pro
spettiva piana (Panofsky) e dallo spazio-sostanza allo spazio-funzione (Cassirer).
Più recentemente il problema dell'immagine cassireriana della Renaissance è
stato riproposto in una nuova luce da Oswald Schwemmer nel saggio Cassirers
Bild der Renaissance, apparso nella miscellanea Kulturkritik nach Ernst Cassirer,
curata da E. Rudolph e B.-O. Kuppers (Hamburg 1995). Schwemmer sviluppa la
suggestiva tesi, critica e filosofica, di una «Renaissance della Renaissance», di un
significato prospettico, di un'incidenza, di una ricaduta della Renaissance
Forschung di Cassirer sulla sua intera opera, in altri termini, di un suo carattere
radicale, di 'radice' della filosofia delle forme simboliche: la Renaissance per
Cassirer non è soltanto la rinascita (la sopravvivenza warburghiana) dell'antico,
ma la nascita dello spirito della modernità, la nascita del soggetto trascenden
tale. Nell'interpretazione di Schwemmer Individuum und Kosmos prefigura e
predetermina - ma i rapporti potrebbero essere rovesciati - i fondamenti della
teoria delle forme simboliche : il concetto (cusaniano) di Vermittlung, il motivo
(ficiniano) della Kultur des Sinnlichen, la caratterizzazione (con Patrizi) della
conoscenza come fusione, che apre la strada alla «metaforica generale dello spi

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Nota sull'immagine della Renaissance di Ernst Cassirer 411

rito», l'individuazione (con Leonardo) del carattere di 'opera' delle forme arti
stiche e tecniche (ma, in verità, il Werk è un termine-chiave del Cassirer postu
mo), la centralità (ancora cusaniana e leonardiana) della matematica, del
modello, come forma interna della configurazione creatrice. Il punto di fuga, la
prospettiva dell'irraggiamento della Renaissance è allora la critica della logica
del linguaggio, cioè della logica di una forma simbolica come fondamento della
teoria di tutte le altre forme simboliche.
Dal quadro interpretativo appena abbozzato - al quale andrebbero necessa
riamente aggiunti per una disamina più completa della critica i contributi spe
cialistici di Franco Volpi sulla Scuola di Padova, nella già citata Kulturkritik nach
Ernst Cassirer, e di Enno Rudolph sulla recezione dell'umanismo, nella miscel
lanea Ernst Cassirers Werk und Wirkung. Kulturkritik und Philosophie, curata da D.
Frede e R. Schmticker (Darmstadt 1997) - emerge un'oscillazione tra differenti
matrici ο dominanti dell'opera, corrispondenti in parte alla stessa articolazione
dell'opera - ο alla sua non unitarietà, nel giudizio di Randall -, un'oscillazione
tra la sopravvivenza del paradigma predicativo kantiano (giudizio determinan
te e giudizio riflettente) e l'instaurazione del nuovo paradigma ideativo
burckhardtiano-diltheyano, storicizzato nel contesto warburghiano.
E, tuttavia, l'oscillazione, pur presentandosi come una figura ermeneutica
debole, flessibile, rappresenta pur sempre una semplificazione e una rigidità che
in fondo risponde all'imperativo critico di conciliare le due immagini culturali
dell'autore, il Cassirer filosofo e il Cassirer storico della filosofia e delle idee.
E necessario allora storicizzare l'opera nel clima warburghiano secondo la
seconda istanza interpretativa, ma allo stesso tempo storicizzare lo stesso idea
lismo perenne, seguendo i passaggi e le svolte dall'idealismo critico all'ideali
smo simbolico. Individuum und Kosmos rappresenta la fase più matura della col
laborazione con la Biblioteca Warburg, ma sarebbe più giusto dire della pre
senza di Cassirer alla Biblioteca Warburg e del progetto di Warburg di asse
gnare a Cassirer il ruolo di 'protagonista' della Biblioteca: in fondo il ruolo di
Cassirer è fortemente autonomo rispetto alla Biblioteca, certo in limpida sinto
nia con essa, ma mai in senso identitario: è soprattutto Warburg a sottolinear
lo, rivendicando l'originalità del suo proprio progetto culturale che viene da
lontano, dalle sue prime «ricerche sull'immagine dell'antichità nel primo
Rinascimento italiano», come suona il sottotitolo della sua tesi su Botticelli.
Quanto a Burckhardt e a Dilthey, la consapevolezza di un rapporto diretto
con lo storico della civiltà e il filosofo dell'interpretazione è sicuramente suc
cessiva al periodo amburghese, legata piuttosto al periodo svedese, alla fine
degli anni Trenta, al progetto diltheyano di una Wirkungsgeschichte della
filosofia cartesiana, al progetto di fondazione di una logica della cultura, infine
al progetto postumo - ancora kantiano-diltheyano - di una psicostoria.

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