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Giulio Raio
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4io Giulio Raio
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Nota sull'immagine della Renaissance di Ernst Cassirer 411
rito», l'individuazione (con Leonardo) del carattere di 'opera' delle forme arti
stiche e tecniche (ma, in verità, il Werk è un termine-chiave del Cassirer postu
mo), la centralità (ancora cusaniana e leonardiana) della matematica, del
modello, come forma interna della configurazione creatrice. Il punto di fuga, la
prospettiva dell'irraggiamento della Renaissance è allora la critica della logica
del linguaggio, cioè della logica di una forma simbolica come fondamento della
teoria di tutte le altre forme simboliche.
Dal quadro interpretativo appena abbozzato - al quale andrebbero necessa
riamente aggiunti per una disamina più completa della critica i contributi spe
cialistici di Franco Volpi sulla Scuola di Padova, nella già citata Kulturkritik nach
Ernst Cassirer, e di Enno Rudolph sulla recezione dell'umanismo, nella miscel
lanea Ernst Cassirers Werk und Wirkung. Kulturkritik und Philosophie, curata da D.
Frede e R. Schmticker (Darmstadt 1997) - emerge un'oscillazione tra differenti
matrici ο dominanti dell'opera, corrispondenti in parte alla stessa articolazione
dell'opera - ο alla sua non unitarietà, nel giudizio di Randall -, un'oscillazione
tra la sopravvivenza del paradigma predicativo kantiano (giudizio determinan
te e giudizio riflettente) e l'instaurazione del nuovo paradigma ideativo
burckhardtiano-diltheyano, storicizzato nel contesto warburghiano.
E, tuttavia, l'oscillazione, pur presentandosi come una figura ermeneutica
debole, flessibile, rappresenta pur sempre una semplificazione e una rigidità che
in fondo risponde all'imperativo critico di conciliare le due immagini culturali
dell'autore, il Cassirer filosofo e il Cassirer storico della filosofia e delle idee.
E necessario allora storicizzare l'opera nel clima warburghiano secondo la
seconda istanza interpretativa, ma allo stesso tempo storicizzare lo stesso idea
lismo perenne, seguendo i passaggi e le svolte dall'idealismo critico all'ideali
smo simbolico. Individuum und Kosmos rappresenta la fase più matura della col
laborazione con la Biblioteca Warburg, ma sarebbe più giusto dire della pre
senza di Cassirer alla Biblioteca Warburg e del progetto di Warburg di asse
gnare a Cassirer il ruolo di 'protagonista' della Biblioteca: in fondo il ruolo di
Cassirer è fortemente autonomo rispetto alla Biblioteca, certo in limpida sinto
nia con essa, ma mai in senso identitario: è soprattutto Warburg a sottolinear
lo, rivendicando l'originalità del suo proprio progetto culturale che viene da
lontano, dalle sue prime «ricerche sull'immagine dell'antichità nel primo
Rinascimento italiano», come suona il sottotitolo della sua tesi su Botticelli.
Quanto a Burckhardt e a Dilthey, la consapevolezza di un rapporto diretto
con lo storico della civiltà e il filosofo dell'interpretazione è sicuramente suc
cessiva al periodo amburghese, legata piuttosto al periodo svedese, alla fine
degli anni Trenta, al progetto diltheyano di una Wirkungsgeschichte della
filosofia cartesiana, al progetto di fondazione di una logica della cultura, infine
al progetto postumo - ancora kantiano-diltheyano - di una psicostoria.
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