Sei sulla pagina 1di 10

DIRITTO AMMINISTRATIVO E LEGISLAZIONE SCOLASTICA

CAP. 1

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

E’ un fattore importantissimo per qualificare una

Società come libera e democratica.

Nella legislazione ordinaria l’istruzione viene qualificata come:

• DIRITTO: perché è decisiva per garantire l’uguaglianza sostanziale, garantendo il PIENO


DIRITTO DELLA PERSONA (art. 3). Altri documenti nei quali l’istruzione è considerata in
funzione dello sviluppo della persona sono:

I° Protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (“il diritto all’istruzione
non può essere rifiutato a nessuno”);

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (art.26);

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (art.14).

• DOVERE: l’istruzione è doverosa sia per:

INTERESSE PUBBLICO: l’istruzione è un antidoto contro i pericoli che potrebbero indebolire la


democrazia, inoltre è un importante fattore di sviluppo economico e sociale. C’è inoltre un
dovere di SOLIDARIETA’ TRA GENERAZIONI alla base dell’istruzione (art. 2 Cost, art. 4 Cost, art.
30, art. 34, art. 9).

PROSPETTIVA INDIVIDUALISTICA: anche dal punto di vista individuale l’istruzione è volta a


garantire il pieno sviluppo della persona umana (art 2 e 3 Cost, l. 53/2003, d.lgs 297/94).

CAP. 2

Gli articoli 30/33/34 stabiliscono altre forme di adempimento del DOVERE.

• ART. 30: Dovere di istruire i figli spettante ai genitori. Nel caso in cui i genitori non fossero
in grado, la legge prevede che questo dovere deve essere adempito da altri soggetti;
• ART. 33: Fa riferimento ad una pluralità di funzioni e compiti doverosi relativi a soggetti
pubblici e privati. Inoltre disciplina (regola) l’insegnamento che è libero e preordinato
all’istruzione.
• ART. 34: Sancisce il carattere aperto dell’istruzione, i limiti della sua obbligatorietà e il
diritto di capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi.
L’obbligo è di almeno 8 anni.
• L’ART. 9: Dispone che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura; l’ART 33 esclude la
possibilità di monopolio (pubblico e privato):
SCUOLA PUBBLICA: Luogo di autonomia nei confronti di condizionamenti politici e
ideologici;
SCUOLA PRIVATA: In essa è visibile un’ideologia.

LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO

L’insegnante nonostante lavori per un potere pubblico entro certi

Limiti non ha vincoli.

La libertà di insegnamento viene riconosciuta per la prima volta nel 1923

ed è in connessione con arte e scienza (Art. 33).

La libertà di insegnamento va tutelata perché serve

allo sviluppo DELLA PERSONALITA’ DEL DISCENTE.

Anche se i docenti inseriti nell’organizzazione scolastica devono seguire un programma, questo


non significa che il loro insegnamento non sia LIBERO, anzi il rispetto dei programmi ( legati
strettamente al valore legale del titolo di studio ) diventa necessario a proteggere proprio gli
alunni.

• Non si può imporre la NEUTRALITA’ intesa come affrancamento da opinioni personali;


• L’unico limite che incontra la LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO è il RISPETTO DELLA
PERSONALITA’ dell’alunno.

La presenza di scuole pubbliche serve a garantire non insegnamenti

neutri, ma un’offerta di istruzione non di tendenza.

CONFLITTO TRA LIBERTA’ DEI DOCENTI E LIBERTA’ DELLA SCUOLA PRIVATA

Una sentenza della Corte costituzionale del 1972 sostenne che la LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO

DEI SINGOLI DOCENTI E’ PIENAMENTE GARANTITA NELLE SCUOLE STATALI,


incontra LIMITI NELLA SCUOLA PRIVATA.

In queste scuole infatti, il rispetto dell’ideologia si trasforma in IMPEGNO CONTRATTUALE

e il docente che accetta di insegnare in un istituto confessionale ad esempio lo fa

per consenso pieno. Ancora più delicato è il problema della condotta di vita e insegnamento.

In questo caso la compromissione della libertà può derivare dall’attenzione

per la personalità degli alunni.

L’istruzione si consolida in una relazione personale nutrita di solidarietà e fiducia che investe la
personalità del docente e dell’alunno.

Ci sono 2 CONSEGUENZE:

1. La prevalenza della libertà della scuola è assicurata per garantire i discenti.


2. Il comportamento di tendenza di certi docenti, anche nella scuola pubblica potrebbe
configurare causa di licenziamento.

La legge può occuparsi di tutti i fenomeni di ISTRUZIONE

Solo quella legata all’insegnamento

rivolto ad una totalità di soggetti.

“ Nome generali sull’istruzione alla luce della riforma del titolo V della Cost. che ha attribuito in
esclusiva al legislatore statale la competenza ad emanare queste norme; stabilendo che esse siano
quelle sorrette, in relazione al loro contenuto, da esigenze unitarie e, quindi, applicabili
indistintamente al di là dell’ambito propriamente regionale”

L’aggettivo GENERALI evoca una garanzia di uguaglianza perché riferibili a tutti senza distinzioni.

L’ Art. 117 consegna alla POTESTA’ CONCORRENTE (STATO e REGIONI) la MATERIA “ISTRUZIONE” e
alla POTESTA’ REGIONALE la MATERIA “ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE”.

La materia ISTRUZIONE può essere divisa in due parti:

a. Rapporti diretti con le persone fisiche coinvolte nel percorso di solidarietà (Stato);
b. Rapporti con le istituzioni scolastiche che organizzano gli insegnamenti (Regioni).

Lo stato deve determinare qualità e quantità delle prestazioni rese nel settore istruzione,
indicando la durata dell’obbligo.
Dopo la riforma del titolo V si è lasciato poco spazio alle Regioni. La preoccupazione sembra essere
stata quella di avere un ruolo importante anche nel campo della materia regionale e costruire un
disegno minimo unitario a cui le Regioni devono uniformarsi.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE competenze delle Regioni.

Prima della riforma il sistema si articolava in:

- LICEI
- ISTITUTI TECNICI STATO
- ISTITUTI PROFESSIONALI QUINQUENNALI.

- RESIDUO REGIONI

Dopo la riforma gli istituti professionali passano alle regioni ma allo Stato rimane la disciplina dei
livelli delle prestazioni.

Con il decreto BERSANI 2007 si formano 2 percorsi:

1° ciclo: costituito dai Licei e istituti tecnici e professionali;

2° ciclo: costituito dall’istruzione e formazione professionale.

La formazione professionale
distinta dall’istruzione secondaria.

CAP. 3

1859 LEGGE CASATI: distingueva tra istruzione superiore, istruzione secondaria (classica, tecnica) e
istruzione primaria gratuita (2 gradi biennali).
La legge prevedeva una formazione professionale sostenuta come richiesto dal sistema
produttivo.

1877 LEGGE COPPINO


1911 LEGGE DANEO-CREDARO: accentramento attraverso il passaggio delle scuole elementari dai
comuni allo Stato.

Anni 20 RIFORMA GENTILE: innalzamento dell’obbligo scolastico, fino a 14 anni.


Venne introdotto l’esame di Stato; rafforzamento della figura del capo d’istituto; contrapposizione
tra saperi classici e formazione tecnica attraverso la distinzione tra ginnasi e licei e istituti normali
e magistrali.

1940 RIFORMA BOTTAI: istituì la scuola media unica di durata triennale.


1962: la scuola media triennale obbligatoria e gratuita. Le scuole tecniche saranno trasformate in
istituti professionali controllati dalla Stato e distinti dalla formazione professionale spettante alle
Regioni. I titoli posso essere rilasciati solo dagli istituti statali.

Anni ’70: crescono le competenze dei Provveditori agli studi.


1977: riconosciuta alla COMPETENZA REGIONALE L’INTERO SETTORE DELLA FORMAZIONE
PROFESSIONALE RIBADITA L’IMPOSSIBILITA’ PER GLI STESSI DI RILASCIARE TITOLI DI STUDIO MA
SOLO ATTESTATI.

Anni 90: riforma della scuola elementare viene ampliata l’autonomia delle istituzioni scolastiche.

2003: RIFORMA MORATTI (sfide alla globalizzazione e volontà di offrire pari opportunità)
- Introduzione dell’insegnamento di inglese e informatica;
- Riequilibrio del rapporto tra istruzione e formazione professionale mediante valorizzazione
del saper fare, ripensamento dell’architettura dei cicli → passaggio da un sistema
quadripartito (licei, istituti tecnici, istituti professionali e formazione professionale) a un
sistema BIPARTITO (licei, istruzione e formazione professionale).

ALLOCAZIONE (ripartizione) delle funzioni


amministrative spetta allo Stato.

Tuttavia:
1. Deve rispettare la presenza dell’autonomia dell’istruzione scolastica.
2. Tener conto che l’istruzione è una materia trasversale.
3. Tener conto delle competenze regionali.
4. E’ la corte costituzionale ad indicare un canone per l’allocazione delle funzioni fondato sul
parallelismo tra funzione legislativa e amministrativa.

Gli interventi legislativi devono essere retti dal principio della reale cooperazione.

Importanti sono le funzioni in tema di verifica e indirizzo dell’istruzione, programmazione delle reti
e istituzione di scuole.

Il sistema di allocazione è sbilanciato

a favore dello stato → RIFORMA BASSANINI (59/1997)

ESCLUDE LE REGIONI

Il d. lgs. 112/1998 delega alle Regioni:

- Programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale;


- Programmazione sul piano regionale della rete scolastica;
- Determinazione del calendario scolastico.

PROVINCIE: aggregazione e soppressione di scuole; redazione di piani di organizzazione della rete


delle istituzioni scolastiche; piano di utilizzazione di edifici e attrezzature; costituzione e vigilanza
sugli organi collegiali scolastici a livello territoriale.

COMUNI: educazione degli adulti; interventi per orientamento scolastico e professionale;


interventi per la prevenzione della dispersione scolastica e di educazione alla salute.

FUNZIONI AMMINISTRATIVE SPETTANTI ALLO STATO

1. ORGANIZZAZIONE DELL’STRUZIONE SCOLASTICA, ORDINAMENTI E PROGRAMMI


SCOLASTICI;
2. STATO GIURIDICO DEL PERSONALE;
3. DEFINIZIONE DEI CRITERI PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA E PER
L’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE SOCIALI DELLA SCUOLA;
4. DETERMINAZIONE E ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE;
5. RICONOSCIMENTO TITOLI DI STUDIO;
6. INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI FORMATIVI.

L’organizzazione del Ministero risulta dalla disciplina posta dal d. lgs. 300/1999,
d.p.r. 2003, d.p.c.m. 2006.

Il MINISTERO è articolato in UFFICI SCOLASTICI REGIONALI (centri responsabilità amministrativa e


finanziaria). L’ufficio scolastico regionale (USR) si articola in UFFICI SCOLASTICI PROVINCIALI
(funzioni organizzative-burocratiche).

- A livello centrale, IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, è organo di


garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale di istruzione e di supporto tecnico scientifico.
- A livello regionale, presso ogni ufficio regionale è istituito il CONSIGLIO REGIONALE
DELL’ISTRUZIONE, che ha competenze consultive e di supporto all’amministrazione.

Altri organismi:

• Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, è finalizzata a sostenere i


processi di ricerca e innovazione scolastica, formazione e aggiornamento del personale;
• Istituto nazionale per la valutazione del sistema scolastico (INVALSI) istituito nel 1999, è un
ente di ricerca con personalità giuridica di diritto pubblico.
La riforma costituzionale del 2001 ha attribuito un ruolo importante alla Regioni nel settore
dell’istruzione.

La sent. 13/2004 Corte Cost. :

afferma che “la distribuzione del personale spetta alle Regioni quando saranno dotate di una
disciplina idonea a svolgere la funzione di distribuire gli insegnanti tra le istituzioni scolastiche nel
proprio territorio.”

PERSONALE DELLA SCUOLA

(Il personale costituisce un patrimonio essenziale della scuola)

I DOCENTI hanno il compito di assicurare un corretto percorso di sviluppo della personalità


dell’alunno. Il personale docente, PRESTA UN’ATTIVITA’ PERSONALE ed è LEGATO
ALL’AMMINISTRAZIONE.

CONTRATTO NAZIONALE

Il personale ispettivo è inquadrato in abbraccia sia i docenti sia il personale

ruoli nazionali con compiti di coordinamento amministrativo tecnico e ausiliario (ATA).

e collaborazione nelle attività di aggiornamento

del personale docente e dirigente.

Di proposta sulle attività attività di didattica

e svolgimento delle attività ispettive.

IL SISTEMA DI RECLUTAMENTO (in attesa di aggiornamenti):

tradizionalmente assestato secondo il modello del doppio canale, il 50% dei posti ricoperti mediante
concorso per titoli ed esami e l’altro 50% attingono alla graduatoria dei soggetti in possesso di abilitazione.
Dal 1990 i concorsi sono aperti a chi possiede una laurea in scienze della formazione primaria per la scuola
primaria e il titolo abilitante rilasciato dalle scuole di specializzazione all’insegnamento secondario per la
scuola secondaria (SSIS).

La l. 296/2006 ha trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, proprio per


ridurre il problema del precariato.

La FUNZIONE DOCENTE si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei docenti e si ESPLICA NELLE
ATTIVITA’ INDIVIDUALI E COLLEGIALI e nella PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA’ DI AGGIORNAMENTO. Essa
comprende tutte quelle attività di programmazione, progettazione, ricerca, aggiornamento e formazione.
CAP. 4

AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

Autonomia scolastica: indica la possibilità spettante ad un soggetto di autoregolamentare i propri interessi.

AUTONOMIA FUNZIONALE:

• Limitata all’adozione di regolamenti interni e di disciplina degli studenti;


• Individuazione dei criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale e i criteri
per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche.

LEGGI CHE REGOLANO L’AUTONOMIA:


l. 59/1997: dispone che ai fini della realizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche le
funzioni dell’amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione sono progressivamente
affidate alle istituzioni scolastiche.
Nel 2006 : è stata prevista la Costituzione di un’ AGENZIA NAZIONALE PER LO SVILUPPO
DELL’AUTONOMIA SCOLASTICA, al fine di sostenere i processi di ricerca e di innovazione delle
istituzioni scolastiche.

Unico guardiano dell’autonomia risulterebbe essere lo Stato.

Si tratta di un’autonomia funzionale perchè correlata alla finalità dell’istruzione e cioè allo sviluppo della
persona umana. Inoltre l’autonomia è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si
sostanzia nella progettazione e realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo
sviluppo della persona umana, al fine di garantire loro il successo formativo.

POF: (piano offerta formativa) Vero cuore dell’autonomia funzionale,

che delinea la tipologia delle prestazioni garantite dalla scuola e non

si occupa di funzioni amministrative.

AUTONOMIA ORGANIZZATIVA è finalizzata per la:

- Realizzazione della flessibilità;


- Diversificazione ed efficacia del servizio scolastico;
- Integrazione e miglior utilizzo di risorse e strutture;
- Coordinamento con il contesto territoriale.

AUTONOMIA DIDATTICA è finalizzata per:

- Il proseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione;


- Rispetto della libertà di insegnamento;
- Libertà di scelta educativa da parte delle famiglie;
- Diritto di apprendere.
CAPI D’ISTITUTO (DIRIGENTE SCOLASTICO)

Il vertice degli istituti statali è costituito da un funzionario statale: DIRIGENTE SCOLASTICO.

I DIRIGENTI SCOLASTICI sono inquadrati in ruoli di dimensione regionale e rispondono in ordine ai risultati, i
quali sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche effettuate
dall’amministrazione scolastica regionale.

I compiti del dirigente scolastico sono:

- Assicura la gestione unitaria dell’istruzione e ne ha legale rappresentanza;


- E’ responsabile della gestione delle risorse finanaziarie e strumentali e dei risultati del servizio;
- Gli spettano autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane;
- Organizza attività scolastica secondo criteri di efficienza ed efficacia formtiva;

Poteri di promozione del dirigente scolastico:

- Promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi;


- La collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio, per
l’esercizio della libertà di insegnamento e della libertà di scelta educativa delle famiglie.

Criteri di reclutamento sono:

- Concorso triennale su tutti i posti vacanti nel triennio;


- Accesso al personale docente statale in possesso di laurea con almeno 5 anni di servizio;
- Previsione di una selezione, prove scritte e orali;
- Valutazione dei titoli;
- Formulazione della graduatoria di merito;
- Periodo di formazione e tirocinio non superiore a 4 mesi.

E’ da segnalare che il dirigente deve esercitare le proprie funzioni nel rispetto delle competenze degli organi
collegiali. Il dirigente deve svolgere una funzione di garanzia del corretto svolgimento del rapporto di
solidarietà, ciò è una garanzia per lo sviluppo della personalità degli studenti.

Le funzioni che il dirigente deve svolgere sono:

- Autonomia d’interazione con il contesto: insieme di possibilità che le istituzioni hanno di interagire
tra loro e con la realtà sociale, culturale ed economica;
- Autonomia finanziaria: il dirigente può essere sottoposto a direttive ed indirizzi a condizione che
esse non incidano sullo svolgimento dell autonimia funzionale. Il dirigente risponde in ordine ai
risultati della propria azione dirigenziale. La valutazione è effettuata da un nucleo nominato dal
dirigente regionale, composto da numero 1 dirigente tecnico, 1 amministrativo e 1 scolastico, ha
carattere pluriennale legato alla durata dell’incarico.

Prima di formalizzare una valutazione negativa bisogna acquisire in contraddittorio le deduzioni del
dirigente. Le SANZIONI possono essere: mutamento di incarico, revoca durante lo svolgimento o
recesso.

La l.296/2006 ha valorizzato il ruolo degli INVALSI nella materia della valutazione.


ALTRI ORGANI DELL’ISTRUZIONE SCOLASTICA

Accanto al dirigente bisogna menzionare:

• Consiglio di intersezione nella scuola materna;


• Consiglio di interclasse nelle scuole elementari;
• Consiglio di classe nell’istruzione secondaria.

Questi organi sono composti dai docenti più i rappresentanti dei genitori e/o degli alunni. Il collegio
docenti e il consiglio d’istiuto sono disciplinati dal d. Lgs. 297/1994.

CONSIGLIO D’ISTITUTO:

E’ l’organo di governo e indirizzo dell’istruzione, elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le
forme di autofinanziamento con riferimento al POF, tale documento è adottato dal consiglio d’istituto
ed è elaborato dal collegio docenti.

COLLEGIO DOCENTI:

E’ un organo tecnico professionale formato dai docenti e presieduto dal dirigente. Si occupa di
programmazione didattica, formulazione dell’orario e ha la responsabilità di adottare il POF.

Potrebbero piacerti anche