Sei sulla pagina 1di 29

Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 1 MORFOLOGIA

La morfologia

Studia l’organizzazione strutturale delle parole a


partire da pezzi più piccoli dotati di senso autonomo,
i morfemi.

parl+o

Ci sono ragioni di ritenere che possediamo regole


morfologiche, e non memorizziamo semplicemente le
parole una per una:

1. Se impariamo una parola nuova, siamo in grado di


produrre forme mai sentite.
Cliccare, sciftare, testare, mixare, settare (si noti che sono
tutti della 1 coniugazione, non ci verrebbe in mente
cecchére o cècchere o cecchire: la 1a coniugazione è
quella produttiva). Anche senza aver mai sentito
queste parole, sappiamo che sono della 1a
coniugazione, e sappiamo produrre l'intero
paradigma: ceccherò, ceccavamo, ecc.
Questo vale anche per parole inventate (tuco, tuchi).

2. Iperregolarizzazioni nell'acquisizione del


linguaggio: maked, runned, goed, taked; morito invece di
morto, ecc. In effetti, si osservano tre fasi:
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 2 MORFOLOGIA

I. forme corrette: il bambino le impara una ad una;


II. ipergeneralizzazioni sistematiche;
III. forme corrette: il bambino osserva che la regola
ammette eccezioni.
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 3 MORFOLOGIA

3. In certe lingue, ci sono numerose forme diverse per


ogni verbo: sarebbe assai costoso memorizzarle tutte.
P. es., in italiano ogni verbo può assumere un
centinaio di forme; su 10'000 verbi, questo
implicherebbe la memorizzazione di circa un milione
di forme. Molto più economico memorizzare una sola
forma verbale e alcune regole morfologiche (sia pure
con eccezioni). Altre lingue presentano casi ancora più
estremi (ad esempio il turco). Si può pensare che la
morfologia, strutturando il lessico, ne facilita la
memorizzazione: un conto è memorizzare migliaia di
elementi isolati, un altro conto memorizzare elementi
incasellati in una struttura articolata. Anche se i
processi morfologici non hanno lo stesso grado di
ricorsività dei processi sintattici.

Morfologia derivazionale e flessiva

Definiamo lessema una unità di analisi linguistica che


appartiene a una determinata categoria sintattica
(nome, verbo, aggettivo...), ha un particolare
significato o funzione grammaticale, e modifica
sistematicamente la sua forma secondo il contesto
sintattico in cui è inserita.
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 4 MORFOLOGIA

Ad esempio, il lessema CANTARE appartiene alla


categoria Verbo, ha un significato particolare, e
prende diverse forme (canto, canti, canterò...).

La morfologia derivazionale crea lessemi a partire da


altri lessemi: ad esempio da CANTARE si deriva
l'aggettivo CANTABILE.

L'insieme delle parole che realizzano un certo lessema


costituisce il suo paradigma flessivo. La morfologia
flessiva crea il paradigma a partire da una forma-
base, la radice.

La struttura dei paradigmi flessivi varia da lingua a


lingua: per ciascuna categoria sintattica, ogni lingua
ha un insieme di proprietà morfosintattiche ad essa
appropriate sulla base delle quali il lessema viene
flesso. Ad esempio, in italiano gli aggettivi sono flessi
per il genere [MASCHILE/FEMMINILE] e il numero
[SINGOLARE/PLURALE], dando quattro combinazioni
flessive.

Criteri per distinguere i morfemi derivazionali da


quelli flessivi
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 5 MORFOLOGIA

1. Cambiamento di significato lessicale e/o categoria


sintattica: la derivazione può modificare il significato
lessicale e/o la categoria sintattica del lessema; la
flessione invece preserva il significato e la categoria
sintattica. NB: è un criterio sufficiente, ma non
necessario.

CANTARE -->CANTABILE
cambia il significato (V -->che può essere V-ato)
cambia la categoria sintattica (Verbo --> Aggettivo)

LIBRO --> LIBRETTO


cambia il significato ( N --> diminutivo di N)
non cambia la categoria sintattica (N --> N)

CYCLIC--> CYCLICAL
non cambia il significato
non cambia la categoria sintattica (A --> A)

canto --> canterò


non cambia il significato lessicale (è lo stesso tipo di
azione)
non cambia la categoria sintattica (V --> V)
2. Dipendenza dal contesto sintattico: il contesto
sintattico può determinare una particolare forma del
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 6 MORFOLOGIA

paradigma di un lessema, ma non determina la sua


forma derivazionale:

un bel (*bella, belli, belle) bimbo


un bel bimbo/bimbetto

NB: Anche questo è un criterio sufficiente, non


necessario, perché non tutti gli aspetti della flessione
sono direttamente pertinenti per la sintassi: ad es., la
coniugazione di un verbo (-'are, -'ere, -ere, -'ire) non è
visibile alla sintassi.

3. Produttività: le regole di morfologia flessiva sono


produttive, nel senso che creano paradigmi completi;
invece quelle derivazionali si applicano in modo
sporadico (bimbetto, libretto, ma *gioielletto vs.
gioiellino).

NB: Ancora una volta, la produttività non è un criterio


assoluto: certi paradigmi flessivi possono essere
difettivi, cioé mancare di alcune forme. Ad es., il
verbo impersonale BISOGNARE ha solo le forme di
terza persona singolare (*io bisogno, tu bisogni...)

4. Regolarità semantica: il significato di una parola


flessa è semanticamente regolare, cioé è determinato
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 7 MORFOLOGIA

dal significato lessicale del lessema e dalle proprietà


morfosintattiche ad essa associate (es. canterò:
azione... +prima persona, azione che si svolgerà nel
futuro). Invece la derivazione può cambiare il
significato in modo irregolare o impredicibile: es.
PAPA vs. PAPABILE; VAPOR-IZZARE vs. CONTABIL-IZZARE;
ingl. TERROR vs. TERRIFIC.

5. Chiusura: la flessione blocca la possibilità di


ulteriore derivazione e "chiude" morfologicamente la
parola, mentre le regole derivazionali si possono
applicare in successione: CONTA(RE) --> CONTABIL(E)
--> CONTABILIZZA(RE).

NB: questo criterio vale per lingue come l'italiano, in


cui i morfemi flessivi sono più esterni di quelli
derivazionali; ma non è così in tutte le lingue...

criterio derivazionale flessiva


Cambiamento di signifi- + +
cato / categoria
Dipendenza dal contesto - +
sintattico
Produttività - +
Regolarità semantica - +
Chiusura - +
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 8 MORFOLOGIA

Queste differenze si possono spiegare con l'ipotesi che


i processi derivazionali hanno luogo nel lessico e i
processi flessivi nella sintassi. In altre parole, le forme
flesse di una parola non sono depositate nel lessico
mentale, ma sono "computate on-line" tramite regole
morfologiche.
La morfologia derivazionale ha il ruolo di strutturare
il lessico mentale; la morfologia flessiva ha il ruolo di
esplicitare certe relazioni sintattiche della parola
(accordo, caso grammaticale, ecc.).

Tipi di flessione

1. Nella flessione di accordo, un lessema assume


alcune proprietà morfosintattiche "ereditandole" da
un'altro, come membro dipendente di una relazione
sintattica. Es. accordo soggetto-verbo per i tratti di
[persona] e [numero]:

Io [1a] [singolare] parl+o ([1a] [singolare])


Noi ([1a] [plurale]) parl+iamo ([1a] [plurale]).

Accordo articolo-nome e aggettivo-nome per i tratti di


[genere] e [numero]:
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 9 MORFOLOGIA

il[maschile] [singolare] bel[maschile] [singolare] bimbo[maschile] [singolare]

2. Alcune categorie flessive sono invece determinate


da una relazione sintattica di reggenza: il membro
dipendente della relazione ha una certa flessione che
in questo caso è determinata, ma non è condivisa, dal
membro reggente.

Es. la flessione di caso grammaticale: un verbo o una


preposizione determinano il caso del proprio
complemento nominale.

Eum [accusativo] videt


Ei [dativo] respondet

Gianni ama me/*io

Es. il modo verbale nelle frasi subordinate può essere


determinato dal verbo che le regge: DIRE + indicativo,
VOLERE + congiuntivo.

3. Infine, le proprietà morfosintattiche inerenti non


sono determinate né dall'accordo né dalla reggenza:
ad es., il numero dei nomi (bimbo vs. bimbi), il grado
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 10 MORFOLOGIA

degli aggettivi (alto vs. altissimo), il tempo dei verbi


(canto vs. canterò).

Le categorie flessive più comuni

Per il nome:
 genere (maschile, femminile, neutro...)
 numero (singolare, plurale, duale/paucale)
 definitezza (es. in arabo)
 caso grammaticale (per reggenza)

Per il verbo:
 tempo (presente, futuro, passato...)
 aspetto (progressivo, compiuto...)
 voce (attivo, medio, passivo)
 modo (indicativo, congiuntivo, imperativo,
condizionale...)
 persona e numero (per accordo con un argomento)

Per l’aggettivo:
 grado (positivo, comparativo, superlativo)
 funzione attributiva vs. predicativa, ad. es. in russo:
nóvaja kníga 'un libro nuovo'
kníga nóva 'il libro è nuovo'
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 11 MORFOLOGIA

 genere, numero, caso (per accordo)

La morfologia derivazionale

Crea nuovi lessemi, con un nuovo significato.

1. Ogni regola di morfologia derivazionale si applica


ad una base appartenente ad una certa categoria. Es:

in+A (in+capace, in+pertinente, in+degno...)


(*in+partecipare, *in+votare...)

2. Le regole possono applicarsi in successione, ma


secondo un ordine preciso; la categoria di output di
una regola deve corrispondere alla categoria di input
della regola successiva:
god(ere) V
god+ibil(e) A
godibil+ità N

3. E' il morfema derivazionale più esterno quello che


determina la categoria grammaticale in base alla quale
la parola verrà flessa.

Alcune regole derivazionali in italiano


Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 12 MORFOLOGIA

 In+A = A "non A"

in-capace, in-abile, in-comprensibile, in-stabile,


irragionevole, immaturo, illogico,…

 ri+V = V "V di nuovo"

ri-costruire, ri-fare, ri-nascere, ri-crescere, ri-mettere,



interpretazione speciale: ri-sentire (riportare
conseguenze), ri-copiare (anche una sola volta), ri-
mettere (vomitare), ri-vedere (correggere). In molti
casi c'e' ambiguità tra l'interpretazione composizio-
nale e quella speciale o idiomatica.

 Dis+V = V "causare un processo o stato negativo"

Dis-fare, dis-educare, dis-conoscere, dis-connettere,


dis-attivare,…
*dis-costruire

Talvolta si applicano più processi di prefissazione, in


un ordine rigido: ri-dis-connettere, *dis-ri-connettere;
ri-dis-attivare, *dis-ri-attivare.

 A + izza- = V "rendere A"


Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 13 MORFOLOGIA

Modern-izza-re, central-izza-re, razional-izza-re,


privat-izza-re, concret-izza-re,…

 V + -tor-/tric- = N "colui che V"

Mangia-tore, bevi-tore, gioca-tore, ricevi-tore, pensa-


tore..

[[[modern-]-izza-]tore]

 V + bil-e = A "che può essere V-to"

Leggi-bile, lava-bile, godi-bile, pensa-bile, scrivi-bile

La forma produttiva è ristretta ai verbi transitivi:


*svenibile, *partibile, *andabile, *sembrabile,
*starnutibile,…
Salvo forme improduttive: deperibile, (in)fallibile,
immancabile, agibile, affidabile, papabile,…

In genere la forma dell'imperativo, ma non con i verbi


in -isco: preferibile, punibile, *preferiscibile,
*puniscibile;
oppure i monosillabici: fa', di', da’, … fattibile,
dicibile, *dabile (stabile è forma non analizzata)
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 14 MORFOLOGIA

[[[modern-]-izza-] -bile]

Non abbiamo: *leggibilizzare, *godibilizzare,


*scrivibilizzare, *pensabilizzare: -izza- richiede un
aggettivo non derivato. Stabilizzare, impermeabiliz-
zare, contabilizzare sono forme non analizzate.

 V + zione = N "L'azione di V-re"


 V + mento = N

Distru-zione, costru-zione, priva-zione, data-zione,


osserva-zione, complica-zione,…
Ritrova-mento, occulta-mento, accerta-mento, avvia-
mento, completa-mento,…

-zione si applica anche a forme derivate:


modern-izza-zione, privat-izza-zione, neutral-izza-
zione

 N  V: ac-cas-are, in-sedi-are, in-tavol-are, de-


fenestr-are, 0-murare, in-amid-are, in-cerott-are,…
(una sorta di circumfisso: P – N – morfologia verbale;
parasintetici)

 A  N: vecchia, bionda, giovane,…


Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 15 MORFOLOGIA
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 16 MORFOLOGIA

Tipologia dei morfemi e dei processi morfologici

morfemi

liberi legati

lessicali funzionali lessicali funzionali


(basi) (affissi)

ieri e, poi,con pens- -bile


camion mordern- -izza-

I morfemi lessicali costituiscono classi aperte:


numerosi, hanno contenuto descrittivo, partecipano
alla morfologia derivazionale, sono relativamente
instabili in diacronia; tipicamente: basi, N, V, A.

I morfemi funzionali costituiscono classi chiuse:


pochi, hanno significati piu' astratti, non sono
sottoposti a regole derivazionali, sono piuttosto stabili
in diacronia. Tipicamente: complementatori, ausiliari,
copula, articoli, affissi flessivi.

Le preposizioni hanno statuto intermedio: poche,


stabili, partecipano marginalmente alla morfologia
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 17 MORFOLOGIA

derivazionale, come prefissi: sotto-mettere, frapporre,


sovrapporre... non sono esse stesse derivate.

In certe lingue le basi sono in genere libere (inglese:


tree, climb, see,…); in altre, come l'italiano, sono in
genere legate, non sopravvivono da sole come parole.

Tipi di affissi

 prefissi: in-, ri-, dis-,…


 suffissi: -mente, -tore, -zione, -bile,…
 infissi (es. tagalog: ganda 'bello' g-um-anda
'imbellire')
 circumfissi: tedesco ge-mach-t, ge-kauf-t,…

Alcune lingue OV hanno solo suffissi (es., turco).

Morfologia non concatenativa

Nelle lingue semitiche, la radice di una parola consiste


in un pattern di consonanti e i morfermi derivazionali
o flessivi consistono in pattern vocalici che si
inseriscono tra le consonanti.

√ktb = „connesso alla scrittura“


kita:b ‚libro‘
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 18 MORFOLOGIA

kataba ‚egli scrisse‘


ka:tib ‚scrittore‘

inglese sing--> sung

Altri processi morfologici


Reduplicazione: es. Dakota puza 'asciutto', puspuza
'essere asciutto'
Modificazione prosodica: es. inglese survéy (V) -->
súrvey (N ); suspéct (V) --> súspect(N)
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 19 MORFOLOGIA

La nozione di morfema: alcuni problemi

Il morfema come associazione isomorfica di una


forma fonologica e un "pezzo di significato" è
un'ideale; nelle lingue flessive come l'italiano, ci sono
molte deviazioni:

- allomorfia: la stessa unità di significato ha


realizzazioni diverse, dipendenti dal contesto e in
distribuzione complementare: ad es., in inglese, il
morfema del passato può essere realizzato come
/d/(sailed), /t/ (caught) o come modificazione della
vocale (sung)

- morfemi multifunzionali (ad es., in russo –a, oltre al


genitivo, marca anche il nominativo femminile
singolare e il neutro plurale)

- esponenza cumulativa: lo stesso morfema esprime


simultaneamente due pezzi di significato (ital. bell-i:
maschile+plurale)

- esponenza ridondante: lo stesso "pezzo di


significato" è espresso da due morfemi (es. latino
rego/rexi: in reg-s-i sia la –s-, sia la desinenza flessiva
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 20 MORFOLOGIA

di prima persona singolare marcano il tempo


perfetto).

- morfemi zero: a un cambiamento di categoria non


corrisponde alcun cambiamento morfo-fonologico: es.
inglese work(V) --> work(N)

- forme suppletive: la base cambia in alcune voci di


un paradigma flessivo (es. go/went; vado/andiamo)

- morfemi discontinui che non sono contigui alla base


lessicale (es. inglese V+particella: give it up)

Alcuni morfemi sono morfofonologicamente traspa-


renti, cioé si applicano alla base senza modificarla: es.

ingl. –ness (dry--> dryness)

Tuttavia, molti morfemi non sono trasparenti e


provocano alternanze morfofonologiche: es.

Ingl. –ion (decide--> decis+ion, deride ---> deris+ion)


Ital. –i in amik+o --> amit∫+i
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 21 MORFOLOGIA

Alcuni morfemi sono soggetti a restrizioni


fonologiche, cioé possono applicarsi soltanto ad una
base con certe caratteristiche fonologiche, es.:

ingl. –al, suffisso che crea nomi astratti da basi verbali,


si applica solo a basi con accento sulla sillaba finale:
arrive->arrival, refuse-> refusal, develop-> *developal

Ingl. –er , -est si applicano solo a basi aggettivali


monosillabiche o bisillabiche "leggere": calm-> calmer,
happy->happiest, curious->*curioser. Per le basi cui i
suffissi non si applicano si ricorre alla forma
perifrastica more, most+A.
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 22 MORFOLOGIA

Tipologia morfologica

Sul piano morfologico, ci sono tre tipi principali di


lingue:

Nelle lingue isolanti (vietnamita, cinese, inglese?,…),


ogni parola coincide con uno e un solo morfema. Ad
es., in vietnamita il tratto plurale è espresso da una
parola autonoma e invariabile:

tôi 'io', chúng tôi 'noi'

In realtà non esistono lingue completamente isolanti.


L'inglese odierno si avvicina molto al tipo isolante per
la flessione, anche se restano alcuni morfemi flessivi.

Nelle lingue agglutinanti (turco, bantu...), in una


parola si combinano più morfemi invarianti,
chiaramente identificabili e segmentabili. Es. turco

adam 'uomo' nominativo singolare


adam-lar nominativo plurale
adam-lar-dan ablativo plurale

Nelle lingue flessive (come gran parte delle lingue


indoeuropee), una parola contiene più morfemi che
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 23 MORFOLOGIA

non sono segmentabili e identificabili in modo


trasparente.
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 24 MORFOLOGIA

La composizione

Si tratta di un altro processo di formazione di parole


complesse che mette insieme due parole complete per
formarne un'altra:

capo stazione (N+N) pianoforte (A+A)


malalingua (A+N) dopobarba (P+N)
lavapiatti (V+N) viavai (avv+V)

Una forma molto produttiva in italiano è V +N:


scendi letto, canta storie, spazza neve, presta nome,
prendi sole, apri scatole, rompi scatole, porta oggetti,
porta abiti, porta fortuna, ….

V generalmente transitivo all'imperativo, N al plurale


se l'azione espressa dal verbo tipicamente può
coinvolgere più oggetti. Qui la forma verbale è
veramente imperativa completa: pulisci abiti, pulibile.
E' come un mini VP, ma siamo sempre all'interno di
parola: la modificazione non è ammessa:
*porta molta fortuna, *apri robuste scatole, ...

inoltre N non è referenziale (solo NP lo è):

*Mario ha comprato uno spazzaneve e la ha tolta tutta


Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 25 MORFOLOGIA

In genere si combinano due parole che esistono anche


in forma indipendente; talvolta però una sottoparte di
un composto non esiste come parola autonoma, e
tuttavia non è un affisso ma un elemento lessicale:
tele-visione, tele-ferica, tele-trasporto...
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 26 MORFOLOGIA

In certe lingue la composizione è liberamente


ricorsiva:

Truck driver insurance company director … from


Kansas City

Talvolta una struttura è ambigua tra sintagma e


composto, ma l'accento può disambiguare:

'Black bird 'merlo' --- Black 'bird 'uccello nero'


'Black board 'lavagna' --- Black 'board 'tavola nera'

Nel caso della composizione, l'accento cade sulla


penultima sillaba, come nei nomi non composti:
'picnic, 'business, 'reason,…
Nel caso del sintagma, l'accento primario cade
sull'ultima parola accentata: good 'boy, nice 'girl,…

Turkish literature professor, ambigua:


[[‘Turkish literature] professor]
[Turkish [‘literature professor]

Nei composti il significato è spesso idiosincratico,


non deriva composizionalmente dal singificato delle
parti componenti (rompiscatole; butterfly)
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 27 MORFOLOGIA

Altri processi di formazione di parole

Il clipping consiste nel troncare parte di una parola:


crea una nuova base lessicale, anche se ridondante
(=ha lo stesso significato della forma non troncata).

bicicletta --> bici


automobile --> auto

La formazione di acronimi crea una parola a partire


dalle iniziali di un sintagma:

Acquired Immuno-Deficiency Syndrome --> AIDS

I blend combinano due parti di due parole


indipendenti:

smoke+fog --> smog

NB: In ambito psicolinguistico, importanti indizi


vengono dai lapsus morfologici in cui ad es. vengono
'scambiati' morfemi all'interno di parole vicine (ho le
chiavi in tasca –> ho le taschi in chiava); delle specie di
'blend' creati on-line, in cui si osserva la
segmentazione delle parole in morfemi.
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 28 MORFOLOGIA

Morfologia e patologia linguistica

Alcuni afasici producono parafasie morfologiche


(omissione o sostituzione di morfemi: es. 'walking' per
'walked') o mostrano, nella comprensione, difficoltà a
differenziare forme morfologicamente correlate: ciò
fornisce importanti prove riguardo alla strutturazione
del sistema morfologico nel cervello.

 Un paziente (Badecker & Caramazza 1991) produce


parafasie e combinazioni illegali di morfemi (*poor-
less per poor-est) che implicano gli affissi flessivi e
gli affissi derivazionali produttivi --> questi
processi, a differenza della morfologia derivazionale
non produttiva/forme irregolari, avvengono tramite
l'applicazione di regole "on-line".

 Nell'afasia gergale (jargonaphasia) i pazienti


producono parole inesistenti, ma tuttavia
preservano la morfologia flessiva e la applicano
anche alle parole inesistenti --> dunque la radice
lessicale e gli affissi flessivi devono avere due
rappresentazioni distinte nel cervello.

 Un paziente (Miceli e Caramazza 1988) mostra


problemi nella morfologia flessiva, ma pressoché
Linguistica Generale – Parte II – 2005-2006 29 MORFOLOGIA

nessun problema nella morfologia derivazionale -->


sono moduli distinti del sistema morfologico.

 L'agrammatismo può essere interpretato come un


danno specifico della morfologia flessiva e delle
parole funzionali.

Potrebbero piacerti anche