Sei sulla pagina 1di 5

Narratore e focalizzazione

2 tipi di narratore : eterodiegetico vuol dire che è esterno alla storia. Etimologicamente significa
diverso dal racconto. Generalmente usa la terza persona.
Il narratore omodiegetico ( interno alla storia) è quello che è sia narratore che personaggio. Si
esprime generalmente in prima persona. Generalmente perché la letteratura non è una scienza
esatta. Il narratore può anche essere onnisciente; conosce tutta la storia, nella sua evoluzione, e ha
accesso all’interiorità di tutti ii personaggi. Solitamente il narratore onnisciente è eterodiegetico. Il
caso del narratore onnisciente è il caso del narratore eterodiegetico che assume la focalizzazione
zero. Ci sono dei casi in cui nonostante il narratore sia omodiegetico può avere la focalizzazione
zero : desperate house wives. Quando il narratore ne sa di meno può descrivere solo fatti, dialoghi,
oggi ecc.. assume dunque una focalizzazione esterna. Quando il narratore assume il punto di vista di
uno o più personaggi è una focalizzazione interna. I figli della mezzanotte Salman Rushdije, origine
indiana. Racconta le storie dell’india attraverso le azioni del protagonista che ha il potere di leggere
nel pensiero, lui è interno alla storia ma racconta dal punto di vista onnisciente perché leggendo nel
pensiero racconta dal punto di vista di tutti.
La focalizzazione è il punto di vista (attraverso il quale il narratore narra la storia. A seconda
dell’effetto che vuole ottenere sceglie un punto di vista diverso) che il narratore assume nel narrare
la storia. La focalizzazione interna ricondotta a diversi personaggi. Quando la storia è narrata dal
punto di vista di un personaggio che è sempre lo stesso è una focalizzazione interna fissa. Quando
gli stessi avvenimenti sono narrati da punti di vista differenti si chiama focalizzazione multipla.
Focalizzazione variabile punto di vista di più personaggi che in successione presentano i fatti da più
punti di vista ..
Il narratore omodiegetico non è necessariamente il protagonista. Quello che narra la sua stessa
storia è il narratore auto-diegetico. Il narratore omodiegetico che narra la storia di un altro si
definisce allo-diegetico Esempio: Watson di Sharlock Holmes.

Personaggi
o Il sistema dei personaggi: il personaggio è una funzione narrativa che svolge determinate
azioni nel testo. Le azioni sono alla base della narrazione. I personaggi sono legati dal ruolo
che ricoprono e ha senso nella sua relazione con gli altri.
Nella sentinella la relazione è antagonistica. Si usa il termine sistema per sottolineare l’importanza
dei ruoli e delle relazioni reciproche dei personaggi. La gerarchia dei personaggi è composta da
quelli principali, quelli secondari e le comparse
- Protagonista
- Deuteragonista è il secondo protagonista
- Antagonista
- Destinatario
- Mandante \ Destinatore
- Aiutante positivo o negativo (oppositore)
- Comparse, svolgono ruoli marginali.
Protagonisti e deuteragonisti svolgono le azioni primarie. Propp ha studiato per capire le strutture
fondanti le chiavi tradizionali russe e non solo e ha identificato dei ruoli che ricorrono all’interno
dei libri. Questi schemi si applicano in modo preciso ai testi letterali tradizionali ima si possono
applicare anche ai testi narrativi meno tradizionali, la letteratura contemporanea, in cui gli schemi
non sono

così sicuri. Nella narrativa contemporanea il mandante non è sempre preciso, il mandante è colui
che affida un compito al protagonista. Il destinatario è colui che deve raggiungere l’obbiettivo della
missione.
I personaggi si presentano in modo diverso, a seconda di chi la compie e come. La presentazione
del personaggio può avvenire ad opera del narratore, da un altro personaggio o dal personaggio
stesso e si parla di auto presentazione. Come? presentazione diretta con descrizione, altrimenti.
l’ipotesi che si crea attraverso quello che dicono gli altri o in generale di lei, è esplicita e si scopre
attraverso i suoi atteggiamenti, i suoi dialoghi, i suoi rapporti con gli altri…. Questa è una
presentazione indiretta e si scopre attraverso la lettura. La presentazione mista è quella in cu
compaiono caratteristiche sia esplicite che indirette.
Un personaggio deve essere sviluppato in base a più aspetti e caratteristiche.
- Fisiche
- Socioeconomiche
- Culturali
- Ideologiche
- Biografiche
- Psicologiche
- Comportamenti mentali

Quando un personaggio ci viene presentato e noi ne conosciamo molti aspetti che sono anche
divergenti a tratti si può parlare di una rappresentazione a tutto tondo del personaggio. Questi sono
personaggi multidimensionali Ci sono presentati molteplici tratti di esso. Spesso questa complessità
si associa a una caratteristica evolutiva nel corso della storia. Il personaggio è dunque dinamico.
Molto spesso i. personaggi a tutto tondo sono dinamici. Questi personaggi si contrappongono ai
personaggi statici, caratterizzati da pochi elementi distintivi che li rende sempre, uguali, sono piatti.
I personaggi piatti vengono dunque definiti unidimensionali. Esempio: le maschere, arlecchino,
pulcinella ecc… La commedia dell’arte è un tipo di teatro, quello più diffuso nel mondo nel corso di
tutto il 600, centrato sulla maschera, la quale era stereotipata. Arlecchino è sempre un povero
servitore che cerca di mettere insieme il pranzo con la cena.

 Un personaggio è definito dalle sue caratteristiche, dalla sua fisicità, la sua situazione
sociale, dal contesto in cui appartengo, dove ho condotto la mia vita, cultura di appartenenza
e riferimento
 Il motore delle azioni dei personaggi è l’oggetto concreto o astratto. L’oggetto è
semplicemente l’obbiettivo, nelle fiabe tradizionali è normalmente concreto, ma non
necessariamente è un’oggetto concreto, spesso nella narrativa contemporanea è un oggetto
astratto. Un grande tema della narrativa novecentesca è l’identità. Ruota attorno alla
necessità dell’individuo di trovare la sua identità. Questo è l’obbiettivo astratto. Molto
spesso nella fiaba tradizionale l’esito della fiaba è deciso dal mandante spesso. Spesso
l’oggetto è ricercato dal protagonista ma anche dall’antagonista, creando competizione.

Il punto di vista del narratore necessariamente condiziona il punto di vista del lettore. Quando io
leggo prendo per buono quello che dice il narratore (credo a quello che leggo) : patto narrativo;
accettare la finizione narrativa all’interno del quale vengo condotta. Patto narrativo è tra il lettore e
il narratore che prende per buona la narrazione nel contesto della narrazione stessa.
La narrazione è azione.

Narratore e focalizzazione sono elementi tecnici. Sono il tu modo di vedere le cose


- Pirandello dice che la verità è relativa

Tipi di discorso
Comprende i tipi di discorso: diretto e indiretto. Un discorso diretto avviene quando viene riportato
un discorso, normalmente sono utilizzate le virgolette per indicare il discorso diretto ma possono
anche non esserci. Il discorso indiretto è una tecnica narrativa che riporta le parole del personaggio
non come sono state esattamente pronunciate ma attraverso un resoconto che ne fa il narratore (la
voce narrante che non necessariamente è il narratore). Esempio: egli disse: esco  diretto. Egli
disse che sarebbe uscito  indiretto. Il narratore può anche non usare un verbo dichiarativo: esco. Il
verbo dichiarativo si dice dal punto di vista tecnico che lega il discorso. Se il discorso diretto o
indiretto ha la presenza di un verbo dichiarativo si definisce legato. Quando io tolgo il verbo
dichiarativo, il discorso è diretto libero, allo stesso modo anche l’indiretto può essere libero. Il
discorso diretto libero deve avere i tempi verbali giusti “il nemico mi è caduto davanti. Se viene
tolto il verbo dichiarativo c’è maggiore immediatezza. Assume minore distanza, mi avvicino al
personaggio come lettore perché si leva la mediazione della voce narrante. Spesso questo avviene
senza che il lettore se ne renda conto. L’uso del discorso libero è tipico della letteratura
contemporanea (90\100 nel Paper1) l’indiretto libero è una tecnica molto ricorrente, quando un
narratore usa l’indiretto libero vi fa entrare nella testa del personaggio legandosi alla
focalizzazione(noi non ce ne accorgiamo)

Il monologo è un’altra tecnica narrativa: lo ho quando un personaggio parla da solo ma si sta


rivolgendo a qualcuno. Quando il discorso è tra se e sé si chiama soliloquio, quando parla nella
mente è un monologo interiore. Perché ci siano un monologo o un soliloquio è necessario che ci sia
un ”io”, se troviamo delle parti in terza persona siamo in un discorso indiretto. Il flusso di
coscienza è la trascrizione dei pensieri del personaggio così come affiorano alla mente. La
differenza con il monologo interiore è la logica nell’ordine dei pensieri. Il dialogo avviene quando i
personaggi parlano tra di loro.
o La voce narrante attraverso l’uso dell’indiretto libero tende a confondersi con quella del
personaggio tanto che a volte le due voci diventano indistinguibili. Questo genera una
sovrapposizione tra le due che contribuisce ad abbattere la distanza tra lettore e personaggio,
senza distanza tra personaggio e narratore c’è meno distanza tra lettore e personaggio.

Schema di Chattman
Distinzione chi in, carne e ossa, scrive l’opera e quella idea che noi, come lettori, in
qualche modo ci facciamo di lui leggendo la sua opera. L’autore reale è la persona in
carne e ossa, l’idea è l’autore modello o ideale.
Attraverso questa funzione narrativa ( la voce narrante ) noi percepiamo la voce
dell’autore e tendo ad identificarla con quella dell’autore.
Un lettore reale è il lettore in carne e ossa mentre invece il lettore ideale o modello è il
target dell’autore, quello a cui indirizza la lettura del libro.

Ricadute sul piano interpretativo. Il lettore modello è quello che secondo l’autore possono mettere
in atto le strategie interpretative più corrette. Io come lettore reale posso attivare delle strategie
interpretative diverse da quelle che l’autore si aspettava sarebbero state, che l’approccio sia
legittimo o meno lo può giustificare solo il testo. Se quello che dico è giustificabile allora è
legittimo.
Il narratorio è colui che riceve la narrazione, a volte è un personaggio esplicitamente trovato nel
testo. Se non è presente si intende l’autore generico.

Autore reale- autore modello- narratore- narratorio-lettore modello-lettore reale: schema di


Chattman. Mittente  Destinatario. Questo avviene attraverso. Tutto ciò che è al di là dell’autore e
del lettore reale è finzione letteraria. Autore modello e lettore modello sono funzioni letterarie
(finto).

La memoria può essere fallace, scrivendo una autobiografia costruisce un’immagine non
corrispondente alla realtà. Non posso attribuire a un autore le verità che vedo in un testo. Posso
cercare dei riferimenti extra-testuali a favore della ipotesi. Il narratore è una proiezione dell’autore
reale.
- Se è citato il nome dell’autore nel testo
- Il titolo può suggerire un orizzonte autobiografico
- Se il testo contiene riferimenti sulla letteratura può parere che il narratore sia uno
scrittore….
L’autore non narra, non descrive, non assume una focalizzazione, lui ha delle digressioni in alcune
parti. Lui fa le scelte narrative, sceglie la tipologia del narratore. Adotta lo stile, la strategia di
scrittura.

Il tempo
Ha a che fare con il tempo cronologico dei tempi narrati e nella maniera in cui sono narrati nella
storia. Mi interrogo su come l’ordine cronologico sia presentato nella narrazione. Il tempo in
relazione all’ordine dipende dalla fabula e dall’intreccio.
» La fabula è l’ordine cronologico dei fatti narrati, che costituiscono la storia
» L’intreccio è l’ordine in cui sono narrati gli eventi al lettore, l’ordine in cui compaiono nella
narrazione
La fabula è presente in ogni racconto. Può succedere che l’intreccio non corrisponda alla fabula cioè
che i fatti non siano presentati in ordine cronologico
Se non seguo l’ordine cronologico, torno indietro e utilizzo la tecnica della analessi, flashback, o
anticipo qualcosa che succederà più avanti utilizzando la tecnica della prolessi, anticipazione.
Forshadowing, utilizzo di indizi ci riferiamo sempre alla anticipazione. La prolessi è più
comunamente esplicita però. Se non c’è una vera e propria narrazione di fatti che avverrà in futuro è
Fabula e intreccio ci sono sempre entrambi, possono coincidere o no e se non coincidono ci saranno
sicuramente delle analessi e potrebbero intervenire anche delle prolessi. La prolessi è una
anticipazione rispetto al punto della narrazione che siamo arrivati di fatti, ma anche la
comprensione per mezzo di indizi di eventi futuri.
L’incipit in medias-res, in mezzo alle cose in latino, indichiamo l’inizio di un testo nel mezzo di una
azione ciò vuol dire senza introduzione. Cala il lettore nel mezzo alla narrazione, spesso per mezzo
di apertura con dialogo o monologo, tu in fatti non sai come sia iniziato. Oppure con una azione già
in corso.
Un altro incipit è quello narrativo che introduce la narrazione anche descrittiva di fatti che verranno
poi trattati più avanti.

La durata(uso dello spazio)


Lo spazio che il narratore dedica al racconto di quella cosa. Il tempo che i fatti narrati ci impiegano
ad avvenire
Tempo della storia: quanto tempo durano i fatti narrati
Il tempo del racconto: quanto spazio il narratore dedica alla narrazione di quei fatti e si misura in
parole.

Un narratore può dedicare poche parole alla narrazione di fatti che hanno impiegato anni ad
accadere, ho l’ellissi quando emetto parti della narrazione, altrimenti posso decidere di raccontarli
brevemente con il racconto sommario. Il narratore oppure può decidere di raccontarli nel dettaglio
invece di saltarli, ellissi, e raccontarli tutti. La tecnica narrativa che in modo più immediato si
avvicina a riprodurre i tempi della realtà è il parlato , monologo interiore quindi no, che sia il
dialogo il monologo. Quando ho la coincidenza tra tempo della storia e della narrazione, ho la
tecnica della scena. La scena pura è un dialogo. Posso avere una scena anche quando ci sono delle
descrizioni molto snelle.
L’analisi avviene quando il tempo narrativo viene rallentato e la pausa quando il tempo narrativo
viene messo in pausa per esempio nelle descrizioni. In una pausa ci può essere anche una
digressione quando il narratore si mette a parlare di un’altra cosa. Tipico esempio: manzoni. Lascio
il filo della narrazione creandosi così una pausa.

Potrebbero piacerti anche