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Una seconda luna di miele

Atto unico liberamente ispirato da


“Prima di sposarti ero molto più in forma” di Ring Lardner

Michele “Mitch” Trisciulli


& Teresa Schiavulli
Personaggi:

Lucy
Charley

Edith
Hanna

Oratore
Suggeritrice

Tin Canner

sig.a Hartsell
Frank

Voce Fuori Scena


In scena il salotto di Charley e Lucy. Quattro sedie sono posizionate a semicerchio
intorno ad un immaginario tavolino in centro scena. Dopo poco entra Lucy, seguita da
Charley. È evidente che i due abbiano appena finito di litigare.

Lucy: (irritata) Ma possibile che tu debba comportarti come un


bambino anche in un giorno come questo?

Charley: (spazientito) E adesso cosa avrei fatto?

Lucy: E che ogni volta che inizi a parlare poi non sai mai quando devi
fermarti!

Charley: Ma cara, se Dio ci ha dato una lingua un motivo ci sarà! E poi


quando due persone sono sposate da cinquant’anni come noi,
credi forse sia giusto aspettarsi qualcosa che tu non abbia già
sentito dire? Senza contare, poi, che una cosa vecchia per te
potrebbe essere nuova per altri, perché nessuno al mondo può
vantarsi d’aver vissuto tanto a lungo in mia compagnia!

Lucy: Buon per loro, nessuno ce l’avrebbe fatta a reggerti per così
tanto tempo.

Charley: Beh, tu mi sembri in forma, nonostante tutto…

Lucy: (Sospirando) Forse, ma di sicuro prima di sposarmi ero ancora


più in forma.

Entrano in scena Edith e Hanna. Segue improvviso cambio di umore di Charley e Lucy.

Lucy: (entusiasta) Edith! Hanna! Che bella sorpresa.

Edith: Ciao mamma, ciao papà, siamo venute per festeggiare il vostro
anniversario.

Lucy: Non avreste dovuto. Lo sapete quanto è lungo il viaggio da


Trenton a qui.

Hanna: In fondo le nozze d’oro sono un traguardo che non tutti


raggiungono e merita di essere festeggiato, no?

Charley: Ben detto, merito di essere festeggiato per aver sopportato


vostra madre per cinquant’anni.

Lucy: (Ridacchiando) Ma smettila!

Charley: Allora, come ve la passate? Il Rotary Club ti vuole ancora come


membro?
Hanna: Alla fine ho ceduto e mi sono iscritta.

Edith: Hanna era restia, diceva che il solo club di cui avrebbe voluto
essere membro era casa sua, ma alla fine sono riuscita a
convincerla.

Hanna: (imbarazzata) ma cambiando argomento, abbiamo deciso di


farvi un regalo. Da queste parti il tempo è piuttosto brutto e
sappiamo che la vostra caldaia ha iniziato a fare i capricci e
abbiamo quindi deciso di regalarvi una vacanza. Potreste andare
a Tampa, in Florida. Ce ne avevate parlato così bene quattro anni
fa quando ci siete andati!

Lucy: Ma non ti ricordi che ci avevano chiesto trecentocinquanta


dollari solo di albergo? Non abbiamo certo intenzione di farci
derubare un’altra volta!

Edith: Hai ragione mamma, ma infondo Tampa non è l’unica località a


poter vantare un clima mite, e non siete certo costretti a
soggiornare in un hotel di lusso: potete sempre affittare un paio
di stanze lì nei dintorni, anzi ho sentito dire che St. Petresburg,
in Florida, potrebbe essere il luogo giusto. Mi sono informata:
viene chiamata Sunshine City perché non c’è posto al mondo in
cui il vecchio sole sorride meno spesso alla madre terra, tanto
che nei pochi giorni di pioggia i giornali vengono distribuiti
gratuitamente!

Charley: Ma si, infondo una vacanza ci può fare solo che bene, che ne dici
cara?

Lucy: Va bene, sarà come un seconda luna di miele.

Charley e Lucy salutano e abbracciano Edith e Hanna. Dopo di che Edith e Hanna
escono dalla scena. Pausa. La scena si trasforma e Charley e Lucy si ritrovano seduti
dentro una cabina del treno. Mentre la Voce Fuori Scena parla, da dietro le quinte
entrano ed escono vari passeggeri.

Voce Fuori Scena: Era il dodici di gennaio. I due presero il treno delle 3.23 del
pomeriggio da Trenton. Raggiunsero North Philadelphia alle
4.03 e West Philadephia alle 4.14, ma non si fermarono in Broad
Street. Arrivarono alle 6.30 a Baltimora e a Washington D.C alle
7.25. Lì il treno si fermò per un paio d’ore.

Charley esce, lasciando Lucy sola in scena. Pausa.

Lucy: (Nervosa) Ma dov’è finito Charley? Non sarebbe dovuto


scendere, avrebbe potuto fare due passi anche nel corridoio del
treno! Si sarà sicuramente perso e il treno sta per partire.

Entra Charley.

Lucy: Grazie al cielo sei arrivato. Non puoi immaginare che spavento
che mi hai fatto prendere. E se il treno fosse partito senza di te?

Charley: Ma cara, ti avrei comunque raggiunta col treno dopo.

Lucy: Lo avresti potuto fare, si, ma con che soldi?

Charley: Beh, siamo pur sempre a Washington: avrei potuto chiederli in


prestito al Ministero del Tesoro. Magari fingendo di essere
inglese.

Lucy ride. Da dietro le quinte ricominciano ad uscire i passeggeri del treno.

Voce Fuori Scena: Il treno ripartì alle 9.40. Nella notte il treno attraversò i verdi
campi della vecchia Virginia, (persa nei suoi pensieri) anche se
effettivamente era troppo buio per assicurarsi fossero verdi e
non di un qualunque altro colore. (ritorna seria) La mattina
seguente Charley e Lucy incontrarono un uomo che veniva da
Lebanon, nel New Hampshire, ormai sull’ottantina, membro del
Rotary Club. Il treno arrivo a St. Petersburg alle 8.20.

Charely e Lucy si sono alzati dal loro posto. Stanno per scendere dal treno quando in
lontananza si sente un rombo, come una mandria di bufali, che si avvicina. Entrano in
scena da tutte le parti dei venditori che iniziano ad urlare lodi a questo o a quell’altro
hotel, nel goffo tentativo di attirare clienti. Man mano i venditori iniziano addirittura ad
insultarsi e alcuni arrivano addirittura alle mani. All’improvviso tutti i venditori si fanno
attenti: una voce metallica ha annunciato l’arrivo di un altro treno. Tutti i venditori
quindi si fiondano fuori dalla scena per raggiungere il binario del treno appena arrivato.
Pausa.

Charley: Meno male che abbiamo già un posto dove andare e non
dobbiamo scegliere un hotel. Sarebbe dannatamente difficile
decidere, con tutta questa gente che sostiene di proporre il
meglio della città.

Lucy ride. Dopo di che Charley e Lucy escono di scena. Mentre la VFS parla, entrano in
scena l’Oratore e la Suggeritrice che trasformano la scena in una sala conferenze
mettendo le quattro sedie due davanti e due dietro, poi si siedono in prima fila e
aspettano.

Voce Fuori Scena: Una delle prime cose che fecero fu iscriversi alla Camera del
commercio di St. Petersburg a causa della grande rivalità che
regna tra i viaggiatori dei vari stati. Certo, il loro rimane uno
stato di poco conto, con una manciata di rappresentanti, ma
tutto aiuta. C’erano dall’Ohio circa millecinquecento turisti,
segue poi New York con i suoi milleduecento iscritti.
(evidentemente stufa di ripetere nomi e numeri) Poi viene
Michigan, la Pennsylvania e così via, con anche un tizio da Cuba
ed un altro dal Nevada.

Entrano Charley e Lucy.

Charley: (svogliato, come un bambino quando fa i capricci) Ma dovevamo


proprio venire? Non potevamo andare al cinema come facciamo
sempre?

Lucy: Ma dai caro, è la prima riunione della New York-New Jersey


Society alla Chiesa congregazionalista. Non Potevamo mancare!

Charley: Potevamo, potevamo…

Lucy: Zitto, stanno cominciando!

Oratore: (si alza di scatto dalla sedia e inizia a urlare credendoci una
cifra) Signori, benvenuti alla prima riunione della New York-
New Iersei… (sbaglia la pronuncia di Jersei)

Suggeritrice: Jersey, non Iersei, deficiente…

Oratore: Ovviamente… Benvenuti alla prima riunione della New York-


New Jersey societi… (sbaglia la pronuncia di Society)

Suggeritrice: Society, cretino…

Oratore: Society… Oggi vi parlerò delle illusioni. Signori, la vedete questa


(mostra la mano) questa sembra una mano, ma in realtà sono
cinque dita. Grazie. (torna a sedere)

Lucy applaude entusiasta. La Suggeritrice e Charley si guardano molto confusi. Mentre la


VFS parla, la Suggeritrice prende l’Oratore e lo porta fuori dalla scena. Lentamente
Charley e Lucy portano le sedie da un lato della scena e poi escono.

Voce Fuori Scena: Un'altra preoccupazione fu quella di trovare un posto per


mangiare. Provarono diversi posti, ma alla fine scelsero un
ristorante sulla via principale. Servivano piatti tradizionali e
andando a pranzo e a cena spendevano due dollari al giorno.
(divagando) Forse un po’ troppo costoso, ma se il cibo è ben
cucinato, il locale è pulito ed il servizio è buono, il prezzo non
conta.
Si sentono rumori di clacson e di macchine. Entra in scena il Tin Canner

Tin Canner: (voci da dietro le quinte gli fanno coro) Scatoletta per sempre!
Forza, ragazzi! Viva la scatoletta! Abbasso gli Hotel! Forza
sgommiamo intorno al falò, su quattro ruote, all’urlo di
“campeggiare sempre”!

Entra in scena Lucy, decisamente sconvolta dalla situazione. La segue Charley

Lucy: (urlando) Ma cos’è tutto questo casino!

Tin Canner: Noi siamo i Tin Canners! Viva la scatoletta!

Il Tin Canner esce urlando. Si affievoliscono man mano i rumori delle macchine. Pausa.

Lucy: (sconvolta) Ma chi erano?

Charley: Ma niente, degli esaltati che girano per l'America mangiando


scatolette.

Lucy: Sarebbe il gruppo perfetto per te.

Escono di scena Lucy e Charley. Due camerieri entrano in scena e mettono due sedie
una di fronte all’altra, poi escono. Mentre la VFS parla, Charley e Lucy entrano in
scena, si siedono ed iniziano a mangiare da un tavolino immaginario.

Voce Fuori Scena: Il 3 di Febbraio era il compleanno di Lucy ed i due si concessero


una cena al Poinsettia Hotel. (divagando) Gli hanno spillato ben
settantacinque centesimi per una bistecca che poi bastava a
mala pena per uno, ma in fondo contenti loro...

Charley: Meno male che non compi gli anni tutti i giorni, perché in quel
caso saremmo rovinati!

Lucy: Più che altro, se ogni giorno avessi un anno in più sarei già
morta da un pezzo.

Charley: Se così fosse risparmierei ancora di più.

Lucy guarda male Charley, la VFS capisce che la situazione sta degenerando e decide
di intervenire prima che la situazione peggiori. Nella prossima battuta la VFS è
autorizzata a prendersi quante più libertà creative essa voglia, in ogni caso deve dare
l’idea di essere stata presa alla sprovvista. Mentre la VFS parla, Charley esce, Lucy gira
le due sedie verso il pubblico ed entra in scena la Sig.a Hartsell.

Voce Fuori Scena: Ma volevo parlarvi del parco… il parco… il parco era… grande!
Persino più grande di quello di Tampa. E aveva molte attrazioni
come… come… un palco. C’era un grande palco dove si poteva
sentire della buona musica e… e fu lì che Lucy incontro per la
prima volta la signora… la signora… una signora.

In scena la signora Hartsell e Lucy sedute. Il discorso, o meglio, il soliloquio della


signora Hartsell è già ampiamente avviato e Lucy sembra leggermente stremata.
Dopo un po’ entra in scena Charley.

Charley: Inizia a farsi tardi, sarebbe meglio rientrare.

Sig.a Hartsell: È vero, mio marito inizierà a darmi per dispersa. È un uomo
molto premuroso. Pensate, è arrivato dal Michigan circa
cinquant’anni fa e fu amore a prima vista. Fa il veterinario a
Hillsdale, dove abitiamo. È così gentile, dovreste conoscerlo. Un
uomo di quelli che ne sono rimasti pochi al mondo. Vi ho
raccontato di quella volta che io e il mio Frank...

Charley: (rivolto a Lucy) Ma tu guarda. Come quel tuo “amico” che ti


corteggiava cinquant’anni fa. (non ricordando il nome) N.
Hansell…. L.Vansell...

Sig.a Hartsell: Ma allora conoscete mio marito, Frank M. Hartell! Il mio Frank,
un uomo tutto d’un pezzo, di quelli che ne sono rimasti pochi al
mondo. È così premuroso. Pensate, è arrivato dal Michigan circa
cinquant’anni fa e fu amore a prima vista. Fa il veterinario a
Hillsdale, dove abitiamo. È così gentile. Vi ho raccontato di
quella volta che io e il mio Frank...

Lucy: (curiosa e preoccupata) È ancora vivo?

Sig.a Hartsell: Certo che è ancora vivo! Il mio Frank, un uomo tutto d’un pezzo,
di quelli che ne sono rimasti pochi al mondo. È così premuroso.
Pensate, è arrivato dal Michigan circa cinquant’anni fa e fu
amore a prima vista. Fa il veterinario a Hillsdale, dove abitiamo.
È così gentile. Vi ho raccontato di quella volta che io e il mio
Frank...

Frank: (entra in scena) Ma guarda chi c’è, Lucy Frost!

Frank abbraccia Lucy snobbando la moglie, che sembra però non prendersela.
Charley è evidentemente confuso, ma per educazione stringe la mano al nuovo
arrivato.

Charley: Piacere, e lei è…

Frank: Ma come, non mi riconosci? La vecchiaia deve averti rovinato la


memoria, ma del resto non fai niente per nasconderla.
Charley: Scusami Frank, ma sembri proprio Babbo Natale. La tua barba
bianca mi fa sentire come se fossimo in Lapponia.

Frank: Suppongo che anche la tua sarebbe bianca, se solo la lavassi.

Lucy: (imbarazzata) E va ancora bene che non mastica più tabacco da


almeno dieci anni! Le cose sono molto migliorate da allora.

Charely: E lo sono davvero!

Frank: Perché non ceniamo tutti insieme? Potreste venire al nostro


locale di fiducia. Con poco più di un dollaro mangiamo
benissimo.

Charley: Un dollaro? Al nostro con molto meno mangiamo bene e


veniamo trattati come ospiti d’onore.

Lucy: (sempre più nervosa) Ma si Charley, non abbiamo problemi di


soldi, possiamo anche accettare.

Charley: Ma si, infondo al nostro Frank sembra che le cose vadano


piuttosto bene. Sembra ci siano state un bel po’ di epidemie
equine dalle parti di Hillsdale.

Frank: Ti dirò: sono riuscito a farmi una posizione e ora non ce la


passiamo affatto male. Ma mi sono dovuto riboccare le maniche
e lavorare duro.

Charley: Si, immagino, chissà quante notti insonni passate ad assistere


cavalle gravide e altre cose così….

Lucy: (nervosissima) Magari per stasera no, ma possiamo vederci


domani per una partita a carte.

Frank: Solo se mi lasciate scegliere le squadre.

Lucy: E sia. A domani.

I presenti fingono di uscire, ma rientrano subito prendendo una sedia ciascuno e


mettendole a semicerchio proprio come nella prima scena. Mentre la VFS parla, i
presenti giocano a carte su di un tavolo immaginario.

Voce Fuori Scena: E così si incontrarono il giorno dopo. Frank decise di giocare con
Lucy e di conseguenza contro Charley e sua moglie. Fu furbo,
perché la signora Hartsell non è che fosse una gran giocatrice,
anzi…
Sig.a Hartsell: Ma come?! Non vi ho raccontato di quella volta in cui giocammo
contro il sindaco e suo nipote. Tutti sanno che sono grandi
giocatori di Bridge e di Poker. Fu una partita molto intesa, tanto
che durò ben cinque ore.

Frank: Ci credo, non la smettevi mai di parlare…

Voce Fuori Scena: (infastidita dall’interruzione) Grazie della precisazione.


Dicevamo, la signora Hartsell non è che fosse una gran
giocatrice, e se ne accorse rapidamente Charley. Delle molte
partite che fecero, non ne vinsero neanche una.

Sig.a Hartsell: Ma che dici?! Non ti ricordi che due giorni fa io e Charley
l’abbiamo spuntata? La fortuna ci aveva veramente assistito,
abbiamo avuto delle mani, ma delle mani… In tanti anni che
gioco con Frank, carte così non le ho mai viste. Se non forse
quella volta che abbiamo giocato con il vicino dello zio del
parrucchiere e con il figlio del macellaio del compagno di
stanza…

Voce Fuori Scena: (decisamente infastidita dall’interruzione) Dove eravamo


rimasti? Delle molte volte che giocarono ne vinsero solo una, e
di certo non per merito della signora Hartsell. Mentre giocavano
Lucy, Charley e Frank ricordavano i bei vecchi tempi andati.
Lucy temeva che la signora Harsell si annoiasse, ma si resero
ben presto conto che non c’era nessun pericolo: appena quella
donna prendeva la parola non c’era più verso di fermarla.

Sig.a Hartsell: Vi ho raccontato di nostro figlio, il mio Mikey. Un ragazzo


davvero per bene. S’è laureato in medicina l’anno scorso ed
adesso lavora nel campo farmaceutico. È da poco diventato
membro del Rotary club. Come cresce in fretta, vero Frank? Una
volta…

Voce Fuori Scena: (sull’orlo di una crisi isterica) Giuro che ne ho conosciute di
chiacchierone, ma la signora Hartsell è di gran lunga la peggiore
di tutte. Le partite continuarono giorno dopo…

Sig.a Hartsell: E vi ho detto di quando…

Voce Fuori Scena: (in piena crisi isterica) Per amor del cielo, fuori! Fuori! FUORI!

La Sig.a Hartsell esce. Pausa.

Voce Fuori Scena: (stranamente tranquilla) Mi hanno appena informato che non
sono autorizzata a cacciare personaggi della scena. Comunque
ho preso i dovuti provvedimenti.
La sig.a Hartsell entra in scena con un abbondante dose di scotch di carta sulla
bocca. La scena continua come se nulla fosse.

Frank: Abbiamo vinto di nuovo! Se solo potessi avere Lucy come


partner per sempre, non perderei più nessuna partita a carte!

Charley: Amico, hai avuto la tua occasione cinquant’anni fa, ma ti è


andata male. Lucy è mia moglie.

Frank, la Sig.a Hartsell e Lucy rimangono scovolti dalle parole di Charley. Mentre la
VFS parla, i presenti fanno ciò che essa dice.

Voce Fuori Scena: Frank e la signora Hartsell se ne andarono sconvolti. (tra i


denti) Finalmente si toglie dalle palle… (riprendendo) Lucy li
seguì, cercando di scusarsi, ma non ci riuscì.

Lucy rientra in scena evidentemente adirata con Charley.

Charley: Immagino che ti sarai pentita di non averlo sposato quel gran
giocatore di Frank.

Lucy: Avrei dovuto. Anzi, quasi vorrei averlo fatto.

Charley: Non sai quanto lo vorrei anch’io.

Lucy: Me ne ricorderò.

Voce Fuori Scena: Prego l’avvocato divorzista seduto in prima fila di aspettare a
preparare i documenti, di risedersi e di vedere cosa è successo il
giorno dopo.

Lucy si risiede affianco a Charley.

Lucy: Senti, Charley, questa doveva essere la nostra seconda luna di


miele, e io non voglio rovinare tutto per colpa di una stupida
litigata.

Charley: Beh, sei ancora pentita di non aver sposato Hartsell?

Lucy: Ma certo che no, sempre a patto che tu non sia pentito di avermi
sposato.

Charley: Senti, cara, ero solo stanco e nervoso. Ringrazio Dio ogni giorno
perché hai scelto me e non Frank e ti giuro che non c’è altra
donna al mondo con cui avrei voluto vivere tutti questi anni.

Lucy: (ironica) E che mi dici della signora Hartsell?


Ma che vuoi scherzare? Non riesco ad immaginare niente di
peggio che essere sposato a una donna che gioca così male a
carte.
Lucy ride e abbraccia Charley. Pausa. I due escono lasciando la scena vuota.

Voce Fuori Scena: Alla fine lasciarono la splendente città del sole l’undici febbraio
alle undici in punto. Arrivarono a Trenton alle 11.01 di sera del
giorno dopo. Edith li avrebbe tenuti svegli tutta notte a farli
raccontare del loro viaggio, ma Hanna le ha detto che dovevano
essere stanchi e che era meglio che andassero a dormire. Il
giorno dopo tornarono a casa dopo un mese e mezzo di vacanza.
(pausa) Prego tutti gli attori di sistemarsi in scena per i saluti
finali.

Uno alla volta tutti i personaggi entrano in scena. Per ultima la Sig.a Hartsell

Tutti, esclusa la signora Hartsell che è pregata di raggiungere la


postazione della voce fuori scena, da cui riceverà un particolare
ringraziamento.

Fine

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