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Lucy
Charley
Edith
Hanna
Oratore
Suggeritrice
Tin Canner
sig.a Hartsell
Frank
Lucy: E che ogni volta che inizi a parlare poi non sai mai quando devi
fermarti!
Lucy: Buon per loro, nessuno ce l’avrebbe fatta a reggerti per così
tanto tempo.
Entrano in scena Edith e Hanna. Segue improvviso cambio di umore di Charley e Lucy.
Edith: Ciao mamma, ciao papà, siamo venute per festeggiare il vostro
anniversario.
Edith: Hanna era restia, diceva che il solo club di cui avrebbe voluto
essere membro era casa sua, ma alla fine sono riuscita a
convincerla.
Charley: Ma si, infondo una vacanza ci può fare solo che bene, che ne dici
cara?
Charley e Lucy salutano e abbracciano Edith e Hanna. Dopo di che Edith e Hanna
escono dalla scena. Pausa. La scena si trasforma e Charley e Lucy si ritrovano seduti
dentro una cabina del treno. Mentre la Voce Fuori Scena parla, da dietro le quinte
entrano ed escono vari passeggeri.
Voce Fuori Scena: Era il dodici di gennaio. I due presero il treno delle 3.23 del
pomeriggio da Trenton. Raggiunsero North Philadelphia alle
4.03 e West Philadephia alle 4.14, ma non si fermarono in Broad
Street. Arrivarono alle 6.30 a Baltimora e a Washington D.C alle
7.25. Lì il treno si fermò per un paio d’ore.
Entra Charley.
Lucy: Grazie al cielo sei arrivato. Non puoi immaginare che spavento
che mi hai fatto prendere. E se il treno fosse partito senza di te?
Voce Fuori Scena: Il treno ripartì alle 9.40. Nella notte il treno attraversò i verdi
campi della vecchia Virginia, (persa nei suoi pensieri) anche se
effettivamente era troppo buio per assicurarsi fossero verdi e
non di un qualunque altro colore. (ritorna seria) La mattina
seguente Charley e Lucy incontrarono un uomo che veniva da
Lebanon, nel New Hampshire, ormai sull’ottantina, membro del
Rotary Club. Il treno arrivo a St. Petersburg alle 8.20.
Charely e Lucy si sono alzati dal loro posto. Stanno per scendere dal treno quando in
lontananza si sente un rombo, come una mandria di bufali, che si avvicina. Entrano in
scena da tutte le parti dei venditori che iniziano ad urlare lodi a questo o a quell’altro
hotel, nel goffo tentativo di attirare clienti. Man mano i venditori iniziano addirittura ad
insultarsi e alcuni arrivano addirittura alle mani. All’improvviso tutti i venditori si fanno
attenti: una voce metallica ha annunciato l’arrivo di un altro treno. Tutti i venditori
quindi si fiondano fuori dalla scena per raggiungere il binario del treno appena arrivato.
Pausa.
Charley: Meno male che abbiamo già un posto dove andare e non
dobbiamo scegliere un hotel. Sarebbe dannatamente difficile
decidere, con tutta questa gente che sostiene di proporre il
meglio della città.
Lucy ride. Dopo di che Charley e Lucy escono di scena. Mentre la VFS parla, entrano in
scena l’Oratore e la Suggeritrice che trasformano la scena in una sala conferenze
mettendo le quattro sedie due davanti e due dietro, poi si siedono in prima fila e
aspettano.
Voce Fuori Scena: Una delle prime cose che fecero fu iscriversi alla Camera del
commercio di St. Petersburg a causa della grande rivalità che
regna tra i viaggiatori dei vari stati. Certo, il loro rimane uno
stato di poco conto, con una manciata di rappresentanti, ma
tutto aiuta. C’erano dall’Ohio circa millecinquecento turisti,
segue poi New York con i suoi milleduecento iscritti.
(evidentemente stufa di ripetere nomi e numeri) Poi viene
Michigan, la Pennsylvania e così via, con anche un tizio da Cuba
ed un altro dal Nevada.
Oratore: (si alza di scatto dalla sedia e inizia a urlare credendoci una
cifra) Signori, benvenuti alla prima riunione della New York-
New Iersei… (sbaglia la pronuncia di Jersei)
Tin Canner: (voci da dietro le quinte gli fanno coro) Scatoletta per sempre!
Forza, ragazzi! Viva la scatoletta! Abbasso gli Hotel! Forza
sgommiamo intorno al falò, su quattro ruote, all’urlo di
“campeggiare sempre”!
Il Tin Canner esce urlando. Si affievoliscono man mano i rumori delle macchine. Pausa.
Escono di scena Lucy e Charley. Due camerieri entrano in scena e mettono due sedie
una di fronte all’altra, poi escono. Mentre la VFS parla, Charley e Lucy entrano in
scena, si siedono ed iniziano a mangiare da un tavolino immaginario.
Charley: Meno male che non compi gli anni tutti i giorni, perché in quel
caso saremmo rovinati!
Lucy: Più che altro, se ogni giorno avessi un anno in più sarei già
morta da un pezzo.
Lucy guarda male Charley, la VFS capisce che la situazione sta degenerando e decide
di intervenire prima che la situazione peggiori. Nella prossima battuta la VFS è
autorizzata a prendersi quante più libertà creative essa voglia, in ogni caso deve dare
l’idea di essere stata presa alla sprovvista. Mentre la VFS parla, Charley esce, Lucy gira
le due sedie verso il pubblico ed entra in scena la Sig.a Hartsell.
Voce Fuori Scena: Ma volevo parlarvi del parco… il parco… il parco era… grande!
Persino più grande di quello di Tampa. E aveva molte attrazioni
come… come… un palco. C’era un grande palco dove si poteva
sentire della buona musica e… e fu lì che Lucy incontro per la
prima volta la signora… la signora… una signora.
Sig.a Hartsell: È vero, mio marito inizierà a darmi per dispersa. È un uomo
molto premuroso. Pensate, è arrivato dal Michigan circa
cinquant’anni fa e fu amore a prima vista. Fa il veterinario a
Hillsdale, dove abitiamo. È così gentile, dovreste conoscerlo. Un
uomo di quelli che ne sono rimasti pochi al mondo. Vi ho
raccontato di quella volta che io e il mio Frank...
Sig.a Hartsell: Ma allora conoscete mio marito, Frank M. Hartell! Il mio Frank,
un uomo tutto d’un pezzo, di quelli che ne sono rimasti pochi al
mondo. È così premuroso. Pensate, è arrivato dal Michigan circa
cinquant’anni fa e fu amore a prima vista. Fa il veterinario a
Hillsdale, dove abitiamo. È così gentile. Vi ho raccontato di
quella volta che io e il mio Frank...
Sig.a Hartsell: Certo che è ancora vivo! Il mio Frank, un uomo tutto d’un pezzo,
di quelli che ne sono rimasti pochi al mondo. È così premuroso.
Pensate, è arrivato dal Michigan circa cinquant’anni fa e fu
amore a prima vista. Fa il veterinario a Hillsdale, dove abitiamo.
È così gentile. Vi ho raccontato di quella volta che io e il mio
Frank...
Frank abbraccia Lucy snobbando la moglie, che sembra però non prendersela.
Charley è evidentemente confuso, ma per educazione stringe la mano al nuovo
arrivato.
Voce Fuori Scena: E così si incontrarono il giorno dopo. Frank decise di giocare con
Lucy e di conseguenza contro Charley e sua moglie. Fu furbo,
perché la signora Hartsell non è che fosse una gran giocatrice,
anzi…
Sig.a Hartsell: Ma come?! Non vi ho raccontato di quella volta in cui giocammo
contro il sindaco e suo nipote. Tutti sanno che sono grandi
giocatori di Bridge e di Poker. Fu una partita molto intesa, tanto
che durò ben cinque ore.
Sig.a Hartsell: Ma che dici?! Non ti ricordi che due giorni fa io e Charley
l’abbiamo spuntata? La fortuna ci aveva veramente assistito,
abbiamo avuto delle mani, ma delle mani… In tanti anni che
gioco con Frank, carte così non le ho mai viste. Se non forse
quella volta che abbiamo giocato con il vicino dello zio del
parrucchiere e con il figlio del macellaio del compagno di
stanza…
Voce Fuori Scena: (sull’orlo di una crisi isterica) Giuro che ne ho conosciute di
chiacchierone, ma la signora Hartsell è di gran lunga la peggiore
di tutte. Le partite continuarono giorno dopo…
Voce Fuori Scena: (in piena crisi isterica) Per amor del cielo, fuori! Fuori! FUORI!
Voce Fuori Scena: (stranamente tranquilla) Mi hanno appena informato che non
sono autorizzata a cacciare personaggi della scena. Comunque
ho preso i dovuti provvedimenti.
La sig.a Hartsell entra in scena con un abbondante dose di scotch di carta sulla
bocca. La scena continua come se nulla fosse.
Frank, la Sig.a Hartsell e Lucy rimangono scovolti dalle parole di Charley. Mentre la
VFS parla, i presenti fanno ciò che essa dice.
Charley: Immagino che ti sarai pentita di non averlo sposato quel gran
giocatore di Frank.
Lucy: Me ne ricorderò.
Voce Fuori Scena: Prego l’avvocato divorzista seduto in prima fila di aspettare a
preparare i documenti, di risedersi e di vedere cosa è successo il
giorno dopo.
Lucy: Ma certo che no, sempre a patto che tu non sia pentito di avermi
sposato.
Charley: Senti, cara, ero solo stanco e nervoso. Ringrazio Dio ogni giorno
perché hai scelto me e non Frank e ti giuro che non c’è altra
donna al mondo con cui avrei voluto vivere tutti questi anni.
Voce Fuori Scena: Alla fine lasciarono la splendente città del sole l’undici febbraio
alle undici in punto. Arrivarono a Trenton alle 11.01 di sera del
giorno dopo. Edith li avrebbe tenuti svegli tutta notte a farli
raccontare del loro viaggio, ma Hanna le ha detto che dovevano
essere stanchi e che era meglio che andassero a dormire. Il
giorno dopo tornarono a casa dopo un mese e mezzo di vacanza.
(pausa) Prego tutti gli attori di sistemarsi in scena per i saluti
finali.
Uno alla volta tutti i personaggi entrano in scena. Per ultima la Sig.a Hartsell
Fine