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1.

Ministero Grazia e Giustizia


preposto all'organizzazione dell'amministrazione giudiziaria civile, penale e minorile,
dei magistrati e di quella penitenziaria.

2. Sicurezza sul lavoro e figure coinvolte


(CAM) Il Dlgs n. 81/2008 - Testo Unico in materia di sicurezza sancisce la riforma delle norme
vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro e si applica a tutti i
settori di attività, privati e pubblici.
Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro
sono:
- valutazione di tutti i rischi
- la programmazione della prevenzione dei rischi
- l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo
- il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei
posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature
- sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso
- limitazione al minimo del numero dei lavoratori che possono essere esposti al rischio

Le figure coinvolte sono:

- Datore di lavoro (DL)


- Medico competente (MC)
- Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP)
- Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione[3] (ASPP)
- Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS)
- Lavoratore
- Dirigente
- Preposto
- Addetti al Primo Soccorso
- Addetti all'Antincendio e all'Emergenza

(ILENIA)
La 81/08 si occupa della sicurezza sul lavoro…. (vedi risposta 1)
Le figure principali coinvolte sono: il datore di lavoro, il dirigente, il sottoposto, il responsabile dei
lavoratori, i lavoratori, il responsabile servizi protezione e prevenzione (RSPP), l’assistente SPP (ASPP),
Medico competente, Addetto primo soccorso, Addetto emergenza e antiincendio.

Obblighi del datore di lavoro non delegabili


● effettuare la valutazione dei rischi e redigere il DVR
● nominare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Il datore di lavoro, che esercita le attività e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività
secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono:

● nominare il medico competente


● designare i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio,
di evacuazione dei luoghi di lavoro, di salvataggio, di primo soccorso e di gestione dell'emergenza
● fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale
● adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni
affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro
o la zona pericolosa
● adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento;
● adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell'evacuazione dei luoghi di lavoro,
nonché per il caso di pericolo grave e immediato. Tali misure devono essere adeguate alla natura
dell'attività, alle dimensioni dell'azienda o dell'unità produttiva, e al numero delle persone presenti
● aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno
rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica
della prevenzione e della protezione
Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione collabora con il datore di lavoro, il medico
competente del lavoro ed il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) alla realizzazione
del Documento di valutazione dei rischi (DVR).
Più nello specifico questi deve provvedere:

● all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la
sicurezza nel rispetto della normativa vigente
● ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive e i sistemi di controllo
● ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali
● a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori
● a fornire ai lavoratori le informazioni necessarie.

3. 81/08 Figura del dirigente


(ILENIA) Nelle istituzioni pubbliche gli obblighi del datore di lavoro spettano al dirigente. Il
Dirigente deve:
o nominare il Medico Competente;
o designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dai luoghi di lavoro in caso
di pericolo grave ed immediato, di salvataggio di primo soccorso e, comunque, di
gestione dell’emergenza;
▪ nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle
condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
▪ fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale;
o prendere misure appropriate affinché solo i lavoratori che abbiano ricevuto
adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono
ad un rischio grave e specifico;
o richiedere l’osservanza, da parte di tutti i lavoratori, delle norme vigenti e di tutte le
disposizioni aziendali in materia di sicurezza, di igiene del lavoro e di uso dei
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e dei Dispositivi di Protezione Collettiva
(DPC) messi a loro disposizione;
o inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze della Sorveglianza Sanitaria
Obbligatoria (SSO);
o adempiere agli obblighi di informazione, formazione, addestramento;
o adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei
luoghi di lavoro;
o consegnare al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), su richiesta di
questi e per l’espletamento delle sue funzioni, copia del DVR (art. 17 e art. 53);
o nelle azienda con più di 15 lavoratori, indire, direttamente o tramite il SPP, una
riunione con cadenza minima annuale;
o aggiorna le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e
produttivi che hanno rilevanza ai fini della sicurezza;
o fornire al servizio di Prevenzione e protezione ed al medico competente
informazioni in merito a:
1. natura dei rischi
2. organizzazione del lavoro, programmazione e attuazione delle misure
preventive e protettive
3. descrizione degli impianti e dei processi produttivi
4. i dati relativi alle malattie professionali
5. provvedimenti adottati da organi di vigilanza.
(CAM)
Legalese: Individua il dirigente come il garante organizzativo della sicurezza del lavoro:
ovvero colui che, nell'ambito dell'obbligazione di sicurezza ripartita innanzitutto tra datori di
lavoro, dirigenti, preposti, è, anche di fatto (art. 299 D.Lgs. n. 81/2008) la "persona che, in
ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla
natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività
lavorativa e vigilando su di essa".
Spiegazione: Dunque il dirigente è, tautologicamente (bah), colui che dirige, che organizza,
che esercita una supremazia che si estrinseca in un effettivo potere organizzativo dell'attività
lavorativa, nel potere di decidere le procedure di lavoro, e di organizzare opportunamente i
fattori della produzione, sempre nell'ambito dei compiti e mansioni effettivamente
devolutegli dall'organizzazione aziendale, e dal datore di lavoro, in primis.

4. Sanzioni codice deontologico

(CAM) La violazione delle norme di comportamento di cui ai precedenti articoli del presente
Codice Disciplinare è sanzionata, a giudizio del Consiglio di disciplina territoriale.

(ILENIA) Un ingegnere iscritto all’albo deve rispettare il codice deontologico emanato dall’Ordine degli
Ingegneri. Un ingegnere deve operare secondo i principi di prudenza, perizia e diligenza e può essere
sanzionato per imprudenza, imperizia e inadempienza.
Le sanzioni sono quattro: l’Avvertimento, è un avviso, quasi una tirata d’orecchie; la Censura, è un
avviso che richiede la presenza di un officiale giudiziario; la Sospensione dall’esercizio professionale; la
Radiazione.
Si può ricorrere contro qualsiasi sanzione e lo si fa rivolgendosi al Consiglio Nazionale degli Ingegneri,
che è un organo superiore ai singoli ordini provinciali.

5. Come controllare un dispositivo medico vecchio di 10 anni


(CAM) Nello specifico non trovato. Si può cercare in Regolamento dispositivi medici UE

L’intimo contatto dell’apparecchio elettromedicale o di sistemi elettromedicali può essere la


causa del trasferimento di potenziali elettrici pericolosissimi o altri elementi di rischio.

La sicurezza elettrica degli apparecchi elettromedicali è regolamentata dal nuovo


Regolamento Dispositivi Medici (UE) 2017/745 (MDR).

Il Costruttore, deve adempiere ai seguenti compiti:

● La marcatura CE del dispositivo ed il rilascio della dichiarazione di conformità;


● La presenza del manuale d’uso e manutenzione in lingua italiana;
● L’indicazione nella documentazione delle informazioni riguardanti la natura e la
frequenza delle operazioni di manutenzione e di taratura necessarie per garantire il
buon funzionamento e la sicurezza del dispositivo.
● Per una corretta gestione della sicurezza degli apparecchi elettromedicali risulta
opportuno elaborare una scheda, per ciascun apparecchio, nella quale vengono
raccolte le seguenti informazioni:
● Dati identificativi dell’apparecchio;
● Dati relativi alla classificazione;
● Dati relativi alle prove iniziali di accettazione, eseguite al momento della messa in
servizio;
● Dati relativi ad interventi di manutenzione, riparazione, guasti, ecc.

A carico dell’utilizzatore sono le verifiche periodiche che vanno annotate su un apposito


registro che riporti almeno le seguenti informazioni:

o Tipologia di verifica
o Data di esecuzione della verifica;
o Esecutore della verifica;
o Esito della verifica.

Sostanzialmente ci sono 2 tipologia di verifica:

● Verifiche di Sicurezza Elettrica CEI 62-148 : prevede il controllo dei valori delle
correnti di dispersione sull'apparecchio e sulle parti applicate, oltre a verificare il
valore della resistenza del conduttore di protezione (Terra) e un controllo dei
dati di targa ed un controllo visivo e funzionale generale dell'apparecchio.
● Verifiche Funzionali: secondo quanto previsto dalla CEI 62-148, consistono nel
verificare la corretta prestazione dell'elettromedicale (Vengono spesso
erroneamente chiamate Taratura). Per esempio, in un defibrillatore vanno
controllati e misurati i valori di energia erogabili. Uno Sfigmomanometro dovrà
indicare il corretto valore di pressione, ecc. Le Verifiche Funzionali non sono
"opzionali" come qualcuno ritiene. Vanno eseguite sempre con le Verifiche
Elettriche. E' infatti inutile avere un apparecchio che supera la verifica elettrica
ma non quella funzionale.

Riassumendo ci occupiamo di:

● Verifiche di sicurezza elettrica


● Esecuzione delle prove funzionali
● Redazione di rapporto tecnico di ispezione con schede di verifica
● Rilascio del Certificato di Ispezione ai sensi ISO/IEC 17020:2005
● Gestione di registri e scadenzari per non dimenticare importanti obblighi e scadenze

L’attività svolta dagli Ispettori consiste in:


Analisi della documentazione tecnica
Attività di censimento, così come richiesto dall’Organo di Vigilanza ASL, di tutte le apparecchiature
elettromedicali.
Esame a vista
Si deve prestare una particolare attenzione a quanto segue:
● Che tutti i fusibili accessibili dall’esterno siano conformi ai dati indicati dal Fabbricante (corrente
nominale, caratteristiche);
● Che i dati di targa riferiti alla sicurezza e le etichette siano leggibili e completi;
● All’integrità delle parti meccaniche, agli eventuali danni o contaminazioni;
● A valutare i principali accessori insieme all’apparecchiatura EM o al sistema EM (cavi di
alimentazione separabili o fissi, i cavi paziente, i tubi, ecc..);
● Che la documentazione richiesta sia stata fornita e si riferisca alla versione attuale
dell’apparecchiatura EM o del sistema EM;
● Stato della struttura della macchina e delle vie di corsa;
● Controllo della rispondenza alle norme dell’impianto elettrico;
● Presenza della cartellonistica di legge.

Misure

● Misura della resistenza di terra di protezione


● Correnti di dispersione
● Misura della resistenza di isolamento
● Prova funzionale

Redazione del verbale di verifica


Al termine dell’attività ispettiva verrà redatto da parte dell’Ispettore un verbale di verifica
contenente i giudizi ricavati da osservazioni, misure e prove. Il verbale di ispezione è il documento
finale che attesta (o nega) la conformità degli apparecchi alla corretta installazione e al buon
funzionamento.

6. Perché fare l’esame di stato


Per esercitare la professione di ingegnere come libero professionista e esercitarla tramite
collaborazioni con partita iva

7. Allegato 86 dell’81/08 rischio materiali biologici


(CAM)
Ai sensi del presente titolo s'intende per:
a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura
cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;
Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di
infezione:
Gruppo 1: poche probabilità di infezione Gruppo 4: alta probabilità di infezione,
infezioni gravi.
(ILENIA)
La 81/08 si occupa della sicurezza in ambito lavorativo in piccole e grandi imprese aziendali; si sofferma
sulla valutazione dei rischi nell’ambiente di lavoro e definisce l’uso del documento valutazione rischi
(DVR) redatto a seconda delle dimensioni dello stabile o dal datore di lavoro o dal responsabile servizi
di prevenzione e protezione. Il testo unico sulla sicurezza definisce degli obblighi per l’azienda quali la
programmazione della prevenzione, formazione, informazione e istruzione del personale e dei
responsabili, uso limitato di sostanze pericolose, limitazione dei rischi, misure di emergenza e uso di
segnaletica per l’emergenza.
Il rischio da agenti biologici è dovuto all’esposizione ad agenti patogeni o microrganismi che possono
provocare infiammazioni, allergie, rischio tossicologico o carcerogeno. Esiste un allegato connesso al
testo unico sulla sicurezza che raccoglie gli agenti patogeni dannosi per l’uomo classificati in base al
rischio e alla loro pericolosità. Infatti, agenti patogeni recenti hanno causato epidemie (nel caso del
Covid pandemie ops) pericolose in ambito occupazionale.

8. Protezione da corto circuito impianto ospedaliero


(CAM)
Per garantire la continuità del servizio elettrico nel resto di un impianto in cui una linea è in
avaria a causa di un guasto di cortocircuito (o per sovracorrente) si introduce la selettività di
intervento delle protezioni; in particolare negli impianti dove la continuità del servizio è
fondamentale per la sicurezza come gli ospedali.
La norma CEI 64-8/7 impone che nei locali disponibili al pubblico sia sempre garantita la
continuità elettrica per motivi di sicurezza realizzabile a mezzo della selettività tra i
dispositivi di protezione.
Generalmente viene richiesta selettività nei confronti di:
● Cortocircuito
● Sovraccarico
● Guasto a terra (differenziale)

In pratica la selettività risponde allo scopo di far sì che in un impianto che comprende
l’alimentazione di diversi utilizzatori, suddivisi in gruppi, intervenga solo l’interruttore più a
valle, in modo da togliere l’alimentazione solo alla zona interessata direttamente dal guasto.

(ILENIA)
Il sistema IT è utile nei casi in cui sia necessaria una fornitura costante di corrente come nel caso degli
ospedali. Il neutro del trasformatore è isolato da terra mentre i carichi sono connessi tra loro e a terra.
Nel caso di guasto grazie all'isolamento del trasformatore, circolerà una corrente molto bassa e non
pericolosa per cui l'interruttore non scatta e le utenze collegate alla rete continueranno ad essere
alimentate. Avvenuto il guasto è necessario isolarlo per evitare danni ad apparecchiature dello stesso
impianto che facciano scattare l'interruttore e interrompere il servizio. Per gli ospedali infatti è previsto
un sistema chiamato IT medicale in cui il sistema elettrico è alimentato da un trasformatore di
isolamento dotato di un dispositivo di controllo le cui masse e masse estranee sono collegate al nodo
equipotenziale (IT-M). Tale sistema è previsto nei locali in cui sono presenti apparecchi elettromedicali
con parti applicate al paziente. I circuiti di distribuzione sono dotati di opportuni interruttori di
protezione. Si ha un blocco di alimentazione normale che fornisce l’energia al sistema di distribuzione
costituito dai circuiti normali connessi all’utenza che non hanno necessità di alimentazione anche in
caso di blackout o disservizio della rete. Poi vi è un blocco relativo all’alimentazione privilegiata ovvero
quella di emergenza che è costituito dal gruppo elettrogeno GE e dal gruppo statico di continuità UPS
che si connettono al quadro generale tramite un opportuno interruttore. Quando si ha un blackout per
cui si ferma la distribuzione ordinaria dell’ente distributore, scatta l’interruttore (che normalmente
chiuso, si apre in emergenza) e il gruppo GE inizia a generare energia (autoproduzione) e tramite l’UPS
si vanno ad alimentare le utenze tramite i circuiti privilegiati. In emergenza l’interruttore si apre e si
garantisce l’alimentazione delle sole utenze che necessitano continuità di alimentazione. Questo blocco
è utile per la protezione da cortocircuito ma anche sovraccarichi garantendo continuità.

9. L’ingegnere può fare prestazioni gratuite


L'ingegnere può fornire prestazioni professionali a titolo gratuito solo in casi particolari
quando sussistano valide motivazioni ideali ed umanitarie. Infatti lo svolgimento di una
prestazione professionale a titolo gratuito può essere accettato e apprezzato come atto di
grande altruismo e generosità in situazioni di emergenza, quali sono stati gli interventi in
soccorso delle popolazioni terremotate dopo i sismi che hanno purtroppo colpito in passato
la nostra nazione ma è francamente inaccettabile in ogni altro contesto, sia dal punto di vista
deontologico che normativo. Possono considerarsi prestazioni professionali non soggette a
remunerazione tutti quegli interventi di aiuto rivolti a colleghi ingegneri che, o per limitate
esperienze dovute alla loro giovane età o per situazioni professionali gravose, si vengono a
trovare in difficoltà.

10. Puoi costruire un viadotto?


ILE No se credo che la mia preparazione sia poco adeguata. Infatti L'ingegnere rifiuta di
accettare incarichi per i quali ritenga di non avere adeguata preparazione e/o quelli per i
quali ritenga di non avere adeguata potenzialità per l'adempimento degli impegni assunti.

CAM No in generale perché per il codice deontologico è un illecito disciplinare lo


svolgimento di attività professionale in mancanza di titolo in settori o sezioni diversi da quelli
di competenza

11. Cos’è l’impianto di messa a terra?


L’impianto di terra è la parte dell’impianto elettrico che si occupa di evitare che una persona
possa rimanere folgorata a causa di un guasto nell’impianto elettrico.
L’impianto di terra è costituito da dispersori, conduttori di protezione (cavi giallo verdi) e
dal dispositivo più importante di tutti : il differenziale (o salvavita).
L'impianto disperdente è l'insieme dei dispositivi che hanno lo scopo di convogliare verso il
terreno le correnti di guasto di un impianto elettrico. Possono essere i classici picchetti in
acciaio zincato di varie altezze, possono essere le corde in rame nude a contatto col terreno
o i ferri delle armature delle fondamenta. Ma perchè si deve utilizzare un impianto
disperdente? Perchè in caso di guasto la corrente fluisce sempre verso il terreno, utilizzando
qualsiasi via a sua disposizione. E' quindi meglio creargli ad hoc una via a bassa resistenza in
modo che eviti di trovarsela da sola passando attraverso al nostro corpo.

Questo non vuol dire che la persona non verrà attraversata da una corrente di guasto, sarà
piccola ma ci sarà sempre. E' quindi importante che al presentarsi di un guasto
l'alimentazione della corrente venga interrotta istantaneamente prima ancora che una
persona possa venire in contatto con la massa in tensione. Il compito di interrompere la
corrente è dell'interruttore differenziale. Il differenziale, o salvavita, interviene solo quando
una parte di corrente si disperde nel terreno. Se la massa metallica non è connessa al
terreno tramite il sistema disperdente non ci sarà questo flusso di corrente e il differenziale
non interverrà finchè una persona non toccherà la massa metallica. A quel punto il
differenziale interromperà la corrente salvando la persona, ma che comunque riceverà per
poche frazioni di secondo uno shock elettrico che è sempre preferibile da evitare.
l'interruttore differenziale. Perchè si chiama così? perchè , semplificando molto
l'elettrotecnica, lui calcola la corrente che in condizioni normali fluisce attraverso il nostro
impianto elettrico. Quella che entra deve anche uscire con la stessa quantità. La differenza
quindi calcolata dal Differenziale è nulla. Nel momento d'insorgenza di un guasto parte della
corrente defluisce verso terra e quindi non ritorna nel differenziale. Questo vede che la
differenza tra la corrente entrante nell'impianto e quella uscente non è più nulla e interviene
interrompendo l'energia all'impianto stesso. Il tempo di intervento dall'insorgere del guasto
è di pochi millisecondi.
Per tale motivo la legge, almeno nelle attività lavorative, oltre alla normale manutenzione,
impone una verifica supplementare per vedere se effettivamente tutti i responsabili delle
attività si occupano del perfetto funzionamento dell'impianto di terra. La verifica
dell'impianto di messa a terra è obbligatoria per tutte le attività lavorative con almeno un
lavoratore.

I sistemi di distribuzione sono stati classificati in tre diverse tipologie in base alle condizioni
di funzionamento. Nello specifico si usa una sigla in cui la prima lettera è relativa allo stato
del neutro (T=a terra, I=isolato) e la seconda lettera è relativa al collegamento delle masse
presenti con il neutro (N) o meno (T) cioè a terra.

1. Sistema TT – neutro a terra, masse a terra locale: In questo sistema il neutro e le


masse sono messe a terra a due impianti di terra separati. Questo tipo di sistema è
tipico di un impianto con consegna in bassa tensione (220V tensione nominale max
per gli impianti utilizzatori secondo il D.P.R. n. 547). È obbligatorio in Italia per tutte
le utenze private.
2. Sistema TN – neutro a terra, masse al neutro: In questo caso il sistema è
caratterizzato da neutro del centro stella (del trasformatore) connesso all’impianto
di messa a terra dell’edificio Rn mentre le masse degli utilizzatori non sono poste a
terra bensì sono connesse tramite conduttore di protezione al neutro stesso del
centro stella (affinché siano protette). Questo tipo di sistema è utilizzato per la
distribuzione in media tensione a grossi utilizzatori nelle industrie e nei grandi
complessi residenziali o commerciali (direttamente dall’ente di distribuzione). Essi
ricevono elettricità direttamente in media tensione e provvedono a trasformarla con
proprie cabine MT/BT. I sistemi TN offrono un grado di protezione superiore rispetto
ai TT contro guasti differenziali.
3. Sistema IT – neutro isolato, masse a terra: In questo sistema si ha neutro del centro
stella isolato da terra (resistenza verso terra elevata) per cui si parla anche si sistema
flottante. Le masse invece sono collegate a terra tramite conduttore di protezione
PE. Questo tipo di sistema non è pubblico, ed è usato nei casi in cui sia necessaria
una fornitura costante di corrente come negli ospedali e in particolare nelle sale
operatorie (locali medici di Gruppo2) per le caratteristiche di continuità di esercizio
cui si sommano vantaggi di affidabilità e sicurezza.

12. DLgs 37/08 installazione e sicurezza degli impianti, come installo un impianto acustico
La 37/08 stabilisce che un impianto elettrico o elettronico può essere realizzato solo da
imprese abilitate con obbligo di rilascio, al termine dell’installazione, della specifica
Dichiarazione di Conformità. Bisogna quindi effettuare la redazione di un progetto e capire il
fine dell’installazione che può riguardare la trasformazione, l’ampiamento o anche
l’ammodernamento dell’impianto. La redazione di tale progetto è effettuata da un
responsabile tecnico che deve realizzare lo schema di impianto con annessa descrizione
funzionale considerando le planimetrie. Dovrà poi eseguire una relazione tecnica su
prevenzione e sicurezza dell’impianto. La realizzazione di questo ultimo deve seguire la
regola d’arte ovvero le norme vigenti in materia di installazione che differisco in base al tipo
di impianto e ultimata l’installazione si deve procedere a una verifica funzionale finale che
permetterà di compilare, effettuate le prove dovute, la dichiarazione di conformità. Ultimato
l’impianto si effettuerà, quindi, un collaudo al fine di verificare tutti i requisiti tecnici ed
economici e successivamente saranno eseguite opere di manutenzione. La manutenzione
può essere ordinaria effettuata da un responsabile in loco o straordinaria effettuata dalla
ditta installatrice che sarà tenuta a compilare nuovamente la dichiarazione di conformità.

Un impianto acustico deve essere scelto e progettato per svolgere al meglio il suo lavoro a
seconda della location e della locazione dello stabile seguendo i passi salienti prima citati.

13. Codice deontologico nel dettaglio, crediti formativi


Struttura del codice
● Premesse
CAPO I PARTE GENERALE
● Art. 1: Principi Generali
● Art. 2: Finalità e ambito di applicazione
CAPO II DOVERI GENERALI
● Art. 3: Doveri dell’ingegnere
● Art. 4: Correttezza
● Art. 5: Legalità
● Art. 6: Riservatezza
● Art. 7: Formazione e aggiornamento
● Art. 8: Assicurazione professionale
● Art. 9: Pubblicità informativa
● Art. 10: Rapporti con il committente
● Art. 11: Incarichi e compensi
● Art. 12: Svolgimento delle prestazioni
CAPO III RAPPORTI INTERNI
● Art. 13: Rapporti con colleghi
● Art. 14: Rapporti con collaboratori
● Art. 15: Concorrenza
● Art. 16: Rapporti in forma associativa o societaria
CAPO IV RAPPORTI ESTERNI
● Art. 17: Rapporti con le istituzioni
● Art. 18: Rapporti con la collettività
● Art. 19: Rapporti con il territorio
CAPO V RAPPORTI CON L’ORDINE
● Art. 20: Rapporti con l’Ordine e con gli organismi di autogoverno
CAPO VI INCOMPATIBILITA
● Art. 21: Incompatibilità
● Art. 22: Sanzioni
● Art. 23: Disposizioni finali
Dal 2014 si ha l’obbligo di formazione, 30 crediti formativi l’anno

14. Progetto di un impianto, qual è il tuo ruolo in quanto ingegnere?


(CAM) Da ingegnere biomedico con regolare iscrizione all’albo posso partecipare alla
progettazione, alla messa in opera e alla verifica/manutenzione di tutte le tipologie di
impianto descritte nel DM 37/08 in quanto ho i requisiti tecnico-professionali richiesti dalla
legge.
Posso redigere il progetto dell’impianto come libero professionista chiamato da un’azienda
abilitata ed in tal caso posso redigere progetti per diverse aziende, oppure posso essere il
responsabile tecnico di un’azienda abilitata e in questo caso non posso svolgere nessun’altra
attività lavorativa continuativa.
Progetto redatto da professionista iscritto all’albo

Comprende i seguenti elaborati:

● schemi d’impianto e disegni planimetrici;


● relazione tecnica su consistenza, tipologia e caratteristiche di materiali e
componenti da utilizzare;
● relazione sulle misure di prevenzione e sicurezza da adottare

Progetto redatto da Responsabile Tecnico

Contiene lo schema dell’impianto, inteso come descrizione funzionale ed effettiva da


integrare con i documenti relativi a varianti introdotte in corso d’opera.

Gli impianti sono realizzati “a regola d’arte” se conformi alla normativa vigente ed alle
prescrizioni di guide e norme UNI, CEI, ISO o di altri Enti di normazione

Al termine dei lavori l’impresa previa verifica, con esame a vista e prove, che l’impianto è a
regola d’arte (verifica iniziale) rilascia la dichiarazione di conformità

15. Sicurezza negli ospedali


Vedi SICUREZZA STRUTTURE OSPEDALIERE FILE ILENIA
16. Conosci il triangolo della combustione? Dlgs 81/08. Come annientare un incendio.
La condizione necessaria per avere una combustione, è la contemporanea presenza del
COMBUSTIBILE, del COMBURENTE e di una sorgente di calore, l’INNESCO. Al
mancare di uno di questi elementi l’incendio non si origina, oppure si spegne se è in
atto. Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere a tre sistemi: Separazione,
allontanamento del combustibile non ancora in combustione da quello in combustione
soffocamento: eliminazione del contatto fra combustibile e comburente
raffreddamento riduzione dell’incendio
17. Progettare un impianto in una stanza in cui sono presenti materiali infiammabili.
Evitare scintille e componenti elettrici vicino ai materiali infiammabili.
18. CE che vuol dire:
Comunità Europea.
19. Resistenze di fuoco
La Direttiva CEE 89/106 o direttiva prodotti da costruzione pone la sicurezza in caso di
incendio, tra i requisiti essenziali che i prodotti da costruzione debbono possedere, per
consentire la realizzazione di opere idonee all’impiego.
In occasione di incendio debbono essere soddisfatte alcune condizioni relative al
comportamento delle strutture:
● la garanzia che la capacità portante persista per un periodo di tempo prefissato tale
da consentire agli occupanti di lasciare l’edificio o di essere soccorsi.
● lo sviluppo e la propagazione del fuoco e del fumo all’interno dell’opera sia limitato.
● la propagazione del fuoco alle opere vicine sia limitata.

La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del materiale


stesso che, per effetto della sua decomposizione può alimentare o meno il fuoco al quale è
esposto, partecipando così all’incendio. Per la determinazione della reazione al fuoco di un
materiale non sono proponibili metodi di calcolo e modelli matematici, essa viene effettuata
su basi sperimentali, mediante prove su campioni in laboratorio.

La resistenza al fuoco è un parametro tipicamente riferito alle strutture ed agli edifici e


rappresenta la capacità di un sistema composto da un materiale o da più materiali di
resistere per un determi-nato tempo alla tenuta ed all’isolamento durante l’incendio.

Sulla base della “Normativa REI” le classi di resistenza al fuoco sono: 10, 15, 20, 30, 45, 60,
90, 120, 180, 240 e 360, ed esprimono il tempo in minuti durante il quale la resistenza al
fuoco deve essere garantita. Ogni produttore deve rispettare una serie di obblighi per
certificare che i propri prodotti tagliafuoco siano effettivamente a norma.

D – RESISTENZA AL FUOCO R.E.I.

Le sigle che definiscono le caratteristiche di resistenza al fuoco sono del tipo "REI 60, REI 120
ecc." ove le lettere R, E, I, hanno un preciso significato derivante dalle esigenze di difesa dal
fuoco. L’acronimo R.E.I. indica e certifica il possesso dei seguenti requisiti:

R [Resistenza] = resistenza meccanica conservata efficiente anche da numero di minuti di


esposizione al fuoco definiti dal numero connesso alla sigla .

E [Emissione] = attitudine a impedire il passaggio o la produzione di fuoco o fumo al lato


opposto a quello di sviluppo dell'incendio;

I [Isolamento] = isolamento termico atto a ridurre la trasmissione del calore da un lato


all'altro della porta ed a mantenere quindi entro limiti prefissati. (circa 150°C ) la
temperatura della superficie investita.

Il numero che segue l’acronimo R.E.I. indica il tempo per il quale le condizioni sopra
richiamate devono essere mantenute; quindi “REI 120” significa che le condizioni elencate
devono essere mantenute per un tempo minimo non inferiore a due ore.

20. Quali sono le figure addette alla sicurezza nell’81/08


datore di lavoro, dirigente, preposto, lavoratore
21. Trasformata di Fourier a che serve:
tempo- frequenza
22. In che unità si misura la temperatura:
Kelvin
23. Testo unico sicurezza, cosa contiene il documento valutazione rischi
L’art. 2 del D.Lgs. 81/2008 definisce la “valutazione dei rischi”, come una “valutazione
globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti
nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad
individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma
delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”.
NB: è dichiarata la necessità di valutare i rischi correlati allo stress lavoro correlato e quelli
connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di
lavoro.
Inoltre si ricorda che l’art. 28 prevede che il documento di valutazione dei rischi “può essere
tenuto su supporto informatico e deve essere munito di data certa o attestata dalla
sottoscrizione del documento da parte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova
della data, dalla sottoscrizione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente, ove nominato”.
Tale documento deve contenere:
- “una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività
lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa. La scelta dei
criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri
di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l’idoneità
quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione;
- l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di
protezione individuali adottati, a seguito della valutazione
- il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei
livelli di sicurezza;
- l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei
ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere
assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
- l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico
competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;
- l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi
specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza,
adeguata formazione e addestramento”.
Inoltre, come aggiunto dal D.Lgs. 106/2009, “in caso di costituzione di nuova impresa, il
datore di lavoro è tenuto ad effettuare immediatamente la valutazione dei rischi elaborando
il relativo documento entro novanta giorni dalla data di inizio della propria attività”.

24. Ministero di riferimento del codice deontologico:


Ministero della giustizia
25. Tipi di manutenzione

La manutenzione preventiva è una politica di manutenzione che si prefigge l'obiettivo di eseguire un


intervento manutentivo di "revisione", "sostituzione" o "riparazione", prima che nel componente si
manifesti il guasto.

● Manutenzione preventiva
● Norma UNI 10147
● Anno Pubblicazione 1993
● Definizione Breve Manutenzione eseguita ad intervalli predeterminati o in accordo a criteri
prescritti e volta a ridurre la probabilità di guasto o la degradazione del funzionamento di una
entità
● Termine Inglese Preventive Maintenance

La Manutenzione migliorativa, detta anche manutenzione proattiva, è una politica di manutenzione


che prevede un intervento di revisione, finalizzato a migliorare il valore o la prestazione di un
sistema o di una parte di esso. L'azione manutentiva non è subordinata a malfunzionamenti ma
deriva da esigenze di miglioramento espresse sia dall'utilizzatore sia dal manutentore.
Il termine Manutenzione migliorativa si contrappone al termine Manutenzione correttiva,
concettualmente è esattamente l'opposto. Dove per Manutenzione correttiva si intendono l'insieme
di azioni manutentive che non concorrono ad aumentare il valore del sistema né a migliorarne le
prestazioni, ma semplicemente ripristinano lo status quo ante.
Fin da quando il manutentore riceve in carico l'impianto appena installato ed avviato, non smette
mai di pensare a dove sia possibile migliorarne la prestazione, in quello che viene anche detto
processo di miglioramento continuo o Kaizen.
La qualità delle azioni migliorative e la loro necessità, discende dal fatto che molti mezzi utilizzati
dall'industria per produrre sono realizzati a livello prototipale o in piccolissime serie e
conseguentemente il progetto di questi sistemi, in genere relativamente complessi, non è
qualitativamente paragonabile con il progetto di sistemi fortemente serializzati (come l'automobile).
Per questo, almeno a livello industriale, o in quei settori dove si riscontrano sistemi dalle
caratteristiche analoghe (complessità unita a bassissima serializzazione), la Manutenzione
migliorativa è così importante al punto che è uno degli elementi centrali della Total Productive
Maintenance.

● Manutenzione migliorativa
● Norma UNI 10147
● Riferimento nella Norma 3.10
● Anno Pubblicazione 1993
● Definizione Breve Insieme delle azioni di miglioramento o piccola modifica che non
incrementano il valore patrimoniale dell'entità
● Termine Inglese Proactive Maintenance

La manutenzione incidentale, un tempo detta anche "manutenzione a guasto", è una politica di


manutenzione che prevede un intervento di riparazione, sostituzione o revisione, solo a guasto
avvenuto. L'azione manutentiva è quindi subordinata all'attesa del manifestarsi del guasto.
Solo a guasto avvenuto viene preparato ed eseguito un intervento di "ripristino" che riporta la
prestazione del sistema al livello che aveva prima del manifestarsi del guasto in un suo componente.
In francese il termine Manutenzione incidentale assume il significato letteralmente di Manutenzione
correttiva, tuttavia nella nostra lingua, si definisce Manutenzione correttiva l'insieme di azioni
manutentive che non concorrono ad aumentare il valore del sistema né a migliorarne le prestazioni,
ma semplicemente ripristinano lo status quo ante, come avviene sempre per la Manutenzione
incidentale, ma a rigor di logica, può avvenire anche con la Manutenzione preventiva. Nella lingua
italiana Manutenzione correttiva si contrappone a Manutenzione migliorativa, dove appunto l'azione
manutentiva concorre ad aumentare il valore del sistema e/o a migliorarne le prestazioni.
● Manutenzione correttiva
● Norma UNI 10147
● Riferimento nella Norma 3.7
● Anno Pubblicazione 1993
● Definizione Breve La manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un'avaria e volta a
riportare un'entità nello stato in cui possa eseguire la funzione richiesta
● Argomento Concetti generali
● Termine Inglese Corrective Maintenance
L'automanutenzione, detta anche manutenzione autonoma è quella operata dall'utilizzatore del
sistema, ed è uno dei pilastri su cui è fondata la Total Productive Maintenance.
In Italia, si affermò per la prima volta nel periodo fra le due guerre, nella gestione della
manutenzione delle grandi navi (due corazzate di quasi 50.000 tonnellate di stazza) della Regia
Marina Italiana.
In queste navi, delle dimensioni di una città galleggiante, e con oltre 5.000 uomini di equipaggio, era
impensabile fare manutenzione senza la collaborazione di tutto l'equipaggio, non solo del personale
preposto, quindi, ma anche degli utilizzatori dei sistemi cui erano affidati le operazioni di
manutenzione più elementari.
Nel settore dell'ambiente costruito si ebbe un esempio di automanutenzione con i Laboratori di
quartiere, teorizzati e sperimentati da Giovanni Ferracuti e da Gianfranco Dioguardi all'inizio degli
anni '80 del secolo scorso.

● Manutenzione Autonoma
● Norma UNI 10147
● Riferimento nella Norma 3.12
● Anno Pubblicazione 1993
● Definizione Breve Manutenzione effettuata direttamente dall'utilizzatore dell'entità
● Argomento Concetti generali
● Termine Inglese Autonomous Maintenance

La manutenzione secondo condizione è un particolare tipo di manutenzione preventiva, che


individua la necessità dell'azione manutentiva sulla base dello stato di salute attuale di un
componente.
Lo stato di salute del componente è valutato correlando una o più grandezze fisiche e/o chimiche
allo stato del componente ed individuando un valore di soglia, relativamente a queste grandezze,
oltre il quale (o al di sotto del quale) il componente ha una elevata probabilità di guastarsi.

26. Che succede se non paghi l’albo


Per chi non paga è prevista una sanzione disciplinare. Il Consiglio dell'ordine locale si dovrà
conformare ai dettami di Legge, trasmettendo l'elenco dei morosi al Consiglio di Disciplina
per i dovuti provvedimenti.
27. Come dimensioneresti un impianto elettrico
28. Quali sono i vantaggi e svantaggi di affidare la manutenzione di un ospedale a una ditta
esterna?
Non paghi stipendio a dipendenti ma paghi una volta sola. I materiali se li compri all’ingrosso
costano meno quindi conviene che li compra l’azienda esterna che facendo quello di lavoro
ne compra di più. Svantaggi che non hai controllo sulle persone che fanno la manutenzione e
forse non sono all’altezza. Ma basta mettere delle clausole nel contratto.
29. SIS
30. Quanto tempo può rimanere senza aria condizionata un ospedale?
Max 1 giorno
31. Oscilloscopio
L'oscilloscopio è uno strumento di misura elettronico che consente di visualizzare, su un
grafico bidimensionale, l'andamento nel dominio del tempo dei segnali elettrici ed
effettuare misure a lettura diretta di tensione (rappresentata sull'asse verticale) e periodo
(con il tempo rappresentato sull'asse orizzontale). Per mezzo di un oscilloscopio analogico è
possibile ricavare la misura di grandezze quali corrente, potenza ed energia del segnale,
mentre un oscilloscopio digitale, grazie alla possibilità di memorizzare una forma d'onda
campionata, permette di effettuarne una lettura diretta per mezzo di calcoli sui campioni in
memoria. Generalmente l'oscilloscopio si utilizza per analizzare segnali periodici.

32. Modulo di Young


Il modulo di Young, detto anche modulo di elasticità, è una grandezza i cui valori dipendono dal
materiale considerato. Esprime il rapporto tra lo sforzo applicato e la deformazione che ne deriva. La
sua unità di misura è il Pascal (N/m²). È possibile definire il modulo di Young tramite il diagramma sforzo
deformazione effettuando una prova di trazione. La prova di trazione che consiste nel sottoporre
un provino di dimensioni standard) di un materiale in esame ad un carico F monoassiale inizialmente
nullo che viene incrementato fino a un valore massimo che determina la rottura del materiale. Entro
un certo range il materiale ha un ritorno elastico elastico ed eliminato il carico recupera le su
dimensioni; superato tale range si può ottenere una deformazione plastica e giungere al sopracitato
punto di rottura del materiale oltre il quale il materiale non recupera più le sue dimensioni.

33. Convezione, conduzione e irraggiamento


La trasmissione del calore o scambio termico è un Fenomeno di trasporto in cui è coinvolta energia
termica e causato da una differenza di temperatura tra i due sistemi. La trasmissione del calore può
avvenire secondo tre modalità. Il calore propaga per conduzione quando si trasmette da un corpo
solido ad un altro, posti a diversa temperatura e a contatto fra loro; avviene in presenza di un
gradiente di temperatura in un mezzo stazionario. Il calore propaga per convezione quando la
propagazione avviene tra una superficie e un fluido in movimento, tra i quali si instaura un gradiente
di temperatura e il calore propaga per spostamento di materia. Il calore propaga per irraggiamento
quando la trasmissione del calore tra due corpi avviene attraverso le radiazioni emesse da una
sorgente anche senza la presenza di un mezzo interposto ma nel vuoto. L’irraggiamento sfrutta le
radiazioni emesse da un corpo le quali trasportano energia e quando investono un altro corpo
vengono assorbite provocando un aumento di energia cinetica delle molecole e un innalzamento
della temperatura
34. Ventilatore polmonare

Una macchina capace di insufflare nei polmoni una determinata miscela di gas e successivamente
consentirne l’espirazione, con freq nota e con un appropriato regime di pressioni.

Il ventilatore polmonare sostituisce, in tutto o in parte, le funzioni meccaniche del sistema


respiratorio.

Pressione, volume e flusso sono le variabili che definiscono la ventilazione artificiale.


Principale rischio vent polm: Barotrauma. È una complicanza intrinseca della ventilazione a pressione
positiva, con questo termine si intendono diverse l4sioni all’apparato respiratorio, tutte
potenzialmente causate da un’eccessiva pressione positiva, alla cui incidenza concorrono:

● Press media applicata al sist respirat


● Pressione max di insufflazione
● Tempo di trattamento
● Tipo di patologia polmonare
● Compliance dell’apparato resp del paz

Blocchi funzionali fondamentali

● Generatore di pressione positiva


Capace di generare gradiente di press tra amb est a p atm ed alveoli, determinando l’entità
del flusso di fas insufflato. In alcuni vent si ha un mantice che contiene i gas da insufflare a cui
viene applicata una forza; in altri viene ridotta attraverso una serie di valvole la pressione cui
si trovano i gas forniti da imp fisso.
● Sistemi di dosaggio del volume correte Vt
Sistemi di regolazione della corsa del mantice o dell’apertura/chiusura delle valvole
● Dispositivi di temporizzazione ciclo respiratorio
Questi permettono l’apertura e la chiusura delle valvole inspiratoria ed espiratoria dopo
determinati intervalli di tempo. Il loro funzionamento può essere basato su cicli di pressione,
di volume, di flusso o sul trigger paziente
● Circuito paziente
Comprende tutte le parti che connettono il vent al paz. Tubi, umidificatori, trappole raccogli
condensa, machere facciali ecc.
● Elementi resistivi
Tutti i condotti interposti tra generatore e sistema resp del paz che producono una resistenza
all’avanzamento dei gas in essi. Questi influiscono sul valore del flusso d’aria fornito al
paziente
FORMULA PAG 263
● Elementi capacitivi
Tutti quegli elementi elastici facenti parte del sistema ventilatori-tubi, che determinano una
compliance aggiuntiva e costituiscono lo spazio morto del sist di ventilaz. Questi influiscono
sul volume di misc gassosa che effettivamente arriva al paz. Infatti, la variaz di volume dei
polmoni del paziente Vtp a causa della compliance del sist di ventilaz Ci, aggiunta in serie alla
compliance del sist resp paz Csr, è una frazione del volume corrente erogato dal ventilatore
Vtv

INSERISCI FORMULA 2 DI PAG 264

Tubi più cedevoli producono volume di compressione maggiore nel circuito e quindi una
percent minore del volume corrente raggiunge il sist resp

CLASSIFICAZIONE

In base alle modalità di movimentazione gas

Generatori di flusso;
Generatori di pressione;

Generatori di flusso e pressione;

In base all’applicazione

Ventilatori per anestesia;

per terapia intensiva per adulti;

per neonati;

emergenza e trasporto paziente;

fisioterapia respiratoria;

In base al meccanismo impiegato per passare da fase di insufflazione alla fase senza flusso attivo

Ventilatori con ciclicità a tempo: fase inspiratoria termina dopo un certo tempo predefinito

Ventilatori con ciclicità sul volume: la fase inspi termina dopo che è stato erogato un certo V
prestabilito, senza tenere conto di press (PIP: pressione massima raggiunta a fine inspirazione).

Ventilatori con ciclicità sulla pressione: inspi arrestata quando viene raggiunta una data PIP senza
tenere conto del tempo e del volume di gas fornito

Ventilatori con ciclicità sul flusso: chiudono la fase inspi quando il flusso inspiratorio si riduce sotto a
un certo valore critico (25% del picco di flusso)

SCHEMA VENTILATORE

FIG 8.18 P 266

Due circuiti: unità pneumatica (dove circolano i gas, collegata al paziente mediante idonei condotti,
compresi trasduttori e valvole che occorrono per realizzare il flusso) unità elettronica (compie le op
di logica in base alla scelta del modello di ventilaz, misura le grandezze oggetto del modello al fine di
realizzare le condizioni impostate e fornisce allarmi)

Sistemi di alimentazione: motore elettrico che agisce su un mantice e fornisce l’ener nec per produrre
flusso di gas, oppure energia fornita dall’esterno mediante aria compressa a 3.5 bar o meno.

Funzionamento

All’inizio del ciclo resp si apre la valvola d’inspirazione e il paziente riceve il gas (aria o misc anestetica)
erogato dal mantice che si trova a una certa pressione di lavoro misurata dal manometro ML. Il
trasduttore di flusso A misura la portata del gas insufflato e il trasduttore di pressione P ne rileva il
valore. I trasd inviano un segnale a un microprocessore che li confronta con i dati impostati dal medico
sul pannello di controllo esterno.

L’aria arriva al mantice dall’impianto esterno, all’ingresso del mantice vi sono riduttore di pressione e
filtro antibatterico. All’atto dell’espirazione si chiude la valv di inspir e si apre la valvola d’espirazione.
Il trasduttore di flusso E misura la portata di gas espirati, mentre P continua a misurare la press nelle
vie aree del paz. Sulla via d’espiraz vi è una valvola di non ritorno che impedisce ai gas espirati di
essere inspirati nuovamente e una valvola di PEEP (positive end expiration pressure) che ha l’ufficio
di mantenere i polmoni in sovrappressione rispetto alla patm per evitarne il collabimento. Centralina
di comando contiene tutti gli strum di misura della portata, della pressione, gli allarmi di minimo e
massimo per pressione e per il volume/min, le manopole di comando per la scelta del periodo di
inspirazione e e quello di espirazione.

35. EEG ECG

36. Differenza tra Norma e Legge: la norma è una regola o un insieme di regole riconosciute da
una cerchia sociale che disciplina un ambito particolare. Le norme non sono
necessariamente scritte, ma possono essere anche delle consuetudini: norme sociali,
norme igieniche, e così via. Si tratta, in altre parole, di una regola di condotta. La legge è
una norma o un insieme di norme, infatti più norme della stessa materia formano una
legge.
37.

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