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Mercati finanziari e aspettative Capitolo8

Nella nostra prima analisi dei mercati finanziari - nel capitolo 4 - abbiamo
assunto che ci fossero soltanto due attività, la moneta e un solo tipo di titoli. Lo
scopo era di concentrarci sulla scelta tra la moneta e tutte le altre attività finan-
ziarie. Ora è tempo di abbandonare questa ipotesi e di studiare la scelta tra le di-
verse attività non monetarie - fra titoli a breve e a lungo termine, fra titoli e azio-
ni, e così via.
L'obiettivo di questo capitolo è di analizzare queste scelte e di trame le con-
seguenze per il comportamento dei prezzi dei titoli e delle azioni. Questi prezzi
hanno un ruolo centrale nell'interazione tra mercati dei beni e mercati fInanziari.
Ad esempio, le variazioni dei prezzi delle azioni da un lato riflettono l'andamento
dell'attività economica, dall'altro lo influenzano. Questa interazione, insieme al
ruolo delle aspettative, è il tema principale di questo e del prossimo capitolo.
Iniziamo il capitolo guardando alla determinazione dei prezzi dei titoli e alla
curva dei rendimenti. Analizzeremo poi la determinazione del prezzo delle azioni
e l'interpretazione delle fluttuazioni del mercato azionario.

Il Prezzi dei titoli e curva dei rendimenti


I titoli differiscono tra loro in due aspetti principali: il primo è il rischio di
insolvenza, cioè il rischio che l'emittente del titolo non rimborsi l'intero ammon-
tare promesso dal titolo stesso. li secondo aspetto riguarda la maturità dei titoli.
La maturità di un titolo è il periodo di tempo durante il quale il titolo promette
di effettuare pagamenti al suo possessore. Un titolo cbe prometta un pagamento
di 1.000 dollari in sei mesi ha una maturità di sei mesi; un titolo che prometta
100 dollari all'anno per i prossimi 20 anni e un rimborso fInale di 1.000 dollari
ha una maturità di 20 anni. Per i nostri fini questo secondo aspetto è più impor-
tante e su di esso concentreremo la nostra attenzione.
Tutti i titoli con diverse maturità hanno un loro prezzo, a cui è associato un
tasso di interesse chiamato rendimento alla scadenza, o semplicemente rendimen-
to. Osservando in un dato giorno i rendimenti di titoli con maturità diverse, pos-
siamo tracciare la relazione tra rendimento e maturità. Questa relazione è chia-
mata curva dei rendimenti, o struttura a termine dei tassi di interesse (la parola
termine è sinonimo di maturità).
La figura 8.1 mostra la struttura a termine dei titoli del Tesoro statunitensi al
l° gennaio 1993 e allO dicembre 1995 (per trovare la struttura a termine statuni-
tense in una data specifica, leggete Treasury Bonds, Notes and Bills nella sezione
198 CAPITOLO 8

FIG.8.1.~
rendim,'mi m,.1i :iIIlli
Unill ncl nnnna,o
...2i- od diccmbre
11l.
Fan, «Tho WaII ~o
Street Joumal., l. E
~ennaio 1993 o lO di. E
cerob", 1995. "3
~

J mesi 6 me>i l anno 2 anni 3 anni hnni IO anni JO anni


Scadenza

Money and Investing dd «Wall Street Journal»; per trovare invece qudla italiana,
leggete «Il Sole-24 Ore» nelle prime palline di «Mercati e Finanza» a cui potete
accedere anche dal sito di questo libro), La scelta di gennaio 1993 non è casuale
e il motivo risulterà chiaro nd seguito del capitolo.
Notiamo quanto fosse ripida la curva dei rendimenti nel gennaio 1993. Il tas.
so a tre mesi (il tasso di interesse su un titolo del Tesoro a tre mesi) era solo del
3%, mentre il tasso trentennale (il tasso di interesse su un titolo a trent'anni) era
dd 7,4%. Notiamo anche quanto fosse più piatta la curva dei rendimenti nel di-
cembre 1995. Il tasso a tre mesi era di circa il 3% superiore rispetto a quello dd
gennaio 1993 e il tasso trentennale era diminuito, riducendo notevolmente la dif.
ferenza fra il tasso a breve e il tasso a lungo termine.
Perché la curva dei rendimenti era così ripida nel 1993 e così piatta nel
1995? Cosa ci dice una curva dei rendimenti ripida circa le aspettative dei merca-
ti fmanziari? Per rispondere a queste domande, dobbiamo procedere in due fasi
successive. In primo luogo, consideriamo la relazione tra i prezzi di titoli con ma.
turità diverse. In secondo luogo, mostriamo la relazione tra i rendimenti di titoli
con maturità diverse, ed esaminiamo le determinanti della forma della curva dei
rendimenti. Una breve introduzione ai termini usati nel mercato dei titoli è con.
tenuta nel quadro Il VOC4bolario del merCAtodei titoli.

FOCUS

Il vocabolario del mercato governo, essi sono chiamati titoli di Stato. Se


emessi dalle società, essi prendono il nome di
dei titoli obbligazioni.
. Negli Stati Uniti, i titoli sono valutati
Una ragione per la quale i mercati fmazia- in base al loro rischio di insolvenza da due
ri sembrano spesso tanto misteriosi è che usa. imprese private, la Standard and Poor's Coro
no un loro vocabolario, pieno di parole strane poration (S&P) e la Moody's Investors Servi.
e complicate. Qui presentiamo un breve rias. ce. Il rating dei titoli da parte della Moody va
sunto. da Aaa per i titoli senza rischio di insolvenza,
. I titoli sono emessi dal governo per fio come i titOli di Stato statunitensi. a C per i ti.
nanziare il suo disavanzo, o dalle società per toli con alto rischio di insolvenza. Un rating
finanziare i loro investimenti. Se emessi dal minore generalmente compona che il titolo
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 199

debba pagare un maggior tasso di interesse. più precisamente nel seguito del capitOlo).
La differenza fra il tasso di interesse pagatO . TItoli a breve, medio e lungo termine
da un titOlo e il tasso di interesse pagato dal sono, rispettivamente, titoli con una maturità
titolo con il rating più elevatO è chiamata pre- non superiore a un anno, compresa tra uno e
mio al rischio. dieci anni, superiore a dieci anni.
I titoli ad alto rischio sono chiamati titoli . I titoli di StatO statunitensi hanno sca-
«spazzatura». Poiché promettono un tasso di denze che vanno da pochi giorni a 30 anni. I
interesse molto elevatO, essi sono diventati titoli con maturità non superiore a un anno
molto popolari tra gli investitori fmanziari ne- sono chiamati Treasury bills o T-bills. Si trat-
gli anni Ottanta. Dopo alcuni fallimenti cla- ta di titoli di puro sconto, che promettono
morosi, oggi sono meno comuni. un unico pagamentO alla scadenza. I titoli
. I titoli che promettono un unico paga- con maturità compresa tra uno e dieci anni
mento alla scadenza sono chiamati titoli di prendono il nome di Treasury notes. I titoli
puro sconto. Il pagamento alla scadenza è con maturità superiore a dieci anni sono in-
chiamato valore facciale del titolo. vece chiamati Treasury bando. I Treasury no-
. I titoli che promettono pagamenti mul- tes e i Treasury bonds sono titoli con cedole.
tipli prima della scadenza e un rimborso alla . Negli Stati Uniti, quasi tutti i titoli sono
scadenza sono chiamati titoli con cedole. I pa. nominali: essi promettono una serie di paga-
gamenti prima della maturità prendono il -
menti nominali cioè in termini di dollari -
nome di cedole. Il rimborso fmale è sempre fissi. Esistono però altri tipi di titoli, tra i quali
chiamato valore facciale del titolo. TI rapporto anche i titoli indicizzati, che promettono paga-
tra l'importo delle cedole e il valore facciale si menti corretti per l'inflazione. Ad esempio, in-
chiama semplicemente tasso della cedola. vece di promettere 100 dollari in un anno, un
Il rendimento corrente è il rapporto tra titolo annuale indicizzato promette di pagare
l'importo delle cedole e il prezzo del titolo. 100(1 + 1T)$,dove 1Tè il tasso di inflazione che
Un titOlo con cedole di 5 dollari, un valore prevarrà nel corso dell'anno. Poiché i titoli in-
facciale di 100 dollari e un prezzo di 80 dol- dicizzati proteggono i risparmiatori dal rischio
lari ha un tasso della cedola del 5% e un ren- di inflazione, sono diffusi in molti paesi. Essi
dimento corrente del 6,25%. Dal punto di vi- hanno un ruolo particolarmente importante
sta economico, né il tasso della cedola né il nel Regno UnitO dove le persone, investendo
rendimento corrente sono misure interessanti. in titoli indicizzati a lungo termine, possono
La misura corretta del tasso di interesse di un assicurarsi che i pagamenti che riceveranno
titolo è il rendimento alla scadenza,o semplice- quando saranno in pensione saranno protetti
mente rendimento; potete pensare che sia una dall'inflazione. Sorprendentemente, nonostan-
sorta di tasso di interesse medio pagato dal te la loro convenienza, i titoli indicizzati non
titolo nel corso della sua vita (lo definiremo sono molto diffusi negli Stati Uniti.

I
c 1.1. Prezzo dei titoli come valore attuale
11
Consideriamo due titoli. TIprimo è un titolo annuale che promette un paga-
'I mento di 100 dollari dopo un anno. TIsecondo è un titolo biennale che promette
te un pagamento di 100 dollari dopo due anni'. Indichiamo i loro prezzi oggi con
r-
$P" e $Pz" rispettivamente. Come vengono determinati questi prezzi?
Consideriamo prima il titolo annuale. Sia i" il tasso di interesse nominale a
.. un anno (misurato nell'anno corrente). Si noti che indichiamo il tasso di interesse
a.
~-
. 1 Si noti che consideriamo entrambi i titoli come titoli di puro sconlo (si veda il quadro
lo precedente).
200 CAPITOLO 8

a un anno neU'anno t con ilt invece che semplicemente con i" come nei capitoli
precedenti. Questo ci ricorda che si tratla di un tasso di interesse a un anno.
I! prezzo dd titolo annuale oggi è il valore atluale di 100 doUari l'anno pros.
simo. Quindi:
$100
[8.1] $~I =
1+111

Il prezzo di un titolo annuale varia inversamente al tasso di interesse nominale


corrente a un anno. Abbiamo visto questa rdazione nd capitolo 4, in cui aveva-
mo dello che ciò che viene effetlivamente determinato sul mercato dei titoli è il
prezzo del titolo annuale, mentre il tasso di interesse è ricavato dal prezzo in
base aU'equazione [8.1]. Riordinando questa equazione, ne segue che se il prezzo
di un titolo annuale è SPII' aUora il tasso di interesse corrente a un anno è uguale
a ($100 - $PIt)/$P1/.
Consideriamo ora il titolo biennale. Il suo prezzo deve essere uguale al valore
attuale di 100 doUari fra due anni, cioè:

$100
[8.2] $P21 =
(!+ilt)(l+ift+l)

dove iltindica il tasso di interesse a un anno neU'anno t e if/+1indica il tasso a un


anno atleso dai mercati fmanziari per l'anno t + 1. Il prezzo di un titolo biermale
dipende sia dal tasso corrente a un anno sia dal tasso a un anno atleso per ('anno
successivo. AUo stesso modo potremmo scrivere il prezzo di un titolo a n anni
- un titolo che prometle di pagare, ad esempio, 100 doUari dopo n anni - in fun.
zione deUa serie di tassi a un anno atlesi dai mercati fmanziari nei prossimi n
anni.
Prima di analizzare in detlaglio le implicazioni deUe equazioni [8.1] e [82],
vediamo una derivazione alternativa deU'equazione [8.2], basata suU'importante
concetto di arbitraggio. Questo modo di pensare aUa determinazione dei prezzi
nei mercati fmanziari risulterà molto Utile nel resto del libro.

1.2. Arbitraggio e prezzo dei titoli


Supponiamo che decidiate di investire parte deUa vostra ricchezza fmanziaria
in titoli. Potete scegliere fra titoli annuali e biennali. Ciò che vi interessa è quanto
ne ricaverete fra un anno. Quale dei due titoli dovreste tenere?
Supponiamo che decidiate di tenere titoli annuali. In questo caso, per ogni
doUaro che investite in questi titoli, l'anno prossimo avrete (1 + ilt) doUari. Que-
sta rdazione è rappresentata neUa prima riga deUa figura 8.2.
Supponiamo invece che decidiate di investire in titoli biennali. Poiché il prez.
zo di un titolo biennale è $P", ogni doUaro che investite in questi titoli vi per-
mette di acquistare 1I$P2t titoli oggi. L'anno prossimo, al titolo resterà solo un
anno dalla maturità, e sarà quindi equivalente a un titolo annuale. Quindi, il
prezzo a cui potete aspettarvi di venderlo l'anno prossimo è $Pf/+I' il prezzo at.
teso di un titolo annuale per l'anno t + 1. Quindi per ogni doUaro che investite in
titoli biennali, potete aspetlarvi di ricavare ($Pf,+,/$P2t). Questo è rappresentato
neUa seconda riga deUa figura 82.
In quale dei due titoli dovreste investire? Supponiamo che voi, come altri in-
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 201
FIG. 8.2. !kllilim!:w.i
AnnoI Anoo 1+ 1
annui di titoli annuali
TItoli annuali, $1 $(1 + i,,) <:knnali.

TItoli biennali, $1 $1"".,


$P"

vestitori fmanziari, vi preoccupiate soltanto dd rendimento atteso e quindi deci-


diate di tenere solo i titoli con maggior rendimento atteso. Questa è un'ipotesi
fotte, poiché ignora le differenze di rischio fra i due titoli: il rendimento di un ti-
tolo annuale è noto con cettezza, mentre il rendimento annuale di un titolo bien-
nale dipende dal prezzo dei titoli annuali nell'anno successivo e quindi è incetto.
Tuttavia, questa ipotesi sembra essere una buona approssimazione della realtà e
su di essa baseremo la nostra discussione.
Data questa assunzione, e ipotizzando che vengano detenninati sia titoli an-
nuali sia biennali, i due titoli offriranno lo stesso rendimento atteso. Se questo
non fosse vero, ad esempio se il rendimento atteso dd titolo annuale fosse infe-
riore a quello dd titolo biennale, nessuno domanderebbe titoli annuali. li merca-
to dei titoli annuali non sarebbe in equilibrio. Solo a parità di rendimento atteso
gli investitori finanziari saranno disposti a detenere sia titoli annuali sia titoli
biennali.
Se i due titoli offrono lo stesso rendimento atteso, dalla figura 8.2 abbiamo:

[8.3] . $Pr,+1
1 + l'1 = $P21

li lato sinistro dell'equazione [8.3] dà il rendimento per dollaro che si ottiene in-
vestendo in un titolo annuale per un anno. li lato destro dà il rendimento atteso
per dollaro che si ottiene investendo in un titolo biennale per un anno. Chiame-
-
remo le equazioni come la [8.3] cioè equazioni che affennano che i rendimenti
attesi di due attività devono essere uguali - condizioni di arbitraggio'.
Riscriviamo l'equazione [8.3] come:

[8.4] $Pr,+,
$P21 -- .
1+/"

L'arbitraggio compotta quindi che il prezzo oggi di un titolo biennale sia pari al
valore attuale dd prezzo atteso dd titolo l'anno prossimo. Ci rimane un solo pro-
blema da risolvere: da cosa dipende il prezzo atteso per l'anno prossimo di un ti-
tolo annuale ($Pr/+I)?
La risposta è immediata. Così come il prezzo oggi di un titolo annuale dipen-
de dal tasso di interesse corrente a un anno, il prezzo di un titolo annuale l'anno
prossimo dipenderà dal tasso di interesse a un anno l'anno prossimo. Scrivendo

2 Useremo il termine rbrbitraggio> per indicare la proposizione secondo la quale i rendi-


menti attesi di due attività devono essere uguali. Alcuni economisti riservano invece tale termi-
ne alla proposizione - meno generale - secondo la quale le opponunità di profitto ceno (in
pratica senza rischio) sono sempre sfruttate.
~

202 CAPITOLO 8

l'equazione [8.1] per l'anno t + l e indicando le aspettative nel soliro modo, otte-
niamo:

$100
$P'".,--
l +/".,
"

Ci aspettiamo che il prezzo del titolo l'anno prossimo sia uguale al pagamento fi-
nale, 100 doUari, scontato per il tasso annuale atteso per queU'anno.
Sostituendo neU'equazione [8.4], abbiamo:

$100
[8.5] $P =
" (l + ilt)(l + if,.,)

Questa espressione è la stessa deU'equazione [82]. Abbiamo penanto mostrato


che l'arbitraggio fra titoli annuali e biennali compona che il prezzo dei titoli bien-
nali sia pari al valore attuale del pagamento ricevuto dopo due anni, cioè 100
doUari, scontati usando il tasso di interesse cor~te a un anno e queUo atteso
per l'anno prossimo. Avremmo potuto seguire lo stesso approccio per derivare il
prezzo dei titoli triennali, e così via. Accenatevi di riuscire a farlo per conto vo-
stro. La relazione tra arbitraggio e valore attuale è imponante e ricorrerà spesso
nei prossimi capitoli.

1.3. Dal prezzo dei titoli al rendimento dei titoli

Prima abbiamo derivato il prezzo dei titoli. Dobbiamo ora passare dal prezzo
al rendimento.
Diamo innanzitutto una defmizione precisa di rendimento aUa scadenza. Il
rendimento aUa scadenza di un titolo a n anni o, equivalentemente, il tasso di in-
teresse a n anni, è definito come il tasso di interesse costante che uguaglia il
prezzo del titolo oggi al valore attuale dei pagamenti futuri.
Questa defmizione è più semplice di quanto non sembri. Ad esempio, consi-
deriamo il titolo biennale che abbiamo introdotto prima. Indichiamo il suo rendi-
mento con i", dove il pedi~ 2 ci ricorda che si tratta del rendimento aUa scaden-
za di un titolo biennale o, equivalentemente, del tasso di interesse a due anni.
Questo rendimento è quindi definito come il tasso di interesse che, se mantenuto
costante nel biennio considerato, eguaglierebbe il valore attuale di 100 doUari tra
due anni al prezzo del titolo oggi:

[8.6] $P-~
,,- (l + i,,)2

Supponiamo che il titolo oggi sia in vendita per 90 doUari. AUora il tasso a due
anni è dato da v'100M ,l, o 5,4%. In altre parole, tenere un titolo biennale
- fino aUa scadenza - rende un tasso annuale del 5,4%.
Qual è la relazione fra tasso di interesse a due anni, tasso di interesse corren-
te a un anno e tasso di interesse atteso a un anno? Tutto ciò che dobbiamo fare
per rispondere a questa domanda è confrontare l'equazione [8.6] con la [8.5].
Eliminando $P" in entrambe, otteniamo:
'If
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 203

$100
~-
(!+i,y - (I + i,l)(! + if'+I)

o, riordinando i termini:

(I + i,y = (1+ i,,)(1 + if,+I)


Questa espressione ci dà la relazione esatta fra il tasso a due anni e i tassi - cor-
rente e atteso - a un anno. Un'utile approssimazione della precedente è':

. 1( ., )
[8.7] '
," = ''I +1"+1
'2

L'equazione [8.7] è abbastanza intuitiva, e molto importante. Essa ci dice che il


tasso di interesse a due anni è (approssimativamente) una media del tasso corren-
te a un anno e del tasso atteso a un anno che prevarrà l'anno successivo (t + 1).
Questa relazione può essere estesa ai tassi di interesse sui titoli a maturità più ele-
vata. Il tasso a n anni è (approssimativamente) u~uale alla media del tasso corren-
te a un anno e dei tassi futuri attesi a un anno Der i successivi (n I) anni'

inl =.!.U" + if/+I+'"+ i(,+n-I)


n

Queste relazioni ci danno la chiave necessaria per interpretare la curva dei rendi-
menti. Una curva dei rendimenti positivamente inclinata ci dice che i mercati fio
nanziari si aspettano che i tassi di interesse a hreve termine aumentino in futuro
Una curva neQativamente inclinata ci dice che i mercati finanziari si asDettanD
che i tassi di interesse a breve diminuiscano
Un esempio chiarirà questo punto. Consideriamo di nuovo la curva dei rendi-
menti a gennaio 1993 riportata nella figura 8.1. Da essa possiamo derivare quale
era il tasso di interesse a un anno atteso per l'anno successivo. A questo scopo,
moltiplichiamo entrambi i lati dell'equazione [8.7] per due, e riordiniamo i termi-
ni per ottenere:

[8.8] i(,+1=2i,,-i'l

Nel gennaio 1993, i" (il tasso a un anno per il 1993) era del 3,5%. Il tasso a due anni
era del 4,4%. Il tasso a un anno atteso per il gennaio 1994 era quindi uguale a
(2 X 4,4%) - 3,5% = 5,3% 1'1',8% in più del tasso a un anno nel gennaio 1993'.

,
Abbiamo visto un'approssimazione simile analizzando la relazione fra tasso d'interesse no-
minale e reale nel capitolo 6. l:approssimazione è derivata nella Proposizione 3 dell'appendice 3.
,
Approfondimento. Qui un avvertimento è d'obbligo. Ricordiamo che, derivando la con-
dizione d'arbitraggio, abbiamo ignoratO considerazioni in meritO al rischio. In effetti. i titOli
con maturità più elevate sono più rischiosi, perché. se venduti prima della scadenza, le varia.
zioni del loro prezzo di solito comportano guadagni o perdite di capitale. In pratica. il mercatO
dei titoli richiede un premio al rischio per i titoli con maturità più elevate. Quindi, una curva
dei rendimenti leggermente inclinata verso l'alto - come quella registrata nel dicembre 1995 -
non rifletre aspettative di tassi a breve termine elevati. ma riflette un premio al rischio che cre-
sce all'aumentare della maturità del titolo. Questo premio al rischio non è incluso nei calcoli
presentati nel testo.
204 CAPITOW 8

1.4. Curva dei rendimenti e attività economica


Perché all'inizio del 1993 la curva dei rendimenti era così ripida? Perché i
mercati finanziari si aspettavano che i tassi di interesse a breve sarebbero aumen-
tati? La risposta è, in sintesi: perché l'economia statunitense stava uscendo da
una recessione. Per capime le ragioni, usiamo il modello IS-LM sviluppato nel ca-
pitolo 5'.
Per analizzare la differenza fra tassi di interesse a scadenze diverse, ignoriamo
per ora la distinzione fra tasso di interesse reale e nominale introdotta nel capito-
lo 6. Più precisamente, assumiamo che l'inflazione sia pari a zero, cosicché i tassi
di interesse reali e nominali sono uguali. La figura 8.3 mostra lo schema IS-LM
con il tasso di interesse (nominale) sull'asse verticale e la produzione sull'asse
orizzontale. Nei termini della figura 8.3, la recessione è stata causata da uno slit-
tamento della curva IS verso sinistra, da IS a IS', che ha portato l'equilibrio da A
ad A'. Come risultato è stato registrato un crollo della produzione da Y a Y' e
una riduzione del tasso di interesse da i a i'.
Cosa è successo dal 1991 in poi? L'economia iniziava a riprendersi in seguito
a un leggero spostamento della curva IS verso destra, dovuto a una modesta ri-
presa del grado di fiducia e quindi della spesa privata. La ripresa è stata favorita
anche da uno spostamento della curva LM verso il basso, da LM a LM'. Tale spo-
stamento è stato registrato quando la Fed ha deciso di contribuire alla ripresa
economica aumentando l'offerta di moneta per consentire ai tassi a breve di di-
minuire ulteriormente. I tassi a breve sono scesi da oltre il 6% all'inizio del 1991
al 3,5% all'inizio del 1993. All'inizio del 1993 l'economia si trovava pertanto nel
punto AN, con una produzione Y" superiore al minimo registrato nel corso della
recessione e con un tasso di interesse pari a iN.
Guardiamo ora la figura 8.4. li punto A" nella figura 8.4 corrisponde al pun-

FIG.8.3. ~
ne st...on;..'n,,' del
1990.91 e l. rlmcs.
\ '
~ \~
Gli effetti della reccs.
s;one del 1990-91 e ( \-\
gI; sforzi della Fed c
--
\
-~ -
, - ---
per aiutare la ripresa " "'~

dell'economia hanno ~'5 \ ,


ridotto i tassi di inte. \A'
g i'
resse a breve termine
all'inizio degli anni i"
Novanta. g
.5
'6
~
IS
~

Y' Y" Y
Produzione, Y

, Nd capitolo 9 estenderemo il modello /S-LM per tenere conto degli effetti delle aspetta.
tive sulle decisioni degli agenti economici. Per il momento, possiamo utilizzare ancora il mo-
dello base.
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 205
FIG. 8.4. lI.=ii=
atteso della ripresa al.
6
= l'inizio del 1993
[;I

.=
=
~.5
Nell'aprile del 1993, i
mercati finanziari si
aspettavano che una
ripresa della domanda
~ j'"
e una politica mone.
=
u taria più restrittiva
avrehbero aumentato
g
i tassi di interesse a
.5 breve (in futuro).
'6
~
~

15

Produzione, Y

to AH nella figura 8.3 e descrive la situazione economica all'inizio dd 1993. Cosa


si aspettavano i mercati finanziari per il futuro? Innanzitutto, si aspettavano che
la fiducia e la spesa sarebbero salite ancora, e che la curva 15 si sarebbe spostata
ancor più verso destra. Essi prevedevano inoltre che la Fed avrebbe contrastato
-
una ripresa troppo accderata - di cui temeva le conseguenze scegliendo una
politica moneIaria più restrittiva, in grado di spostare la LM verso l'alto. Per en-
trambe le ragioni, i mercati fIDanziari si aspettavano che i tassi di interesse attesi
a breve termine sarebbero stati più devati e che l'economia si sarebbe spostata
da AH a un punto come A"', con un tasso di interesse pari a j"'. Per questo mo-
tivo, all'inizio dd 1993 la curva dei rendimenti era positivamente inclinata.
Con il senno di poi, possiamo chiederei: i mercati fIDanziari avevano ragione?
No, essi hanno sbagliato nd prevedere il momento degli eventi. Nd 1993 la ri-
presa è stata più lenta di quanto previsto dai mercati fIDanziari (e dalla maggior
pane degli economisti), per cui in quell'anno non c'è stato alcun aumento dei
tassi di interesse a breve termine. Nd gennaio 1994, il tasso di interesse a un
anno era ancora dd 3,5%, smentendo le previsioni implicite nella curva dei ren-
dimenti dell'anno precedente. Tuttavia, quanto previsto dai mercati finanziari sa-
rebbe accaduto un anno dopo. Dal 1994 in poi, la ripresa è stata talmente fone
da indurre la Fed ad aumentare i tassi di interesse a breve. Di conseguenza, la
curva dei rendimenti è diventata più alta e più piatta.
La nostra discussione suggerisce una proposizione più generale: quando i tassi
di interesse a breve termine si muovono - verso il basso (come nella recessione dd
1990-90 o verso l'alto - è probabile che i tassi a lungo termine si muovano nella
stessa direzione, ma in misura minore. Questo accade perché i mercati finanziari di
solito assumono che pane delle fluttuazioni dei tassi a breve non siano durature.
La figura 85 mostra quanto accuratamente questa proposizione descriva le fluttua-
zioni dei tassi di interesse a breve e a lungo termine negli Stati Uniti.
La figura 85 ripona le variazioni mensili dd tasso di interesse a tre mesi sul-
l'asse orizzontale e le variazioni mensili dd tasso di interesse a dieei anni sull'asse
venicale, a partire dal 1960. La figura presenta tre caratteristiche principali.
. Innanzitutto,le variazioni mensili dd tasso a breve vanno da ,,8 a +3,0%,
mentre le variazioni mensili dd tasso a lungo termine sono comprese tra ,8,8 e
+1,6%: i tassi di interesse a lungo termine fluttuano meno dei tassi a breve.
206 CAPITOLO 8

FIG.8.s.~ 2,0
me",i!i dei tassi <liin
""'=
statunitensi a
Il"< m.'S, e a IO anni
~ 1,:5
u
.~
,~
L< variazioni del tasso
di in" a b""",
.
:: l,O

tennine di solito sono


0,:5
associate a variazioni 00
del tasso di intCl'<SS<
I
a lunso tennine di se-
gno uguale, ma di
ampiezza inferiore.
] 0,0

~ ,:5,:5
iS
Fonte: Boatd of
~
Governon. E ,O,O
§
.~ ,:5,:5 o
'c r,
~
.2.2 ,6,6 0,0 1,6 3.2
Variazioni mensili del tasso di int<tCSSC a tI"< mesi (%)

. Inoltre, la maggior pane dei punti giace nd I e nd III quadrante: nella


gran pane dei casi, i tassi a breve e a lungo termine si muovono nella stessa dire-
zione.
. Infine, la risposta dd tasso di interesse a lungo termine alle flunuazioni
dd tasso a breve è generalmente meno che proporzionale. Il grafico ripona la
retta di regressione, la cui equazione è:

!1iL = 0,37!1is

dove iL (L per long) indica il tasso a dieci anni, is (5 per short) indica il tasso a
tre mesi, e Il indica la variazione mensile dei tassi Questa equazione ci dice che
un aumento dell'l% dd tasso di interesse a breve è tipicamente associato a un
aumento dello 0,37% dd tasso di interesse a lungo termine.
In questo paragrafo abbiamo imparato molte cose. Riassumiamo brevemente i
punti principali.
. L'arbitraggio tra titoli con maturità diverse compona che il prezzo di un
titolo sia pari al valore attuale dei pagamenti garantiti dal titolo, scontati usando i
tassi di interesse a breve corrente e attesi. Perciò, tassi a breve più devati riduco-
no il prezzo dei titoli.
. Il rendimento alla scadenza di un titolo con una maturità di n anni (o,
equivalentemente, il tasso a n anni) è approssimativamente uguale alla media dei
tassi a un anno corrente e attesi per il futuro.
. L'inclinazione della curva dei rendimenti ci dice quali sono le aspettative
dei mercati fmanziari circa il tasso di interesse a breve. Una curva negativamente
inclinata significa che i mercati si aspettano una riduzione futura dei tassi a bre-
ve. Una curva positivamente inclinata significa invece che i mercati si aspettano
un incremento futuro dei tassi a breve.
MERCATI FINANZIARI E ASPEITATIVE 207

UN PASSO [N PiÙ

La curva dei tassi a termine A questo punto possiamo sostituire nella


[8.2] if/+1 con 1,/+" e quindi leggere la [8.7
o tassi «forward»a bis] nel seguente modo: il tasso di interesse a
due anni è (approssimativamente) una media
La curva dei rendimenti descritta in que- del tasso corrente a un anno e del tasso
sto capitolo è il modo in cui normalmente si lorward a un anno, un anno in avanti:
rappresenta la struttura a termine dei tassi di
interesse. Tuttavia esiste una particolare rap-
presentazione della struttura a termine che [8.7bis] i2/~ ~(i'l+hl+')
permette di evidenziare più precisamente le
aspettative del mercato: la curva dei tassi La [8.8] diventa quindi:
lorward. Per derivare questa curva partiamo
dalle nozioni esposte nel capitolo. [8.8bis] IIt+1 ~
2i21 - i'l
Mostrando [a condizione di arbitraggio per
un investimento a un anno fra un titolo annua- Facciamo lo stesso ragionamento con un tito-
le e un titolo biennale, abbiamo utilizzato un [o a tre anni, ovvero partiamo dalla condizio-
tasso particolare: il tasso di interesse a un anno ne di arbitraggio fra un titolo triennale e un
atteso per l'anno successivo, if/+I' titolo annuale:

[1] (1+i,,)J = (i+ilt)(l+if/+I)(1+if/.,)


[8.2] $P21 - (1+ i,/)(1
$100
+ifI+1)
[2] O+iJ/P = (i+ilt)(1 +h,+I)(1 +h,+2)
Se gli agenti sono razionali e vale l'ipotesi di dove hl+2 è il tasso lorward a un anno, due
perfetta previsione!' (semplificando possiamo anni in avanti. Seguendo [a stessa approssima-
dire che gli agenti non commettono errori), il zione di prima, e sostituendo hl +I con la
tasso lorward hl +I coincide con if/+I' li tasso [8.8bis], possiamo scrivere:
lorward è quindi il tasso di interesse a un
anno che il mercato si aspetta oggi (t) per il
periodo (t + 1). iJ/~ }(iIt+hl+l+hl+2)
La figura 1 mostra intuitivamente quanto
appena esposto: [3] hl+2~3iJ/-ilt-/It+,

hl+2 ~ 3iJ/- 2i21

h, IT..,=jj,+, Possiamo quindi ottenere un'approssimazione


del tasso lorward a un anno in corrispondenza
i21 di diverse dale future. In altre parole possia-
mo ottenere i tassi a un anno attesi per gli
, anni successivi. Tracciando i tassi lorward a
. un anno in funzione delle rispettive date futu-
1+ 1 1+2
re otteniamo la curva dei tassi lorward a un
anno'. Questa curva evidenzia l'andamento
FIG. 1. Il (nrward nel tempo dei tassi a un anno attesi dal mer-
""'0

. [n inglese /orward rale. Nel lesto utilizziamo il termine in inglese.


b Manterremo le due ipotesi senza più richiamarle.
, Intuite che questa esposizione vale per i tassi /orward di qualsiasi maturità: possiamo per esempio pensa-
re ad una curva dei tassi /orward a un giorno oppure ad una Curva dei tassi /orward a due anni.
208 CAPITOW 8

cato. Nd capitolo avevamosottolineato come otteniamo un'indicazione quantitativa: il mer-


l'inclinazione della curva dei rendimenti indi- cato si aspetta effettivamente una riduzione
chi la direzione delle aspettative dd mercato dd tasso sul titolo ad un anno per il 1997,
sui tassi di interesse, ossia una indicazione più precisamente si aspetta un tasso pari a
qualitativa. La curva dei tassi lorward dà inve- 1'1+l' Poi, come previsto, il tasso ad un anno
ce una informazione puntuale: il valore dd dovrebbe salire per trovarsi il l° gennaio
tasso futuro effettivamente atteso. 1998 ad un valore pari a/"+2'

Un esempio Il processo di convergenza verso l'Unione eco-


nomica e monetaria
Nella figura 2 rappresentiamo la struttura
dei tassi italiani il l° gennaio 1996. li primo Conoscere le aspettative dd mercato sul-
tasso osservato lungo la curva blu è il nostro l'andamento futuro dei tassi ha assunto una
i." cioè il tasso su un titolo con una maturità notevole imponanza nd processo di conver-
di un anno, il secondo i2Je via dicendo fino a genza attuato nei paesi europei in vista della
ilo., il tasso su un titolo con maturità di dieci creazione dell'Unione economica e monetaria.
anni. Questa curva rappresenta la curva dei Nei due anni precedenti l'avvio dell'UEM, i
rendimenti e dà un'indicazione qualitativa tassi dei potenziali paesi membri sono stati
delle aspettative dd mercato. Da questa rica- oggetto di numerose analisi. Infatti, il passag-
viamo i tassi lorward come descritto sopra. gio ad un'unica moneta, e quindi la scompar-
Se osserviamo la struttura dei tassi sa dd rischio di cambio, aveva come conse-
lorward (curva nera), notiamo che in un pri- guenza che i tassi lorward con una data di ini-
mo momento, owero nd primo anno, il mer- zio posteriore all'avvio dell'UEM fossero alli-
cato si aspetta una riduzione dd tasso sul tito- neati. La data di avvio dell'UEM era inderoga-
lo ad un anno (tratto della curva inclinato ne- bilmente fissata per il l° gennaio 1999. Assu-
gativamente). Dal l° gennaio 1997 in poi la mendo che il livello futuro dei tassi europei
curva ha un'inclinazione positiva, il mercato si fosse pari a quello tedesco, una significativa
aspetta che il tasso sul titolo ad un anno au- differenza fra il tasso lorward di un potenziale
menti. Osservando la curva dei tassi lorward membro dell'UEM e il medesimo tasso tede-

Il)

Il,1

10,9

10,7
'Il.
lO) ;.,
i"

10.1

9,9

9,7

9)
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 21m 2006
Anno

- Tossid'inlcnoss< '"'"ossi...,.'"
FIG. 2. Srnnr..,. . rennine iralion. nnnnaio 1996
MERCATI FINANZIARI E ASPETIATIVE 209

12,0
/,,+,
/,,+, /"+6 /"+8
10,0 /"+2 /"+4 /"+7
/" /"+1
8,0
/,,+,
/"+6 /"+7 /"+8
6,0

4,0
/"
2,0

0,0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2oo} 2004 200' 2006
Anno
assass/o""arditaliani - Tassi/o"""rd tedeschi
FIG, 3, Tassi (o"""d italiani e tedeschi il l' nnnnaio 1996

4J

3,0

2J

2,0 Panenza dell'UEM

1J

l,O

OJ
0,16
0,0
gennaio '% gennaio '97 gennaio '98 maggio '98 gennaio '99

FIG, 4. Differenziale dei tassi (o"""d a un anno il l' nanaio 1999


I:ultimo differenziale è un tasso /o"""d con maturità di ano mesi.

scoJ indicava quindi che il mercato non cre- ni e tedeschi a un anno il l' gennaio 1996, La
deva nella panecipazione di qud paese al- linea tratteggiata rappresenta il differenziale
l'UEM. fra il tasso a termine italiano e tedesco. li l'
La figura 3 confronta i tassi /orward italia- gennaio 1999 questo differenziale era signifi-

J Questo è vero se ipotizziamo che non fosse pensabile un'Unione monetaria senza la Gennania,
210 CAPITOLO 8

cativo, circa 4 punti percentuali, segno che il partecipazione aII'UEM, prevista per il primo
mercato non credeva ad una partecipazione fine settimana di maggio.
italiana nell'UEM. Sabato 2 maggio 1998 i capi di stato e di
Un anno più tardi lo stesso differenziale governo dei membri dell'Unione Europea si
era diminuito di circa 2,6 punti percentuali, sono riuniti a Bruxelles per decidere ufficial-
segno che il processo di convergenza dava i mente chi avrebbe fatto parte dei paesi fon-
suoi frutti e il mercato cominciava a credere datori dell'UEM. La loro decisione è nota:
in una possibile partecipazione dell'Italia. l'Unione monetaria è partita con I1 paesi tra
nl. gennaio 1998, ad un anno esatto dal- cui l'Italia. Lunedì 4 maggio il differenziale
l'awio dell'UEM, il differenziale a un anno era del tasso /orward' si è praticamente! azzera-
prossimo allo zero, circa 0,2 punti percentua- to, a conferma dell'aspettativa del mercato
li. n mercato si era quindi persuaso della pre- che nel gennaio dd 1999 i tassi a un anno
senza dell'Italia nd gruppo di partenza, anti- tedesco e italiano sarebbero stati praticamen-
cipando l'esito della riunione decisiva per la te uguali.

,
Se utilizziamo lassi forward a un anno, calcolare il differenziale di questo tasso il 4 maggio 1998 dà
l'aspettativa del lasso a un anno per il 4 maggio 1999 e non per il l° ~ennaio 1999. È quindi più interessante
calcolare in maggio il differenziale alleso per il l° ~ennaio 1999. Seguendo la stessa metodologia esposta per il
tasso forward a un anno, siamo in grado di calcolare un tasso forward con una maturità di 0110 mesi, ossia il
lempo che separa maggio '98 da gennaio '99. L'ullimo differenziale della figura 4 è quindi calcolato per tassi
forward con una maturità di 0110mesi.
! Empiricamente il differenziale non è nullo perché rimane il rischio di insolvenza: i litoli emessi dallo sta-
IO italiano e dallo stato tedesco non sono pertelli sostituIi, anche se entrambi denominati in euro.

fI li mercato aZlOnano e le fluttuazioni dd prezzo delle


aZl0111
Finora ci siamo concentrati sui titoli. In efferti il governo si fmanzia princi-
palmente emettendo titoli, ma lo stesso non vale per le imprese. Le imprese rac-
colgono fondi in due modi. n primo è il ricorso al finanziamento con debito, che
può assumere la forma di obbligazioni o di prestiti. n secondo è il prestito azio-
nario, attraverso l'emissione di azioni (chiaramente qui ci riferiamo alle sole so-
cietà per azioni, le uniche che possono ricorrere all'emissione di azioni e obbliga-
zioni). Invece di pagare importi predeterminati, come nel caso dei titoli, le azioni
pagano dividendi di ammontare deciso discrezionalmente dalla società. I dividen-
di sono detratti dagli utili di bilancio, e sono quindi inferiori agli utili stessi, in
quanto la società riserva parte degli utili aII'autofinanziamento, cioè al finanzia-
mento delle spese per investimenti. I dividendi di solito rispecchiano l'andamento
degli utili: quando gli utili aumentano, lo stesso accade ai dividendi, e viceversa.
In questo paragrafo ci dedichiamo alla determinazione dd prezzo delle azio-
ni. Per introdurre questo tema, la figura 8.6 mostra l'andamento di un indice dei
prezzi delle azioni sul mercato statunitense, lo Standard & Poor's 500 Composite
Index (o l'indice S&P) a partire dal 1960. Le fluttuazioni dell'indice S&P misura-
no i movimenti dd prezzo medio delle azioni di 500 grandi società. Un indice
più noto è il Dow Jones Industriai Index. Come indica il nome stesso, si tratta di
un indice che tiene conto solo dei prezzi delle azioni delle società dd settore in-
dustriale, per cui è meno rappresentativo rispetto all'indice S&P. Anche in altri
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 211

1.200 FIG.8.6. ~
dard & Poor's in ter.
mini nominali e reali
~
1.000 Mentre i prezzi nomi.
nali delle azioni dal
1960 al 1998 sono au.
mentati di quasi 19
800
volte, i prezzi reali nel
1998 non erano molIo
o superiori a quelli regi-
J3 600 strati alla metà degli
..s anni 5eJtama,
Fonte: Us Depanment
400 of Labor, Bureau
of Labor Statistics,
Standard & Poor's
Corporation,

Indice reale

1960 1964 1%8 1972 1976 1980 1984 1988 1992 1994 1996 1998
Anno

paesi esistono indici simili: l'indice Nikkei misura le variazioni del prezzo delle
azioni a Tokyo, gli indici FT, CACe MIB30 misurano le stesse variazioni, rispetti-
vamente a Londra, a Parigi e a Milano.
La figura 8.6 riporta due linee. La linea nera mostra l'andamento dell'indice
S&P sulla base di quanto pubblicato sui giornali e annunciato nei telegiornali.
I:indice è pressoché costante fmo al 1980 e poi aumenta rapidamente. I:indice,
pari a 120 nel 1980, nel dicembre 1994 era oltre 470. Nel dicembre 1998,l'indice
era a 1190 (il valore riportato nella figura 8.6 per il 1998 è la media annua, che è
inferiore al valore registrato in dicembre).
Questo indice, tuttavia, mostra l'andamento dei prezzi delle azioni in termini
di dollari. Per noi è più interessante l'andamento dei prezzi in termini reali (cioè
corretti per l'inflazione). Questo corrisponde alla linea blu nella figura 8.6, che
mostra l'indice nominale diviso per l'indice dei prezzi al consumo, il çpI. Que-
st'ultimo è posto uguale a I nel gennaio 1980, per cui in quel mese l'indice reale
e l'indice nominale sono uguali.
La linea blu suggerisce uno scenario completamente diverso. Essa mostra
quanto insoddisfacente sia stata la performance del mercato azionario alla fme
degli anni Sessanta e negli anni Settanta: prezzi nominali delle azioni pressoché
costanti e un livello generale dei prezzi in continua ascesa hanno provocato una
riduzione dei prezzi reali delle azioni. Nonostante i prezzi reali siano poi aumen-
'tati sin dal 1980, essi hanno raggiunto il livello della metà degli anni Sessanta sol-
tanto nel 1992. Nel dicembre 1998, l'indice reale era a 597, a fronte di un valore
di 240 registrato nel dicembre 1992 (il valore riportato nella figura 8.6 per il
1998 è la media annua, che è inferiore al valore registrato in dicembre).
Perché mai il mercato azionario è andato male per tanto tempo, e perché ha
mostrato una ripresa a partire dal 1980? Più in generale, come rispondono i
prezzi delle azioni a cambiamenti delle condizioni economiche e della politica
macroeconomica? Di questo ci occuperemo nel resto del paragrafo.
212 CAPITOLO 8

2.1. Prezzo delle azioni come valore attuale


Consideriamo un'azione che prometta una serie di dividendi futuri. Cosa de-
termina il prezzo di questa azione? A questo punto, siamo sicuri che conoscete
alla perfezione gli argomenti trattati nel capitolo 6 e che sapete già la risposta: il
prezzo dell'azione sarà uguale al valore attuale dei suoi dividendi attesi.
Sia $Q, il prezzo dell'azione. $D, indica il dividendo dell'anno corrente,
$D~+,il dividendo atteso l'anno successivo, $D~+2il dividendo atteso dopo due
anni, e così via. Supponiamo di osservare il prezzo dell'azione subito dopo il pa-
gamento del dividendo corrente per cui il primo dividendo che sarà pagato dopo
l'acquisto dell'azione sarà quello dell'anno successivo (questa convenzione rispon-
de solo a esigenze di convenienza; in alternativa, potremmo osservare il prezzo
prima del pagamento del dividendo corrente). Il prezzo dell'azione è dato da:

[8.9] $Q - $D~+,+ $D~+2


+...
'-l+i" (1+ i,,)(1+ i(I+')

Il prezzo dell'azione è uguale al valore attuale del dividendo dell'anno successivo,


scontato usando il tasso di interesse corrente a un anno, più il valore attuale del
dividendo che verrà pagato dopo due anni, scontato usando il tasso di interesse a
un anno corrente e il tasso di interesse a un anno atteso per l'anno successivo, e
così via. Come nel caso dei titoli a lungo termine, il valore attuale dato dall'equa-
zione [8.9] può essere derivato dalla condizione di arbitraggio, secondo la quale
il rendimento atteso per ogni dollaro di azioni detenute per un anno deve essere
uguale al rendimento di un titolo annuale". La derivazione di questo risultato è
contenuta nell'appendice di questo capitolo: anche se leggerla è un buon eserci-
zio per capire meglio i concetti di arbitraggio e di valore attuale, potete saltarla
senza troppi rimorsi.
L'equazione [8.9] dà il prezzo di un'azione come valore attuale dei dividendi
nomina/i, scontati usando tassi di interesse nomina/i. Dal capitolo 6 sappiamo che
è possibile riscrivere questa relazione per ottenere il prezzo reale dell'azione. Esso
sarà dato dal valore attuale dei dividendi rea/i, scontato usando tassi di interesse
reali:

[8.10] Q, = D~+l +
D~+2
(l +,.,/)(1 + r(,+,)
+...
l+r"

Q, e Dn ora indicati senza il simbolo del dollaro, sono il prezzo reale e i dividen-
di reali al tempo t. Il prezzo reale di un'azione è il valore attuale dei dividendi
reali futuri attesi scontati usando tassi di interesse reali attesi a un anno
Questa relazione ha due conseguenze importanti. Maggiori dividendi attesi
fanno aumentare il prezzo dell'azione. Maggiori tassi di interesse reali a un anno
- correnti e attesi - riducono il prezzo dell'azione. Vediamo ora come questa re-
lazione possa aiutarci a capire il funzionamento del mercato azionario.

6 Approfondimento. La condizione d'arbitraggio compo"a che il prezzo di un'azione sia


uguale al valore attuale dei dividendi, tranne in presenza di bolle speculative o di tendenze
momentanee. che discuteremo nd paragrafo 3.
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 213
2.2. Il mercato azionario e l'attività economica
La figura 8.6 ci ha mostrato le ampie fluttuazioni nei prezzi delle azioni statu-
nitensi negli ultimi 40 anni. Non di rado l'indice sale o scende del 15% in un
solo anno. Nel 1974, ad esempio, il mercato azionario è sceso del 30% (in termi-
ni reali); nel 1983, invece, è salito del 30%. FIuttuazioni giornaliere dell'ordine
del 2% sono anch'esse molto frequenti. Cosa causa queste fluttuazioni?
La prima osservazione da fare è che esse sono per lo più imprevedibili. Per
capime la ragione, possiamo pensare in termini di arbitraggio tra azioni e titoli.
Se i più credessero che il prezzo di un'azione salirà del 20% nell'anno successivo,
possedere l'azione sarebbe molto più conveniente che tenere titoli a breve termi-
ne. La domanda di quell'azione aumenterebbe e così pure il suo prezzo oggi, fIDo
al punto in cui il rendimento atteso dell'azione non fosse di nuovo pari a quello
delle altre attività fmanziarie. In altre parole, l'aspettativa di un maggiore prezzo
futuro di un'azione farebbe aumentare il prezzo corrente dell'azione stessa.
In economia c'è un detto secondo il quale l'imprevedibilità delle fluttuazioni
nei prezzi delle azioni segnala il buon funzionamento del mercato azionario. Que-
sto detto è tuttavia troppo fone: alcuni investitori fmanziari potrebbero disporre
di informazioni migliori o essere semplicemente più bravi a prevedere il futuro.
Se sono pochi, non acquisteranno una quantità di azioni tale da aumentarne il
prezzo corrente e potranno così avere rendimenti attesi elevati. L'idea di fondo è
comunque giusta: i guru che prevedono regolarmente ampie fluttuazioni del mer-
cato azionario sono solo dei chiacchieroni. L'andamento del prezzo delle azioni
non può essere previsto!
Se le fluttuazioni del mercato azionario sono effettivamente il risultato di no-
tizie (spesso non di dominio comune), cosa possiamo fare? Abbiamo due possibi-
lità. Possiamoandare in borsa ogni lunedì mattina e identificare ex posI le notizie
che hanno mosso il mercato. Oppure possiamo porci alcune domande ipotetiche:
cosa succederebbe al mercato azionario se il governo adottasse una politica fisca-
le più espansiva o se la banca centrale introducesse una stretta monetaria? Per ri-
spondere a queste domande, usiamo il modello IS-LM (continuiamo a ignorare la
distinzione fra tasso di interesse reale e nominale, assumendo che l'inflazione at-
- -
tesa sia pari a zero per cui i due tassi reale e nominale sono uguali).

FIG. 8.7. ~
LM n"aria esoansiva e
mercaro azionario
Un'espansione mone.
~ taria riduce il tasso di
c LM' interesse e aumenta 'a
=
produzione. Quello
i.~ che accade al mercato
monario dipende dal
fatto che il mercato
~ azionario anticipi
g "espansione moneta.
.5 ria oppure no.
'6
~
,:i IS

Produzione. Y
214 CAPITOLO 8

FI~8.8.~
-~
--~ ri<>.
Un aumenln della
spesa per consumi fa !
c,
LAr
LM
aumentare ilrasso di
interesse e il livello di
produzione. Quello ~"
che accade al mercato .~
azionano dipende
dalI'inclinazione della "
curva L\f e dalla con.
dona della Fed.
I
"3
.B

YA

Produzione, Y

Un'espansione monetaria e il mercato azionario. Supponiamo che la banca


centrale decida di adottare una politica monetaria più espansiva e che l'aumento
dell'offena sposti la curva LM verso il basso, come nella figura 8,7. La produzio-
ne di equilibrio si sposta da A ad A'. Come si muoverà il mercato azionario?
La risposta dipende dalle aspettative sulla politica monetaria prevalenti prima
dell'espansione attuata dalla banca centrale. Se il mercato azionario ha pienamente
anticipato tale manovra. allora non reagirà affatto: né i dividendi attesi, né i tassi
di interesse attesi saranno influenzati da un evento già anticipato dal mercato.
Supponiamo ora che la manovra sia almeno in pane inattesa. In questo caso,
il prezzo delle azioni aumenterà. Infatti, una politica monetaria più espansiva ri-
duce i tassi di interesse corrente e futuri. Essa provoca inoltre un aumento della
produzione, dei profitti e quindi dei dividendi. Dall'equazione [8.9] sappiamo in-
fatti che minori tassi di interesse e maggiori dividendi (correnti e attesi) provo-
cheranno entrambi un aumento dei prezzi delle azioni.

Un incremento della spesa per consumi e il mercato azionario. Consideria-


mo ora uno spostamento inatteso della curva 15 verso destra derivante, ad esem-
pio, da una spesa per consumi maggiore del previsto. In seguito a questo sposta-
mento, nella figura 8.8 la produzione di equilibrio aumenta da A a B. Il prezzo
delle azioni salirà? Saremmo tentati di rispondere sì, in quanto una maggiore
produzione significa anche profitti e dividendi più elevati. Ma questa risposta è
incompleta, per almeno due ragioni.
In primo luogo, essa ignora gli effetti di una maggiore attività economica sui
tassi di interesse: lo spostamento da A a B lungo la LM provoca anche un aumento
del tasso di interesse. Sappiamo che tassi di interesse più elevati riducono il prezzo
delle azioni. Quale dei due effetti domina: profitti più elevati o tassi di interesse
maggiori? La risposta dipende dall'inclinazione della LM. Una curva molto ripida
compona un notevole aumento del tasso di interesse, un modesto incremento della
produzione e quindi una caduta del prezzo delle azioni. Una curva molto piatta
compona invece un modesto incremento del tasso di interesse, un sensibile aumen-
to della produzione e quindi un aumento del prezzo delle azioni.
MERCATI FINANZIARI E ASPETIATIVE 215

In secondo luogo, la noslra precedente risposla ignora l'effeno dello sposla-


mento della lS sul compollamento della banca cenlraIe. In pralica, quesl'uItimo è
l'effeno a cui gli investilori finanziari sono maggionnente interessati. Alla notizia
di un'economia inaspenalamente in espansione, la domanda cruciale che i merca-
ti si pongono è: come reagirà la banca centrale?
. La banca cenlraIe accomoderà lo spostamento della curva lS espandendo
l'offella di moneta in linea con la domanda di moneta, per evitare l'aumento del
tasso di interesse? Nella figura 8.8, una politica monetaria accomodante corri-
sponde a uno spostamento della LM verso il basso, da LM a LM'. In questo caso,
l'economia si sposterà dal punto A al punto B'. Il mercato azionario salirà (cioè il
prezzo delle azioni aumenterà), in quanto la produzione anesa è più elevata,
mentre non ci si aspena alcun aumento del tasso di interesse.
. Oppure: la banca centrale manterrà invece la sua politica monetaria, la-
sciando invariata la LM? In tal caso, l'economia si sposterà da A a B. Come ab-
biamo visto prima, ciò che accade al mercato azionario è ambiguo, in quanto
l'economia avrà profitti più elevali, ma anche un lasso di interesse maggiore.
. Oppure: la banca centrale si preoccuperà di un'espansione economica
troppo folle e delle conseguenze inflazionistiche di un livello di produzione supe-
riore a YA? Questo potrebbe accadere nel caso in cui il tasso di disoccupazione
associato a YA fosse già abbastanza basso. La banca centrale potrebbe decidere di
controbilanciare lo spostamento verso destra della lS con una slretla monetaria
(cioè uno spOSlamento della LM verso l'alto, da LM a LM"), in modo da lasciare
invariato il livello di produzione. In questo caso, il mercalo azionario scendereb-
-
be senza dubbio il prezzo delle azioni diminuirebbe. Non vi sarebbe, infatti, al-
cuna variazione dei profini anesi, ma il lasso di interesse rimarrebbe probabil-
menle più alto di prima per qualche tempo.
In sintesi, le variazioni della produzione possono essere o non essere associate
a variazioni del prezzo delle azioni nella stessa direzione. Ciò dipende 1) dalle
aspettative del mercato, 2) dalla fonte dello shock e 3) dalle aspenative del mer-
cato sulla risposla della banca centrale alla variazione della produzione. Il quadro
che segue ripolla alcune citazioni trane dal «WalI Street Joumal» tra il maggio e
il luglio del 1993. Cercate di capime il senso, alla luce di quanto imparato in
questo paragrafo.

FOCUS

Come dare un (qualche) senso scalo una vendila generalizzala di obbligazioni,


che di solilo lendono a perdere di fronte a un
ad alcune (apparenti) assurdità: rialzo dell'anivilà economica. Anche le azioni
le fluttuazioni del mercato sono scese, a causa dell'aumento dei lassi di in-
teresse.
azionario e altre storie
.Maggio 1993. Come le canive notizie
. Maggio 1993. Come le buone notizie sull'economia fanno crollare i prezzi delle
sull'economia fanno crollare i prezzi delle azioni: azioni:

Il mercato azionario è slalo scosso dall'au- TImori riguardo la slabililà dell'economia


mento dei lassi di inleresse e dal miglioramento hanno offuscato un ulteriore dato positivo sul-
della siluazione occupazionale... l'inflazione, causando un calo quasi generalizza.
Le buone nolizie sull'economia hanno inne- to dei prezzi delle azioni.
216 CAPITOLO 8

. Luglio 1993. Come le cattive notizie corsa all'acquisto di titoli... La corsa è a""","
sull'economia fanno aumentare i prezzi delle nonostante una serie rIi sviluppi piuttosto uc.
azioni. denti resi noti ieri mattina. 11 Deparrmm'
Commerce ha infatti stimato, per il secondo ..
L'inrlice Dow Jones è salito a livdli record mestre, una crescita dd PIL dell'I,6%, un
in quanto gli investitori, sorvolando sulle cattive nettamente inferiore al 2,2% previsto dalla """
m....
notizie economiche, si sono impegnati in una gior pane degli analisti finanziari.

DI Bolle speculative e prezzo delle azioni


È proprio vero che tUtte le fluttuazioni dd prezz.o delle azioni sono dovute -
informazioni sui dividendi o sui tassi di interesse futuri? Molti economisti ne du-
bitano. Essi si riferiscono a periorli come l'ottobre nero dd 1929, quando il mer-
cato azionario statUnitense scese dd 23% in due giorni, o al 19 ottobre 198-:-
quando l'indice Dow Jones perse il 22,6% in un solo giorno. Essi si riferiscono
anche all'aumento straordinario dell'indice Nikkei negli anni Ottanta, seguito da
un brusco crollo nd decennio successivo. Come mostra la figura 8.9, l'inrlice
Nikkei è aumentato da circa 5.000 nd 1980 a circa 35.000 nd 1989, per tornare
a circa 16 mila nd 1992. In ciascuno di questi episorli, gli economisti non hanno
rilevato alcuna informazione o notizia tanto imponante da giustificare queste
enormi flutlUazioni.
Questi economisti sostengono che il prezzo delle azioni non è sempre uguale
al loro valore fondamentale - defmito dall'equazione [8.10] come il valore atlUa-
le dei dividendi attesi - ma che a volte le azioni sono sottovalutate o sopravaluta-
te. La sopravalutazione prima o poi deve fmire, talvolta con un tracollo finanzia-
rio come nell'ottobre 1987, oppure con una costante discesa, come nd caso del-
l'indice Nikkei.
Sotto quali condizioni può verificarsi un tale fenomeno di sotto o sopravalu.
tazione? Ciò che sorprende è che esso può accadere anche quando gli investitori
sono abili e la condizione rIi arbitraggio è soddisfatta. Per capirne la ragione,
consideriamo il caso di un'azione senza alcun valore (cioè l'azione rIi una società
che non paga né pagherà mai dividendi). Eguagliando D~+I' D~+2'e cosi via a
zero nell'equazione [8.10], otteniamo un risultato semplice e tutt'altro che sor-
prendente: il valore fondamentale dell'azione è uguale a zero.
In questo caso è comunque possibile che siate disposti a pagare una somma

FIG. 8.9. l.:iodi<s: 40.000


Nikk<i 1980.95
L'indice Nikk.i è au. 3HJOO
mentato da circa
HJOOall'inizio del 30.000
1980 a quasi 35.000
nel 1989, p<r poi to,. ~ 25.000
nare a circa 16.000 ';;
001992. .= 20.000

15.000

10.000

'.000
1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994
Anno
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 217
positiva per avere l'azione. Infani, potreste aspenarvi che i! prezzo a cui potrete
vendere l'azione tra un anno sia superiore al prezzo anuale. E lo stesso vale per
l'acquirente del prossimo anno: potrebbe essere disposto a pagare un prezzo alto
se si aspettasse di rivendere l'azione l'anno successivo a un prezzo ancor più alto.
Questo processo suggerisce che i! prezzo delle azioni potrebbe aumentare sempli-
cemente perché gli investitori se lo aspenano. Queste flunuazioni del prezzo del-
le azioni sono chiamate bolle speculative razionali. L'aggenivo «razionali» enfa-
tizza i! fallo che gli investitori finanziari continuano a comportarsi in modo razio-
nale, anche in presenza di una bolla speculativa. Anche gli investitori che tengo-
no l'azione in presenza di un tracollo fmanziario, sopportando una grande perdi-
ta, potrebbero agire in modo razionale. Infatti, potrebbero essersi accorti che c'è
una probabilità di crollo finanziario, ma anche una probabilità che la bolla conti-
nui a far lievitare i prezzi, consentendo loro un guadagno ancora maggiore in
caso di vendita dell'azione.
Per semplicità, il nostro esempio assumeva che l'azione non avesse alcun va-
lore fondamentale. Ma questo fenomeno è di portata generale e si applica anche
alle azioni con un valore fondamentale positivo. Le persone potrebbero essere di-
sposte a pagare più del valore fondamentale, se si aspettano che in futuro i! prez-
zo aumenterà ulteriormente. La stessa argomentazione si applica alle altre attività
finanziarie, come l'oro e i quadri. Due bolle di questo genere, l'una nell'Olanda
del diciassettesimo secolo, l'altra nella Russia degli anni Novanta, sono descritte
nel prossimo quadro.
Probabilmente non tutte le deviazioni di un'attività fmanziaria dal suo valore
fondamentale sono causate da bolle speculative. Può darsi che molti investitori fi-
nanziari non si comportino in modo perfettamente razionale. Un aumento del
prezzo delle azioni, dovuto ad esempio a una serie di buone notizie sul futuro,
potrebbe generare un eccesso di onimismo. Se gli investitori formano le loro
aspenative dei rendimenti futuri semplicemente sulla base dei rendimenti passati,
i! prezzo di un'azione può aumentare semplicemente perché in passato i! suo
prezzo è aumentato. Queste deviazioni del prezzo delle azioni dal loro valore
fondamentale sono chiamate fads (mode passeggere). Tuni noi siamo coscienti
dell'esistenza di tendenze negli altri mercati; qui abbiamo visto che ci sono ragio-
ni valide per pensare che esistano anche nel mercato azionario.
In che misura le flunuazioni del prezzo delle azioni siano dovute alle varia-
zioni del loro valore fondamentale, e in che misura siano causate da bolle e ten-
denze transitorie è un difficile tema di ricerca che è tunora ben lontano dall'esse-
re esaurito. Si trana di un tema molto importante, non soltanto per la fmanza,
ma per l'intera macroeconomia. Infatti, l'evoluzione del mercato azionario non è
un aspeno di ri!evanza marginale. li prezzo delle azioni influenza le decisioni del-
le imprese, in quanto indica i! prezzo a cui possono vendere i loro titoli azionari
e quindi l'ammontare dei fondi disponibili per gli investimenti. li prezzo delle
azioni influenza anche le decisioni dei consumatori, in quanto determina i! valore
della loro ricchezza finanziaria. I crolli del mercato finanziario possono avere un
impano enorme sull'anività economica; molti credono che i! crollo del 1929 sia
stato una delle cause della Grande depressione'. li brusco e prolungato declino
dell'indice Nikkei, dopo l'ascesa iniziale dovuta probabilmente a una bolla specu-
lativa, è una delle cause della recessione giapponese dei primi anni Novanta.
Queste osservazioni ci introducono ai temi tranati nel prossimo capitolo: le inte-
razioni tra mercati dei beni e mercati fmanziari e i! ruolo delle aspettative.

, Si veda il capitolo 23.


218 CAPITOW 8

FOCUS

Episodi famosi di bolle e tendenze esse egli prometteva un tasso di rendimento


di almeno il 3.000% all'anno!
La società ha avuto immediato successo.
La mania dei tulipani in Olanda n prezzo delle azioni è aumentato da 1.600
rubli (allora equivalenti a un dollaro) in feb-
Nel diciassettesimo secolo, i tulipani di- braio a 105.000 rubli (equivalenti a 51 dollari)
vennero sempre più diffusi nei giardini di lUt- in luglio. In luglio, secondo le dichiarazioni
ti i paesi europei. In Olanda si sviluppò un della società, il numero degli azionisti era sali-
mercato sia per i bulbi rari sia per quelli più to a 10 milioni di persone.
comuni. n problema era che la società non era
L'episodio chiamato «la bolla dei tulipani» coinvolta in alcuna attività produttiva e non
avvenne tra il 1634 e il 1637. Nel 1634, il prez- possedeva attività finanziarie, tranne i suoi
zo dei bulbi rari iniziò a salire: gli speculatori 140 uffici sparsi in IUtta la Russia. Le azioni
acquistavano i bulbi credendo che in futuro i non avevano intrinsecamente alcun valore. Il
loro prezzi sarebbero aumentati ancor di più. successo iniziale della società è stato raggiun-
Ad esempio, il prezzo di un bulbo chiamato to Utilizzando i fondi derivanti dalla vendita
AdmiraI Van de Eyck aumentò da 1.500 ghi- delle nuove azioni per pagare i rendimenti
nee nel 1634 a 7.500 ghinee nel 1637, cifra che promessi alle azioni emesse in un momento
allora equivaleva al costo di una casa! Si narra precedente. Nonostante i ripetUti avvertimenti
anche di un marinaio che mangiò per sbaglio da parte delle autorità governative, incluso
dei bulbi, e si accorse di essersi letteralmente Boris Eltsin, che la MMMera una truffa e che
mangiato una fortuna troppo tardi... All'inizio l'aumento del prezzo delle azioni era solo una
del 1637 i prezzi aumentarono ancor più rapi- bolla speculativa, i russi non hanno resistito
damente. Esplosero anche i prezzi dei bulbi agli elevati rendimenti promessi, soprattutto
più comuni, di 20 volte nel solo mese di gen- nel mezzo di una profonda recessione.
naio. Ma nel mese successivo, i prezzi crollaro- n meccanismo poteva funzionare solo se
no. Qualche anno dopo, i bulbi venivano il numero di nuovi azionisti fosse aumentato
scambiati a circa il 10% del valore massimo rapidamente. Alla fine del luglio 1994, la so-
raggiunto durante la bolla. cietà non poteva più mantenere le sue pro-
messe e il suo castello di carta è crollato.
Fonte: Questo resoconto è tratto da P. Gamer. Con esso è fallita anche l'intera società. Ma-
Tutipmania, in «Joumal of Politic-alEronom)'». giu- vrody ha tentato di estorcere al governo il
gno 1989, pp. 535-560. pagamento delle azioni, seminando il timore
che utt mancato intervento da parte delle au-
torità avrebbe inttescato una guerra civile.
Il caso della MMM in Russia Ma il governo ha rifiutato, addossandosi l'ira
degli azionisti. Nel corso di quello stesso
Nel 1994, utt «finanziere» russo, Sergei anno, Mavrody si è candidato alle elezioni
Mavrody, ha costitUito una società chiamata per il Parlamento, in veste di difensore degli
MMM e ha iniziato a venderne le azioni. Con azionisti delusi, e ha vinto.

HIEI'ILOGO

~ L'arbitraggio tra titoli con maturità di- titolo, scontati usando il tasso di interesse cor-
verse comporta che il prezzo di un titolo è rente e i tassi di interesse attesi a breve termi-
pari al valore attuale dei pagamenti futuri del ne. Maggiori tassi di interesse a breve termi-
MERCATI FINANZIARI E ASPETTATIVE 219

ne, correnti o attesi, componano quindi mi- ~ Un aumento dei dividendi attesi fa au-
nori prezzi dei titoli. mentare il valore fondamentale delle azioni;
~ Il rendimento alla scadenza di un tito- un aumento del tasso di interesse corrente a
lo con maturità di n anni (o, equivalentemen- un anno o dei tassi di interesse attesi a un
te, il tasso a n anni) è approssimativamente anno ne riduce il valore fondamentale.
uguale alla media fra il tasso di interesse cor- ~ Variazioni della produzione possono
rente a un anno e i tassi di interesse a un essere o non essere associate a variazioni di
anno attesi nei prossimi n-I anni. ugual segno del prezzo delle azioni. La dire-
~ L'inclinazione della curva dei rendi- zione del cambiamento dipende 1) da quanto
menti (equivalentemente, la struttura a termi- il mercato si aspetta, 2) dalla fonte dello
ne dei tassi di interesse) ci dice quali siano le shock e 3) dalla reazione attesa della banca
aspettative dei mercati finanziari sui tassi di centrale a una variazione della produzione.
interesse a breve termine che prevarranno in ~ I prezzi delle azioni possono essere
futuro. Una curva dei rendimenti decrescente soggetti a bolle speculative o a mode passeg-
significa che il mercato si aspetta una riduzio- gere che causano una discrepanza tra il valore
ne dei tassi di interesse a breve; una curva fondamentale del titolo e il suo prezzo effetti-
crescente significa invece che il mercato si vo. Le bolle sono episodi in cui gli investitori
aspetta un aumento dei tassi a breve. finanziari acquistano un'azione a un prezzo
~ Il valore fondamentale di un'azione è il più alto del suo valore fondamentale, antici-
valore attuale dei dividendi reali attesi, scon- pando di rivendere la stessa per un valore an-
tati usando il tasso di interesse reale corrente cora più elevato in futuro. Una moda passeg-
a un anno e i tassi di interesse reale attesi a gera è un periodo in cui, per un eccesso di
un anno. In assenza di bolle speculative o di ottimismo, gli investitori finanziari sono di-
tendenze passeggere, il prezzo di un'azione è sposti a pagare più del valore fondamentale
uguale al suo valore fondamentale- dell'azione.

Termini chiave
rischio di insolvenza Treasury bills
maturità Treasury notes
rendimento Treasury bonds
curva dei rendimenti, o struttura a termine titOli indicizzati
dei tassi di interesse arbitraggio
titoli di Stato rendimento alla scadenza, o tasso di interesse
obbligazioni a n anni
roling dei titoli finanziamento con debito
premio al rischio prestito azionario
titoli «spazzatura» azioni
titoli di puro sconto dividendi
valore facciale politica monetaria accomodante (della banca
titoli con cedole centrale)
cedole valore fondamentale
tasso della cedola bolle speculative razionali
rendimento corrente lods (mode passeggere)
titoli a breve, medio e lungo termine

PER ~IETTERSI ALLA PROVA

1. Determinate il rendimento alla scaden- di un'obbligazione di puro sconto ($P), il va-


za di ciascuno dei seguenti titoli (Suggerimen- lore facciale ($F) e il rendimento (t) è
lo: la formula che mette in relazione il prezzo $P = $F/(l + ,n
222 CAPITQW 8

$Q , --
$D;., $D;.o In questo caso, la condizione di arbitrag-
+...+ + gio tra azioni e titoli diventa:
l+i" (1 + i,,)... (1 +i1,..-,)

$Q;.. $D;., + $Q;.I


+ (1+ i,,)...(1 +i1,.0-') $Q, = 1+ i" + 8

L'unico cambiamento rispeno a prima è la


Guardiamo l'ultimo addendo, che è il valore presenza di 8 sul lato destro dell'equazione.
attuale dd prezzo atteso fra n anni. Fintanto Percorrendo gli stessi passi di prima, il prezzo
che le persone non si aspettano che il prezzo dell'azione sarà uguale a:
dell'azione esploderà in futuro, allora, se conti-
nuiamo a sostituire $Q;.., all'aumentare di n $D;.I
questo termine andrà a zero. Per capire per- $Q, = +...+
ché, supponiamo che il tasso di interesse sia 1+1" +8
costante e uguale a i, e che le persone si aspet- $0;.0
tino che il prezzo ddl'azione converga a un + +...
qualche valore $Q in un futuro remoto. Allo-
(1+ i" + 8)... (1+ i1,.0-1+8)
ra, l'ultimo addendo diventa $Q / (1+ 00. Se il
tasso di interesse è positivo, questo termine va
a zero all'aumentare di n'. L'espressione prece- Il prezzo dell'azione è ancora uguale al valo-
dente si riduce quindi all'equazione [8.9] dd re attuale dei dividendi futuri attesi. Ma il
testo: il prezzo dell'azione è uguale al valore at. tasso di sconto ora è uguale a 1 più il tasso
tUaie dei dividenti futuri anesi. di interesse più il premio al rischio. Si noti
che quanto maggiore è il premio al rischio,
tanto minore sarà il prezzo dell'azione. Negli
Un'estensione della formula del valore at-
tuale. Supponiamo che, poiché le azioni sono
Stati Uniti nel corso degli ultimi cent'anni, il
premio al rischio sulle azioni è stato in media
I
considerate più rischiose dei titoli, le persone del 5%. Ma (contrariamente all'ipotesi che
richiedano un premio al rischio per detenere abbiamo fatto prima) esso non è costante nel
azioni. Indichiamo questo premio con 8. Se 8 tempo. Ad esempio, il premio al rischio sem-
è uguale, ad esempio, al 5%, allora le persone bra essere diminuito a panire dai primi anni
deterranno azioni solo se il tasso di rendimen- Cinquanta, da circa il 7% di allora al 4%
to atteso delle azioni eccede il tasso di rendi. circa di oggi. Le variazioni del premio al ri-
mento atteso dei titoli a breve termine del schio sono un'ulteriore fonte di instabilità del
5% all'anno. prezzo delle azioni.

, Approfondim...to. Quando i prezzi sono soggeni a baDe speculative come discusso nd paragtafo 3 di que-
sto capitolo, la condizione che a p= attesodcU'azioncnon esplodanon è soddisfatta.Per questomotivo,in
presenza di baDe,a prezzo dcUeazioni non è necessariamenteuguale al valore attuale dei divid...di attesi.

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