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GESTIONE CANTIERE

“PROTOCOLLO DI REGOLAMENTAZIONE PER


IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL
COVID-19 NEI CANTIERI”
Relazione

Jennifer Dal Bosco


3Aco
In questi giorni sono numerosi i provvedimenti normativi, le ordinanze e le linee guida, che si
stanno eseguendo sia a livello nazionale che locale.
Partiamo dal presupposto che il rischio di contagio da COVID19 non è un rischio specifico del
cantiere, ma un rischio dovuto ad una situazione sanitaria a livello globale questo vuol dire
che la valutazione del rischio non viene fatta direttamente dal datore di lavoro, dal medico
competente o da altri soggetti quali i committenti, i direttori dei lavori o i coordinatori della
sicurezza, ma emerge dalla valutazione fatta dall’OMS che ha dichiarato lo stato di Pandemia
e dai governi centrali delle singole nazioni.
Il rischio di contagio è presente in tutte le attività e per questo è necessario tenere conto la
predisposizione delle procedure da attuare durante l’attività lavorativa nel suo complesso e
per ogni singola fase di lavoro nello specifico.

Il documento aggiorna il precedente firmato a marzo adeguandolo alle previsioni del


Protocollo generale per la sicurezza ed acquista particolare importanza anche per la decisione
di riapertura delle attività edilizie a maggio.
Le regole principali sono suddivise in specifiche sezioni dedicate ai vari aspetti :
-Obblighi informativi del datore di lavoro a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel cantiere,
-utilizzo dei dispositivi di protezione individuale,
-modalità di accesso dei fornitori esterni ai cantieri,
-pulizia e igiene nel cantiere e gestione degli spazi comuni (mense, spogliatoi),
-riorganizzazione del cantiere (turnazione, rimodulazione del crono-programma delle
lavorazioni),
-gestione di una persona sintomatica in cantiere.
Inoltre vengono forniti esempi di casi in cui può essere prevista esclusione dalle penali per
ritardi o mancata consegna nei lavori di cantiere per i datori di lavoro, a causa dell'emergenza
Coronavirus.
Per quanto riguarda l'obbligo di informazione il datore di lavoro, è tenuto ad informare tutti i
lavoratori e chiunque entri nel cantiere sulle disposizioni delle Autorità, consegnando o
mettendo all’ingresso del cantiere e nei luoghi maggiormente frequentati appositi cartelli
visibili che segnalino le corrette modalità di comportamento e gli obblighi connessi.
Qui sotto ho messo alcuni esempi delle principali procedure che devono essere adottate e
quali i compiti dei professionisti legati alla vita del cantiere:

MODALITA’ DI INGRESSO IN AZIENDA


Considerato che nel settore dell’edilizia la maggior parte dei lavoratori accede direttamente al
cantiere senza passare per la sede aziendale, a mio avviso questo punto è da leggersi come
modalità di ingresso in cantiere.
Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della
temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito
l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate
e fornite di mascherine.

MODALITA’ DI ACCESSO DEI FORNITORI ESTERNI


I cantieri sono oggetto di continuo accesso di fornitori e tra gli aspetti del Protocollo
evidenziamo i seguenti:
· Per l’accesso di fornitori esterni individuare procedure di ingresso, transito e uscita,
mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto
con il personale in forza nei reparti/uffici coinvolti.
E questo risulta fattibile e rientra anche nell’ambito di Coordinatore e Direttore dei Lavori.
· Se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi: non
è consentito l’accesso agli uffici per nessun motivo. Per le necessarie attività di
approntamento delle attività di carico e scarico, il trasportatore dovrà attenersi alla rigorosa
distanza di un metro.
Ed anche questo risulta fattibile e rientra anche nell’ambito di Coordinatore e Direttore dei
Lavori.
· Per fornitori/trasportatori e/o altro personale esterno individuare/installare servizi igienici
dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente e garantire una
adeguata pulizia giornaliera.
Qui rientriamo nell’ambito del CSE, ma consideriamo che non in tutti i cantieri risulta possibile
installare servizi igienici dedicati e pertanto in tali situazioni al cantiere deve essere impedito
l’accesso a fornitori/trasportatori e/o altro personale esterno.
· Ove presente un servizio di trasporto organizzato dall’azienda va garantita e rispettata la
sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento.
Aspetti prettamente di competenza dell’impresa che però possono venire rilevati e contestati
dal CSE che rileva eventuali violazioni all’interno dell’area di cantiere.

PULIZIA E SANIFICAZIONE NEL CANTIERE


Se all’interno di un’azienda la pulizia e sanificazione può essere fatta con limitati problemi,
all’interno dei cantieri tali aspetti diventano abbastanza difficoltosi, ricordiamo che il
protocollo prevede che:
· l’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti,
delle postazioni di lavoro e delle aree comuni.
Ovvero se riportato in ambito cantiere: sanificazione di uffici, baraccamenti di deposito
attrezzature/materiali, spogliatoi, postazioni di lavoro (a solo titolo di esempio percorsi sui
ponteggi, cabine macchine operatrici, cestelli, parapetti, scale portatili, ecc.). Ritengo sia
un’operazione molto difficile da attuare e poi richiede che richiede molto.
Qui sotto riporto una tabella con tutte le principali operazioni indicate per il datore di
lavoro.

MODALITA’ DI ACCESSO DEI  individuare procedure e percorsi predefiniti;


FORNITORI ESTERNI AI  Se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono
rimanere a bordo dei propri mezzi oppure rispettare la
CANTIERI distanza minima di un metro;
 No all’accesso ai locali chiusi comuni del cantiere;
 Predisposizione di servizi igienici riservati.

PULIZIA E IGIENE NEL Va assicurata la pulizia giornaliera e la sanificazione


CANTIERE periodica :

 degli spogliatoi e delle aree comuni;


 dei servizi igienici;
 mezzi d’opera con le relative cabine di guida con
prodotti previsti dalla circolare del ministero della
salute.

Le persone devono in particolare adottare frequente e


minuzioso lavaggio delle mani con appositi prodotti
disinfettanti messi a disposizione.
La periodicità della sanificazione verrà stabilita dal datore di
lavoro previa consultazione del medico competente e di
RSPP e RLS.

GESTIONE SPAZI COMUNI L’accesso agli spazi comuni (uffici, mense, spogliatoi) va
contingentato per assicurare la distanza di sicurezza di un
metro con:

 tempi ridotti di permanenza,


 ventilazione continua dei locali.

ORGANIZZAZIONE DEL  turnazione dei lavoratori;


CANTIERE  gruppi autonomi, distinti e riconoscibili;
 diversificazione orari di entrata, sosta e all’uscita;
 nei cantieri con numero di occupati superiore a 250
unità) il datore di lavoro deve assicurare il presidio
sanitario.

GESTIONE DI UNA PERSONA In presenza di febbre superiore ai 37,5° e sintomi di


SINTOMATICA IN CANTIERE infezione respiratoria quali la tosse, la persona:

1. deve dichiararlo immediatamente al datore di lavoro o al


direttore di cantiere;
2. va isolata in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria;
3. il datore di lavoro collabora con le Autorità sanitarie per
l’individuazione degli eventuali “contatti stretti”;
4. si provvede alla sanificazione dei luoghi e degli strumenti
di lavoro.
Partendo dal fatto che chi lavora in cantiere, già prima dell’epidemia, è obbligato all’uso dei
DPI cioè Dispositivi di Protezione Individuale che sono attrezzature utilizzate allo scopo di
tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori (guanti, occhiali, visiere, maschere facciali
filtranti, scarpe, ecc.).
Il loro utilizzo è raccomandato per la protezione personale riguardante i rischi soggetti
all’interno del posto di lavoro in questo caso il cantiere.
I DPI nel mercato sono molti sopratutto quelli usati nel cantiere, ma in questa ricerca mi
soffermerò sui DPI più usati in generale da tutte le persone per contrastare le infezioni/ virus
in questo caso il Covid-19 .

Tra i DPI più usati per contrastare le infezioni sono le mascherine che venivano indossate per
lo più per lavori legati all’uso di materiali e sostante chimiche e biologiche ma che in questo
periodo vengono usate da tutti i lavoratori.

In questo caso bisogna chiarire però la differenza tra le mascherine e i dispositivi di


protezione individuali (DPI). Le mascherine sono quelle “da chirurgo”, solitamente monouso,
la loro funzione è abbastanza limitata e più che altro fanno in modo che chi le indossa eviti di
emettere particelle di saliva o starnuto all’esterno, in sostanza proteggono gli altri più che chi
le sta usando.

I DPI sono invece dei veri e propri strumenti di protezione per chi li indossa, e ce ne sono di
tantissimi tipi, divisi in base al loro potere filtrante. In questi giorni si sente molto parlare delle
tipologie FFP1, FFP2 e FFP3: si tratta di sigle per classificare le maschere in base al loro
potere protettivo e semplificando possiamo dire che le FFP1 filtrano circa il 78% delle
particelle di polveri, fumo e aerosol esterno mentre le FFP2 filtrano circa il 92-95% e infine le
FFP3 hanno un potere filtrante maggiore, quasi del 100%.
FFP sta per “filtering face piece” e le tipologie 2 e 3 sono considerate le più efficaci nel
contrasto al coronavirus. A differenza di quelle chirurgiche, alcune di queste mascherine
presentano una valvola che ha la funzione di permettere una migliore respirazione della
persona, questi tipi di DPI proteggono maggiormente chi li utilizza rispetto a chi è esterno.

In sintesi a mio parere, se tutti usassimo le mascherine chirurgiche limiteremmo


notevolmente il rischio di contagio, tecnicamente però le migliori sono quelle classificate FFP2
e FFP3 senza valvola perchè garantiscono una efficace protezione sia per l’utilizzatore che per
gli esterni.

Anche i guanti sono tra i protagonisti del periodo di emergenza per il contagio Covid-19.
Secondo me però coprirsi le mani è inutile perché toccando superfici contaminate li
contaminiamo a loro volta e, se ci tocchiamo il viso, ci contaminiamo.

È evidente che i guanti siano utili (e a volte obbligatori) per operatori sanitari e per chi lavora
negli esercizi commerciali, in generale per chi sta a contatto con il pubblico. Però utilizzarli non
sostituisce il frequente lavaggio delle mani oppure il lavaggio con gel.

I guanti più utilizzati sono quelli monouso in lattice a mio parere uno spreco di plastica perchè
basta solo lavarsi le mani con il gel se si è in posti pubblici e il loro utilizzo non serve più di
tanto e cosi’ aiuteremo anche l’ambiente intorno a noi.
Infine ci sono altri DPI come tute e visiere ma in questo caso vengono usati di meno se non per
medici o infermieri, ma anche in alcuni posti di lavoro come nelle fabbriche dove venivano
usati ache prima del virus.

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