Revisore: P.E.C.P.
Materia: anatomia patologica
Docente: Vermi, Poliani
Data: 14/10/20
Nessuna comunicazione o integrazione Lezione n°: 6
Argomenti: tumori del polmone, malattie
demielinizzanti
L’esposizione cronica al fumo di sigaretta è un insulto che porta l’epitelio ciliato di rivestimento delle
vie aeree ad alterazioni che prevedono iperplasia delle cellule basali, metaplasia squamosa e
displasia di vario grado verso il carcinoma in situ, ed infine quello invasivo Questo percorso
eziopatogenetico è ormai consolidato per quanto concerne il carcinoma squamoso centrale.
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2.1 Carcinoma a cellule fusate o
carcinoma
sarcomatoide/pseudocarcinomatoso
È una neoplasia venuta alla ribalta negli ultimi
anni perché presenta una lesione molecolare
target di farmaci di recente introduzione.
Può essere una lesione centrale o periferica, la
presentazione microscopica è principalmente a
forma di cellule fusate; è positivo a
citocheratine, negativo a marcatori di
differenziazione polmonare e marcatori
squamosi (P40, P63, citocheratina 5 e 6).
La diagnosi differenziale va fatta con altre
forme di carcinoma ad atteggiamento
pleomorfico, neoplasie mesenchimali quindi sarcomi, ed istiocitoma fibroso.
È una neoplasia epiteliale composta da cellule fusate, ma è importante sottolineare che il termine
carcinoma sarcomatoide è riservato solo alle lesioni che non hanno parti o marcatori adeno-squamo
identificabili all’immunoistochimica.
All’immunoistochimica positività per:
• marcatori epiteliali, quindi a pool di cheratine
• EMA
• D2-40 del mesotelioma (scoperto come marcatore di endotelio linfatico, poi nelle cellule
follicolari dendritiche)
Negatività per:
• marcatori dei tumori mesenchimale
• P63 e P40 (marcatori di squamocellulare)
• TTF1 e napsina A (marcatori di adenocarcinoma).
Ad oggi deve essere ricercata una
particolare alterazione molecolare nei
carcinomi del polmone, soprattutto
nell’istologia a cellule fusate: si tratta di
un’ampia delezione che genera exon
keeping dell’esone 14 di MET. Questa
determina la perdita delle regioni
regolatrici e quindi un’aumentata attività di
signaling del recettore MET, che risulta
sensibile a farmaci inibitori delle tirosin-
chinasi.
3.1 Adenocarcinoma
È una neoplasia importante dal punto di vista epidemiologia all’interno del gruppo di tumori a cellule
piccole, è il più frequente nelle donne dato che esiste un gruppo di adenocarcinomi RAS-mutati, non
associati al fumo di sigaretta, per i quali è stato introdotto due anni fa un nuovo farmaco target.
Colpisce la 5^-7^ decade di vita, una fascia di età più giovane rispetto allo squamocellulare.
È principalmente una lesione periferica, che può coinvolgere la pleura e quindi richiedere una
diagnostica differenziale con mesotelioma pleurico. È spesso multicentrica e multipla, per questo
impone diagnosi differenziale con metastasi intrapolmonari e dal mesotelioma pleurico.
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La classificazione WHO del 2004 divide
l’adenocarcinoma del polmone in diversi istotipi:
• Acinare
• Papillare
• carcinoma bronchiolo alveolare (BAC):
o forme non mucinose
o forme mucinose
o forme miste
• solido
• altre forme più rare:
o fetale
o mucinoso
o anello con castone
o a cellule chiare
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4.1 Carcinoma adenosquamoso
Il carcinoma adenosquamoso è una lesione che
è costituita dalla combinazione delle due
componenti adenocarcinomatosa e squamosa,
in cui ognuna di esse deve rappresentare
almeno il 10% della neoplasia; per questo
motivo la diagnosi definitiva richiede idealmente
un campione da resezione chirurgica. Questa
lesione rappresenta una piccola frazione dei
carcinomi del polmone ed è generalmente
periferica, l’immunoistochimica identifica una
commistione dei marker specifici per le due
componenti. Per quanto riguarda l’assetto
molecolare i carcinomi adenosquamosi vengono considerati come AC, e sono quindi da tipizzare, al
contrario del carcinoma squamoso che ha in anamnesi l’esposizione al fumo di sigaretta e non viene
mai tipizzato perché non è bersaglio di farmaci molecolari, ad esclusione degli anti-checkpoint.
Istotipi:
• tumorlet
• basso grado: carcinoide tipico e atipico
• alto grado: carcinoma neuroendocrino a grandi cellule e carcinoma neuroendocrino a piccole
cellule.
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I diversi istotipi hanno delle diversità per quanto riguarda epidemiologia e prognosi. Le forme
carcinoidi insorgono più precocemente rispetto a quelle carcinomatose, le quali hanno anche
un’incidenza maggiore nel sesso maschile. L’esposizione al fumo è ben correlata per quanto
riguarda le lesioni carcinomatose aggressive ad alto grado. Queste forme sono associate
variabilmente alla presenza di sindromi neoplastiche, soprattutto quella small cell; è frequente la
diffusione nodale nel carcinoide atipico e nel carcinoma large cell, mentre è tipica la diffusione
metastatica a distanza nello small cell. È importante fare diagnosi differenziale tra i due tipi di
carcinoma ad alto grado perché essi hanno una prognosi completamente diversa.
Dati epidemiologici
Curva sopravvivenza
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Pattern istologici: si identificano pattern tipici di
differenziazione neuroendocrina come le rosette di
cellule monotone con solita crescita papillare o
pseudoghiandolare; presenza di cromatina diffusa in
grani, cosiddetta sale e pepe, si contano meno di 2
mitosi/mm2.
Carcinoide atipico del polmone: si distingue per atipia nucleare e mitosi più presenti con un cut-off
di 10 mitosi/mm2, le cellule hanno aspetto fusato con spiccata atipia. Questa lesione si può
associare a necrosi.
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Diagnosi differenziale dei vari tipi di tumori
neuroendocrini: è fondamentale considerare il
numero di mitosi cut-off <2 o >2 o >10
mitosi/mm2, necrosi assente nel carcinoide
tipico, può essere presente nel carcinoide
atipico ed è estensiva nello small e large cell,
immunoistochimica è necessarie per il large cell
e ne permette la distinzione con quello di origine
non neuroendocrina.
Approccio terapeutico: le forme ad alto grado a small e large cell si presentano in stadio avanzato
alla diagnosi e raramente possono subire un trattamento chirurgico, che è invece di routine per le
forme carcinoidi.
MALATTIE DEMIELINIZZANTI
Le malattie demielinizzanti sono importanti per l’aspetto neurologico, anche se in neuropatologia
capitano meno frequentemente, tuttavia bisogna imparare a riconoscerle.
L’aggressione alla mielina può avere diverse cause: post infettiva, da infezione virale (ad esempio
la PNL, leucoencefalopatia multifocale progressiva) e può essere più o meno selettiva nei confronti
delle componenti del sistema vaso-cerebrale. La sclerosi multipla e quindi della placca di sclerosi
multipla sono il prototipo per la descrizione istopatologica della malattia demielinizzante.
Diagnosi differenziale: con i gliomi cerebrali, per via della localizzazione comune.
Aspetto macroscopico: lesioni ben delimitate e centrate nella sostanza bianca, sono infatti lesioni
profonde e subcorticali, l’aspetto può essere microcistico nelle aree datate/croniche che vanno
incontro parzialmente a processi di rigenerazione.
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Criteri diagnostici all’osservazioni microscopica:
netta demarcazione tra placca e parenchima
normale, nell’ area patologica è visibile un massivo
reclutamento di linfociti T (marcati con CD3) in
disposizione perivascolare e dei macrofagi,
presenza di astrociti stellati reattivi e con ampio
citoplasma colorabili con GFAP e di cellule di
Creutzfeldt, che sono prodotti di degradazione
cronica dell’astrocita con nucleo picnotico.
Bisogna sottolineare che la caratteristica
importante dal punto di vista diagnostico è la
perdita massiva di mielina con una relativa
preservazione della trama assonale: infatti
l’aggressione è a carico della mielina che circonda l’assone. Ovviamente avendo mielina e assone
delle interazioni molto importanti e complesse, se una va in sofferenza, anche l’altra la seguirà. Tutto
ciò spiega anche come in alcuni casi ci possa essere un processo rimielinizzante con un recupero
funzionale.
La mielina, quindi, può essere colorata tramite
tecniche di immunoistochimica come gli Abs anti-
MBP, mentre la trama assonale è evidenziata tramite
impregnazione argentica o Abs anti-neurofilamenti.
Con queste colorazioni si vedono degli assoni
troncati, i cosiddetti sferoidi che sono suggestivi di
interruzione della trama assonale. Questa duplice
colorazione che evidenzia sia la mielina che la trama
assonale è utile per fare diagnosi differenziale con
eventi come l’infarto cerebrale, in cui il danno
ischemico causa una distruzione indiscriminata della
sostanza bianca in toto, quindi della mielina e degli
assoni.
Dal punto di vista istologico:
-placca pallida: la colorazione per la mielina è meno intensa per la parziale rimielinizzazione,
identifica un’ex placca attiva.
-placca attiva in ematossilina-eosina: zona poco cellulata (pochi oligodendrociti).
NORB
La neuropatia ottica retrobulbare è una particolare forma di SM tipica dei soggetti giovani. Esordisca
con una perdita vista asimmetrica ed improvvisa del visus, il paziente viene sottoposto ad
accertamenti radiologici e la TAC o la RM mostrano una lesione demielinizzante al nervo ottico, per
la quale viene somministrato un bolo di cortisone che aggredisce in fase acuta la componente
infiammatoria e consente la ripresa del visus, ma il paziente avrà diagnosi di SM.
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Caso clinico di ragazza di 38y: lesione espansiva frontale di
basso grado, proliferativa. Interpretata da clinico radiologo
come una lesione glioneuronale. La biopsia che arriva
presenta: tanti astrociti reattivi, cellule stellate con citoplasma
eosinofilo intenso, flogosi perivascolare e altre cellule di tipo
infiammatorio; assenza di cellule neoplastiche. A seguito
dell’asportazione del
“tumore”, i frammenti
vengono processati:
lesioni neoplastiche risultano ancora assenti, ma vengono
identificati meglio linfociti perivascolari con astrociti molto
attivi e cellularità macrofagica; sospetto di malattia
demielinizzante. Viene eseguita GAFP con marcatori per
macrofagi e in seguito colorazione per mielina per verificare
l’interessamento mielinico. Confermata malattia
demielinizzante.
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Citologia: presenza dei Bunina bodies, inclusioni granulari eosinofile dovute al deposito delle
proteine da misfolding che dissociano e sostituiscono la sostanza di Nissl (fisiologicamente ben
rappresentata nel motoneurone).
Alla biopsia muscolare è visibile un’atrofia molto selettiva in base alla denervazione.
Eziologia: fattori genetici come TDP43 (RNA binding protein), FUS, gene ORF 72 (SLA associata a
forme familiari di demenza frontotemporale); auto Abs; cause immunitarie; stress ossidativo; deficit
di neurotrasmettitori e di trasporto assonale. La SLA in realtà ha cause eterogenee perché è una
sorta di sindrome.
Fino a qualche anno fa l’unico gene associato alla SLA era SOD1, una superossido-dismutasi
mappata sul cromosoma 21 la cui mutazione è legata ad una forma familiare grave di SLA (il 5% di
tutti i casi), a trasmissione autosomica dominante. Il modello animale più usato per lo studio della
SLA è il topo SOD1
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2.4 Demenze
Esistono diverse forme di demenza su varia base:
-senile: ha principalmente causa vascolare, si generano microinfarti nella corteccia con sofferenza
su base ischemica
- patologia da misfolding: Alzheimer, in soggetti più giovani (dai 50 anni)
-causata da esiti post-infettivi: come meningoencefalite cronica.
Istologia Alzheimer: perdita neuroni, quelli residui hanno una forma piramidale striminzita con
eosinofilia del citoplasma, depositi evidenziabili con colorazioni anti-amiloide o impregnazione
argentica, utilizzabili anche per evidenziare le placche extracellulari.
L’Alzheimer, come la SLA, ha una patogenesi complessa che coinvolge anche il sistema
immunitario. Il Professore riporta uno studio che ha effettuato su un topo knockout per Trem2, una
proteina coinvolta nelle forme di demenza perché causante sofferenza della microglia. Una
mutazione di questo gene rende la microglia displastica, perciò essa non funziona e non fa clearance
all’interno del cervello, non si riparano i danni, e ciò porta a degenerazione.
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