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Rapporto tra Filosofia e Teologia, Ragione e Fede

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Filosofia

Teologia e filosofia sono due dottrine che viaggiano su binari paralleli. Fin da piccoli ci è stato insegnato che
due rette parallele non potranno mai incontrarsi, ma non tutti sanno che se queste vengono prolungate
all’infinito su un piano terrestre, si incontrano e così accade anche con le nostre due dottrine.

Il rapporto tra filosofia e teologia è stato trattato più volte durante il corso dei secoli. Tra le voci più
autorevoli in merito, emerge senza dubbio, quella di Agostino d’Ippona (354-430). Inizialmente pagano, si
convertì al cristianesimo senza però dimenticare gli studi classici effettuati in giovane età. Egli, infatti,
inizierà un processo di trascrizione dei testi classici latini e greci eliminando, però, tutti i possibili elementi in
contrasto con la fede. La sua produzione letteraria sul tema fu vasta e per questo, per la Chiesa Cattolica, è
considerato Padre e anche Santo. Nelle sue opere Sant’Agostino sottolinea come la filosofia l’abbia aiutato
a comprendere e ad accogliere il messaggio cristiano, infatti egli si pone come un viandante ignaro della
strada da percorrere, ma che grazie alla filosofia, riesce a trovare la via del Signore, un po’ come Dante che,
disorientato, si ritrova nella selva oscura e che grazie all’aiuto di Virgilio, che rappresenta la ragione e
quindi la filosofia, riesce a trovare la strada verso Dio. Secondo Agostino poi, lo scopo della filosofia e della
teologia è lo stesso, infatti entrambe puntano alla verità, la prima attraverso la ragione, la seconda
attraverso la fede. Inoltre insiste dicendo che la filosofia e la teologia dipendono una dall’altra poiché
l’uomo non riesce mai a cogliere a pieno la ragione e quindi necessita della fede per raggiungere la verità,
ma per comprenderla davvero si dovrà servire nuovamente della ragione. Lo stesso tema viene affrontato
da Raffaello nella Stanza della Segnatura, egli rappresenta la via attraverso la quale si raggiunge il Vero. Si
può arrivare alla verità (ossia Dio) attraverso il pensiero dell’uomo (quindi la filosofia) o tramite la fede.
Infatti nella stessa stanza da una parte è presente l’affresco con la Scuola di Atene, nel quale troviamo i più
grandi filosofi e pensatori (tra essi è presente Averroè che riteneva che tra filosofia e teologia non esistesse
alcuna conflittualità, poiché le uniche possibili differenze dipendono unicamente dalle diverse
interpretazioni) e dall’altra la cosiddetta Disputa del Sacramento che ha come tema centrale la fede-
teologia.

A supportare le idee di Sant’Agostino è Anselmo d’Aosta, massimo esponente del pensiero cristiano
medievale, infatti l’arcivescovo considera la filosofia un mezzo con cui comprendere ciò in cui si crede.
Sostiene il legame tra ragione e fede, ma in più rivela anche l’esistenza di un contrasto tra le due dottrine.
Bernardo di Chiaravalle sarà invece uno dei contestatori dell’idea Agostiniana, poiché era convinto che la
filosofia avesse un ruolo superfluo, la considerava utile ma non necessaria, essa distraeva i monaci dai loro
compiti effettivi: il lavoro e la preghiera. A favore di questa teoria il monaco argomentava spiegando che
Gesù non scelse i suoi discepoli tra colti studiosi ma tra le persone umili e fedeli.

Tra il XI e il XII secolo il numero delle scuole aumentò e iniziò un processo di laicizzazione della didattica che
fece perdere potere alla Chiesa ed è in questo periodo che con Pietro Abelardo sembra avvenire un
riavvicinamento alle idee di Sant’Agostino. Il pensatore francese affermò più volte che sono necessarie più
spiegazioni basate sulla ragione e sulla filosofia, più dimostrazioni e meno parole. Nonostante le sue
affermazioni, la fede rimane comunque alle fondamenta del suo pensiero e la ragione deve essere a
servizio di essa, perciò non deve in alcun modo provare a “svelare” i misteri che “viaggiano” con lei. La
Chiesa all’epoca considerava la filosofia e la ragione un pericolo ed è per questo motivo che nel Concilio di
Sens, organizzato proprio da Bernardo di Chiaravalle, Abelardo venne considerato eretico e venne
scomunicato.

Come successe con Abelardo, anche Galileo Galilei, astronomo, fisico e ingegnere di Pisa, venne processato
dalla Chiesa. Le motivazioni del suo processo furono però diverse, infatti confermando l’eliocentrismo si
inimicò la Chiesa cattolica che considerava il suo pensiero “fortemente eretico poiché contraddice
esplicitamente (…) la Sacra Scrittura”. Nonostante i tentativi di difesa, Galileo venne messo all’indice, fu
costretto ad abiurare e a passare il resto della propria vita agli arresti domiciliari. Già Michelangelo, nel
Giudizio Universale, aveva celatamente fatto riferimento alle teorie eliocentriche dipingendo un Cristo-
Apollo imberbe e giudice posto al centro di un vortice senza più contenimenti prospettici, che si poneva
come la trasposizione del Sole che Copernico, di lì a pochi anni, avrebbe messo nero su bianco nel suo De
Rivolutionibus.

Nel 1225 nacque Tommaso dei conti d’Aquino, un frate domenicano che considerava la filosofia e la
teologia due dottrine distanti poiché la prima svolge argomentazioni vere in quanto dimostrate, mentre la
seconda crede in una verità che è tale in quanto rivelata. Per il frate se la filosofia dovesse contestare una
verità della fede sarebbe in errore, perché la ragione è umana, quindi può sbagliare, invece la fede non può
non essere sempre nel giusto poiché crede in Dio e Dio è il vero. Inoltre Tommaso ritiene la filosofia serva
della teologia perché essa svolge un compito preparatorio, ponendo le premesse in modo che la fede sia
sempre ragionevole, illustra il contenuto di quest’ultima e deve dimostrare che se dovesse andare contro di
questa sarebbe nel torto. Ma nella sua opera L’unità dell’intelletto contro gli averroisti, troviamo anche
l’idea che il corpo umano biologico abbia origine da un corpo animale e quest’ipotesi è rintracciabile anche
andando più indietro come, ad esempio, nel De Anima di Aristotele in cui l’autore espone l’idea
dell’adattamento degli esseri viventi a seconda dell’ambiente in cui vivono. Nel Novembre del 1859 venne
pubblicata L’origine della specie di Darwin, da cui nacque una generale ostilità da parte della Chiesa verso la
teoria dell’evoluzionismo. Un’ostilità comprensibile se consideriamo che sarà proprio la teoria
dell’evoluzionismo di Darwin a far crollare per sempre quella creazionista della religione cristiana. Ma il
biologo raramente si esporrà sull’argomento Dio-religione poiché egli indagava la natura attraverso gli
strumenti della ragione, tramite esperimenti e dimostrazioni, tutti metodi non applicabili sul campo della
fede.

Dal 1300, specialmente con Guglielmo di Ockham, fede e ragione si separano del tutto. Infatti, secondo
Guglielmo, l’esistenza di qualcosa si può comprendere solo tramite l’intuizione, poiché solo l’esperienza
diretta di una cosa garantisce che essa esista davvero, inoltre per la ragione umana si può avere intuizione
solo di realtà particolari e mai di realtà generali. Per questo motivo tramite la ragione è possibile fare solo
ipotesi, su Dio e la fede, perciò sarà proprio quest’ultima la sola a poter affermare l’esistenza di Dio.

Credo che ai giorni nostri, nella nostra società, la scienza e la ragione abbiano preso il sopravvento sulla
religione, infatti la Chiesa ha dovuto rinnegare alcune affermazioni ormai oggettivamente errate per evitare
di perdere del tutto la propria credibilità e di conseguenza i propri fedeli. Nonostante questo la religione ha
ancora un impatto fortissimo su gran parte della popolazione e riesce a trascinare intere folle forse proprio
perché punta sul coinvolgimento emotivo, estatico e istintivo piuttosto che sulla razionalità di cui la massa
non fa generalmente gran uso.

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