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755 760 765 aduersos tasty » «Nunc age, Da sequa gloria, qui maneant Itala de gente nepotes, Watuy inlustris animas nostrumque in nomen ituras, expediam dictis et te tua fata docebo. Ille (uides) pura iuuenis qui nititur hasta, proxima sorte tenet lucis loca, primus ad auras aetherias Italo commixtus sanguine surget, Siluius, Albanum nomen, tua postuma proles, quem tibi longaeuo serum Lauinia coniunx educet siluis regem regumque parentem, unde genus Longa nostrum dominabitur Alba. Proximus ille Procas, Troianae gloria gentis, et Capys et Numitor et qui te nomine reddet lit 17 Era il premio riservato ai giovani combattenti per un successo mi tare. _ 8 In varianti della tradizione pud figurare talora quale figlio di As nio, secondo il criterio squisitamente genealogico della ricostruzion un lignaggio maschile per i futuri ulii: della ragione del suo nome ey - i Silvi Ps ce due Versi pid avanti (comunque, definire quella di Silvio una ae Bone albana», stante Vetimologia schiettamente latina dich che 765, Significa definire senz’ altro latina la lingua dei futur i effet. oo pal a confluire, ma con sorprendente immediate Git s hon secondario dettaglio di convenuto tra! none a 12,821 sgg.t), a 664 i gi tiewss = i . : «E08 quale gloria accompagni nel tempo la discendenza ; Dardano, quali i posteri che t’aspettano dalla italica stirpe anime illustri e preparate ad andare in nome nostro. Pe fiilustrero con le mie parole e ti dard ragguagli dei tuoi destini. Quel giovane (tu Jo vedi) che s’ appoggia su un’ asta priva ; . . . di cuspide,"!7 760 per jmminente vicenda é sulla soglia della luce, il primo che all’ aria eterea sorgera mescolato con italico sangue, Silvio,!® denominazione albana, tua prole suprema, che a te pervenuto alla pienezza del tempo trarra la consorte Lavinia!!9 da silvestri luoghi tardivo re e procreatore di re, 165 da cui su Alba Longa dominera il nostro lignaggio. Quello appresso & Proca, vanto della razza troiana, poi Capis, poi Numitore,!2° e colui che ti ripeterA nel nome, 119 Figlia del re Latino e di Amata: Virgilio ricolloca il personaggio secondo la propria ricostruzione dello sbarco di Enea nel Lazio & delle Successive vicende. I mitografi greci, ad esempio, facevano di Lavinia la figlia di Anio, il re-sacerdote di Delo evocato a 3,80, portata da ene sé in ltalia come profetessa € sua Spos® (7,72; 314 € 3595 11,4795 12.17 64; 80; 194; 605 937). aj Amulio, pa- 2 Re di Alba Longa, figlio di Proca (6,767) ¢ fratello di Ar al i di Ilia e quindi nonno di Romolo e Remo. Privato del reg Apeel ioe lo riottenne grazie all’intervento dei nipot che wccise 665 Aeneas, pariter pictate uel armis si umquam regnandam acceperit Alba Qui iuuenes: quantas ostentant, aspice, uires! Atque umbrata gerunt ciuili tempora quercu, Hi tibi Nomentum ct € iabios urbemque Fidenam hi Collatin ponent montibus arces, p 775 Pometios trumque Inui Bolamque Coramque: * haec tum nomina erunt, nunc sunt sine nomine terrae Quin et auo comitem sese Mauortius addet . Romulus, Assaraci quem sanguinis Ilia mater educet. Viden ut geminae stant uertice cristae 780 et pater ipse suo superum iam signat honore? En huius, nate, auspiciis illa incluta Roma imperium terris, animos aequabit Olympo septemque una sibi muro circumdabit arces, Siluius 70 egrest 121 Perché vero nipote di Enea. Circa ’inciso seguente («.. se mg cover’ la monarchia albana), Servio glossa menzionando untae avrebbe usurpato il regno di Enea Silvio per cinquantatré anni; ma alte testimonianze antiche lo smentiscono, attribuendo a Enea Silvio un ee go periodo di regno (trentuno anni): vero & che la lista dei re Albani non ha carattere di univocita nelle fonti. Lespressione di dubbio sara piutto. sto topica e legata alla situazione complessiva in cui versano le anime (cfr. anche il v. 828). '22 La corona di quercia, chiamata «civica», era conferita al cittadino romano che avesse salvato di sua mano dal nemico un altro cittadino. Chi ne veniva insignito aveva il diritto di portarla per tutta la vita e godevadi particolari privilegi, anche di carattere fiscale. La corona civica compar- va fra le onorificenze conferite dal Senato ad Augusto nel 27 aC., dopo la chiusura delle guerre civili, per l’appunto con la congrua motivazione collettiva ob ciues seruatos. . i "23 Presunta colonia albana al confine fra il Lazio e 1a Sabina, ogsi Mentana (anche a 7,712). ¢ Cita latina, situata fra Roma e Preneste, sulla riva orientale dele £0, ora prosciugato, del Castiglione (Lago Regillo). Vi sorgeva un sm de tempio dedicato a Giunone. Da Gabi prendeva nome un pats modo di indossare la toga (cinctus Gabinus): il lembo della tos ve alzato, passato sulla spalla sinistra, sotto il braccio destro e quindi dotto sul petto (cfr, anche note a 5,755 e a 7,612). i sul L3 Citta del Lazio, situata sui colli di Villa Spada, con actor? colle di Castel Giubileo. 666 vio Ene: parimenti per virty di a aflente, Se Mai Ticeverd la mos he giovani Quanto grande vigor che V0 per impres i Se Ma albana, crva, vy; 710 ‘anno, - nortan Te tempie ombrate della ciyi EP asti Nomento!’ © Gabi!4 e la citt es > ti ti fonderanno sopra un es 2 . Mostrando! C8 Quercig,122 Adi Fidene,235 altura la Tocca di C | . a 4 di Collazia,!26 7 e Caste’ 128 ; ra eae e Castel d’Inuo!?8 e Bolal29 © Cora:!30 earanmo que ti allora i nomi, ora sono terre innominate. ‘nai compagno all’avo Aggiungera se stesso ji mavorzio Romolo, che dal sangue di Assaraco sua madre Ilia artorira. Vedi come un doppio cimiero!31 gli sta sul capo, eil padre stesso gia lo contrassegna Con la dignita d’iddio? Feco, con gli auspici di costui, figlio, quell’ yimpero ai limiti del mondo, sli spiriti aggua; esette cime circondera per sé con un unico 15 ] 7380 inclita Roma gliera, all’Olimpo, muro,!32 1% Antichissima cittA dei Sabini, quindici chilometti a est di Roma, assoggettata da Tarquinio Prisco e presto decaduta in etd repubblicana, ¥7 Citta dei Volsci nel Lazio, presso le paludi Pontine (Pometinae), 8 Citta rutula del Lazio, vicina ad Ardea, cosi detta per il culto di Inuo, divinita pastorale affine a Pan. 129 Vetusta fondazione degli Equi, nel Lazio, nell’ alta valle del fiume Sacco, non lontano da Palestrina. 130 Citta latina in una zona del Lazio meridionale poi occupata dai Volsci, ben presto divenuta colonia latina. Porta oggi il nome di Cori. 131 Caratteristico di Marte, compariva spesso nell’ iconografia di Ro- molo. - ; '2]1 verso ripete Georgiche 2,535, con il lieve adattamento del predi- cato: dal perfetto circumdedit, proprio dell’ originale contesto storico, al futuro circumdabit, imposto ora dal contesto profetico. Virgilio parla di «fortezze» (arces), come dire alture fortificate, pertinenti cio’ a una pia- nificazione urbanistica, e ne annovera sette, in conformita con il ce che diventera vulgato nei secoli (Roma, citta dei «sette as Bs Costantino, nel IV secolo, individuera «sete colli» nel eee al a sua fondazione di Costantinopoli, ufficialmente «Nuova Roma vagoria: finizione di tale canone, governata con evidenza dalla ae iP a a 2ante del numero sette (vd, nota a 8,448), sembra doversi a wa ArT NT stemazione antiquaria di Varrone Reatino: nel suo tratt at ro il perimetto tina (5,41-54) egli aveva infatti di fresco individuato due colli», di cui della Roma eroica — una serie di cinque «monti» e di “Tazio, provenienti il pid cospicuo era il Quirinalis, dove i Sabini di Tito Tazio, 667 785 790 800 felix prole uirum; qualis Berecyntia Mater inuchitur curru Phrygias turrita per urbes Jaeta deum partu, centum complexa Nepotes omnis caclicolas, omnis supera alta tenentis, Hue geminas nunc flecte acies, hane aspice Romanosque tuos. Hic Caesar et omnis Tuli Senter, progenies, magnum caeli uentura sub axem, Hic uir, hic est, tibi quem promitti saepius audis Augustus Caesar, Diui genus, aurea condet , saecula qui rursus Latio regnata per arua Saturno quondam; super et Garamantas et Indos proferet imperium: iacet extra sidera tellus, extra anni solisque uias, ubi caelifer Atlans axem umero torquct stellis ardentibus aptum, Huius in aduentum iam nunc et Caspia regna responsis horrent diuom et Macotia tellus et septemgemini turbant trepida ostia Nili. Nec uero Alcides tantum telluris obiuit, fixerit aeripedem ceruam licet aut Erymanthi da Cures (v. 811), avevano posto il loro accampamento, ben in facciad Campidoglio, al tempo della guerra con Romolo (la zona dei «colli Ve minale e Quirinale, e adiacenze, fino alla Porta Collina, sarebbe diven ta percid, dopo la pace, il quartiere sabino: cfr. nota a 7,709). Sarailee® allora di notare anche, e pud ben credersi che non sia una coincide come il nome «Roma» ricorra in tutto sette volte nell’ Eneide (1,739 Sone € 709; 8,635; 12,168). ibele (cfr. nota a 2,788 e 9,619). io ado _ 134 Augusto era, oltre che So ecanguneo (cfr, nota a 5,568), fighosi tivo di Giulio Cesare, ufficialmente divinizzato dopo la an rier __'35 Popolazione abitante in parte i territori dell’odierno Fei ra Si Fu litania interna), in parte la zona litoranea intorno alla Picoot aC Sottomessa per la prima volta durante I’impero di Augusto, fa eset 136 Gli abitanti dell’ India, regione poco conosciuta & sent! 668 per progenic deroi; quale ta Madr fertile 5 ae su_un carro, con la coron: © bereci i prasportae n. é di torri, ‘ale citta _ onda per parto di di, nelPabbraceio nee i abitatori del ciclo, tutti resident y ut" Ade! io Cento nipoti, lle ecce sso da questo lato appunta le Pupille, a athe. + Consider: ‘a questa ei tno Romani. Qui Cesare, ¢ tutta di Tulo ES ja stitpes che verra sotto l'ampia volta del Cielo, Questo @ l'uomo, & questo che pid d’una volta ti senti ™ Cesare Augusto, genitura del Divo, che stabilimn heeoon” d’oro nuovamente nel Lazio, sul territorio un tempo regnato da Saturno, € sopra i Garamanti!3s © gl’Indiani'3s estendera lV'impero: giace fuori delle nostre costellazioni!37 la regione, 795 fuori del percorso annuale del sole, dove Atlante reggitore del cielo sulle spalle sostiene il firmamento punteggiato del fuoco delle stelle.138 Inprevisione del suo avvento fin d’ora e i dominii del Caspio'? rabbrividiscono ai responsi degli déi, e la terra meotide,!“0 esi turbano trepidanti le sette foci gemelle del Nilo.'*! 300 Neanche I’ Alcide affrontd cosi vasta estensione di mondo, abbia egli trafitto la cerva dalla zampa di bronzo, oppure pacato mente orientale, nota per essere ricca di avorio e di perle (cfr. a 7,605; 8,705). Nel 25 e nel 19 a.C. Augusto aveva ricevuto formali ambascerie dall’India. 137 AJ di 1A della linea dello Zodiaco. 38 Cfr. nota a 4,482. et nel- 189 Sul Mar Caspio si affacciavano gli Albani ¢ e gli Iberi, stanziatt net laregione montuosa del Caucaso, gli Ircani e 1 Dat. ee Te 1a) territorio circostante 1a “Maeotia Palus”, vale @ a eee 2oy, il quale rinvia a Sciti e Sarmati, abitantt i] bacino ; Voordate dal- Sarmati, come pure Albani e Iberi, sono fra le pop opolo romano. le Res gestae di Augusto per aver richiesto V'amiciZis et are assai pid 141 Del grande fiume, vita e simbolo dell’Egitto. ¢ Vivace e meno formulare anche a 8,711 (v4- inoltre 9,31)- 669 ora et Lernam tremefecerit arcu; uictor iuga flectit habenis ce de uertice ti, pacarit nem nec qui pampine qmus adhue uirtute extendere uiris stere terra? nsignis oliuae aut metus Ausonia prohibet con Quis procul ille autem rams 2 noscon crinis incanaque menta sacra ferens s10 regis Romani, primam qui legibus urbem fundabit, Curibus paruis et paupere terra missus in imperium magnum? Quoi deinde subibit otia qui rumpet patriam residesque mouebit Tullus in arma uiros et iam desueta triumphis gis. agmina. Quem iuxta sequitur iactantior Ancus, nune quoque iam nimium gaudens popularibus auris, Vis et Tarquinios reges animamque superbam 142 Cfr, nota‘a 6,287 e 576 (vd. anche a 7,658 e 12,519). Ercole riusci auccidere I’Idra bruciando le estremita troncate e impedendo cosi alle te- ste di moltiplicarsi. 143 Libero é in origine, in coppia con Libera, una divinita italica della fecondita nella famiglia e nella natura. Costitui con Libera e con Cerere T’equivalente latino della triade greca Demetra, Dioniso e Core (Persefo- ne). Venne, quindi, assimilato a Bacco/Dioniso e quello di “Liber” di- venne un appellativo del dio, equivalente al greco eleuthérios (usato da Virgilio solo in questo luogo). 14 Tl monte dell’India, dall’incerta localizzazione, che aveva dato i natali a Dioniso/Bacco, il quale aveva fondato nelle vicinanze la cittd omonima. _'# Insediamento sabino sulla Via Salaria, localizzato sul colle deno- minato oggi Casino d’Arci (Passo Corese). Secondo un’ ipotesi gia anti- ca ne deriverebbe il termine «Quiriti», per almeno una quota parte della popolazione della Roma primitiva, nonché il nome del Quirinale (nota al V. 783). Anche a 8,638 e 10,345. . '46 Tullo Ostilio, il terzo re di Roma. Combatté contro gli Albani (ae- cordandosi con il dittatore di Alba, Mettio Fufezio, affinché il conflitto fosse risolto dallo scontro fra gli Orazii e i Curiazii: vd. a 8,643), come Gini. Sabini e Bi Etrusch, Tascurato nelle question religioss ay on un fulmine. i vog! ato elim! Anco Matzio (anche @ Reng vogliono che fosse sta! 670 ste dell’ Erimanto, e terrorizzato | liche da vincitore manoyr ¢ fore’ cf ne ane’ Tnal42 ai Col suo arco; Vil Bi0g coy » N redini 12 guidatore di tigri dalla s di pampini, nel tblime ve . jbero. ad Acanticiwe wes © Vetta di Nisa.144 U : r ad acquisire pid poter A Con Pl ' 805 a jaura a impedire di metter piede in terra ore, 1d Ausonia? 0 chi’ poi colui, laggid, distinto da rami d’olivo. “pe rec sacri arredi? Non ravviso io il cri i che rer mano, che dard solidita di nee il mento canuto qelte romano, idita di legge aj Primordi gella citta, dalla piccola Cures'45 e da un POvero paese jnviato pet una grande missione? A cui Poi sul 1 n ‘ . bent qullo,!° che infrangera la quiete della patria e chimera alle armi 810 gli vomini impigriti e le schiere ormai non assuefatte a trionfare. Lo segue accanto pit orgoglioso Anco,!47 anche ora gia troppo compiaciuto del favore Popolare. 148 yuoi anche vedere I’anima superba"? della monarchia 815 tarquinia, 447 J] quarto re di Roma, nipote di Numa. A lui si attribuivano la con- quista di una serie di citta latine, la cui popolazione avrebbe costituito la plebe romana, e lestensione del territorio della cittd lungo il Tevere fino allo sbocco al mare, dove avrebbe fondato Ostia («La Foce»). Era rite- nuto il promotore della realizzazione di una serie di opere pubbliche, fra le quali il ligneo Ponte Sublicio, restato a lungo l’unico passaggio del Te- yere nei pressi dell’ Isola Tiberina. 48 Testimonianza di tale favore era fornita dalla narrazione di Livio, che ne ricordava |’elezione al trono per unanime volonta popolare. 149 F Tarquinio il Superbo, il settimo e ultimo re di Roma. Damarato di Corinto, giunto esule a Tarquinii, sposd un’etrusca dalla quale ebbe un figlio, Lucumone, che si stabili con la moglie Tanaquilla a Roma, al tem- podel re Anco, il quale nomin6 lui, che aveva preso il nome di Lucio Tar- quinio, tutore dei suoi figli dopo la sua morte. Tarquinio si fece nomina- rere dal popolo e apportd a Roma miglioramenti interni e conquiste ter- Nitoriali. Alla morte di Servio Tullio, suo successore, sali al trono il figlio © nipote del primo Tarquinio (detto Prisco), soprannominato appunto il Superbo, il quale governd tirannicamente finché fu deposto € cacciato, né sli valse, a riconquistare il potere perduto, l’iniziale aiuto del potente ge- nerale di Chiusi, comunemente noto come Porsenna, il quale fini per a Pandonarlo, ammirato dell’ eroismo dei Romani (vd. a 8,646 seg.). Qu - . ‘ini ‘0 Sil ‘4 Versione fornita dalla tradizione romana del predominio etrusc fa citta, 671 820 825 830 ig Bruti fascesque uidere receptos? ultoris © imperium hic primum sacuasque , Consulis Pee pater noua bella mouen Lpocnam pulchra pro libertate uocabit, Le I 0 <. utcumque ferent ca facta minore: ee patriac laudumque immensa Cupido aun Decios Drusosque procul sacuomque secur; aspice Torquatum et refcrentem signa Camillum, Illae autem, paribus quas fulgere cernis in armis concordes animae nunc et dum nocte Premuntur, heu quantum inter se bellum, Si lumina uitae attigerint, quantas acies stragemque ciebunt, aggeribus socer Alpinis atque arce Monoeci accipict Ni 150 [ «fasci» («fastelli», «fascine») erano mazzi di Verghe di ben poi di salice 0 di olmo, tenuti stretti insieme da una Corre ggia ros, ‘ula, Quali stava inserita una lama di scure (¢ il fatto che in un primes si ricorresse alla betulla, una pianta caratteristica di clima pil fee umido, poi ritiratasi da quasi tutte le regioni d'Italia, ne denaner got chita di segno distintivo). In Roma, secondo un uso in verita ne punto gia etrusco, essi avevano il valore di simbolo del potere ese, vo» assegnato ai magistrati con responsabilita dirette di Soveno e ceri, ficavano il diritto loro attribuito di comminare condanne a pene corporg. li (le fruste di vimini o di ramoscelli) 0 alla morte (la scure), in cid ris. sumendosi il cosiddetto ius uitae necisque, «diritto di vitae di morte»: j fasci sono percid qui definibili da Virgilio quali «riassunti» (recept ée si potrebbe anche intendere come «ereditati») da M. Giunio Bruto percsé ideologicamente visti come segnacolo del rinnovamento dello Siato a base repubblicana (vd. nota seguente), ovvero del fatto che i «consoli», ossia coloro che «provvedono» all’interesse comune, sono in effetti dt «re» eletti a scadenza annuale. Cfr. nota a 7,174. 'S! Il leggendario primo console romano, il quale guido la rivols, scoppiata in seguito alla violenza arrecata da Sesto Tarquinio a Lucrezis, la virtuosa moglie di Collatino, rivolta che provoco la cacciata dallacit! dell’ ultimo re, Tarquinio detto il Superbo. E celebre anche - come sid: Ce subito appresso — per non aver esitato a far giustiziare il proprio fats colpevole di aver tramato, con altri giovani nobili, a favore di unt Staurazione monarchica. + coor ci ._,|°? Degli esponenti della gens dei Decii (pid d’uno dei quali icon Tiche pubbliche anche di rilievo e che ebbero una parte impact Mo V affermazione politica dei plebei), la tradizione celebra i ia ivinith® Fs, padre, figlio e nipote, che avrebbero votato se stessi alla di pest quindi alla morte, in favore della vittoria del proprio esercito, 672 150 unti fasci!$° del vendicatore Bruto?1s1 werd cali Pe Ja prima volta le spictate scuri re consolare, ¢ benché padre eit ice gel por 1 suoi figli tramanti _ amend a pagare nel nome della bella liberta, shia ei suoi ; cht qurato, comunque i suoi posteri ne giudichino le azioni; amor di patria e lo sconfinato desiderio di fama. a. Tquato,'54 severo congiure 329 sven! .jncel Se 7 . y vn ouarda 12 i Decii'*? e i Drusi!53 e To a punire, e Camillo!>> che riporta le insegne. 825 ra, che Osservi ri i Quelle anco! nis eee eguale armamento, anime ora cone ne © continate in questa oscurita, ahimé, quanto grande guerra tra loro, se raggiungeranno ja luce della vita, quanta strage di eserciti provocheranno. il suocero!¢ discendendo dal vallo alpino e dalla cittadella 330 mente nel 340, durante una guerra contro i Latini; nel 295, alla battaglia di Sentino (presso Sassoferrato), durante una delle guerre sannitiche; nel 979, nella guerra contro Pirro. 153 Appartenenti alla gens Livia, avevano il loro capostipite in un Li- vio Druso “magister equitum” (comandante della cavalleria) nel 324 a.C. Un Marco Livio Salinatore aveva sconfitto Asdrubale al Metauro; un al- tro Druso era stato oppositore di Gaio Gracco e il figlio di lui era il tribu- no della plebe fattosi portatore delle rivendicazioni degli alleati italici di Roma, dopo la cui morte scoppid la cosiddetta «guerra sociale», gid ram- mentata. Ai Livii Drusi apparteneva Livia Drusilla, moglie di Augusto, e quindi i due figli di lei, il futuro imperatore Tiberio e Nerone Claudio Dmuso, nati dalle precedenti nozze con Tiberio Claudio Nerone. 154 Questo Torquato, console nel 340 a.C., fece giustiziare il proprio figlio perché, in una battaglia contro i Latini, contravvenendo ai suoi or- dini, era uscito dai ranghi, combattendo vittoriosamente contro un nemi- co. Figlio di L. Manlio Capitolino (vd. a 8,652 sgg.), fu pid volte anche dittatore. Avrebbe combattuto contro i Galli presso I’ Aniene (367 a. togliendo a un nemico la collana (torques) che gli avrebbe fruttato l’epi- teto, divenuto ereditario, di «Torquato», e contro i Latini nella battaglia Stessa che vide il sacrificio del primo Decio Mure. 155 Marco Furio Camillo, per la tradizione romana il salvatore ¢ «se- condo fondatore» di Roma, pid volte tribuno militare con potere Conso- lare, certamente a capo della guerra vittoriosa contro Veio (396 a.C.: ea hota a 11,759) e forse contro altri popoli confinanti (Volsci, Etruschi, ‘qui, Latini ed Ernici) fra il 389 e il 386, @ soprattutto celebre per aver vinehosamente marciato da dittatore su Roma, che liberd dai Galli, gia citori presso il fiume Allia. Sarr 'S6 Giulio Cesare: Pompeo aveva sposato Giulia, figlia di Cesare. 673 aduersis instructus FE, descendens, gene Ne, pueri, ne (anta " ¢ ualidas in uisc neu patri ; e tuque prior, tu parce, genus qui ducis O} proice tela manu, sangu meus! Ie triumphata Capitolia ad alta Corintho uictor aget currum, caesis insignis Achiuis, Eruet ille Argos Agamemnoniasque Mycenag ipsumque Aeaciden, genus armipotentis Achille; s40 ultus auos Troiae, templa et temerata Mineruae, ” Quis te, magne Cato, tacitum aut te, Cosse, Telinguayy quis Gracchi genus aut geminos, duo fulmina bell.” Y™Mpo; 835 157 Monaco, la citta costiera fra Nizza e Ventimiglia. 158 Lrapostrofe é rivolta, naturalmente, a Giulio Cesare, '59 Inizialmente la sommita meridionale delle due che Presenta jj, ate 5 nale dell t cok le pid importante di Roma, con il tempio di Giove, POI anche I'altra con la rocca della citta. La valletta intermedia era chiamata “asylum hae da pendice meridionale era la Rupe Tarpea (anche a 8,347 €653:9,4 1 La celebre citta greca, distrutta nel 146 a.C, in Seguito alla vittoria sulla Lega achea riportata da Lucio Mummio, che ne celebro il trionf, ‘6! Lucio Emilio Paolo, nel 168 a.C., conquistd la Macedonia, scon- figgendo il re Perseo, che si diceva discendente di Achille ed & chiamato per questo Eacide: Eaco, figlio di Zeus/Giove e di Egina, era padrediPe leo, dal quale nacque Achille. 1 Lallusione @ al furto del Palladio e al ratto di Cassandra. Perilte- ma della «vendetta» postuma di Ilio sui Greci per opera dei discendent Romani, cfr. a 1,284-286 e 11,287. 13 Marco Porcio Catone, detto il «Censore» (234- 149 a.C.), ers Tuscolo, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Tribuno al nella seconda guerra punica, fu questore nel 204, pretore in Se 198, console nel 195, Sostenne insistentemente la necessita della zione di Cartagine. Esponente della classe conservatrice, che 3 giava ai ceti rurali per avversare la nobilitas ellenizzante, i snalit it era Scipione I’Africano, la quale tendeva ad esprimere Peto fa Smatiche al disopra degli stessi ordinamenti statali, & rimas 674 ti Moneco,'*7 il gene No. ragazzi, non avy Os ng indit izzate le vos TO schicrato sul co zz il cuore a tre forti tempre ‘ Mrapposto Oriente! Weste tragiche contese, Ontro le Viscere, della a per primo, tw astienti, che trai Patria: ef ia, ascii cadere di mano le armi, 0 Sangue mio! Benealogia; * Quello in cima al Campidoglio!s9 dalla trionfata all’ Olimpotsa lam 835 Corinto! vincitore spingera il cocchio, insignito di strage achea, spiantera egli Argo e l’'agamennonia Micene eperfino un Eacide,'*! tazza d’ Achille signore delle battaglie, pet vendetta degli avi di Troia e del Profanato tempio a di Minerva.162 g4o Chi te, grande Catone,!® senza menzione 0 te, Cosso, 164 ae lascerebbe? Chi la famiglia di Gracco!® 0 entrambi gli Scipiadi,16 Ja censura, ottenuta nel 184 ed esercitata con grande severita, in difesa degli antichi costumi romani, contro ogni influsso «corruttore» straniero. Fu capace oratore e scrisse di agricoltura, di storia, di medicina, di arte militare. 16 Aulo Cornelio Cosso, il generale romano celebre per aver conqui- stato, durante una guerra con\ -ontro Veio e Fidene, le «spoglie opime», ossia l'armamento completo, di Lars Tolumnio, re di Veio, da lui ucciso in duello singolare. Le spoglie, cosi definite per essere appunto il segno di- stintivo d’onore di una vittoria personale su di un capo nemico, furono dedicate a Giove Feretrio. La tradizione romana ricorda solo due altre consacrazioni del genere a opera prima di Romolo e quindi di Marco Claudio Marcello (222 a.C.: vd. pit’ avanti), La datazione dell’impresa di Cosso oscilla fra il 437 e il 426. oe 65 | pitt celebri esponenti della famiglia dei Gracchi furono Tiberio e Gaio, figli di un Tiberio console e censore, e nipoti in linea materna di Scipione I’ Africano, tribuni della plebe rispettivamente nel 133 e nel 123-121: sostenitori di una riforma agraria, morirono entrambi vittime della resistenza aristocratica. , 7 ‘6 I due pid celebri Scipioni, indicati con una forma grecizzata del ie f0 cognomen, e cio’ Publio Cornelio Scipione Africano Maggiore, che Sconfisse, nella seconda guerra punica, Annibale (202 a.C.), € eas Emiliano, suo nipote adottivo, detto Africano Minore, che nel 146 a as e yguusione delta terza guerra punica, prese e distrusse Cartagine, ¢Valtro personaggi di assoluto primo piano nella vita politica romana. 675 4 Scipiadas, cladem Lib Fab ©. PArVOUE PoLenter, ium ucl te sulco, Serrane, serentem? gus quo fessum rapitis, Pabii? (un Maximus iy unus qui nobi cunctando restituis rem? Excudent alii spirantia mollius acra (credo equidem), uiuios ducent de marmor, orabunt causas melius caclique meatus sso describent radio et surgentia sidera dicent: tu regere imperio populos, Romane, memento (hace tibi erunt artes) pacique imponere Morem, parcere subiectis et debellare superbos. » Sic pater Anchises atque haec mirantibus addit: sss «Aspice, ut insignis spoliis Marcellus opimis ingreditur uictorque uiros supereminet omnis, le es, © Uoltus 187 Gaio Fabrizio Luscino, console nel 282 e nel 278 aC., vittor . Fl fl ns fl ~~» Vittorioso Sanniti, Lucani, Bruzi e Tarentini. Era uno degli esempi tad onesti e vita frugale, In occasione di un’ ambasceria presso Pino ent rifiutato le offerte tanto di Pirro stesso quanto di chi voleva attentare ally vita del re. 168 Nella tradizione &, come il senza dubbio pid noto Cincinnato, con il quale peraltro viene spesso confuso nelle stesse fonti classiche, ile dello dell’onesto e valoroso cittadino-guerriero dei sani ‘tempi antichi, che guida la patria alla vittoria e tuttavia non disdegna di coltivare di per. sona il proprio modestissimo podere. L’identificazione storica non éin effetti certa. Sembra si possa pensare a un Gaio Atilio Regolo, consol nel 257 a.C. e vincitore sul mare dei Cartaginesi (da non confondere oon il Marco Atilio Regolo, console nel 267 e 256, che guidd una spediziont disastrosa contro i Cartaginesi e fu celebrato dalla tradizione per avers frontato eroicamente il supplizio mortale inflittogli dai nemici). Seram, in origine Sarrano, potrebbe essere in tal caso un cognomen ex lie Sarra, Tiro. Gli autori antichi — come qui anche Virgilio - 10 fame ae ce derivare, in armonia con la tipologia di base del Personas ee «seminare». Omonimo di uno dei guerrieri nemici uccisi da Nis te la sortita notturna (9,335 e 454). «oni * Una delle pitt antiche e influenti gentes romane, i a republic Coprirono le pid alte magistrature sin dai primi tempi de i estingvesi* Secondo la tradizione di famiglia, la gens aveva rischiat 676

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