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Caratteri famiglia
Portamento arboreo o arbustivo, sempreverdi aromatici
Foglie a volte coriacee con inserzione alterna o opposta.
Famiglia a olii essenziali, presenti cellule secernenti in parenchima fogliare e fusto.
Fiore: piccoli, verdastri, giallastri o bianchi, riuniti in infiorescenze ascellari. Possono essere perfetti o unisessiali.
Perianzio costituito da 2 verticilli trimeri (3 sepali e 3 petali)
Androceo: Stami da 3 a 12, presenti nettari alla base del filamento
Gineceo: ovario supero, monocarpellare.
Frutto: drupa, endocarpo legnoso
Impollinazione entomofila
Caratteri comuni
Piante erbacee, perenni con foglie alterne composte.
Disposizione spiralata degli elementi fiorali, posti su ricettacolo convesso più o meno allungato.
Numerosi stami
Ovario apocarpico, numerosi carpelli singoli a formare più pistilli
Fiori: calice quasi sempre 5 sepali caduchi, corolla di 5 petali quando presente.
Si distinguono:
• fiori aciclici in cui solo il calice è verticillato (Helleborus) che rappresentano il tipo più arcaico da cui derivano gli altri tipi;
• fiori emiciclici con gli elementi perianziali verticillati ed elementi sessuali con disposizione spiralata (Ranunculus).
• Il perianzio è in alcuni casi un semplice perigonio (Caltha) ma più spesso è doppio e suddiviso in calice e corolla (Ranunculus).
Frutto: poliachenio (gen. Ranunculus), follicolo (gen. Helleborus), Capsula (gen. Nigella), raramente carnoso
Caratteri comuni
Piante dioiche, erbacee, erette o a portamento lianoso
Foglie semplice, palmato-lobate, con inserzione opposta nella parte inferiore dei fusti e alterna in quella superiore
Fiori poco appariscenti, non hanno petali e sono disposti in infiorescenze.
Fiori M: numerosi, riuniti in infiorescenze lasse e ramificate.
Fiori F: riuniti in infiorescenze con pochi fiori, compatte. Fiori sottesi a brattee, brattee ricche di tessuti secretori, hanno tricomi
ghiandolari.
Frutto: achenio
Cannabis sativa L.
Pianta erbacea, annua, fusto eretto.
Foglie inferiori con inserzione opposta, lungamente picciolate, palmato-composte 3-7 foglioline lancceolate con margine
seghettato.
Foglie superiore più piccole, inserzione alterna, intere o tripartite.
Le foglie sono ricoperte di tricomi e viscose.
Le foglie presentano peli di rivestimento unicellulari, ricurvi, con apice appuntito, alcuni mostrano la parte basale
ingrossata contenente cistoliti (concrezioni di CaCo3).
Sono anche presenti peli ghiandolari pluricellulari, meno numerosi sulle foglie, più abbondanti sulle brattee delle infiorescenze
femminili.
Pianta dioica.
Infiorescenze maschili sono costituite da racemi ascellari, penduli, con fiori costituiti da 5 sepali e 5 stami.
I fiori femminili sono riuniti a due a due, posti all’ascella delle foglie, ciascuno avvolto da una brattea a forma di guaina, una
seconda brattea ne avvolge 2.
Fioritura Marzo-Aprile
Il frutto è un achenio, piccolo e grigio avvolto da bratteole ricche di resina.
Droga = sommità fiorite della pianta femminile
P.A.: la resina contiene tetraidrocannabinolo, ad azione stupefacente ed arrecanti danno al SNC
Hashish = resina impastata con miele (THC 5-20%)
Marijuana = sommità fiorite mescolate con tabacco (THC 2-6%)
Uso: Come medicamento in oriente e nell’antichità per le sue proprietà analgesiche e antisettiche. Nella medicina moderna in
disuso.
Studi clinici hanno evidenziato la buona attività del THC nel trattamento di vomito provocato da chemioterapici, con
l’inconveniente degli effetti psichici.
Ordine: Fagales
Famiglia: Fagaceae
Specie: Fagus sylvatica L.
Quercus robur L.
Castanea sativa Miller
Caratteri comuni:
Piante a portamento arboreo, di dimensioni notevoli, con foglie a inserzione alterna, caducifoglie.
Piante monoiche, i fiori F e M sono sullo stesso individuo, riuniti in infiorescenze ad amento.
Fiori M: da 4 a numerosi stami posti su base fiorale ridotta, in genere su struttura bratteiforme.
Fiori F: isolati o riuniti a gruppi di 2-3 in un involucro chiamato cupula.
Il calice è aderente all’ovario.
Frutto: noce avvolta da cupula, una sorta di involucro esterno che accoglie i fiori ed è peculiare per ogni genere.
Castagno: frutto = noce, cupula = riccio
Quercia: frutto = ghianda, cupula = cappuccio
Impollinazione anemofila
Appartengono al genere:
Quercus robur L. (farnia),
Q. petraea (Matt.) Liebl. (rovere)
Q. ilex L. (leccio),
Q. cerris L. (cerro),
Q. pubescens Willd. (roverella),
Quercus suber L. (sughera: a foglie persistenti, fornisce il sughero).
Quercus infectoria Olivier
la foglia del rovere ha la parte apicale più espansa, il margine resta lobato, ha quasi una forma triangolare.
Il leccio è l'unico ad avere foglie senza margine lobato, la foglia è ellittica con apice acuto.
Il Cerro ha margini lobati più appuntiti, la cupola è particolare ha delle protrusioni.
la sughera ha foglie persistenti a differenza dell'intera famiglia.
Galle: formazioni rotondeggianti che si formano sulla pianta a livello delle gemme, in seguito alla puntura e deposizione delle
uova di insetti.
Per reazione all’attacco dell’insetto, la gemme va infatti incontro ad un accrescimento abnorme ed assume forma globosa,
diviene dura, di colore variabile verde-bruno, giallo, a seconda dello stadio di sviluppo.
Le galle vengono raccolte prima che da esse fuoriesca l’insetto adulto.
Droga: galle e cortecce dei rami giovani, da cui si estraggono tannini (le galle ne contengono fino al 70%, le cortecce fino al 25%),
adoperato come astringente, emostatico per uso esterno.
In medicina popolare il decotto di ghiande di farnia, torrefatte, è usato contro la dissenteria e in caso di gastralgia.
L’uso popolare suggerisce l’impiego delle foglie contro le tossi a carattere convulsivo, le proprietà espettoranti delle foglie
sarebbero dovute alla presenza di un saponoside.
I tannini determinano la precipitazione delle proteine.
In base a questa caratteristica vengono impiegati per:
Uso esterno
1. Azione astringente, cicatrizzante, emostatica e vasocostrittrice: su ferite superficiali (se assorbiti sono epatotossici) creano un
film protettivo che riduce la perdita di acqua (sangue e siero).
2. Azione antibatterica e antinfiammatoria, il film protettivo impedisce l’ingresso nelle ferite di batteri, poiché i tannini agiscono
a livello del citoplasma batterico causando la precipitazione delle proteine.
Uso interno: Azione antidiarroica (diarrea prevede perdita di liquidi per il mancato assorbimento della mucosa intestinale),
agiscono proteggendo la mucosa intestinale e facilitando l’assorbimento. dei liquidi.
Caratteri comuni
Piante erbacee annue o perenni
Foglie alterne, più o meno incise.
Fiori terminali ermafroditi, attinomorfi, solitari o riuniti in ombrelle o racemi.
2 sepali caduchi e 4 petali liberi (dialipetali), stami numerosi.
Ovario costituito da due o più carpelli, sincarpico, uniloculare, supero, spesso a stimma sessile (= non si distingue lo stilo nel
pistillo)
Frutto: capsula poricida o deiscente per valve longitudinali.
Capsula poricida: si formano piccoli pori sotto allo stimma sessile da cui si liberano i semi, numerosi e piccoli.
Deiscenza per valve: si aprono dal basso verso l’alto.
Famiglia a canali laticiferi, secernono e accumulano un latice ricco di alcaloidi la cui colorazione varia a secondadella specie.
Papaver rhoeas L.
Pianta erbacea annuale, fusto eretto,ramificato e ricoperto da peli.
Ad eccezione del frutto, i fusti e le altre parti della pianta sono percorsi da canali laticiferi, latice bianco.
Radice biancastra a fittone.
Foglie basali formano una rosetta intorno al fusto, sono pennatosette con incisioni irregolari lungo il bordo.
Le foglie caulinari, del fusto, hanno incisioni maggiori e sono ricoperte da peli.
Fiore solitario, attinomorfo, portato in posizione terminale e sorretto da lungo peduncolo.
Calice formato da due sepali ricchi di peli che cadono alla fioritura.
Corolla dialipetala tetramera, rossi con macchie nere alla base, molto sottili e tondeggianti.
Stami numerosi a filamenti liberi e scuri, l’antera è nera quando i granuli pollinici non sono stati liberati e poi gialla.
Gineceo con ovario supero, sincarpico, multicarpellare (8-15 carpelli), uniloculare.
Stimmi saldati a formare un disco appiattito al di sopra dell’ovario e percorso da diversi solchi (in numero pari ai carpelli).
Stimma sessile, persiste al momento della fruttificazione.
Frutto: capsula ovale-oblunga, con disco ondulato superiormente, privo di peli.
A maturità si essicca e dai pori libera i semi.
Droga: petali, raccolti in aprile-luglio, ad azione bechica (combatte tosse e facilita espettorazione), diaforetica (aumenta
produzione di sudore).
Papaver somniferum L.
Pianta erbacea annuale, glabra, produce latice, ha radice a fittone.
Foglie cauline abbraccianti il fusto, alterne, ovate o lanceolate, margine con incisioni più o meno profonde che lo dividono in lobi
irregolari, dentati.
Fiori grandi, attinomorfi, solitari, terminali su peduncoli allungati, bocciolo pendulo.
Calice formato da due sepali caduchi, corolla formata da 4 petali arrotondati, bianchi, con macchia violacea alla base.
Stami numerosi, filamenti bianchi, antere scure.
Gineceo: ovario supero, tondeggiante, multicarpellare (8-12, a volte 18), carpelli riconoscibili dal numero di lobi dello stimma
che è sessile e persistente.
Frutto: capsula subsferica poricida, libera numerosi semi.
Droga: essudato, insieme metaboliti secondari, costituito da latice disseccato (pani d’oppio) e semi. Contiene alcalodi (morfina,
codeina ecc). i semi non contengono alcaloidi, usati a scopo alimentare e per estrazione olio (ricco di acido oleico e linoleico)
contente una buona % di lecitina, sostanza molto ricca in fosfato usata per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Utilizzo e PA
• Estrazione di alcaloidi dalla capsula. L’oppio contiene circa 25 alcaloidi, in varie % secondo il paese di provenienza: ad esempio
l’oppio turco è più ricco di morfina rispetto all’oppio indiano che invece è più ricco in codeina.
La codeina è l’alcaloide più richiesto dal mercato.
• Estrazione di olio (ricco in acido oleico e linoleico) dai semi
I semi non contengono alcaloidi poiché si sviluppano dopo che la capsula ha perso la capacità di produrli
Impiego dell’oppio come
• analgesico
• nella depressione respiratoria
• per l’effetto antidiarroico
Gli effetti dell’oppio sono la somma degli effetti propri di ciascuno degli alcaloidi che lo compongono, quelli predominanti sono
dovuti alla morfina.
MORFINA:
È per eccellenza il calmante del dolore fisico, agisce soprattutto a livello del SNC come analgesico-narcotico, dapprima come
euforizzante, poi deprimendo le percezioni sensitive fino a provocare sonnolenza e soppressione del dolore.
A basse dosi, è antitussiva per l’azione che svolge sui centri respiratori del tronco cerebrale, svolge anche azione costipante sulla
muscolatura liscia intestinale (inibisce la peristalsi intestinale) e sugli sfinteri.
Tristemente conosciuto è un suo derivato di sintesi, la diacetilmorfina, nome chimico dell’eroina.
CODEINA:
Diminuisce il riflesso della tosse, ma asciuga le secrezioni e di conseguenza può scatenare insufficienza respiratoria.
PAPAVERINA:
Possiede un potente effetto spasmolitico (risolve la contrazione) sulle fibre muscolari lisce.
Caratteri comuni.
Portamento arboreo o arbustivo
Foglie semplici, alterne, picciolate, caduche.
Piante dioiche, fiori privi di perianzio (aclamidati) o con perianzio appena accennato, raccolti in infiorescenze ad amento.
Fiori M: 1 brattea squamosa con 1 o più stami.
Fiori F: brattea e ovario supero uniloculare con 2 stimmi.
Frutto: capsula unilocupare, con numerosi semi pelosi.
L’impollinazione è anemogama (Populus) od entomogama (Salix).
Caratteristiche comuni
Sono piante frequentemente legnose, a volte erbacee.
Le foglie sono semplici, in genere alterne.
I fiori sono ermafroditi, unisessuali, attinomorfi, solitari o in infiorescenze.
Con calice gamosepalo, di 3-5 elementi, 5petali, 10 stami in 2 verticilli.
Gineceo mono o pluricarpellare sincarpico.
Il frutto è una grossa bacca ovoidale a forma di peponide brevemente peduncolato (cabosso), di colore giallo-rosso, a parete
spessa, con 10 coste, contenente 20-40 semi ovali-arrotondati, immersi in una polpa bianca;
può pesare fino a 500 g.
L’esocarpo è sottile di colore giallo o arancione-rosso quando è fresco, il mesocarpo è fibroso e l’endocarpo a maturità si
trasforma in una polpa bianca o giallastra contenente 40-50 semi di colore rosso-bruno disposti in cinque file longitudinali.
La droga è costituita dai semi che allo stato fresco sono inodori, astringenti e molto amari.
Essi vengono grossolanamente privati della polpa che li contiene e posti in recipienti vari, o in buche nel terreno e lasciati
fermentare.
Durante questo processo che dura circa tre giorni fuoriesce del liquido e i semi cambiano di colore, odore e sapore.
I semi lavati sono tostati e acquistano l’odore e il sapore caratteristici.
I semi contengono circa il 50% di lipidi che costituiscono il burro di cacao composto soprattutto da gliceridi dell’acido stearico,
palmitico e oleico, linoleico e arachidico.
Sono presenti composti fenolici, la cui ossidazione, durante la fermentazione ed il disseccamento, colora il seme in modo
caratteristico.
Gli alcaloidi sono rappresentati soprattutto da teobromina, (1-3%) e poca caffeina (0.05-0.3%), tannini, flavonoidi.
La teobromina (alcaloide) durante la fermentazione passa in gran parte nei tegumenti del seme dai quali viene estratta. Ha
proprietà diuretiche, nel suo isomero teofillina queste proprietà sono più marcate.
Ordine: Fabales
Famiglia: Mimosaceae
Caesalpiniaceae
Fabaceae
Caratteri comuni
Hanno portamento arboreo, cespuglioso o erbaceo.
Le foglie sono composte paripennate o imparipennate. Le foglie composte si riconoscono per la presenza del rachide: un asse a
livello del quale sono inserite le foglie: se è presente una foglia apicale allora sono imparipennate (dispari), se non è presente
allora paripennate (pari).
Le foglie possono avere stipole, espansioni alla base della foglia, e cirri, filamenti (foglie trasformate) che permettono alla pianta
di arrampicarsi.
Sono presenti anche pulvini, rigonfiamenti basali posti nel punto in le foglioline si inseriscono nel rachide, la variazione di
turgore delle cellule presenti genera i movimenti delle voglie che possono chiudersi e aprirsi.
Fiori: riuniti in infiorescenze, ermafroditi.
Ovario monocarpellare, supero, uniloculare.
Frutto: in genere è un legume, frutto secco deiscente, può essere dritto, arcuato o avvolto ad elica, semplice o diviso da setti
internamente o strozzatture esternamente.
Simbiosi con i batteri azotofissatori dei generi Rhizobium e Bradyrhizobium: Simbiosi molto specifica: ogni specie di Fabales si
associa con un’unica specie di Rhizobium e viceversa, ad indicare tutta una serie di dattamenti reciproci tra pianta e batteri
durante la loro evoluzione.
Sulle radici si notano dei noduli in cui sono presenti i batteri, prenetrati nella radice dai peli radicali perché attratti da sostanze
segnale, flavonoidi. Una volta entrati proliferano formando i noduli o tubercoli radicali che possono avere forma sferica o
cilindrica, il tubercolo è avvolto alla radice. Nella parte periferica del nodulo si
trovano i fasci vascolari collegati con quelli della radice, nella parte interna vi è la zona a batteroidi, costituita da grosse cellule
parenchimatiche piene di batteri.
Gran parte dell’azoto fissato dai batteri viene escreto sotto forma di composti azotati, metabolizzati dalla pianta ospite e
trasformati in gruppi amminici (NH2), costituenti tipici degli aminoacidi e delle proteine.
VANTAGGI
Pianta: attingere ad una fonte di azoto che altrimenti sarebbe ad essa preclusa.
L’abbondante disponibilità di azoto fa sì che possano accumulare nei loro semi una maggior quantità di proteine di riserva
rispetto ad altre piante.
Batteri: i batteri vengono abbondantemente riforniti di sostanze organiche prodotti dalla fotosintesi della pianta.
COSTI
Pianta: notevole sforzo fotosintetico supplementare. Per produrre i batteri (eterotrofi) devono essere nutriti bene!
Batteri: buona parte delle sostanze organiche viene consumata dai batteri per la fissazione dell’azoto, che è energicamente
molto costosa.
Mimosaceae
portamento arboreo, poche erbacee, spesso spinescenti. Generi Acacia, Mimosa e Albizzia.
Foglie composte (bipennatocomposte) e con stipole.
Fiori attinomorfi, ermafroditi, riuniti in racemi, spighe o capolini densi.
Perianzio assente o formato da calice gamosepalo e corolla di 4-5 elementi più o meno concresciuti.
Androceo: stami in numero uguale o doppio rispetto agli elementi della corolla o calice, oppure numerosi, spesso hanno
funzione vessillare.
Ovario monocarpellare, uniloculare, supero.
Frutto: legume.
Es. Mimosa pudica o M. spegazzini: sensibilità foglie che si chiudono al contatto e in ore notturne.
Genere Albizzia: fioriture vistose
Genere Acacia: Acacia dealbata mimosa 8 marzo
Acacia senegal Willd.
Cespugliosa.
Foglie alterne, bipennato-composte, con alla base spine corte e rivolte in basso
Fiori: piccoli, formano spighe allungate e cilindriche all’ascella delle foglie. Calice a 5 sepali. Petali bianchi (5) lanceolati.
Numerosi stami gialli fusi alla base, molto più lunghi della corolla (funzione vessillare)
Frutto: legume lungo fino a 10 cm, piatto con 5-6 semi neri.
Caesalpiniaceae
alberi o arbusti, raramente erbacee.
Foglie divise e pennate, intere in specie del genere Cercis.
Fiori zigomorfi, unisessuali, portati in racemi o spighe.
Corolla non papilionata.
Perianzio: 5 sepali gamo. 5 petali diali.
Androceo: stami da 5 a 10, filamenti liberi o connati, non vistosi.
Gineceo: ovario monocarpellare, supero, uniloculare.
Frutto: legume, lomentaceo (con setti all’interno) o secco e deiscente.
In molte specie si osserva caulifloria = i fiori sviluppano direttamente sul fusto.
Foglie, per lo più composte e quasi sempre alterne, possono essere provviste di cirri (Lathyrus, Vicia, Pisum)
Fiori spesso in infiorescenze a grappolo
Calice gamosepalo e forma un tubo sormontato da 5 denti
Corolla papilionacea, dialipetala, costituita da un grande petalo detto vessillo, ai cui lati stanno 2 petali, le ali, e inferiormente
altri 2 parzialmente fusi che formano la carena racchiudente l'androceo e il gineceo.
Androceo con stami (10) monadelfi, cioè tutti riuniti per i filamenti formando un unico tubo, o diadelfi, quando gli stami riuniti
sono 9 ed il decimo è libero.
Gineceo consta di un solo carpello uniloculare che contiene un numero variabile di ovuli.
Frutto: legume con peculiarità morfologiche che gli conferiscono notevole importanza diagnostica.
Si apre dall'alto in basso lungo 2 linee di sutura che corrispondono alle placente e alla nervatura dorsale del carpello.
Può essere plurispermo (tanti semi - Lotus) o monospermo (un unico seme -Trifolium)
La disseminazione può avvenire attivamente, per lancio (Sarotamnus), o passivamente, ad esempio per trasporto da parte di
animali (Medicago)
L'impollinazione è di regola entomogama (imenotteri) con meccanismo per facilitare l’appoggio dell’insetto e l’espulsione del
polline.
Caratteri comuni
Sono piante erbacee, con foglie alterne, abbraccianti il fusto, per lo più striato.
Il nome della famiglia (Umbelliferae), deriva dalla disposizione dei fiori dell’infiorescenza, rappresentata da una ombrella
semplice o composta.
I fiori sono di piccole dimensioni. Il calice è saldato all’ovario per tutta la sua lunghezza o presenta alla sommità 5 denti.
La corolla è costituita da 5 petali liberi, che cadono dopo la fioritura.
Sono presenti 5 stami e l’ovario è infero costituito da 2 carpelli fusi.
Il frutto è un diachenio e presenta da 5 a 9 coste sporgenti, talvolta spinose o tubercolate; tra due coste si trova un avvallamento
(vallecola), in corrispondenza del quale, nel tessuto profondo, esiste un canale schizogeno (vitta).
Tra le specie alimentari ricordiamo il finocchio (Foeniculum vulgare), la carota (Daucus carota) il sedano (Apium graveolens), e il
prezzemolo (Petroselinum hortense).
Possiamo a questo punto ricordare l’anice stellato (Illicium verum – che appartiene alla famiglia delle Illiciaceae).
La droga è rappresentata dal frutto, costituito da 8-12 follicoli, ad unico seme, disposti come i raggi di una stella.
Ha odore aromatico e gradevole, sapore dolce di anice.
Il principio attivo è l’olio essenziale, che, anche in questo caso, contiene anetolo.
È eupeptico, stomachico, carminativo. Ha proprietà antidiarroiche.
Conium maculatum
La cicuta era la pianta usata dai Greci per preparare una bevanda per mezzo della quale venivano giustiziati i criminali. Si ricorda
per la morte di Socrate.
La droga è costituita dai frutti immaturi essiccati, che contengono l’alcaloide coniina, primo alcaloide ottenuto per via
sintetica (1986).
Caratteri comuni
Piante erbacee, foglie con inserzione alterna, semplici (patata) o composte (peperone), a volte lobate.
Fiori ermafroditi, attinomorfi (simmetria raggiata), pentameri.
Calice pentamero gamosepalo
Corolla pentamero gamopetala (= simpetala)
5 stami.
Ovario supero, bicarpellare, sincarpico.
Frutto: bacca o capsula (frutto secco deiscente)
Principi attivi: alcaloidi
Atropa Belladonna L.
Pianta erbacea perenne, fusto ramificato con peli protettori e ghiandolari.
Foglie picciolate, lanceolate, appuntite all’apice con inserzione alterna.
Presenti due tipi di peli ghiandolari e microcristalli di ossalato di calcio (sabbia cristallina).
Fiori campanulati (struttura imbutiforme), ascellari e penduli, colore violaceo-rosa.
Calice pentamero gamosepala, corolla pentamero gamopetala.
5 stami inseriti alla base della corolla.
Frutto: bacca, con calice persistente.
Droga: Foglia – Principi attivi : alcaloidi (atropina, scopolamina, iosciamina).
• Altamente tossica a causa degli alcaloidi presenti (atropina, iosciamina e in minor quantità scopolamina), veniva usata insieme
al giusquiamo fin dall’antichità per preparare pozioni letali.
• Usata nell’antichità come cosmetico per la sua capacità di dilatare la pupilla (midriasi) e ottenere uno sguardo più luminoso
quasi sognante causato dalla paralisi dell’accomodazione. Da tale proprietà deriva l’epiteto specifico belladonna.
Indicazioni sui principi attivi validi per tutte e tre le specie (belladonna, stramonio e giusquiamo):
A livello del sistema nervoso centrale l’atropina a dosi tossiche provoca un elevato stato di eccitazione con fenomeni di
disorientamento, allucinazioni, delirio e confusione mentale. A debole dose prevale un’azione sedativa e depressiva.
• Gli effetti della scopolamina sono simili a quelli dell’atropina ma meno marcati accompagnati da un effetto ipnotico e
amnesizzante a livello del s.n.c.
• La iosciamina ad alte dosi provoca allucinazioni. In farmacologia l’atropina viene usata contro gli spasmi dei muscoli
scheletrici.
• La scopolamina viene usata nella profilassi dei disturbi dovuti al movimento (mal d’auto, di mare) ed è associata alla morfina
come premedicamento prima di interventi chirurgici.
Datura stramonium
Pianta annuale ramificata, grandi foglie ovali con margine molto sinuoso e dentato, semplici.
Fiori molto grandi (8-10 cm), isolati.
Calice pentamero gamosepalo, corolla pentamero gamopetala, tubuloso e bianca, all’apice è allargata e i 5 lobi sono ripiegati su
loro stessi.
Frutto: capsula, si apre longitudinalmente in 4 valve e libera numerosi semi. Capsula irta di aculei e ovale.
Droga: foglia, ha su epidermide superiore e inferiore peli pluricellulari di rivestimento e peli ghiandolari capitati, presenti
numerose druse di ossalato di calcio.
Le foglie contengono gli stessi alcaloidi della belladonna (scopolamina e atropina) ma in quantità inferiore.
Azione simile alla belladonna usata dietro prescrizione medica come antispastico per tosse e asma
Mandragora autumnalis
Pianta perenne alta 10-20 cm con foglie picciolate, ovato-lanceolate, a margine ondulato disposte in una grande rosetta
aderente al terreno.
I fiori sono brevemente peduncolati con corolla eretta, campanulata, di colore violetto, con 5 lobi.
Presenta un grosso rizoma che spesso presenta aspetto antropomorfo. Da questa caratteristica sono derivate leggende,
superstizioni e riti folcloristici (Machiavelli).
Il frutto è una bacca ovale rosso-giallognola.
Specie congenere: Mandragora officinarum che ha fiori più piccoli di colore bianco-verde e piccole bacche sferiche gialle.
Il rizoma che costituisce la droga contiene vari alcaloidi tra cui iosciammina, atropina, e scopolammina e anche la cumarina
scopoletina a proprietà ipotensiva.
Ordine: Scrophulariales
Famiglia: Oleaceae
Specie: Olea europaea
Fraxinus excelsior
Fraxinus ornus
Caratteri comuni
Hanno notevole interesse comune, l’olivo per olio e legno, l’orniello per la manna. Altre sono ornamentali come gelsomino
(Jasminum officinalis), lillà (Syringa vulgaris) e il genere Forsythia.
Alberi o arbusti con foglie a inserzione opposta
Fiori ermafroditi, attinomorfi, riuniti in grappoli ascellari o terminali, tetrameri.
Il calice a volte manca, se c’è è tetralobato.
La corolla è gamopetala con 4 elementi.
Presenti 2 stami, in genere epicorollini.
Pistillo con ovario supero, bicarpellare con stimma bifido.
Il frutto varia: è una drupa (Olea), un achenio alato (Fraxinus), una bacca (Ligustrum) o una capsula (Syringa, Forsythia)
Caratteri comuni
Piante erbacee.
Fiore ermafrodita, zigomorfo (simmetria bilaterale)
Calice: 4-5 sepali
Corolla gamopetala divisa in 5 lobi, può esser irregolare e formare due labbra.
Androceo ha 2-4 stami, può esser presente un 5 stame sterile.
Ovario supero bicarpellare.
Frutto: capsula con numerosi semi.
Digitalis purpurea
Specie bienne, il primo sviluppa una rosetta basale costituita da foglie e accumula riserve che servono per il secondo ano, in cui
sviluppa il fusto infiorescenziale, eretto, coperto di tricomi protettori e ghiandolari.
Foglie con inserzione alterna, lanceolate, margine irregolarmente dentate, picciolate nella parte basale del fusto e sessili in
quella superiore.
Infiorescenza a grappolo terminale, unilaterale.
Calice gamosepalo, molto più piccolo rispetto alla corolla.
Corolla gamopetala, raggiunge i 5 cm, ha la forma di una campana irregolare, color fucsia-porpora, punteggiata all’interno
macchie bianche e scarlatte.
Androceo: 4 stami didinami
Gineceo: ovario supero bicarpellare biloculare con stimma bifido
Frutto: capsula tomentosa (= con peli), con molti semi
Droga: foglie, raccolte in prefioritura cioè nel secondo anno di vita.
Principi attivi: glicosidi cardiotonici, pianta molto tossica.
Impieghi: medicamento in caso di disfunzione cardiaca
Molto usata è anche Digitalis lanata, per il contenuto in glicosidi cardiotonici (droga costituita dalle foglie)
Ordine: Lamiales
Famiglia: Lamiaceae
Chiave dicotomica: conduce alla discriminazione attraverso una scelta duplice, cioè pone dei quesiti, ad esempio: la specie ha
una corolla rossa o gialla? In base al colore si segue la voce riferita al colore che presenterà altre due domande e così via.
Ma dovendo discriminare specie differenti appartenenti allo stesso genere?
Immaginiamo di avere capito che siamo all’interno del genere Phlomis:
Ecco la chiave dicotomica proposta da Pignatti:
1. Erba, corolla rosea o purpurea di 15-20-25 mm P. herba-venti
Oppure 1. Piante legnose, corolla gialla o aranciata di 23-35 mm
2. bratteole lineari, tomento ferrugineo .....P. ferruginea
2. bratteole lanceolate, tomento grigio giallastro.....P. fruticosa
* Bratteole (sottese ai fiori o alle infiorescenze), tomento (pelosità), nell’immagine sono lanceolate e il tomento è grigio
giallastro, quindi è Phlomis fruticosa
I fiori delle lamiaceae sono tipicamente ad impollinazione entomofila, vengono impollinati da api, vespe, farfalle, falene, mosche, coleotteri e
uccelli, la peculiarità è legata al tipo di struttura fiorale: la corolla è il risultato di un processo coevolutivo,
si presta infatti a questo tipo di impollinazione: il labbro superiore è arcuato , protegge stami e pistillo, il labbro
inferiore è una sorta di piattaforma di atterraggio, ed è molto vistoso: l' impollinatore si appoggia sul labbro inferiore, l'antera si appoggia sul
dorso "sporcandolo" di polline (attratto dai nettari alla base degli stami ) e quando si spostasu un altro fiore e porta il polline a livello dello
stimma bifido , garantendo l' impollinazione .
Generalmente sono specie ad impollinazione crociata ma può capitare anche la cleistogamia (autoimpollinazione, il fiore non sviluppa
completamente, non c'è antesi fiorale ) o proterandre, comune all'allogamia, la maturazione del polline è anticipata rispetto alla maturazione
degli ovuli e ciò garantisce l' impollinazione incrociata che da vantaggi evolutivi.
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Specie: Taraxacum officinale
Artemisia absintium
Matricaria chamomilla
Sylibum marianum
Caratteri comuni
Costituiscono la più grande famiglia tra le spermatofite, prevalentemente erbacee, con infiorescenza a capolino.
Molte specie sono coltivate a scopo alimentare come la cicoria (Cichorium intybus), la lattuga (Lactuca sativa), il
carciofo (Cynara scolimus) e il girasole (Helianthus annuus) per l’olio che si ricava dai suoi semi.
Altre specie sono impiegate nella medicina popolare come depurativi (Taraxacum officinale), amaro stomachici (Artemisia
absinthium) e diuretici (Arctium lappa - bardana).
Altre sono coltivate a scopo ornamentale possiamo ricordare i crisantemi (genere Chrysanthemum), le calendule (genere
Calendula), le dalie (genere Dahlia), le zinnie (genere Zinnia), il Leontopodium alpinum (stella alpina).
Fiore: disco infiorescenziale generalmente circondato da strutture bratteiformi, accoglie fiori di diverso tipo: al centro fiori
tubutoli e alla periferia fiori ligulati.
Fiori periferici: ligulati, sterili o unisessuali. Corolla costituita da una ligula a sua volta generata da più petali saldati tra loro. È
presente anche il pappo, parte del calice persistente nel frutto del tarassaco (soffione).
Fiori centrali: tubulosi, erbafroditi, costituiti da 5 petali saldati (=corolla gamopetala)
Calice ridotto e trasformato in pappo.
Androceo: 5 stami con antere saldate.
Gineceo: bicarpellare, ovario infero con stimma bifido.
Frutto: cipsela che può esser sormontata da pappo.
Si divide in due sottofamiglie:
tubiflorae: hanno solo fiori tubulori o fiori tubulosi e ligulati
liguliflorae: hanno sono fiori ligulati, presenza di canali laticiferi.
Gradiente maturazione: maturano prima i fiori periferici e poi quelli centrali.
Taraxacum officinale
infiorescenza con fiori ligulati.
Nell’infruttescenza è visibile la persistenza nei frutti del pappo, componente importante per la disseminazione mediata dal vento
Artemisia absintium
Pianta molto aromatica, amarissima, l’infiorescenza costituita da soli fiori tubulosi gialli.
Le foglie sono setose al tatto, verdastre nella parte superiore e molto chiare inferiormente.
Frutto: cipsela senza pappo.
Droga: sommità fiorite e foglie, contengono lattoni sesquiterpenici (principi amari) tra cui absintina e un olio essenziale ricco di
tujone. Usata per liquori, in medicina popolare come febbrifugo e eupeptico
Matricaria chamomilla
Droga: capolino, raccolti prima che i fiori appassiscano.
In commercio si trovano capolini senza peduncolo (c. scelta), capolini con peduncolo e residui di foglie e rami; fiori distaccati dal
ricettacolo (c. setacciata o in polvere).
I capolini contengono olio essenziale ricco in camazulene, oltre a cumarine e flavonoidi.
L’infuso è un blando sedativo, antispasmodico per coliche e crampi di stomaco, utero, intestino. Utilizzato come
antiinfiammatorio ed emolliente nelle affezioni della cavità orale, e degli occhi.
Sylibum marianum
Droga: semi, proprietà protettrici, disintossicanti e curative del fegato
Caratteri comuni:
portamento arboreo o arbustivo.
Foglie succulente, ad inserzione alterna, riunite alla base o addensate in rosette nella parte terminale del rami, spesso spinose.
Hanno un parenchima aquifero in grado di trattenere l’acqua sottoforma di mucillagini.
Fiori riuniti in infiorescenze, ermafroditi, trimeri.
Perigonio costituito da elementi tutti uguali: presenti 6 tepali, 6 stami, ovario tricarpellare sincarpico supero. Tepail gamo,
riuniti, stami e stilo sporgenti.
Frutto: capsula.
Droga: foglia.
Sezione trasversale: si possono notare i fasci conduttori, periferici, circondati da cellule secernenti, nella zona centrale è
presente il tessuto parenchimatico acquifero, mucillaginoso.
le cellule che circondano i tessuti conduttori sono secernenti producono un essudato che cola quando la foglia viene recisa.
Questo essudato è ricco di antrachinoni ed ha proprietà lassative.
La foglia rappresenta un esempio di droga che può avere una valenza multipla.
Questo succo può essere essiccato all' aria e forma l'aloe epatico, che è più pregiato, venduto in frammenti.
la bollitura del succo da origine ad una massa amorfa, traslucida, bruno-nerastra, detta aloe vetroso che è solubile in acqua .
È un’ agente amaricante e lassativo, prodotto soprattutto in Sud Africa, in cui esistono vaste piantagioni di Aloe ferox Mill .
Le foglie di almeno 5 anni vengono recise alla base per raccoglierne il succo e trattarlo.
L’aloe gel si presenta come un liquido viscoso incolore e insapore. Viene ottenuto decorticando la foglia per privarla delle
cellule secernenti che liberano il liquido giallastro ricco di antrachinone e poi attraverso varie operazioni di purificazione della
mucillagine contenuta nella polpa parenchimatosa della foglia.
Si trova in commercio in forma liofilizzata, come polvere bianca che rapidamente si reidrata in acqua.
L’aloe gel ha trovato largo impiego nelle preparazioni di prodotti cosmetici, in seguito all’osservazione che la polpa ottenuta
decorticando le foglie di aloe viene usata dagli indigeni del Sud Africa per curare ferite, abrasioni e ustioni.
Per la produzione di aloe gel è oggi utilizzata quasi esclusivamente A. vera (= A. barbadensis).
L’aloe gel consiste del 93% di acqua, il restante 7% è costituito da polisaccaridi quali pectine, emicellulose, glucomannano,
acemannano, derivati del mannosio
Dalle gimnosperme alle angiosperme
Le gimnosperme sono alberi a crescita lenta e sono state ‘sfollate’ da specie a crescita rapida.
La perdita del portamento arboreo, in favore di strutture erbacee corrisponde all'abbandono di meccanismi di difesa meccanica
contro erbivori ed agenti patogeni in favore di una difesa basata su una chimica più selettiva ed efficace, fondata sulla
produzione attiva di composti.
L’evoluzione dei tessuti vascolari (comparsa di trachee) ha avuto un ruolo importante nella diffusione delle Angiosperme.
Ha consentito
• maggiore efficienza fotosintetica,
• produzione più cospicua di composti organici,
• crescita più rapida.
Angiosperme
Piante a fiore, che producono semi completamente racchiusi da frutti.
• Sono le piante con il maggior successo evolutivo e appaiono per la prima volta nel Cretaceo inferiore (circa 130 milioni
di anni fa);
• Tutte sono incluse nella divisione Anthophyta: circa 250.000 specie, da molto piccole (es. Lemna) a piante
enormi (es. Eucaliptus).
La divisione Anthophyta è divisa in due classi:
Monocotiledoni (Liliopsida) con circa 65.000 specie e Dicotiledoni (Magnoliopsida) con circa 165.000 specie;
• La loro grande importanza deriva dalla quantità, varietà e attività dei composti attivi (metaboliti secondari) che sono la ragione
del loro studio in ambito erboristico.
La maggior parte delle piante officinali sono angiosperme dicotiledoni.