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Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta angiosperme


Classe: Magnoliopsida dicotiledoni
Ordine: Laurales
Famiglia: Lauraceae
Specie: Laurus nobilis L.
Cinnamomum camphora (L.) J. Presl.
Cinnamomum verum J. Presl. (C. zeylanicum Nees)

Caratteri famiglia
Portamento arboreo o arbustivo, sempreverdi aromatici
Foglie a volte coriacee con inserzione alterna o opposta.
Famiglia a olii essenziali, presenti cellule secernenti in parenchima fogliare e fusto.
Fiore: piccoli, verdastri, giallastri o bianchi, riuniti in infiorescenze ascellari. Possono essere perfetti o unisessiali.
Perianzio costituito da 2 verticilli trimeri (3 sepali e 3 petali)
Androceo: Stami da 3 a 12, presenti nettari alla base del filamento
Gineceo: ovario supero, monocarpellare.
Frutto: drupa, endocarpo legnoso
Impollinazione entomofila

Cinnamomum verum J. Presl. (C. zeylanicum Nees) – Cannella di Ceylon


Portamento arboreo, 10-15m, molto ramificato, ritidoma spesso.
Foglie brevemente picciolate, semplici, inserzione opposta, forma ovale-oblunga, appuntite, margine intero mesofillo con cellule
secretrici. Pagina inferiore più chiara.
Infiorescenze cimose, fiori piccoli ermafroditi, bianchi. Ricettacolo a coppa, sui bordi si inseriscono elementi perianzio e stami,
ovario infero uniloculare uniovulato.
Frutto drupa ovoidale
Droga: corteccia rami giovani, contiene tannini e olio essenziale contenente aldeide cinnamica, eugenolo, numerosi mono e
sesquiterpeni.
La cannella è usata come eupeptico (favorisce la digestione, aumentando la secrezione gastrica), stimolante del sistema nervoso,
a dosi elevate ha azione convulsivante.
In vitro l’olio essenziale ha mostrato azione antibatterica e antifungina.
La Ph. Eu. fa riferimento all’olio essenziale sia della corteccia che delle foglie.

Cinnamomum camphora (L.) J. Presl. – Canfora


Portamento arboreo.
Foglie coriacee, glabre, inserzione alterna, picciolate con margine intero, forma ovale-allungata, appuntita. Colore brillante,
nervature centrali e laterali evidenti.
Infiorescenze all’ascella della foglia, a cima.
Fiori piccoli, ermafroditi, giallo verde.
Perianzio caduco.
Frutto: drupa nero-violacea con endocarpo notevole e oleoso, esocarpo sottile.
Droga: parenchima corticale, presenza cellule secernenti olio essenziale,canfora, ottenuta per distillazione.
La canfora naturale, è un analettico (stimola i centri nervosi) cardiaco e respiratorio e un antisettico polmonare, per uso esterno
è revulsiva

Laurus nobilis L. – Alloro


Portamento arboreo.
Specie dioica
Foglie semplici, inserzione alterna, brevemente picciolate, oblunghe, ellittico-lanceolate, lievemente ondulate sui margini.
Fiori raggruppati in piccole ombrelle ascellari, con perianzio biancastro, difficile discriminare calice e corolla, 4 elementi.
Fiori maschili gialli, 8-12 stami, i più interni associati a nettari
Fiori femminili biancastri o gialli con ovario supero, uniloculare, uniovulato e 4 stami sterili associati a nettari.
Frutto: drupa sferica o ovoidale contenente 1 solo seme, mesocarpo oleoso dal quale si ottiene il burro di alloro, solido a
temperatura ambiente.
Droga: foglie e drupe che danno essenza, componente principale foglie cineolo, olio essenziale.
L’olio essenziale è irritante locale ed antisettico. Per uso interno è usato come aromatizzante e stomachico.
Le foglie di alloro sono usate per curare disturbi digestivi.
Ordine: Ranunculales
Famiglia: Ranunculaceae
Specie: Aconitum napellus L.
Helleborus viridis L.

Caratteri comuni
Piante erbacee, perenni con foglie alterne composte.
Disposizione spiralata degli elementi fiorali, posti su ricettacolo convesso più o meno allungato.
Numerosi stami
Ovario apocarpico, numerosi carpelli singoli a formare più pistilli
Fiori: calice quasi sempre 5 sepali caduchi, corolla di 5 petali quando presente.
Si distinguono:
• fiori aciclici in cui solo il calice è verticillato (Helleborus) che rappresentano il tipo più arcaico da cui derivano gli altri tipi;
• fiori emiciclici con gli elementi perianziali verticillati ed elementi sessuali con disposizione spiralata (Ranunculus).
• Il perianzio è in alcuni casi un semplice perigonio (Caltha) ma più spesso è doppio e suddiviso in calice e corolla (Ranunculus).
Frutto: poliachenio (gen. Ranunculus), follicolo (gen. Helleborus), Capsula (gen. Nigella), raramente carnoso

Aconitum napellus L. – Aconito


Pianta erbacea perenne, radice tuberizzata. Fusto eretto.
Foglie semplici, alterne, picciolate, palmatosetta, con 5-7 segmenti allungati.
Fiori ermafroditi a simmetria bilaterale, blu violetti, infiorescenza a racemo, fiori peduncolati, gradiente sviluppo dal basso verso
l’alto.
Il calice ha l’aspetto di corolla, con 5 sepali petaloidei: i il superiore in forma di elmo, due laterali (ali), due inferiori più piccoli ed
appuntiti. I petali sono trasformati in nettari, protetti dall’elmo.
Stami numerosi, circa 20
Ovario apocarpico tricarpellare.
Frutti follicoli, 3, frutti secchi deiscenti che si aprono a maturità liberando molti semi piccoli neri.
Non si riproduce per seme ma tramite radice. I semi hanno bassa vitalità e germinabilità.
Droga: radice giovane, contiene alcaloidi (aconitina, mesaconitina); pochi mg di aconitina possono portare alla morte. Provoca
paralisi delle terminazioni nervose. L’aconitina è presente anche nelle parti aeree.
Impiego: sedativo della tosse, analgesico, in particolare per le nevralgie del trigemino, ma l’uso è circoscritto in particolare alla
medicina orientale.

Helleborus viridis L. – Helleboro verde


Pianta erbacea, generalmente porta un solo fiore verdastro.
Foglie peduncolate, palmate con 7-9 lobi a margine seghettato
Fiori ermafroditi verdi con bratee fiorali.
Ovario supero, apocarpico, elementi fiorali disposti a spirale, ricettacolo convesso.
Numerosi stami.
Frutto: follicolo
Droga: rizoma, contenente glicosidi cardiotonici
• Principi attivi: glicosidi cardiotonici del tipo dei bufanolidi (es. ellebrina) elleborina (una miscela di saponine steroidee molto
tossiche).
• Impiego: attualmente è poco utilizzato come cardiotonico a causa della elevata tossicità (limitata finestra tra dose tossica e
dose terapeutica = il dosaggio terapeutico è molto vicino a quello che determina tossicità).

Helleborus niger – rosa di natale


Bianca o con secrezioni rosate.
Sono presenti calice e corolla, diali, 5 elementi
Ovario supero, apocarpico, numerosi stami.
Frutto follicolo.
Ordine: Urticales
Famiglia: Cannabaceae
Specie: Humulus lupulus L.
Cannabis sativa L.

Caratteri comuni
Piante dioiche, erbacee, erette o a portamento lianoso
Foglie semplice, palmato-lobate, con inserzione opposta nella parte inferiore dei fusti e alterna in quella superiore
Fiori poco appariscenti, non hanno petali e sono disposti in infiorescenze.
Fiori M: numerosi, riuniti in infiorescenze lasse e ramificate.
Fiori F: riuniti in infiorescenze con pochi fiori, compatte. Fiori sottesi a brattee, brattee ricche di tessuti secretori, hanno tricomi
ghiandolari.
Frutto: achenio

Humulus lupulus L. – Luppolo


Pianta erbacea perenne (parte perennante: radice), dioica con fusto angoloso e prostrato quando spontaneo.
Foglie con inserzione opposta, e alterna nella parte apicale, picciolate e divise in 3-5 lobi con margine dentato e appuntiti.
Fiori M: hanno un calice di 5 elementi e 5 stami, riuniti in infiorescenza a pannocchia
Fiori F: appaiati all’ascella di brattee, formano nell’insieme una spiga a forma di cono. Dall’infiorescenza protrudono stimmi
rossastri.
Ovario uniloculare e due stimmi allungati pelosi e purpurei. Perianzio a coppa, cresce intorno all’ovario.
Droga: tricomi ghiandolari pluricellulari che rivestono le brattee, a livello di ovario e frutto delle infiorescenze F.
droga = luppolino, usata per fabbricazione birra, conferisce sapore amarognolo, aroma e profumo tipici
Le ghiandole producono una resina ricca di sostanze responsabili del gusto amaro e ad azione conservante.
Presente anche olio essenziale, flavonoidi e tannini
USI POPOLARI E CURIOSITA’: Al luppolo si attribuisce tradizionalmente attività sedativa, ma non sono note le sostanze
responsabili. Le sue proprietà battericide sono dovute alla presenza di floroglucinoli. Utilizzato anche per stimolare l’appetito e
in caso di lievi forme di insonnia.

Cannabis sativa L.
Pianta erbacea, annua, fusto eretto.
Foglie inferiori con inserzione opposta, lungamente picciolate, palmato-composte 3-7 foglioline lancceolate con margine
seghettato.
Foglie superiore più piccole, inserzione alterna, intere o tripartite.
Le foglie sono ricoperte di tricomi e viscose.
Le foglie presentano peli di rivestimento unicellulari, ricurvi, con apice appuntito, alcuni mostrano la parte basale
ingrossata contenente cistoliti (concrezioni di CaCo3).
Sono anche presenti peli ghiandolari pluricellulari, meno numerosi sulle foglie, più abbondanti sulle brattee delle infiorescenze
femminili.
Pianta dioica.
Infiorescenze maschili sono costituite da racemi ascellari, penduli, con fiori costituiti da 5 sepali e 5 stami.
I fiori femminili sono riuniti a due a due, posti all’ascella delle foglie, ciascuno avvolto da una brattea a forma di guaina, una
seconda brattea ne avvolge 2.
Fioritura Marzo-Aprile
Il frutto è un achenio, piccolo e grigio avvolto da bratteole ricche di resina.
Droga = sommità fiorite della pianta femminile
P.A.: la resina contiene tetraidrocannabinolo, ad azione stupefacente ed arrecanti danno al SNC
Hashish = resina impastata con miele (THC 5-20%)
Marijuana = sommità fiorite mescolate con tabacco (THC 2-6%)
Uso: Come medicamento in oriente e nell’antichità per le sue proprietà analgesiche e antisettiche. Nella medicina moderna in
disuso.
Studi clinici hanno evidenziato la buona attività del THC nel trattamento di vomito provocato da chemioterapici, con
l’inconveniente degli effetti psichici.
Ordine: Fagales
Famiglia: Fagaceae
Specie: Fagus sylvatica L.
Quercus robur L.
Castanea sativa Miller

Caratteri comuni:
Piante a portamento arboreo, di dimensioni notevoli, con foglie a inserzione alterna, caducifoglie.
Piante monoiche, i fiori F e M sono sullo stesso individuo, riuniti in infiorescenze ad amento.
Fiori M: da 4 a numerosi stami posti su base fiorale ridotta, in genere su struttura bratteiforme.
Fiori F: isolati o riuniti a gruppi di 2-3 in un involucro chiamato cupula.
Il calice è aderente all’ovario.
Frutto: noce avvolta da cupula, una sorta di involucro esterno che accoglie i fiori ed è peculiare per ogni genere.
Castagno: frutto = noce, cupula = riccio
Quercia: frutto = ghianda, cupula = cappuccio
Impollinazione anemofila

Fagus sylvatica L. – Faggio


Portamento arboreo.
Foglie semplici, ellittiche ovali, brevemente picciolate, margine ciliato e dentato, inserzione alterna.
Infiorescenze M: costituite da amenti ascellari penduli, stami portati da strutture bratteiformi.
Il fiore F, solitario o a due a due, peduncolati e avvolti da brattee che danno origine alla cupula che ha 4 valve, spinosa ma non
pungente, deiscente a maturità.
Il frutto è una noce, frutto secco indeiscente.
Faggiole: frutto del faggio, costituito da due noci allungate e acure, racchiuse in una cupula.

Droga: frutti, ricchi di olio essenziale


Corteccia ricca di tannini, miscela di fenoli.
Droga = frutti, ricchi di olio essenziale, sono utilizzati come mangime per i suini.
Droga = legno, è il principale prodotto del faggio, di colore biancorosato ha impiego in falegnameria, è anche un ottimo
combustibile.
La corteccia è ricca di tannino, mentre la distillazione del legno fornisce creosoto (FU XI ed.) detto anche “catrame di faggio”: un
liquido incolore, dal sapore bruciante, contenente una miscela di fenoli di cui il principale il guaiacolo, usato in medicina come
ottimo balsamico e antisettico delle vie respiratorie e antisettico cutaneo.
Ora non più in uso perché tossico.
La specie è nota come ornamentale, tra le altre, la varietà Fagus sylvatica var. purpurea a foglie rosse.
Genere Quercus
Portamento arbustivo
Foglie alterne, piccolate, con margine più o meno lobato e arrotondato
Al genere appartengono specie sempreverdi e caducifoglie.
Infiorescenze maschili sono amenti penduli, i fiori femminili sono solitari o a gruppi
Il frutto è una noce ovoidale, fino a 3 cm, rivestita da cupula parziale che forma una sorta di cappello che deriva dalle brattee del
fiore.

Appartengono al genere:
Quercus robur L. (farnia),
Q. petraea (Matt.) Liebl. (rovere)
Q. ilex L. (leccio),
Q. cerris L. (cerro),
Q. pubescens Willd. (roverella),
Quercus suber L. (sughera: a foglie persistenti, fornisce il sughero).
Quercus infectoria Olivier

la foglia del rovere ha la parte apicale più espansa, il margine resta lobato, ha quasi una forma triangolare.
Il leccio è l'unico ad avere foglie senza margine lobato, la foglia è ellittica con apice acuto.
Il Cerro ha margini lobati più appuntiti, la cupola è particolare ha delle protrusioni.
la sughera ha foglie persistenti a differenza dell'intera famiglia.
Galle: formazioni rotondeggianti che si formano sulla pianta a livello delle gemme, in seguito alla puntura e deposizione delle
uova di insetti.
Per reazione all’attacco dell’insetto, la gemme va infatti incontro ad un accrescimento abnorme ed assume forma globosa,
diviene dura, di colore variabile verde-bruno, giallo, a seconda dello stadio di sviluppo.
Le galle vengono raccolte prima che da esse fuoriesca l’insetto adulto.
Droga: galle e cortecce dei rami giovani, da cui si estraggono tannini (le galle ne contengono fino al 70%, le cortecce fino al 25%),
adoperato come astringente, emostatico per uso esterno.
In medicina popolare il decotto di ghiande di farnia, torrefatte, è usato contro la dissenteria e in caso di gastralgia.
L’uso popolare suggerisce l’impiego delle foglie contro le tossi a carattere convulsivo, le proprietà espettoranti delle foglie
sarebbero dovute alla presenza di un saponoside.
I tannini determinano la precipitazione delle proteine.
In base a questa caratteristica vengono impiegati per:
Uso esterno
1. Azione astringente, cicatrizzante, emostatica e vasocostrittrice: su ferite superficiali (se assorbiti sono epatotossici) creano un
film protettivo che riduce la perdita di acqua (sangue e siero).
2. Azione antibatterica e antinfiammatoria, il film protettivo impedisce l’ingresso nelle ferite di batteri, poiché i tannini agiscono
a livello del citoplasma batterico causando la precipitazione delle proteine.
Uso interno: Azione antidiarroica (diarrea prevede perdita di liquidi per il mancato assorbimento della mucosa intestinale),
agiscono proteggendo la mucosa intestinale e facilitando l’assorbimento. dei liquidi.

Castanea sativa Miller – Castagno


Portamento arboreo
Foglie semplici, lanceolate, arrotondate alla base e con margine segehttata, inserzione alterna
Pianta monoica.
Infiorescenze maschili costituite da amenti lunghi 10-20 cm, rigidi, ascellari, giallo verdastri.
Fiori femminili solitari o a due o a tre, posti alla base dell’infiorescenza maschile, avvolti da cupula (riccio) spinescente.
I pistilli sono esacarpellari, ogni pistillo ha uno stimma, da ogni cupula possono uscire da 6 a 18 stimmi.
La cupula si accresce dopo la fecondazione, si copre di lunghi aculei e avvolte completamente i frutti. A maturità di apre.

I frutti sono noci, castagne, avvolte da cupula a 4 valve spinose.


Embrione con 2 cotiledoni carnosi ricchi di amico, saldati.

Del castagno sono usati il legno e i frutti.


Attualmente il consumo dei frutti è diminuito rispetto al passato, quando costituiva un alimento importante per larghi strati di
popolazione. Le castagne vengono consumate fresche o dopo essiccazione, in questo ultimo caso si possono
ridurre in farina per preparare dolci e castagnaccio.
Il legno si impiega per la realizzazione di ceste, travi, botti, mobili rustici e legna da ardere.
I fiori sono graditi alle api che da essi producono un miele aromatico e pregiato.
Droga = corteccia contiene tannini. Un rimedio popolare contro la diarrea è il decotto di corteccia secca.
Droga = foglie (raccolte ad Agosto-Settembre) i cui saponosidi sono efficaci contro le tossi convulsive.
Droga = frutti ricchi di amido
Ordine: Papaverales
Famiglia: Papaveraceae
Specie: Papaver rhoeas L.
Papaver somniferum L.
Chelidonium majus L.

Caratteri comuni
Piante erbacee annue o perenni
Foglie alterne, più o meno incise.
Fiori terminali ermafroditi, attinomorfi, solitari o riuniti in ombrelle o racemi.
2 sepali caduchi e 4 petali liberi (dialipetali), stami numerosi.
Ovario costituito da due o più carpelli, sincarpico, uniloculare, supero, spesso a stimma sessile (= non si distingue lo stilo nel
pistillo)
Frutto: capsula poricida o deiscente per valve longitudinali.
Capsula poricida: si formano piccoli pori sotto allo stimma sessile da cui si liberano i semi, numerosi e piccoli.
Deiscenza per valve: si aprono dal basso verso l’alto.
Famiglia a canali laticiferi, secernono e accumulano un latice ricco di alcaloidi la cui colorazione varia a secondadella specie.

Papaver rhoeas L.
Pianta erbacea annuale, fusto eretto,ramificato e ricoperto da peli.
Ad eccezione del frutto, i fusti e le altre parti della pianta sono percorsi da canali laticiferi, latice bianco.
Radice biancastra a fittone.
Foglie basali formano una rosetta intorno al fusto, sono pennatosette con incisioni irregolari lungo il bordo.
Le foglie caulinari, del fusto, hanno incisioni maggiori e sono ricoperte da peli.
Fiore solitario, attinomorfo, portato in posizione terminale e sorretto da lungo peduncolo.
Calice formato da due sepali ricchi di peli che cadono alla fioritura.
Corolla dialipetala tetramera, rossi con macchie nere alla base, molto sottili e tondeggianti.

Stami numerosi a filamenti liberi e scuri, l’antera è nera quando i granuli pollinici non sono stati liberati e poi gialla.
Gineceo con ovario supero, sincarpico, multicarpellare (8-15 carpelli), uniloculare.
Stimmi saldati a formare un disco appiattito al di sopra dell’ovario e percorso da diversi solchi (in numero pari ai carpelli).
Stimma sessile, persiste al momento della fruttificazione.
Frutto: capsula ovale-oblunga, con disco ondulato superiormente, privo di peli.
A maturità si essicca e dai pori libera i semi.
Droga: petali, raccolti in aprile-luglio, ad azione bechica (combatte tosse e facilita espettorazione), diaforetica (aumenta
produzione di sudore).

Papaver somniferum L.
Pianta erbacea annuale, glabra, produce latice, ha radice a fittone.
Foglie cauline abbraccianti il fusto, alterne, ovate o lanceolate, margine con incisioni più o meno profonde che lo dividono in lobi
irregolari, dentati.
Fiori grandi, attinomorfi, solitari, terminali su peduncoli allungati, bocciolo pendulo.
Calice formato da due sepali caduchi, corolla formata da 4 petali arrotondati, bianchi, con macchia violacea alla base.
Stami numerosi, filamenti bianchi, antere scure.
Gineceo: ovario supero, tondeggiante, multicarpellare (8-12, a volte 18), carpelli riconoscibili dal numero di lobi dello stimma
che è sessile e persistente.
Frutto: capsula subsferica poricida, libera numerosi semi.
Droga: essudato, insieme metaboliti secondari, costituito da latice disseccato (pani d’oppio) e semi. Contiene alcalodi (morfina,
codeina ecc). i semi non contengono alcaloidi, usati a scopo alimentare e per estrazione olio (ricco di acido oleico e linoleico)
contente una buona % di lecitina, sostanza molto ricca in fosfato usata per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Utilizzo e PA
• Estrazione di alcaloidi dalla capsula. L’oppio contiene circa 25 alcaloidi, in varie % secondo il paese di provenienza: ad esempio
l’oppio turco è più ricco di morfina rispetto all’oppio indiano che invece è più ricco in codeina.
La codeina è l’alcaloide più richiesto dal mercato.
• Estrazione di olio (ricco in acido oleico e linoleico) dai semi
I semi non contengono alcaloidi poiché si sviluppano dopo che la capsula ha perso la capacità di produrli
Impiego dell’oppio come
• analgesico
• nella depressione respiratoria
• per l’effetto antidiarroico
Gli effetti dell’oppio sono la somma degli effetti propri di ciascuno degli alcaloidi che lo compongono, quelli predominanti sono
dovuti alla morfina.

MORFINA:
È per eccellenza il calmante del dolore fisico, agisce soprattutto a livello del SNC come analgesico-narcotico, dapprima come
euforizzante, poi deprimendo le percezioni sensitive fino a provocare sonnolenza e soppressione del dolore.
A basse dosi, è antitussiva per l’azione che svolge sui centri respiratori del tronco cerebrale, svolge anche azione costipante sulla
muscolatura liscia intestinale (inibisce la peristalsi intestinale) e sugli sfinteri.
Tristemente conosciuto è un suo derivato di sintesi, la diacetilmorfina, nome chimico dell’eroina.
CODEINA:
Diminuisce il riflesso della tosse, ma asciuga le secrezioni e di conseguenza può scatenare insufficienza respiratoria.
PAPAVERINA:
Possiede un potente effetto spasmolitico (risolve la contrazione) sulle fibre muscolari lisce.

• L’oppio ha una grande capacità di provocare assuefazione e dare intossicazioni.


• Intossicazioni acute: eccitazione, vertigini, vomito, turbe respiratorie fino a morte per asfissia e intossicazioni lente o
oppiomania (molto diffuse in Asia dove viene fumato in particolari pipe) che conduce a decadimento psico-fisico generalizzato.
• Particolare l’intolleranza che i bambini presentano per gli oppiacei.
• I semi sono privi di alcaloidi e si usano per la preparazione di dolci, come mangimi e si ricava anche un olio che contiene una
buona % di lecitina, sostanza molto ricca in fosfato usata per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.

Chelidonium majus L. – Celidonia, erba da porri


Pianta perenne, erbacea.
Fusto eretto o prostrato, con pochi peli, molto ramificato
Foglie lungamente picciolate, verde bluastro chiaro sulla pagina inferiore, con nervatura chiara.
Foglie pennatosette a contorno ovato, 7 segmenti lobati, arrotondati.
Infiorescenze terminali a ombrella, portano da 2 a 7 fiori larghi 1-2 cm.
Fiori attinomorfi, ermafroditi, privi di nettari.
Corolla: 4 petali, a croce, ovoidali. Stami numerosi
Ovario supero, bicarpellare, stilo corto e stimma sferoide.
Frutto: capsula siliquiforme (allungata, sembra un fagiolino verde), stretta, glabra, rivolta verso l’alto. A maturità di apre
partendo dal basso e libera semi scuri.
Tutta la pianta, esclusi i semi, contiene latice giallo, più aranciato-rosso verso la radice. Latice contiene acido chelidonico e
alcaloidi vari.
Il latice viene usato in medicina popolare come antiverrucoso perché è caustico.
Ordine: Salicales
Famiglia: Salicaceae
Specie: Salix alba L.
Populus nigra L.

Caratteri comuni.
Portamento arboreo o arbustivo
Foglie semplici, alterne, picciolate, caduche.
Piante dioiche, fiori privi di perianzio (aclamidati) o con perianzio appena accennato, raccolti in infiorescenze ad amento.
Fiori M: 1 brattea squamosa con 1 o più stami.
Fiori F: brattea e ovario supero uniloculare con 2 stimmi.
Frutto: capsula unilocupare, con numerosi semi pelosi.
L’impollinazione è anemogama (Populus) od entomogama (Salix).

Salix alba L. – salice bianco


Portamento arboreo
Foglie semplice, alterne, lanceolate con margine finemente dentato, brevemente picciolate, pelosine e biancastre nella pagina
inferiore per la presenza di peli protettori morti che si riempiono d’aria)
Pianta dioica.
Fiore M: aclamidato, le infiorescenze M portano fiori a due stami con antere gialle, un nettario alla base, una brattea, raccolte in
amenti.
Fiore F: aclamidato, riuniti in infiorescenze ad amenti più corti e verdastri.
Ovario bicarpellare, sincarpico, uniloculare, con numerosi ovuli, stilo corto e due stimmi. Presente un nettario alla base
Impollinazione entomogama
Frutti: infruttescenze a capsula, si aprono liberando semi piccoli e pelosi.
Droga: corteccia rami giovani, principio attivo: salicina, un glucoside da cui per ossidazione si ottiene acido salicilico, e legno da
cui di prepara carbone vegetale.
Il decotto della corteccia è usato da tempo nella tradizione popolare come febbrifugo nelle malattie da raffreddamento.
L’acido salicilico è anche un cheratolitico, scioglie callosità e verruche, è usato in pomate.
L’acido salicilico è un composto molto diffuso nel regno vegetale come messaggero, per la risposta agli stimoli.
Oggi facilmente sintetizzato in laboratorio.

Populus nigra L. – pioppo


Portamento arboreo
Foglie semplici triangolari/romboidali, lungamente picciolate, con margine seghettato, inserzione alterna.
Pianta dioica.
Fiori M con numerosi stami portati su brattee, riuniti in amenti rossastri.
Fiori F ridotti a pistillo, all’ascella di una brattea, riuniti in amenti esili, più lunghi, verdastri.
Frutti: infruttescenza a capsule ovoidali con semi piumosi.
Droga: legno, da origine al carbone vegetale.
Gemme: raccolte a febbraio-marzo, contengono olio essenziale, flavonoidi, tannini, salicina e populoside (glicoside)
Hanno azione antireumatica, antisettica, astringente.
Il decotto di gemme fresche, di cui si respirano i vapori, è usato da tempo nella tradizione popolare per la cura di affezioni
polmonari.
Impollinazione anemogama

I glicosidi salicilici rappresentano i PA di un gruppo ristretto di famiglie:


1. Salicaceae (Salix, Populus),
2. Ericaceae (Gaultheria procumbens L., Monotropa hypopitys L.),
3. Betulaceae (Betula alba L.),
4. Rosaceae (Spirea ulmaria L.)
Ordine: Malvales
Famiglia: Sterculiaceae
Specie: Cola acuminata Schott. et Endl.
Theobroma cacao L.

Caratteristiche comuni
Sono piante frequentemente legnose, a volte erbacee.
Le foglie sono semplici, in genere alterne.
I fiori sono ermafroditi, unisessuali, attinomorfi, solitari o in infiorescenze.
Con calice gamosepalo, di 3-5 elementi, 5petali, 10 stami in 2 verticilli.
Gineceo mono o pluricarpellare sincarpico.

Il frutto da carnoso a coriaceo o anche legnoso, può essere deiscente o indeiscente.

Cola acuminata Schott. et Endl.


Portamento arboreo
Foglie opposte, picciolate, intere, ovalioblunghe, acuminate.
Le infiorescenze sono a racemo composto, piccole e fitte, costituite da fiori maschili, fiori femminili ed ermafroditi.
Il calice è formato da 5 sepali pelosi, gamosepali, la corolla manca.
Le antere sono 10, sessili (prive di filamento) di colore rosso.
Il frutto di peso variabile tra i 5 e i 15 g, è costituito da 2-6 grossi follicoli disposti a stella (polifollicolo), di 10-12 cm; ogni follicolo
racchiude da 3 fino a 10 grossi semi di colore bianco, rosa o rosso a seconda della specie.
Droga: cotiledoni dei semi, oltre alla caffeina sono presenti abbondanti polifenoli (catecolo, epicatecolo, proantocianidoli)

Theobroma cacao L. – cacao


Portamento arboreo, può raggiungere 8-10 m di altezza, con scorza liscia e grigiastra, con rami grandi, caratterizzato
dal fenomeno della caulifloria: i fiori si sviluppano direttamente sul tronco o sui rami vecchi e lignificati.
Le foglie sono alterne, grandi, intere, ovali, acute all’apice, glabre, a margine intero.
I fiori sono piccoli, ermafroditi, attinomorfi, hanno calice pubescente di colore giallo o rosso bruno.
La corolla, a petali rossi o porporini, si presenta pentamera, con 10 stami di colore rosso, di cui 5 sterili.
L’ovario è supero, costituito da 5 carpelli saldati fra loro.

Il frutto è una grossa bacca ovoidale a forma di peponide brevemente peduncolato (cabosso), di colore giallo-rosso, a parete
spessa, con 10 coste, contenente 20-40 semi ovali-arrotondati, immersi in una polpa bianca;
può pesare fino a 500 g.
L’esocarpo è sottile di colore giallo o arancione-rosso quando è fresco, il mesocarpo è fibroso e l’endocarpo a maturità si
trasforma in una polpa bianca o giallastra contenente 40-50 semi di colore rosso-bruno disposti in cinque file longitudinali.
La droga è costituita dai semi che allo stato fresco sono inodori, astringenti e molto amari.
Essi vengono grossolanamente privati della polpa che li contiene e posti in recipienti vari, o in buche nel terreno e lasciati
fermentare.
Durante questo processo che dura circa tre giorni fuoriesce del liquido e i semi cambiano di colore, odore e sapore.
I semi lavati sono tostati e acquistano l’odore e il sapore caratteristici.
I semi contengono circa il 50% di lipidi che costituiscono il burro di cacao composto soprattutto da gliceridi dell’acido stearico,
palmitico e oleico, linoleico e arachidico.
Sono presenti composti fenolici, la cui ossidazione, durante la fermentazione ed il disseccamento, colora il seme in modo
caratteristico.
Gli alcaloidi sono rappresentati soprattutto da teobromina, (1-3%) e poca caffeina (0.05-0.3%), tannini, flavonoidi.
La teobromina (alcaloide) durante la fermentazione passa in gran parte nei tegumenti del seme dai quali viene estratta. Ha
proprietà diuretiche, nel suo isomero teofillina queste proprietà sono più marcate.
Ordine: Fabales
Famiglia: Mimosaceae
Caesalpiniaceae
Fabaceae

Caratteri comuni
Hanno portamento arboreo, cespuglioso o erbaceo.
Le foglie sono composte paripennate o imparipennate. Le foglie composte si riconoscono per la presenza del rachide: un asse a
livello del quale sono inserite le foglie: se è presente una foglia apicale allora sono imparipennate (dispari), se non è presente
allora paripennate (pari).
Le foglie possono avere stipole, espansioni alla base della foglia, e cirri, filamenti (foglie trasformate) che permettono alla pianta
di arrampicarsi.
Sono presenti anche pulvini, rigonfiamenti basali posti nel punto in le foglioline si inseriscono nel rachide, la variazione di
turgore delle cellule presenti genera i movimenti delle voglie che possono chiudersi e aprirsi.
Fiori: riuniti in infiorescenze, ermafroditi.
Ovario monocarpellare, supero, uniloculare.
Frutto: in genere è un legume, frutto secco deiscente, può essere dritto, arcuato o avvolto ad elica, semplice o diviso da setti
internamente o strozzatture esternamente.
Simbiosi con i batteri azotofissatori dei generi Rhizobium e Bradyrhizobium: Simbiosi molto specifica: ogni specie di Fabales si
associa con un’unica specie di Rhizobium e viceversa, ad indicare tutta una serie di dattamenti reciproci tra pianta e batteri
durante la loro evoluzione.
Sulle radici si notano dei noduli in cui sono presenti i batteri, prenetrati nella radice dai peli radicali perché attratti da sostanze
segnale, flavonoidi. Una volta entrati proliferano formando i noduli o tubercoli radicali che possono avere forma sferica o
cilindrica, il tubercolo è avvolto alla radice. Nella parte periferica del nodulo si
trovano i fasci vascolari collegati con quelli della radice, nella parte interna vi è la zona a batteroidi, costituita da grosse cellule
parenchimatiche piene di batteri.
Gran parte dell’azoto fissato dai batteri viene escreto sotto forma di composti azotati, metabolizzati dalla pianta ospite e
trasformati in gruppi amminici (NH2), costituenti tipici degli aminoacidi e delle proteine.
VANTAGGI
Pianta: attingere ad una fonte di azoto che altrimenti sarebbe ad essa preclusa.
L’abbondante disponibilità di azoto fa sì che possano accumulare nei loro semi una maggior quantità di proteine di riserva
rispetto ad altre piante.
Batteri: i batteri vengono abbondantemente riforniti di sostanze organiche prodotti dalla fotosintesi della pianta.
COSTI
Pianta: notevole sforzo fotosintetico supplementare. Per produrre i batteri (eterotrofi) devono essere nutriti bene!
Batteri: buona parte delle sostanze organiche viene consumata dai batteri per la fissazione dell’azoto, che è energicamente
molto costosa.

Mimosaceae
portamento arboreo, poche erbacee, spesso spinescenti. Generi Acacia, Mimosa e Albizzia.
Foglie composte (bipennatocomposte) e con stipole.
Fiori attinomorfi, ermafroditi, riuniti in racemi, spighe o capolini densi.
Perianzio assente o formato da calice gamosepalo e corolla di 4-5 elementi più o meno concresciuti.
Androceo: stami in numero uguale o doppio rispetto agli elementi della corolla o calice, oppure numerosi, spesso hanno
funzione vessillare.
Ovario monocarpellare, uniloculare, supero.
Frutto: legume.
Es. Mimosa pudica o M. spegazzini: sensibilità foglie che si chiudono al contatto e in ore notturne.
Genere Albizzia: fioriture vistose
Genere Acacia: Acacia dealbata mimosa 8 marzo
Acacia senegal Willd.
Cespugliosa.
Foglie alterne, bipennato-composte, con alla base spine corte e rivolte in basso
Fiori: piccoli, formano spighe allungate e cilindriche all’ascella delle foglie. Calice a 5 sepali. Petali bianchi (5) lanceolati.
Numerosi stami gialli fusi alla base, molto più lunghi della corolla (funzione vessillare)
Frutto: legume lungo fino a 10 cm, piatto con 5-6 semi neri.

Droga: gomma arabica, un


latice che essuda spontaneamente da ferite del tronco o dopo incisione e scortecciamento dei rami.
Non tossica, inodore e priva di sapore.
Principio attivo: arabina (polisaccaride)
Emolliente e protettivo negli stati irritativi della mucosa gastrica. Diminuisce l’assorbimento (diete dimagranti).
Utilizzo anche nell’industria alimentare e cosmetica come stabilizzante ed emulsionante.

Caesalpiniaceae
alberi o arbusti, raramente erbacee.
Foglie divise e pennate, intere in specie del genere Cercis.
Fiori zigomorfi, unisessuali, portati in racemi o spighe.
Corolla non papilionata.
Perianzio: 5 sepali gamo. 5 petali diali.
Androceo: stami da 5 a 10, filamenti liberi o connati, non vistosi.
Gineceo: ovario monocarpellare, supero, uniloculare.
Frutto: legume, lomentaceo (con setti all’interno) o secco e deiscente.
In molte specie si osserva caulifloria = i fiori sviluppano direttamente sul fusto.

Ceratonia siliqua – carrubo, e Cercis siliquastrum L., albero di giuda.


Il carrubo è un albero sempreverde con foglie paripennate, 2-5 coppie di foglioline.
Fiori unisessuali o ermafroditi, piccoli, porporini in grappoli ascellari.
Calice di 5 sepali aderenti al ricettacolo, corolla assente. 5 stami.
Frutto: legume indeiscente (carruba), coriaceo, con polpa dolcina e da 12 a 16 semi duri, appiattiti, separati da semi carnosi.
I semi hanno peso costante, usati in passato come unità di misura (carato). Danno origine alla farina o gomma di carrubo,

Tamarindus indica L. – Tamarindo


Albero sempreverde, foglie paripennate, 10-20 paia di foglioline.
Fiori riuniti in racemi terminali, calice imbutiforme, 5 petali inizialmente bianchi con venature rosso porpora, poi gialli. Stami
fusi.
Frutto: legume lomentaceo di 10-15 cm, leggermente ricurvo, polpa acida, 4-12 semi.
Droga: polpa dei frutti.
Impiego: condimento, preparazione di bevande dissetanti. Proprietà lassative

Cassia angustifolia Wahl (senna indiana), Cassia senna L. – Senna


Suffrutrici, a fusto diritto, Foglie paripennate.
Fiori gialli venati di bruno, zigomorfi, in racemi ascellari terminali
Calice di 5 pezzi. Corolla di 5 petali. 10 stami liberi, 3 sterili
Frutto: legume lomentaceo più o meno lungo, liscio, con 6-8 semi
In C. angustifolia con tegumento a rughe trasversali
In C. senna arcuato e con tegumento a rughe prominenti
Droga: foglie essiccate e frutti, riportati dalla Eu. Ph.
Foglie e legumi hanno composizione simile, con differenze più quantitative che qualitative
Composti principali: sennosidi (antrachinoni composti fenolici)
Utilizzo: purgante assai energico, da utilizzare con moderazione e per brevi periodi.
Fabaceae
Specie prevalentemente erbacee.
Comprende:
specie alimentari: Lens esculenta Moench (Lenticchia), Cicer arietinum L. (Cece), Pisum sativum L. (Pisello), Glycine soja Siebold
& Zucc (Soia), Phaseolus vulgaris L. (fagiolo), Vicia faba L. (fava)
specie di interesse foraggero: Trifolium sp., Vicia sp., Medicago sp., Lotus sp.
specie medicinali: Cytisus scoparius L. (Ginestra dei carbonai), Glycyrrhiza glabra L. (Liquirizia), Astragalus gummifer Labill..
(Gomma adragante)
specie legnose più largamente note per la flora italiana: Robinia pseudoacacia L. (Robinia) Cytisus laburnum L. (Maggiociondolo),
Spartium junceum L. (Ginestra)

Foglie, per lo più composte e quasi sempre alterne, possono essere provviste di cirri (Lathyrus, Vicia, Pisum)
Fiori spesso in infiorescenze a grappolo
Calice gamosepalo e forma un tubo sormontato da 5 denti
Corolla papilionacea, dialipetala, costituita da un grande petalo detto vessillo, ai cui lati stanno 2 petali, le ali, e inferiormente
altri 2 parzialmente fusi che formano la carena racchiudente l'androceo e il gineceo.
Androceo con stami (10) monadelfi, cioè tutti riuniti per i filamenti formando un unico tubo, o diadelfi, quando gli stami riuniti
sono 9 ed il decimo è libero.
Gineceo consta di un solo carpello uniloculare che contiene un numero variabile di ovuli.
Frutto: legume con peculiarità morfologiche che gli conferiscono notevole importanza diagnostica.
Si apre dall'alto in basso lungo 2 linee di sutura che corrispondono alle placente e alla nervatura dorsale del carpello.
Può essere plurispermo (tanti semi - Lotus) o monospermo (un unico seme -Trifolium)
La disseminazione può avvenire attivamente, per lancio (Sarotamnus), o passivamente, ad esempio per trasporto da parte di
animali (Medicago)
L'impollinazione è di regola entomogama (imenotteri) con meccanismo per facilitare l’appoggio dell’insetto e l’espulsione del
polline.

Cytisus scoparius (L.) Link - GINESTRA DEI CARBONAI


Arbusto comune sui terreni silicei, fino a 1.5 m di altezza, con rami spigolosi, dritti, verde cupo, glabri
Foglie: le inferiori sono costituite da 3 foglioline ed hanno un peduncolo, le superiori sono senza peduncolo e ridotte a una
fogliolina
Fiori: isolati o a due, giallo-oro, con calice bilabiato gli stami sono 10 con tutti i filamenti fusi in un tubo.
Si riconosce poiché lo stilo è allargato, arrotolato su se stesso, vellutato alla base
Frutto: legume appiattito, nero, con lunghi peli.
Droga: rami (inverno) e fiori (aprile- maggio).
I rami contengono la sparteina, alcaloide usato in medicina come cardiocinetico.
Composti: alcaloidi chinodizilinici (sparteina); flavonoidi, isoflavonoidi (genisteina) ed amine biogene (in particolare tiramina)
Utilizzi: problemi circolatori ed ipertensione

Spartium junceum L. - ginestra comune


Più alta (2-5 m), su terreni calcarei, con rami allungati cilindrici, con poche e piccole foglie intere, quasi senza peduncolo
Fiori: gialli, odorosi, riuniti in racemi terminali (stesso colore e dimensioni)
Calice con un solo labbro, stilo diritto
Frutto: legume lungo 6-8 cm, neri a maturità.
Semi tossici per la presenza di un alcaloide: citisina.

LIQUIRIZIA (Glycirrhiza glabra L.)


Pianta erbacea, perenne, con la parte ipogea molto sviluppata, costituita da radici e stoloni sotterranei. Alta 1 m.
Foglie: imparipennate con foglioline ellittiche
Fiori: piccoli, lilla, in infiorescenze a racemo.
Frutto: legume appiattito, di circa 2 cm
Droga: radice e stoloni
Principi attivi:
– Saponine triterpeniche (acido glicirretico, il cui aglicone è denominato glicirizzina)
– Flavonoidi (liquiritigenina e isoliquiritigenina)
– Isoflavoni (formonometina)
– Derivati dei cumestani
– Idrossicumarine (umbelliferone, glicicumarine)
– Steroidi (betasitosterolo e sigmasterolo)
– Oli essenziali (anetolo, eugenolo)
Proprietà: antinfiammatori, antiaggreganti, antiulcera, antimicotici
La droga (radice) contiene mediamente il 7% di glicirrizina.

ARACHIDE (Arachis hypogea L.)


Erba annuale, con foglie pelose sulla pagina inferiore
Fiori: la corolla è piccola, gli stami sono 9 fusi per i filamenti. L’ovario è piccolo con stilo filiforme, impiantato su un corto
peduncolo detto ginoforo.
I semi contengono circa il 25% di proteine, il 45% di grassi e l’11% di carboidrati estraibili. Sono un ottimo alimento per gli
animali.
Servono anche per preparare farine.
Diviene molto velenosa se infestata da Aspergillus flavus.
L’ovario è posto su un corto supporto (ginoforo) che si allunga molto dopo la fecondazione e si infossa nel terreno.
Qui si trasforma in un legume indeiscente di 3-4 cm di lunghezza che contiene 2-3 semi.
Ordine: Apiales
Famiglia: Apiaceae o Umbrelliferae
Specie: Pimpinella anisum
Cicuta virosa
Conium maculatum
Carum carvi

Caratteri comuni
Sono piante erbacee, con foglie alterne, abbraccianti il fusto, per lo più striato.
Il nome della famiglia (Umbelliferae), deriva dalla disposizione dei fiori dell’infiorescenza, rappresentata da una ombrella
semplice o composta.
I fiori sono di piccole dimensioni. Il calice è saldato all’ovario per tutta la sua lunghezza o presenta alla sommità 5 denti.
La corolla è costituita da 5 petali liberi, che cadono dopo la fioritura.
Sono presenti 5 stami e l’ovario è infero costituito da 2 carpelli fusi.
Il frutto è un diachenio e presenta da 5 a 9 coste sporgenti, talvolta spinose o tubercolate; tra due coste si trova un avvallamento
(vallecola), in corrispondenza del quale, nel tessuto profondo, esiste un canale schizogeno (vitta).
Tra le specie alimentari ricordiamo il finocchio (Foeniculum vulgare), la carota (Daucus carota) il sedano (Apium graveolens), e il
prezzemolo (Petroselinum hortense).

Pimpinella anisum = anice verde


L’anice verde è una pianta erbacea annua, glabra o leggermente tomentosa, alta fino a 50 cm.
Le foglie inferiori sono cordiformi, incisodentate e lungamente picciolate, le mediane pennato-partite, le superiori sono trifide
con lobi lineari.
I fiori, ermafroditi e bianco-giallicci, sono riuniti in ombrelle composte;
il frutto è un diachenio.
La droga è il frutto, composto da 2 mericarpi attaccati alla estremità di un filamento detto carpoforo.
All’interno del pericarpo si osserva il seme con cellule poligonali contenenti olio grasso e granuli di aleurone.
Tra i principi attivi della droga ricordiamo l’olio essenziale, costituito in gran parte di anetolo.
In terapia l’anice si usa come stomachico, stimolante dell’apparato digestivo, antispasmodico e carminativo.
Le sue preparazioni aumentano la secrezione salivare e gastrica ed eccitano la peristalsi.
L’anice verde si impiega anche come correttivo dell’odore e del sapore.

Possiamo a questo punto ricordare l’anice stellato (Illicium verum – che appartiene alla famiglia delle Illiciaceae).
La droga è rappresentata dal frutto, costituito da 8-12 follicoli, ad unico seme, disposti come i raggi di una stella.
Ha odore aromatico e gradevole, sapore dolce di anice.
Il principio attivo è l’olio essenziale, che, anche in questo caso, contiene anetolo.
È eupeptico, stomachico, carminativo. Ha proprietà antidiarroiche.

Tra le specie velenose citiamo le cicute: Cicuta virosa e Conium maculatum


Cicuta virosa
Caratterizzata da un rizoma grosso, carnoso, cavo all’interno, con tanti setti trasversali.
Fusto, eretto, cilindrico, glabro, come tutta la pianta.
Le foglie, composte, sono costituite da foglioline 2-3 volte suddivise, con lobi lineari, seghettati.
I fiori, bianchi, sono riuniti in ombrelle composte. I frutti sono rotondi.
Cresce in luoghi paludosi delle regioni settentrionali.
Fiorisce in Giugno-Luglio.
E’ velenosa (cicutotossina e cicutolo).

Conium maculatum
La cicuta era la pianta usata dai Greci per preparare una bevanda per mezzo della quale venivano giustiziati i criminali. Si ricorda
per la morte di Socrate.
La droga è costituita dai frutti immaturi essiccati, che contengono l’alcaloide coniina, primo alcaloide ottenuto per via
sintetica (1986).

Carum carvi – cumino dei prati


Pianta alta 50 cm, con fiori bianchi (da Maggio a Luglio). Le ombrelle hanno 6-12 raggi.
Il frutto è molto aromatico e utilizzato per aromatizzare carni, salumi, salse,
liquori, come stimolanti della digestione e carminativi.
Ordine: Solanales
Famiglia: Solanaceae
Specie: Atropa belladonna
Datura stramonium
Hyoscyamus niger
Mandragora autumnalis

Alla famiglia appartengono piante con interesse economico e terapeutico.


Specie alimentari: la patata (Solanum tuberosum), il pomodoro (Solanum lycopersicum), la melanzana (Solanum melongena), il
peperone (Capsicum annuum) e il tabacco (Nicotiana tabacum).
Il frutto di pomodoro, melanzana e peperone è una bacca, un frutto carnoso, esocarpo membranoso, mesocarpo e endocarpo
carnoso con numerosi semi.
Specie interessanti dal punto di visto terapeutico per il contenuto di alcalodi: Atropa belladonna, Hyoscyamus niger
(Giusquiamo), Datura stramonium (Stramonio).

Caratteri comuni
Piante erbacee, foglie con inserzione alterna, semplici (patata) o composte (peperone), a volte lobate.
Fiori ermafroditi, attinomorfi (simmetria raggiata), pentameri.
Calice pentamero gamosepalo
Corolla pentamero gamopetala (= simpetala)
5 stami.
Ovario supero, bicarpellare, sincarpico.
Frutto: bacca o capsula (frutto secco deiscente)
Principi attivi: alcaloidi

Atropa Belladonna L.
Pianta erbacea perenne, fusto ramificato con peli protettori e ghiandolari.
Foglie picciolate, lanceolate, appuntite all’apice con inserzione alterna.
Presenti due tipi di peli ghiandolari e microcristalli di ossalato di calcio (sabbia cristallina).
Fiori campanulati (struttura imbutiforme), ascellari e penduli, colore violaceo-rosa.
Calice pentamero gamosepala, corolla pentamero gamopetala.
5 stami inseriti alla base della corolla.
Frutto: bacca, con calice persistente.
Droga: Foglia – Principi attivi : alcaloidi (atropina, scopolamina, iosciamina).
• Altamente tossica a causa degli alcaloidi presenti (atropina, iosciamina e in minor quantità scopolamina), veniva usata insieme
al giusquiamo fin dall’antichità per preparare pozioni letali.
• Usata nell’antichità come cosmetico per la sua capacità di dilatare la pupilla (midriasi) e ottenere uno sguardo più luminoso
quasi sognante causato dalla paralisi dell’accomodazione. Da tale proprietà deriva l’epiteto specifico belladonna.

Indicazioni sui principi attivi validi per tutte e tre le specie (belladonna, stramonio e giusquiamo):
A livello del sistema nervoso centrale l’atropina a dosi tossiche provoca un elevato stato di eccitazione con fenomeni di
disorientamento, allucinazioni, delirio e confusione mentale. A debole dose prevale un’azione sedativa e depressiva.
• Gli effetti della scopolamina sono simili a quelli dell’atropina ma meno marcati accompagnati da un effetto ipnotico e
amnesizzante a livello del s.n.c.
• La iosciamina ad alte dosi provoca allucinazioni. In farmacologia l’atropina viene usata contro gli spasmi dei muscoli
scheletrici.
• La scopolamina viene usata nella profilassi dei disturbi dovuti al movimento (mal d’auto, di mare) ed è associata alla morfina
come premedicamento prima di interventi chirurgici.
Datura stramonium
Pianta annuale ramificata, grandi foglie ovali con margine molto sinuoso e dentato, semplici.
Fiori molto grandi (8-10 cm), isolati.
Calice pentamero gamosepalo, corolla pentamero gamopetala, tubuloso e bianca, all’apice è allargata e i 5 lobi sono ripiegati su
loro stessi.
Frutto: capsula, si apre longitudinalmente in 4 valve e libera numerosi semi. Capsula irta di aculei e ovale.
Droga: foglia, ha su epidermide superiore e inferiore peli pluricellulari di rivestimento e peli ghiandolari capitati, presenti
numerose druse di ossalato di calcio.
Le foglie contengono gli stessi alcaloidi della belladonna (scopolamina e atropina) ma in quantità inferiore.
Azione simile alla belladonna usata dietro prescrizione medica come antispastico per tosse e asma

Hyoscyamus niger – giusquiamo nero


Pianta ebacea annua o bienne, con peli protettori e ghiandolari.
Foglie semplici, lobato-dentate, picciolate alla base e sessili all’apice.
Fiore con calice pentamero gamosepalo, corolla pentamero gamopetala imbutiforme, colore giallastro con venature violette.
Fiori disposti in racemi o grappoli unilaterali.
Frutto: pisside, frutto secco deiscente (capsula), detto pisside per il modo in cui si apre, come se si sollevasse un cappuccio da cui
si liberano i semi.
Droga: foglia, epidermide superiore e inferiore con peli protettori conici e ghiandolari capitati. Presenti cristalli di ossalato di
calcio sotto forma di stiloidi.
La droga costituita dalle foglie contiene alcaloidi (iosciamina, atropina, scopolamina), di cui la scopolamina è la più
abbondante.
L’attività è molto simile a quella della belladonna.
La notevole presenza di scopolamina accentua le proprietà sedative della droga, usata soprattutto come antinevralgico.

Mandragora autumnalis
Pianta perenne alta 10-20 cm con foglie picciolate, ovato-lanceolate, a margine ondulato disposte in una grande rosetta
aderente al terreno.
I fiori sono brevemente peduncolati con corolla eretta, campanulata, di colore violetto, con 5 lobi.
Presenta un grosso rizoma che spesso presenta aspetto antropomorfo. Da questa caratteristica sono derivate leggende,
superstizioni e riti folcloristici (Machiavelli).
Il frutto è una bacca ovale rosso-giallognola.
Specie congenere: Mandragora officinarum che ha fiori più piccoli di colore bianco-verde e piccole bacche sferiche gialle.
Il rizoma che costituisce la droga contiene vari alcaloidi tra cui iosciammina, atropina, e scopolammina e anche la cumarina
scopoletina a proprietà ipotensiva.
Ordine: Scrophulariales
Famiglia: Oleaceae
Specie: Olea europaea
Fraxinus excelsior
Fraxinus ornus

Caratteri comuni
Hanno notevole interesse comune, l’olivo per olio e legno, l’orniello per la manna. Altre sono ornamentali come gelsomino
(Jasminum officinalis), lillà (Syringa vulgaris) e il genere Forsythia.
Alberi o arbusti con foglie a inserzione opposta
Fiori ermafroditi, attinomorfi, riuniti in grappoli ascellari o terminali, tetrameri.
Il calice a volte manca, se c’è è tetralobato.
La corolla è gamopetala con 4 elementi.
Presenti 2 stami, in genere epicorollini.
Pistillo con ovario supero, bicarpellare con stimma bifido.
Il frutto varia: è una drupa (Olea), un achenio alato (Fraxinus), una bacca (Ligustrum) o una capsula (Syringa, Forsythia)

Olea europaea – olivo


Albero sempreverde, allo stato selvatico spinoso.
Foglie opposte, lanceolate, coriacee per la presenza di cutina molto sviluppata), pagina inferiore quasi bianca per la presenza di
peli protettori morti.
Fiori piccoli, biancastri, in grappoli ascellari, tetrameri, con due stami.
Ovario supero con uno stilo e due stimmi.
Frutto: drupa ovale nera.
Frutti: estrazione olio o consumati come tali, foglie con azione ipotensive e spasmolitica

Fraxinus excelsior – frassino


scorza bruno-grigia, con rami grossi e gemme grandi e nere.
Foglie composte, opposte, imparipennate, con 9-15 foglioline lanceolate con margine seghettato.
Fiori poco appariscenti, aclamidati = senza calice e corolla, riuniti in piccoli corimbi.
Hanno due stami, ovario con due stimmi.
Il frutto ha un unico seme che termina con un’ala allungata.

Fraxinus ornus – orniello


Ha foglie composte, differisce dal frassino perché ha 5.9 foglioline.
I fiori sono riuniti in corimbi molto folti, bianco giallognoli, presenti calice e corolla.
Per incisione del fusto si ottiene la manna, con effetto leggermente purgante.
Ordine: Scrophulariales
Famiglia: Scrophulariaceae
Specie: Digitalis purpurea

Caratteri comuni
Piante erbacee.
Fiore ermafrodita, zigomorfo (simmetria bilaterale)
Calice: 4-5 sepali
Corolla gamopetala divisa in 5 lobi, può esser irregolare e formare due labbra.
Androceo ha 2-4 stami, può esser presente un 5 stame sterile.
Ovario supero bicarpellare.
Frutto: capsula con numerosi semi.

Digitalis purpurea
Specie bienne, il primo sviluppa una rosetta basale costituita da foglie e accumula riserve che servono per il secondo ano, in cui
sviluppa il fusto infiorescenziale, eretto, coperto di tricomi protettori e ghiandolari.
Foglie con inserzione alterna, lanceolate, margine irregolarmente dentate, picciolate nella parte basale del fusto e sessili in
quella superiore.
Infiorescenza a grappolo terminale, unilaterale.
Calice gamosepalo, molto più piccolo rispetto alla corolla.
Corolla gamopetala, raggiunge i 5 cm, ha la forma di una campana irregolare, color fucsia-porpora, punteggiata all’interno
macchie bianche e scarlatte.
Androceo: 4 stami didinami
Gineceo: ovario supero bicarpellare biloculare con stimma bifido
Frutto: capsula tomentosa (= con peli), con molti semi
Droga: foglie, raccolte in prefioritura cioè nel secondo anno di vita.
Principi attivi: glicosidi cardiotonici, pianta molto tossica.
Impieghi: medicamento in caso di disfunzione cardiaca

Molto usata è anche Digitalis lanata, per il contenuto in glicosidi cardiotonici (droga costituita dalle foglie)
Ordine: Lamiales
Famiglia: Lamiaceae

Famiglia a oli essenziali.


Portamento erbaceo o suffruticoso, struttura simile a quella del rosmarino, ha una parte perennante, a fusto legnoso, e ogni
anno sviluppa getti annuali.
Il fusto ha sezione quadrangolare, sono presenti ispessimenti di tessuto collenchimatico agli angoli, che si possono sentire al
tatto.
Specie riconoscibile anche in assenza di fiore.
L’infiorescenza è a spiga (come in Salvia greggi, S.blepharophilla – salvie messicane, impollinate dai colibrì in messico) o a
verticcillastro (come phlomis, può portare fino a 20-30 fiori densi), verticillo = inserzione allo stesso livello.
Fiore ermafrodito, zigomorfo = simmetria bilaterale, tipicamente pentamero.
Calice di 5 sepali, può essere bilabiato.
Corolla di 5 petali, bilabiata, 2 petali sono fusi a formare il labbro superiore e 3 a formare quello inferiore.
Eccezioni: i generi Ajuga e Teucrium sono privi del labbro superiore.
Gli stami sono 4, didinami, con eccezioni: rosmarino e salvia hanno solo 2 stami-
Pistillo con ovario supero, bicarpellare, tetralobato, con lungo stilo e stimma bifido. Presenti nettari.
Frutto: tetrachenio, in molti specie i frutti permangono nel calice, che è persistente. I frutti si liberano perché scossi dal vento,
da urti casuali o ingeriti da uccelli.
Su tutta la superficie della piante ci sono peli protettori e ghiandolari, facendo una distillazione si ottengono oli essenziali che
derivano dal secreto presente nella testa dei peli e che si libera rompendo la cuticola.

Come discriminare generi differenti appartenenti alla stessa famiglia?


Basta sbirciare la chiave dicotomica proposta da Pignatti (1982).
Ecco un esempio dei caratteri diagnostici presi in considerazione….
• Stami sporgenti o stami inclusi nel tubo corollino,
• Nervature del calice,
• Numero di stami,
• Colore corolla,
• Portamento erbaceo o cespuglioso,
• Lunghezza del calice,
• Durata ciclo vitale (perenne-annuale),
• Struttura labbro superiore (concavo o convesso verso l’alto)
• Forma della lamina fogliare (lineare o allargata)
• Tipologia di corolla (decisamente bilabiata, quasi attinomorfa)
• ….fino ad approdare ad un anello di peli internamente alla corolla (presente,assente), alla struttura dello stilo, di ovari e
acheni…..

Chiave dicotomica: conduce alla discriminazione attraverso una scelta duplice, cioè pone dei quesiti, ad esempio: la specie ha
una corolla rossa o gialla? In base al colore si segue la voce riferita al colore che presenterà altre due domande e così via.
Ma dovendo discriminare specie differenti appartenenti allo stesso genere?
Immaginiamo di avere capito che siamo all’interno del genere Phlomis:
Ecco la chiave dicotomica proposta da Pignatti:
1. Erba, corolla rosea o purpurea di 15-20-25 mm P. herba-venti
Oppure 1. Piante legnose, corolla gialla o aranciata di 23-35 mm
2. bratteole lineari, tomento ferrugineo .....P. ferruginea
2. bratteole lanceolate, tomento grigio giallastro.....P. fruticosa
* Bratteole (sottese ai fiori o alle infiorescenze), tomento (pelosità), nell’immagine sono lanceolate e il tomento è grigio
giallastro, quindi è Phlomis fruticosa

I fiori delle lamiaceae sono tipicamente ad impollinazione entomofila, vengono impollinati da api, vespe, farfalle, falene, mosche, coleotteri e
uccelli, la peculiarità è legata al tipo di struttura fiorale: la corolla è il risultato di un processo coevolutivo,
si presta infatti a questo tipo di impollinazione: il labbro superiore è arcuato , protegge stami e pistillo, il labbro
inferiore è una sorta di piattaforma di atterraggio, ed è molto vistoso: l' impollinatore si appoggia sul labbro inferiore, l'antera si appoggia sul
dorso "sporcandolo" di polline (attratto dai nettari alla base degli stami ) e quando si spostasu un altro fiore e porta il polline a livello dello
stimma bifido , garantendo l' impollinazione .
Generalmente sono specie ad impollinazione crociata ma può capitare anche la cleistogamia (autoimpollinazione, il fiore non sviluppa
completamente, non c'è antesi fiorale ) o proterandre, comune all'allogamia, la maturazione del polline è anticipata rispetto alla maturazione
degli ovuli e ciò garantisce l' impollinazione incrociata che da vantaggi evolutivi.
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Specie: Taraxacum officinale
Artemisia absintium
Matricaria chamomilla
Sylibum marianum

Caratteri comuni
Costituiscono la più grande famiglia tra le spermatofite, prevalentemente erbacee, con infiorescenza a capolino.
Molte specie sono coltivate a scopo alimentare come la cicoria (Cichorium intybus), la lattuga (Lactuca sativa), il
carciofo (Cynara scolimus) e il girasole (Helianthus annuus) per l’olio che si ricava dai suoi semi.
Altre specie sono impiegate nella medicina popolare come depurativi (Taraxacum officinale), amaro stomachici (Artemisia
absinthium) e diuretici (Arctium lappa - bardana).
Altre sono coltivate a scopo ornamentale possiamo ricordare i crisantemi (genere Chrysanthemum), le calendule (genere
Calendula), le dalie (genere Dahlia), le zinnie (genere Zinnia), il Leontopodium alpinum (stella alpina).
Fiore: disco infiorescenziale generalmente circondato da strutture bratteiformi, accoglie fiori di diverso tipo: al centro fiori
tubutoli e alla periferia fiori ligulati.
Fiori periferici: ligulati, sterili o unisessuali. Corolla costituita da una ligula a sua volta generata da più petali saldati tra loro. È
presente anche il pappo, parte del calice persistente nel frutto del tarassaco (soffione).
Fiori centrali: tubulosi, erbafroditi, costituiti da 5 petali saldati (=corolla gamopetala)
Calice ridotto e trasformato in pappo.
Androceo: 5 stami con antere saldate.
Gineceo: bicarpellare, ovario infero con stimma bifido.
Frutto: cipsela che può esser sormontata da pappo.
Si divide in due sottofamiglie:
tubiflorae: hanno solo fiori tubulori o fiori tubulosi e ligulati
liguliflorae: hanno sono fiori ligulati, presenza di canali laticiferi.
Gradiente maturazione: maturano prima i fiori periferici e poi quelli centrali.

Helianthus annuus – girasole


Si usano i frutti, ricchi di grassi, come alimento per animali e per estrazione di olio.

Taraxacum officinale
infiorescenza con fiori ligulati.
Nell’infruttescenza è visibile la persistenza nei frutti del pappo, componente importante per la disseminazione mediata dal vento

Artemisia absintium
Pianta molto aromatica, amarissima, l’infiorescenza costituita da soli fiori tubulosi gialli.
Le foglie sono setose al tatto, verdastre nella parte superiore e molto chiare inferiormente.
Frutto: cipsela senza pappo.
Droga: sommità fiorite e foglie, contengono lattoni sesquiterpenici (principi amari) tra cui absintina e un olio essenziale ricco di
tujone. Usata per liquori, in medicina popolare come febbrifugo e eupeptico

Matricaria chamomilla
Droga: capolino, raccolti prima che i fiori appassiscano.
In commercio si trovano capolini senza peduncolo (c. scelta), capolini con peduncolo e residui di foglie e rami; fiori distaccati dal
ricettacolo (c. setacciata o in polvere).
I capolini contengono olio essenziale ricco in camazulene, oltre a cumarine e flavonoidi.
L’infuso è un blando sedativo, antispasmodico per coliche e crampi di stomaco, utero, intestino. Utilizzato come
antiinfiammatorio ed emolliente nelle affezioni della cavità orale, e degli occhi.

Sylibum marianum
Droga: semi, proprietà protettrici, disintossicanti e curative del fegato

Chrisanthemum cinerariifolium – crisantemi


Hanno attività insetticida, da essi si ottengono i piretroidi, usato in agricoltura biologica per la bassa tossicità per l’uomo e la
bassa persistenza nell’ambiente.
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Liliopsida – monocotiledoni
Ordine: Liliales
Famiglia: Aloaceae
Specie: A. vera (A. barbadensis)
A. ferox

Caratteri comuni:
portamento arboreo o arbustivo.
Foglie succulente, ad inserzione alterna, riunite alla base o addensate in rosette nella parte terminale del rami, spesso spinose.
Hanno un parenchima aquifero in grado di trattenere l’acqua sottoforma di mucillagini.
Fiori riuniti in infiorescenze, ermafroditi, trimeri.
Perigonio costituito da elementi tutti uguali: presenti 6 tepali, 6 stami, ovario tricarpellare sincarpico supero. Tepail gamo,
riuniti, stami e stilo sporgenti.
Frutto: capsula.
Droga: foglia.
Sezione trasversale: si possono notare i fasci conduttori, periferici, circondati da cellule secernenti, nella zona centrale è
presente il tessuto parenchimatico acquifero, mucillaginoso.
le cellule che circondano i tessuti conduttori sono secernenti producono un essudato che cola quando la foglia viene recisa.
Questo essudato è ricco di antrachinoni ed ha proprietà lassative.
La foglia rappresenta un esempio di droga che può avere una valenza multipla.
Questo succo può essere essiccato all' aria e forma l'aloe epatico, che è più pregiato, venduto in frammenti.
la bollitura del succo da origine ad una massa amorfa, traslucida, bruno-nerastra, detta aloe vetroso che è solubile in acqua .
È un’ agente amaricante e lassativo, prodotto soprattutto in Sud Africa, in cui esistono vaste piantagioni di Aloe ferox Mill .
Le foglie di almeno 5 anni vengono recise alla base per raccoglierne il succo e trattarlo.
L’aloe gel si presenta come un liquido viscoso incolore e insapore. Viene ottenuto decorticando la foglia per privarla delle
cellule secernenti che liberano il liquido giallastro ricco di antrachinone e poi attraverso varie operazioni di purificazione della
mucillagine contenuta nella polpa parenchimatosa della foglia.
Si trova in commercio in forma liofilizzata, come polvere bianca che rapidamente si reidrata in acqua.
L’aloe gel ha trovato largo impiego nelle preparazioni di prodotti cosmetici, in seguito all’osservazione che la polpa ottenuta
decorticando le foglie di aloe viene usata dagli indigeni del Sud Africa per curare ferite, abrasioni e ustioni.
Per la produzione di aloe gel è oggi utilizzata quasi esclusivamente A. vera (= A. barbadensis).
L’aloe gel consiste del 93% di acqua, il restante 7% è costituito da polisaccaridi quali pectine, emicellulose, glucomannano,
acemannano, derivati del mannosio
Dalle gimnosperme alle angiosperme
Le gimnosperme sono alberi a crescita lenta e sono state ‘sfollate’ da specie a crescita rapida.
La perdita del portamento arboreo, in favore di strutture erbacee corrisponde all'abbandono di meccanismi di difesa meccanica
contro erbivori ed agenti patogeni in favore di una difesa basata su una chimica più selettiva ed efficace, fondata sulla
produzione attiva di composti.
L’evoluzione dei tessuti vascolari (comparsa di trachee) ha avuto un ruolo importante nella diffusione delle Angiosperme.
Ha consentito
• maggiore efficienza fotosintetica,
• produzione più cospicua di composti organici,
• crescita più rapida.

Angiosperme
Piante a fiore, che producono semi completamente racchiusi da frutti.
• Sono le piante con il maggior successo evolutivo e appaiono per la prima volta nel Cretaceo inferiore (circa 130 milioni
di anni fa);
• Tutte sono incluse nella divisione Anthophyta: circa 250.000 specie, da molto piccole (es. Lemna) a piante
enormi (es. Eucaliptus).
La divisione Anthophyta è divisa in due classi:
Monocotiledoni (Liliopsida) con circa 65.000 specie e Dicotiledoni (Magnoliopsida) con circa 165.000 specie;
• La loro grande importanza deriva dalla quantità, varietà e attività dei composti attivi (metaboliti secondari) che sono la ragione
del loro studio in ambito erboristico.
La maggior parte delle piante officinali sono angiosperme dicotiledoni.

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