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Gli stakeholders
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Questa governance di impresa che deve guidare queste quattro tipologie di relazioni ovviamente deve
seguire tutta una serie di vettori di sviluppo di un’azione imprenditoriale. Dal nostro punto di vista diventa
importante l’approccio circa le relazioni di mercato. Infatti queste relazioni sono alla base di tutta una serie
di scenari competitivi, come:
- la contrazione dimensionale – temporale
- l’ampliamento dimensionale – spaziale
- gli elevati livelli di complessità
- il regime di ipercompetizione che si manifesta nei diversi scenari competitivi.
Sicuramente i cambiamenti generati dall’ultima rivoluzione industriale e quella ancora in atto della
digitalizzazione, impongono un approccio pro attivo per fronteggiare i cambiamenti stessi. Da qui
l’importanza di avere ben chiare le evoluzioni dei paradigmi di impresa.
Quindi:
IMPRESA FORDISTA
L’impresa ormai, nella maggior parte dei settori, è un’impresa post-fordista. Ovvero il sistema delle
relazioni che abbiamo visto sopra tendeva ad esser tutto portato all’interno dell’impresa stessa
aumentando il livello di integrazione sia orizzontale (acquisendo quote di mercato) che verticale (quindi
acquisendo fornitori e clienti). Quindi una gestione fordista dava forte importanza ai rapporti di tipo
gerarchico perche all’interno dell’impresa si trovavano le soluzioni all’equilibrio di tutte le relazioni
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sopracitate. Infatti la standardizzazione, l’economie di scala, la produttività erano fattori che guidavano la
governance di impresa.
IMPRESA POST-FORDISTA
Oggi, grazie alla rivoluzione industriale e ai cambiamenti nei consumatori e grazie alla digitalizzazione
dell’economie e della società, hanno portato a dare sempre più importanza a fattori come il
decentramento, l’empowerment, la flessibilità, la coproduzione, la diffusione delle conoscenze, le
economie che derivano da opportune relazioni.
Questo significa che l’economie delle relazioni delle conoscenze ha acquisito un’importanza sempre
maggiore a strumenti come
➢ organizzazioni a rete
➢ partenrship con clienti e fornitori e in alcuni casi anche con concorrenti
➢ gli accordi cooperativi
➢ le capacità relazionali
➢ l’interscambio informativo
tutti fattori che hanno spinto l’impresa ad abbandonare un paradigma fordista in favore di un paradigma
post-fordista.
Le imprese oggi son cambiante nel loro modo di produrre, sia che siano di prodotti che siano di servizi.
Questo perché i servizi sono diventati sempre più importanti e centrali.
Quindi in situazioni di questo tipo deve evolvere anche l’approccio di mercato. Questo vuol dire che
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acquisto e consumo che diventa fondamentale rispetto alla produzione per un magazzino, per una serie di
lotti standardizzati di prodotti e quindi crescono le interdipendenze, il numero e l’eterogeneità dei soggetti
che entrano in gioco. (Numero ed eterogeneità perché nel momento in cui si produce un certo oggetto fino
a che quell’oggetto entra in un processo di consumo entrano in gioco una pluralità di attori della
distribuzione e della comunicazione).
Quindi c’è un Incremento del fabbisogno e della rilevanza della comunicazione. La comunicazione non
ha più un mero ruolo tattico ma assume un ruolo strategico nella definizione stessa di prodotto.
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➢ Creare/mantenere la fiducia
➢ Gestire i rapporti
➢ Esercitare strategie di influenza e di coordinamento sui processi di acquisto e di consumo.
La comunicazione organizzativa serve quindi a ridurre il disordine e sviluppo coesione, identità, orienta i
comportamenti dei diversi attori interni all’impresa stessa verso finalità condivise.
Verso l’esterno invece la comunicazione genera adattamento, dialettica di retroazione (cioè raccoglie i
desiderati, i comportamenti che determinano la co-creazione di prodotti per generare un’offerta in linea
con le attese, favorisce i comportamenti evolutivi ma soprattutto costruisce un’immagine ovvero costruisce
la reputazione online ed offline, costruisce quel patrimonio di marca che è definito brand equity).
Quindi la comunicazione oggi verso l’esterno ha un ruolo fondamentale nel generare e sostenere le
relazioni e a sviluppare fiducia. Produce credibilità strategica e reddituale. Infatti è un ruolo della
comunicazione più ampio rispetto a quello che fino a poco tempo fa le si assegnava sotto il profilo tattico
con l’advertising e la promozione.
Insieme di processi relazionali che l’impresa attiva per influenzare (rinforzandoli o modificandoli) gli
atteggiamenti e i comportamenti dei propri interlocutori sociali e di mercato, nel perseguimento dei suoi
obiettivi.
La comunicazione quindi è quel collante, quel fattore che permette di passare da un valore oggettivo,
intrinseco (Ad esempio la funzionalità del mouse) ad un valore oggettivo percepito più ampio in funzione di
tutta una serie di elementi, non ultimo anche il brand, la marca (Avere un mouse di una certa marca
assegna affidabilità all’oggetto o meno). La diffusione del valore attraverso l’informazione e conoscenza
rende esplicito ai portatori di interesse e ai mercati il valore effettivo in termini di notorietà e
consapevolezza. La creazione di valore attraverso l’apprezzamento del patrimonio intangibile, relazione, di
immagine e di cultura. Il valore percepito è quello che arriva a seguito dell’attività di comunicazione, ovvero
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quello che si forma tra i consumatori e che si forma dopo l’attività di comunicazione, questo dipende quindi
da come gli elementi intrinsechi del valore oggettivo vengono comunicati. Infatti come vengono comunicati
crea qualcosa che può esser un valore maggiore o un disvalore.
Gli elementi aggiuntivi sono proprio degli elementi aggiuntivi dell’offerta che si formano all’offerta in senso
stretto ed insieme alla componente degli accessori (esempio agevolazioni finanziarie, estensione durata
garanzia, packaging) determinano il valore percepito.
Quindi quello che abbiamo attraverso la comunicazione, ovvero che dal valore oggettivo si passa al valore
percepito dove il valore oggettivo (ammesso che sia facilmente misurabile che non sempre i consumatori
sanno misurare. Infatti son pochi i consumatori che sanno apprezzare le capacità tecniche di un mouse
rispetto ad un altro). Quindi il valore è condizionate da tutto il set di valore simbolici che si apportano
attraverso la comunicazione.
Quindi la comunicazione è funzionale a creare una determinata identità e quindi un’immagine sia interna
che esterna. Infatti identità, immagine esterna e immagine interna sono tre facce dello stesso fenomeno
ma che cambiano in funzione dei diversi punti di vista:
Infatti una cosa è quello che si vuole comunicare (l’identità) ma un’altra è ciò che si crea nella testa dei
consumatori (immagine). La comunicazione ha il ruolo fondamentale strategico di far si che l’identità sia il
più possibile calata in quella che è l’immagine. Ovvero che l’immagine rispecchi l’identità desiderata.
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LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
A seconda dell’organizzazione dell’impresa e delle sue dimensioni possiamo avere una sovranità di
soggetti a capo di ogni area quindi serve una comunicazione interna in grado di integrare e
coordinare le varie attività
DESTINATARI: tutti i pubblici dell’impresa: clienti, dipendenti, investitori, comunità locali, media,
pubblici poteri, gruppi politici, associazioni di categoria, opinion leader…
Quindi sarà necessaria una comunicazione sia interna che esterna con l’obiettivo di far conoscere:
OBIETTIVI:
• Far conoscere l’identità dell’impresa, i suoi valori e la sua mission, quindi definire un
preciso posizionamento dell’impresa, e di stimolare un atteggiamento favorevole alle transazioni
indispensabili a mantenere l’impresa stessa all’interno dell’equilibrio di sopravvivenza
• Rafforzare o modificare il posizionamento dell’impresa
• Stimolare e consolidare un atteggiamento favorevole verso l’organizzazione e i suoi
comportamenti da parte degli stakeholder
• Contribuire alla costruzione e al potenziamento del patrimonio di reputazione
= obiettivo di favorire una reputazione positiva dell’impresa presso i suoi stakeholder
CONTENUTI: ampiezza dei contenuti, storytelling che si associa alla comunicazione istituzionale:
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La comunicazione OBBLIGATORIA
Per tutte le imprese (quotate e non): BILANCIO D’ESERCIZIO (Stato Patrimoniale, Conto Economico
e Nota Integrativa) e RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI.
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Per le imprese quotate: ulteriori obblighi informativi (stabiliti dal Testo unico della Finanza, dai
Regolamenti Consob e dalla Banca d’Italia)
La comunicazione VOLONTARIA
Ha l’obiettivo di colmare alcune lacune della comunicazione prevista da norme e regolamenti, così
da rendere palesi le potenzialità aziendali e di instaurare un rapporto trasparente col mercato dei
capitali:
• Rappresentazione degli asset intangibili
• Costruzione di modelli di determinazione dei risultati capaci di rappresentare anche
parametri non finanziari (balance scorecard, bilancio sociale…).
Es. convegni, momento attraverso cui veicolare forme di comunicazione volontaria, meno
tangibile rispetto ad un obbligo di legge ma non per questo meno importante
LA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA
DESTINATARI
Tutti i soggetti che, in via diretta o indiretta, sono coinvolti nell’attività dell’impresa, con un
elevato grado di integrazione. Comprende la comunicazione verso il personale (interna) e quella
“di confine” (destinata a distributori, fornitori, consulenti e mercato del lavoro).
• Comunicazione rivolta all’interno dell’impresa
• Comunicazione rivolta alla struttura ampliata
• Comunicazione rivolta al mercato del lavoro
OBIETTIVI
Consolidare e diffondere i valori guida e la cultura aziendale, condividere strategie e obiettivi,
acquisire consenso, adesione e motivazione.
CONTENUTI
Veicola informazioni e valori, attiva collegamenti nella struttura ampliata, facilita percorsi di
apprendimento organizzativo e di consolidamento culturale, così da sviluppare vantaggio
competitivo: il sistema aziendale si presenta come un insieme di relazioni sostenuto dalla
comunicazione.
Deve favorire tutte quelle attività a rendere coeso il gruppo e nei contenuti deve sollecitare delle
curiosità e interessi strettamente connessi alla vita in aziendale
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OBIETTIVI:
Migliorare le relazioni con il mercato dei clienti finali e intermedi e influenzatori (pubblici(,
rendendo percepibile il valore dell’offerta aziendale, ovvero la sua capacità di soddisfare i bisogni
dei target prescelti
Obiettivo è quello di aggiungere alle componenti strutturali di prodotto, direttamente riconducibili
alle caratteristiche funzionali in senso stresso, quella componente simbolica importante in tutte le
categorie merceologiche per soddisfare correttamente le esigenze.
Prodotto anche nelle sue componenti accessorie: es. Iphone è uno smartphone, se consideriamo il
prodotto in senso stretto ci consente di telefonare ecc. benefici funzionali strettamente connessi
al prodotti, l’iphone è leader di mercato non perché il miglior prodotto funzionale di mercato ma
perché sono molto rilevanti le altre componenti: di servizio, accessoria, in gran parte del successo
è perché c’è ITunes che permette di fare aggiornamenti e una serie di servizi che hanno reso il
prodotto molto più facile da utilizzare rispetto ai cellulari di vecchia generazione, oltre alla
componente funzionale e accessoria ci sono una serie di punti di vendita di proprietà che
consentono di assistere il cliente, e inoltre accanto a questo Apple ha avuto dei benefici non banali
dal fatto di essere il primo produttore di un oggetto che unisse una serie di funzionalità prima
svolti da diversi device. Il fatto di essere stato il primo, una mela come logo, che ci sia stata una
comunicazione che ha collocato il brand Apple in tutte le principali serie televisive (Sex And The
City in poi), la componente simbolica e il fatto che il prodotto sia diventato nell’immaginario
collettivo un fattore distintivo, è un elemento importantissimo nel determinare che l’offerta
complessiva che si compone di tre parti (funzionale, accessoria, componente simbolica) sia
diventata leader di mercato.
Non confondere comunicazione con pubblicità, comunicazione è più ampia, affronta tutta una
serie di situazioni, dal product placement, alle sponsorizzazioni, alla vendita promozionale, ecc.
CONTENUTI:
Possono avere natura differente, ma il tratto comune è la capacità di far emergere la product
offering agli occhi del consumatore, differenziandola dalle altre offerte della medesima categoria.
Fa emergere per differenza un’offerta rispetto a quella di un concorrente. I contenuti possono
essere un segno (es. mela Apple, coccodrillo di Lacoste) oppure dei messaggi (costrutti di
ecosostenibilità) ecc. l’importante è che siano differenziali
I contenuti possono cambiare nel tempo: es. automobili sicure con cinture di sicurezza oggi le
hanno tutte di conseguenza la sicurezza a bordo non la si comunica più con le cinture, ma per es.
con sistemi di guida assistita di un livello alto, es. di impedire di uscire dalla propria corsia di
marcia
Es. ricerca e sviluppo è necessario un certo livello di riservatezza sulle attività che si intendono
attuare
Meta comunicazione: crea il framework/ambiente all’interno del quale ci saranno le concrete
comunicazioni, operative, nelle diverse tipologie di comunicazione. Fa riferimento ad una visione
strategica di lungo operativo, mentre quella operativa nel breve
Livello di riferimento: comunicazione riferita a specifiche funzioni ecc.
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Specializzazione e integrazione
Specializzazione: competenze e tecniche specialistiche, canali e messaggi specifici, per comunicare
in modo efficace ai singoli pubblici di riferimento
La comunicazione si può definire specializzata quando si riferisce ad un contesto ben determinato,
che può essere un particolare di comunicazione, commerciale per raggiungere un target definito
(es. area regionale, area di consumatori ecc)
Integrazione: coordinare i contenuti per mantenere coerenza di fondo della comunicazione,
garantire immagine e substrato valoriale univoco e ottenere effetto sinergico
Funzionale a mantenere la coerenza strategica tra i diversi medium: vuol dire che comunicare in
televisione, per radio o su internet non è la stessa cosa, ad es. in radio non ci sono le immagini e
bisogna riuscire a trovare un modo che permetta di far percepire che si tratta di messaggi
integrati
Le imprese sono nate grazie all’effetto della specializzazione, Adam Smith aveva teorizzato con la
fabbrica di spilli: se fatta da un artigiano era una produzione che permetteva di fare pochi spilli,
nel momento in cui le fasi del processo produttivo venivano attribuite a persone diverse la
produzione passava da 25 spilli a testa a 25 mila spilli, in più la specializzazione consente di creare
impianti specializzati e permette di incrementare la produttività del lavoro. La specializzazione, la
parcellizzazione se da una parte permette di aumentare la produttività dall’altra richiede che
qualcuno coordini le varie fasi, esiste il problema centrale quello del COORDINAMENTO.
La comunicazione poiché non è solo la semplice pubblicità ma esistono diverse forme, si ripartisce
su una serie di ruoli all’interno dell’impresa e di conseguenza le persone che se ne occupano
devono essere coordinate.
L’integrazione della comunicazione: riguarda le diverse aree pertanto esistono diverse tipologie di
integrazione
Es. integrazione da verbale a non verbale. Verbale può variare in base al tono, e si può percepire
una frase positiva oppure negativa. L’integrazione è un qualcosa di complesso perché è di tipo
orizzontale fra i diversi strumenti.
Es. integrare un determinato messaggio fra un canale online oppure televisivo, l’attenzione online
è molto più ridotta, in televisione probabilmente c’è una maggiore attenzione perché la modalità
di fruizione è diversa da quella online. Con il telefono è facile cambiare, mentre in televisione se
c’è la pubblicità ma state guardando un film bisogna avere più pazienza.
Es. vendita personale che con il modo di porsi che è specifico per ognuno di noi
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L’integrazione:
• All’interno delle singole aree della comunicazione
• Tra le diverse aree della comunicazione
• Tra comunicazione verbale e non verbale
• Nella dimensione temporale
Esigenza di integrare i diversi aspetti della comunicazione. L’integrazione non è riferibile solo alla
tipologia di strumenti utilizzati per veicolare un determinato messaggio, ma deve essere anche ai
diversi piani (strategico e operativo), diversi livelli (istituzionale, commerciale, economico-
finanziario ecc)
Esigenza di una comunicazione integrata è un tema centrale perché più in generale il tema del
coordinamento è il tema centrale di qualsiasi impresa
Comunicazione integrata non significa che il messaggio deve essere uguale in tutti i medium, ma
significa che ciò che deve essere percepito deve essere coerente fra i diversi tull, piani e livelli, ma
non deve essere necessariamente uguale il messaggio perché i medium non lo consentono
Le componenti dell’agire comunicativo dell’impresa
TOTAL CORPORATE COMMUNICATION
Comunicazione deliberata o non: il fatto stesso di non comunicare è già una comunicazione (es.
impresa che non ha pubblicato un Bilancio, oppure non ha fatto comunicazioni a fronte di un
problema che si è manifestato), sta comunicando di non volersi relazionare con l’ambiente
esterno.
Elementi di comunicazione:
Es. design prodotto: se voi vedete passare un automobile bassa, larga, con ruote grandi e che fa
tanto rumore ed è rossa, non si pensa che sia una panda ma un auto sportiva, una Ferrari, quindi il
design stesso rappresenta un elemento di comunicazione
Es. messaggi che si comunicano esplicitamente
Es. concreti comportamenti: es. impresa si dichiara attenta ai problemi ecologici ma inquina le
falde acquifere allora non c’è coerenza, deve comportarsi coerentemente altrimenti avrà di
immagine
Es. cosa produce, ambito produttivo
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ESEMPI
- Se la nostra impresa veicola un messaggio tramite televisione non può sapere immediatamente se
quel messaggio è stato recepito e in quale misura è stato recepito. Infatti deve fare poi delle
ricerche ad hoc per capire quale è stata la risposta e poi misurare il feedback in termini di acquisti o
altro.
- Se il messaggio è stato veicolato tramite internet ovvero con un banner tramite un sito la risposta
può esser percepita subito perché si può verificare immediatamente il numero di click sul banner
visualizzato.
Quindi a seconda del canale la risposta stessa può esser misurata direttamente o indirettamente.
RIEPILOGANDO
La comunicazione è un processo complesso perché emittente e ricevente (cioè impresa e
destinatario/consumatore) possono avere schemi mentali/valori di riferimento diversi. Questo determina
che anche risposta e feedback non sono sempre immediati da misurare ma devono esser a volte valutati
con azioni ad hoc (esempio con le ricerche ad hoc). A questo si aggiunge che il rumore ambientale (esempio
la comunicazione delle imprese concorrenti oppure altre comunicazioni che non hanno niente a che vedere
con le nostre ma che semplicemente sono presenti nell’ambiente) può portare a distorcere il messaggio
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stesso. Infatti spesso l’impresa fa comunicazioni ma il ricevente non associa quella comunicazione alla
particolare offerta ma la associa a quella del leader di mercato perché nella sua testa un determinato
prodotto viene normalmente realizzato e posto in commercio da un’altra tipologia di azienda.
IL DESTINATARIO E LA DECODIFICA
IL DESTINATARIO
➢ Il target di comunicazione molto spesso non è possibile individuare il target in modo preciso e
rigoroso. Se il nostro target sono ragazzi maschi italiani dai 25 ai 30 anni non è detto che quella
comunicazione abbia un effetto alone e quindi vada a contagiarsi rispetto ad un target esterno.
Ovvero a soggetti che non appartengono al target primario.
➢ L’effetto alone
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LA RISPOSTA E IL FEED-BACK
LA RISPOSTA non è detto che sia il feedback. Infatti la risposta può esser semplicemente:
➢ Cognitiva
➢ Comportamentale
Questi sono aspetti che si devono misurare:
➢ Nella comunicazione offline mediante ricerche ad hoc
➢ Nella comunicazione online mediante tutta quella che è la comunicazione veicolata in modo
digitale, può esser misurata se ci sono i software opportuni, può esser direttamente misurata.
LE FORME DI COMUNICAZIONE
- Natura del contatto questa differenza non è una differenza banale. Infatti è facile capire che
o Impersonale → la comunicazione personale è quella che ci viene veicolata tramite una
pagina pubblicitaria su un quotidiano e su una rivista, uno spot televisivo. Nella
comunicazione impersonale è a distanza. Però la comunicazione impersonale è spesso
standardizzata. Il messaggio veicolato tramite uno spot televisivo raggiunge
indifferentemente persone che sono in un target giovanile ma anche persone più anziane.
Quindi viene decodificato dagli uni e dagli altri sulla base delle rispettive culture, situazioni
sociali etc...
o Personale → invece questa comunicazione personale si manifesta ogni volta che sia
coinvolta una persona fisica come nel caso della vendita personale. Ovvero abbiamo
l’interazione con una persona fisica, face to face. Il messaggio in questo caso può esser
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modificato in itinere. Esempio andate a comprare un maglione blu, allora entrate nel
negozio e avete il dubbio che quel maglione non sia del blu che state cercando e
manifestate il dubbio all’addetto alla vendita. Quest’addetto può dire che in effetti non è
quello che stavate cercando oppure può dire che in realtà alla luce naturale e non alla luce
del negozio è quello che stavate cercando. Insomma può influenzare aggiungendo un
qualcosa di non standardizzato alla comunicazione. Ma questa cosa non standardizzata
potrebbe esser qualcosa non in linea con gli obiettivi della comunicazione dell’azienda.
▪ Pro → adattamento
▪ Contro → rischio di veicolare messaggi distorti.
Quindi la comunicazione verbale personale rispetto a quella impersonale di uno spot potrebbe
apparentemente esser superiore e migliore, infatti per alcuni punti di vista lo è perché permette
l’adattamento. Ma ha anche il grande rischio di veicolare messaggi distorti rispetto a quello che l’azienda
vorrebbe fare.
- Tipologia di flusso di comunicazione:
o Unidirezionale → è dei medium tradizionali (tv, affissioni, stampa, cartellonistica)
o Bidirezionale → comunicazione o di tipo personale o quella che si fa su internet se
opportunamente costruita. Infatti su internet esistono i cookies e software che permettono
di monitorare i comportamenti dell’acquirente.
- Modello di Comunicazione
o One to many → un’emittente che comunica molto
o One to One → oggi sempre di più si sta affermando questo tipo di comunicazione grazie al
digitale. Ma ovviamente anche le altre forme di comunicazione non sono meno importanti.
o Many to Many
- Tempistica di interazione
o Sincronia → è contestuale
o Asincronia → differita nel tempo.
La Fonte della comunicazione, quindi l’impresa una volta che ha codificato il messaggio e questa
operazione (non semplice) è stata fatta in modo corretto, ha un obiettivo che viene veicolato per
determinate aree con determinati strumenti su determinati mezzi attraverso specifici veicoli.
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Qual è il sistema dei mezzi? Anche in questo caso il sistema dei mezzi (di comunicazione ovvero i diversi
sistemi di canali che si possono utilizzare) sono spesso in un modello spesso più articolato rispetto ad una
comunicazione semplice in cui abbiamo da una parte l’emittente e dall’altra il destinatario.
Esempio consideriamo le partite allo stadio (che sono opportunità di comunicazione) quindi l’emittente (es.
un’assicurazione tramite i rotor allo stadio) raggiunge i tifosi che stanno seguendo la partita allo stadio, ma
la partita stessa è ripresa da altri mezzi, come ad esempio un altro medium che è la televisione. Quindi
attraverso la televisione l’audience si alza e non è più solo quella diretta allo stadio ma l’audience è anche
quella che assiste all’evento sportivo in televisione.
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Global RepTrak
Reputation Institute – Winning in the New Reputation Economy (7 Marzo 2019)
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Parte dalle impressions cioè tutti i touch point usati dall’impresa per comunicare per generare
delle percezioni che generano delle intenzioni di comportamenti e quindi dei comportamenti veri
e propri che possono essere misurati dai KPis
I 10 brand con la migliore reputazione nel mondo (2019)
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LA MISSION
È un qualcosa che deriva dalla storia dell’impresa e da quelli che sono i vincoli e obiettivi prioritari,
porta a definire il campo di attività e quelle che sono le opzioni strategiche di base
Identificare la mission: bisogna far riferimento a una serie di domande
• Clienti: chi sono i clienti dell’impresa? A seconda della tipologia di prodotto possiamo avere
un target più o meno ben definito.
• Prodotti e/o servizi
• Localizzazione: qual è l’ area geografica di riferimento?
• Tecnologia: qual è la tecnologia di base?
• Obiettivi fondamentali: qual è l’obiettivo economico perseguito?
• Filosofia: quali sono le convinzioni, i valori e le aspirazioni prioritarie dell’impresa (dalla
governance)?
• Immagine di sé: quali sono le qualità distintive e i vantaggi competitivi rivendicati?
• Immagine di marca: qual è l’immagine di marca e quali sono le responsabilità pubbliche
assunte?
• Responsabilità sociale: qual è l’atteggiamento generale dell’impresa rispetto ai suoi
dipendenti?
La mission di Ferrero
Qualità elevatissima (= controllo di gestione), cura artigianale, freschezza del prodotto, accurata
selezione delle migliori materie prime, rispetto e considerazione del cliente: ecco le “parole
chiave” e i valori Ferrero, che hanno reso note e apprezzate da milioni di consumatori le specialità
dolciarie prodotte nel mondo. Prodotti frutto di idee innovative, quindi spesso inimitabili pur
essendo di larghissima diffusione, entrati a far parte della storia del costume di molti paesi, dove
sono a volte considerati autentiche icone.
Ferrero è anche attenzione alla sicurezza alimentare, all’ambiente, al sociale, alle comunità locali
in cui opera, alle proprie risorse umane.
Oggi molti dei prodotti Ferrero sono “globali”, venduti dovunque. Il Gruppo Ferrero è tra le
primissime industrie dolciarie nel mondo. Ma la sua particolarità è il suo essere “glocal” (pensare
globale, agire locale), cioè una azienda insieme globale e locale, attenta allo sviluppo
internazionale, ma anche al suo rapporto con il territorio.
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Barilla: la mission
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La mission sta a significare l’impegno di Barilla non solo a fare un buon prodotto ma che abbia
anche dei risvolti sull’ambiente favorevoli
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Per agire l’organizzazione può far riferimento a degli operatori professionali (lobbisti) o politici che
hanno preso a riferimento i valori dell’impresa
Per agire sulle istituzioni il metodo più efficace è quello di creare movimenti di opinione pubblica
che comunicano con le istituzioni stesse
Il Lobbying
L’attività che prevede la comunicazione, pianificata e trasparente, delle posizioni di
un’organizzazione su un certo tema con il preciso scopo di influenzare la decisione delle istituzioni
pubbliche, affinché vengano assunti dei provvedimenti che possano generare effetti positivi
sull’attività svolta dall’impresa.
Gli strumenti
Il monitoraggio:
1. Database di contatti
2. Calendario degli eventi pubblici da seguire, che permettono di avere il controllo su ciò che sta
accadendo di rilevante
Comunicazione vera e propria:
1. Pubblicistica aziendale (brochure, positioning paper, dossier, newsletter, studi e ricerche, ecc.)
2. Relazioni con i media, giornalisti
3. Organizzazioni di eventi e sponsorizzazioni
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Esempio Philip Morris: per il quale le attività di Lobbying hanno influenzato in modo negativo le
istituzioni, una volta che nella società si è diffuso che il fumo nazionale la Philip aveva due strade o
sparire o adeguarsi a quelle che erano non solo le convinzioni della domanda e risultati della
scienza che hanno dimostrato che il fumo e fumo passivo ha effetti deleteri sulla salute. Di
conseguenza ha avviato una campagna per la prevenzione del fumo fra i minori e soprattutto ha
avviato una serie di attività di ricerca per indirizzare la propria offerta per prodotti che avessero un
minor effetto negativo sulla salute
L’attività di Lobbying non può essere però una sorta di placebo che si va ad aggiungere, nel caso
del fumo l’attività di Lobbying è funzionale a presentare le nuove strade permettere ai
consumatori di continuare a poter fumare perché il fumo a molte persone da soddisfazione ma
riducendo al minimo i danni: es. sigarette che non bruciano la carta intorno, non c’è combustione
ma il tabacco viene solo scaldato con dei filtri rinforzati
Le attività di Public Affairs non devono considerarsi come attività illegali nella misura in cui
vengono svolte in modo trasparente ma devono consentire alle istituzioni di percepire come
l’impresa vada incontro ai risultati della scienza medica
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LA COMUNICAZIONE DI MARKETING (o
commerciale)
Strumento strategico di governo delle
relazioni con il mercato volto a creare e
diffondere la percezione del valore
dell’offerta e migliorare la capacità
della stessa di soddisfare nel tempo le
esigenze dei target
Assolve almeno a due funzioni
fondamentali: da una parte fa
percepire il valore dell’offerta del
prodotto o servizio che l’impresa sta
collocando sul mercato, sottolineando
gli elementi di peculiarità, dall’altro lato attribuendo valenze simboliche all’offerta (valore marca)
contribuisce ad aumentare il valore stesso dell’offerta e a soddisfare meglio le esigenze del target
È un qualcosa funzionale a creare valenze simboliche e valore per i consumatori
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La relazione
Due aspetti significativi della dimensione relazionale della comunicazione di marketing:
- I nodi del network
- L’architettura del network
Creare relazione: avviare dialogo con i pubblici di riferimento
Da aggiungere: fornitori
Oltre all’infrastruttura relazionale, la comunicazione di marketing garantisce l’attivazione di tali
nessi
La relazione: L’ARCHITETTURA
L’architettura della rete può presentare articolazioni e modalità di funzionamento molto diverse
nel tempo e nello spazio → due modalità antitetiche:
1. Mass communication: es. strumenti come l’advertising televisivo, da un mittente abbiamo
una comunicazione verso una molteplicità di persone
2. One – to – one communication: es. Comunicazione personale dove un venditore
interagisce con un potenziale acquirente, in mezzo di tipologie intermedie di
comunicazione
La relazione: modelli di comunicazione di marketing
Comunicazione di massa (one to many)
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Mittente e ricevente che a seconda della tipologia si scambiano di ruolo, vendita personale:
emittente soggetto A dell’impresa veicola un messaggio che viene comunicato al potenziale
acquirente che diventa un potenziale emittente che veicola anch’esso il messaggio (comunicazione
bidirezionale)
Il contenuto della relazione: cambia a seconda di come si pone nell’attività di marketing l’impresa
stessa
Significato della comunicazione di marketing? Rappresenta uno dei processi manageriali atti a
realizzare il marketing concept
I contenuti sono diversi a seconda dell’approccio al mercato adottato dall’impresa:
- Orientamento alla produzione (contenuto funzionale allo scambio)
- Orientamento alla vendita (contenuto persuasivo)
- Orientamento al mercato (contenuto informativo, persuasivo, simbolico, di dialogo)
Man mano che ci spostiamo a situazioni di maggior intensità competitiva, il focus delle attività di
marketing deve passare dal prodotto alle caratteristiche delle offerte dei concorrenti per
valorizzare le caratteristiche della nostra offerta.
Il contenuto
Se l’impresa adotta un orientamento al mercato, il contenuto della comunicazione di marketing
viene definito in relazione all’obiettivo di ottimizzare il valore reso al cliente
Valore Reso = Valore percepito – Valore di scambio → Soddisfazione (Customer Satisfaction)
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Superare un certo limite di esposizione al di sotto del quale non si viene percepiti, e raggiungere
dei traguardi sia di tipo non comportamentali che comportamentali
Se non si supera una soglia di investimento non si ha alcun effetto e sono soldi buttati, i touch
point essendo tanti l’efficacia della comunicazione è assolutamente nulla se non si supera un certo
livello di investimento che permette l’attivazione della comunicazione stessa
2) ATTIVAZIONE DELLA PERCEZIONE
3) GLI OBIETTIVI COMUNICAZIONALI
3.A) NON COMPORTAMENTALI
Parole chiave: attenzione – interesse – consapevolezza e notorietà di marca (brand awareness)
Se il brand non ha neanche un minimo di notorietà tale per cui possa essere riconosciuto dai
pubblici di riferimento è difficile riuscire a colpire con interesse o a generare attenzione nella
domanda
Tre tipologie di obiettivi non comportamentali:
- Logico razionali: conoscenza, categorizzazione (giusta collocazione dell’offerta in determinate
categorie di bisogni che si tendono a soddisfare), memorizzazione
È opportuno distinguere che tutte le offerte possono totalmente non essere conosciute oppure
all’opposto essere confuse con il top of mind (se dico bevanda non gassata a base di cola, tutti
pensano a coca cola, ma ad una intera categoria merceologica; oppure se faccio riferimento di
scottex tutti pensano alla carta per la cucina), top of mind = categoria merceologica
All’estremo in basso abbiamo la completa non conoscenza, in alto confusione con categoria, in
mezzo il ricordo spontaneo (quando le persone autonomamente ricordano una determinata
offerta di una certa categoria merceologica, es. tonno: quali marche di tonno ricordate? Rio mare
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(leader di mercato), Nostromo ecc.) e il ricordo indotto (brand che la specifica persona non ricorda
autonomamente ma se gli si fa vedere un’immagine del prodotto o il nome della marca lo
ricordano, es. marche di tonno ricordi? Autonomamente al Rio mare, ma conosci anche
Nostromo?)
Più si va verso l’alto più il brand gode di una certa notorietà, ma il top of mind può generare
confusione
- Emotivi → Emozione = stato mentale risultante da una valutazione soggettiva circa il ruolo di
un dato input sensoriale sulla sfera del benessere personale
Può avere una manifestazione psicologica, comportamentale e fisiologica
Rabbia, paura, gioia, tristezza, disgusto, accettazione, aspettativa, sorpresa, entusiasmo, ecc.
- Ideali → Tensione verso valori elevati, istanze di natura esistenziale, immagine ideale del sé
(es. valori ambientali, salvaguardia ambientale, libertà)
3.B) COMPORTAMENTALI: trovano riscontro in situazioni in cui l’impresa si trova coinvolta
- Raccolta di informazioni sui prodotti, canali distributivi, ecc.;
- Il passaparola sulle qualità di una specifica offerta;
- L’adesione ad iniziative promozionali;
- La partecipazione ad attività di PR (eventi, convegni, mostre);
- L’atto di acquisto e la sua ripetizione nel tempo;
- La fruizione del bene/servizio;
- Il rilascio all’impresa di informazioni personali: es. compilando form;
- L’espressione di eventuali cause di insoddisfazione (reclami)
Differenze tra obiettivi comportamentali e cognitivi: due sfere che tengono ad interagire fra di
loro, dove l’una è causa-effetto dell’altra.
3.C) VALUTATIVI
Obiettivi di risposta valutativa: le parole chiave → brand image, atteggiamento, desiderio (appeal),
preferenza
Atteggiamento: uno stato mentale che descrive la valutazione relativamente stabile di un
soggetto riguardo a brand, prodotti, imprese, idee. Comprende (come si manifesta) componenti
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Feel – Learn – Do oppure Feel – Do – Learn = alto coinvolgimento ed emozionalità lo abbiamo per
brand di moda, cosmetici, auto sportive, gioielli, prodotti o offerte che generano un forte
coinvolgimento ma anche una forte emozione (chiaramente non in tutti)
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Learn – Feel – Do = forte coinvolgimento emotivo ma non si caratterizzano per un elevato grado di
emozionalità ma razionalità, computer, auto, television, telefono, pc portatile (quando nasce un
figlio si acquista un auto più funzionale a quello che ti serve, quindi coinvolgimento emotivo è
elevato per associato alla nascita, ma la razionalità è altrettanto forte)
Do – Learn – Feel = prodotti razionali con alto coinvolgimento: latte, pasta, carta scottex, prodotti
per la casa (es. signore al supermercato quando scelgono marca di ammorbidente svitano il tappo
per sentire il profumo, ma nella maggior parte dei casi quando si acquista questi generi c’è un
comportamento razionale ma coinvolgimento emotivo basso)
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3.D) RELAZIONALI
Soddisfazione: deriva dal continuo confronto tra valore atteso e percepito;
Fiducia: emerge dalla “sedimentazione” di atteggiamenti favorevoli (flussi di soddisfazione);
Fedeltà comportamentale: ripetizione routinaria del comportamento che ha condotto
all’accumulazione dello stock di fiducia;
Fedeltà mentale: convinzione che l’offerta garantisca costantemente un differenziale di valore
positivo rispetto alla concorrenza;
Lealtà (loyalty): è il momento di maggiore pienezza di una relazione, che tende a divenire
cooperativa, poiché oltre alla fedeltà comportamentale e mentale viene maturata la convinzione
che la relazione si basi sui principi di equità, correttezza e reciprocità.
3.E) ENGAGEMENT
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La logica di fondo deve essere integrata, il messaggio deve essere lo stesso, può variare nella
forma ma deve esistere una coerenza di fondo per generare la migliore integrazione fra i diversi
strumenti che si vanno ad utilizzare.
Tendenze evolutive del MCM
Fattori sociali, economici, comunicativi, tecnologici → Diversificazione strumenti - Innovazione
nelle modalità di utilizzo - Esigenza di crescenti livelli di integrazione → COMUNICAZIONE
INTEGRATA DI MARKETING:
• Coordinamento fasi progettazione, esecuzione e controllo collaborazione tra i diversi soggetti
coinvolti (interni ed esterni)
• Gestione integrata di più strumenti e coinvolgimento di più stakholders
• Coerenza del messaggio di fondo (con il posizionamento obiettivo e il mktg mix)
Marketing Relazionale e Comunicazione di marketing
▪ Si basa sull’interazione in un network di relazioni
▪ Lo scopo è identificare, stabilire, mantenere, accrescere e, se necessario, interrompere le
relazioni con i clienti (e con le altre parti) in modo da raggiungere gli obiettivi economici e non
di tutte le parti coinvolte
▪ Superamento della logica transazionale
▪ Prospettiva di medio-lungo termine
▪ Fondato su 4 assunti di partenza:
1. Orientamento al marketing
2. Collaborazione e creazione mutuo valore
3. Partecipazione e responsabilità
4. Valori di relazione e di servizio
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La conoscenza del cliente consente di dargli un miglior valore, aumentare la sua soddisfazione,
fiducia nei servizi, fedeltà ecc.
Le macro-attività del CRM
1. Ascoltare e conoscere i clienti (analisi della customer equity)
2. Interagire e realizzare un sistema di offerta personalizzato: es. landing page dove il
consumatore può lasciare le proprie informazioni di contatto a fronte di alcuni benefici
alimentando il CRM che a sua volta consente di aumentare la soddisfazione, i servizi
3. Soddisfare e fidelizzare la clientela (trading up, up selling, cross-selling)
4. La tecnologia e gli strumenti operativi per il CRM: es. software per esempio Sales forces,
Viper, così come gli strumenti per analizzare la navigazione sui siti internet ecc.
Cultura, comunicazione e marketing
La variabile cultura influenza i processi di comunicazione poiché condiziona:
1. Relazione tra ciò che viene comunicato e ciò che che viene compreso
2. Modalità di interazione comunicativa tra gli attori sociali (in termini di tempi, luoghi,
contenuti, tono)
Il Marketing è un processo di scambio (anche) di tipo sociale basato sulla comunicazione ossia
basato sullo scambio di significati
La modalità d’interazione è un processo di scambio che si basa sia su aspetti cognitivi che
emozionali
Strategie di Marketing e mercati internazionali
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Si dovrà realizzare una comunicazione globale integrata di marketing (Global Integrated Marketing
Communication - GIMC)
Alla scelta tra standardizzazione e adattamento si connettono le decisioni circa il grado di
integrazione della comunicazione internazionale di marketing:
1. Coordinamento orizzontale: strategie e politiche nei diversi Paesi e diversi presidi organizzativi
2. Coordinamento verticale: diversi strumenti del communication mix
Griglia di pianificazione della GIMC
Diversi strumenti e diversi aree geografiche possono essere coordinate maggiormente rispetto ad
una maggiore localizzazione o decentramento (la tecnologia sta cambiando molte abitudini).
Schema permette la logica fra coordinamento di strumenti e coordinamento fra le diverse aree
geografiche
Integrando coordinamento verticale con orizzontale: se è forte dal punto di vista sia degli
strumenti che delle aree geografiche abbiamo una strategia globale integrata, all’estremo opposto
strategia multi domestica non integrata e poi le due soluzioni intermedie
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