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Matematica e arti visive

1. LA PROSPETTIVA

Possibili collegamenti con altre discipline: Disegno e Storia dell'arte

Dall'avvento della fotografia ci siamo abituati alle immagini prospettiche, tanto da considerarle le
uniche rappresentazioni "corrette". Se si va indietro nel tempo, per gli artisti il problema fu
trovare tecniche idonee a rappresentare gli oggetti dello spazio tridimensionale sul piano a due
dimensioni. I matematici si posero l'obiettivo di definire le teorie che sottostanno alle tecniche di
rappresentazione impiegate dagli artisti, dando loro anche un contributo di precisione, riferi-
menti sicuri.
Storicamente si passò da vari artifici di Egizi e Cinesi per dare diverso risalto a oggetti po-
sti su piani differenti, alle prime deformazioni dei Greci (i cerchi diventano ellissi) e alle
rappresentazioni prospettiche intuitive degli affreschi di Pompei. Nel Rinascimento avvenne
la specifica elaborazione di regole teoriche di rappresentazione, per opera degli stessi artisti
che poi le impiegarono nelle loro creazioni (Brunelleschi, Piero della Francesca, Leon Bat-
tista Alberti, Dürer,...). Gli studi geometrici interagirono con quelli sulla visione; Leonardo
evidenziò i limiti, oltre ai pregi, della prospettiva centrale che si andava imponendo. In cam-
po matematico gli studi proseguono nel 1600 con Desargues. Alla fine del 1700, a seguito
della Rivoluzione francese, la geometria rifiorisce anche in relazione a problemi di ingegne-
ria; proviene infatti dalla Ecole Polytecnique di Parigi, (fondata nel 1795 dal matematico
Monge), l'autore dell'opera di sistemazione dell'argomento: Poncelet "Traité des proprietés
projectives" , 1820; l'approccio è ormai quello di studiare le proprietà delle figure che si con-
servano in una trasformazione proiettiva, di cui la prospettiva è un caso particolare.
La messa a punto teorica si accompagna alla progressiva riduzione d'importanza della pro-
spettiva nella pittura. Le regole classiche vengono liberamente reinterpretate (La camera ad
Arles di Van Gogh), o impiegate in modo erroneo per effetti speciali (Escher). La prospetti-
va tuttavia si impone nuovamente attraverso le immagini fotografiche.

Proposta

Disegnare una scacchiera con una circonferenza inscritta, trasformarla in una prospettiva
centrale. Analizzare un dipinto rinascimentale, come ad esempio La flagellazione di Piero
della Francesca, per ricostruirne il progetto: gli elementi architettonici del soffitto e del pa-
vimento consentono di individuare il punto di fuga centrale e quindi la retta dell'orizzonte; i
disegni della pavimentazione di definire una possibile pianta dell'ambiente.
Approfondire e precisare le componenti matematiche: elementi impropri (all'infinito), bi-
rapporto di quattro elementi; le proprietà invarianti della trasformazione.
Studiare qualche teorema significativo di geometria proiettiva, ad esempio il teorema di De-
sargues sui triangoli omologici.

Riferimenti bibliografici e di rete

Courant R. e Robbins H., Che cos'è la matematica?, Boringhieri, Torino, 1971.


Flocon-Taton, La prospettiva, Franco Angeli, Milano, 1985.
Hilbert-von Cossen, Geometria intuitiva, Boringhieri, Torino, 1960.
Panofski E., La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli, Milano, 1972.
Pierantoni R., L'occhio e l'idea. Fisiologia e storia della visione, Bollati Boringhieri, Torino, 1981.
http://www.museo.unimo.it/theatrum/macchine

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2. L'USO DI CANONI NELLE ARTI FIGURATIVE

Possibili collegamenti con altre discipline: Disegno e Storia dell'arte

Il valore estetico di un'opera per millenni è stato riposto nel rispetto di qualche tipo di rego-
larità : simmetrie, prospettiva centrale, speciali rapporti numerici tra le varie parti della
composizione.
In architettura l'obiettivo di conciliare i criteri estetici con le difficoltà tecnologiche legate
alla resistenza dei materiali o alle tecniche costruttive ha condotto a elaborare studi sia di
carattere numerico che geometrico.
I bassorilievi sumeri, greci o medioevali sono spesso caratterizzati da simmetrie bilaterali o trasla-
torie; i rosoni delle chiese romaniche da simmetrie rotatorie. Nei templi greci rapporti numerici
ben definiti legano le misure delle varie parti della costruzione. Il Rinascimento, con il richiamo al
mondo classico, rielabora e precisa tali regolarità (Leon Battista Alberti); il Gotico, spingendosi ai
limiti delle possibilità costruttive poste dalla resistenza dei materiali, elabora nuovi canoni; il Ba-
rocco aggiungerà linee e superfici curve per armonie più complesse. Se fin dal secolo scorso la
presenza di regolarità non è più ritenuta necessaria in un'opera artistica, nondimeno le componenti
matematiche sono ben presenti nell' arte moderna e contemporanea. Le Corbusier fa uso di moduli
le cui misure costituiscono successioni numeriche particolari. Il gruppo olandese di De Stijl
(Mondrian) impiega forme geometriche di base (rettangoli) quali uniche adeguate a rappresentare
una realtà che trascende le forme figurative. Escher, ispirandosi ai mosaici dell'Alhambra di Gra-
nada, compone disegni dove simmetrie di vario tipo sono le protagoniste.
Gli strumenti matematici che vengono impiegati sono i più vari: la sezione aurea di un seg-
mento, successioni numeriche, teme pitagoriche, coniche, solidi platonici, eliche, spirali,
gruppi di trasformazioni geometriche.

Proposta

Sulle immagini di un tempio greco rilevare e studiare i rapporti tra le misure di una colonna
(base, diametri, altezza), tra queste e l'interasse tra due colonne contigue, tra l'interasse e
l'altezza della trabeazione, ecc.; confrontare i risultati con le proporzioni costruttive teoriz-
zate nel Rinascimento.
Studiare la sezione aurea ("numero d'oro") di un segmento, sia nella sua determinazione al-
gebrica che geometrica.
Analizzare l'Unità di abitazione a Marsiglia di Le Corbusier evidenziando l'origine e l'uso
del "modulor". Esaminare alcune opere pittoriche ottenute iterando una forma geometrica,
analizzare da quali regolarità nasca il valore estetico.
Etimologia e vari usi in contesti diversi del temine canone.

Riferimenti bibliografici

Munari B. (a cura di), La scoperta del quadrato, Zanichelli, Bologna, 1978.


Munari B. (a cura di), La scoperta del triangolo, Zanichelli, Bologna, 1982.
Le Corbusier, Il Modulor 1 ° e 2°, 1949-1955, trad. it. Mazzotta, Firenze, 1974.
Emmer M., Matematica e Arte, serie di film didattici.
Escher M.C., Grafica e disegni, Taschen, Berlino, 1990.
Marchis V., Il canone geometrico come modello nella progettazione, in Associazione Subalpina Mathesis, Conferenze
e Seminari 1993-1994, Torino, 1994.
Odifreddi P., M.C. Escher: arte del puzzle o puzzle dell'arte? in Le Scienze, n° 340, dicembre 1996.
Ottolenghi M.G. (a cura di), L' opera completa di Mondrian, Rizzoli, Milano, 1974.
Pierantoni R., L'occhio e l'idea. Fisiologia e storia della visione, Bollati Boringhieri, Torino, 1981.
Pollione Vitruvio M.C., De Architectura libri X, trad. it. Studio Tesi, Pordenone, 1990.
Weyl H., La simmetria, Feltrinelli, Milano, 1962.
Le nombre, numero speciale de La Recherche, 1995.

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