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Come aprire un micro-birrificio

 Milena Talento  7 Ottobre 2015  Imprenditoria  Nessun commento


Nel panorama dei pub, e in particolare dei locali dov’è possibile bere birra, si sente sempre più spesso parlare di micro-birrificio o micro-birreria; in
realtà in due termini non sono sinonimi ma comprendono due diverse tipologie di imprese, comunque molto simili tra loro. In un momento di crisi,
come quello in cui si trova il nostro Paese da diversi anni, aprire un micro-birrificio può rappresentare una valida alternativa, un modo per reinventarsi
seguendo le tendenze.

COME APRIRE UN MICRO-BIRRIFICIO


Iniziamo spiegando la differenza esistente tra micro-birreria e micro-birrificio, due termini molto popolari negli ultimi anni, che vengono spesso
confusi e usati come sinonimi.
La micro-birreria è un locale a tutti gli affetti, dove i clienti possono gustare birre artigianali; questo genere di attività prende il nome di brewpub,
ovvero un locale che produce birra destinata al proprio consumo.

Il micro-birrificio, invece, produce birra per rivenderla a pub, ristoranti e negozi; solo in alcuni casi il micro-birrificio ha un locale per accogliere la
clientela, ma la produzione resta destinata in primis alla vendita all’esterno.
Negli ultimi tempi sono sorte moltissime micro-birrerie e altrettanti micro-birrifici; si tratta di attività molto in voga, che riscuotono un grande
consenso e possono rappresentare, quindi, una preziosa fonte di sostentamento e diventare un business di successo.
Di recente, infatti, la produzione di birra artigianale sta crescendo esponenzialmente, nonostante il nostro Paese resti principalmente un produttore e
consumatore vinicolo.
Se pensiamo alla birra, pensiamo in automatico a paesi come la Germania, il Belgio e l’Inghilterra, ma in Italia il consumo di questa bevanda è molto
alto; si parla di oltre 17 milioni di ettolitri all’anno e della presenza di circa 500 micro-birrifici, la maggior parte dei quali aperti negli ultimi tre anni.
La maggior parte della birra consumata in Italia è di origine industriale, oppure importata dai maggiori produttori esteri; ma le piccole realtà che
offrono birra artigianale sono in continua crescita, primariamente perché si parla di un prodotto diverso, che rientra nella categoria “bio”, tanto di
tendenza in questi ultimi anni, e che offre un’alternativa sempre apprezzata specialmente dagli intenditori e dagli amanti della birra desiderosi di
gustare una bevanda diversa dal solito e di qualità.
Dal punto di vista pratico, la prima caratteristica che un’attività deve possedere per definirsi micro-birrificio è che la produzione di birra non superi i
10.000 hl all’anno.

LE COMPETENZE
Anche se il micro-birrificio è un’attività in forte espansione, che sembra promettere ampi margini di guadagno, la sola passione per la birra artigianale
e un certo spirito imprenditoriale, possono non bastare per avviare un’attività di successo.
Proprio considerata la continua nascita di nuovi micro-birrifici, risulta semplice capire come la concorrenza giochi un ruolo decisivo nel successo di
una nuova attività; il consiglio è sempre quello di acquisire in primis le giuste competenze, prima di mollare tutto per reinventarsi.
Anche se non è richiesto un titolo di studio dal punto di vista normativo, un passo coscienzioso e strategico è quello di frequentare un corso
professionale per mastro birraio, in maniera tale da comprendere al meglio la vera natura del prodotto che si dovrà vendere e, cosa più importante,
produrre.
In tale panorama il CERB (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra) è un ente che organizza corsi di formazione per diventare birrai; inoltre
esiste un master post universitario della durata di un anno, organizzato dall’università di Perugia.
I primi passi e l’aspetto burocratico
1.
Il primo passo necessario per iniziare una nuova attività di qualsiasi natura è la stesura del business plan; la fase progettuale è di fondamentale
importanza per avere un quadro completo di ciò che si dovrà fare e dei costi da sostenere. In secondo luogo una ricerca di mercato potrà essere molto
utile per decidere la giusta strategia di vendita.
2.
Fatto questo bisognerà trovare un locale adatto alla produzione; in merito a questa spesa, nel periodo di crisi nel quale ci troviamo, non sarà difficile
trovare uno spazio a cifre ragionevoli.
3.
Tra le persone coinvolte nell’attività dovrà essercene una che possieda il certificato di somministrazione bevande e alimenti, una carta che viene
rilasciata dalle regioni.
4.
Bisognerà contattare l’agenzia delle dogane, più precisamente l’ufficio tecnico finanze, il quale controlla le accise sull’alcol.
5.
Dal punto di vista fiscale, si dovrà dichiarare l’inizio dell’attività e attendere la visita dell’Asl che ha compito di rilasciare l’idoneità del locale e delle
attrezzature. Sia le micro-birrerie che il micro-birrifici devono rispettare precise regole relative alla sistemazione degli impianti e del locale destinato
ai clienti.
6.
Per avere successo è sempre importante distinguersi, offrire un servizio di qualità, ampio, mirato e personalizzato, non solo in merito al prodotto ma
anche, nel caso di un brewpub, alla location.
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