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Daniela Cardenas 3^E

Rispondi alle seguenti domande.

1. Spiega da cosa deriva il termine handicap.

Deriva dall’espressione “Hand in cap” ovvero “mani nel capello”, usata in Irlanda, e si riferiva ad un
gioco d’azzardo che consisteva in una specie di lotteria dove i premi venivano sorteggiati ma nel
gergo sportivo, handicap indica una regola del gioco che consiste a compensare o svantaggiare i
partecipanti per eliminare le disuguaglianze

2. Spiega il significato del termine menomazione, disabilità e handicap.

Handicap; È la condizione di svantaggio sociale (interazione con l’ambiente) che deriva dalla
menomazione irreversibile.

Disabilità; Deriva dal tipo di menomazione ed è una restrizione nello svolgimento delle attività
(persona) quotidiane nel modo ritenuto normale per gli altri.

Menomazione; Indica la perdita o la limitazione delle proprie funzioni (apparato funzionale)

3. Alla definizione dell'handicap concorre una dimensione medica, una funzionale ed una sociale,
cosa vuol dire?

•Dimensione medica ovvero determinare il perché dello svantaggio, in base a questo è stata fatta
una classificazione delle cause: Genetiche, perinatali, prenatali e postnatali

•Dimensione funzionale, perdita o limitazione della capacita di compire un’attività ed è per questo
che possiamo individuare: Handicap fisico/motorio, handicap sensoriale e handicap psicofisico.

•Dimensione sociale cioè la capacita, maggiore o minore, da parte della società di dare le risposte
adeguate ai portatori di handicap con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita.

4. Quali sono le cause che possono determinare una menomazione? Descrivile.

Le cause possono essere:

•GENETICHE: Dovuta a un errore cromosomico (sindrome di Down).


•PRENATALI: Determinate da una malattia contratta durante la gravidanza (toxoplasmosi rosolia)
dovuta all’abuso di droghe o alcool, esposizione a radiazioni, carenze alimentari.
•PERINATALI: Determinate da complicazione che avvengono durante il parto (prematurità,
mancanza di respirazione, anestesie prolungate dalla madre).
•POSTNATALI: Determinate da problemi avvenuti dopo la nascita (meningite, cadute accidentale
dopo il parto...)
5. Descrivi l'handicap fisico, quello sensoriale e quello psichico.

Le cause dell’handicap fisico/motorio sono: Monoplegia (interessa un arto), emiplegia (interessa due
arti dello stesso lato), paraplegia (interessa gli arti inferiori), tetraplegia (interessa tutti gli arti).

Le cause dell’handicap sensoriale possono essere: Visive cioè cecità totale o parziale e Uditiva ovvero
sordità totale o parziale.

Mentre le cause dell’handicap psichico possono essere: La nevrosi d’ansia, ossessiva, fobica e la
psicosi organiche, affettive, autismo infantile, schizofrenia.

6. Come si valuta il grado di insufficienza mentale

Per determinare il grado dobbiamo considerare la valutazione del Q.I (quoziente intellettivo).
Troviamo la disabilita mentale:

LIEVE 50-70: Il bambino è educabile (età mentale 8-12 anni).


MEDIA: Il bambino apprende gli elementi essenziale della comunicazione (età mentale 3-7 anni).
GRAVE 20-35: Il bambino svolge, se è controllato, le azioni elementari relative all’igiene (età
mentale 2-3 anni).
GRAVVISSIMA, INFERIORE A 20: il bambino non è autonomo ed ha scarso sviluppo motorio.

7. Da chi viene fatto l'accertamento della disabilità?

La disabilità può essere diagnosticata da un pediatra o da un medico curante, effettuata presso l’ASL
e da una commissione composta da tre medici e da un rappresentante delle Associazioni degli
invalidi civili.

8. Come era gestita in passato la disabilità dalle famiglie, come invece lo è oggi?

In passato era la stessa famiglia che si prendeva la responsabilità del diversamente abile e talvolta
questa veniva nascosta impedendo qualsiasi aiuto esterno, pero a giorni d’oggi la disabilità è ormai
visibile e le famiglie richiedono sempre più servizi e assistenza, il disabile è considerato uguale a tutti.

9. Disabilità ed accettazione: descrivi l'atteggiamento dei genitori dinanzi alla disabilità di un figlio,
descrivi l'atteggiamento di chi nasce disabile e di chi invece diviene disabile, descrivi la risposta della
società alla disabilità.

I genitori solitamente provano la paura legata alla rabbia davanti alla realtà cioè quando scoprono
che il proprio figlio è un diversamente abile e a questo punto la famiglia può solo sostenerlo e
curarlo oppure può spezzarsi.

Per chi nasce con un handicap è la famiglia ha accettato la situazione, la persona crescerà tranquilla
con l’incoraggiamento dei propri genitori invece chi, dopo anni di normalità, si scopre diversamente
abile sarà molto arrabbiato con il mondo, il soggetto può chiudersi in sé steso e isolarsi dagli altri
oppure può accertarsi e apprezzare di più la vita.
10. Come viene garantita l'inclusione scolastica dell'alunno diversamente abile e come si evoluta nel
tempo?

Negli anni 70 le persone diversamente abili venivano differenziate dagli altri tanto che esistevano
scuole speciali per minorati e questo comportava una riduzione sociale e educativa, adesso
possiamo individuare la figura del docente di sostegno e le scuole riconoscono l’importanza
dell’integrazione sociale per i disabili.

La legge 104/92 favorisce l’integrazione scolastica per i diversamente abili e sancisce una migliore
socializzazione e scolarizzazione ampliate dall’insegnante di sostegno.

11. Il docente di sostegno redige un documento, come si chiama, su quali presupposti si basa e cosa
stabilisce?

12. Cosa garantisce e a chi si rivolge la legge 68/99? Cosa vuol dire collocamento mirato?

La legge n. 68/99 prevede e promuove l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone abili
attraverso il collocamento mirato.

Affinché un’azienda possa procedere con l’inserimento delle categorie protette, il lavoratore affetto
da una disabilità deve iscriversi alle liste di collocamento mirato presso il centro per l’impiego di
residenza.

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