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Principali norme e leggi:

Parte I Evoluzione del sistema scolastico....................................................................................................1


Regolamento DPR 275/99 ai sensi dell’art.21 della L.59/97...................................................................1
Riforma Moratti L.53/2003 e decreti attuativi:.......................................................................................8
D.M. 139/2007 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione,
ai sensi dell’articolo 1, comma 622, della L. 296/2006.........................................................................12
Riforma Gelmini e decreti attuativi:......................................................................................................13
Legge della Buona scuola 107/2015 e decreti attuativi.........................................................................19
L92/2019 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”...................................27
Parte II governance delle istituzioni scolastiche.......................................................................................29
Parte III compiti e finalità di INVALSI e INDIRE, valutazione Esami di stato.............................................30
D PR 80/2013 “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e
formazione”...........................................................................................................................................30
Esame di Stato:......................................................................................................................................31
Parte IV normativa generale per l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali.......................32
Legge Quadro 104/92 “per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”
................................................................................................................................................................32
L.170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. .33
DM 5669/2011 “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi
Specifici di Apprendimento”..................................................................................................................33
Parte V Documenti europei, Linee guida e Indicazioni Nazionali.............................................................34

Parte I Evoluzione del sistema scolastico

Regolamento DPR 275/99 ai sensi dell’art.21 della L.59/97


Introduzione alla scuola dell’’autonomia: Il contesto sociale è quello di una società post-moderna in
rapida crescita dal punto di vista tecnologico, è l’epoca dei grandi spostamenti di masse, delle grandi
alleanze nazionali e internazionali per cui emerge la necessità di un’educazione permanente capace di
sostenere la nascita di nuove professioni sempre più complesse e sempre più associate all’acquisizione
di nuove e specifiche competenze; dal punto di visto politico economico lo Stato si apre a nuove forme
di democrazia, partecipazione e trasparenza (legge 241/90 che rende possibile l’accesso documentale
a tutti i cittadini), sotto la spinta autonomista ed evolutistica. Prende inoltre piede la lotta alla
dispersione scolastica, insieme alla nascita degli Istituti Comprensivi, dall’individuazione dei saperi
essenziali e dalla sempre più sentita esigenza di innalzare gli anni di scuola dell’obbligo.
L’autonomia delle istituzioni scolastiche nasce come mezzo per garantire interventi di educazione,
formazione e istruzione atta allo sviluppo della persona, garantendo allo stesso tempo il successo
formativo dei soggetti che ad esse si rivolgono, l’autonomia è quindi intesa come strumento di
efficacia, efficienza, economicità funzionale a raggiungere gli obiettivi istituzionalmente sanciti e a
soddisfare le istanze e i bisogni formativi emergenti in ambito territoriale. Con l’art. 21 della legge
59/97 “Legge Bassanini”, nel contesto di una delega generale per la riforma della pubblica
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amministrazione e per la semplificazione amministrativa, il Parlamento conferisce al Governo il
potere di emanare regolamenti volti e riorganizzare il servizio scolastico mediante il potenziamento
dell’autonomia, progressivamente attribuita alle scuole, entro il 31 dicembre 2000. La legge 59/97
prevede sia il conferimento di ambiti di autonomia alle istituzioni scolastiche, sia lo spostamento di
numerose competenze verso le Regioni e gli Enti Locali.

Il contesto normativo:
L.59/97: delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti Locali, per la
riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa, attribuisce al capo di
istituto il conferimento della qualifica dirigenziale, il dirigente è il rappresentante legale dello Stato e
dell’istituzione è il titolare delle relazioni sindacali e delle attività negoziali ed è responsabile della
gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio.
 Art. 21 L. 59/97: Personalità giuridica e autonomia alle istituzione scolastica (autonomia
finanziaria, didattica, organizzativa e di sperimentazione ed innovazione).

DPR 275/99 ai sensi dell’art 21 della L. 59/97: Regolamento recante norme in materia di autonomia
delle istituzioni scolastiche a decorrere dal 1° settembre 2000. Il Regolamento disciplina quanto la
legge 59/97 all’art. 21 aveva precedentemente sostenuto nel conferire l’autonomia alle istituzioni
scolastiche e nel sostenere che l’autonomia si sostanzia nella scelta libera e programmata di
metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento e in ogni iniziativa intesa come
espressione di libertà progettuale. L’autonomia conferita alle istituzioni scolastiche, artt. 1,2,3 del DPR
275/99, riguarda i campi della didattica, dell’organizzazione, della ricerca, sperimentazione e sviluppo
al fine di progettare e realizzare gli interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo
sviluppo della persona umana e al successo formativo dei giovani coerentemente con gli obiettivi
generali del sistema di istruzione.
 Art. 3 Piano dell’offerta formativa: Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione
di tutte le sue componenti, il Piano dell'offerta formativa. Il Piano è il documento fondamentale
costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole
adottano nell'ambito della loro autonomia. Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli
obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale
e riflette esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto
della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le
diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti
professionalità.
 Art.4 Autonomia didattica: E’ finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema
nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa
da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia:
 nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di
insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche;
 in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l'eventuale offerta di
insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli
studenti.
In accordo all’Art. 4, le scuole regolano i tempi e lo svolgimento delle singole discipline, possono
disciplinare il monte ore annuale di ciascuna di esse, possono definire l’unità di lezione non
coincidente con l’unità oraria, possono attivare percorsi didattici e possono aggregare discipline in

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ambiti e aree, inoltre assicurano modalità e criteri di valutazione degli alunni e del servizio ed
individuano i criteri per il recupero dei debiti formativi.
 Art.5 Autonomia organizzativa: L'autonomia organizzativa è finalizzata alla realizzazione della
flessibilità, della diversificazione, dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico; alla
integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture e all'introduzione di tecnologie
innovative e al coordinamento con il contesto territoriale. Essa si esplica attraverso ogni modalità
organizzativa che sia espressione di libertà progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e
specifici di ciascun tipo e indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi
innovativi e il miglioramento dell'offerta formativa. Essa si esplica liberamente, anche mediante
superamento dei vincoli in materia di unità oraria della lezione, dell'unitarietà del gruppo classe e
delle modalità di organizzazione e impiego dei docenti, secondo finalità di ottimizzazione delle
risorse umane, finanziarie, tecnologiche, materiali e temporali. Le istituzioni scolastiche adottano
anche adattamenti del calendario scolastico, in relazione alle esigenze derivanti dal Piano
dell'offerta formativa e nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario
scolastico esercitate dalle Regioni, e dell'orario complessivo del curricolo anche sulla base di una
programmazione plurisettimanale, fermo restando l'articolazione delle lezioni in non meno di
cinque giorni settimanali ed il rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo previsto per le
singole discipline e attività obbligatorie.
 Art. 6 Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo: Comporta che ogni singola scuola può
avviare sperimentazioni di strategie e metodologie didattiche, ma anche di organizzazione delle
classi, dei gruppi, dei tempi, delle cattedre, dei moduli. Le singole istituzioni scolastiche, dovendo
prestare attenzione alle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali,
curano la progettazione formativa e la ricerca valutativa, la formazione e l’aggiornamento culturale
e professionale del personale, l’innovazione metodologica e disciplinare, la ricerca didattica. Le
istituzioni scolastiche, singolarmente o tra loro associate, esercitano l'autonomia di ricerca,
sperimentazione e sviluppo, curando tra l'altro: a) la progettazione formativa e la ricerca
valutativa; b) la formazione e l'aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico; c)
l'innovazione metodologica e disciplinare; d) la ricerca didattica sulle diverse valenze delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sulla loro integrazione nei processi formativi;
e) la documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola; f) gli scambi di
informazioni, esperienze e materiali didattici. Ai tali fini le istituzioni scolastiche sviluppano e
potenziano lo scambio di documentazione e di informazioni attivando collegamenti reciproci,
nonché con il Centro europeo dell'educazione, la Biblioteca di documentazione pedagogica e gli
Istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi; tali collegamenti
possono estendersi a università e ad altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca.
 Art. 7 Reti di scuole: Le scuole, sia singolarmente che collegate in rete, possono stipulare
convenzioni con università statali o private, ovvero con istituzioni, enti, associazioni o agenzie
operanti sul territorio che intendono dare il loro apporto alla realizzazione di specifici obiettivi.
L'accordo può avere a oggetto attività didattiche, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, di
formazione e aggiornamento; di amministrazione e contabilità, ferma restando l'autonomia dei
singoli bilanci; di acquisto di beni e servizi, di organizzazione e di altre attività coerenti con le
finalità istituzionali; se l'accordo prevede attività didattiche o di ricerca, sperimentazione e
sviluppo, di formazione e aggiornamento, è approvato, oltre che dal consiglio di circolo o di
istituto, anche dal collegio dei docenti delle singole scuole interessate per la parte di propria
competenza. L'accordo può prevedere lo scambio temporaneo di docenti, che liberamente vi

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consentono, fra le istituzioni che partecipano alla rete. Nell'ambito delle reti di scuole, possono
essere istituiti laboratori finalizzati
 a)alla ricerca didattica e la sperimentazione;
 b)alla documentazione, secondo procedure definite a livello nazionale per la più ampia
circolazione, anche attraverso rete telematica, di ricerche, esperienze, documenti e
informazioni;
 c)alla formazione in servizio del personale scolastico;
 d)all'orientamento scolastico e professionale.
Le scuole, sia singolarmente che collegate in rete, possono stipulare convenzioni con
università statali o private, ovvero con istituzioni, enti, associazioni o agenzie operanti sul territorio
che intendono dare il loro apporto alla realizzazione di specifici obiettivi. Le istituzioni
scolastiche possono promuovere e partecipare ad accordi e convenzioni per il coordinamento di
attività di comune interesse che coinvolgono, su progetti determinati, più scuole, enti, associazioni
del volontariato e del privato sociale. Tali accordi e convenzioni sono depositati presso le
segreterie delle scuole dove gli interessati possono prenderne visione ed estrarne copia. Le
istituzioni scolastiche possono costituire o aderire a consorzi pubblici e privati per assolvere
compiti istituzionali coerenti col Piano dell'Offerta formativa di cui all'articolo 3 e per l'acquisizione
di servizi e beni che facilitino lo svolgimento dei compiti di carattere formativo.
 Autonomia finanziaria ( e negoziale): riguarda la gestione autonoma dei fondi dei contributi
statali (senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario per lo svolgimento delle attività di
istruzione, formazione orientamento proprie dell’istituto), tasse e contributi studenti, altre forme
di finanziamento. Inoltre, sono gestite autonomamente anche le spese del conto capitale
(investimenti a fini produttivi), spese parte corrente (funzionamento pubblici servizi). Viene in
riferimento a ciò prevista la compilazione di un programma Annuale che rispetti i criteri di efficacia,
efficienza, economicità, trasparenza, annualità, integrità, universalità, unicità, veridicità.
 Autonomia delle istituzioni scolastiche: allo Stato compete il ruolo di definire:
a) gli obiettivi generali del processo formativo;
b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni;
c) le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore
annuale;
d) l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo della quota
nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche;
e) i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota
nazionale del curricolo;
f) gli standard relativi alla qualità del servizio;
g) gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti
formativi;
h) i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all'educazione
permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione,
formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata.
L’autonomia scolastica riguarda invece nel complesso la carriera scolastica e il rapporto con gli
alunni, l’amministrazione e la gestione del patrimonio e delle risorse, l’articolazione territoriale
della scuola. In particolare, le istituzioni scolastiche provvedono a tutti gli adempimenti relativi
alla carriera scolastica degli alunni e disciplinano, nel rispetto della legislazione vigente, le
iscrizioni,

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le frequenze, le certificazioni, la documentazione, la valutazione, il riconoscimento degli studi
compiuti in Italia e all'estero ai fini della prosecuzione degli studi medesimi, la valutazione dei
crediti e debiti formativi, la partecipazione a progetti territoriali e internazionali, la
realizzazione di scambi educativi internazionali. Restano invece escluse:
a) formazione delle graduatorie permanenti riferite ad ambiti territoriali più vasti di quelli
della singola istituzione scolastica;
b) reclutamento del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario con rapporto
di lavoro a tempo indeterminato;
c) mobilità esterna alle istituzioni scolastiche e utilizzazione del personale eccedente
l'organico funzionale di istituto;
d) autorizzazioni per utilizzazioni ed esoneri per i quali sia previsto un contingente
nazionale; comandi, utilizzazioni e collocamenti fuori ruolo;
e) riconoscimento di titoli di studio esteri, fatto salvo quanto previsto nell'articolo 14,
comma 2.
 Art. 16 Coordinamento delle competenze: Gli organi collegiali della scuola garantiscono l'efficacia
dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.
 Il dirigente scolastico esercita le funzioni di cui al D.lgs. 59/98 nel rispetto delle competenze
degli organi collegiali.
 I docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e della attuazione del
processo di insegnamento e di apprendimento.
 Il responsabile amministrativo assume funzioni di direzione dei servizi di segreteria nel
quadro dell'unità di conduzione affidata al dirigente scolastico.
 Il personale della scuola, i genitori e gli studenti partecipano al processo di attuazione e
sviluppo dell'autonomia assumendo le rispettive responsabilità.
 Il POF: “Il Piano dell’Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell’identità
culturale e progettuale delle Istituzioni Scolastiche che si esplicita attraverso la programmazione
curriculare, extracurriculare, didattica e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito
della loro autonomia”. Dal 1° settembre 2000 l’adozione del POF è diventato obbligo giuridico per
tutte le istituzioni scolastiche.
Il POF diventa, pertanto, lo strumento giuridico-amministrativo-organizzativo attraverso cui la
singola istituzione scolastica, ed il DS che la rappresenta, riconduce ad unità i molteplici aspetti
della sua complessa progettualità. Il POF può essere considerato un atto di indirizzo e di
programmazione unitaria della progettazione, della organizzazione, della gestione, della
concreta erogazione e della valutazione del servizio formativo reso dalla singola unità scolastica
per dar conto all’utenza e ai portatori di interessi (gli stakeholders) di quanto prestato in termini di
trasparenza, partecipazione, rendicontazione. Esso si connota altresì come atto di politica
scolastica locale in quanto annuncia scelte decisionali attraverso una strategia di azione
dichiarativa dell’intento formativo dell’Istituzione scolastica autonoma e delle sue peculiarità. Nel
POF la scuola conserva la sua memoria storia e si rafforza nella sua identità culturale, pur
aprendosi all’esterno in maniera significativa, al fine di costruire un efficace sistema formativo
integrato. Il POF viene elaborato con la partecipazione di tutte le componenti interne del sistema
scuola, in sintonia con le esigenze formative del territorio. Esso è lo strumento attraverso cui si
realizzano l’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e di sviluppo proprie di ogni realtà
scolastica. In esso si ritrovano espressi:
 i percorsi formativi attinenti all’indirizzo della scuola;
 le metodologie usate;
 le modalità di utilizzazione delle risorse;
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 gli assetti organizzativi, gestionali, amministrativi;
 i sistemi e i criteri di valutazione della qualità del servizio e degli esiti di apprendimento
degli studenti.
Attraverso il POF le istituzioni scolastiche autonome rispondono:
 al sistema educativo nazionale, attraverso i suoi adempimenti
 all’alunno, promuovendone la formazione, lo sviluppo e il successo formativo
 alla famiglia, garantendo istruzione e formazione
 al contesto, promuovendo la condivisione di norme e valori socialmente validi
 al mondo del lavoro, garantendo l’acquisizione di competenze spendibili
 al mercato globale, attraverso l’acquisizione delle competenze.
Infine, il POF risponde ai criteri di:
1. Flessibilità: in quanto documento ufficiale in continua evoluzione, riprogettabile in
situazione ed in contesto.
2. Modularità: la modularità è un iter metodologico funzionale in quanto permette di
adattare la didattica ai vari contesti educativi e all’organizzazione del curricolo, delle
risorse, dei tempi, degli spazi, attraverso percorsi formativi non lineari.
3. Integrazione: le progettualità messe in campo con il POF devono essere sinergiche e
convergenti in modo da far interagire i saperi contenuti nelle attività di insegnamento-
apprendimento con la realtà socio-culturale del contesto.
4. Affidabilità: l’utente deve percepire con chiarezza cosa può attendersi dalla scuola che, a
sua volta, deve essere in grado di mantenere quanto dichiarato in termini di continua
corrispondenza tra obiettivi programmati e risultati attesi. Ciò deve avvenire attraverso un
continuo monitoraggio per la riprogrammazione – in itinere – di eventuali aggiustamenti,
nell’ottica della qualità e del miglioramento continuo.
5. Attendibilità: Il POF deve documentare un operare professionale positivo e proficuo,
rispondendo sia dei processi avviati che degli esiti ottenuti, in base alla scelta
programmatica di obiettivi formativi mirati e scrupolosamente realizzati.
6. Contrattualità: Con la L. 59/97 la committenza scolastica diventa plurima e reticolare.
Vanno tradotti in percorsi formativi tanto gli obiettivi nazionali, quanto quelli da definire in
considerazione delle istanze del territorio e dell’utenza. La scuola ha l’obbligo di rilevarli ed
interpretarli prima di progettare.
7. Leggibilità: Il POF ha tra le sue funzioni quella di comunicare con l’utenza interna ed
esterna. Esso è rivolto sia agli operatori della scuola che alle famiglie a cui va consegnato
all’atto dell’iscrizione. Deve essere espresso in maniera chiara, fruibile, immediata, sintetica
ma esaustiva. La versione rivolta all’interno va completata con allegati “di servizio” che ne
consentano una chiara utilizzabilità, rendendo a tutti gli operatori il senso e il valore del
loro agire professionale quotidiano sviluppando e consolidando il senso di appartenenza e
la comune identità.
8. Responsabilità: Nel POF sono presenti tutte le componenti della scuola ed ognuna, nel
proprio ambito, deve rispondere della sua azione in un’ottica di miglioramento continuo.
Per ogni processo deve essere possibile l’immediata individuazione del diretto responsabile
in modo da facilitare la progressiva acquisizione di una identità formativa e culturale
specifica e condivisa, il senso etico e deontologico di comune appartenenza.
9. Verificabilità: Sono opportune forme espressive chiare e lineari in modo da assicurare la
facile riscontrabilità a posteriori delle scelte, delle attività, degli obiettivi dichiarati, per
verificarne la puntuale realizzazione e la concreta ricaduta.

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10. Rendicontabilità: Il POF dovrebbe essere strutturato in modo da poter rendere conto con
facilità di quanto programmato. L’utente prende così atto dei risultati conseguiti attraverso
l’azione formativa posta in essere alla scuola. A tal fine possono essere previsti momenti di
confronto tra operatore ed utente, tra chi eroga il servizio e chi ne fruisce.

D.lgs. 112/98: funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli EE. LL., mette in relazione
le competenze dello stato con le competenze degli enti locali in un processo di armonizzazione.
Secondo lo stesso lo Stato deve definire i criteri e parametri per la organizzazione della rete scolastica,
funzioni concernenti la valutazione del sistema scolastico e l'assegnazione delle risorse finanziarie e del
personale. In particolare, sono riservati al legislatore nazionale l’istituzione delle norme generali (ordini
scolastici, indirizzi, titoli di studio…), dei principi fondamentali e la determinazione dei livelli essenziali
delle prestazioni (dalla scuola dei programmi alla scuola dei curriculi) . Restano altresì allo Stato i
compiti e le funzioni amministrative relativi alle scuole militari ed ai corsi scolastici organizzati, con il
patrocinio dello Stato, nell'ambito delle attività attinenti alla difesa e alla sicurezza pubblica, nonché i
provvedimenti relativi agli organismi scolastici istituiti da soggetti extracomunitari. Alle regioni sono
delegate la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale,
la programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie,
della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali, assicurando il coordinamento con la
programmazione formativa; la suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati,
del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa; la determinazione
del calendario scolastico; i contributi alle scuole non statali; le iniziative e le attività di promozione
relative all'ambito delle funzioni conferite. Le deleghe di cui al presente articolo non riguardano le
funzioni relative ai conservatori di musica, alle accademie di belle arti, agli istituti superiori per le
industrie artistiche, all'accademia nazionale d'arte drammatica, all'accademia nazionale di danza,
nonché alle scuole ed alle istituzioni culturali straniere in Italia.
Sono attribuiti alle province, in relazione all'istruzione secondaria superiore, e ai comuni, in relazione
agli altri gradi inferiori di scuola, i compiti e le funzioni concernenti:
a) l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in attuazione degli strumenti di
programmazione;
b) la redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche;
c) i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione
di svantaggio;
d) il piano di utilizzazione degli edifici e di uso delle attrezzature, d'intesa con le istituzioni scolastiche;
e) la sospensione delle lezioni in casi gravi e urgenti;
f) le iniziative e le attività di promozione relative all'ambito delle funzioni conferite;
g) la costituzione, i controlli e la vigilanza, ivi compreso lo scioglimento, sugli organi collegiali scolastici
a livello territoriale.
I comuni, anche in collaborazione con le comunità montane e le province, ciascuno in relazione ai gradi
di istruzione di propria competenza, esercitano, anche d'intesa con le istituzioni scolastiche, iniziative
relative a educazione degli adulti; interventi integrati di orientamento scolastico e professionale; azioni
tese a realizzare le pari opportunità di istruzione; azioni di supporto tese a promuovere e sostenere la
coerenza e la continuità in verticale e orizzontale tra i diversi gradi e ordini di scuola; interventi
perequativi; interventi integrati di prevenzione della dispersione scolastica e di educazione alla salute.
La risoluzione dei conflitti di competenze è conferita alle province, ad eccezione dei conflitti tra
istituzioni della scuola materna e primaria, la cui risoluzione è conferita ai comuni.

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DPR 233/98: Norme sul ridimensionamento delle Istituzioni scolastiche.

D.lgs. 233/99: avvia un programma di riforma e razionalizzazione degli organi collegiali della pubblica
istruzione di livello nazionale e periferico per valorizzare l’autonomo apporto delle diverse componenti
nonché per l’eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali.

D. lgs. 59/98: determinazione della qualifica dirigenziale contestualmente all’acquisto della personalità
giuridica dell’autonomia da parte delle singole scuole

Decreto 44/01: nuovo regolamento sulla gestione amministrativa-contabile, sostituito e integrato dal
decreto interministeriale 129/2018 (regolamento di contabilità) che pone la dotazione finanziaria da
parte dello Stato senza vincolo di destinazione se non le finalità dell’istruzione, dell’orientamento
dell’educazione.

Riforma Moratti L.53/2003 e decreti attuativi:


Introduzione: I punti principali del disegno di legge delega sulla riforma della scuola, approvato oggi in
via preliminare dal Consiglio dei ministri.
 L'obbligo scolastico viene innalzato fino ai 18 anni, con 12 anni complessivi di studi (D.lgs.
76/2005, la proposta non è stata in realtà concretizzata, la legge finanziaria 296/2006, seguita
dal DPR 139/2007, estende infatti l’obbligo scolastico a 10 anni.
 La riforma abbassa l'età di ingresso dei bambini alla scuola dell'infanzia e alle elementari:
potranno essere iscritti alla scuola materna/primaria bimbi che compiano tre/sei anni entro il
30 aprile successivo all'inizio dell'anno scolastico.
 L'insegnamento di una lingua straniera comunitaria obbligatoria a partire dai 6 anni, dagli 11
anni se ne studierà obbligatoriamente anche una seconda (D.lgs. 59/2004). Inoltre, lungo tutto
il percorso scolastico, sarà dato maggiore spazio all'insegnamento delle tecnologie
informatiche.
 I nuovi cicli cominciano con i tre anni di scuola dell'infanzia, che resterà facoltativa. Il primo
ciclo mantiene l'attuale distinzione tra elementari e medie, che diventano, rispettivamente,
scuola (quinquennale 1+2+2) e scuola secondaria di primo grado (triennale 2+1). In seguito,
secondo l’art.2 le secondarie superiori articolate in sistema dei licei (quinquennale 2+2+1) e
sistema dell'istruzione e della formazione professionale (quadriennale) che potrà essere
sostenuta, a partire dal 15°esimo anno, anche da percorsi di ASL attraverso la frequentazione
di stage lavorativi (art.4), è inoltre previsto un quinto anno facoltativo necessario all’iscrizione
in università. I tipi di liceo attuali restano, ne nascono altri come il liceo economico, il liceo
musicale, il liceo tecnologico, il liceo delle scienze umane. Per tutta la durata degli studi si può
passare dal liceo alla scuola professionale e viceversa.
 L’art. 2 disciplina inoltre la determinazione dei Piani di Studio Personalizzati (nel rispetto
dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su
base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l'identità nazionale, e prevedono una
quota, riservata alle regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche
collegata con le realtà locali), della figura del docente coordinatore tutor e del profilo
educativo, culturale e professionale come garante della continuità verticale del sistema
istruzione. La riforma quindi prevede che i programmi scolastici abbiano un nucleo
fondamentale omogeneo su tutto il territorio nazionale. Ma è prevista anche una quota da

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riservare alle Regioni: nei programmi scolastici potranno dunque essere inserite materie di
interesse specifico collegate alle realtà locali.
 Secondo l’art. 3 la valutazione avviene seguendo la scansione tra anni unici e bienni: quando si
frequenta un biennio, la valutazione arriva solo al termine dei due anni. Rientra inoltre la
valutazione della condotta. La valutazione, periodica e annuale degli apprendimenti e dei
comportamenti degli studenti e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono
affidate ai docenti delle istituzioni di istruzione e formazione frequentate; agli stessi docenti è
affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo. L’art3.
prevede due esami di Stato: alla fine delle medie e al termine delle superiori. Viene inoltre
istituito il Servizio di Valutazione Nazionale SVN per valutare l’efficacia del servizio scolastico.
 Le istituzioni scolastiche nel rispetto della parità, si impegnano a promuovere l'educazione alla
convivenza civile; promuovere la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani
attraverso il sapere, il saper essere, il saper fare e l'agire, e la riflessione critica su di essi;
incrementare l'autonoma capacità di giudizio e l'esercizio della responsabilità personale e
sociale; curare l'acquisizione delle competenze e l'ampliamento delle conoscenze, delle abilità
delle capacità e delle attitudini relative all'uso delle nuove tecnologie e la padronanza di una
lingua europea.
 Le Regioni assicurano, quali livelli essenziali riferiti all'offerta formativa: il soddisfacimento della
domanda di frequenza; l'adozione di interventi di orientamento e tutorato, anche per favorire
la continuità del processo di apprendimento nei percorsi di istruzione e formazione tecnica
superiore, nell'università o nell'alta formazione artistica e musicale nonché per il recupero e lo
sviluppo degli apprendimenti dello studente; l'adozione di misure che favoriscano la continuità
formativa anche attraverso la permanenza dei docenti di cui all'articolo 19 nella stessa sede per
l'intera durata del percorso, ovvero per la durata di almeno un periodo didattico qualora il
percorso stesso sia articolato in periodi; la realizzazione di tirocini formativi ed esperienze in
alternanza, in relazione alle figure professionali caratterizzanti i percorsi formativi.

Contesto normativo:
D.lgs.59/2004: disciplina la scuola dell’infanzia agli artt. 1-2-3 scuola dell’infanzia, la quale si
caratterizza come un ambiente educativo di esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi nella
quale hanno ampio spazio l’esperienza laboratoriale e il gioco in tutte le sue forme ed espressioni.
L’insegnamento nell’infanzia si articola in campi di esperienza organizzabili in unità di apprendimento
descritte come l’insieme di uno o più obbiettivi formativi, della progettazione di attività, dei metodi e
delle soluzioni organizzative necessarie per trasformarle in competenze nei bambini, nonché delle
modalità di verifica delle conoscenze, abilità e competenze acquisite. L’insieme delle unità di
apprendimento con eventuali differenziazioni costituisce il Piano Personalizzato delle Attività Educative
dal quale si ricavano informazioni utili per la compilazione del Portfolio delle competenze individuali
(documento nel quale vengono riportate osservazioni e commenti circa il percorso di evoluzione e
crescita di ogni bambino). Anche nella scuola dell’infanzia è prevista la designazione di un docente
coordinatore. È prevista l’iscrizione anticipata. L'orario annuale delle attività educative per la scuola
dell'infanzia, comprensivo della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e
all'insegnamento della religione cattolica, si diversifica da un minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore
(891 + 99 per la primaria, 200 d approfondimento per la secondaria di I grado), a seconda dei progetti
educativi delle singole scuole dell'infanzia, tenuto conto delle richieste delle famiglie all’atto
dell’iscrizione. L'orario previsto per l’ampliamento delle attività educative, non comprende il tempo
eventualmente dedicato alla mensa. L’art. 4 riguarda il riordino dei cicli scolastici ed introduce la

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scuola primaria, questa ha configurazione 1+2+2. Nel primo ciclo di istruzione, i campi di esperienza
sono sostituiti dalla discipline, fra le quali inglese e tecnologia informatica, le quali sono organizzabili in
Unità di apprendimento e nei corrispettivi Piani di Studio Personalizzato, documento altresì utile per la
compilazione del portfolio da parte del docente coordinatore-tutor, che nel primo ciclo comprende
una sezione di valutazione e una di orientamento. Le scuole statali appartenenti al primo ciclo possono
essere aggregate tra loro in istituti comprensivi anche comprendenti le scuole dell'infanzia. Al fine di
ampliare e razionalizzare la scelta delle famiglie, le istituzioni scolastiche possono, nella loro
autonomia, organizzarsi anche in rete. Il dirigente scolastico, sulla base di quanto stabilito dal piano
dell'offerta formativa e di criteri generali definiti dal collegio dei docenti e dal consiglio di circolo o di
istituto, dispone l'assegnazione dei docenti alle classi avendo cura di garantire le condizioni per la
continuità didattica. Nell'organizzazione dell'orario settimanale i criteri della programmazione delle
attività educative devono rispettare una equilibrata ripartizione dell'orario quotidiano tra le attività
obbligatorie e quelle opzionali facoltative. Gli alunni provenienti da scuola privata o familiare sono
ammessi a sostenere esami di idoneità per la frequenza delle classi seconda, terza, quarta e quinta. La
sessione di esami è unica. Per i candidati assenti per gravi e comprovati motivi sono ammesse prove
suppletive che devono concludersi prima dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo. Gli,
artt.8 e 11 disciplinano la valutazione nella scuola primaria e secondaria del primo ciclo. Nella scuola
secondaria, ai fini della validità dell'anno, per la valutazione degli allievi è richiesta la frequenza di
almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato. Alle classi seconda e terza si accede anche per
esame di idoneità, al quale sono ammessi i candidati privatisti che abbiano compiuto o compiano entro
il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento, rispettivamente, l'undicesimo e il dodicesimo anno di età
e che siano in possesso del titolo di ammissione alla prima classe della scuola secondaria di primo
grado, nonché i candidati che abbiano conseguito il predetto titolo, rispettivamente, da almeno uno o
due anni. Al termine del primo ciclo il docente coordinatore tutor svolge ruolo orientativo. L termine
del primo ciclo è inoltre prevista la compilazione del PECuP (rappresenta ciò che un ragazzo di 14 anni
dovrebbe sapere e fare per essere uomo e cittadino, ovvero capacità di espressione, interazione,
risoluzione di problemi, riflessione, comprensione, capacità di riconoscere il bello e il senso della vita);
il PECuP si articola in 3 sezioni: identità, strumenti culturali (conoscenza del proprio corpo, di tecniche
di comprensione e scrittura, delle radici storico giuridiche, dei codici di espressione, dei mezzi di
comunicazione del quotidiano come giornali, delle leggi matematiche, della realtà, dell’universo
animale e dei sistemi tecnici), convivenza civile.

D.lgs. 286/2004: viene così istituito il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di
istruzione e formazione con l'obiettivo di valutarne l'efficienza e l'efficacia, inquadrando la valutazione
nel contesto internazionale, esso comprende INVALSI, INDIRE e contingente ispettivo. INVALSI, le
istituzioni scolastiche e formative, le regioni, le province ed i comuni provvedono al coordinamento
delle rispettive attività e servizi in materia di valutazione dell'offerta formativa attraverso accordi e
intese volti alla condivisione dei dati e delle conoscenze. L’INVALSI, ente di ricerca con personalità
giuridica di diritto pubblico e di autonomia amministrativa, contabile, patrimoniale, regolamentare e
finanziaria, è soggetto alla vigilanza del Ministero e individua con periodicità triennale le priorità
strategiche delle quali l’Istituto tiene conto per programmare le proprie attività). INVALSI effettua
verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva
dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel
contesto dell'apprendimento permanente (per la formazione professionale esclusivamente i livelli
essenziali di prestazione); predispone le INVALSI previste per l'esame di Stato conclusivo sulla base
degli obiettivi specifici di apprendimento ed in relazione alle discipline di insegnamento dell'ultimo

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anno di ciascun ciclo; svolge attività di ricerca, nell'ambito delle sue finalità istituzionali; studia le cause
dell'insuccesso e della dispersione scolastica; assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione
italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo; svolge attività di supporto e
assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole
istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio,
valutazione e autovalutazione; svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della
scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche. Gli organi
dell’INVALSI comprendono il Presidente che ne ha rappresentanza legale, il Comitato direttivo (6
membri esperti nei settori di competenza) e il Collegio dei revisori dei conti (3 membri effettivi e 3
esperti).

D.lgs. 76/2005 ai sensi dell’art.2, comma 1, lettera c) “Definizione delle norme generali sul diritto-
dovere all’istruzione e alla formazione e ordinamenti didattici del primo e del secondo ciclo di
istruzione”. La Repubblica promuove l'apprendimento in tutto l'arco della vita e assicura a tutti pari
opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze,
attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali,
adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle
dimensioni locali, nazionale ed europea. La Repubblica assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla
formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata
almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Tale diritto si realizza nelle istituzioni del primo e
del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle
istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle regioni e dalle province
autonome di Trento e di Bolzano, anche attraverso l'apprendistato, ivi comprese le scuole paritarie
riconosciute. I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente
all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la
capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che
provvede agli opportuni controlli. Il decreto è attivo ai sensi degli artt. Costituzionali 33 (libertà di
insegnamento), 34 (diritto all’istruzione e allo studio), 76 (l'esercizio della funzione legislativa non può
essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per
tempo limitato e per oggetti definiti), 87 (Presidente della Repubblica e poteri) e 117 (libertà di
pensiero). Il diritto-dovere ha inizio con l'iscrizione alla prima classe della scuola primaria. Le scuole
secondarie di primo grado organizzano, in raccordo con le istituzioni del sistema educativo di
istruzione e formazione del secondo ciclo ed i competenti servizi territoriali, iniziative di
orientamento ai fini della scelta dei percorsi educativi del secondo ciclo, sulla base dei percorsi di
ciascun allievo, personalizzati e documentati. I giovani che hanno conseguito il titolo conclusivo del
primo ciclo sono iscritti ad un istituto del sistema dei licei o del sistema di istruzione e formazione
professionale fino al conseguimento del diploma liceale o di un titolo o di una qualifica professionale
di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Il decreto prevede inoltre la stesura
ministeriale di linee guida per la realizzazione di piani di intervento per l'orientamento, la
prevenzione ed il recupero degli abbandoni, al fine di assicurare la piena realizzazione del
diritto-dovere all'istruzione ed alla formazione. La vigilanza sull’obbligo di frequenza è demandata ai
genitori, ai sindaci (DM 849/2001) e ai DS. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, avvalendosi dell'Istituto per lo sviluppo della
formazione professionale dei lavoratori (ISFOL), dell'Istituto nazionale di documentazione per
l'innovazione e la ricerca educativa (INDIRE) e dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema
educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) effettuano annualmente il monitoraggio sullo stato

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di attuazione del presente decreto e, a partire dall'anno successivo a quello della sua entrata in
vigore, comunicandone i risultati alla Conferenza unificata.

D.lgs. 77/2005: disciplina l'alternanza scuola-lavoro, come modalità di realizzazione dei corsi del
secondo ciclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale,
per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel
mercato del lavoro. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età possono presentare la
richiesta di svolgere, l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa, attraverso l'alternanza di
periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa. I percorsi in
alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica
o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di
rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti
pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di
apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le
istituzioni scolastiche e formative, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, destinano
specifiche risorse alle attività di progettazione dei percorsi in alternanza scuola-lavoro. I percorsi in
alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e in periodi di
apprendimento mediante esperienze di lavoro (eseguibili anche al di fuori dell’orario scolastico, sono
parte integrante del PECuP e articolati secondo criteri di gradualità e progressività), che le istituzioni
scolastiche e formative progettano e attuano sulla base di convenzioni promosse dal DSGA (ora dal DS
secondo L.107/2015). I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati,
per i soggetti disabili, in modo da promuoverne l'autonomia anche ai fini dell'inserimento nel mondo
del lavoro. Nei percorsi in alternanza la funzione tutoriale è preordinata alla promozione delle
competenze degli studenti e al raccordo tra l'istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il
territorio. La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza è svolta dal docente tutor
interno e dal tutor esterno, in particolare quest’ultimo favorisce l'inserimento dello studente nel
contesto operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o
formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi
formativi. I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione
scolastica o formativa tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor esterno, cui segue il rilascio della
certificazione delle competenze acquisite (per i BES è valido quanto previsto dalla L. quadro con
l’obbiettivo di .di riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini dell'occupabilità).

D.lgs. 226/2005: disposizione dei nuovi licei, definizione di obiettivi formatici e PECuP. Possibilità di
conseguimento dell’Esame di Stato per alunni di quarta con votazione non inferiore a 8/10 per
ciascuna materia. In questo caso le finalità del PECuP comprendono la crescita educativa e
professionale (trasformare le molteplicità dei saperi in un sapere ordinario), lo sviluppo dell’autonoma
capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale. Anche in questo caso il profilo
si articola in 3 sezioni: identità, strumenti culturali (autonomo metodo di studio, capacità di ragionare
sul perché e sul come, capacità di confronto sociale, di superamento dei limiti di prospettiva,
conoscenza e capacità di orientamento nei generi letterari, utilizzo di vari codici di comunicazione,
linguistici (2° lingua) e non, conoscenza della propria cultura, capacità di confronto fra realtà storico-
geografiche diverse, comprensione dei fatti quotidiani e della realtà naturale, conoscenza critica di
concetti matematici, analisi e rappresentazione di processi e sistemi tecnici, capacità di relazionare la
tecnologia ai contesti socio-ambientali, utilizzo degli strumenti informatici, capacità di comunicazione)
e convivenza civile. Il decreto riporta inoltre le indicazioni nazionali per lo sviluppo del piano di studi
personalizzato dei percorsi superiori utile alla compilazione del portfolio delle competenze personali.
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D.M. 139/2007 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di
istruzione, ai sensi dell’articolo 1, comma 622, della L. 296/2006.
L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni indicate
dalla legge finanziaria del 2006. L’adempimento dell’obbligo di istruzione è finalizzato al
conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di
durata almeno triennale entro il 18° anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il
diritto/dovere di cui al decreto legislativo 76/2005. I saperi e le competenze, articolati in conoscenze e
abilità, con l’indicazione degli assi culturali di riferimento, sono descritti nell’allegato documento
tecnico, questi assicurano l’equivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell’identità
dell’offerta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di
studio. Per il loro recepimento nei curricoli dei primi due anni, i licei classico, scientifico e degli istituti
magistrale, tecnico, professionale e artistico possono avvalersi della quota di flessibilità oraria del 20%.
Ai fini dell’adempimento dell’obbligo di istruzione da parte degli alunni diversamente abili, si fa
riferimento al piano educativo individualizzato nella progettazione delle attività didattiche educative.
Per coloro che non hanno conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo e che hanno compiuto il
sedicesimo anno di età è prevista la possibilità di conseguire tale titolo anche nei centri provinciali per
l’istruzione degli adulti secondo L.296/2006. La certificazione relativa all’adempimento dell’obbligo di
istruzione è rilasciata a domanda. Per coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno di età è
rilasciata d’ufficio. Nelle linee guida sono contenute indicazioni in merito ai criteri generali per la
certificazione dei saperi e delle competenze, nonché per il riconoscimento dei crediti formativi, anche
come strumento per facilitare la permanenza, nei percorsi di istruzione e formazione.

Riforma Gelmini e decreti attuativi:


Introduzione: Con il termine riforma Gelmini si identificano tutti i provvedimenti scolastici voluti dal
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Gelmini, iniziati ufficialmente con la legge
133/2008 e proseguiti con legge 169/2008, il cui scopo principale è quello di riformare il sistema
scolastico italiano. La riforma è entrata in atto il 1° settembre 2009 per la scuola primaria e secondaria
di primo grado, mentre per la scuola secondaria di secondo grado bisognerà aspettare fino al 1º
settembre 2010.
Le novità principali riguardano l'introduzione di due nuovi licei (scienze umane e musicale e coreutico)
e l'ampliamento del liceo artistico. Gli indirizzi e le sperimentazioni vengono ridotte da più di 750 a 20
per riportare chiarezza, mentre gli istituti tecnici vengono a loro volta riformati per soddisfare le attuali
esigenze del mondo del lavoro. L'insegnamento della lingua inglese viene reso obbligatorio per tutto il
quinquennio, e l'insegnamento delle materie scientifiche viene potenziato. Principali interventi:
 Le ore scolastiche di 50 minuti tornano ad essere ore effettive di 60 minuti.
 Reintroduzione dello studio dell'educazione civica nelle scuole primarie e secondarie (entrambi
i gradi), tramite la materia Cittadinanza e Costituzione.
 Utilizzo di libri di testo per cui l'editore si impegnava a non pubblicare nuove edizioni prima di 5
anni per la scuola primaria e secondaria di primo grado, e 6 anni per la scuola secondaria di
secondo grado, salvo dispense integrative che si rendessero necessarie per l'ampliamento della
materia oggetto di studio.
 Reintroduzione della figura del maestro unico, che a partire dall'anno scolastico 2009/2010
sostituirà nelle prime classi della primaria di primo grado i tre docenti per due classi
precedentemente previsti per il modulo di 24 ore settimanali.

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 Introduzione della valutazione numerica decimale nella scuola primaria (prevista per la
secondaria di primo grado dalla Riforma Moratti), accompagnata da un giudizio sul livello di
maturazione raggiunto.
 Potenziamento della lingua straniera fino a 5 ore (3+2).
 Il voto in condotta nelle scuole secondarie, mai abolito in precedenza, torna a fare media per
concorrere a definire il giudizio finale dell'alunno in sede di promozione.
 Riordino degli indirizzi degli istituti tecnici e professionali.
 I licei nati dalla conversione degli istituti magistrali (liceo socio-psico-pedagogico, scienze sociali
e scienze della formazione) sono stati assimilati dal nuovo liceo delle scienze umane. Si
studieranno due lingue straniere più il latino, e sarà presente anche un indirizzo economico-
sociale.
 Gli indirizzi del liceo artistico sono stati invece rivisitati per trattare anche l'arte multimediale e
scenografica.
 I licei musicali e quelli coreutici sono stati unificati nel liceo musicale e coreutico, che presenta
due indirizzi, uno musicale e uno coreutico. Nei due nuovi licei si studieranno due lingue
straniere.
 Viene istituita l’opzione scienze applicate nei licei scientifici.
 Con il riordino degli istituti si passa da 10 settori e 39 indirizzi a due settori e 11 indirizzi. Le ore
scolastiche passato da 36 (da 50 minuti) a 32 (da un'ora effettiva). Le ore di laboratorio sono
aumentate, con 264 ore nel biennio e con 891 ore nel triennio. L'insegnamento della lingua
inglese e delle scienze integrate (biologia, fisica, chimica) è stato invece intensificato.
 La laurea in scienze della formazione primaria diventa abilitante all'insegnamento. Vengono
introdotti nuovi criteri di accesso alle scuole di specializzazione di medicina.
 A partire dal 2011 i docenti migliori potranno ricevere un bonus di massimo €7.000 come
premio produttività

Contesto normativo:
L.169/2008: A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, , sono attivate azioni di
sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo
di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito
delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse.
Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia. Al fine di promuovere la conoscenza del
pluralismo istituzionale, definito dalla Carta costituzionale, sono altresì' attivate iniziative per lo studio
degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Nelle scuole secondarie di primo
e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento, anche in
relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi, mediante voto numerico
attribuito collegialmente dal consiglio di classe, lo stesso se inferiore a sei decimi determina la non
ammissione al successivo anno di corso e all'esame conclusivo del ciclo. Nella scuola primaria la
valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze
da essi acquisite sono effettuati mediante l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrate con
giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno. Nella stessa i docenti, con
decisione assunta all'unanimità, possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi
eccezionali e comprovati da specifica motivazione. Nella scuola secondaria di primo grado la
valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze
da essi acquisite nonché la valutazione dell'esame finale del ciclo sono effettuate mediante
l'attribuzione di voti numerici espressi in decimi. Nella scuola secondaria di primo grado, sono ammessi

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alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno
ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei
decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline. Istituzione dell’insegnante unico nella scuola
primaria e dell’adozione di libri di testo in relazione ai quali l'editore si è impegnato a mantenere
invariato il contenuto nel quinquennio, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di
aggiornamento da rendere separatamente disponibili. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei
corsi in scienze della formazione primaria, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio
previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento nella
scuola primaria o nella scuola dell'infanzia, a seconda dell'indirizzo prescelto.

DPR 81/2009: stabilisce per le primarie un numero di alunni compreso fra 18-26, le pluriclassi 8-18, le
classi montane di 10 bambini. L’insegnamento della lingua inglese è affidato ad insegnanti specializzati.
Nelle medie le classi hanno 18-27 alunni elevabili fino a 28 se resti e 30 in caso di formazione di
un’unica prima classe, 10 nei comuni montani, 18 in classi con diverso ordine. L’inglese è impartito per
3 ore settimanali, second lingua per due ore, utilizzabili per potenziare inglese o lingua italiana per
alunni stranieri.

DPR 89/2009 “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia
e del primo ciclo di istruzione, ai sensi dell’art. 64 del DL 112/2008, n. 112, riordinato dalla
L.133/2008”. La scuola dell'infanzia accoglie bambini di età' compresa tra i tre e i cinque anni compiuti
entro il 31 dicembre dell'anno scolastico di riferimento. Su richiesta delle famiglie sono iscritti alla
scuola dell'infanzia, le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno
scolastico di riferimento. La frequenza anticipata e la disponibilità delle sezioni primavera è secondaria
alla disponibilità' dei posti; all’accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste di attesa; alla
disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo dell'agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle
diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni; alla valutazione pedagogica e didattica, da
parte del collegio dei docenti, dei tempi e delle modalità dell'accoglienza. L'orario di funzionamento
della scuola dell'infanzia è stabilito in 40 ore settimanali, con possibilità di estensione fino a 50 ore o di
riduzione fino a 25 ore (comprensive della quota relativa a IRC in accordo a quanto stabilito dai Patti
Lateranensi della L.121/1985). Sono iscritti alla scuola primaria le bambine e i bambini che compiono
sei anni di età entro il 31 dicembre dell'anno scolastico di riferimento, o in anticipo entro il 30 aprile. Il
tempo della scuola primaria è articolabile nei moduli di 24, 27, e sino a 30 ore, nei limiti delle risorse
dell'organico assegnato; è previsto altresì il modello delle 40 ore, corrispondente al tempo pieno
attivato su richiesta delle famiglie, sulla base di specifico progetto formativo integrato e delle
disponibilità di organico assegnate all'istituto, nonché' in presenza delle necessarie strutture e servizi.
Per la determinazione dell'organico di dette classi è confermata l'assegnazione di due docenti per
classe, eventualmente coadiuvati da insegnanti di religione cattolica e di inglese in possesso dei relativi
titoli o requisiti. L'orario annuale obbligatorio delle lezioni nella scuola secondaria di I grado è di
complessive 990 ore, corrispondente a 29 ore settimanali (comprensive di IRC), più 33 ore annuali da
destinare ad attività di approfondimento riferita agli insegnamenti di materie letterarie. Nel tempo
prolungato il monte ore è determinato mediamente in 36 ore settimanali, elevabili fino a 40,
comprensive delle ore destinate agli insegnamenti e alle attività e al tempo dedicato alla mensa. I piani
di studio, in coerenza con gli obiettivi generali del processo formativo della scuola secondaria di I
grado, sono funzionali alle conoscenze e alle competenze da acquisire da parte degli alunni in relazione
alle diversità individuali, comprese quelle derivanti da disabilità.

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 DM 254/2012 “Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola
dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, a norma dell’art.1 del DPR 89/2009”. Le discipline
di insegnamento impartite nel primo ciclo di istruzione sono: italiano, lingua inglese e seconda
lingua comunitaria, storia, geografi a, matematica, scienze, musica, arte e immagine,
educazione fi sica, tecnologia. L’insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» è assicurato nei
modi previsti dalla L.169/2008. Alla base dell’elaborazione del curricolo e della
programmazione ci sono le otto competenze chiave indicate nelle Raccomandazione del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008, introduttiva del Quadro Europeo delle
Qualifiche (EQF): 1. Comunicazione nella madrelingua 2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenze di base in matematica, scienze e tecnologia 4. Competenza digitale 5. Imparare
ad imparare 6. Competenze sociali e civiche 7. Spirito di iniziativa e intraprendenza 8.
Consapevolezza ed espressione culturale.
Si definiscono conoscenze le informazioni relative ad un settore di studio o lavoro assimilate
attraverso un processo di apprendimento. Possono essere conoscenze teoriche o pratiche; Si
definiscono invece abilità le capacità di applicare le conoscenze per svolgere un compito o
risolvere un problema. Possono essere cognitive o pratiche. Si definiscono competenze le
capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali in situazioni di lavoro, di studio, di
vita reale con senso di responsabilità ed autonomia. Il profilo delle competenze da raggiungere
è prescrittivo ed è “frazionato” in traguardi per lo sviluppo, campo di esperienza per campo di
esperienza (per la scuola per l’infanzia) e disciplina per disciplina (per la scuola Primaria e per la
scuola secondaria di Primo Grado). Per il raggiungimento dei suddetti traguardi di sviluppo, sia
nella scuola Primaria che nella scuola Secondaria di Primo grado, vengono definiti, disciplina
per disciplina, anche degli obiettivi di apprendimento (conoscenze e abilità disciplinari): tali
obiettivi hanno una scansione temporale ampia che consente una progressione distesa
dell’apprendimento, coerente con la dimensione evolutiva della competenza. L’organizzazione
di un curricolo per competenze è motivata dalla necessità di trovare un filo conduttore unitario
nell’insegnamento/apprendimento, rappresentato appunto dalle competenze chiave europee.
Esse superano le discipline , risulta quindi evidente che la realizzazione di questo curricolo
coinvolge tutti, fin dalla fase di progettazione, indipendentemente dalla disciplina insegnata. In
più punti nel testo normativo si raccomandano le scuole di organizzare la didattica in modo da
integrare le conoscenze provenienti da diversi ambiti, di contestualizzarle sempre con la realtà
attraverso compiti e ed esperienze significative*, facendo attenzione ad evitare qualunque tipo
di frammentazione e di separazione durante il processo di insegnamento-apprendimento.

DPR 122/2009 “Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli
alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli art.2 e 3 del DL 137/2008, convertito in
L169/2008”. La valutazione è espressione dell'autonomia professionale propria della funzione docente,
nella sua dimensione sia individuale che collegiale, nonché dell'autonomia didattica delle istituzioni
scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva. La valutazione ha per
oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli
alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e attraverso l'individuazione delle
potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al
miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo, anche in coerenza con l'obiettivo
dell'apprendimento permanente di cui alla «Strategia di Lisbona nel settore dell'istruzione e della
formazione», adottata dal Consiglio europeo con raccomandazione del 23 e 24 marzo 2000. Le
verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere

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coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell'offerta formativa. Il collegio dei
docenti definisce modalità e criteri (OTOF) per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della
valutazione, nel rispetto del principio della libertà di insegnamento. Le istituzioni scolastiche assicurano
alle famiglie una informazione tempestiva circa il processo di apprendimento e la valutazione degli
alunni effettuata nei diversi momenti del percorso scolastico, avvalendosi, nel rispetto delle vigenti
disposizioni in materia di riservatezza, anche degli strumenti offerti dalle moderne tecnologie. Al
termine dell'anno conclusivo della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado,
dell'adempimento dell'obbligo di istruzione, nonché al termine del secondo ciclo dell'istruzione, la
scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno, al fine di sostenere i processi di
apprendimento, di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali
passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l'inserimento nel mondo del lavoro.
La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata nella scuola primaria dal docente
ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe (compresi quelli di sostegno) e, nella scuola
secondaria di primo grado, dal consiglio di classe, presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato,
con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza. La condotta è valutata con giudizio nella
primaria e con voto nella secondaria. Gli esiti finali degli esami sono resi pubblici mediante affissione
all'albo della scuola. Nel secondo ciclo la valutazione del comportamento concorre alla determinazione
dei crediti scolastici e dei punteggi utili per beneficiare delle provvidenze in materia di diritto allo
studio. Nello scrutinio finale il consiglio di classe sospende il giudizio degli alunni che non hanno
conseguito la sufficienza in una o più discipline, senza riportare immediatamente un giudizio di non
promozione. A conclusione dello scrutinio, l'esito relativo a tutte le discipline è comunicato alle
famiglie. A conclusione degli interventi didattici programmati per il recupero delle carenze rilevate, il
consiglio di classe, in sede di integrazione dello scrutinio finale, previo accertamento del recupero delle
carenze formative da effettuarsi entro la fine del medesimo anno scolastico e comunque non oltre la
data di inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo, procede alla verifica dei risultati conseguiti
dall'alunno e alla formulazione del giudizio finale che, in caso di esito positivo, comporta l'ammissione
alla frequenza della classe successiva e l'attribuzione del credito scolastico.

DPR 87/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell’art.
64 del DL 112/2008, riordinato dalla L.133/2008 e le relative Linee Guida”. L'identità degli istituti
professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e tecnico-professionale, che
consente agli studenti di sviluppare, in una dimensione operativa, saperi e competenze necessari per
rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento, considerato nella sua
dimensione sistemica per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l'accesso all'università e
all'istruzione e formazione tecnica superiore. Si distinguono Istituti professionali per il settore dei
servizi (Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (B1); Servizi socio-sanitari (B2); Servizi per
l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera (B3); Servizi commerciali (B4)) e per il settore industria e
artigianato (Produzioni industriali ed artigianali (C1); Manutenzione e assistenza tecnica (C2). l'orario
complessivo annuale è determinato in 1.056 ore, corrispondente a 32 ore settimanali di lezione
sviluppate soprattutto attraverso metodologie basate sulla didattica di laboratorio, anche per
valorizzare stili di apprendimento induttivi; l'orientamento progressivo, l'analisi e la soluzione dei
problemi relativi al settore produttivo di riferimento; sul il lavoro cooperativo per progetti; sulla
personalizzazione dei prodotti e dei servizi attraverso l'uso delle tecnologie e del pensiero creativo;
sulla gestione di processi in contesti organizzati e l'alternanza scuola lavoro (quota di autonomia
del 20%). Ai fini del raggiungimento delle competenze finali possono stipulare contratti d'opera con
esperti del mondo del lavoro e delle professioni con una specifica e documentata esperienza

17
professionale maturata nel settore di riferimento, ai fini dell'arricchimento dell'offerta
formativa e per competenze specialistiche non presenti nell'istituto. Al superamento dell'esame di
Stato conclusivo dei percorsi degli istituti professionali viene rilasciato il diploma di istruzioni
professionale, indicante l'indirizzo seguito dallo studente e le competenze acquisite, anche con
riferimento alle eventuali opzioni scelte. Il predetto diploma costituisce titolo necessario per
l'accesso all'università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli istituti
tecnici superiori e ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore

DPR 88/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell’art. 64 del
DL 112/2008, riordinato dalla L.133/2008 e le relative Linee Guida”. L'identità degli istituti tecnici si
caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in linea con le
indicazioni dell'Unione europea, costruita attraverso lo studio, l'approfondimento e l'applicazione di
linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato numero di
ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con
l'obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all'esercizio di professioni tecniche, saperi e
competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l'accesso all'università' e
all'istruzione e formazione tecnica superiore. Si distinguono settore economico (turismo e marketing)
e settore tecnologico (meccanica, meccatronica ed energia, trasporti e logistica, elettronica ed
elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni, grafica e comunicazione, chimica, materiali e
biotecnologie, sistema moda, agraria, agroalimentare e agroindustria e costruzioni, ambiente e
territorio), a questi spettano ore di compresenza in laboratorio: 264 ore nel primo biennio, 891 ore
nel triennio di cui 561 ore nel secondo biennio e 330 ore nel quinto anno. L'orario complessivo
annuale è' determinato in 1.056 ore, corrispondente a 32 ore settimanali di lezione (20% e
contratti d’opera). Al superamento dell'esame di Stato conclusivo dei percorsi degli istituti tecnici
viene rilasciato il diploma di istruzione tecnica, indicante l'indirizzo seguito dallo studente e le
competenze acquisite, anche con riferimento alle eventuali opzioni scelte. Il predetto diploma
costituisce titolo necessario per l'accesso all'università ed agli istituti di alta formazione
artistica, musicale e coreutica, agli istituti tecnici superiori e ai percorsi di istruzione e formazione
tecnica superiore.

DPR 89/2010 “Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei
licei a norma a norma dell’art. 64 del DL 112/2008, riordinato dalla L.133/2008 e le relative Indicazioni
Nazionali”. I licei sono finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore e
costituiscono parte del sistema dell'istruzione secondaria superiore quale articolazione del secondo
ciclo del sistema di istruzione e formazione di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 17 ottobre 2005,
n. 226, e successive modificazioni. I licei adottano il profilo educativo, culturale e professionale dello
studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione di cui
all'allegato A del suddetto decreto legislativo. I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti
culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con
atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai
problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali
e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all'inserimento nella vita sociale e nel
mondo del lavoro. 3. I percorsi liceali hanno durata quinquennale. Si sviluppano in due periodi biennali
e in un quinto anno che completa il percorso disciplinare. Il primo biennio è finalizzato all'iniziale
approfondimento e sviluppo delle conoscenze e delle abilità' e a una prima maturazione delle
competenze caratterizzanti le singole articolazioni del sistema liceale di cui all'articolo 3, nonché'
all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, di cui al regolamento adottato con decreto del Ministro

18
della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139. Le finalità del primo biennio, volte a garantire il
raggiungimento di una soglia equivalente di conoscenze, abilità e competenze al termine dell'obbligo
di istruzione nell'intero sistema formativo, nella salvaguardia dell'identità di ogni specifico percorso,
sono perseguite anche attraverso la verifica e l'eventuale integrazione delle conoscenze, abilità e
competenze raggiunte al termine del primo ciclo di istruzione, utilizzando le modalità di cui all'articolo
10, comma 4, del presente regolamento. 5. Il secondo biennio è finalizzato all'approfondimento e allo
sviluppo delle conoscenze e delle abilità e alla maturazione delle competenze caratterizzanti le singole
articolazioni del sistema liceale. 6. Nel quinto anno si persegue la piena realizzazione del profilo
educativo, culturale e professionale dello studente delineato nell'Allegato A, il completo
raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento, di cui all'articolo 13, comma 10, lettera a), e
si consolida il percorso di orientamento agli studi successivi e all'inserimento nel mondo del lavoro. Il
sistema dei licei comprende i licei artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico e delle
scienze umane. Nel quinto anno è' impartito l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non
linguistica compresa nell'area delle attività e degli insegnamenti obbligatori (a partire dal terzo anno
per i linguistico, 2 discipline).

Legge della Buona scuola 107/2015 e decreti attuativi


Introduzione: ‘La Buona Scuola’ mette al centro l’autonomia scolastica dando gli strumenti finanziari e
operativi ai dirigenti per poterla realizzare. Le scuole avranno più risorse economiche:
viene raddoppiato il loro Fondo di funzionamento. Per gli studenti è prevista un'offerta formativa più
ricca che guarda alla tradizione (più Musica e Arte), ma anche al futuro (più Lingue, competenze
digitali, Economia). L’alternanza scuola-lavoro sarà garantita a tutti nell’ultimo triennio delle scuole
superiori, licei compresi, si potrà fare anche all’estero e nelle istituzioni culturali. Viene istituito
l’organico dell’autonomia, per coprire le cattedre vacanti e garantire la continuità didattica,
rispondere alle nuove esigenze educative, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa,
combattere la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva. Le istituzioni scolastiche, nei
periodi di sospensione dell’attività didattica, in collaborazione con famiglie, realtà associative e del
terzo settore potranno organizzare attività educative, ricreative e culturali nei loro spazi. Potranno
poi costituirsi in Reti per la gestione del personale e delle pratiche burocratiche. Il provvedimento dà il
via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per l’anno scolastico 2015/2016 per coprire le
cattedre vacanti e creare il nuovo organico dell’autonomia che darà alla scuola l’8% di docenti in più,
una media di 7 insegnanti aggiuntivi per ciascun istituto. Oltre 100.000 docenti saranno dunque
assunti quest’anno attingendo dalle Graduatorie ad esaurimento e dalle Graduatorie di merito
(concorsi). Poi i concorsi torneranno ad essere banditi regolarmente ogni tre anni: il primo bando è
previsto entro 1° dicembre 2017, saranno valorizzati i titoli dei candidati e il servizio prestato da chi ha
già insegnato.
I dirigenti scolastici diventano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione all’organizzazione
della vita scolastica. Dovranno essere i promotori del Piano dell'offerta formativa, ora triennale, e
avranno la possibilità, a partire dal 2016, di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti
che si liberano ogni anno, i docenti con il curriculum più adatto a realizzare il progetto formativo del
loro istituto. L’individuazione dei docenti da parte dei presidi avverrà all’interno di ambiti
territoriali predisposti dagli Uffici Scolastici Regionali. È lo Stato, e non il dirigente scolastico, ad
assumere. Solo dopo l'assunzione, gli insegnanti vengono chiamati dalle scuole sulla base dell'offerta
che vogliono garantire agli studenti. Le operazioni avverranno in modo trasparente: i presidi
renderanno pubbliche tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. I dirigenti scolastici
potranno ridurre il numero di alunni per classe per evitare il fenomeno delle aule-pollaio utilizzando

19
l’organico a disposizione. Il dirigente potrà promuovere iniziative sull’orientamento e per la
valorizzazione delle eccellenze. L’operato dei capi di istituto sarà sottoposto a valutazione. Il risultato
influirà sulla loro retribuzione aggiuntiva.
Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. Si farà in
azienda, ma anche in enti pubblici, musei e si potrà fare anche d’estate e all’estero. Sarà predisposta
una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. I ragazzi potranno esprimere una
valutazione sull’efficacia dei percorsi effettuati. Sarà istituito un Registro nazionale in cui saranno
raccolti enti e imprese disponibili a svolgere i percorsi.
Arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500
euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi,
strumenti digitali, iscrizione a corsi, ingressi a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio
diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le
priorità indicate dal Ministero. Viene istituito un fondo da 200 milioni all'anno per la valorizzazione
del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori
criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei
criteri stabiliti, in base a linee guida nazionali, da un apposito nucleo di valutazione composto da:
dirigente (presiede), tre docenti, due genitori (dall’infanzia alle medie) oppure un genitore e uno
studente (alle superiori), un componente esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale.
L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Miur, coordinerà strategie e risorse per gli
interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. È previsto un investimento di ulteriori 200 milioni
per i mutui agevolati per la costruzione e la ristrutturazione delle scuole. Vengono recuperate risorse
precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Il ddl prevede la creazione di
un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di
istruzione: bilanci degli istituti, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio
tecnologico, curriculum vitae degli insegnanti, incarichi di docenza. Con lo school bonus, chi farà
donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la
promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di
imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi.
1) L'investimento: 3 miliardi in più all'anno
2) L'autonomia scolastica: più risorse, meno personale
3) Nuova offerta formativa: arte, musica, lingue, discipline motorie, diritto
4) Alternanza scuola-lavoro: 100 milioni all'anno per realizzarla
5) Scuola digitale e laboratori: 90 milioni subito
6) Piano straordinario assunzioni: oltre 100 mila assunzioni nel 2015
7) Subito un nuovo concorso: bando entro il 1° dicembre
8) I presidi: leader educativi responsabili
9) Una card per l’aggiornamento dei docenti: 500 euro all’anno
10) Valutazione del merito: 200 milioni all’anno
11) Edilizia scolastica: 300 milioni per la costruzione di scuole innovative
12) School bonus e detrazioni: 65% di credito d’imposta

Contesto normativo:
DM. 741/2017 “Esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione”. In sede di scrutinio finale le
alunne e gli alunni frequentanti le classi terze di scuola secondaria di primo grado in istituzioni

20
scolastiche statali o paritarie sono ammessi all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo a patto di aver
frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato, di non essere incorsi nella
sanzione disciplinare della non ammissione all' esame di Stato e di aver partecipato alle prove nazionali
di italiano, matematica e inglese predisposte dall'Invalsi. Nel caso di parziale o mancata acquisizione
dei livelli di apprendimento in una o più discipline, il consiglio di classe può deliberare, a maggioranza,
con adeguata motivazione, la non ammissione dell'alunna o dell'alunno all'esame di Stato conclusivo
del primo ciclo (in questo caso può essere usato come motivazione voto di IRC). L’alunno viene
ammesso all’esame con un voto di ammissione espresso in decimi. Sono ammessi a sostenere l'esame
di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione in qualità di candidati privatisti coloro che compiono,
entro il 31 dicembre dello stesso anno scolastico in cui sostengono l'esame, il tredicesimo anno di età e
che abbiano conseguito l'ammissione alla prima classe della scuola secondaria di primo grado. Sono
inoltre ammessi i candidati che abbiano conseguito tale ammissione alla scuola secondaria di primo
grado da almeno un triennio. . 2. I genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale dei candidati
privatisti, per i quali intendono chiedere l'iscrizione all'esame di Stato, presentano domanda al
dirigente della scuola statale o paritaria prescelta, fornendo i necessari dati anagrafici dell'alunna o
dell'alunno, gli elementi essenziali del suo curricolo scolastico e la dichiarazione di non frequenza di
scuola statale o paritaria nell'anno in corso o di avvenuto ritiro da essa entro il 15marzo. Per accedere
all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione i candidati privatisti devono presentare
domanda ad una scuola statale o paritaria entro il 20 marzo dell'anno scolastico di riferimento. Per
ogni istituzione scolastica statale svolge le funzioni di Presidente della commissione il dirigente
scolastico preposto. Per ogni istituzione scolastica paritaria svolge le funzioni di Presidente della
commissione il coordinatore delle attività educative e didattiche. Le prove dell'esame di Stato
conclusivo del primo ciclo di istruzione sono finalizzate a verificare le conoscenze, le abilità e le
competenze acquisite dall'alunna o dall'alunno, anche in funzione orientativa, tenendo a riferimento il
profilo dello studente e i traguardi di sviluppo delle competenze previsti per le discipline dalle
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo cielo di istruzione. L'esame di
Stato è costituito da tre prove scritte (italiano, matematica e lingua) e da un colloquio. Le tracce delle
prove sono predisposte dalla commissione in sede di riunione preliminare sulla base delle proposte dei
docenti delle discipline coinvolte. Il voto finale deriva dalla media tra il voto di ammissione e la media
dei voti delle prove scritte e del colloquio ed è positivo quando superiore a 5/10.

DM 850/2015: Il periodo di formazione e prova assolve alla finalità di verificare le competenze


professionali del docente, osservate nell’azione didattica svolta e nelle attività ad essa preordinate e ad
essa strumentali, nonché nell’ambito delle dinamiche organizzative dell’istituzione scolastica. 4. Le
attività di formazione sono finalizzate a consolidare le competenze previste dal profilo docente e gli
standard professionali richiesti. Dette attività comportano un impegno complessivo pari ad almeno 50
ore, aggiuntive rispetto agli ordinari impegni di servizio e rivestono carattere di obbligatorietà. Sono
tenuti ad effettuare il periodo di formazione e di prova: i docenti che si trovano al primo anno di
servizio con incarico a tempo indeterminato, a qualunque titolo conferito, e che aspirino alla conferma
nel ruolo; i docenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non
abbiano potuto completarlo negli anni precedenti. In ogni caso la ripetizione del periodo comporta la
partecipazione alle connesse attività di formazione, che sono da considerarsi parte integrante del
servizio in anno di prova; i docenti per i quali sia stato disposto il passaggio di ruolo. In caso di
valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il personale docente effettua un secondo
periodo di formazione e di prova, non rinnovabile. Il superamento del periodo di formazione e prova è
subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno centottanta giorni nel

21
corso dell’anno scolastico, di cui almeno centoventi per le attività didattiche. Il periodo di formazione e
di prova è finalizzato specificamente a verificare la padronanza degli standard professionali da parte
dei docenti neo-assunti con riferimento ai seguenti criteri: corretto possesso ed esercizio delle
competenze culturali, disciplinari, didattiche e metodologiche, con riferimento ai nuclei fondanti dei
saperi e ai traguardi di competenza e agli obiettivi di apprendimento previsti dagli ordinamenti vigenti;
corretto possesso ed esercizio delle competenze relazionali, organizzative e gestionali; osservanza dei
doveri connessi con lo status di dipendente pubblico e inerenti la funzione docente; partecipazione alle
attività formative e raggiungimento degli obiettivi dalle stesse previsti. Ai fini della verifica dei suddetti
criteri il dirigente scolastico garantisce la disponibilità per il docente neo-assunto del piano dell’offerta
formativa e della documentazione tecnico-didattica relativa alle classi, ai corsi e agli insegnamenti di
sua pertinenza, sulla cui base il docente neo-assunto redige la propria programmazione annuale, in cui
specifica, condividendoli con il tutor, gli esiti di apprendimento attesi, le metodologie didattiche, le
strategie inclusive per alunni con bisogni educativi speciali e di sviluppo delle eccellenze, gli strumenti
e i criteri di valutazione, che costituiscono complessivamente gli obiettivi dell’azione didattica, la cui
valutazione è parte integrante della procedura. La programmazione è correlata ai traguardi di
competenza, ai profili culturali, educativi e professionali, ai risultati di apprendimento e agli obiettivi
specifici di apprendimento previsti dagli ordinamenti vigenti e al piano dell’offerta formativa. Sono
inoltre valutate l’attitudine collaborativa nei contesti didattici, progettuali, collegiali, l’interazione con
le famiglie e con il personale scolastico, la capacità di affrontare situazioni relazionali complesse e
dinamiche interculturali, nonché la partecipazione attiva e il sostegno ai piani di miglioramento
dell’istituzione scolastica. Ai fini della personalizzazione delle attività di formazione, anche alla luce
delle prime attività didattiche svolte, il docente neo-assunto traccia un primo bilancio di competenze,
in forma di autovalutazione strutturata, con la collaborazione del docente tutor. Il bilancio di
competenze, predisposto entro il secondo mese dalla presa di servizio, consente di compiere una
analisi critica delle competenze possedute, di delineare i punti da potenziare e di elaborare un
progetto di formazione in servizio coerente con la diagnosi compiuta. Il dirigente scolastico e il docente
neo-assunto, sulla base del bilancio delle competenze, sentito il docente tutor e tenuto conto dei
bisogni della scuola, stabiliscono, con un apposito patto per lo sviluppo professionale, gli obiettivi di
sviluppo delle competenze di natura culturale, disciplinare, didattico-metodologica e relazionale, da
raggiungere attraverso le attività formative (incontri propedeutici e di restituzione finale 6h; laboratori
formativi12; “peer to peer” e osservazione in classe 12h; formazione on-line INDIRE 20h.). Al termine
del periodo di formazione e prova, il docente neo-assunto, con la supervisione del docente tutor,
traccia un nuovo bilancio di competenze per registrare i progressi di professionalità, l’impatto delle
azioni formative realizzate, gli sviluppi ulteriori da ipotizzare. L’amministrazione scolastica territoriale
organizza almeno un incontro formativo propedeutico, con i docenti neo-assunti, a livello di ambito
territoriale, finalizzato a illustrare le modalità generali del percorso di formazione generale, il profilo
professionale atteso, le innovazioni in atto nella scuola e un incontro conclusivo, finalizzato a compiere
una valutazione complessiva dell’azione formativa realizzata. L’amministrazione scolastica territoriale
organizza almeno un incontro formativo propedeutico (max 6 ore), con i docenti neo-assunti, a livello
di ambito territoriale, finalizzato a illustrare le modalità generali del percorso di formazione generale, il
profilo professionale atteso, le innovazioni in atto nella scuola e un incontro conclusivo, finalizzato a
compiere una valutazione complessiva dell’azione formativa realizzata. Tra le attività informative sono
presenti 12 ore laboratoriali (4 lezioni da 3 ore) finalizzate ad acquisire nozioni circa nuove risorse
digitali e loro impatto sulla didattica; gestione della classe e problematiche relazionali; valutazione
didattica e valutazione di sistema (autovalutazione e miglioramento); bisogni educativi speciali;
contrasto alla dispersione scolastica; inclusione sociale e dinamiche interculturali; orientamento e

22
alternanza scuola-lavoro; h. buone pratiche di didattiche disciplinari. Nel corso del periodo di
formazione il docente neo-assunto cura la predisposizione di un proprio portfolio professionale, in
formato digitale, che dovrà contenere: uno spazio per la descrizione del proprio curriculum
professionale; l’elaborazione di un bilancio di competenze, all’inizio del percorso formativo; la
documentazione di fasi significative della progettazione didattica, delle attività didattiche svolte, delle
azioni di verifica intraprese; la realizzazione di un bilancio conclusivo e la previsione di un piano di
sviluppo professionale. Il portfolio professionale assume un preminente significato formativo per la
crescita professionale permanente di ogni insegnante. All’inizio di ogni anno scolastico il dirigente
scolastico, sentito il parere del collegio dei docenti, designa uno o più docenti con il compito di
svolgere le funzioni di tutor per i docenti neo-assunti in servizio presso l’istituto. Salvo motivata
impossibilità nel reperimento di risorse professionali, un docente tutor segue al massimo tre docenti
neo-assunti con medesima cdc. Il docente tutor accoglie il neo-assunto nella comunità professionale,
favorisce la sua partecipazione ai diversi momenti della vita collegiale della scuola ed esercita ogni utile
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di
istruzione e di formazione Direzione generale per il personale scolastico forma di ascolto, consulenza e
collaborazione per migliorare la qualità e l’efficacia dell’insegnamento. La funzione di tutor si esplica
altresì nella predisposizione di momenti di reciproca osservazione in classe di cui all’articolo 9. La
collaborazione può esplicarsi anche nella elaborazione, sperimentazione, validazione di risorse
didattiche e unità di apprendimento. Al termine del percorso il docente sostiene un colloquio innanzi al
Comitato; il colloquio prende avvio dalla presentazione delle attività di insegnamento e formazione e
della relativa documentazione contenuta nel portfolio professionale, consegnato preliminarmente al
dirigente scolastico che lo trasmette al Comitato almeno cinque giorni prima della data fissata per il
colloquio. L’assenza al colloquio, ove non motivata da impedimenti inderogabili, non preclude
l’espressione del parere. Il rinvio del colloquio per impedimenti non derogabili è consentito una sola
volta. All’esito del colloquio, il Comitato si riunisce per l’espressione del parere. Il docente tutor
presenta le risultanze emergenti dall’istruttoria compiuta in merito alle attività formative predisposte
ed alle esperienze di insegnamento e partecipazione alla vita della scuola del docente neo-assunto. Il
dirigente scolastico presenta una relazione per ogni docente comprensiva della documentazione delle
attività di formazione, delle forme di tutoring, e di ogni altro elemento informativo o evidenza utile
all’espressione del parere. Il parere del Comitato è obbligatorio, ma non vincolante per il dirigente
scolastico, che può discostarsene con atto motivato

DM 851/2015: PNSD

DM 742/2017 “Certificazione delle competenze al termine della scuola”. La certificazione delle


competenze è rilasciata al termine della classe quinta di scuola primaria e al termine del primo ciclo di
istruzione alle alunne e agli alunni che superano l'esame di Stato, di cui all'articolo 8 del decreto
legislativo 13 aprile 2017, n. 62. 2. Il documento, redatto durante lo scrutinio finale dai docenti di
classe per la scuola primaria e dal consiglio di classe per la scuola secondaria di primo grado, è
consegnato alla famiglia dell'alunna e dell'alunno e, in copia, all'istituzione scolastica o formativa del
ciclo successivo.
Per le alunne e gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della legge n.104/l992, il modello nazionale
può essere accompagnato, ove necessario, da una nota esplicativa che rapporti il significato degli
enunciati di competenza agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato. Esistono due
modelli suddivisi per primo e secondo ciclo. Il modello prevede inoltre una sezione adibita da INVALSI
alla valutazione della lingua inglese e di matematica.

23
D.lgs. 59-66/2017:
 D. lgs. 59/2017: riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e
di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria. Viene previsto il piano straordinario di
assunzioni per l’anno scolastico 2015-2016. Prevede a regime concorsi ordinari biennali ai quali
è possibile accedere se provvisti di laurea magistrale e dei 24 cfu in ambito antropo-psico-
pedagogico e didattico (i quali si sostituiscono ai tirocini formativi attivi TFA. Il concorso consta
di due scritti e un colloquio orale nel quale accertare competenze linguistiche e informatiche,
in caso di superamento si è assunti con contratto retribuito di formazione iniziale, tirocinio e
inserimento FIT di durata triennale unitamente al conseguimento di un diploma di
specializzazione in pedagogia e didattica speciale per le attività di sostegno e l’inclusione
scolastica, e durante il secondo e terzo anno al completamento della propria preparazione
professionale con attività di studio e di tirocini formativi sotto la tutela di un docente tutor che
funge da guida alle attività di osservazione, analisi e progettazione. Nel corso del 2015 sono
state eliminate le graduatorie ad esaurimento con la previsione di immissione in ruolo circa
100 mila insegnanti allora precari (parte di questi sarebbero comunque subentrati agli
insegnanti per i quali è prevista la pensione). Restano esclusi dalle assunzioni gli insegnanti
della scuola materna (circa 23 mila persone), gli idonei all’ultimo concorso (oltre 6 mila che
hanno vinto il concorso del 2012 superando prove scritte e orali ma che non hanno ottenuto la
cattedra perché non c’era un numero sufficiente di posti liberi, per i quali il PD propone un
concorso riservato entro la fine dell’anno), i precari d’istituto rimasti fuori dalla graduatoria ad
esaurimento che hanno però fatto tirocini e preso abilitazioni e che hanno prestato servizio
come supplenti negli scorsi anni; infine resteranno esclusi i cosiddetti “supplenti lunghi”, coloro
cioè che hanno fatto supplenze continue per oltre trentasei mesi e che sono stati oggetto di
una recente sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato l’Italia per abuso.
 D.lgs. 60/2017: norme sulla promozione della cultura umanistica sulla valorizzazione del
patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività (discipline artistiche e
creative entrano a far parte del PTOF). Tutte le istituzioni scolastiche del Sistema nazionale di
istruzione e formazione dovranno inserire nel PTOF i temi della creatività, riguardanti le
seguenti quattro aree:
l musicale-coreutica;
II teatrale-performativa;
lIl artistico-visiva;
lV linguistico-creativa.
Nello specifico, dovranno progettare e realizzare attività teoriche e pratiche, anche con
modalità
laboratoriale, di studio, approfondimento, produzione, fruizione e scambio: in ambito artistico,
musicale, teatrale, cinematografico, coreutico, architettonico, paesaggistico, linguistico,
filosofico, storico, archeologico, storico-artistico, demo-antropologico, artigianale; a livello
nazionale e internazionale. Nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria è promosso lo
svolgimento di attività dedicate allo sviluppo dei temi della creatività ed in particolare alla
pratica musicale, sollecitandosi le potenzialità espressive e comunicative, altresì favorendo
esperienze concrete di visita e conoscenza diretta del patrimonio culturale nazionale. Nella
scuola secondaria di primo grado la continuità del percorso si sviluppa e si consolida attraverso
pratiche laboratoriali, anche trasversali alle discipline di studi. Le istituzioni scolastiche del
primo ciclo e del medesimo ambito territoriale, che abbiano adottato in una o più sezioni

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curricoli verticali in almeno tre temi della creatività, possono costituirsi in Poli a orientamento
artistico e performativo, previo riconoscimento da parte dell'USR. Potranno così essere
destinatarie di specifiche misure finanziarie, che presumibilmente saranno allocate nella scuola
capofila, cui potranno far riferimento anche le scuole di ogni grado insistenti nell'ambito, al
fine dell'ottimizzazione delle risorse umane e strumentali. E per lo stesso fine possono
parteciparvi
le scuole di primo ciclo di altri ambiti territoriali. Le scuole secondarie di secondo grado
potranno
inserire nel PTOF attività comprendenti la conoscenza della storia dell'arte e del patrimonio
culturale, così come la pratica delle arti e della musica sviluppando uno o più temi della
creatività. A tal fine individuano appositi spazi destinati agli studenti per esporre opere e
realizzare spettacoli per la loro libera espressione creativa. Le attività sono svolte in continuità
con la scuola secondaria di primo grado, sia in orario curricolare che extracurricolare. E potrà
farsi affidamento su un apposito contingente di docenti esperti pari al 5% dei posti per il
potenziamento. Nel quadro di un'armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-
musicale, i licei musicali, artistici e coreutici potranno rimodulare il monte orario complessivo
per introdurre insegnamenti opzionali, sia ricorrendo alla quota di autonomia [pari al20o/o)
che - nel secondo biennio e nell'ultimo anno - agli spazi di flessibilità. licei artistici, anche
costituiti in rete, le accademie di belle arti, gli istituti superiori per le industrie artistiche (ISIA) e
le università possono stipulare accordi con enti locali, istituzioni culturali e realtà produttive
per la valorizzazione delle creazioni artistiche ed artigianali dei diversi territori e per potenziare
le competenze degli studenti nella pratica artistica.
 D.lgs. 61/2017: revisione dei percorsi di istruzione professionale (definizione di 11 indirizzi IP in
luogo di 2 settori e 6 indirizzi). Promuove la ridefinizione degli indirizzi, delle articolazioni e
delle opzioni; potenziamento delle attività laboratoriali, anche con la rimodulazione, a parità di
orario scolastico, dei quadri orari e degli indirizzi. Il decreto conferisce una più compiuta e
visibile identità agli istituti professionali statali rispetto alle odierne sovrapposizioni con gli
istituti tecnici, rendendoli più attrattivi e meglio fisionomizzando la loro vocazione, preordinata
alla formazione di figure professionali di livello intermedio per l'assunzione di ruoli operativi,
con adeguate responsabilità in relazione alle attività economiche di riferimento; offrendo
risposte articolate e dinamiche alle domande del mondo del lavoro e delle professioni, tali da
far percepire i saperi appresi come utili, significativi e riscontrabili nel reale. Di conseguenza è
accentuata la flessibilità organizzativa-didattica e la personalizzazione dei percorsi, per
rispondere alle diversità degli stili cognitivi e alla capacità di apprendimento degli studenti, alle
loro sensibilità ed attitudini, ai differenti livelli motivazionali. In ragione di ciò è riscritto
l'attuale assetto ordinamentale statuito dal D.P.R. 87/10, che viene abrogato unitamente alle
Linee guida (DI 92/2018) definendo unicamente 11 indirizzi in luogo dei 2 settori e 6 indirizzi.
Fermo restando il comune assetto organizzativo e didattico, per ciascuno degli indirizzi è
definito il Profilo educativo, culturale e professionale, o profilo in uscita dello studente, con i
relativi risultati di apprendimento declinati in termini di competenze, abilità e conoscenze. Le
competenze sono intese come comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di
studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e
abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale, informale. Nel Quadro
Europeo delle Qualifiche (EQF) le competenze sono descritte in termini di responsabilità e
autonomia. Le abilità sono intese come capacità di applicare conoscenze e di utilizzare il know-
how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nell'EQF sono descritte come cognitive

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(comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità
manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti). Le conoscenze sono intese come risultato
dell'assimilazione di informazioni attraverso l'apprendimento: sono quindi un insieme di fatti,
principi, teorie, pratiche relative a un settore di lavoro o di studio. Esse sono descritte nell'EQF
come teoriche e/o pratiche. Per ciascun profilo vi è il riferimento alle attività economiche
referenziate ai codici ATECO dell'lSTAT e la correlazione ai settori economico-professionali. Nel
biennio può completarsi l'obbligo dell'istruzione, che può altresì continuare ad essere assolto -
oltre che negli istituti tecnici e nei licei – anche nei percorsi di istruzione e formazione
professionale (leFP) di competenza delle regioni o nei percorsi di apprendistato. Una quota non
superiore a 264 ore del biennio è destinata alla personalizzazione degli apprendimenti, alla
realizzazione del Progetto formativo individuale e allo sviluppo della dimensione
professionalizzante delle attività di alternanza scuola-lavoro. Per tutti gli 11 indirizzi dovrà
costituirsi un ufficio tecnico - finora obbligatorio solo nel settore tecnologico degli istituti
tecnici - con il compito di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a
fini didattici e il loro adeguamento in relazione alle esigenze poste dall'innovazione tecnologica
nonché per la sicurezza delle persone e dell'ambiente: compiti affidati agli insegnanti tecnico-
pratici. Circa l'assetto didattico, il Consiglio di classe redige per ogni studente, entro il 31
gennaio del primo anno di frequenza, il Progetto formativo individuale, basato su un bilancio
personale che evidenzia i saperi e le competenze acquisiti anche in modo non formale e
informale, idoneo a rilevare sia le sue riscontrate potenzialità che le sue carenze, per motivarlo
ed orientarlo nella progressiva costruzione del proprio percorso formativo e lavorativo. Le
istituzioni scolastiche potranno e/o dovranno stipulare contratti d'opera con esperti del mondo
del lavoro e delle professioni in possesso di competenze specialistiche non presenti
nell'istituto, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ma con la possibilità di ricevere finanziamenti da
soggetti pubblici e privati; attivare partenariati territoriali per il miglioramento ed ampliamento
dell'offerta formativa, per il potenziamento dei laboratori e relative dotazioni strumentali, per
realizzare percorsi di alternanza ed incluse le esperienze di scuola-impresa e di bottega-scuola;
costituire i dipartimenti, quali articolazioni funzionali del Collegio dei docenti, per il sostegno
alla didattica e alla progettazione formativa; dotarsi del Comitato tecnico-scientifico, composto
da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e
tecnologica, con funzioni consultive e di proposta per l'organizzazione delle attività e degli
insegnamenti di indirizzo.
 D.lgs. 62/2017: valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato;
gli articoli 2-11, concernenti il primo ciclo d'istruzione, riscrivono in larga parte il precedente
regolamento di cui al DPR 122/09 e sono stati seguiti dai due DM 741-742/2017 (nuovi esami di
Stato nella scuola secondaria di primo grado) e n.742 (nuovi modelli di certificazione delle
competenze), necessari per l'applicazione delle nuove disposizioni dal corrente anno scolastico.
Il decreto istituisce inoltre nuove norme su INVALSI, non più influenzanti l’esito degli esami di
stato, comprendenti l’inglese nella secondaria e requisito di accesso per l’esame di maturità. La
valutazione periodica e finale degli apprendimenti è riferita a ciascuna delle discipline di studio
previste dalle Indicazioni nazionali (ex D.M.254/1,2) e alle attività svolte nell'ambito di
Cittadinanza e Costituzione (ora educazione civica con L.92/2019) e la cui valutazione trova
espressione nel complessivo voto delle discipline dell'area storico-geografica [ex legge 169
/08). Si confermano il voto in decimi, così come la competenza ai docenti contitolari della
classe nella

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primaria e al Consiglio di classe nella secondaria di primo grado. Si confermano il voto in
decimi, così come la competenza ai docenti contitolari della classe nella primaria e al Consiglio
di classe nella secondaria di primo grado.
 D.lgs. 63/2017: effettività del diritto allo studio, prevede per gli studenti del quarto e quinto
anno della scuola secondaria di secondo grado l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche
in base alla fasce ISEE. Istituzione del Fondo unico per il welfare dello studente e per il diritto
allo studio e potenziamento della Carta dello Studente.
 La Carte dello studente “Io Studio” è una carta nominativa che consente di attestare lo
status di studente in Italia e all’estero e di usufruire di vantaggi, agevolazioni e sconti,
essa è destinata a studenti di scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e
su richiesta anche per studenti frequentanti le Università.
 D.lgs. 64/2017: disciplina della scuola italiana all’esterno (invio dei PTOF ai consolati)
 D.lgs. 65/2017: istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino
ai 6 anni. Lo scopo è di riordinare e ottimizzare l'attuale rete dei servizi per le bambine e i
bambini da zero a sei anni d'età, dipendenti da soggetti gestori pubblici e privati,
riconducendoli a sistema
e raccordandoli con la scuola dell'infanzia. In questo senso lo Stato assume funzioni di indirizzo
e programmazione, non solo per la fascia di età dai 3-6 anni, ma anche per il segmento 0-3, al
Ministero spetta quindi un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione, in sintonia con le
Regioni e gli enti locali; alle Regioni compete l’organizzazione dei servizi 0-3 anni e per le scuole
dell’infanzia, la partecipazione alla programmazione dell’offerta formativa sul territorio; infine
gli enti locali organizzano propri servizi educativi, gestiscono scuole dell’infanzia paritarie,
accreditano soggetti privati per l’attivazione di servizi educativi, promuovono la formazione
continua del personale e definiscono l’entità delle rette a carico delle famiglie e le eventuali
agevolazioni. I predetti servizi comprendono nidi e micronidi che accolgono bambini dai tre ai
trentasei mesi di vita, concorrendo con le famiglie nella loro cura, educazione e socializzazione,
sezioni primavera (L. 296/2006) che accolgono bambini fra 24-36 mesi e servizi integrativi che
soddisfano in modo ancor più flessibile e diversificato i bisogni delle famiglie, suddistinti in
spazi gioco, centri per bambini e famiglie e servizi educativi in contesto domiciliare. Sono
inoltre costituiti i Poli per l'infanzia privi di autonomia, (posti come laboratori permanenti di
ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio) che accolgono in un unico plesso o
in edifici vicini, più strutture di educazione e istruzione per l'intera fascia zero-sei al fine di
favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse,
condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali. È inoltre richiesta laurea
LM19 per esercitare servizio nelle scuole d’infanzia.
 D.lgs. 66/2017: norme per inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Viene adottato il
sistema ICF e il PF, propedeutico alla stesura del progetto individuale, si sostituisce al sistema
documentale PDF+DF. Istituzione di GIT e GLI (per il piano di inclusione). È venuta meno
l'ipotesi di istituire ruoli separati per i docenti di sostegno, ma è prevista una differenziazione
tra infanzia-scuola primaria e scuola secondaria. Per i primi la specializzazione fa seguito al
percorso abilitante ordinario nell'ambito della laurea quinquennale in Scienze della formazione
primaria, con un modulo aggiuntivo di 60 CFU. Per i secondi, in attuazione del D.lgs. 59/17 la
specializzazione è il punto di arrivo di un percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento
Tutti i docenti sono, naturalmente, tenuti alla formazione in servizio, strutturale, permanente,
obbligatoria anche sulle tematiche dell'inclusione, deliberata dalle istituzioni scolastiche
nell'ambito del piano di formazione già inserito nel PTOF. È istituito l'Osservatorio permanente

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per I ‘inclusione scolastica presso il MIUR per l'analisi e lo studio delle problematiche
sull'inclusione, monitoraggio delle azioni intraprese, proposte di accordi interistituzionali per
realizzare il progetto individuale d'inclusione, proposte in materia di innovazioni metodologico-
didattiche, pareri e proposte sugli atti normativi inerenti all’inclusione scolastica. È garantito il
diritto allo studio per i disabili che per almeno 30 giorni non possano frequentare la scuola a
causa di gravi patologie, tramite iniziative di istruzione domiciliare che la scuola predispone di
concerto con gli enti locali e IASL di riferimento.

L92/2019 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”


L'educazione civica si sostituisce alla materia di Cittadinanza prevista dalla L.169/2008 e contribuisce
a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole
alla vita civica, culturale e sociale delle comunità nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
L'educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e
delle istituzioni dell'Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione
dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute e
al benessere della persona. Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto
l'insegnamento trasversale dell'educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso,
l'orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell'ambito del monte orario
obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici
possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo. Nelle scuole del primo
ciclo, l'insegnamento trasversale dell'educazione civica è affidato, in contitolarità, a docenti, nelle
secondarie di II grado ai docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche,
ove disponibili nell'ambito dell'organico dell'autonomia. Per ciascuna classe è individuato, tra i
docenti a cui è affidato l'insegnamento dell'educazione civica, un docente con compiti di
coordinamento. L'insegnamento trasversale dell'educazione civica è oggetto delle valutazioni
periodiche e finali (10cimi). Il suo insegnamento prevede: Costituzione, istituzioni dello Stato
italiano, dell'Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell'inno
nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall'Assemblea generale delle
Nazioni Unite il 25 settembre 2015; educazione alla cittadinanza digitale; elementi fondamentali di
diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e
tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e
agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla
valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di
protezione civile. Nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica sono altresì
promosse l'educazione stradale, l'educazione alla salute e al benessere, l'educazione al
volontariato e alla cittadinanza attiva. Tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il
rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura. A fondamento dell'insegnamento
dell'educazione civica è posta la conoscenza della Costituzione italiana. Al fine di promuovere la
conoscenza del pluralismo istituzionale, disciplinato dalla Carta costituzionale, sono adottate
iniziative per lo studio degli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Al fine di
promuovere la cittadinanza attiva, possono essere attivate iniziative per lo studio dei diritti e degli
istituti di partecipazione a livello statale, regionale e locale. È inoltre previsto l’insegnamento
dell’educazione digitale in merito a capacità di: analizzare, confrontare e valutare criticamente la
credibilità e l'affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali; interagire attraverso
varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un
determinato contesto; informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l'utilizzo di servizi

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digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di crescita personale e di cittadinanza
partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali; conoscere le norme comportamentali da
osservare nell'ambito dell'utilizzo delle tecnologie digitali e dell'interazione in ambienti digitali,
adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità
culturale e generazionale negli ambienti digitali; creare e gestire l'identità digitale, essere in grado
di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso diversi
strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere
informazioni personali identificabili proteggendo se stessi e gli altri; conoscere le politiche sulla
tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all'uso dei dati personali;
essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere
fisico e psicologico; essere in grado di proteggere se' e gli altri da eventuali pericoli in ambienti
digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e
sull'inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al
cyberbullismo. Al fine di verificare l'attuazione del presente articolo, di diffonderne la conoscenza tra
i soggetti interessati e di valutare eventuali esigenze di aggiornamento, il Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca convoca almeno ogni due anni la Consulta dei diritti e dei doveri del
bambino e dell'adolescente digitale, istituita presso il MIUR. L'insegnamento trasversale
dell'educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di
reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del
Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza
attiva (possono essere coinvolti anche i Comuni).

Parte II governance delle istituzioni scolastiche

TU 297/94 Titolo I: Disciplina organi collegiali e assemblee studentesche e genitoriali.

CCNL vigente 16 aprile 2018: Il CCNL si articola in una parte comune contenente disposizioni applicabili
a tutti i dipendenti del compartimento istruzione e ricerca, ed in specifiche sezioni contenenti le
disposizioni applicabili esclusivamente al personale in servizio presso le amministrazioni destinatarie
della sezione stessa (scuola, università e aziende ospedaliero-universitarie, AFAM etc.). Nella parte
generale sono chiariti innanzitutto i doveri e le eventuali sanzioni disciplinari:
a) rimprovero verbale (deve risultare nel fascicolo personale);
b) rimprovero scritto (censura);
c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione;
d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni e da 11giorni a
6mesi;
e) licenziamento con e senza preavviso;
f) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di 15 giorni, da
un minimo di tre giorni fino ad un massimo di tre mesi, e fino ad un massimo di tre mesi.
L'amministrazione, laddove riscontri la necessità di espletare accertamenti su fatti addebitati al
dipendente a titolo di infrazione disciplinare punibili con sanzione non inferiore alla sospensione dal
servizio e dalla retribuzione, può disporre, nel corso del procedimento disciplinare, l'allontanamento
dal lavoro per un periodo di tempo non superiore a trenta giorni, con conservazione della retribuzione.
Quando il procedimento disciplinare si conclude con la sanzione disciplinare della sospensione dal
servizio con privazione della retribuzione, il periodo dell'allontanamento cautelativo deve essere
computato nella sanzione.

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La sezione scuola fa invece riferimento al diritto di partecipare ad assemblee sindacali senza perdita di
stipendio per 10h annuali, non possono verificarsi più di due assemblee del personale al mese,
ciascuna assemblea può avere durata massima di 2h (la durata massima delle assemblee territoriali è
definita in sede di contrattazione integrativa regionale). La convocazione dell'assemblea, la durata, la
sede e l'eventuale partecipazione di dirigenti sindacali esterni sono rese note dai soggetti sindacali
promotori almeno 6 giorni prima, alla stessa, affissa all’albo, va unito l’ordine del giorno.
Contestualmente all'affissione all'albo, il dirigente scolastico ne farà oggetto di avviso, mediante
circolare interna, al personale interessato all'assemblea al fine di raccogliere la dichiarazione,
irrevocabile, individuale di partecipazione espressa in forma scritta del personale in servizio nell'orario
dell'assemblea, con un preavviso di 48 ore dalla data dell’assemblea. Il DS sospenderà le lezioni delle
classi i cui docenti hanno deciso di aderire. Non possono essere svolte assemblee sindacali in ore
concomitanti con lo svolgimento degli esami e degli scrutini finali, nonché per le operazioni che ne
costituiscono il prerequisito.
Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, informatiche, linguistiche,
psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo relazionali, di orientamento e di ricerca,
documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare
dell’esperienza didattica, l’attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. I contenuti
della prestazione professionale del personale docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali
perseguiti dal sistema nazionale di istruzione e nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell’offerta
formativa della scuola. Le ferie corrispondono a 32 giorni e 30 giorni per i neoassunti, le stesse devono
essere richieste durante i periodi di sospensione delle attività didattiche, durante l’anno scolastico non
è possibile chiedere ferie per più di 6 giorni consecutivi. Sono disposti 8 giorni di permesso per esami o
concorsi, e 3 per lutto o altro e 15 giorni per matrimonio. Nel contratto di lavoro individuale, per il
quale è richiesta la forma scritta, sono, comunque, indicati: a) tipologia del rapporto di lavoro; b) data
di inizio del rapporto di lavoro; c) data di cessazione del rapporto di lavoro per il personale a tempo
determinato; d) qualifica di inquadramento professionale e livello retributivo iniziale; e) compiti e
mansioni corrispondenti alla qualifica di assunzione; f) durata del periodo di prova, per il personale a
tempo indeterminato; g) sede di prima destinazione, ancorché provvisoria, dell'attività lavorativa.

DM 850/2015 relativo all’anno di formazione e di prova per docenti neoassunti: vedi sopra.

Parte III compiti e finalità di INVALSI e INDIRE, valutazione Esami di stato

D PR 80/2013 “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e


formazione”
Disciplina il SNV e le sue componenti: INVALSI che ne assume il coordinamento funzionale, INDIRE e
contingente ispettivo (contingente di dirigenti di seconda fascia con funzione tecnico-ispettiva,
appartenenti alla dotazione organica dirigenziale del Ministero, che svolgono l’attività di valutazione
nei nuclei). Concorrono, altresì, all’attività di valutazione la conferenza per il coordinamento funzionale
dell'S.N.V., i nuclei di valutazione esterna (costituiti da un dirigente tecnico del contingente ispettivo e
da due esperti scelti da apposito elenco).
Ai fini del miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, l'S.N.V. valuta
l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione secondo Art. 1 del D.lgs.
286/2004.
L'S.N.V. fornisce i risultati della valutazione ai direttori generali degli uffici scolastici regionali per la
valutazione dei dirigenti scolastici, il Ministro, con periodicità almeno triennale, individua le priorità

30
strategiche della valutazione del sistema educativo di istruzione, che costituiscono il riferimento per le
funzioni di coordinamento svolte dall'Invalsi, nonché i criteri generali per assicurare l'autonomia del
contingente ispettivo e per la valorizzazione del ruolo delle scuole nel processo di autovalutazione. La
definizione delle modalità tecnico-scientifiche della valutazione rimane in capo all'Invalsi, sulla base
degli standard vigenti in ambito europeo e internazionale.
E' istituita presso l'Invalsi, la conferenza per il coordinamento funzionale dell'S.N.V., composta dal
presidente dell'Istituto, che la presiede, dal presidente dell'Indire e dal dirigente tecnico. La conferenza
adotta, su proposta dell'Invalsi, i protocolli di valutazione, nonché il programma delle visite, assicura il
coordinamento funzionale dell'S.N.V.; propone i protocolli di valutazione e il programma delle visite
alle istituzioni scolastiche da parte dei nuclei di valutazione esterna; definisce gli indicatori di efficienza
e di efficacia in base ai quali l'S.N.V. individua le istituzioni scolastiche che necessitano di supporto e da
sottoporre prioritariamente a valutazione esterna; mette a disposizione delle singole istituzioni
scolastiche strumenti relativi al procedimento di valutazione; definisce gli indicatori per la valutazione
dei dirigenti scolastici; cura la selezione, la formazione e l'inserimento in un apposito elenco degli
esperti dei nuclei per la valutazione esterna curandone la formazione; redige le relazioni al Ministro e i
rapporti sul sistema scolastico e formativo; partecipa alle indagini internazionali e alle altre iniziative in
materia di valutazione, in rappresentanza dell'Italia.
L'Indire concorre a realizzare gli obiettivi dell'S.N.V. attraverso il supporto alle istituzioni scolastiche
nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell'offerta formativa e dei
risultati degli apprendimenti degli studenti, autonomamente adottati dalle stesse. A tale fine, cura il
sostegno ai processi di innovazione centrati sulla diffusione e sull'utilizzo delle nuove tecnologie,
attivando coerenti progetti di ricerca tesi al miglioramento della didattica, nonché interventi di
consulenza e di formazione in servizio del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e dei
dirigenti scolastici, anche sulla base di richieste specifiche delle istituzioni scolastiche.
I contingente ispettivo concorre a realizzare gli obiettivi dell'S.N.V. partecipando ai nuclei di
valutazione. Il numero di dirigenti che ne fanno parte è individuato, con decreto del Ministro
nell'ambito della dotazione organica dei dirigenti di seconda fascia con funzione tecnico-ispettiva ed è
ripartito tra amministrazione centrale e periferica.
Il procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche si sviluppa, in modo da valorizzare il ruolo
delle scuole nel processo di autovalutazione, sulla base dei protocolli di valutazione e delle scadenze
temporali stabilite dalla conferenza in specifiche fasi: a) autovalutazione delle istituzioni scolastiche; b)
valutazione esterna; c) azioni di miglioramento da parte delle istituzioni scolastiche anche con il
supporto dell'Indire o attraverso la collaborazione con università, enti di ricerca, associazioni
professionali e culturali; d) rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche. I piani di
miglioramento, con i risultati conseguiti dalle singole istituzioni scolastiche, sono comunicati al
direttore generale del competente Ufficio scolastico regionale, che ne tiene conto ai fini della
individuazione degli obiettivi da assegnare al DS in sede di conferimento del successivo incarico e della
sua valutazione.

Esame di Stato:
L’esame di stato di maturità fu istituto con Riforma Gentile in quanto titolo necessario all’accesso
dell’istruzione universitaria (diploma classico), l’esame era caratterizzato da punteggio non unico ma
costituito da tanti voti quanti erano le materie, era costituito da due prove scritte (italiano e latino) e
greco e latino al classico e matematica e inglese allo scientifico. La legge 910/69 stabilì invece due
prove scritte e due materie, di cui una a scelta dello studente per il colloquio con commissione esterna
(presente un solo interno) con punteggio finale in sessantesimi, fu inoltre aperto l’accesso agli istituti

31
universitari, previo possesso di qualsiasi diploma liceale. Con la L.425/97 l’esame di Stato è basato sulla
verifica e certificazione delle conoscenze, competenze e capacità. Tre le prove scritte, di cui la terza
predisposta dalla Commissione e colloquio su tutte le discipline dell'ultimo anno. Introduzione del
credito scolastico e del credito formativo. La Commissione è composta da 6 o 8 commissari, di cui metà
interni e metà esterni, più il Presidente esterno all'Istituto. Votazione espressa in centesimi: 45 punti
alle prove scritte, 30 al colloquio orale, e 25 punti al credito scolastico. Con il D.lgs.62/2017  l’esame è
composto da due prove scritte e un colloquio orale che darà rilevanza all’esperienza dell’alternanza
scuola-lavoro. Criterio di ammissione per l’Esame di Stato sono le prove invalsi di italiano, matematica
e inglese (istituite con L.176/2007, DPR 85/2012 ha previsto verifica di italiano e matematica e il D.lgs.
62/2017 la verifica di inglese). Viene richiesta la media del 6 in tutte le materie. Le prove scritte
avranno valutazione massima a 20, prima era 15, il colloquio passa a 20, prima era 30. I crediti
scolastici avranno il massimo di 40 punti anziché di 25. Infine, il DM 769/2018 stabilisce i quadri di
riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove scritte e le griglie di valutazione per
l'attribuzione dei punteggi per gli Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione.
La L. 468/77 ha invece riformato l’esame di licenza media stabilendo prove scritte di italiano, scienze
matematiche, lingua straniera e prove orali risolvibili in un colloquio pluridisciplinare su tutte le
materie, esame riordinato e rivisto dalla L. 122/2009 per il primo ciclo (e successivi DM 741-742/2017).
riorganizzato dal D.lgs. 62/2017.

Parte IV normativa generale per l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali

Legge Quadro 104/92 “per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate”
Art. 12: Al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento negli asili nido. È garantito il
diritto all'educazione e all'istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna,
nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie.
L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata
nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
All'individuazione dell'alunno come persona handicappata ed all'acquisizione della
documentazione risultante dalla diagnosi funzionale, fa seguito un profilo dinamico-funzionale ai
fini della formulazione di un piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono
congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona handicappata, gli operatori delle
unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, personale insegnante specializzato della scuola,
con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico individuato secondo criteri stabiliti
dal Ministro della pubblica istruzione. Il profilo indica le caratteristiche fisiche, psichiche e
sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla
situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere
sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali
della persona handicappata.
Art.13: L'integrazione scolastica si realizza attraverso: la programmazione coordinata dei servizi
scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul
territorio gestite da enti pubblici o privati; la dotazione alle scuole e alle università di attrezzature
tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni forma di ausilio tecnico, ferma restando la dotazione
individuale di ausili e presidi funzionali all'effettivo esercizio del diritto allo studio, anche mediante
convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e
adattamento di specifico materiale didattico; la programmazione da parte dell'università di
32
interventi adeguati. I posti di sostegno per la scuola secondaria di secondo grado sono determinati
nell'ambito dell'organico del personale in servizio. Nella scuola secondaria di primo e secondo grado
sono garantite attività didattiche di sostegno, realizzate con docenti di sostegno specializzati, nelle
aree disciplinari individuate sulla base del profilo dinamico-funzionale e del conseguente piano
educativo individualizzato. Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle
classi in cui operano.
Art.14: Il Ministro della pubblica istruzione provvede alla formazione e all'aggiornamento del
personale docente per l'acquisizione di conoscenze in materia di integrazione scolastica degli
studenti handicappati. Il Ministro della pubblica istruzione provvede altresì:
a) all'attivazione di forme sistematiche di orientamento, particolarmente qualificate per la
persona handicappata, con inizio almeno dalla prima classe della scuola secondaria di primo grado;
b) all'organizzazione dell'attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità
nell'articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla programmazione
scolastica
individualizzata;
c) a garantire la continuità educativa fra i diversi gradi di scuola, prevedendo forme obbligatorie di
consultazione tra insegnanti del ciclo inferiore e del ciclo superiore ed il massimo sviluppo
dell'esperienza scolastica della persona handicappata in tutti gli ordini e gradi di scuola,
consentendo il completamento della scuola dell'obbligo anche sino al compimento del diciottesimo
anno di età;
Art.15: gruppi di lavoro.
Art. 16: valutazione.

L.170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito


scolastico”
La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi
specifici di apprendimento. La diagnosi dei DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già
assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla
scuola di appartenenza dello studente. È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le
scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi
tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti. Gli studenti con diagnosi di DSA
hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel
corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. La legge riconosce PDP.

DM 5669/2011 “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi
Specifici di Apprendimento”.
Ai fini di cui al precedente articolo, le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le
eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante
l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di
apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi. Al fine di garantire agli alunni e agli
studenti con disturbi specifici di apprendimento di usufruire delle misure educative e didattiche di
supporto di cui all’articolo 5 della Legge 170/2010, gli Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le
necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e
tempestiva da parte delle strutture preposte. La certificazione di DSA viene consegnata dalla famiglia
ovvero dallo studente di maggiore età alla scuola o all’università, che intraprendono le iniziative ad
essa conseguenti. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate

33
Linee guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo
degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e
ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative. I percorsi didattici individualizzati e
personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari
nazionali per il primo e per il secondo ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento
dell’alunno e dello studente con DSA, adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle
abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo. Le Istituzioni scolastiche
assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando particolarmente l’acquisizione,
da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi.
Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con
DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di
misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare -
relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando
particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati
all’abilità deficitaria. Si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera
in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di
seguito elencate:
 certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di
dispensa dalle prove scritte;
 richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o
dall’allievo se maggiorenne;
 approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma
temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle
risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai
percorsi di studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo
linguistico, istituto tecnico per il turismo, ecc.).
Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi
o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono – su richiesta delle
famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati dall’insegnamento delle
lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. In sede di esami di Stato, i candidati con
DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe
con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano,
possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio
dell'attestazione.
Per le prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale programmati a livello nazionale o da
parte delle università, sono previsti tempi aggiuntivi, ritenuti congrui in relazione alla tipologia di prova
e comunque non superiori al 30% in più rispetto a quelli stabiliti per la generalità degli studenti,
assicurando altresì l’uso degli strumenti compensativi necessari in relazione al tipo di DSA.

nota MIUR 4233/2014 “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”
Il Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione
dello straniero D.lgs.286/98 rappresenta il quadro normativo. E’ da evidenziare che le Linee
guida ribadiscono in più punti il diritto all’istruzione per tutti alunni stranieri presenti sul territorio
italiano, anche se irregolari ed esonerano gli operatori della scuola dall’obbligo di denuncia di
irregolari di detti alunni.

34
Nel quadro della normativa generale si evidenziano le norme sulle iscrizioni e quelle sulla valutazione.
Il paragrafo 2 delle Linee guida stabilisce che gli alunni stranieri possano essere iscritti al primo anno di
ciascun ordine di scuola secondo la normativa generale se già presenti sul nostro territorio alla data
stabilita annualmente, o in corso d’anno se arrivano al di fuori di tale data.
Quanto alle modalità si prevede che essa sia on-line, a meno che l’alunno sia irregolare e non abbia
quindi il codice fiscale. In tal caso permane il suo diritto/dovere all’obbligo scolastico, ma l’iscrizione
viene effettuata in modo cartaceo direttamente alla scuola prescelta che fornisce tutto il supporto
necessario.
Per gli alunni irregolari con disabilità, oltre al problema della mancanza del codice fiscale (cui la scuola
prescelta supplisce con un codice provvisorio), sorge il problema della certificazione di disabilità ai
sensi della L. n° 104/92.  Adesso, non potendosi procedere alla richiesta di vista all’INPS con la prevista
procedura on-line, si provvede con richiesta cartacea all’ASL del territorio del domicilio dell’alunno che
provvederà ad istruire la pratica fornendo al termine della visita la certificazione ai sensi della  L. n°
104/92 da consegnare alla scuola.
Lo stesso deve valere anche per gli alunni irregolari con DSA che necessitano della certificazione ai
sensi della L. n° 170/10; mentre per gli alunni con altri BES, specie se non italofoni o di recente
immigrazione, ai sensi della Direttiva del 27/12/2012,  saranno i singoli consigli di classe deliberare
l’eventuale situazione di BES.
Quanto alla formazione delle classi valgono le norme generali sul tetto massimo del 30% di alunni
stranieri presenti nella stessa classe. Tale tetto può innalzato in presenza di alunni stranieri ormai in
discreto possesso della lingua italiana o abbassato in caso contrario.
Quanto alla scelta della classe di iscrizione, in mancanza di documenti certi sugli studi svolti nel paese
di origine, essa avviene di norma nella classe corrispondente all’età anagrafica. Il dirigete scolastico
valutato il singolo caso può decidere di iscrivere l’alunno massimo alla classe precedente o a quella
successiva a quella corrispondente all’età anagrafica.
Quanto alla valutazione il paragrafo 4 delle Linee guida, nell’affermare la sottoposizione degli alunni
stranieri alla normativa italiana, richiamano per gli alunni con disabilità, DSA o altri BES la normativa
contenuta nella Direttiva del 27/12/2012 della C.M. n° 8/13 . In sintesi agli alunni con disabilità
certificata si applica tutta la normativa della L. n° 104/92 e quella ad essa successiva ivi compreso l’art.
9 del DPR n° 122/09 sulla valutazione degli alunni con disabilità; agli alunni con DSA certificato e
ulteriori BES si applica la normativa della L. n° 170/10 per i BES e quella sui BES già citata. 
“Occorre anche tener conto del fatto che […] da molti anni è emersa una riflessione sull’opportunità di
prevedere una valutazione per gli alunni stranieri modulata in modo specifico ed attenta alla
complessa esperienza umana di apprendere in un contesto culturale e linguistico nuovo, senza
abbassare in alcun modo gli obiettivi richiesti, ma adattando gli strumenti e le modalità con cui attivare
la valutazione stessa.” (Linee guida par. 4)
Ciò vale anche per gli esami di Stato espressamente citati nel paragrafo 4.1 delle Linee guida che
prevedono: “per l’esame al termine del primo ciclo, nel caso di notevoli difficoltà comunicative […] la
presenza di docenti o mediatori linguistici competenti nella lingua d’origine degli studenti per facilitare
la comprensione. […]
Per l’esame di Stato al termine del secondo ciclo sono da considerarsi crediti formativi eventuali
percorsi di mantenimento e sviluppo della lingua d’origine. Nel colloquio orale possono
essere valorizzati contenuti relativi alla cultura e alla lingua del Paese d’origine.

nota MIUR 7443/2014 “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni
adottati”

35
Dall’anno scolastico 2013/2014, per le scuole statali le procedure da seguire per l’iscrizione alle prime
classi, fatta eccezione la scuola dell’infanzia, avviene esclusivamente online. Le famiglie dovranno
registrarsi al portale www.iscrizioni.istruzione.it, quindi compilare e inoltrare la domanda di iscrizione
alla scuola prescelta. La medesima modalità potrà essere utilizzata anche per le istituzioni scolastiche
paritarie che abbiano aderito alla procedura informatizzata. La famiglia che adotta internazionalmente,
tuttavia, può trovarsi ad iscrivere il bambino o il ragazzo e in una fase in cui l’iter burocratico che porta
alla formalizzazione dell’adozione non è ancora completato. La famiglia, pertanto, potrebbe non essere
subito in possesso del codice fiscale del minore o di tutta la documentazione definitiva. La
presentazione della domanda di iscrizione online è comunque consentita anche in mancanza del
suddetto codice fiscale9 . Una funzione di sistema, infatti, permette la creazione di un “codice
provvisorio”, che, appena possibile, l’istituzione scolastica cui è diretta l’iscrizione on line dovrà
sostituire sul portale SIDI con il codice fiscale definitivo, avvalendosi dei documenti presentati dalla
famiglia in grado di certificare l’adozione avvenuta all’estero (Commissione Adozioni Internazionali,
Tribunale per i Minorenni). In ogni caso, poiché non può essere possibile prevedere il momento di
arrivo dei bambini nei nuclei familiari adottivi, è comunque consentito alle famiglie - sia nei casi di
adozione nazionale che internazionale - di iscrivere ed inserire i figli a scuola in qualsiasi momento
dell’anno, anche dopo la chiusura delle procedure online, presentando la domanda di iscrizione
direttamente alla scuola prescelta. Particolare attenzione va prestata ai casi riguardanti i bambini
adottati, sia nazionalmente che internazionalmente, aventi tra i cinque e i sei anni di età e che
presentano particolari fattori di vulnerabilità. Per tali bambini, e solo in casi circostanziati da
documentazione che ne attesti la necessità, è prevista la possibilità di deroga dall'iscrizione alla prima
classe della primaria al compimento dei sei anni e la possibilità di rimanere un anno in più nella scuola
dell’Infanzia. La scuola è tenuta ad accertare se sono state praticate agli alunni le vaccinazioni
obbligatorie, richiedendo la presentazione della relativa certificazione. Se il minore ne è privo, la
famiglia può rivolgersi ai servizi sanitari perché definiscano la situazione vaccinale ed eseguano gli
opportuni interventi sanitari, se necessari. E’ importante che la scuola faciliti questo passaggio decisivo
in termini di diritto alla salute. In ogni caso, la mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso
a scuola, né la regolare frequenza. L'insegnante referente, formato sulle tematiche adottive, nella fase
di prima accoglienza precedente l'iscrizione porta a conoscenza della famiglia:  i progetti inseriti nel
POF;  le eventuali esperienze e conoscenze pregresse nel campo dell’adozione;  le risorse e gli
strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi adottati. Il docente
referente (o il Dirigente scolastico) raccoglie inoltre le informazioni utili ai fini del buon inserimento dei
bambini e dei ragazzi. L'insegnante referente, formato sulle tematiche adottive, nella fase di prima
accoglienza precedente l'iscrizione porta a conoscenza della famiglia:
 i progetti inseriti nel POF;
 le eventuali esperienze e conoscenze pregresse nel campo dell’adozione;
 le risorse e gli strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi
adottati. Il docente referente (o il Dirigente scolastico) raccoglie inoltre le informazioni utili
ai fini del buon inserimento dei bambini e dei ragazzi.
il docente referente offre alla famiglia:
 informazioni sul sostegno psicopedagogico (per le scuole dotate di apposito sportello);
 disponibilità a collaborare con altre risorse e servizi del territorio, se necessario.
Collabora inoltre con gli insegnanti di riferimento del minore nelle fasi di accoglienza per:
 renderli partecipi delle specificità ed eventuali criticità;
 monitorare il percorso educativo/didattico in accordo con la famiglia e i docenti di
riferimento;

36
 partecipare, se richiesto, agli incontri di rete con altri servizi sempre previo accordo della
famiglia e dei docenti di riferimento.
Il ruolo di indirizzo e di coordinamento proprio degli USR assegna loro la responsabilità della messa a
sistema delle azioni attivate dalle scuole, allo scopo di uniformare comportamenti e procedure a livello
nazionale. Pertanto, sarebbe opportuno che ciascun USR:
 individui al suo interno un referente per l'adozione;
 predisponga protocolli per formalizzare procedure e comportamenti da assumere
(modalità di accoglienza, assegnazione alla classe, adattamento dei contenuti didattici,
individuazione dei BES, predisposizione piani personalizzati...);
 stipuli accordi con il Sistema Sanitario Nazionale, Enti locali, Servizi del territorio,
Associazioni Familiari;  costituisca gruppi di coordinamento dei referenti di istituto;
 promuova attività di formazione.
Il Dirigente, quale garante delle opportunità formative offerte dalla scuola e della realizzazione del
diritto allo studio di ciascuno, promuove e sostiene azioni finalizzate a favorire il pieno inserimento nel
contesto scolastico dell’alunno adottato. A tal fine:
 si avvale della collaborazione di un insegnante referente per l'adozione con compiti di
informazione, consulenza e coordinamento;
 garantisce che nel Piano dell'Offerta Formativa della scuola siano indicate le modalità di
accoglienza e le attenzioni specifiche per gli alunni adottati;
 decide la classe di inserimento dei neo-arrivati, sentiti i genitori e il referente, e presa
visione della documentazione fornita dalla famiglia e dai servizi pubblici e/o privati che la
accompagnano;
 acquisisce le delibere dei Collegi dei Docenti della scuola dell’infanzia e della scuola
primaria, nel caso in cui risulti opportuno - data la documentazione acquisita - prevedere la
permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni19 ;
 garantisce percorsi didattici personalizzati finalizzati al raggiungimento di una adeguata
competenza linguistica per consentire l’uso della lingua italiana nello studio delle varie
discipline;
 promuove e valorizza i progetti finalizzati al benessere scolastico e all'inclusione;
 attiva il monitoraggio delle azioni messe in atto per favorire la diffusione di buone pratiche;
 garantisce il raccordo tra tutti i soggetti coinvolti nel percorso post-adottivo (scuola,
famiglia, servizi pubblici e/o privati del territorio);
 promuove attività di formazione e aggiornamento, anche in rete.
Il docente referente svolge le seguenti funzioni:
 informa gli insegnanti (compresi i supplenti) della eventuale presenza di alunni adottati
nelle classi;  accoglie i genitori, raccoglie da loro le informazioni essenziali all'inserimento
e alla scelta della classe e li informa sulle azioni che la scuola può mettere in atto;
 collabora a monitorare l'andamento dell'inserimento e del percorso formativo dell'alunno;
 collabora a curare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuola;
 nei casi più complessi, collabora a mantenere attivi i contatti con gli operatori che seguono
il minore nel post-adozione;
 mette a disposizione degli insegnanti la normativa esistente e materiali di
approfondimento;
 promuove e pubblicizza iniziative di formazione;
 supporta i docenti nella realizzazione di eventuali percorsi didattici personalizzati;

37
 attiva momenti di riflessione e progettazione su modalità di accoglienza, approccio alla
storia personale, su come parlare di adozione in classe e come affrontare le situazioni di
difficoltà.

nota 2519/2015 “Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e


al cyberbullismo”
Conoscere e diffondere le conoscenze basilari come corretto utilizzo dei siti web, corretta scrittura di
mail, protezione della propria privacy. Il MIUR ha istituito una linea telefonica per accogliere episodi di
cyberbullismo e un sito web dove reperire informazioni circa il fenomeno. Si richiede alle scuole
l’aggiornamento del regolamento di Istituto con un’apposita sezione dedicata.

Parte V Documenti europei

Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea, relativa alle competenze chiave per
l’apprendimento permanente del 22 maggio 2018
Nel 2006 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno adottato una
raccomandazione relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente. In essa gli Stati
membri erano invitati a sviluppare «l’offerta di competenze chiave per tutti nell’ambito delle loro
strategie di apprendimento permanente, tra cui le strategie per l’alfabetizzazione universale», e ad
avvalersi del quadro di riferimento europeo «Competenze chiave per l’apprendimento permanente».
Fin dalla sua adozione la raccomandazione è stata un importante documento di riferimento per lo
sviluppo di istruzione, formazione e apprendimento orientati alle competenze. Le competenze
richieste oggi sono cambiate: più posti di lavoro sono automatizzati, le tecnologie svolgono un ruolo
maggiore in tutti gli ambiti del lavoro e della vita quotidiana e le competenze imprenditoriali, sociali e
civiche diventano più importanti per assicurare resilienza e capacità di adattarsi ai cambiamenti. La
definizione del corredo di competenze chiave necessarie per la realizzazione personale, la salute,
l’occupabilità e l’inclusione sociale ha risentito non solo dell’evoluzione della società e dell’economia
ma anche di varie iniziative realizzate in Europa nell’ultimo decennio. Si è posta particolare attenzione
al miglioramento delle abilità di base, all’investimento nell’apprendimento delle lingue, al
miglioramento delle competenze digitali e imprenditoriali, all’importanza dei valori comuni per il
funzionamento delle nostre società e alla necessità di motivare un maggior numero di giovani a
intraprendere carriere in ambiti scientifici. Tali sviluppi dovrebbero riflettersi nel quadro di riferimento.
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile, si pone in evidenza la necessità di garantire che tutti i discenti
acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche
tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibili, ai diritti umani, alla parità di
genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla
valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile. Al fine di
motivare un maggior numero di giovani a intraprendere carriere in scienza, tecnologia, ingegneria e
matematica (STEM), diverse iniziative in tutta Europa hanno puntato a tessere un rapporto più stretto
tra l’istruzione scientifica e le arti e altre materie, utilizzando la pedagogia induttiva e coinvolgendo un
vasto spettro di protagonisti della società e dell’industria. Anche se la definizione di tali competenze
non ha subito grossi cambiamenti nel corso degli anni, assume sempre maggiore importanza il
sostegno allo sviluppo delle competenze negli ambiti STEM, che dovrebbe trovare espressione nella
presente raccomandazione. L’importanza e la pertinenza dell’apprendimento non formale e informale
sono resi evidenti dalle esperienze acquisite mediante la cultura, l’animazione socioeducativa, il
volontariato e lo sport di base. L’apprendimento non formale e informale svolge un ruolo importante
38
per lo sviluppo delle capacità interpersonali, comunicative e cognitive essenziali, quali il pensiero
critico, le abilità analitiche, la creatività, la capacità di risolvere problemi e la resilienza, che facilitano la
transizione dei giovani all’età adulta, alla cittadinanza attiva e alla vita lavorativa. Una migliore
cooperazione tra contesti di apprendimento diversi contribuisce a promuovere molteplici approcci e
contesti di apprendimento.

Competenza alfabetica funzionale: La competenza alfabetica funzionale indica la capacità di


individuare, comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, fatti e opinioni, in
forma sia orale sia scritta, utilizzando materiali visivi, sonori e digitali attingendo a varie discipline e
contesti. Essa implica l’abilità di comunicare e relazionarsi efficacemente con gli altri in modo
opportuno e creativo. Il suo sviluppo costituisce la base per l’apprendimento successivo e l’ulteriore
interazione linguistica. A seconda del contesto, la competenza alfabetica funzionale può essere
sviluppata nella lingua madre, nella lingua dell’istruzione scolastica e/o nella lingua ufficiale di un
paese o di una regione.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : Tale competenza
comprende la conoscenza della lettura e della scrittura e una buona comprensione delle
informazioni scritte e quindi presuppone la conoscenza del vocabolario, della grammatica
funzionale e delle funzioni del linguaggio. Ciò comporta la conoscenza dei principali tipi di
interazione verbale, di una serie di testi letterari e non letterari, delle caratteristiche principali
di diversi stili e registri della lingua. Le persone dovrebbero possedere l’abilità di comunicare in
forma orale e scritta in tutta una serie di situazioni e di sorvegliare e adattare la propria
comunicazione in funzione della situazione. Questa competenza comprende anche la capacità
di distinguere e utilizzare fonti di diverso tipo, di cercare, raccogliere ed elaborare informazioni,
di usare ausili, di formulare ed esprimere argomentazioni in modo convincente e appropriato al
contesto, sia oralmente sia per iscritto. Essa comprende il pensiero critico e la capacità di
valutare informazioni e di servirsene. Un atteggiamento positivo nei confronti di tale
competenza comporta la disponibilità al dialogo critico e costruttivo, l’apprezzamento delle
qualità estetiche e l’interesse a interagire con gli altri. Implica la consapevolezza dell’impatto
della lingua sugli altri e la necessità di capire e usare la lingua in modo positivo e socialmente
responsabile.

Competenza multilinguistica: Tale competenza definisce la capacità di utilizzare diverse lingue in


modo appropriato ed efficace allo scopo di comunicare. In linea di massima essa condivide le abilità
principali con la competenza alfabetica: si basa sulla capacità di comprendere, esprimere e
interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta (comprensione
orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) in una gamma appropriata di
contesti sociali e culturali a seconda dei desideri o delle esigenze individuali. Le competenze
linguistiche comprendono una dimensione storica e competenze interculturali. Tale competenza si
basa sulla capacità di mediare tra diverse lingue e mezzi di comunicazione, come indicato nel quadro
comune europeo di riferimento. Secondo le circostanze, essa può comprendere il mantenimento e
l’ulteriore sviluppo delle competenze relative alla lingua madre, nonché l’acquisizione della lingua
ufficiale o delle lingue ufficiali di un paese.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : Questa competenza
richiede la conoscenza del vocabolario e della grammatica funzionale di lingue diverse e la
consapevolezza dei principali tipi di interazione verbale e di registri linguistici. È importante la
conoscenza delle convenzioni sociali, dell’aspetto culturale e della variabilità dei linguaggi. Le
abilità essenziali per questa competenza consistono nella capacità di comprendere messaggi

39
orali, di iniziare, sostenere e concludere conversazioni e di leggere, comprendere e redigere
testi, a livelli diversi di padronanza in diverse lingue, a seconda delle esigenze individuali. Le
persone dovrebbero saper usare gli strumenti in modo opportuno e imparare le lingue in modo
formale, non formale e informale tutta la vita. Un atteggiamento positivo comporta
l’apprezzamento della diversità culturale nonché l’interesse e la curiosità per lingue diverse e
per la comunicazione interculturale. Essa presuppone anche rispetto per il profilo linguistico
individuale di ogni persona, compresi sia il rispetto per la lingua materna di chi appartiene a
minoranze e/o proviene da un contesto migratorio che la valorizzazione della lingua ufficiale.

Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria: La competenza


matematica è la capacità di sviluppare e applicare il pensiero e la comprensione matematici per
risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una solida padronanza della
competenza aritmetico-matematica, l’accento è posto sugli aspetti del processo e dell’attività oltre che
sulla conoscenza. La competenza matematica comporta, a differenti livelli, la capacità di usare modelli
matematici di pensiero e di presentazione (formule, modelli, costrutti, grafici, diagrammi) e la
disponibilità a farlo. La competenza in scienze si riferisce alla capacità di spiegare il mondo che ci
circonda usando l’insieme delle conoscenze e delle metodologie, comprese l’osservazione e la
sperimentazione, per identificare le problematiche e trarre conclusioni che siano basate su fatti
empirici, e alla disponibilità a farlo. Le competenze in tecnologie e ingegneria sono applicazioni di tali
conoscenze e metodologie per dare risposta ai desideri o ai bisogni avvertiti dagli esseri umani. La
competenza in scienze, tecnologie e ingegneria implica la comprensione dei cambiamenti determinati
dall’attività umana e della responsabilità individuale del cittadino.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : La conoscenza
necessaria in campo matematico comprende una solida conoscenza dei numeri, delle misure e
delle strutture, delle operazioni fondamentali e delle presentazioni matematiche di base, la
comprensione dei termini e dei concetti matematici e la consapevolezza dei quesiti cui la
matematica può fornire una risposta. Le persone dovrebbero saper applicare i principi e i
processi matematici di base nel contesto quotidiano nella sfera domestica e lavorativa (ad
esempio in ambito finanziario) nonché seguire e vagliare concatenazioni di argomenti. Le
persone dovrebbero essere in grado di svolgere un ragionamento matematico, di comprendere
le prove matematiche e di comunicare in linguaggio matematico, oltre a saper usare i sussidi
appropriati, tra i quali i dati statistici e i grafici, nonché di comprendere gli aspetti matematici
della digitalizzazione. Un atteggiamento positivo in relazione alla matematica si basa sul
rispetto della verità e sulla disponibilità a cercare le cause e a valutarne la validità. Per quanto
concerne scienze, tecnologie e ingegneria, la conoscenza essenziale comprende i principi di
base del mondo naturale, i concetti, le teorie, i principi e i metodi scientifici fondamentali, le
tecnologie e i prodotti e processi tecnologici, nonché la comprensione dell’impatto delle
scienze, delle tecnologie e dell’ingegneria, così come dell’attività umana in genere,
sull’ambiente naturale. Queste competenze dovrebbero consentire alle persone di
comprendere meglio i progressi, i limiti e i rischi delle teorie, applicazioni e tecnologie
scientifiche nella società in senso lato (in relazione alla presa di decisione, ai valori, alle
questioni morali, alla cultura ecc.). Tra le abilità rientra la comprensione della scienza in quanto
processo di investigazione mediante metodologie specifiche, tra cui osservazioni ed
esperimenti controllati, la capacità di utilizzare il pensiero logico e razionale per verificare
un’ipotesi, nonché la disponibilità a rinunciare alle proprie convinzioni se esse sono smentite
da nuovi risultati empirici. Le abilità comprendono inoltre la capacità di utilizzare e maneggiare
strumenti e macchinari tecnologici nonché dati scientifici per raggiungere un obiettivo o per
40
formulare una decisione o conclusione sulla base di dati probanti. Le persone dovrebbero
essere anche in grado di riconoscere gli aspetti essenziali dell’indagine scientifica ed essere
capaci di comunicare le conclusioni e i ragionamenti afferenti. Questa competenza comprende
un atteggiamento di valutazione critica e curiosità, l’interesse per le questioni etiche e
l’attenzione sia alla sicurezza sia alla sostenibilità ambientale, in particolare per quanto
concerne il progresso scientifico e tecnologico in relazione all’individuo, alla famiglia, alla
comunità e alle questioni di dimensione globale.

Competenza digitale: La competenza digitale presuppone l’interesse per le tecnologie digitali e il loro
utilizzo con dimestichezza e spirito critico e responsabile per apprendere, lavorare e partecipare alla
società. Essa comprende l’alfabetizzazione informatica e digitale, la comunicazione e la collaborazione,
l’alfabetizzazione mediatica, la creazione di contenuti digitali (inclusa la programmazione), la sicurezza
(compreso l’essere a proprio agio nel mondo digitale e possedere competenze relative alla
cibersicurezza), le questioni legate alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero
critico.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : Le persone dovrebbero
comprendere in che modo le tecnologie digitali possono essere di aiuto alla comunicazione,
alla creatività e all’innovazione, pur nella consapevolezza di quanto ne consegue in termini di
opportunità, limiti, effetti e rischi. Dovrebbero comprendere i principi generali, i meccanismi e
la logica che sottendono alle tecnologie digitali in evoluzione, oltre a conoscere il
funzionamento e l’utilizzo di base di diversi dispositivi, software e reti. Le persone dovrebbero
assumere un approccio critico nei confronti della validità, dell’affidabilità e dell’impatto delle
informazioni e dei dati resi disponibili con strumenti digitali ed essere consapevoli dei principi
etici e legali chiamati in causa con l’utilizzo delle tecnologie digitali o delle lingue ufficiali di un
paese come quadro comune di interazione. Le persone dovrebbero essere in grado di utilizzare
le tecnologie digitali come ausilio per la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale, la
collaborazione con gli altri e la creatività nel raggiungimento di obiettivi personali, sociali o
commerciali. Le abilità comprendono la capacità di utilizzare, accedere a, filtrare, valutare,
creare, programmare e condividere contenuti digitali. Le persone dovrebbero essere in grado
di gestire e proteggere informazioni, contenuti, dati e identità digitali, oltre a riconoscere
software, dispositivi, intelligenza artificiale o robot e interagire efficacemente con essi.
Interagire con tecnologie e contenuti digitali presuppone un atteggiamento riflessivo e critico,
ma anche improntato alla curiosità, aperto e interessato al futuro della loro evoluzione.
Impone anche un approccio etico, sicuro e responsabile all’utilizzo di tali strumenti.

Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare: La competenza personale, sociale e


la capacità di imparare a imparare consiste nella capacità di riflettere su sé stessi, di gestire
efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi
resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera. Comprende la capacità di far fronte
all’incertezza e alla complessità, di imparare a imparare, di favorire il proprio benessere fisico ed
emotivo, di mantenere la salute fisica e mentale, nonché di essere in grado di condurre una vita
attenta alla salute e orientata al futuro, di empatizzare e di gestire il conflitto in un contesto favorevole
e inclusivo.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : Per il successo delle
relazioni interpersonali e della partecipazione alla società è essenziale comprendere i codici di
comportamento e le norme di comunicazione generalmente accettati in ambienti e società
diversi. La competenza personale, sociale e la capacità di imparare a imparare richiede inoltre

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la conoscenza degli elementi che compongono una mente, un corpo e uno stile di vita salutari.
Presuppone la conoscenza delle proprie strategie di apprendimento preferite, delle proprie
necessità di sviluppo delle competenze e di diversi modi per sviluppare le competenze e per
cercare le occasioni di istruzione, formazione e carriera, o per individuare le forme di
orientamento e sostegno disponibili. Vi rientrano la capacità di individuare le proprie capacità,
di concentrarsi, di gestire la complessità, di riflettere criticamente e di prendere decisioni. Ne fa
parte la capacità di imparare e di lavorare sia in modalità collaborativa sia in maniera
autonoma, di organizzare il proprio apprendimento e di perseverare, di saperlo valutare e
condividere, di cercare sostegno quando opportuno e di gestire in modo efficace la propria
carriera e le proprie interazioni sociali. Le persone dovrebbero essere resilienti e capaci di
gestire l’incertezza e lo stress. Dovrebbero saper comunicare costruttivamente in ambienti
diversi, collaborare nel lavoro in gruppo e negoziare. Ciò comprende: manifestare tolleranza,
esprimere e comprendere punti di vista diversi, oltre alla capacità di creare fiducia e provare
empatia. Tale competenza si basa su un atteggiamento positivo verso il proprio benessere
personale, sociale e fisico e verso l’apprendimento per tutta la vita. Si basa su un
atteggiamento improntato a collaborazione, assertività e integrità, che comprende il rispetto
della diversità degli altri e delle loro esigenze, e la disponibilità sia a superare i pregiudizi, sia a
raggiungere compromessi. Le persone dovrebbero essere in grado di individuare e fissare
obiettivi, di automotivarsi e di sviluppare resilienza e fiducia per perseguire e conseguire
l’obiettivo di apprendere lungo tutto il corso della loro vita. Un atteggiamento improntato ad
affrontare i problemi per risolverli è utile sia per il processo di apprendimento sia per la
capacità di gestire gli ostacoli e i cambiamenti. Comprende il desiderio di applicare quanto si è
appreso in precedenza e le proprie esperienze di vita nonché la curiosità di cercare nuove
opportunità di apprendimento e sviluppo nei diversi contesti della vita.

Competenza in materia di cittadinanza La competenza in materia di cittadinanza si riferisce alla


capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base
alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici oltre che
dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : La competenza in
materia di cittadinanza si fonda sulla conoscenza dei concetti e dei fenomeni di base
riguardanti gli individui, i gruppi, le organizzazioni lavorative, la società, l’economia e la cultura.
Essa presuppone la comprensione dei valori comuni dell’Europa, espressi nell’articolo 2 del
trattato sull’Unione europea e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Comprende la conoscenza delle vicende contemporanee nonché l’interpretazione critica dei
principali eventi della storia nazionale, europea e mondiale. Abbraccia inoltre la conoscenza
degli obiettivi, dei valori e delle politiche dei movimenti sociali e politici oltre che dei sistemi
sostenibili, in particolare dei cambiamenti climatici e demografici a livello globale e delle
relative cause. È essenziale la conoscenza dell’integrazione europea, unitamente alla
consapevolezza della diversità e delle identità culturali in Europa e nel mondo. Vi rientra la
comprensione delle dimensioni multiculturali e socioeconomiche delle società europee e del
modo in cui l’identità culturale nazionale contribuisce all’identità europea. Per la competenza
in materia di cittadinanza è indispensabile la capacità di impegnarsi efficacemente con gli altri
per conseguire un interesse comune o pubblico, come lo sviluppo sostenibile della società. Ciò
presuppone la capacità di pensiero critico e abilità integrate di risoluzione dei problemi,
nonché la capacità di sviluppare argomenti e di partecipare in modo costruttivo alle attività
della comunità, oltre che al processo decisionale a tutti i livelli, da quello locale e nazionale al
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livello europeo e internazionale. Presuppone anche la capacità di accedere ai mezzi di
comunicazione sia tradizionali sia nuovi, di interpretarli criticamente e di interagire con essi,
nonché di comprendere il ruolo e le funzioni dei media nelle società democratiche. Il rispetto
dei diritti umani, base della democrazia, è il presupposto di un atteggiamento responsabile e
costruttivo. La partecipazione costruttiva presuppone la disponibilità a partecipare a un
processo decisionale democratico a tutti i livelli e alle attività civiche. Comprende il sostegno
della diversità sociale e culturale, della parità di genere e della coesione sociale, di stili di vita
sostenibili, della promozione di una cultura di pace e non violenza, nonché della disponibilità a
rispettare la privacy degli altri e a essere responsabili in campo ambientale. L’interesse per gli
sviluppi politici e socioeconomici, per le discipline umanistiche e per la comunicazione
interculturale è indispensabile per la disponibilità sia a superare i pregiudizi sia a raggiungere
compromessi ove necessario e a garantire giustizia ed equità sociali.

Competenza imprenditoriale La competenza imprenditoriale si riferisce alla capacità di agire sulla base
di idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli altri. Si fonda sulla creatività, sul pensiero critico
e sulla risoluzione di problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza, nonché sulla capacità di lavorare in
modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale, sociale
o finanziario.
Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza: La competenza imprenditoriale
presuppone la consapevolezza che esistono opportunità e contesti diversi nei quali è possibile
trasformare le idee in azioni nell’ambito di attività personali, sociali e professionali, e la comprensione
di come tali opportunità si presentano. Le persone dovrebbero conoscere e capire gli approcci di
programmazione e gestione dei progetti, in relazione sia ai processi sia alle risorse. Dovrebbero
comprendere l’economia, nonché le opportunità e le sfide sociali ed economiche cui vanno incontro i
datori di lavoro, le organizzazioni o la società. Dovrebbero inoltre conoscere i principi etici e le sfide
dello sviluppo sostenibile ed essere consapevoli delle proprie forze e debolezze. Le capacità
imprenditoriali si fondano sulla creatività, che comprende immaginazione, pensiero strategico e
risoluzione dei problemi, nonché riflessione critica e costruttiva in un contesto di innovazione e di
processi creativi in evoluzione. Comprendono la capacità di lavorare sia individualmente sia in modalità
collaborativa in gruppo, di mobilitare risorse (umane e materiali) e di mantenere il ritmo dell’attività. Vi
rientra la capacità di assumere decisioni finanziarie relative a costi e valori. È essenziale la capacità di
comunicare e negoziare efficacemente con gli altri e di saper gestire l’incertezza, l’ambiguità e il rischio
in quanto fattori rientranti nell’assunzione di decisioni informate. Un atteggiamento imprenditoriale è
caratterizzato da spirito d’iniziativa e autoconsapevolezza, proattività, lungimiranza, coraggio e
perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi. Comprende il desiderio di motivare gli altri e la
capacità di valorizzare le loro idee, di provare empatia e di prendersi cura delle persone e del mondo, e
di saper accettare la responsabilità applicando approcci etici in ogni momento.

Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali La competenza in materia di


consapevolezza ed espressione culturali implica la comprensione e il rispetto di come le idee e i
significati vengono espressi creativamente e comunicati in diverse culture e tramite tutta una serie di
arti e altre forme culturali. Presuppone l’impegno di capire, sviluppare ed esprimere le proprie idee e il
senso della propria funzione o del proprio ruolo nella società in una serie di modi e contesti.
 Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legati a tale competenza : Questa competenza
richiede la conoscenza delle culture e delle espressioni locali, nazionali, regionali, europee e
mondiali, comprese le loro lingue, il loro patrimonio espressivo e le loro tradizioni, e dei
prodotti culturali, oltre alla comprensione di come tali espressioni possono influenzarsi a

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vicenda e avere effetti sulle idee dei singoli individui. Essa include la comprensione dei diversi
modi della comunicazione di idee tra l’autore, il partecipante e il pubblico nei testi scritti,
stampati e digitali, nel teatro, nel cinema, nella danza, nei giochi, nell’arte e nel design, nella
musica, nei riti, nell’architettura oltre che nelle forme ibride. Presuppone la consapevolezza
dell’identità personale e del patrimonio culturale all’interno di un mondo caratterizzato da
diversità culturale e la comprensione del fatto che le arti e le altre forme culturali possono
essere strumenti per interpretare e plasmare il mondo. Le relative abilità comprendono la
capacità di esprimere e interpretare idee figurative e astratte, esperienze ed emozioni con
empatia, e la capacità di farlo in diverse arti e in altre forme culturali. Comprendono anche la
capacità di riconoscere e realizzare le opportunità di valorizzazione personale, sociale o
commerciale mediante le arti e altre forme culturali e la capacità di impegnarsi in processi
creativi, sia individualmente sia collettivamente. È importante avere un atteggiamento aperto e
rispettoso nei confronti delle diverse manifestazioni dell’espressione culturale, unitamente a
un approccio etico e responsabile alla titolarità intellettuale e culturale. Un atteggiamento
positivo comprende anche curiosità nei confronti del mondo, apertura per immaginare nuove
possibilità e disponibilità a partecipare a esperienze culturali.

Le competenze chiave sono una combinazione dinamica di conoscenze, abilità e atteggiamenti che il
discente deve sviluppare lungo tutto il corso della sua vita a partire dalla giovane età. Istruzione,
formazione e apprendimento permanente di qualità e inclusivi offrono a ogni persona occasioni per
sviluppare le competenze chiave, pertanto gli approcci basati sulle competenze possono essere
utilizzati in tutti i contesti educativi, formativi e di apprendimento nel corso della vita.
Per fornire sostegno a istruzione, formazione e apprendimento orientati alle competenze in un
contesto di apprendimento permanente sono state individuate tre problematiche: l’utilizzo di
molteplici approcci e contesti di apprendimento; il sostegno agli educatori e ad altro personale
didattico; la valutazione e la convalida dello sviluppo delle competenze. Per agire su tutte le
problematiche sono stati individuati alcuni esempi di buone pratiche.
a) Per arricchire l’apprendimento si può ricorrere all’apprendimento interdisciplinare, a partenariati
che coinvolgano attori dell’istruzione, della formazione e dell’apprendimento a diversi livelli oltre che
del mercato del lavoro, nonché a concetti quali gli approcci scolastici globali e integrati, che pongono
l’accento sull’insegnamento e sull’apprendimento collaborativo, sulla partecipazione attiva e
sull’assunzione di decisioni dei discenti. L’apprendimento interdisciplinare consente inoltre di
rafforzare il collegamento tra le diverse materie dei programmi scolastici, nonché di stabilire un solido
nesso tra ciò che viene insegnato e i cambiamenti e le esigenze della società. Per un efficace sviluppo
delle competenze può essere decisiva la collaborazione intersettoriale tra istituti di istruzione e
formazione e attori esterni appartenenti agli ambienti economici, artistici, sportivi e giovanili e agli
istituti di istruzione superiore o di ricerca.
b) L’acquisizione delle abilità di base e lo sviluppo di competenze più ampie possono essere promossi
integrando sistematicamente l’apprendimento accademico con l’educazione sociale ed emotiva, le arti
e le attività fisiche salutari che promuovono stili di vita attenti alla salute, orientati al futuro e
fisicamente attivi. Rafforzare fin dalla giovane età le competenze personali, sociali e di apprendimento
può costituire il fondamento per lo sviluppo delle abilità di base.
c) Metodologie di apprendimento quali l’apprendimento basato sull’indagine e sui progetti, misto,
basato sulle arti e sui giochi, possono accrescere la motivazione e l’impegno ad apprendere.
Analogamente, metodi di apprendimento sperimentali, l’apprendimento basato sul lavoro e su metodi
scientifici in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) possono promuovere lo sviluppo di
varie competenze.
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d) I discenti, il personale didattico e i fornitori di istruzione o formazione potrebbero essere
incoraggiati a utilizzare le tecnologie digitali per migliorare l’apprendimento e per sostenere lo
sviluppo delle competenze digitali, ad esempio mediante la partecipazione a iniziative dell’Unione
quali la «Settimana UE della programmazione». L’utilizzo di strumenti di autovalutazione, quali lo
strumento SELFIE, potrebbe migliorare le capacità digitali dei fornitori di istruzione, formazione e
apprendimento.
e) Opportunità specifiche di fare esperienze imprenditoriali, tirocini in impresa o visite di imprenditori
presso istituti di istruzione e formazione, comprese esperienze imprenditoriali pratiche, quali sfide di
creatività, start up, iniziative comunitarie realizzate da studenti, simulazioni imprenditoriali o
l’apprendimento imprenditoriale basato su progetti, potrebbero essere particolarmente utili ai giovani,
nonché agli adulti e ai docenti. Ai giovani potrebbe essere data l’opportunità di fare almeno
un’esperienza imprenditoriale durante l’istruzione scolastica. Partenariati e piattaforme che associno
scuole, comunità e imprese a livello locale, in particolare in zone rurali, possono svolgere un ruolo
decisivo nel diffondere l’educazione imprenditoriale. Fornire a docenti e direttori scolastici l’opportuna
formazione e il sostegno adeguato potrebbe rivelarsi di importanza cruciale nel creare progresso
continuo e leadership.
f) La competenza multilinguistica può essere sviluppata grazie alla stretta cooperazione con contesti
educativi, formativi e di apprendimento all’estero, alla mobilità del personale didattico e dei discenti e
all’uso di eTwinning, EPALE e/o portali online simili. C 189/12 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea
4.6.2018
g) Tutti i discenti, compresi quelli in condizioni svantaggiate o con bisogni specifici, potrebbero ricevere
sostegno adeguato in contesti inclusivi, in modo da realizzare il proprio potenziale educativo. Tale
sostegno potrebbe assumere la forma di supporto linguistico, accademico, socio-emotivo, coaching
inter pares, attività extracurricolari, orientamento professionale o assistenza materiale.
h) La collaborazione tra contesti educativi, formativi e di apprendimento a tutti i livelli può rivelarsi
decisiva per migliorare la continuità dello sviluppo della competenza dei discenti durante l’intero corso
della vita e per lo sviluppo di approcci innovativi.
i) La cooperazione tra partner educativi, formativi e di altro tipo nelle comunità locali, e con i datori di
lavoro, in associazione con l’apprendimento formale, non formale e informale, può favorire lo sviluppo
delle competenze e agevolare la transizione dall’istruzione al lavoro nonché dal lavoro all’istruzione.

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