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Questo corso di fisiopatologia vi consentirà di correlare tutte le informazioni avute con gli altri corsi
di fisiologia,anatomia e istologia e con le modificazioni patologiche che abbiamo iniziato a vedere
nella prima parte di questo corso (necrosi, infiammazione, tumori e alterazioni del sistema
immunitario). Prenderemo in considerazione, infatti, le più importanti patologie (come diabete ed
aterosclerosi) e le più importanti insufficienze d’organo.
Obbiettivi:
• Avvicinare lo studente alla parte prettamente clinico-specialistica
• Collegare i principi di fitopatologia con le modificazioni patologiche
Programma:
• 26 marzo: Fisiopatologia della termoregolazione
• 28 marzo:Fisiopatologia dell’aterosclerosi
• 30 marzo:Trombosi ed embolia
• 2 aprile:Insufficienza respiratoria ed embolia
• 4 aprile:Insufficienza cardiaca
• 11 aprile :Insufficienza del sistema endocrino ed obesità
Oggi cercheremo di capire quali sono i meccanismi alla base della produzione e della dispersione di
calore,che servono per il mantenimento di quella che è la temperatura corporea del nostro
organismo e quelle che sono le differenze tra ipertermia non febbrile,ipertermia febbrile.
Vedremo i meccanismi che portano all’insorgenza della febbre, i suoi effetti sia a livello cellulare
che a livello di organo e ,per finire, vedremo quali sono le situazioni che favoriscono la comparsa
dell ipotermia(ovvero abbassamento della T corporea).
Vale la pena ricordarsi che esistono delle differenze tra le varie specie animali,ci sono quelle che
mantengono costante la T corporea,tra cui l’ uomo,e quelle la cui T corporea è condizionata dalla T
esterna,come anfibi e rettili.
L uomo è quindi un animale omeotermo,mantiene cioè costante la sua T corporea a prescindere
dalla T esterna,ovviamente questo avviene entro certi limiti .Il mantenimento della T a 37°C è
importante perché ci sono tutta una serie di reazioni metaboliche che devono avere come condizione
ottimale questa T.
I sistemi che mette in atto il nostro organismo per mantenere costante la T corporea,servono per
disperdere calore,quando la T tenderebbe ad aumentare (ad es. in un ambiente particolarmente caldo
e umido), mentre servono per conservare calore quando ci troviamo in ambienti con T inferiore a
37°C.
Affermare che la T normale nell uomo è di 37°C è una semplificazione della realtà, perché la T è
diversa nelle varie parti del corpo umano e può cambiare in base a diversi fattori.
La T corporea varia ad es. nei diversi momenti della giornata, ci sono delle escursioni di mezzo
grado dalle prime ore della mattina rispetto alle ore del tardo pomeriggio; tali modificazioni
riflettono quelle che sono le variazioni metaboliche del nostro organismo..Nella donna si presentano
variazioni della T durante il periodo dell ovulazione.
Ci sono inoltre altre situazioni che provocano la variazione della T corporea:
• Dopo un pasto;quanto più questo è abbondante quanto più è il dispendio metabolico,con
conseguente aumento della T.
• Gravidanza
• Alterazioni ormonali;ad es. l’aumento o la diminuzione dell’attività della ghiandola tiroidea
può portare rispettivamente ad un aumento ed a una diminuzione della T. Un paziente
ipertiroideo può manifestare frequenti sensazioni di calore,invece un paziente ipotiroideo
avverte freddo quando non vi è assolutamente freddo per gli altri individui che si trovano
nello stesso ambiente.
↑ attività ghiandola tiroidea = ↑ T corporea
• Età; negli anziani vi è una maggiore difficoltà nel veloce e corretto controllo del tono vasale,
è quindi più problematica la vasodilatazione,che permette la dispersione di calore,e la
vasocostrizione,che permette la conservazione del calore.
• Attività fisica; senza pensare ad un maratoneta,un attività fisica di tipo lavorativo un po’
pesante può determinare aumento delle T.
• Situazioni ambientali; in presenza di alte temperature e di un ambiente umido e poco
ventilato abbiamo maggiori difficoltà nella dispersione del calore.
Il centro ipotalamico è responsabile del mantenimento della T corporea a 37°C, tende infatti a
bilanciarla quando si sposta da questo valore,mettendo in atto meccanismi di termodispersione e di
termoconservazione.
Nella maggior parte dei casi, ciò che mantiene costante la T , sono i normali processi metabolici che
avvengono all interno dell organismo…muscoli e visceri sono un ottima fonte di calore.
La dispersione di calore, invece, avviene soprattutto attraverso la superficie cutanea dove arriva il
sangue circolante che porta il calore che verrà distribuito tramite:
• Conduzione
• Convezione
• Irraggiamento
• Evaporazione del sudore dalla cute
E’ importante sottolineare che la quantità di calore che stiamo producendo deve essere sempre
bilanciata da quella che stiamo disperdendo, quindi una T costante dipende dall equilibrio tra
termogenesi e termodispersione. La perdita di calore avviene anche allo scopo di riscaldare l aria
inspirata e i cibi .
Se per qualunque motivo,vi è uno squilibrio nei sistemi di dispersione o di conservazione di calore,
l ipotetica bilancia che mantiene costante la T,sarà spostata o verso l aumento o verso la
diminuzione. Se ad es. non ci fosse una continua liberazione di calore da parte dell organismo le
continue reazioni metaboliche, già in condizioni normali, farebbero aumentare la T di 1,5°C ogni
ora. Un fondamentale meccanismo di dispersione del calore è l evaporazione, perché durante il
passaggio dell’H2O dallo stato liquido a quello gassoso, vi è un dispendio calorico.
Alla termogenesi partecipano tutti i tessuti,ma in particolare,in condizioni di riposo,il cuore e il
fegato. Mentre i muscoli producono tanto più calore quanto più sono impegnati in attività
contrattili.
Infatti,come vedremo nella febbre,uno dei meccanismi coinvolti nell aumento della T sono delle
rapide contrazioni muscolari(brividi),che servono per portare la T a livelli più alti.
Il centro ipotalamico è responsabile del mantenimento della T a 37°C ,in condizioni normali, ma
anche a 38-39°C nel corso della febbre.
Se si ha una notevole differenza tra la T corporea presente e quella del set ipotalamico( ad es. siamo
a 37°C e il set ipotalamico si è spostato a 38-39 °C come si ha in corso di febbre) vengono messi in
atto tutti quei meccanismi che permettono di produrre calore, se invece la differenza non è
eccessiva,sono semplicemente i processi ossidativi a determinare un eventuale aumento o
diminuzione della T.
Altro meccanismo di regolazione è il sistema nervoso simpatico che è in grado di determinare
vasocostrizione e vasodilatazione periferica. Ricordiamo che attraverso le fibre nervose
colinergiche avviene una stimolazione delle ghiandole sudoripare che portano ad evaporazione e
quindi dispersione di calore.
Tra i vari ormoni che influenzano la T corporea ricordiamo:
• Ormoni tiroidei:Stimolano la penetrazione nelle cellule di Na, Ca e K,questi ioni attivano l
ATPasi che catalizza la formazione di ADP a partire dall ATP,inducendo liberazione di
energia. Maggiore è la produzione di ormoni tiroidei, maggiore è la produzione di calore.
• Adrenalina:Stimola gli epatociti alla liberazione di glicogeno e nelle cellule adipose la
liberazione di acidi grassi. Queste sostanze fungono da substrato per la produzione di calore.
• Glucocorticoidi: Stimolano la neoglicogenesi per trasformare i protidi in glucidi. Dall
ossidazione dei glucidi otteniamo calore.
Mostra una tabella che indica una serie di risposte del nostro organismo alle variazioni di
temperatura.
L’aumento della T è provocato da :
• Vasocostrizione
• Brivido
• Aumento dell adrenalina
• Aumento degli ormoni tiroidei
La diminuzione della T è provocato da:
• Vasodilatazione dei vasi superficiali
• Sudorazione
I termocettori sono localizzati nei nuclei preottici dell ipotalamo anteriore e ,assieme ai
neuroni,svolgono le seguenti funzioni:
1. T < 37°C: i termocettori tendono a bloccare la perdita di calore mentre gli impulsi
inibitori ed eccitatori che partono dai neuroni sono ridotti.
2. T > 37°C:i termocettori tendono ad aumentare i meccanismi di termodispersione, gli
impulsi inibitori ed eccitatori che partono dai neuroni sono aumentati di intensità.
Nel corso della febbre, i meccanismi messi in atto sono gli stessi,l unica differenza è che la T deve
essere regolata, non più a 37°C, ma T maggiori…38,39,40°C. Se voglio far spostare la T corporea
da 37°C a 40°C,ad es.,devo metter in atto quei meccanismi che portano ad un amento della T. SE
invece da 40° voglio tornare a 37° dovrò disperdere calore. Quindi nel corso della febbre i
meccanismi che entrano in atto sono gli stessi, quella che varia è la T di riferimento.
Ci sono vari studi che dimostrano che la termoregolazione non avviene solo a livello
ipotalamico,ma anche in altre sedi. Ad es. si sono studiate le variazioni di T sulla risposta al
raffreddamento dello scroto ( non so chi fossero i volontari!!!). E’ stato dimostrato che variazioni di
T in questa regione influenzano la T corporea.
Stà di fatto che alcune volte la T dell organismo tende ad aumentare (ipertermia) o tende a
diminuire( ipotermia).A questi aumenti e diminuzioni,spesso si associano problemi d’organo e
metabolici e quindi diventa necessario intervenire per riportare la T alla normalità.
Ipertermie
Sono distinte in febbrili e non febbrili, alla base vi sono meccanismi differenti. La febbre provoca
modificazioni del centro delle termoregolazione, mentre nell’ipertermia non febbrile, questo non
viene coinvolto.
Quando si parla di aumento della T corporea a livelli patologici, viene usata l’espressione di
iperpiressia o piressia (in alcuni testi questo termine è usato per indicare la febbre, in altri indica il
semplice aumento della T, ipertermia febbrile e non…Lui utilizza questo termine per indicare un
qualsiasi elevamento della T corporea a livelli patologici, specificando se questa ipertermia è
febbrile, coinvolge quindi citochine, pirogeni esogeni e il centro della termoregolazione, oppure
non febbrile, in cui queste sostanze non sono coinvolte)
Quando parliamo di ipertermia non febbrile vi è una situazione di squilibrio tra la quantità di calore
che noi produciamo e quella che disperdiamo, mentre nell ipertermia febbrile intendiamo una
modificazione del centro della termoregolazione.
Analizziamole nel dettaglio.
E’ importante ricordare che qualunque sostanza immessa dall esterno, pirogeni esogeni, non induce
febbre direttamente ma necessita della mediazione dei pirogeni endogeni (liberati da monociti,
macrofagi, polimorfonucleati, linfociti T e B, cellule epiteliali e cheratinociti.