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La sensibilità e la specificità nei confronti delle alterazio- consentendo così una valutazione quantitativa più rapporta-
ni funzionali epatiche, dimostrate nel tempo, hanno giustifi- ta ai difetti di clearance portale o di secrezione epatica degli
cato la posizione di rilievo che queste molecole hanno assun- UBA, indipendentemente dalla diluizione del campione uri-
to nello studio delle epatopatie. Ciononostante, alcune limi- nario. La letteratura sembra delineare una minore sensibili-
tazioni si sono rese evidenti, e tra queste vanno ricordate: tà degli UBA rispetto ai SBA, ma una migliore specificità.
1) i soggetti epatopatici sovente sono disoressici se non È opinione dell’Autore che studi più ampi e dettagliati
anoressici ostacolando la realizzazione degli acidi biliari potranno meglio delineare le vere caratteristiche di sensibi-
post-prandiali ritenuti più diagnostici dei pre-prandiali lità e specificità di questi nuovi test, ma che sicuramente
2) ritardati svuotamenti gastrici possono inficiare i risultati presentano caratteristiche intrinseche che li rendono parti-
3) il transito intestinale ritardato, condizione non infrequen- colarmente attraenti dal punto di vista clinico applicativo.
te in corso di epatopatia, può anch’esso ostacolare il rag- Basti pensare alla riduzione dei costi, alla semplificazione
giungimento da parte degli SBA dell’ileo ove avverrà dei prelievi e ad una più agevole interpretazione analitica.
l’assorbimento attivo dei medesimi consentendo di valu- Queste caratteristiche rendono l’utilizzo degli UBA uno
tare l’efficacia della clearance portale strumento clinico particolarmente valido e relativamente
4) condizioni di malassorbimento possono condizionare i semplice in grado di affiancare l’internista nello studio dei
livelli ematici degli acidi biliari pazienti epatopatici.
5) interpretazioni dei risultati mediamente più complessa.
6) una volta alimentato il paziente, difficilmente nella stes-
sa giornata può poi essere sottoposto ad altri prelievi COLINESTERASI (PChe)
ematici o procedure diagnostiche aggiuntive, ritardando
nel complesso l’intero iter diagnostico necessario. La PChe è un enzima che idrolizza i derivati dell’acetil-
Nasce quindi l’esigenza di disporre di un test che pre- colina. Esistono due tipi di colinesterasi, la pseudocolineste-
senti la stessa affidabilità diagnostica degli SBA ma che eli- rasi, che presenta una serie di sinonimi (Che o PChe detta
mini le complicazioni derivanti dall’alimentazione, dal dop- anche acilcolina acilidrolasi, buttirilcolinesterasi, colineste-
pio campionamento e che sia di semplice interpretazione. rasi non specifica etc.) e la vera colinesterasi (AChe, acetil-
colina acetilidrolasi, colinesterasi I, colinesterasi specifica).
Il primo enzima (PChe) si trova normalmente nel siero ove
ACIDI BILIARI URINARI può essere facilmente dosato mediante metodiche automa-
tizzate di recente validazione nella specie canina. Tale enzi-
Notevole interesse, di recente, è stato rivolto al dosaggio ma, costituisce un vero e proprio test di funzionalità epatica
degli acidi biliari urinari (UBA), in quanto le urine potreb- nella specie umana, essendo la produzione epatica dell’enzi-
bero rappresentare una sintesi efficace delle fluttuazioni sie- ma associata alla produzione albuminica. Nella specie cani-
riche degli SBA cagionate dalla contrazione della cistifellea na viene di solito utilizzato per la diagnosi di avvelenamen-
che avvengono durante il pasto od indipendemente dallo ti da organofosforici e carbamati, ma nulla si conosce sul suo
stesso. significato relativamente alle epatopatie canine. L’Autore ha
Alcune opportune modifiche al sistema enzimatico-colo- utilizzato per alcuni anni il dosaggio di tale enzima, eviden-
rimetrico si sono dovute approntare, in quanto in alcune spe- ziando una buona correlazione tra questo test e gli acidi
cie animali, gli acidi biliari urinari vengono eliminati dopo biliari sierici e la biopsia epatica. Le osservazioni raccolte in
essere stati sottoposti ad un processo di sulfatazione (USBA) questo studio delineano che la PChe sierica del cane in cor-
che li rende maggiormente idrosolubili abbassando la clea- so di epatopatie, al contrario della specie umana, può anche
rance renale dei medesimi. Le varianti così apportate con- aumentare. Le epatopatie aspecifiche determinano moderati
sentono di identificare tre specie molecolari: acidi biliari sul- innalzamenti, maggiori in caso di cirrosi epatica. Anche se la
fatati (USBA), acidi biliari non sulfatati (UNSBA), acidi sensibilità e la specificità del test non sono altissime, è opi-
biliari sulfatati e non sulfatati (USBA + UNSBA). Dosaggi nione dell’Autore che l’integrazione di questo test con altri
simultanei degli acidi biliari sierici hanno consentito di veri- test di funzionalità epatica possa contribuire ad una miglior
ficare un buona correlazione soprattutto tra questi ultimi e valutazione clinica globale del paziente.
gli UNSBA e/o in alternativa con USBA+UNSBA, a testi-
moniare che nella specie canina e felina la sulfatazione non
è una modalità privilegiata di eliminazione degli acidi bilia- Indirizzo per la corrispondenza:
ri. Il dosaggio degli UBA risente in modo molto pesante Marco Caldin
della concentrazione idrica del campione urinario e appare Clinica Veterinaria Privata “San Marco”
d’obbligo quindi la normalizzazione della concentrazione v. Sorio 114/c, 35141 Padova
urinaria di questi analiti rispetto alla creatinina urinaria, E-mail: mc@sanmarcovet.it
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