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IL TEMPO DAL CUBISMO A DE CHIRICO

Il tempo nel cubismo


I quadri cubisti sconvolgono la visione perché v’introducono quella che è definita
la «quarta dimensione»: il tempo. Negli stessi anni, la definizione di tempo, come
quarta dimensione della realtà , era postulata in fisica dalla Teoria della Relatività
di Albert Einstein. La contemporaneità dei due fenomeni rimane tuttavia casuale,
senza un reale nesso di dipendenza reciproca. Appare tuttavia singolare come, in
due campi diversissimi tra loro, si avverta la medesima necessità di andare oltre la
conoscenza empirica della realtà per giungere a nuovi modelli di descrizione e
rappresentazione del reale.

L’introduzione di questa nuova variabile, il tempo, è un dato che non riguarda solo
la costruzione del quadro, ma anche la sua lettura. Un quadro cubista, così come
tantissimi quadri di altri movimenti del Novecento, non può essere letto e
compreso con uno sguardo istantaneo. Deve, invece, essere percepito con un
tempo preciso di lettura. Il tempo, cioè, di analizzarne le singole parti e ricostruirle
mentalmente, per giungere con gradualità dall’immagine al suo significato.

 Quando il cubismo rompe la convenzione sull’unicità del punto di vista di


fatto introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo elemento: il tempo.

Appare tuttavia singolare come, in due campi diversissimi tra loro, si avverta
la medesima necessità di andare oltre la conoscenza empirica della realtà per
giungere a nuovi modelli di descrizione e rappresentazione del reale.

Citando Guillaume Apollinaire:


«Sinora le tre dimensioni della geometria euclidea hanno soddisfatto l'inquietudine che il sentimento
dell'infinito suscita nei grandi artisti. I nuovi pittori non si sono certo proposti, più degli antichi, di essere
geometri. Ma si può dire che la geometria è per le arti plastiche ciò che la grammatica è per l'arte dello
scrittore.
Oggi gli scienziati non si attengono più alle tre dimensioni euclidee. pittori sono stati portati naturalmente,
e per così dire intuitivamente, a preoccuparsi delle nuove possibilità di misurare lo spazio, che nel
linguaggio figurativo dei moderni sono indicate con il termine "quarta dimensione". Considerata dal punto
di vista plastico, la quarta dimensione sarebbe generata dalle tre dimensioni conosciute: essa rappresenta
l'immensità dello spazio che si eterna in tutte le direzioni in un momento determinato. È lo spazio stesso,
la dimensione dell'infinito».

Il tempo nel futurismo


Altra polarità tipica dell’immaginario futurista, profondamente connessa con il
tema della metropoli, è quella della velocità . Macchina, bicicletta, treno, aeroplano:
l’affermarsi dei nuovi mezzi di trasporto comporta una radicale mutazione della
percezione dello spazio e del tempo. La velocizzazione meccanica della vita
accelera le sensazioni e le percezioni, aprendo nuove prospettive rappresentative:
“cominciamo col dire che le misure sulle quali si ordinano le sensazioni e i pensieri
– lo spazio e il tempo – si trovano per noi considerevolmente alterate. Lo sviluppo
formidabile della velocità negli spostamenti da un punto all’altro della terra e
dell’aria ha prodotto un tale effetto”. (Severini, Primi principi di un’estetica
futurista, 1920

Dal manifesto futurista di Marinetti:

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo


guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte
dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già
nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità
onnipresente.

Ciò che invece distingue principalmente i due movimenti fu soprattutto il


diverso valore dato al tempo. Come detto, la dimensione temporale era già
stata introdotta nella pittura dal cubismo. Ma si trattava di un tempo lento,
fatto di osservazione, riflessione e meditazione. Il futurismo ha invece il culto
del tempo veloce. Del dinamismo che agita tutto e deforma l’immagine delle
cose.

Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l’idea della scia che
lasciava un oggetto che correva a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la
sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così
che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma
sempre alla stessa bambina vista nell’atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).

G. Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912)


G. Balla, Volo di rondini (1913)

Il tempo nella Metafisica

Immagini molto statiche per rappresentare una scena che si svolge al di fuori del
tempo.

Al di là del tempo e dello spazio.

 Non solo non c’è la velocità, ma tutto sembra congelarsi in un istante senza
tempo, dove le cose e gli spazi si pietrificano per sempre. Il futurismo vuol
rendere l’arte un grido alto e possente; nella metafisica predomina invece la
dimensione del silenzio più assoluto. 

ANALIZAR CON EL FLOW.


http://www.francescomorante.it/pag_3/309.htm

http://fabrizio.storch.it/tesina/pagina08.htm

http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00328.html

http://www.askuola.com/index.php/question/guillame-apollinaire-e-la-
concezione-del-cubismo/1

http://org.noemalab.eu/sections/specials/tetcm/2003-
04/dinamismo_futurismo/successioni_dinamiche.html

http://www.treccani.it/scuola/tesine/futurismo_nell_arte/muston_dinamismo.ht
ml

https://lakent.wordpress.com/2012/04/11/al-di-la-del-tempo-e-dello-spazio-
larte-metafisica/

http://www.francescomorante.it/pag_3/311.htm

http://disoblio.blogspot.com/2013/01/pensieri-visivi-lenigma-dellora-di.html

http://www.fondazionedechirico.org/wp-content/uploads/183-
202Metafisica5_6.pdf

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