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GIRO E VETTA DEL MONTE CUCCO

3 GIRO E VETTA
DEL MONTE CUCCO

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3. GIRO E VETTA DEL MONTE CUCCO

“Prati-pascoli, fossili e viste panoramiche”


(SENTIERI NN. 226 - 240 - 239)
 LUNGHEZZA
il sentiero 226, che sale con media penden-
6,5 km, percorso ad anello za. Dopo circa 800 m, sulla sinistra, poco
 DISLIVELLO
visibile, inizia il sentiero 240 che conduce
370 m verso ampi e spettacolari scenari. Questo
 TEMPO PERCORRENZA
dapprima sale gradualmente, per rimanere
4 ore poi per lungo tratto in quota, lungo il mar-
 DIFFICOLTÀ
gine di un costone di monte, dal quale lo
E sguardo spazia verso la verdeggiante valle
 PRESENZA ACQUA POTABILE
del fiume Chiascio. Da qui sono visibili i pa-
Sì (Fonte Ghiacciata) esi pedemontani, racchiusi in una cerchia di
 NOTE
dolci colline, mentre nell’orizzonte lontano
Si segnala una particolare difficoltà del si intravedono i monti Subasio, Terminillo e
percorso nel tratto della discesa dalla cima nelle giornate di cielo limpido, Amiata.
del monte Cucco fino all’ingresso della Il sentiero piuttosto esposto, è inizialmente
Grotta, a causa della forte pendenza e della ricoperto da una cotica erbosa che scom-
presenza di roccette insidiose e scivolose. pare quando il substrato diviene povero
e sempre più roccioso. E’ in questi punti,
Tramite la strada che all’altezza di Sigillo, poco prima della fonte Ghiacciata, che ap-
lascia la Flaminia in direzione di Val di Ran- paiono sulle rocce, dei bellissimi fossili, te-
co, si sale verso il monte, fino ad arrivare stimoni di una lunga ed affascinante storia
all’area di decollo sud dei deltaplani, dove geologica. Raccogliendo qualche pietra ed
nelle giornate di vento favorevole, gli ap- osservandola, appare composta da tan-
passionati di volo libero sfruttano le parti- ti minuscoli granelli bianchi ad involucri
colari correnti ascensionali, per librarsi in concentrici, detti ooliti: si tratta di sabbia
aria. Qui si lascia la macchina e si imbocca carbonatica depositata sul fondo del mare

Monte Cucco dal deltaplano

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circa 200 milioni di


anni fa, quando è ini-
ziata la storia del ba-
cino umbro-marchi-
giano, i cui depositi
e il cui successivo
sollevamento, han-
no dato origine al
nostro Appennino.
Con un po’ di atten-
zione e curiosità, è
Ammonite possibile incontrare Deltaplano in volo
fossili di ammoniti
(qui si trovano i più giganteschi esemplari devia in discesa verso Pian delle Macina-
del grigio ammonitico), bivalvi, gasteropodi, re, ma continua girando attorno alla vetta
resti di organismi vissuti milioni di anni fa e del Cucco, penetrando in un fresco bosco
conservati intatti, nonostante le molteplici di faggio, cui si associano acero e sorbo
trasformazioni che il loro ambiente ha subi- montani nello strato arboreo, pungitopo
to. Una testimonianza tangibile di un passa- (Ruscus aculeatus), bucaneve (Galanthus
to lontano, che ci porta a ripercorrere le più nivalis), scilla (Scilla bifolia), croco (Crocus
importanti tappe della geologia, attraver- vernus) ed aglio orsino (Allium ursinum) nella
so quelli che Leonardo da Vinci chiamava parte erbacea. Uscendo dal bosco, dopo un
“scherzi della natura”. breve tratto esposto, incontriamo sulla de-
Dopo una breve sosta alla fonte Ghiacciata, stra il sentiero 239, che con un dislivello di
sorgente di origine carsica dove ci si può 100 m per un tratto di 300 m circa, conduce
rifornire di acqua, si prosegue sempre lun- alla vetta del Cucco (1566 m), dalla quale si
go il sentiero 240 fino ad incrociare il 226, apre uno scenario incantevole verso i monti
che sale dalla Val Rachena. L’itinerario non e le valli circostanti. E’ questo uno dei punti

In cammino sul sentiero 226

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responsabile della formazione dei numerosi


inghiottitoi e grotte presenti, tra cui la ben
nota Grotta di monte Cucco. I prati sommi-
tali presentano una ricchezza di varie ed
importanti specie floristiche, come la viola
di Eugenia (Viola eugeniae), il narciso poe-
tico (Narcisus poeticus), il giglio rosso (Li-
lium bulbiferum), il giglio martagone (Lilium
martagon), l’asfodelo (Asphodelus albus),
la fritillaria (Fritillaria tenella), la primula
maggiore (Primula elatior), il croco (Crocus
Giglio rosso vernus), la genzianella (Gentiana verna), la
sambucina (Dacthylorhiza sambucina) e al-
panoramici più belli dell’Appennino cen- tre ancora che originano un’intensa e viva-
trale. Nelle giornate limpide e cristalline si ce fioritura primaverile ed estiva. Da questo
possono vedere: a sud i Sibillini, il Terminil- punto sommitale è facile osservare il volo di
lo, i Monti della Laga, ad est il Conero e la rapaci come il gheppio (Falco tinnunculus), il
costa adriatica, a nord le Serre di Burano, il falco pellegrino (Falco peregrinus), la poiana
Catria, il Nerone, il Casentino, il Falterona, (Buteo buteo), lo
a ovest le colline di Perugia e il Trasimeno, sparviero (Accipi-
l’Argentario, l’Amiata. I prati sommitali del ter nisus).
Cucco sono pascoli secondari, cioè origi- Dalla cresta si tor-
nati dall’attività dell’uomo, che fin dall’epoca na indietro e si ri-
romana, ha disboscato le cime dei rilievi per discende tramite il
ricavare maggiori spazi da dedicare al pa- medesimo sentie-
scolo. Precedentemente, infatti, essi erano ro, fino ad incon-
ricoperti da foreste, non raggiungendo alti- trare di nuovo il
tudini superiori al limite della vegetazione 226, che si segue Giovane di culbianco
arborea. sulla destra. Dopo
La pratica della pastorizia ha determinato, un breve tratto in quota, si scende con pic-
soprattutto nei versanti molto acclivi e dove coli tornanti scoscesi, che si snodano ad
la pressione del bestiame è stata superiore un certo punto sotto un caratteristico arco
alla capacità di carico, un degradamento dei naturale, che porta all’ingresso della Grotta
prati e l’affioramento del substrato roccioso di monte Cucco (1390 m), sulle cui pareti ve-
che mette in risalto l’orizzonte geologico del geta la rara primula orecchia d’orso (Primula
monte Cucco, costituito da calcare mas- auricula). Dalla piazzola antistante l’imboc-
siccio in banchi di notevole spessore. Tale co della grotta, lo sguardo si perde sull’o-
formazione impedisce il formarsi di corsi rizzonte fino a vedere, in giornate limpide,
d’acqua superficiali, per cui tutte le precipi- il mar Adriatico. In primo piano a sud est si
tazioni vengono convogliate in profondità. riconoscono monte Lo Spicchio e monte
Ciò, unito alla pendenza e alla direzione de- Culumeo con interposta la valle di S. Pietro.
gli strati e alla loro natura calcarea, ha per- L’itinerario prosegue quindi lungo il sentie-
messo il verificarsi del fenomeno carsico, ro 226 fino al punto di partenza.

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