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Riprese fiato e nella sua mente cominciò a formarsi un caleidoscopio di immagini che si componevano e si
dissolvevano: pareti in fiamme, Hiraga che lo trascinava fuori dall'incendio, lui che correva, cadeva e veniva
aiutato a rialzarsi, le case del tè che crollavano tutt'intorno, gli arbusti che esplodevano davanti ai loro occhi,
non riesco a respirare, ho il vomito, non riesco a respirare, Hiraga che gridava: “Veloce, da questa parte... no,
di qui, no, indietro, da questa parte la sensazione di aver perso qualcosa ma di rialzarsi ancora, la fuga in mille
direzioni diverse, l'essere guidato attraverso un accerchiamento di pareti di fuoco, le grida delle donne, il
fumo, la corsa verso il pozzo con il fuoco che li inseguiva e quasi li raggiungeva, “Scendi, presto”, la discesa
precipitosa, il calore dell'incendio, la piccola luce giù in fondo come un pianeta nell'oscurità della notte, il volto
di Saito, e poi come un fulmine... “Non lo dirò a nessuno. Come potrò farti avere un messaggio?” Hiraga
rifletté un istante. “Vieni tramonto e mi chiami dal pozzo. “No, non si può uscire, da questa parte.” Hiraga
accese un'altra lampada. “Mi segui, sì?” Si rivolse ad Akimoto in giapponese: “Tu rimani qui, io lo accompagno,
voglio vedere che cosa è successo, poi torno”. “Perché sposandoti perderesti il gioco, perderesti ogni potere
su Tess Struan.” “Avete ragione, sir William, mio Dio, come avete ragione. Come ho scritto non userò mai il
titolo di signora, ma non posso impedire ad altri di usarlo nel riferirsi a me. Quando l'ultimo crampo allo
stomaco fu passato sentì il bordo di una tazza appoggiata contro le labbra. Bevve con avidità l'acqua gelata e fu
colto ancora da una sensazione di soffocamento. “Scusa” mormorò. Hiraga rimboccò la coperta intorno al suo
kimono da notte semi bruciato. “Grazie” disse lui. “Non ci sono ancora notizie precise. Buon Dio... questo è
Aveva affidato il comando a Pereira. Quando la sera prima Maureen lo aveva avvisato che i nuovi uffici di
Jamie erano stati distrutti dall'incendio aveva pensato di nominare Jamie, ma con sua sorpresa quel
pomeriggio questi aveva educatamente rifiutato dicendo che pensava di essere in grado di far ripartire la sua
attività. “Non più di quanto io ammiri te. E' un sì o un no?” Lei chiuse di scatto il ventaglio, poi sorrise, aprì una
scatola posata sulla scrivania e gli allungò una busta. Era indirizzata: Signora Tess Struan. La porta della camera
da letto era chiusa, le tende erano tirate a schermare l'ultima luce del giorno, le lampade a olio erano accese e
la stanza sembrava femminile e accogliente. Angélique mostrava però una strana contegnosità che mise Gornt
a disagio. Mentre camminava per raggiungerlo molti l'avevano fermata congratulandosi per il coraggio
dimostrato da Jamie. Lei si era data da fare durante la notte per calmare la signora Lunkchurch e la signora
Swann, nonché i loro mariti e altre persone della Struan; aveva distribuito con parsimonia l'acqua del diavolo,
come sua madre chiamava tutti i liquori quando il padre non c'era, medicando bruciature o portando i feriti da
Hoag e Babcott, che avevano organizzato due ospedali da campo il più vicino possibile alle zone colpite. “Per
favore leggila. Intendo spedirla a Hong Kong tramite Hoag in risposta alla sua.” Con una grafia curata Angélique
scriveva: “Non lo so. Speriamo di no, ma anch'io l'ho sentito dire.” Sir William sospirò. “Corrono molte voci e
io ho imparato a non fidarmi delle voci. Si diceva che anche Zergeyev e André fossero morti nello Yoshiwara,
eppure ho visto Zergeyev poco fa. Come ho detto conviene aspettare.” Indicò il foglio stampato. “Posso
tenerlo, Jamie? Grazie. Ho convocato una riunione alle nove e trenta per discutere il da farsi, la vostra opinione
“Anche loro” ribatté lui ritrovando una vena ironica. “Alcuni di loro lo sono già e molti potrebbero diventarlo.”
Altre risate. “Dunque comportatevi da gentiluomini e ricostruite quanto più in fretta potete. Quel pomeriggio
il mare era calmo, il tempo instabile. La lancia della Struan tornava al suo molo di Yokohama dopo l'incontro
con Yoshi a Kanagawa. Sull'albero maestro sventolava l'insegna di sir William. In cabina sir William e Seratard
sonnecchiavano, Tyrer dormiva come un sasso. Il nostromo suonò il fischietto per chiedere alle lance che
affollavano la banchina di allontanarsi e ricevette in risposta una raffica di “Aspetta il tuo dannato turno”
accompagnata da una gamma di volgari precisazioni. “Non più degli altri.” Riconoscendo di essere stato
dimenticato e non poco invidioso, sir William li salutò con un cenno del frustino. “A dopo, Jamie. Signorina
Maureen.” Lo osservarono allontanarsi al piccolo galoppo. Jamie apprezzava la vicinanza e il calore del braccio
di Maureen. Colto da un'improvvisa ondata di infelicità e di preoccupazione per il futuro si girò e l'abbracciò
con la foga della disperazione. Lei si lasciò trasportare felice, e aspettò cercando di comunicargli la sua forza.
“Per Kanagawa, l'incontro con Yoshi. Ve ne siete dimenticato?” Tyrer rimase a bocca aperta. “Mio Dio, mi
dispiace. Strano, anche l'altro vostro amico, Nakama, o Hiraga come forse si chiamava, è morto.” “Ciao,
Edward” lo salutò Angélique con un bel sorriso. Ah Soh attendeva accanto al secchiello del ghiaccio. “Allora
posso chiedere a sir William di convalidare la mia firma?” “Al circolo avete parlato di una cena per questa sera.
Volete discutere di qualcosa in particolare con gli altri?” “Perché sposandoti perderesti il gioco, perderesti
All'improvviso Tyrer capì: “Mio Dio, qui è tutto costruito con materiali infiammabili, prendono subito fuoco.
Mio Dio, se...”. Si fermò in preda al panico. La parete della galleria era coperta d'acqua, ne prese un pò con la
mano e si bagnò la fronte per rinfrescarsi. “Spiacente, dicevi, un uomo cattivo? Quale uomo cattivo?” “E' un
satsuma, così ha detto la mama-san.” Era anche contento della coraggiosa azione con cui gli shishi erano
riusciti a scacciare gli stranieri addossandone la colpa alla Bakufu. Jamie sarebbe proprio il tipo giusto, pensò.
Aveva appena avuto il tempo di caricarselo sulle spalle e di scendere nel pozzo, nella fretta aveva quasi messo
un piede in fallo, e si era salvato dalle fiamme per un attimo sottile come la carta di riso. Furente pensava:
anche il più baka avrebbe capito che era impossibile trovarla, che non poteva essere sopravvissuta alle fiamme
che divoravano il giardino e interi edifici, il più baka avrebbe capito che anche se non fosse morta subito a quel
punto lo sarebbe stata comunque. “Non più degli altri.” Riconoscendo di essere stato dimenticato e non poco
invidioso, sir William li salutò con un cenno del frustino. “A dopo, Jamie. Signorina Maureen.” Lo osservarono
allontanarsi al piccolo galoppo. Jamie apprezzava la vicinanza e il calore del braccio di Maureen. Colto da
un'improvvisa ondata di infelicità e di preoccupazione per il futuro si girò e l'abbracciò con la foga della
disperazione. Lei si lasciò trasportare felice, e aspettò cercando di comunicargli la sua forza. Scortato da
Pallidar, sir William percorse High Street, dove salutò tutti e rispose alle domande con: “Voglio prima valutare
la situazione. Ho indetto una riunione al circolo alle nove e mezzo, per allora ne saprò di più”. “Per favore
leggila. Intendo spedirla a Hong Kong tramite Hoag in risposta alla sua.” Con una grafia curata Angélique
scriveva: Durerà una settimana. La inauguro con venti ghinee e, ehm, poiché fa parte della zona disastrata, il
governo di Sua Maestà contribuirà con una cifra pari alla somma che verserete.” Mentre la platea si
abbandonava a grida di approvazione e manate sulle spalle sir William scambiò qualche parola con gli altri
ministri e li sorprese con l'annuncio che lui e Seratard avrebbero partecipato come previsto all'incontro con
Yoshi. Sì alzò di scatto e ricadde contro la parete del cunicolo, rimase per un attimo a tossire accecato dal mal
di testa, poi la bile e quel tremendo odore di fumo lo fecero vomitare. “Raiko-san?” Il desolato panorama
dove prima sorgeva il villaggio brulicava di uomini, donne e bambini che lavoravano con zelo da formiche per
lo scopo comune: ricostruire ciò che avevano perduto. Due case erano già complete di tetto e di pareti di shoji
L'esercito è intatto, anche la marina, solamente un membro della nostra comunità risulta disperso. Avete
visto qualcuno dei nostri allo Yoshiwara?” “Sì.” Tyrer gli offrì la mano. “Non aver paura, non parlerò e cercherò
di aiutarti.” Io sono qui tramonto. Capisci?” “Ah Soh, il vino” ordinò, e quando i bicchieri furono riempiti disse:
“Aspetta fuori! Ti chiamerò quando avrò bisogno! Aprirò una filiale a Nagasaki e aspetterò il loro ritorno. Se
mai torneranno. Questa volta i suoi occhi scorrevano velocemente la pagina. Aprirò una filiale a Nagasaki e
“Sì.” Sir William inspirò sforzandosi di reagire, toccava a lui dare l'esempio e, per Dio, si sarebbe comportato
come competeva al ministro per il Giappone di Sua Maestà britannica. “Sì, ma guardate là, per Dio!”
L'accampamento sul promontorio era intatto. “Tutti i nostri soldati sono salvi e sono salvi anche i cannoni e
l'artiglieria, gli armamenti e il deposito di munizioni non hanno subito danni. E guardate là!” Nella baia la flotta
era indenne, le bandiere britanniche e le insegne sventolavano orgogliosamente e con l'arrivo della luce tutte
le lance andavano e venivano portando uomini a terra e riportandone altri a bordo per rifocillarli. Adesso
Angélique. † Non ti ho mai vista più in forma.” Mentre camminava per raggiungerlo molti l'avevano fermata
congratulandosi per il coraggio dimostrato da Jamie. Lei si era data da fare durante la notte per calmare la
signora Lunkchurch e la signora Swann, nonché i loro mariti e altre persone della Struan; aveva distribuito con
parsimonia l'acqua del diavolo, come sua madre chiamava tutti i liquori quando il padre non c'era, medicando
bruciature o portando i feriti da Hoag e Babcott, che avevano organizzato due ospedali da campo il più vicino
possibile alle zone colpite. Sir William volse lo sguardo verso l'entroterra. Cosa fare, cosa fare? “'Giorno,
signorina Maureen.” Lei indossava gli stessi abiti della sera prima ma puliti e in ordine, e sfoggiava un bel
sorriso. “Hai, wakarimasen.” Tyrer si inchinò con solennità a Hiraga e sempre in giapponese aggiunse: “Grazie,
Hiraga-sama, sono ancora in debito. Grazie per avermi salvato la vita”. Si sentì di nuovo male. “Spiacente,
prima riposo un pò.” Si sedette con difficoltà. “Che cosa è successo?” “Che ne sarà delle nostre compagnie?”
chiese Lunkchurch. “L'incendio mi ha rovinato.” “'Giorno, signorina Maureen.” Lei indossava gli stessi abiti
sfacciataggine di dargli anche un bacio, come avrebbe voluto. Le sembrava bellissimo con quei vestiti anneriti e
il volto non rasato segnato dalla preoccupazione e pensava che una minestra calda, un buon whisky e una bella
dormita avrebbero sistemato tutto. “Questo renderà il compito di Ketterer più facile, non gli è mai piaciuta
l'idea di dover comandare uno sbarco. Adesso può rimanere in rada e scatenare i cannoni contro di loro.
Salute.” Adesso Angélique. La credibilità della sua storia dipendeva dalla sorte toccata a Takeda. Se, com'era
probabile, lo shishi non si era lasciato catturare vivo la sua versione dei fatti, essenzialmente veritiera, sarebbe
risultata logica: “Uomo cattivo voleva distruggere tutti gai-jin e cacciarli dal Giappone. Davanti a Dio, sebbene
come ho dichiarato sopra io rinunci spontaneamente a qualsiasi pretesa pubblica e legale, non posso cambiare
la mia convinzione di essere stata sposata. Non prenderò un altro... Non desidero ferirvi né offendervi, ma non
intendo sposarmi di nuovo... no. E' mia intenzione trasferirmi quanto prima a Londra perchè mi sento più
inglese che francese e sono di madre lingua inglese più che francese, in quanto considero come vera madre
mia zia. Erano sul promontorio prospiciente l'Insediamento, con Pallidar al seguito, tutti e tre a cavallo. Il fumo
dell'incendio si levava ancora. Il generale aveva il volto contuso e sporco, l'uniforme lacera e il cappello
bruciacchiato sul bordo. “Sì. Peccato. La volontà di Dio.” Seratard si accigliò senza smettere di studiare le
etichette. “Ah! Montrachet del '51. Due bottiglie?” “Adesso?” Seratard era molto sorpreso. “Mandare lì la
flotta quando qua siamo così esposti mi sembra altamente pericoloso. Li volete indurre in tentazione?”
L'incontro si era risolto esattamente come aveva previsto. Non aveva avuto luogo. Erano arrivati all'ora
stabilita e dopo aver aspettato mezz'ora avevano mandato a chiamare il governatore locale. Tyrer aveva
chiesto una spiegazione per l'incomprensibile assenza del principe Yoshi: “E' ammalato?”. “Ciao, Edward” lo
salutò Angélique con un bel sorriso. Ah Soh attendeva accanto al secchiello del ghiaccio. “Conosci
quest'uomo?” Hiraga scosse il capo. Sir William non accetterà di chiamarmi Angélique o Angélique Richaud,
insiste che nel contratto di cui sopra io mi firmi Angélique Struan nata Richaud, perchè, a suo avviso, per la
legge britannica e finché non mi risposero, questo è il mio nome legale. “Adesso è giorno.” Tyrer si alzò con
grande fatica. In piedi si sentiva un pò meglio. PROBABILMENTE PER UN INCENDIO DOLOSO. STRUAN E BROCK
NON HANNO SUBITO DANNI, ESERCITO E MARINA SONO SALVI. MOLTE LE VITTIME NELLO YOSHIWARA E NEL
VILLAGGIO. “Adesso è giorno.” Tyrer si alzò con grande fatica. In piedi si sentiva un pò meglio.