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Sebbene l'apertura verso il cielo fosse velata da nuvole di fumo capì che era quasi l'alba.

“Ma questa lettera rappresenta una resa totale, vanifica ogni possibilità da parte mia o di chiunque altro di

negoziare per te.” “Non c'è tempo per dormire. Devo andare dallo shoya.” “Tess ha un'unica via d'uscita

sicura: che tu ti sposi, e gliel'hai bloccata.” Angélique lo guardava da sopra il bordo del ventaglio. Gornt le

restituì la lettera pensando: è di un'intelligenza diabolica, ma per il suo interesse, non per il mio. “Skye ti ha

dato un ottimo consiglio.” Forse anche Yokohama.” Tyrer si alzò e si avviò verso il pozzo. “Il mio padrone dice:

informatevi sulla salute del principe Yoshi, ditegli che siamo qui come da lui richiesto. YOKOHAMA A FUOCO.

“Mi dispiace per voi, Phillip, mi dispiace perchè so quanto gli eravate affezionato, ma per il resto non mi

dispiace affatto, era un assassino e la sua morte ci libera da un grosso problema con Yoshi, non credete?”

Aspettò pazientemente che Tyrer si dichiarasse d'accordo, ma il volto del giovane rimaneva impietrito.

“Perdonatemi, per voi dev'essere un brutto colpo che si aggiunge a quello... dev'essere stato terribile!” “Per

favore, ringraziatelo per la gentile domanda, ma non deve preoccuparsi per i nostri problemi.” Lo shoya era

strabiliato da quell'interesse per questioni che non riguardavano i gai-jin. Che trappola mi staranno

preparando? si chiese. Sir William scelse una mezza bottiglia di champagne e cominciò ad aprirla. “Credo che

dovremmo fingere che l'incendio non sia stato grave e muovere subito contro Sanjiro e la sua capitale,

Kagoshima.” Come ho scritto non userò mai il titolo di signora, ma non posso impedire ad altri di usarlo nel

riferirsi a me.

“Mio Dio, mi dispiace. Strano, anche l'altro vostro amico, Nakama, o Hiraga come forse si chiamava, è morto.”

A Tyrer la spiegazione sembrò plausibile. Molto convincente. Ancora un satsuma, uno dei demoni di Sanjiro.

Raduna entro un'ora tutti i mercanti più importanti... No, non qui, è meglio al circolo. Vediamo, adesso sono le

sei e mezzo, radunali per le nove e mezzo, e per l'amor di Dio, sbrigati e usa quel fottuto cervello!” Idiota,
pensò riprendendo il trotto e un pò sollevato. Sir William non accetterà di chiamarmi Angélique o Angélique

Richaud, insiste che nel contratto di cui sopra io mi firmi Angélique Struan nata Richaud, perchè, a suo avviso,

per la legge britannica e finché non mi risposero, questo è il mio nome legale.   “E' uno scacco matto.” “Sir

William ha detto questo?” chiese Gornt.

Nei pressi della Città Ubriaca il fetore che saliva dalle case bruciate si fece più intenso. Dopo che il vento era

calato, intorno alle due del mattino, gli incendi si erano rapidamente spenti e il fuoco non aveva più superato

le barriere antincendio né era passato da una casa all'altra. “Mi dispiace per voi, Phillip, mi dispiace perchè so

quanto gli eravate affezionato, ma per il resto non mi dispiace affatto, era un assassino e la sua morte ci libera

da un grosso problema con Yoshi, non credete?” Aspettò pazientemente che Tyrer si dichiarasse d'accordo, ma

il volto del giovane rimaneva impietrito. “Perdonatemi, per voi dev'essere un brutto colpo che si aggiunge a

quello... dev'essere stato terribile!” “Lo Yoshiwara, sì, sì, è così.” Ma proprio quando stava per puntualizzare

sir William lo interruppe ancora. Giunti alla fine del cunicolo, Hiraga indicò l'imboccatura del pozzo. “Sì.” Sir

William inspirò sforzandosi di reagire, toccava a lui dare l'esempio e, per Dio, si sarebbe comportato come

competeva al ministro per il Giappone di Sua Maestà britannica. “Sì, ma guardate là, per Dio!”

L'accampamento sul promontorio era intatto. “Tutti i nostri soldati sono salvi e sono salvi anche i cannoni e

l'artiglieria, gli armamenti e il deposito di munizioni non hanno subito danni. E guardate là!” Nella baia la flotta

era indenne, le bandiere britanniche e le insegne sventolavano orgogliosamente e con l'arrivo della luce tutte

le lance andavano e venivano portando uomini a terra e riportandone altri a bordo per rifocillarli. “Secondo

una voce attendibile l'incendiario era un samurai, Nakama, ricercato dalla Bakufu come rivoluzionario. Preciso

che il signor Tyrer e io e, credo, anche il signor McFay, lo consideravamo gentile, innocuo e una grande fonte di
informazioni.” “Ehi, guardate!” gridò qualcuno alle sue spalle. Si girò e insieme ad altri che uscivano dal circolo

si fermò a osservare una scena che lo riempì di stupore e di invidia.  

“Purtroppo è necessario. Tenete duro e fatevi forza.” Tyrer vide il sorriso gelido di sir William, la sua

inflessibilità. “Mi dispiace, non posso, signore. Sono sfinito. Per favore chiedete ad André di sostituirmi, lui è

più capace di me.” Sonno-joi. Senza i gai-jin staremo meglio. Che tornino a rinchiudersi nella piccola Deshima

di Nagasaki come nel passato. All'improvviso Tyrer capì: “Mio Dio, qui è tutto costruito con materiali

infiammabili, prendono subito fuoco. Mio Dio, se...”. Si fermò in preda al panico. La parete della galleria era

coperta d'acqua, ne prese un pò con la mano e si bagnò la fronte per rinfrescarsi. “Spiacente, dicevi, un uomo

cattivo? Quale uomo cattivo?” “Per favore leggila. Intendo spedirla a Hong Kong tramite Hoag in risposta alla

sua.” Con una grafia curata Angélique scriveva: “Uomo cattivo” ripeté secco Hiraga. In realtà oscillava tra due

sentimenti opposti: era adirato contro Takeda che aveva preso l'iniziativa e distrutto il suo rifugio e allo stesso

tempo era compiaciuto per l'effetto provocato dalle bombe incendiarie. Certo il vento del sud avrà esteso

l'incendio dallo Yoshiwara al villaggio e alle case dei gai-jin. E avendo perso la loro base a Yokohama i gai-jin se

ne dovranno andare come Ori e Katsumata avevano previsto. Sonno-joi ha fatto un grande passo avanti.

“Perché no? Allora procederemo così...” Davanti a Dio, sebbene come ho dichiarato sopra io rinunci

spontaneamente a qualsiasi pretesa pubblica e legale, non posso cambiare la mia convinzione di essere stata

sposata. Non prenderò un altro... Non desidero ferirvi né offendervi, ma non intendo sposarmi di nuovo... no.

E' mia intenzione trasferirmi quanto prima a Londra perchè mi sento più inglese che francese e sono di madre

lingua inglese più che francese, in quanto considero come vera madre mia zia. “Phillip! Phillip, ragazzo mio,

grazie a Dio siete salvo!” Sir William, il volto acceso per il sollievo, gli corse incontro e lo afferrò per le spalle.

“Dicevano che l'incendio vi aveva inghiottito nello Yoshiwara, entrate e sedetevi, poveretto.” Lo aiutò ad
accomodarsi nella migliore poltrona del suo ufficio, accanto al camino. “Buon Dio, che brutto aspetto, cosa

diavolo vi è accaduto? Avete bisogno di un brandy!” Tyrer si rilassò nell'alta poltrona sentendosi già molto

meglio. Dopo l'orrore iniziale per i danni causati dall'incendio si era rassicurato: le persone incontrate sulla

passeggiata avevano fasciature e ustioni ma non parlavano di morti; le legazioni, i palazzi della Struan e della

Brock, l'accampamento dell'esercito e la flotta erano intatti. Poiché nessuno gli sapeva dire chi e quanti fossero

i dispersi si era precipitato alla Legazione. Bevve un lungo sorso di brandy.

“Ah, sì, ricordo. Se sei d'accordo chiedo a sir William di firmarla subito. Il dottor Hoag ha promesso di portare

la lettera con la Belle, quando incontrerai Tess sarà già stata consegnata.” “Lo Yoshiwara, sì, sì, è così.” Ma

proprio quando stava per puntualizzare sir William lo interruppe ancora. “Adesso è giorno.” Tyrer si alzò con

grande fatica. In piedi si sentiva un pò meglio. In fondo alla strada la chiesa cattolica aveva perso il tetto e la

maggior parte delle finestre; la travatura annerita e fumante sembrava una bocca spalancata che mostrava i

denti rovinati. “'Giorno, dov'è padre Leo?” chiese sir William a un uomo che ripuliva il giardino. Adesso te lo

chiedo ufficialmente: per favore, mi vuoi sposare?”   “Anche a me sembra poco verosimile, buttarsi in un

inferno, è ridicolo, nessuno lo farebbe mai. Mi duole comunicarvi che due dei ragazzi che lo inseguivano sono

morti travolti dall'esplosione. Dannazione! “Non parlo giapponese, sir William, e Phillip Tyrer non c'è.” E per

favore invitatelo a fissare quanto prima un nuovo appuntamento.” Tyrer evitò i convenevoli. Il governatore

arrossì, si inchinò come di fronte a dei superiori, si scusò ancora e se ne andò disgustato che i gai-jin fossero

rimasti dov'erano: tutti i civilizzati che da Kanagawa a Edo avevano visto l'incendio erano assolutamente

convinti che i gai-jin sopravvissuti fossero occupati a leccarsi le bruciature e a imbarcarsi per scomparire per

sempre. “Non posso venire, sir William, non posso farvi da interprete. Sono... sono esausto, e oggi proprio non

posso. Mi dispiace.”
“Se ti volessi vedere dove ti trovo?” “Ah.” Gornt annuì pensieroso, bevve un pò di vino e proseguì la lettura

con attenzione. “Nel cunicolo. Vicino alle Tre Carpe. Conduce al villaggio, passa sotto la recinzione e il fossato.”

Hiraga indicò l'imboccatura del pozzo. “Quella canaglia non si è fatta vedere, immagino che non ci aspettasse.”

Jamie McFay sbucò dalle macerie di un edificio di cui non rimaneva che un mucchio di montanti di metano

piegati, resti di letti e mobili vari e legname annerito. Era grigio in volto per la stanchezza con i vestiti laceri e

bruciacchiati e i capelli arruffati. Aveva appena avuto il tempo di caricarselo sulle spalle e di scendere nel

pozzo, nella fretta aveva quasi messo un piede in fallo, e si era salvato dalle fiamme per un attimo sottile come

la carta di riso. Furente pensava: anche il più baka avrebbe capito che era impossibile trovarla, che non poteva

essere sopravvissuta alle fiamme che divoravano il giardino e interi edifici, il più baka avrebbe capito che anche

se non fosse morta subito a quel punto lo sarebbe stata comunque. All'improvviso Tyrer capì: “Mio Dio, qui è

tutto costruito con materiali infiammabili, prendono subito fuoco. Mio Dio, se...”. Si fermò in preda al panico.

La parete della galleria era coperta d'acqua, ne prese un pò con la mano e si bagnò la fronte per rinfrescarsi.

“Spiacente, dicevi, un uomo cattivo? Quale uomo cattivo?” Bussarono alla porta. Bertram disse: “Lo shoya vi

vuole vedere, sir William”. Come ho scritto non userò mai il titolo di signora, ma non posso impedire ad altri di

usarlo nel riferirsi a me.

    “Perché no? Allora procederemo così...” “Giusto, anche la mia musume l'ha detto.” Ridisceso nella

galleria, lo shishi disse: “Non si può uscire, fa troppo caldo. Rimaniamo qui”. Gli offrì di nuovo dell'acqua che

venne accettata con gratitudine. “Taira-sama, è meglio andare da quella parte.” Indicò lungo il cunicolo. “Stai

bene?” “Perché no? Allora procederemo così...” “Sono orgoglioso di te, ragazza. Ieri notte sei stata

magnifica.” Nessuna!”. Mentre faceva strada a Tyrer nel cunicolo disse in inglese: “Uomo cattivo ha messo

bombe incendiarie. “Buongiorno, sir William.”


“E un piacere, sir William. Com'è andato l'incontro?”   “E impara il giapponese, dannazione, o ti spedirò in

Africa, così sarai di peso a loro! “No, signore, ancora non ho ricevuto conferma né dei nomi né del numero

delle vittime.” Tyrer era confuso, non riusciva a ordinare nella mente l'equivoco intorno a Hiraga. “Sono stato

salvato nello Yoshiwara. Ero con... la mia ragazza e, ecco, lei è morta.” Fu sommerso da un'ondata di tristezza.

Aveva appena avuto il tempo di caricarselo sulle spalle e di scendere nel pozzo, nella fretta aveva quasi messo

un piede in fallo, e si era salvato dalle fiamme per un attimo sottile come la carta di riso. Furente pensava:

anche il più baka avrebbe capito che era impossibile trovarla, che non poteva essere sopravvissuta alle fiamme

che divoravano il giardino e interi edifici, il più baka avrebbe capito che anche se non fosse morta subito a quel

punto lo sarebbe stata comunque.

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