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de Rome
Riassunto
Lo sviluppo della diplomazia pontificia nell'ultimo trentennio del XVI e nella prima metà del XVII secolo ebbe come
conseguenza, tra le altre, quella di una maggiore attenzione verso il cerimoniale che vide accrescere la sua complessità rituale
e simbolica. Roma occupò un posto di primo piano nella trattatistica e nella letteratura specializzata sull'argomento. L'apparato
diplomatico papale, con la sua doppia veste di rappresentanza in temporalibus et in spirìtualibus, si trovò a dover affrontare le
nuove esigenze imposte dalle strategie papali di internazionalizzazione del proprio intervento e della stessa curia, dal
modificarsi del contesto politico e dei fondamenti giuridici che regolavano i rapporti tra le nazioni europee. Il contributo analizza
gli sforzi, i limiti e le contraddizioni di tale processo soprattutto nelle missioni di intermediazione internazionale e nel delicato
rapporto con il mondo protestante.
Andretta Stefano. Cerimoniale e diplomazia pontificia nel XVII secolo. In: Cérémonial et rituel à Rome (XVIe-XIXe siècle) Rome
: École Française de Rome, 1997. pp. 201-222. (Publications de l'École française de Rome, 231);
https://www.persee.fr/doc/efr_0223-5099_1997_ant_231_1_5719
STEFANO ANDRETTA
1 Cf. con tesi notoriamente diverse per molti aspetti ma convergenti per ciò
che riguarda l'ampliamento e l'affinamento degli strumenti diplomatici : P. Blet,
Histoire de la représentation diplomatique du Saint-Siège des origines à l'aube du
XIXe siècle (Collectanea Archivi Vaticani, 9), Città del Vaticano, 1982, p. 275-398 e
P. Prodi, La diplomazia nel Cinquecento. Istituzioni e prassi, Bologna, 1963; Id., Il
sovrano pontefice, Bologna, 1982, soprattutto le p. 295-344.
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4 M. Olivieri, Natura e funzioni dei legati pontifìci nella storia e nel contesto
ecclesiologico del Vaticano II, Città del Vaticano, 1982, p. 120 sq.
5 Un significativo colpo d'occhio dell'attività dei nunzi e dei legati pontifìci si
può avere in : K. Jaitner, Die Hauptinstruktionen Clemens' Vili, für die Nuntien
und Legaten an den europäischen Fürstenhöfen (1592-1605) , voll. 2, Tübingen,
1984; e nel volume a più voci : Das Papsttum, die Christenheit und die Staaten
Europas (1592-1605), a cura di G. Lutz, Tübingen, 1994.
6 Persino per la compilazione degli avvisi venne indicata una normativa per i
segretari del nunzio per la «prattica nell'anticamere», Γ« intelligenza nelle poste»,
la «continuatione affilata» e la «ritrattatione veridica» dei resoconti, sul «parlare
obliquo disimpegno del nuntio» e sul «non discorrere ma puramente avvisare».
Cf. K. Repgen, Zur Diplomatik der Nuntiaturberichte. Dienstvorschrift für das
Abfassen von Avvisi aus dem Jahre 1639, in Römische Quartahchrift für christliche
Altertumskunde und Kirchengeschichte, 49, 1954, p. 123-126.
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3534 Sull'andamento
Ibid., p. 270. dei congressi resta, oltre agli Acta, fondamentale la
riedizione del saggio di F. Dickmann, Der Westfälische Frieden, Münster, 1985, con un
ampio aggiornamento bibliografico (p. 591-604). Cf. anche il recente contributo
di K. Malettke, Diplomatie et guerre : les traités de Westphalie, Munster et
Osnabrück 1643-1648, in XVII' Siècle, 182, 1994, p. 153-170. Per l'attività della curia in
particolare cf. Κ. Repgen, Die Römische Kurie und der Westfälische Friede. Idee
und Wirklichkeit des Papsttums im 16. und 17. Jahrhundert, Papst, Kaiser und
Reich 1521-1644, 1-II, Tübingen 1962-1965.
36 V. Kybal e G. Incisa della Rocchetta, La nunziatura di Fabio Chigi (1640-
1651), v. I, parte I-II, Roma 1943-46; Acta Pacis Westfalicae, s. Ili C, I, Diarium
Chigi (1639-1651), a cura di K. Repgen, Münster, 1984.
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guardie, corteggi e... parole, parole»37; e a lui farà eco con lo stesso
disappunto Alvise Contarini, il mediatore veneziano, nella sua
Relazione conclusiva letta davanti al Senato38.
Fu subito evidente, anche a congressi non ancora ufficialmente
aperti, che il cerimoniale non era un fatto astratto e privo di
significato per l'andamento dei pourparlers e per la predisposizione degli
incontri tra gli ambasciatori. Sulla attenzione che bisognava
prestare ai tempi di consegna delle plenipotenze l'esperto ecclesiastico
ragusano Pietro Benessa aveva redatto per il legato Ginetti un passo
dell'istruzione quantomai chiaro : «Quanto alle plenipotenze - vi si
leggeva - queste si comunicarano fra li plenipotentiary, perché
ciascuna delle parti vorrà veder quella dell'altra per saper se è ampia, e
se in questo nascesse la differenza, come potrebbe seguire di chi do-
verà esser il primo a darla, potrà V. Em. sopirla con farsele dar lei,
con tener segreta la consegna, fine che da tutti sarà eseguita, e poi
publicarla, e farne le dovute consegne»39. Una raccomandazione
simile ma relativa all'ordine dei posti da rispettare e alle precedenze
che ne conseguivano venne reiterata in maniera pressante dallo
stesso cardinal Francesco Barberini nell'istruzione di Fabio Chigi :
«...Può essere considerabile il punto delle precedenze tra le due
corone, e che i Spagnuoli non si voranno trovare con i Francesi, et in
molti casi si può rimediare col mezo de' terzi, come sarebbe
degl'imperiali per i Spagnuoli. Sapra V.S. che nel trattato di Vervins alla
destra del legato stava il nuntio et appresso di lui l'ambasciatore di
Spagna et alla sinistra l'ambasciatore di Francia...»40.
E sempre in fase preparatoria si erano presentate questioni di
difficile risoluzione, dal banale rilascio dei salvacondotti a ben più
serie questioni di autorità41; inoltre, una volta aperti ufficialmente i
37 Cf. : Bibl. Apost. Vat., Mss. Chigiani, A.I. 6, e. 28, cit. in L. Schiavi, La
mediazione di Roma e di Venezia nel congresso di Münster, Bologna, 1923, p. 37.
38 Cf. Relazioni di ambasciatori Veneti al Senato, a cura di L. Firpo, voi. Ili,
Germania (1557-1654), Torino, 1968, p. 984 sq.
39 K. Repgen, Die Hauptinstruktion Ginettis, op. cit., p 278.
40 Κ. Repgen, Fabio Chigis Instruktion für den Westfälischen
Friedenskongress, in Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und
Kirchengeschichte, 48, 1953, p. 110. Qualche orientamento era stato espresso anche
nell'istruzione a Marzio Ginetti «Resti servita V.E. di veder il diario di Vervin per saper
quel che fu fatto alThora circa il trattamento dell'ambasciatori, e circa l'arrivo
loro al luogo destinato per regolar con questo esempio il trattamento da farsi da
lei» (K. Repgen, Die Hauptinstruktion Ginettis..., op. cit., p. 275. A questo
proposito veniva prospettata la proposta di collocare l'ambasciatore imperiale al posto
del nunzio.
41 «Ma con tutto, che fusse stata nominata la città di Colonia per il
congresso, si andò scoprendo ancora rispetto ad essa la difficoltà non tanto per la situa-
tione, quanto, per l'authorità che vTiaveva riposta il legato Apostolico con la di-
minutione di quella de' Svezzesi, Hollandesi et altri; nondimeno non ne fecero
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motto i Francesi, nemeno gl'Austriaci, quelli forse per non dar ad intendere di
dependere da Svezzesi» (K. Repgen, Fabio Chigis..., cit., p. 106).
42 Un ricco resoconto sulle noiose giornate di Chigi sono reperibili in Acta
pacts Westfalicae, s. Ili C, I, Diarium Chigi (1639-1651), op. cit., p. 208-455; V. Ky-
bal e G. Incisa della Rocchetta, La nunziatura di Fabio Chigi, op. cit., p. 91-335.
43 Cf. a riguardo l'interessante e ben documentato studio di : F. Bosbach, Die
Kosten des Westfälischen Friedenskongresses. Eine strukturgeschichtliche
Untersuchung, Münster, 1984.
44 «Ho fatto qua una carrozza, dove né pur san fare le tregge e vi ho
consumati quattro mesi, benché positiva, di velluto nero e da potersi condurre anco per
viaggi, con lo scemarsi delle colonne, che si fa per certa giunta messavi con ferri
a vite : la quale ho intitolata dalle ultime tre parole del Cantico di Zaccaria, (però
nel mio cuore) che sono le prime dell'Itinerario {in viatn pacts), tanto per
tornarmene in Italia, quanto per la dimora che mi tocchi a far qui. Ne' quattro canti
sopra ho fatti gettare quattro vasi di bronzo pieni di frutti come sorgenti da un
cestello, tramezzati di spighe e di fiori, che in mezzo sorge una Croce dritta pura,
che esce da due serpenti a modo di caduceo : che questa è la vera Verga di pace,
diritta, e liscia per la intentione, per la purità; tonda per la perfettione senza
alcun angolo d'imperfettione, che solo può separare e spartire i contrasti de'
dragoni e de' serpenti». Cf. V. Kybal e G. Incisa della Rocchetta, La nunziatura di Fabio
Chigi, op. cit., p. 582 sq.
45 Cf. S. Andretta, La diplomazia veneziana e la pace di Vestfalia (1643-1648),
in Annuario dell'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea,
XXVII-XXVni, 1975-76, p. 38 sq.
CERIMONIALE E DIPLOMAZIA PONTIFICIA 215
49 Ibid., p. 66 sq.
50 «II importe tellement au bien des affaires de Sa Majesté, et Mrs les
Plénipotentiaires sont trop consumméz en celles du monde pour ignorer, combien il
leur est avantageux de gaigner la volonté des Médiateurs...
Il est partant de leur prudence de les mesnager, et selon leur condition et ce
qu'ilz peuvent prétendre leur faire des offres, et les gaigner à quelque prix que ce
soit, rien ne devant estre cher qui produict un si grand effect, duquel la fin sera
de les avoir favorables et leurs Maistres en toutes les affaires qui regardent la
France, qui seront par eux persuadez que noz prétentions sont justes, conviez par
cette raison de les appuyer, engagez à les faire valoir; persuadant les Ministres
des autres Princes à y condescendre, nous parviendrons à noz fins, ou du moins
ilz parleront favorablement et justiffieront la conduicte de la France...», ibid.,
p. 67.
51 Cf. : Bibl. Apost. Vat., Mss. Chigiani, Q. ΠΙ. 71, Cerimoniale rissoluto tra li
Stati d'Olanda, ce. 25-29.
218 STEFANO ANDRETTA
52 Bibl. Apost. Vat., Vat. Lat. 9224, De rebus politicis maximi Regni Franco-
rum..., cc. 12-14.
53 «... Si vede, che i Francesi sotto titolo di alliati comprendono gl'Olandesi
per fargli entrare nella pace universale, e N.S. non può approvare le allianze che
si fanno con gl'heretici, et in particolare sapendosi che gl'Olandesi con la
navigazione universale conducono predicanti Theresia, e quando habbino da esser
compresi senza dar ella il suo assenso, procuri almeno che faccino qualche
vantaggio alii cattolici habitant! nel dominio loro, come sarebbe il libero essercitio
della nostra santa religione, ο di una chiesa publica in ogni luogo dove li cattolici
potessero fare le loro divotioni... Una particular avertenza si dovrà havere che si-
come ne i capitolati, dove apparirà la mezanità di N.S. non deve costare che si
meschino interessi dlieretici, ma che se ne faccino capitolati a parte, così ne i
proemij e conclusione si dovranno esprimere le fatiche incessanti che N.S. ha
fatto per condurre li prencipi cattolici alla pace, con tutte le altre espressioni di
stima et rispetto verso la Santità Sua e la Santa Sede...» Cf. : Κ. Repgen, Fabio
Chigis Instruktion cit., p. 115 sq.
54 Per tutta la vicenda della partecipazione veneziana, cfr. S. Andretta, La
diplomazia veneziana..., op. cit.
55 Cf. le considerazioni a proposito di A. Dupront, De la Chrétienté à
l'Europe..., op. cit., p. 71 sq.
220 STEFANO ANDRETTA
Stefano Andretta
6160 Ibid.,
62 P. Brezzi,
Cf. A. p.Caracciolo,
211.
La diplomazia
Domenico
pontificia,
Passionei
Milano,
tra Roma
1942, ep.la197.
Repubblica delle
lettere, Roma, 1968. E sulla politica di Clemente XI, cfr. S. Andretta, Clemente XI, in
Dizionario biografico degli Italiani, XXVI, Roma, 1982.