Giuseppe Parini nacque il 23 maggio del 1729 a Bosisio, da una famiglia di
modeste condizioni. Giuseppe Parini era un prete e ha scelto la carriera
religiosa perché è stato allevato da una zia che gli ha promesso di mantenerlo agli studi se si fosse fatto prete, egli non intraprende la carriera ecclesiastica per vocazione, ma non avrà mai atteggiamenti di insofferenza nei confronti dell'abito cattolico, infatti, Accetta questo stile di vita con misura e buon gusto. Nel frattempo, nel 1752, a ventitré anni, aveva pubblicato una raccolta di liriche, e grazie ad "Alcune poesie di Ripano Eupilino fu ammesso all'Accademia dei Trasformati, uno dei centri più importanti della cultura milanese, In questa accademia sono moderati, Parini entra nelle case più prestigiose dell'alta nobiltà Milanese a fare da insegnante dei figli dei Nobili. Nel 1754 entro al servizio del Duca Serbelloni, come precettore dei figli ma dopo una discussione con la Duchessa Maria Vittoria si licenziò nel 1762 da casa Serbelloni, L'anno dopo divenne precettore di Carlo Imbonati. Essere stato in questi salotti permette a Parini di essere in contatto con L'eleganza, la ricchezza, la bellezza. Conosce i riti, i modi, gli abiti, i cibi, gli argomenti dei nobili; Infatti è attirato spesso da tutto questo bello ciò non significa che egli ne sia asservito, altri critici dicono che questo derivi dal fatto che egli sia seguace dalla filosofia del sensismo Ciò comporta che egli sia affetto dalle sensazioni. Parini viene presto notato anche dalle altre sfere infatti insegnò presso la scuola Palatina dove venne a contatto con coloro che frequentavano l'accademia delle Belle Arti. Nel frattempo pubblico alcune odi, tra cui la "caduta" in questa ode Parini cammina per Milano, passa una carrozza ed egli cade così un passante lo aiuta a rialzarsi e gli chiede il motivo per cui non possiede una carrozza E come mai non avesse accettato di vendere ai Nobili la sua poesia Così lui risponde dicendo che preferisce la sua libertà e dignità piuttosto che diventare schiavo della nobiltà. Dopodiché l' ode termina con il ringraziamento di Parini e zoppicando se ne torna nella sua casa umile e onesta. Oltre a queste odi pubblicò anche due poemetti satirici contro la nobiltà oziosa e improduttiva, il mattino e il mezzogiorno. Quando Parini viene assunto nelle scuole Palatine vi è una collaborazione con il potere ma alla morte di Maria Teresa d'Austria, il figlio Giuseppe II con un aumento autoritario ferma questo processo di collaborazione con il potere. Nel 1789 con la rivoluzione francese, Parini guarda con favore agli ideali della rivoluzione, Ma poi giudica in modo negativo gli anni del terrore, Infatti essendo moderato disdegna gli eccessi. Quando gli austriaci saranno sconfitti dai francesi, Parini verrà coinvolto, ma non subirà repressione perché aveva grande dignità. Parini morì pochi mesi dopo, Il 15 agosto del 1799. Parini è allontanato dall'illuminismo francese in quanto respinge le posizioni antireligiose dell'illuminismo francese ma allo stesso tempo crede nell' eguaglianza,in quanto gli uomini sono tutti uguali e hanno una stessa dignità indipendentemente dal loro ceto socilale ed anche all'umanitarismo cioè l'amore per l'umanità in quanto tale e lo sdegno per tutto ciò che offende l'uomo e provoca il lui sofferenza e umiliazione. Il poeta critica la classe aristocratica. Da un lato è attratto dalla bellezza che vede intorno a sé, Tuttavia giudica negativamente il fatto che nobili del suo tempo non studino e non siano impegnati nella Guerra. Non sono in grado di riconfermare la loro Antica grandezza, sono solo mantenuti dagli austriaci. Infatti egli nel Dialogo sopra la libertà dove personaggi sono due defunti, un poeta di origine plebea e un nobile, parla che in epoche passate la nobiltà aveva avuto una funzione sociale cioè difendere la patria in guerra, rivestire le magistrature, dedicarsi agli studi ecc... ciò non vuol dire che vorrebbe debellare i nobili ma vuole innescare un processo di rieducazione nella fascia nobiliare. Parini è quindi un moderato riformista. Dell'illuminismo Lombardo Parini non condivideva, sul piano filosofico e culturale, il cosmopolitismo,sostenendo la necessità di difendere la cultura e la lingua italiana dalle influenze francesi. Parini apprezza le scoperte scientifiche ed è convinto che siano fonte di progresso e di benessere per l'umanità ma è urtato dal fatto che la scienza sia diventata una moda. Nel prodotto letterario la sua finalità non è solo quella della pubblica felicità, come per gli intellettuali dell' Accademia dei pugni, ma Lui cerca l'utile attraverso il bello. Secondo lui la letteratura deve essere utile come afferma nel "discorso sopra la poesia" dove sostiene che anche la poesia deve essere illuminata dallo "spirito filosofico". Parini era vicino alle teorie della scuola fisiocratica, che vedeva nell'agricoltura, anziché nel commercio nell'industria, l'unica attività veramente produttiva, capace di creare ricchezza.