Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
doc
L’incerta relazione.
La comunicazione nel terzo settore e nel volontariato
di Marco Binotto
Non è semplice fare il punto sulla relazione tra il mondo del volonta-
riato e la sfera della comunicazione. A sei anni dalla pubblicazione della
prima, e purtroppo tuttora unica, rilevazione nazionale su questo tema,
la ricerca della Fondazione Italiana per il Volontariato curata da Renato
Frisanco, Stefano Trasatti e Andrea Volterrani1, nonché dalle riflessioni e
studi condotti da Maria Teresa Rosito, non sono emersi nuovi sistematici
tentativi di indagare le complesse relazioni tra volontariato e comunica-
zione. Molte analisi sono ormai presenti sulle dimensioni strutturali e
quantitative dell’universo del volontariato e dell’economia sociale e civi-
le, ma anche sull’intreccio di pratiche solidaristiche, costruzione orga-
nizzativa, rappresentazioni culturali e valori insieme alle relazioni con
istituzioni e imprese proprie di questi settori. Nello stesso tempo sono
apparse alcune pubblicazioni centrate sul know how necessario alle prati-
che di comunicazione interna e al cosiddetto marketing sociale, nel mo-
mento in cui si assiste ad una crescente attenzione al tema della comuni-
cazione sociale e alla copertura mediale dei “temi sociali”. Ed è proprio
su queste tematiche che concentreremo questo intervento.
1 R. Frisanco, S. Trasatti, A. Volterrani (a cura di), “La voce” del volontariato. Indagine na-
zionale su organizzazioni di volontariato e comunicazione, Fivol, Roma 2000.
2 Istat, Istituzioni nonprofit in Italia 2001, Roma 2001, p. 11.
3 Ibidem, p. 12.
4 Ibidem, p. 70.
5 In questo dato non è stato possibile aggiungere anche le Attività culturali e artistiche, tra i
dati forniti dall’Istat nel rapporto di ricerca non è infatti presente una tavola che presenti
i dati scorporati relativi alle attività secondarie.
6 Pari rispettivamente al 27,7 e al 7,1 per cento di tutte le istituzioni censite e, nel secondo
caso, all’11.4 per cento delle istituzioni che hanno indicato più di un’attività (come ab-
biamo visto corrispondenti al 61,1% del totale, 136.168 unità) realizzano come attività se-
condaria funzioni legate in maniera diretta o indiretta ad attività di comunicazione.
7 La ricerca è stata effettuata «nel corso del biennio 2004-2005» sulle organizzazioni di
9 Il risultato della ricerca, curato da Valentina Fontanella, è pubblicato nel rapporto Terzo
settore 2002-2003 realizzato dallo stesso Forum permanente del Terzo settore (I libri del
Salvagente, Roma 2002), p. 138.
10 F. Pasquali, Media e media non-mainstream, in F. Pasquali, M. Sorice (a cura di), Gli altri
media. Ricerca nazionale sui media non-mainstream, Vita e Pensiero, Milano 2005, p. 20.
11 F. Pasquali, M. Sorice, Premessa in ID, op. cit., p. 8.
12 R. Frisanco, S. Menna, A. Patete, P. Springhetti, Le riviste del terzo settore: problemi e po-
14 Cfr. A. Volterrani, Panorami sociali. Il sociale nei media, i media nel sociale, Liguori, Napoli
sto tema: Farsi fonti. Come entrare nel circuito degli avvenimenti, in A. Volterrani (a cura di),
Raccontare il volontariato, “I Quaderni Cesvot”, n. 29, Firenze 2006, pp. 47-104.
16 Ibidem.
strutturarsi nel territorio e nel tempo del volontariato pare dover corri-
spondere all’istituzionalizzazione della sua presenza organizzata17.
L’allargamento del numero di volontarie e volontari coinvolti, la nascen-
te differenziazione e professionalizzazione dei compiti, la progressiva
formalizzazione delle competenze e delle pratiche di decisione e orga-
nizzazione, il progressivo aumento delle necessità finanziarie.
Ciò pare vero anche per la comunicazione.
Per costruire un rapporto duraturo con i media pare necessario dotar-
si di strutture stabili impiegate a questo scopo che sia un addetto o uffi-
cio stampa; per realizzare una brochure occorre affidare il lavoro ad una
agenzia specializzata; per fare il sito web è per lo meno necessario un
giovane “smanettone”…
Nella sostanza, per poter comunicare pare dover essere quel certo tipo
di organizzazione. Alcuni dati sull’evoluzione di questo rapporto emer-
gono da una recente rilevazione, un’Indagine sull’uso degli strumenti di
comunicazione nelle organizzazioni di Terzo Settore, realizzata nella Facoltà
di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma “La Sapienza”
su un campione di organizzazioni di terzo settore (Cooperative sociali e
associazioni di promozione sociale) e associazioni di volontariato ope-
ranti nella provincia di Roma18. La forza organizzativa appare determi-
nante nel procedere ad attività strutturate di comunicazione. Partiamo
proprio da queste.
Il dato generale conferma la difficoltà a dotarsi di professionalità e
strutture in modo più o meno esclusivo dedicate alle attività di comuni-
cazione o di relazioni pubbliche. Poco più di un terzo del totale delle or-
ganizzazioni contattate dichiara di disporre di un responsabile della co-
municazione (poco più del dieci per cento del totale) o comunque di im-
piegare all’occorrenza una struttura o persona dedicata solitamente ad
altro (per la metà delle risposte in questo senso pari al 17% del totale,
vedi Tabella 1).
17 Su questo tema cfr. M. Magatti, Il potere istituente della società civile Laterza, Roma-Bari
2005.
18 Diretta da Mario Morcellini, l’indagine è stata condotta dall’Osservatorio sulla comu-
nicazione sociale e l’editoria del Terzo settore Terza.com con il coordinamento di Barbara
Mazza e di chi scrive. La ricerca si inserisce nel quadro di un progetto di ricerca naziona-
le interuniversitario cofinanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca tra i programmi
di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale (PRIN – Cofin: “Oltre l'opinione
pubblica: architetture comunicative e nuovo spazio sociale”). L’indagine è realizzata in
collaborazione con il Centro Servizi del Volontariato del Lazio Spes e il Forum permanen-
te del Terzo settore. Una simile rilevazione è stata compiuta sulle organizzazioni presenti
nella Provincia di Sassari. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito:
www.terzacomunicazione.org
Tabella 2 – Frequenza e giudizio nel rapporto delle organizzazioni di terzo settore con la stampa
20La somministrazione dei questionari si è infatti conclusa nel mese di giugno, mentre si
è appena conclusa la delicata fase di immissione e ripulitura dei dati. Quelle qui presen-
tate sono quindi le primissime elaborazioni risultanti dalle interviste la cui analisi è tut-
tora in corso.
Tipologia di organizzazione
Esistono strutture o pro-
fessionalità dedicate Totale
alla comunicazione? Ass. Pro-
Ass. Volon-
Coop A Coop B mozione
tariato
sociale
Sì 34,3% 32,4% 47,4% 35,0% 35,7%
No 65,7% 67,6% 52,6% 63,8% 63,7%
Non risponde - - - 1,3% ,6%
Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
nicazione delle cooperative sociali di Roma e Provincia tra visibilità e sensibilizzazione, Tesi di
Laurea discussa presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza Univer-
sità di Roma.
22 R. Frisanco, S. Trasatti, A. Volterrani (a cura di), op. cit., p. 47.
23 Non sono troppo numerosi i riferimenti possibili su questo tema, citiamo in termini
sapevolezza anche delle organizzazioni non governative e non profit è evidenziata dal
nascere di ua letteratura sul tema. Cfr. D. Cavazza (a cura di) Campagne per le Organizza-
zioni Non Profit, Emi, Bologna 2006.
25 In un ambito più vicino alla pratica giornalistica è da interpretare in questo senso an-
26 In questo campo l’esempio principe è quello di «Disco Volante» canale televisivo rea-
lizzato da un’associazione composta in larga parte da persone con disabilità e che quindi
utilizza gli strumenti di comunicazione come pratica di integrazione oltre che di diffu-
sione culturale.
27 L’Istituto di ricerche educative e formative delle ACLI, cfr. C. Caltabiano, Il sottile filo
della responsabilità civica. Gli italiani e la sfera pubblica: VIII Rapporto sull'associazionismo so-
ciale, Franco Angeli, Milano 2003.
28 Sul ruolo di internet per le associazioni rimandiamo alle ricerche presenti nel volume
curato da S. Martelli, op. cit. Per un ulteriore apprendimento sul tema dell’accesso e
dell’uso delle nuove tecnologie da parte del volontariato rinviamo al nostro M. Binotto
Volontari nella rete, in Volterrani, Raccontare il volontariato, op. cit.
Marco Binotto insegna nel Laboratorio di Stili e Tecniche della Comunicazione Sociale nella
Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma e coordina
l’Osservatorio sulla Comunicazione Sociale Terza.com e l’Osservatorio Comunicazione Poli-
tica (OCP). Ha pubblicato Pestilenze (Castelvecchi, 2000) e ha coordinato le ricerche
pubblicate in Elezioni 2001. Descrizione di una battaglia mediale (Sossella, 2001), Violenza
Mediata. Il ruolo dell’informazione al G8 di Genova (Editori Riuniti, 2003) e FuoriLuogo.
L’immigrazione e i media italiani (Pellegrini/Rai-ERI, 2004).
< www.terzacomunicazione.org/marcobinotto > :: marco.binotto@uniroma1.it
© Some right reserved - È consentita la riproduzione, parziale o totale dell’opera e la sua diffusione in via
telematica purché non sia a scopo commerciale e a condizione che sia riportata la fonte e l’autore. <
www.creativecommons.it >