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Gemelli siamesi
L’Atomo può essere “pacifico”?
“Gli Stati Uniti sarebbero orgogliosi di assumere con gli altri [paesi] "principalmente
coinvolti" lo sviluppo di piani per accelerare l’uso pacifico dell'energia atomica”.
Dwight D. Eisenhower, “Atoms for peace”1
Perché esiste questo legame indissolubile? Forse più di mille parole può essere utile
pensare al caso Iran che da tempo, a periodi alterni, occupa le prime pagine dei
giornali.
Cosa vuole fare l’Iran? Produrre energia nucleare facendo funzionare il suo reattore di
Bushehr. Per farlo deve avere a disposizione del combustibile nucleare, ovvero
l’uranio. E di uranio ne ha nel sottosuolo ma non si può utilizzare così com’è quando
viene estratto dalle miniere: per poter alimentare una centrale va “arricchito”. La
tecnologia di arricchimento della quale l'Iran si è dotato è quella
dell'ultracentrifugazione, quella attualmente maggiormente utilizzata nel mondo.
Ebbene ecco il nocciolo del problema: l’arricchimento dell’uranio produce combustibile
per centrali nucleari e/o materia prima per costruire bombe atomiche. Inoltre il
riprocessamento del combustibile utilizzato da una centrale, produce plutonio, ottimo
sia per bombe fissili che per le bombe H.
Morale della favola: qualsiasi paese che ha reattori nucleari è potenzialmente in
grado di produrre armi nucleari perché la tecnologia è la stessa.
La storia conferma che il nucleare civile costituisce la porta d’ingresso a quello
militare, visto che a partire dall’entrata in vigore del trattato di non proliferazione
nucleare (NTP) nel 1970, paesi come il Pakistan, Israele, India e Corea del Nord hanno
prodotto ordigni nucleari partendo da programmi di nucleare civile. Iran, Iraq e Libia
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Tratto da: “Come Evitare la Trappola Nucleare”, Fermiamo Mr Burns – Roberto Bosio/Alberto Zoratti, Arianna editrice.
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confermano ulteriormente questa connessione, alcuni utilizzano uranio arricchito,
altri plutonio ricavato da combustibile utilizzato nelle centrali.
Gli accordi internazionali creano l’illusione che sia possibile un nucleare civile
senza proliferazione di armi ma l’unica soluzione sicura è quella di chiudere il
capitolo nucleare generando energia elettrica con altri mezzi.
URANIO
ARRICCHIMENTO ARRICCHITO
URANIO
IMPOVERITO
RIPROCESSAMENTO
PLUTONIO
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L' isotopo (lett. nello stesso luogo) è un atomo dello stesso elemento chimico, e quindi con lo stesso numero atomico, ma con
differente numero di massa, e quindi massa atomica. La differenza delle masse è dovuta a un diverso numero di neutroni
presenti nel nucleo dell'atomo.
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Il ciclo
(semplificato)
del combustibile
Combustibile
da riciclare
riprocessamento deposito
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http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/riprocessamento-combustibile.pdf
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La situazione del combustibile irraggiato italiano
La maggior parte del combustibile irraggiato prodotto nelle quattro centrali italiane di Latina, Trino,
Garigliano e Caorso è stato già riprocessato in Gran Bretagna e il resto è ormai destinato all’impianto di
riprocessamento francese di La Hague.
Più in dettaglio, in Italia, dall’inizio degli anni 60, quando entrarono in esercizio le prime centrali, fino al
1987, quando gli impianti allora funzionanti vennero definitivamente spenti (la centrale del Garigliano era già
chiusa dal 1978, poco prima che fosse avviata quella di Caorso), sono state complessivamente prodotte
1.865 tonnellate di combustibile irraggiato.
Sulla base di accordi stipulati a suo tempo 1.630 tonnellate sono state trattate nell’impianto inglese di
Sellafield. Le ultime spedizioni verso quell’impianto, effettuate a seguito di tali accordi, sono partite dal
deposito Avogadro di Saluggia, tra il 2003 e il 2005 e hanno riguardato 53 tonnellate di combustibile. I rifiuti
radioattivi prodotti da tutte quelle operazioni di riprocessamento sono oggi ancora immagazzinati a
Sellafield, ma dovranno in parte rientrare in Italia, in ottemperanza agli accordi stessi. Si tratta di circa
6000 m3 di rifiuti condizionati in matrice cementizia e di circa 16 metri cubi di rifiuti a più elevata attività,
vetrificati. Si è giunti così all’accordo intergovernativo stipulato nel novembre 2006 tra il ministro per lo
Sviluppo economico Bersani e il suo omologo francese Loos, che prevede la spedizione verso la Francia
delle 235 tonnellate di combustibile italiano tra il 2007 e il 2012 e il rientro in Italia dei rifiuti prodotti dal
riprocessamento entro il 2025. Nel maggio scorso la Sogin e la società francese Areva, proprietaria degli
impianti di La Hague hanno trasformato l’accordo in contratto, del valore di oltre 250 milioni di Euro.
Fonte: ARPA Rivista N. 3 maggio-giugno 2007
1. E’ costoso. La Francia, leader in questa attività, spende un miliardo di dollari all’anno per produrre con
questa attività il MOX (Mixed Oxide Fuels), il combustibile al plutonio che utilizza in 20 dei suoi reattori. Il
MOX costa tre volte di più del normale combustibile all’uranio. L’impianto di riprocessamento di Rokkasho,
in Giappone è il più moderno ma anche il più costoso al mondo e si calcola che la sua gestione incida con
un costo di 3 centesimi di dollaro su ogni KWk prodotto col nucleare.
2. E’ pericoloso. I centri addetti a queste operazioni sono più a rischio di incidenti delle stesse centrali.
3. Significa dipendere dai paesi che hanno questi impianti: Francia, Inghilterra, Russia, Giappone, India5.
4. Non diminuisce i rifiuti da inviare in deposito. Il ritrattamento produce grandi quantità di residui a livello
intermedio. Il volume totale di rifiuti vetrificati e di rifiuti intermedi è notevolmente più grande che l'originale
del combustibile esaurito.
5. Produce Plutonio: in circolazione a fine 2005 si calcolava ce ne fossero 245 tonnellate prodotte, non
utilizzate come MOX. Si tratta di una quantità che cresce ogni anno. In Francia ve ne sono 80 t a Le
Hague, una quantità analoga è a Sellafield , in Gran Bretagna. Più di 30 sono a Chelyabinsk in Russia,
quantità imprecisate sono custodite in Giappone. Questo plutonio è fonte di preoccupazione per possibili
sottrazioni a scopo terroristico ed è antieconomico perché dopo cinque anni di conservazione questo
materiale non può più essere utilizzato in una centrale, va nuovamente riprocessato.
6. Crea enormi volumi di rifiuti liquidi che vengono scaricati in mare. Molti governi, come l'Irlanda e la
Norvegia, hanno chiesto alla Francia e alla Gran Bretagna a interrompere i loro scarichi che avvengono
tramite un condotto marino; se fossero confezionati in fusti e gettati in mare da una nave, sarebbe illegale
ai sensi del diritto internazionale.
(Fonte: Institute for Energy and Environmental Research http://www.ieer.org/fctsheet/repro-intl.pdf)
5
Un elenco aggiornato è contenuto nel documento: “Managing the Nuclear Fuel Cycle: Policy Implications of Expanding
Global Access to Nuclear Power”, Updated March 7, 2008, preparato dal Servizio Ricerche del Congresso USA.
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Pericolo terrorismo?
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Il nome deriva dal fatto che il Report conteneva I dati dei primi cinquant’anni di produzione del plutonio negli USA.
7
Vedi Arjun Makhinjani, Dangerous Discrepancies, Missing plutonium in the US nuclear Weapons Complez?, Science for
democratic Action, agosto 2006.
8
Brice Smith, “Insurmontable risks, can nuclear power solve the global warming problem?, Science for democratic Action,
agosto 2006.
9
Vedi anche Secure energy: options for a safer world SECURITY AND NUCLEAR POWER, OxfordResearchGroup.
10
Tutti I dati di questa sezione sono tratti da: COMBATING ILLICIT TRAFFICKING IN NUCLEAR AND OTHER
RADIOACTIVE MATERIAL REFERENCE MANUAL, INTERNATIONAL ATOMIC ENERGY AGENCY VIENNA,
2007, http://www-pub.iaea.org/MTCD/publications/PDF/pub1309_web.pdf.
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Incidenti registrati nel database IAEA (Illicit Trafficking Database ITDB)
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16/07/2001 Parigi, Francia HEU/0,5g Tre persone in procinto di
cercare acquirenti, arrestate
a Parigi.
26/06/2003 Sadahlo, Georgia HEU/circa Arrestata una persona che
170g trasportava materiale
radioattivo.
Marzo-aprile New Jersey, USA HEU/3,3g Materiale erroneamente fatto
2005 uscire da impianto nucleare.
24/06/2005 Fukui, Giappone HEU/0,0017 Un rilevatore del flusso dei
g neutroni è stato smarrito in
una centrale.
1/0272006 Tiblisi, Georgia HEU/79,5g Arrestato un gruppo di
individui che tentavano di
trasportare illegalmente
materiale nucleare.
30/03/2006 Henningsdorf, Germania HEU/47,5g Scoperta una piccola
quantità di HEU su un pezzo
di tubo trovato tra i rottami
di una acciaieria.
Appare inutile spendere troppe parole per concludere che un nuovo piano di
costruzione di centrali nucleari aumenterebbe il numero di obiettivi terroristici e la
quantità di plutonio in circolazione; i nuovi impianti potranno essere controllati ma il
rischio di terrorismo nucleare risulterà inequivocabilmente aumentato.
Mercanti nucleari
Abdul Qadeer Khan è uno scienziato Pakistano, ed è il vertice di
una sorta di organizzazione mafiosa coinvolta nel traffico
internazionale di materiale e tecnologia nucleare. La cosiddetta mafia
di Khan11 è considerata leader del mercato nero, fornitrice di
tecnologie per l’arricchimento di uranio ad Iran, Libia e Corea del
Nord. Nel marzo 2005, il governo pakistano (che lo considera un eroe
nazionale) ha ammesso che AQ Khan ha venduto all’Iran materiale
d’importanza cruciale per l’arricchimento dell’uranio. Il Ministro
dell’Informazione pakistano disse che AQ Khan aveva “dato alcune
centrifughe all’Iran… Ha aiutato l’Iran con le sue personali capacità, e
il governo pakistano non ha nulla a che vedere con questo”.
Nell’ottobre 200312 le autorità italiane bloccarono e condussero nel porto
di Taranto la nave da carico BBC China13 mentre stava facendo rotta
verso la Libia, sequestrando numerosi container che trasportavano parti
di centrifughe fabbricate in Malesia, provenienti dalla rete di A.Q. Khan
presente in Europa, Medio Oriente e Africa. Dopo l’operazione, attuata
da CIA, l'MI6 e il SISMI di Pollari, La Libia abbandonò i suoi progetti
nucleari e Gheddafi venne riabilitato da USA e Francia.
11
Su questa rete vedi: http://www.state.gov/documents/organization/47000.pdf,
http://www.ccc.nps.navy.mil/si/2006/Jul/albrightJul06.asp, come pure un articolo di Repubblica:
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/vendita-atomica/vendita-atomica/vendita-atomica.html
12
Va detto che esistono discrepanze sul giorno esatto: un comunicato dell’ambasciata USA parla di dicembre 2003, la CNN
parla della notte del 4 ottobre: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1025082-4,00.html.
13
Vedi nota dell’ambasciata USA in Italia:
http://italy.usembassy.gov/viewer/article.asp?article=/file2005_06/alia/a5060611IR.htm
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“Mentre i Governi si riuniscono per discutere come affrontare molte delle sfide che
stanno di fronte all’umanità, persiste una totale mancanza di strategia comune
nell’affrontare quello che è probabilmente il maggior pericolo in assoluto:
le armi nucleari.”
Kofi Annan14
14
Citazione tratta da uno dei suoi ultimi discorsi da Segretario Generale dell’ONU, il 22 novembre 2006.
15
Vedi “Il salotto buono del nucleare” di Massimo Zucchetti - 01/08/2006 PeaceReporter.net
16
Mohamed El baradei, “Saving Ourselves from Self-distruction”, New York Times, 12 febbraio 2004.
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per la stessa sopravvivenza dell' umanità, nonostante le legittime anzi necessarie
contrapposizioni politiche, si riconosca un superiore, comune interesse”17.
Non è fra gli scopi di queste righe analizzare gli step necessari al disarmo nucleare, ci
preme però dire che a questi passi ne va aggiunto uno conclusivo, senza il quale un
mondo senza armi nucleari rimarrà un sogno irrealizzabile: abbandonare totalmente il
nucleare, eliminando la materia prima necessaria a produrre armi atomiche.
17
Il testo della lettera è pubblicato su:
http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/24/Per_mondo_senza_armi_nucleari_co_9_080724053.shtml. Beati i costruttori di
pace ed altre associazioni inviarono una loro risposta, mai pubblicata dal Corriere, disponibile su:
http://www.unfuturosenzatomiche.org/articolo.php?id=101&sotto=dalla%20campagna.
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