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Paolo Tortiglione Semiography and Semiology of Contemporary Music Aspects and analysis of musical notation A practical guide to realisation and interpretation W4 RUGGINENTI INTRODUZIONE Levoluzione della musica di ogni tempo e ogni civilta é stata da sempre in stretta correlazione con il simbolo che la rappresenta e che, quindi, ne garantisce la trasmissione, la sua perpetuazione. Non é inutile rifarsi bre- vemente a un po' di storia della notazione, il cui concetto stesso pud essere rapportato a qualunque sistema formalizzato (o in corso di formalizzazione) € usato da coloro che praticano la musica al fine, normalmente, di trasmet- tere, insegnare, riprodurre musica di ogni tipo e ogni tempo. Non bisognerebbe mai dimenticare che lo scopo principale della nota- ione @ quello di ricordare e di comunicare cid che, altrimenti, a livello orale potrebbe essere perso o tramandato in modo differente e comunque di essere, ormai da secoli, anche un ausilio all’invenzione di sempre nuova musica, che senza notazione, non avrebbe avuto, ovviamente, la storia che ha avuto fino a oggi. Di pari passo con le idee musicali e con le relative figurazioni che i com- Positori andavano ideando, il bisogno di notare la musica ha coinciso con la necesita di trovare segni e simboli che potessero essere in grado di tra- smettere quella necessaria immediatezza che lesecuzione musicale notata esige. In effetti, come sopra detto, di cosa si occupa la notazione e qual @ il suo principale scopo se non quello di mettere per iscritto la musica? Ul problema cosi posto, nella sua immediata enunciazione, sembra per- sino banale, ma @ di quelli cosi fondamentali per la musica occidentale che ha occupato generazioni e generazioni di teorici, esecutori, interpret compositori a partire dal decimo secolo (se non vogliamo prendere in consi- derazione tutti i tentativi e le diverse soluzioni adottate fin dal V e VI secolo dalla cultura greca). La storia della notazione ha origini antichissime, ricopre tutte le civilt& dai sumeri in avanti, e una ricerca in questa direzione non é lo scopo di que- sto volume. Tutt’oggi, ad esempio, il problema della notazione della musica Paolo Tortiglione elettronica o di certi generi musicali, anche di grande diffusione, non é stato ancora risolto e forse nemmeno seriamente affrontato, a eccezione di rari isolati casi. La notazione in senso stretto comprende tutta la musica europea dall'i- nizio fino a oltre la meta del XVII secolo e tutta la musica di tutte le nazioni extraeuropee che hanno trasmesso per iscritto la loro musica. Si trata quindi, in definitiva, di una tematica globale che vede il susseguirsi di una grande quantita di sistemi diversi, spesso con scopi diversi, attraverso i seco- Iie fino ai nostri giorni. Ma a questo punto sorge e si pone inevitabile questa domanda: come é nata la simbologia usata in una gran parte del repertorio musicale novecentesco e attuale? Bisognerebbe fare, ma non é certo possibile realizzarla in maniera esau- riente in questa sede, un‘analisi della notazione della musica per tastiera a partire dalle intavolature (per organo e per liuto), per arrivare alla notazione mensurale nera e poi bianca, per proseguire poi con tutti i sistemi di nota- zione, dalla prefranconiana, alla francese, alla italiana, alla mista fino alla notazione di maniera. Un simile percorso, che sarebbe oggetto di un vero e proprio libro, ci consentirebbe di poter seguire l'evoluzione della notazione attraverso il bisogno tecnico ed espressivo che ha cercato di soddisfare. Qui cid che si vuole asserire & che, fin dal passato, il bisogno di un nuovo segno, tratto, simbolo, sia per cid che riguarda la modalita di esecuzione sia per cid che riguarda il ritmo (tempus, prolatio, coloratura, ligatura, plica, conjunctura ecc.) # sempre coinciso con la necessita da parte del composito- re di segnare e trasmettere ai posteri un evento sonoro nuovo, diverso, dif- ferente da cid che la tradizione fino a quel momento consentiva (cid, in gran parte dei casi, anche nelle epoche in cui il nome del compositore non aveva poi cost importanza, data la modalita di trasmissione del sapere musicale in epoca alto e basso medievale). La semiologia (quella musicale nel nostro caso) o semiotica a seconda dei punti di vista ha avuto, e ha tutt’oggi, un percorso che parte dal segno per arrivare al significato 0 gesto rappresentato dal segno stesso. Il percorso spe- culativo e di ricerca di Peirce, come é noto, ne @ stato il fondamento. Dalla sua riflessione abbiamo appreso che il segno & un elemento che, quando viene osservato, ha la capacita di evocare e rappresentare. Loggetto @ quindi idea sottesa dal segno che potrebbe poi anche non essere coincidente con tuna cosa concreta. La sua interpretazione (nella sua forma pitt semplice) fa si che in virti di essa il segno e loggetto rappresentante diventino, appunto, inscidibilmente legati. Questa strada, che poi stata seguita in seguito da Eco, Merrel e Nattiez, ha portato al mondo della musica delle felicissime riflessioni che si sono svolte parallelamente all'evolversi di nuovi segni che, Introduzione negli ultimi cinquant’anni di storia della musica, hanno creato una prassi talmente consolidata da renderne la conoscenza approfondita un obbligo per qualunque musicista, in particolare se compositore. Gli studi di semiotica in campo musicale hanno riflettuto, successiva- mente, le diverse semiologie, differenziandosi in due grandi filoni: quello semantico e quello strutturalista, rappresentato fondamentalemente da Nattiez, su cui preferiamo qui soffermarci data la sua attinenza con il nostro studio. Infatti Nattiez postuld, come si sa, una divisione delle atti- vita musicali in tre grandi settori: quello poietico (concernente le moda- lita della creazione compositiva), quello neutrale, o immediatamente percebile dalla partitura in senso stretto, e, finalmente, quello estetico, dominato ¢ controllato dall‘ascoltatore. Chiara e fin troppo ovvia la tripartizione rispecchiante il ciclo di vita di ogni opera musicale che va dalla creazione alla realizzazione in partitura, ma che non termina, genere, se non con la trasformazione del segno in gesto interpretativo da parte dell’interprete e, quindi, in fruizione estetica e momento di piacere (solitamente) da parte dell'ascoltatore. Lanalisi semiotica di Nattiez parti appunto dalla seconda di queste fasi, quella neutrale, quella non avente (se non marginalmente) a che fare con Yatto mentale del compositore privilegiando invece quella del compositore- ascoltatore di se stesso. Nattiez cercd di delineare le strutture semiotiche della partitura attraverso un interessantissimo proceso di segmentazione e compara- zione. Gli eventi musicali ricorrenti venivano associati come apparte- nenti a.un paradigma, quasi allinearsi su un immaginario (quanto reale!) asse verticale, mentre gli eventi, senza soluzione di continuita, appaiono orizzontalmente; entrambi gli assi vengono cosi a formare un sintagma i cui rapporti interni sono solo un problema di coerenza. Ogni unita seg- mentata @ quindi un segno che é tenuto stabile rispetto agli altri segni, ma di per sé senza riguardo alla sua intrinseca connotazione culturale o alla sua efficacia in altri contesti musicali. Fin qui la nostra riflessione e la nostra presa di coscienza di un pensiero semiologico certamente di straordinaria importanza e su cui gid molti si sono soffermati abbondan- temente e con dovizia di argomentazioni. ‘Ovviamente ci auspichiamo ulteriori contributi e approfondire ulte- riormente questo pensiero semiologico ci portebbe, in questa sede, troppo ontano trattandosi comunque di un lavoro gia in corso. A noi perd preme adesso sottolineare non tanto il suo risvolto teorico quanto quello pratico, quello legato all’esperienza dello scrivere musica come quello legato alla esperienza dell'eseguirla e (perché no?) anche per la musica contemporanea, interpretarla. Paolo Tortiglione Un solo semplice esempio: non & possibile determinarlo, ovviamente, ma ci sara stato un momento nella storia della musica in cul si sent) la necessit’ di utilizzare, ad esempio, la “hemiola”all'interno dei componimenti musica- li, Loccorrenza storica assolutamente precisa non si potra mai determinare; ® certo, perd, che non si trattd di una necessita isolata, ma che probabil- mente apparve a un certo punto in tutta la musica europea per espandersi oi, con il diffondersi dei codici notati, pazientemente copiati e ricopiati da monastero a monastero, che nel giro di diversi decenni, con la coniatura del nuovo segno, hanno stabilito una prassi diventata poi notazione comune. Con i debiti distinguo assistiamo oggi, da diversi decenni, a un'evolu- zione culturale piuttosto simile a quanto sopra detto, con la differenza che i tempi di trasmissione dell'informazione sono infinitesimi rispetto al medioevo-rinascimento. ‘Se a questo poi aggiungiamo il relativo isolamento storico in cui ha fi to per ritrovarsi il compositore del secolo scorso, raggiungiamo facilmente la realta che ha portato fino a oggi a una modalita di espressione talmente individuale da consentire al creatore di musica di inventare un segno/sim- bolo per ogni nuovo effetto timbrico o modalita di esecuzione che si veniva a creare o pitt spesso volutamente cercare sullo strumento. E cosi che gli strumenti hanno iniziato, o per meglio dire “proseguito” dopo le trascendentalita ottocentesche, una nuova era espressiva, guidata dalla voglia di far risuonare con nuovi suoni ed espressioni un mondo com- positive fino a quel momento poco conosciuto o addirittura inesplorato, sempre e comunque non tralasciando la parte virtuosistica che queste nuove tecniche non hanno fatto venire meno, ma, anzi, hanno esaltato (si pensi, ad esempio, ai multifonici nei fiati o alle pia complesse tecniche degli armonici negli strumenti ad arco). Utile a questo fine sono risultate la riscoperta e la rivalutazione a fini ivi del rumore e del suono inarmonico iniziate dalla scuola futurista {in avanti e successivamente diventate elemento strutturale anche in musica con tutta la produzione avanguardistica degli anni che vanno dal ‘50 alla fine degli anni ‘80 del XX secolo. In realta il fenomeno ¢ molto pitt complesso di quanto possa sembrare 0 si possa descrivere in poche righe, dato che il rapporto musica/rumore non ud essere semplicemente ridotto a un fenomeno fisico o a una mera ricer- ca di rumore o effetto particolare all’interno di uno strumento musicale tradizionale. Nel mondo occidentale, inoltre, bisogna osservare che la vita viene vissuta in gran parte in ambienti chiusi per cui da una parte la musica darte ha preso una sua direzione contrapposta all’inquinamento acustico, al mondo dei rumori che contraddistingue l'esterno; e per questo la musica 4 Introduzione di strada per molti ambienti colti @ diventata (almeno fino a poco tempo fa) oggetto di particolare disprezzo. Ma traslasciando questo discorso, che ci porterebbe seriamente altrove, ci preme piuttosto sottolineare qualche aspetto peculiare la notazione musicale. La nuova notazione ~o nuova semiografia, come da molti & stata defi- nita— potrebbe essere trattata dividendola in quattro grandi categorie: notazione per le nuove metriche esecutive, notazione per le forme improv- visative, notazione proporzionale e notazione indeterminata, con largo uso i grafica. Tutti i segni da noi raccolti potrebbero essere in definitiva sistemati in ‘queste quattro grandi famiglie. Ma il problema sta nel fatto che i nostri colleghi compositori hanno usato i segni e i simboli necessari ai loro scopi spesso in modi cosi diversi e simboleggiando pratiche strumentali ed ese- cutive cosi disparate che spesso non solo si contraddicono tra di loro, ma contraddicono loro stessi nel corso dell’evoluzione delle loro opere, come testimoniano i testi di Cage, Cope, Karkoschka e Cole citati in bibliografia. Per questo motivo, benché qualcuna di queste “proposte” notazioni abbia raggiunto qualche grado di standardizzazione da poter essere senza dubbio definita di uso corrente, molti compositori (0 esecutori) si rivolgono a diverse combinazioni di segni afferenti a differenti famiglie senza porsi domande sull'uso semiograficamente e semiologicamente pit corretto di questo o quel segno. Questa é la ragione per la quale non si é potuto trovare in letteratura alcun comune denominatore; pertanto i segni non sono stati inseriti nel volume divisi per famiglie teoriche, ma secondo la prassi e consultazione pid consona al compositore e all’uso quotidiano anche da parte dell'interprete. La notazione per le nuove metriche ¢ per le forme improvvisative @ stata un bisogno quasi spontaneo da parte di coloro che, volendo supera- re la complessita di comprensione raggiunta ad esempio con brani quali i Klavierstiicke di Stockhausen o gli ultimi traguardi in fatto di ricerca rit- mica raggiunti da Messiaen, intendevano inserire nel brano anche elementi di alea o improvvisazione dell'esecutore che, per la loro stessa natura, non potevano essere notati in modo tradizionale, in partitura. Dujka Smoje, nel suo famoso saggio su I'udibile e l'inudibile, affronta questa problematica da una angolazione che ci piace riprendere e ampliare. Infatti, la questione notazionale, a dire la verita, nella storia della musica non @ un argomento nuovo né é un evento dotato di una eccezionalita particolare. E importante, ma pur sempre relativo. Certamente, e con una certa dose di ragione, non si pud affermare che sia tra gli argomenti pitt centrali della ricerca musicologi- a presente e passata. Tuttavia la questione tanto dibattuta della “musica per Paolo Tortiglione gli orecchi” e “musica per gli occhi” ha finito per imporsi in modo affatto secondario in tutte le scuole di composizione del mondo musicale occiden- tale. Basti pensare a che cosa accade ancora oggi nei concorsi di composi- zione! Dagli anni immediatamente seguenti a Webern (che in diverse opere, per esempio nell'op. 21 del 1928, ha fatto della visione grafica della partitura tun elemento fondamentale del linguaggio) la problematica ha raggiunto i nostri giorni: si tratta di analizzare tutte le fasi che hanno condotto alla divergenza tra il processo di composizione e la realt sonora dell'opera. In altre parole si tratta di analizzare la differenza tra la partitura e la musica che essa trasmette (gia in molte opere di Reger questa divergenza era evi- dente, ma all'epoca non vi erano sufficienti strumenti teorico/musicologici per affrontarla). Tornando all'argomento, sottolineavo che non si tratta di un argomento ‘nuovo in quanto, in verita, gia in altri momenti della storia i musicisti ave- vano inserito nello loro partiture diversi procedimenti enigmatici, evidente- mente destinati allo sguardo piuttosto che all’orecchio (interessante notare come questo fenomeno nella musica leggera, rock e in gran parte jazz, sia praticamente del tutto assente). Basti, ad esempio, ricordare il cromatismo segreto, meglio noto ai pid! come musica ficta o musica falsa dei secoli XIII XIV, oppure gli innumerevoli canoni enigmatici come quello famoso di Guillaume Machaut Ma fin est mon commencement il cui titolo evidente- mente racchiude il segreto del pezzo stesso, come anche le fughe a specchio dell’Arte della fuga di Johann Sebastian Bach (i contrappunti 13 e 14 per esempio), il Deo gratias attribuito a Ockeghem a trentasei voci, le famosissi me Missa prolationum e Missa cujusvis toni dello stesso autore. E dunque verissimo che, a meno di avere la partitura sotto gli occhi durante lascolto (cosa possibile solo ai pitt che addetti ai lavori), queste sot- tigliezze rimangono inaccessibili alla percezione uditiva e sono accessibili solo dopo accurato studio nelle partiture di Webern, Stockhausen, Boulez € altri loro contemporanei. Ligeti stesso, nel suo celebre articolo “Uber form in der neuen Musik” apparso nel 1966, scrisse che “spesso la musica di alto livello presenta delle costruzioni segrete che sostengono la forma -Machaut, Ockeghem, Bach, Webern, potrebbero essere presi ad esempio-, e ogni genere di musica scritta si giustifica quando il livello del sonoro trasmette i contenuti della scrittura: cid che non & percepito, ma solamente intuito, pud contribuire all’aura di urvarte superiore pitt di quanto non faccia il livello superficiale dell'artigianato compositivo’. Con questo in realta (0 purtroppo, che dir si voglia) si giustificd molta musica successiva, in alcuni casi stracolma dei segni che andiamo in questo testo ad analizzare. Come per sottolineare che la musica, e in ogni caso l'atto compositivo, pud essere destinato pitt all'occhio che all'orecchio. 6 Introduzione ‘Come ho gia avuto modo di scrivere, casi come il Secondo Quartetto di Brian Ferneyough ne sono evidente esempio. Certo @ che questo processo storico non @ stato banale. La storia recente della composizione di questi ultimi due/tre decenni lo dimostra. Al di la del segno grafico e della notazione scelta per questo 0 quell’ffetto o per que- sto o quel gesto, che la partitura debba essere anche a servizio dell’occhio analitico ¢ una preoccupazione nostra come di tantissimi altri compositori (oserei dire quasi connaturata nell'essenza stessa degli studi di composi- zione). Nelle scuole di composizione l'argomento di una “bella” partitura @ ancora molto dibattuto e probabilmente le argomentazioni a favore non sono poi cosi peregrine, cosi come quelle contrarie degne di ancora pit attento ascolto. Senden ephtneytralowroytgn Tet erincmcheasr, Trattato per organo. Parigi, Biblioteca Nazionale, Ms 7202 (XI ‘sec.). Inassenza di adeguata codifica, anche questo modo di notare la musica sarebbe sembrato incomprensibile ai contemporanei del tempo. Paolo Tortiglione Che cosa accomuna, dunque, il codice Chantilly, pieno di canzoni in canoni enigmatici ~come quel famoso canone perpetuo Baude Cordier, scritto con un pentagramma a cerchi concentrici che ha ben poco a che vedere con I'effetto uditivo finale- con Vopera 21 di Webern, ad esempio? Smoje azzarda alcune ipotesi, che accettiamo e condividiamo perché sono anche le nostre e probabilmente perché le ragioni sono sempre le stes- se dai tempi in cui la musica si scrive: per il piacere del gioco, per il piacere del quadrato magico (erano not gia in Cina nei primi secoli dopo Cristo, e forse addirittura gia nel IV secolo a.C), per il piacere dei rompicapi, degli indovinelli e delle partiture-rebus. Ultimamente si 2 dimenticato abbastanza spesso che il gioco fa parte della musica. Non ultimo, il piacere degli occhi: le partiture presentano un indubbio effetto visivo ed estetico, la grafia ela grafica delle partiture spesso fanno risalire alla loro bellezza acustica ed emozionale reale o pitt spesso supposta. Si agaiunga inoltre che nel XX secolo si assiste a un fenomeno nuovo: le tracce dell'opera musicale diventano opere d’arte grafiche (cfr la Hérpartitur © partitura per Vascolto realizzata da Wehinger per Artikulation di Ligeti; Macrocosmos di Georg Crumb; Cymbalon di Klaus Hashagen; Elektronische Studie II di Stockhausen; diverse partiture grafiche di Sylvano Bussotti o il famoso Folio di Earl Brown e moltissime altre) Possiamo considerare tutto questo un puro divertimento o un segno differente? £ senza ombra di dubbio che via via manifestandosi bisogni, radicalmente differenti dal passato, di materiali sonori e forme musicali fino al momento “inaudite’, il compositore si trova di fronte a un compito che deve lui stesso risolvere (¢ solo lui pud): deve, in definitiva (e in molti casi necessariamente: si pensi alla musica elettroacustica) inventare una scrittu- ra, in non pochi casi molto pitt che astratta, per coprire Vesigenza di un’opera singola, di una in particolare. ‘Questo processo alla fine ha portato, di certo poco o non troppo consa- pevolmente, a una molteplicita di modi di scrittura, di effetti e forme che ha si risolto il problema dell opera da realizzare, ma nello stesso tempo ha messo sul tavolo, e, in netta evidenza, la separazione dei segni puramente grafici dalla realta sonora. Per poter dare un significato sonoro, acustico, al segno, la grafica utiliz- zata inizia a esigere la conoscenza di un codice di riconoscimento che, in alcuni casi, diventa legenda dei segni e simboli; in altri casi rimane criptica e lasciata all'interprete. La cosa interessante & comunque il fatto che il segno grafico inizia a fornire alla musica altre due nuove dimensioni oltre alle soli- te: quella spaziale e quella visiva. Introduzione Questo fa dire a Stockhausen, ad esempio, che “il musicista penetra nel dominio del grafico darte quando fa dei disegni che non possono essere pitt codificati musicalmente”. Molti, poi, si sono fatti fascinare talmente dal “disegno musicale” che, pur non capendone il significato, hanno comprato partiture graficamente belle e fate appendere al muro semplicemente per- cché sono molto piacevoli da guardare! Siamo alla culmine di unfepoca: quella dell'ascolto silenzioso della par- titura, delVascolto visivo. Ora Vascolto silenzioso, prima oggetto dei soli compositori o interpreti di grande esperienza, viene in parte “volgarizzato” e la massa degli amatori e/o audiofili pud vedere segni, simboli e partiture grafiche, immaginando suoni che magari mai faranno parte della vera ese- cuzione. Abbiamo voluto estendere il discorso fino a questo punto solo per rivela- re cid che questo libro in realt& ha deciso di non coprire perché out of scope. Gli intenti specifici saranno chiariti immediatamente pitt avanti. Tuttavia ci preme sottolineare la complessita della materia e la necesita di ulteriori e approfondite analisi che non potranno che giovare a una riflessione comune sul futuro della musica colta nel XXI secolo, se mai rimarra tale. A chi si rivolge questo libro Questo libro @ frutto di anni e anni di paziente analisi, raccolta, racconto, ascolto e orchestrazione di partiture appartenenti a grandi autori operanti e viventi prevalentemente nel secolo appena passato. In letteratura ci sono molte opere di grande pregio e di stimatissimi auto- ri, ai quali peraltro sono debitore per gli innumerevoli stimoli a fare sempre i meglio, che prendono in esame il complesso fenomeno della notazione della “musica contemporanea”. Lesigenza di scrivere un nuovo volume su questo tema nasce dalla necessita di dare al compositore d’oggi (giovane allievo o in carriera che sia) uno strumento di uso quotidiano e di ausilio alla composizione strumentale. Ma non é stato sottovalutato anche I'uso del libro da parte dello strumentista che desidera migliorare o approfondire la sua tecnica strumentale attraverso lo studio di notazioni diverse che porta- no inevitabilmente anche a una tecnica diversa, non sempre affrontata nel “normale” curriculum di studi. Pur se contiene oltre 640 simboli, questo libro non @ un catalogo dei segni o dei simboli esistenti in letteratura. Lo scopo catalografico @ stato messo volutamente in secondo ordine per privilegiare invece, tra le diverse varianti di un segno possibile, quella pitt in uso o maggiormente (comune- mente) usata e di uso corrente. Segni di uso generale «Le grandi rivoluzioni nella storia dellarte sono senz'altro determinate da cambiamenti di contest, pis che di stile, nonostante linsegnamento tradizionale di storia della cultura tenda a sottolineare maggiormente icambiamenti di tipo stilstico. Labbondanza di musica per pianoforte nei conservatori maschera il fatto che il pianoforte & uno strumento europeo dda salotto che l mito della sua universalita 8 solo una finzione. Ogni contesto ‘produce una pletora di stil, ma tutti sono governati dalle leg del contenitore nel quale sono generati, Quando cambia il contesto, cambia anche tutto il rimanente. primo grande cambiamento avvenne quando la musica abandon la strada per entrare nelle cattedrali; il secondo con la creazione delle sale da concerto e | teatri ‘operistii; gi studi di registrazione e trasmissione sono responsabili del terzo;infine recupero di echeggianti spazi aperti,siano ess! urbani o rural il pis recente. A ogni camblamento del contesto, una porzione considerevole di cid che una volta cera considerato musica viene buttata via 0 condannata all oblio deglt archivin Murray Schafer Semiography and Semiology of Contemporary Music Segni di durata 1 problema di inventare nuove notazioni e nuovi segni per realizzare le nuove necesita compositive, specie in ambito temporale, fu uno dei primi ad essere affrontati. La notazione tradizionale, pur potendo risolvere il pro- blema tramite l'adozione di continui cambiamenti di tempo e metronomo @ evidentemente deficitaria nel momento in cui tali cambiamenti diventa- no Fessenza stessa del pezzo composto. I segni inseriti in questa sezione davano e danno la possibilita di scrivere pezzi la cui agogica, dal livello macroscopico a quello delle di singole cellule compositive o singoli elementi strutturali, viene demandata in gran parte allinterprete che usa levocazione spazio-temporale che il segno gli fornisce per eseguire gli eventi sonori che la partitura non potrebbe rendere con la classica notazione mensurale a divisione di battuta. Gid da molto tempo, nella musica del secondo dopoguerra, si assisteva al tentativo del compositore di creare un unicum temporale (in certi casi anche spazio-temporale) allinterno del quale collocare gli eventi sonori. ‘Ovviamente la battuta, per quanto irregolare, con la sua divisione non pud che portare una divisione per lappunto precisa del tempo e delle note allin- terno di questo. I segni di seguito mostrano tutti i tentativi, soprattutto quel- i meglio riusciti, di evasione dal metro fisso. Dai nuovi modi di concepire accelerando e ritardando a varianti di ritmo. La notazione proporzionale stata di grande aiuto per tutta la musica che dava allinterprete la possibita di agire sul ritmo e sullagogica generale del pezzo, ma anche le diverse forme che via vai si sono date alla testa della nota sono spesso di grande impulso in questo tipo di ricerca. Gran parte dei segni relativi al ritmo in generale (pause, legature e abbellimenti inclusi) sono tuttoggt in uso. Duration signs The problem of devising new notations and new signs to fulfil new com- positional requirements, particularly as regards time, was one of the first ones to be faced. Traditional notations, although it can solve the problem through the adoption of continuous changes in time and metronome, is obviously insufficient when such changes become the very essence of the composed piece. The signs inserted in this section were making it possible to write pieces the agogics of which, from the macroscopic level to the level of individual composition cells or individual structural elements, are mostly left to the interpreter who uses the space-time evocation that the sign gives him to play the sound events which the score would not be able to express with the classical mensural notation with bar division. Already for a long time, in post World War II music, composers have been trying to create a time unicuum (and in certain cases a space-time unicuum as well) inside 54. ‘Segni di uso generale / Currently used signs / Signes usage courant /Symboe iblchen Gebrauchs [Notaioneproporionle? Proportonal notation Notation proportionnelle Proportionelle Notation ie ce CON IL RITMO ne ‘oGNt 3 CM EQUIVALE Rapidamente con il ritmo variato secondo lo spazio cche separa le singole note. Quickly with the rhythm varied according tothe space that separates individual notes Rapide avec un rythme détermin€ par Fespace qui stpare chaque note ‘Rasch mit varilertem Rhythmus gemiS dem Abstand ‘awischen den einzeinen Noten. Brevi durateil ritmo & determinato dalla spaziatura ‘Short durations: the rhythm is determined by the spacing Bréves durées; le rythme est déterminé par Fespacement Kurze Daur: der Rhythmus ist vom Abstand bestimmt 1H. Ramati, Jews 6 « M. Kagel, Transicidn II G. Ligeti, Aventures - H. Ramati, Petite musique de Nuit Tact Tact (Ogni centimetro equivalead un secondo Every em is equivalent to one second CChaque centimétre équivaut& une seconde Jedes Zentimeter entspricht einer Sekunde Battito metronomico = 60 (simbol di uso comune) ‘Metronome beat = 60 (commonly used symbols) Battement du meétronome = 60 (smboles dwsage commun) ‘Metronomischer Schlag = 60 (abliche Zelchen) 2 Velocith¢stmo sono determinat! dallospanio che separa Tuna data le note (sngole oa gruppd 1 Speed and thythm are determined by the space that separates cach note from the other (individual notes ‘rin groups.» Vitesse etrythme sont déterminés par espace qui sépare ls notes (slées ou en groupe) les unes des autres.» Geschwindgheit und Rhythms sind vom Abstand zwischen den Noten (einzain ‘oder in Gruppen) bestimmt. 3” Impusoritmico determinato dalunita di spanio. + Rhythmic pulse determined bythe spatial unit. + PPalsation eythmique détrminée par Tunite de mesure de espace. « Von der Raumeinhelt festgosetzter shythmischer Impuls. 57 Semiography and Semiology of Contemporary Music Indicason sovrapposte* Placed on top indications Indications superposées Uberliggende Angaben 1s" Durata di esecuzione: 15 secondi Duration of execution: 15 seconds Durée dexéeution: 15 secondes Exehutionsdauer: 15 Sekunden ‘. Bussotti, semi di Gramsci E Donatoni, Solo Durata massima di esecuzione: 10 second ‘Maximum duration of execution: 10 seconds Durée maximum éfexécution: 10 secondes Maximale Exekutionsdauer: 10 Sekunden L. Berio, Sincronie G. Colombo Taceani, Amans supplex 11 numero indica - in second o tempi Ja durata della nota ‘The number indicates - in seconds or beats - the duration of the note ‘Le nombre indique - en secondes ou en temps la durée dela note Die Zahl gibt - in Sekunden oder Tempus - die Dauer der Noten an . Wolff, For § or 10 People H. Birtwistle, Tragoedia D. Bedford, Music for Albion Moonlight + Le tinge adi sopra delle note indicano la durata di esecuzione in second Ovviamente strata di notazione indicativa nella maggior parte deli autor dato che a misurazione del secondo durante Tesecu- tone # a carico dellinterpete.# “The ines above the nots indicat the duration of execution in seconds. Obviously it isan approximate notation for most authors since the measurement of the second during the performance the inter peters duty ¢ Les lignes au-dessus des notes indiquent la durée dexécution en secondes. Evidemment i sagit dune rotation tite indicatf dans a plupart des auteurs Gant donné que la mesure en seconde en cours dexé- cation est la charge deVinterprte.¢ ‘Die Linicn Ober die Noten geben die Exekutionsdauer in Sekunden an. Selbstverstindlich handelt es sich be den meisten Autoren um eine ungefuhre Anmeriung, denn dle Messung der Setunde wihrend der Auffahrung steht dem Vortragenden zu. ¢ 58 ‘Segn di uso generale / Currently used signs /Signes usage courant / Symboleiblichen Gebrauchs | numeri sono in rapporto anita di tempo (pitt veloce) celta dalfesecutore ‘The numbers are related to the time unit (quicker) chosen by the performer Les nombres sont en rapport avec Tunité de mesure (plus rapide) choisie par Fexécutant Die Zablen stehen im Verhaltnis mit der, vom ‘Vortragenden ausgewahlten, (schnellsten) Zeiteinheit H. Pousser, Madrigal 3 La durata di esecuzione @ indicata dalle figure legate sovrapposte; il ritmo & proporzionale alla spaziatura ‘The execution duration is indicated by the slured values of notes placed above; the rhythm {s proportional to the spacing La durée dexécution est indiquée par les figures liées et superposées: le rythme est proportionnel {Tespacement Die Exekutionsdauer ist von den dberliegenden Figaren bestimmt; der Rhythmus ist proportional zu der Vertellung der Zwischenriume M. Davies, Sinfonia Inconnecion withthe Parrappoctdlaforme In Vehiltls zur Form shapecfthenotehead delatiedelanote des Noteshopes s Rispettivamente: 3,2, 1 secondi di durata Respectively: 3, 2,1 seconds of duration Respectivement: 32,1 secondes de durée Jeweils: 3,2, 1 Sekundendauer F. Miroglio, Phases La forme it colore della nota sono da sempre indicat! dl duratalunga o breve. Inquest sega st vede come gi autor! citi abbiano attintoo ala tradizione o comunque a numeri che, ove la forma non rimanda ad una precisa durata,suggeriscono la durataespessa in second. « "The shape and colour ofthe note have always been indicative of long or short duration. In these signs you can see thatthe mentioned authors have drawn on either tradition or in any case, on numbers that, ‘suggest the duration expressed in seconds, where the shape doesnot refer to an exact duration. La forme et a couleur de a note sont depuis tours indicatves une longue ou bréve durée. Dans es signes on vot comment les auteurs cts se Sont insprés soit la tradition sit des nombres qui, de toute facon, lt ot forme ne renvoie ps une dure prise suggient la durée exprimée en secondes.# ‘Die Form und dle Fare sind seit cher Indikatatoren fir hurae oder lange Dauer der Note. Man set in iesen Zeichen wi die uterten Komponsten entweder auf die Tradition zurhckgretfen oder jedoch aut die Zahlen, ie der Daver in Sekunden ensprechen, wo die Form nicht auf eine enave Dave hinweist. Semiography and Semiology of Contemporary Music Valor indeterminat. La durata decresce | spine ‘Valeurs indéterminées. La durée diminue respectivement en procédant de gauche & droite Unbestimmte Werte. Die Dauer nimmt jeweils. von links nach rechts ab G. Amy, Triade Rispettivamente:lunga, media e breve durata Respectively: long, medium and short duration Respectivement: longue, moyenne et bréve durée Jeweils: lange, mittlere und kurze Dauer ‘A. Corghi, Streofonie x 4 Nota di brevissima durata da eseguirsi pit possibile velocemente Note of very short duration to be played as fast as possible Note de durée trés breve qui doit étre exécutée le plus rapidement possible [Note von sehr kurzer Daur, so schnell wie méglich zu spielen L. Foss, For 24 Winds HL. Ramati, jeux 6 L. Berio, Tempi Concertati B. Rands, Actions for six E.Balio, Enigm Segni di uso generale /Currenty used signs /Signes dusage courant / Symboleiblichen Gebraucks Estensione della testa Extension ofthe note Extension dea tte de a note Erweiterung des Notenkopfes dela pot ode atio* head or ofthe beam oudela barretraneversle oder des Stche Durata del suono in rapporto alla lunghezza della linea. (Pur nelle differenti espressioni grafiche i simboliriportati sono di uso corrente) Duration of the sound in relation to the length ‘of the ine (The symbols indicated are in current use, although they use different signs) Durée du son par rapport a la longueur de la ligne (les différentes expressions graphiques les symboles indiqués sont d'usage courant) Dauer des Tones in Verhaltnis mit der Lange des Strichs (Trotz des verschiedenen graphischen ‘Ausdruckes sind die angegebenen Symbole von iblichem Gebrauch) Lissons Bindangen Prolungareilvalore della nota legandola alla successiva Extend the duration ofthe note tying it tothe following one Prolonger la valeur de la note en la lant & la suivante Den Wert der Note durch die Verbindung an die nichste Note verlingern L. Berio, Tempi concertati * Lsegni che estendono la nota oi tatto sono tutoggl in uso al posto della legatura di valore quando ‘questa rchiama uriaccentuanioneritmica che st desiders eliminate oppure in tut que cas in cule alte parti strumenal seguono rtm non defn con precsione metricao temporale.* ‘The sign extending the note or the beam have been in use up to now instead of the te when this suggests rythmic accentuation one wishes to remove or els inal those cases in which the other instru. ‘mental pars follow rythms which are not defined with metrical o ime precision. * Les signes qui étendent la note ou la barre transverse sont jasqu’ anjourd'hal en usage au Hew de 4a lason de valeur quand celle-c appell une acentuation rythmique qun désire diminer ou bien en tous cas quand ls autres partes nstrumentaleseuivent des rythmes non déinis avec precision métrique ou tempore.» Die Zeichen, die de Noten oder die Stricheerweitern, werden noch heutzutage ttt des Bindebogens bbenutt, wo man eine rythmische Akzentulrung, die der Bindebogen ins Gedachtnisruft, wermelden ‘oder in den Fallen, wo die anderen Instrumente nicht genase nach Metrum oder Tempus definierte Rhythmen spelen.» Le legature sono state poco utilizzate per fin diversi quelli che la notazione tradizionale atrbulsce.¢ Slurs have been scarcely used for diferent purposes ftom those that traditional notation usualy as asta them.¢ Les liaisons ont été peu utilisées pour des buts diférents de ceux que la notation tradtionnelle leur assgne genéralement © Die Bindungen sind fir andere Zwecke als sie die traditionelle Notation benutat, wen gebraucht worden ¢ 61 Semiography and Semiology of Contemporary Music ‘Quando le gambette sono unite dalla legature, il suono deve essere sostenuto fino al termine della medesima ‘When the stems are joined by the slur, the sound must be sustained up to the end of the slur Quand les hampes sont unies par la ligature, le son doit étre soutenu jusqu’ la fin de celle-

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