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MASSIMILIANO CITTÀ

TASTI BIANCHI TASTI NERI


(O SULLA RIVOLUZIONE)

Commediola in due Atti


Atto I.

Per la strada.

Un lampione illumina debolmente un angolo di strada. Un anziano


attraversa la scena trascinandosi all’indietro. Una ragazza in bikini
corre da una parte all’altra un paio di volte. Poi, dopo alcuni minuti
di silenzio, due signori distinti, ben vestiti, curati nei particolari,
entrano da sinistra. Lentamente discorrendo si avviano verso il
lampione quando uno dei due scorge qualcosa in fondo. Una serie di
cartoni ricoperti dalla polvere, qualche cassonetto della spazzatura
aperto e sacchi d’immondizia sparsi per la via. Un orologio che segna
la venticinquesima ora. Qualche balcone all’ingiù.

SIGISMONDO Lo vedi?

ERACLE Vedo cosa?

SIGISMONDO Come cosa?! Laggiù sotto il cartone, noti nulla?

ERACLE A dir la verità caro mio non è che si scorga granché. È troppo buio
e i miei occhi affaticati non riescono a metter bene a fuoco.

SIGISMONDO Allora non vedi quella mano?

ERACLE Una mano?

SIGISMONDO Ma che sei cieco? Li sotto quei cartoni! Guarda bene sotto quello
con la scritta fragile che si legge appena, non noti nulla? Li sotto,
proprio li sotto, vedi! Esce una mano! Quella è una mano!

ERACLE Sei proprio sicuro che sia una mano?

SIGISMONDO Che lo vuoi dire a me com’è fatta una mano, ne ho due io di mani!
Vedi!

ERACLE Sarà ma a me non pare. È meglio avvicinarci.


SIGISMONDO Vieni con me, se ti vuoi proprio avvicinare. Non ti fidi proprio dei
tuoi occhi, ma io si. I miei riescono a scorgere uno scarafaggio a
dieci metri, ma non alla luce del sole, quello è da tutti. Ci vedono
tutti alla luce del sole. No non è per me, ti dico che riesco a
scorgere uno scarafaggio dieci metri davanti a me al lume di
candela, con un filo di luce. M’è capitato l’altra notte. Passeggiavo
per i miei passi, per la mia strada no? Come faccio di solito lo sai
bene anche tu che spesso mi fai compagnia. Così passeggiavo, con
le mani tra le braccia pensando ai miei pensieri, passeggiavo e mi
giro verso il vicolo, quello del bar, il vicolo solito e che vedo in
fondo? E sono proprio dieci metri e tu lo sai bene, mi fai spesso
compagnia in quel vicolo, che ti vedo dunque? Ti vedo un piccolo,
minuscolo scarafaggio che attraversa il vicolo. E poi chiamalo
vicolo quanto ti pare che per quell’insetto sarà stato…, che sarà
stato mai? Quanta strada è per uno scarafaggio un vicolo largo tre-
quattro metri? Eh, dimmi quanto?

ERACLE E che ne so io quant’è per uno scarafaggio un vicolo di quattro


metri! Saranno quattro metri!

SIGISMONDO Ma no che dici? Quattro metri per uno scarafaggio? Sono di più!
Saranno almeno dieci, venti o forse più. Ascolta me saranno certo
trenta metri! No aspetta, ragioniamo.

ERACLE Di pure sono qui ad ascoltarti.

SIGISMONDO Dunque, uno scarafaggio è uno scarafaggio giusto?

ERACLE E su questo…

SIGISMONDO Allora … lo scarafaggio … si. Sarà pressappoco così, grande così. (e


indica con le dita la possibile lunghezza di uno scarafaggio). Bene
come puoi ben vedere questo è uno scarafaggio. Ora lo avvicino a
te.

ERACLE (scansandosi d’improvviso). Ma che fai?! Lo sai bene che io gli


insetti non li sopporto proprio.

SIGISMONDO Ma lascia stare non vedi che è immaginario. È il mio scarafaggio


immaginario. Innocuo guarda.
ERACLE Appunto perché è immaginario lo immagino addosso a me, lo vedo
già zampettare per le mia braccia. Allontanalo te ne prego. (così
dicendo Eracle si scosta ancor di più di qualche passo dall’amico
nauseato da quella visione).

SIGISMONDO Allora la finiamo con questa pantomima. Il mio vuole essere un


esperimento scientifico. Voglio stabilire con esattezza quanti metri
sono per uno scarafaggio quattro metri. Ecco tutto!

ERACLE Allora devi usare il metodo, non puoi lanciarti in supposizioni


senza fondamento.

SIGISMONDO È proprio per questo che voglio rapportare lo scarafaggio a te.

ERACLE E perché proprio a me?

SIGISMONDO Perché se siamo in due ed io conduco l’esperimento a chi lo devo


rapportare? Dimmi tu caro il mio saccente scienziato?

ERACLE In effetti …

SIGISMONDO Non perdiamoci in chiacchiere. Allora col mio occhio di lince ho


stabilito che tu sei uno scarafaggio moltiplicato cento. O giù di li.

ERACLE Cosa sarei?

SIGISMONDO Certo tutto è approssimativo, avrei bisogno di un centinaio di


scarafaggi da metterti addosso per avere un riscontro più esatto.

ERACLE Che schifo.

SIGISMONDO Amico mio è per la scienza.

ERACLE Sarà ma a me fa schifo uguale.

SIGISMONDO Se tu sei cento volte il mio scarafaggio allora posso concludere


scientificamente che questi quattro metri sono quattrocento metri.
Ecco la soluzione: quattrocento metri! Eh si non v’è dubbio. È la
scienza e la scienza non può mentire. Ho usato il metodo come tu
dici ed ecco la risposta certa. Certissima. Questa è fatta. Adesso
ritorniamo al mistero della mano. Che ne pensi? Ti sei convinto?
ERACLE In fondo credo che tu abbia ragione, quella mi sembra proprio una
mano, una mano come si deve, proprio una mano a regola d’arte.
Con tutti i santi crismi, una mano con cinque dita.

SIGISMONDO Che ti dicevo io che di mani ne ho due. Che ti dicevo eh? Quella è
proprio una bella mano. Guarda che dita delicate, affusolate. Ma
poi di chi sarà mai questa mano?

ERACLE E che ne so? Che ne pensi? Proviamo a tirarla fuori, per vedere che
c’è dietro?
SIGISMONDO Ma che credi ci sia dietro, secondo te?

ERACLE Non so. Per questo ti dico di tirarla fuori,così vediamo bene cosa
c’è dietro.

SIGISMONDO Non sai? Come? Ma cosa ci sta sempre dietro una mano?

ERACLE Mah? In questo momento …

SIGISMONDO Un braccio! Ecco cosa! Te lo dico io che ne ho due di braccia,


proprio così! Puoi vedere bene! Ecco le mie due braccia ed ecco
due mani, due mani come le tue. Due mani, due braccia. Due
braccia, due mani!

ERACLE Che sciocco a non pensarci prima due mani e due braccia, due
braccia e due mani. Eh, eh, eh, eh c’hai proprio ragione. Che
sciocco che sono! (Si ferma come ad elaborare un pensiero
complesso, poi come folgorato dal fulmine della ragione). Ma allora
sarà meglio lasciar stare, lasciamo quella mano al suo braccio,
lasciamola in pace.

SIGISMONDO Ma che dici? Ti rendi conto? Vedi bene?

ERACLE Veramente a me pare proprio una mano, una mano, si. Una bella
mano! E dietro una bella mano c’è sempre un braccio come dici tu,
vuoi o non vuoi.

SIGISMONDO Ma no! Non vedi che quel cartone copre il corpo! Chissà perché,
chissà perchè quel cartone s’è messo li a coprire il braccio di quella
mano. Sarà meglio accertarsi un po’ della situazione.

ERACLE Beh! In effetti hai ragione! Sarà meglio accertarsi.


Ma il cartone d’improvviso inizia a scuotersi. Da sotto, tra la polvere
umida, esce un lamento, un respiro, qualche parola sconnessa. I nostri
s’allontanano di scatto. Con un balzo indietreggiano di un paio di
metri.

SIGISMONDO Hai visto anche tu? S’è mosso! Il cartone, il braccio, la mano! Ha
parlato pure.

ERACLE L’ho visto proprio. Visto e sentito con i miei occhi e con le mie
orecchie. Quella mano e il suo braccio, lo vedo meglio adesso, si
scorge appena, ma a me sembra un gran bel braccio. Di chi sarà
mai?

SIGISMONDO Perché non chiedere!

ERACLE E si, mi sa che è meglio.

SIGISMONDO Scusi?

ERACLE Senta?

SIGISMONDO Ha bisogno di qualcosa?

ERACLE Vuole aiuto?

SIGISMONDO Dell’acqua?

ERACLE O forse preferisce della grappa. Ne ho davvero di buona in tasca. In


questa bottiglietta che m’ha dato zio. La fa di suo pugno, con le sue
mani. Non come le sue però, quelle di mio zio sono più tozze
molto più tozze.

SIGISMONDO Ma lascia perdere tuo zio! Cosa vuoi che importi al signore di tuo
zio. Vediamo un po’ se il signore ha bisogno d’aiuto. A me sembra
proprio di si.

ERACLE Signor, signor, signor? Ma come si chiamerà poi?

SIGISMONDO E lo domandi a me? A lui devi chiedere!


ERACLE Senta signor?

I lamenti come piccoli lamenti d’animale, guaiti d’un cane ferito si


fanno sempre più intensi e insistenti. I due indietreggiano ancora una
volta. A passo doppio e simultaneo. Da sotto il grosso e spesso strato di
cartoni qualcosa si muove con forza, s’agita senza scoprirsi, si gira più
e più volte. Poi dopo qualche minuto di silenzio scatta in piedi. Quasi
simultaneamente i nostri balzano ancora sempre più indietro fino a
cadere sulle natiche.

SIGISMONDO Ahi!

ERACLE Ahi!
SIGISMONDO S’è alzato!

ERACLE E si. S’è alzato me ne sono accorto. Come no. Lui s’è alzato ed io mi
son seduto. Ahi!

L’uomo sbucato fuori è un giovane di bella presenza. La barba


incolta e i capelli lasciati al caso. I suoi occhi sembrano fissare il nulla.
È coperto da vestiti lisi, strappati qua e là, pieni di macchie e
rattoppati. Si rimette in sesto come fosse un signore che entra a teatro.
Lucida le scarpe bucate, si rassetta le vesti e poi scosta la folta chioma
verso destra. Dritto in piedi si ritrova dinnanzi ai due amici ancora
seduti goffamente per terra.

SIGNORE Signori? Cosa v’è accaduto mai?

SIGISMONDO Siam caduti!

ERACLE Siam caduti!

SIGNORE E per qual ragione? Cosa accadde mai?

I due si guardano perplessi intuendo qualcosa di singolare nel fare e


nelle parole dell’uomo vestito di stracci da sembrar signore.

SIGISMONDO Abbiamo avuto paura.

ERACLE Proprio così. Paura.


SIGNORE E cosa v’avrà fatto mai paura? Ditemi.

SIGISMONDO Beh, lei …, lei così … lei d’improvviso, beh, ecco …, s’è alzato così
d’improvviso …

ERACLE Senza avvertire.

SIGISMONDO Proprio così senza nessun avvertimento, nessun preavviso non è


buona creanza alzarsi senza avvisare.

SIGNORE Scusate signori non avrei pensato di mettervi paura, ma quei


cartoni, vedete sono pesanti e fa un caldo li sotto, e manca l’aria. E
se non respiro, sapete …, se io non respiro sto male, male davvero,
mi sento morire. Devo respirare.

SIGISMONDO Beh, in effetti anche noi.

SIGNORE Anche voi? Davvero strano.

Avanza lentamente verso i due fissando prima uno poi l’altro come
fosse divenuto d’un tratto inquisitore.

SIGNORE Anche voi se non respirate vi sentite morire?

SIGISMONDO Si, è così.

SIGNORE Strano davvero, sarà una malattia.

I due si guardano perplessi. Poi Sigismondo rivolgendosi al signore.

SIGISMONDO Ma com’è che è capitato li. Voglio dire li sotto, come s’è infilato in
quel sudiciume signore?

SIGNORE Mah! Veramente non lo rammento. Non ricordo per nulla come
mi ritrovai li sotto. In effetti voi avete proprio ragione signor mio.
Quello è un posto poco elegante, proprio sudicio. Come quei posti
in cui la gente tenta d’accalcarsi. Tutti lasciano un po’ di loro. Li
sembra esser passato un reggimento. Sporco davvero.

ERACLE Ma signore non avete risposto alla domanda. Come siete finito li
sotto?
SIGNORE Si … ecco …( Si guarda intorno, come disorientato, si gira e rigira su
se stesso, prima molto lentamente, in maniera snervante, poi
accelerando il movimento di rotazione sempre più fino a compiere
delle piroette impazzite su se stesso, vorticosamente fino a piantarsi
sulle gambe. Poi ansimando). Non so davvero cari amici come sono
finito qui. Non ho risposta per questa vostra domanda. Vi prego
non chiedetemi più com’io sia finito qui. Mi prende una sorta di
panico.

I due amici imbarazzati per lo stato d’animo visibilmente scosso del


signore tentano di rincuorarlo.

ERACLE Ma davvero non si preoccupi. Davvero. Era una semplice curiosità.

SIGISMONDO Proprio una curiosità nulla più.

ERACLE Come da bambini si chiede, si, proprio da bambini come quando


albeggia e guardiamo il sole e ci chiediamo come sia finito li e cosa
faccia. È una semplice curiosità una domanda come tante. Non
s’inquieti.

SIGISMONDO Vi ringrazio, vi ringrazio davvero, siete molto gentili è che … che


sento la testa che mi gira intorno e non capisco perché. Come se
avessi ruotato attorno a me stesso vorticosamente. Ma so benissimo
che non è così. Sono rimasto qui fermo con questi due simpatici
vecchi e cari amici a bere il tè parlando della rivoluzione d’ottobre.
Eppure la testa mi gira. Eccome.

I due si guardano sempre più perplessi, senz’avere la più pallida idea


di cosa dire a quel singolarissimo signore.

SIGNORE Dunque dicevamo carissimi?

SIGISMONDO Beh … dicevamo?

ERACLE La rivoluzione!

SIGNORE La rivoluzione?

SIGISMONDO Si la rivoluzione.
SIGNORE Quella Americana?

ERACLE Veramente …

SIGNORE Francese?

SIGISMONDO Beh …

SIGNORE Messicana?

ERACLE Non proprio.

SIGNORE Signori calma, vi vedo leggermente confusi. Rassettiamo i nostri


pensieri. Dissertavamo dunque della rivoluzione, voi mi
chiedevate. Ma alla fine che importa, cosa importa. Il paese non è
importante. Non è rilevante conoscere in quale paese sia questa o
quella rivoluzione. Ogni paese ha avuto la sua. In passato, ne ha nel
presente e sono sicurissimo ne avrà una domani.

ERACLE Domani?

SIGNORE Certissimo signore. Domani.

SIGISMONDO Ma domani veramente noi avremmo …

ERACLE Ma giusto domani la devono fare questa rivoluzione?

SIGISMONDO A pensarci bene ci sarà di certo un motivo.! C’è sempre un motivo


per tutto, una logica spiegazione, ci sarà anche stavolta un valido,
ragionevole motivo. C’è sempre un motivo se l’hanno fissata per
domani. Problemi, impegni, scadenze, contributi, esenzioni.
Domani di certo perché in un altro giorno qualcuno non poteva
esser presente. Ci sarà di certo una ragione perché domani si faccia
questa rivoluzione. O no?

SIGNORE Certo che si. Ogni rivoluzione che si rispetti ha il suo giorno
stabilito.

ERACLE Sa … è che domani noi …


SIGISMONDO Noi domani avremmo un delicato affare importantissimo da
concludere. Non potremmo spostarla di un giorno questa
rivoluzione?

ERACLE Non penso che qualcuno si infastidirà. Per un giorno …

SIGNORE Signori sapete meglio di me che la storia non si può spostare; né di


un giorno né d’un’ora, né, tanto meno, d’un minuto.

SIGISMONDO In effetti.

ERACLE Sarà questione di puntualità.

SIGNORE La storia arriva al momento giusto. Sempre.

SIGISMONDO Ma proprio domani doveva arrivare? Con tutti i treni che portano
ritardo!

ERACLE Iella!

Silenzio. I duei amici inquieti sempre più, camminano nervosamente


incrociandosi più volte, mentre lo sconosciuto signore li osserva
divertito.

SIGNORE Eppure …

SIGISMONDO Eppure cosa?

SIGNORE Eppure un modo ci sarebbe.

ERACLE E quale sarebbe questo modo? Dica , non ci lasci in asso, è


importante, in che modo possiamo risolvere la rivoluzione di
domani?

SIGNORE Ma è semplice! Basterebbe farla oggi!

ERACLE Oggi?

SIGISMONDO Oggi cosa?

SIGNORE Ma la rivoluzione!
ERACLE La rivoluzione?

SIGISMONDO Potrebbe essere un’idea! Se la facciamo oggi in effetti per domani


siamo liberi e possiamo sbrigare le nostre faccende.

ERACLE Si farla oggi! Ma perché?

SIGISMONDO Su questo hai ragione. Oggi perché caro il mio signore? Come ha
detto lei per domani il motivo c’è. La storia, il giorno stabilito,
l’appuntamento, il treno puntuale. Per domani è fatta. La
rivoluzione di domani ha una logica. Ma oggi. Oggi con quale
pretesto? E poi l’organizzazione.

ERACLE Eh si l’organizzazione. Non si può proprio fare una rivoluzione


così. Su due piedi. Bisogna organizzarsi. Nulla va lasciato al caso.

SIGISMONDO Le rivoluzioni improvvisate non riescono mai bene.

ERACLE Finisce sempre che ti viene a mancare qualcosa, e sul più bello.

SIGISMONDO Hai ragione, sul più bello t’accorgi sempre che ti viene a mancare
qualcosa.

ERACLE No! Oggi questa rivoluzione non si può proprio fare. Caro signore
dobbiamo trovare un’alternativa.

SIGNORE Io la mia idea l’ho esposta carissimi e non l’avete accolta. A voi
l’alternativa.

ERACLE Ma caro signore …

SIGISMONDO A proposito come vi chiamate, qual è il vostro nome?

SIGNORE Il nome?

ERACLE Il nome, il nome. Che c’è di strano? L’avrà pure un nome lei.

SIGISMONDO Ce l’hanno tutti.

SIGNORE Cos’è un nome?


SIGISMONDO Ma ci prende in giro. Cos’è un nome? Da uscir matto. Un nome!
Girolamo, Anselmo, Pasquale … Un nome!

ERACLE Ce ne sono tanti, se ne scelga uno.

SIGNORE Uno a caso?

SIGISMONDO Questo incomincia a farmi perdere la pazienza. Il nome!

ERACLE Ho un’idea facciamo così.

E s’avvicina allo sconosciuto tendendo la mano. Questi impaurito


indietreggia.

SIGISMONDO Ma non abbia paura, cosa teme? Vuole soltanto stringerle la mano!

SIGNORE Ma potrebbe farmi male! Non voglio che mi si stringa la mano.

SIGISMONDO Quest’è andato.

ERACLE Ascolti tra gente per bene, tra signori, e lei sarà di certo un signore,
tra signori dicevo, ci si da la mano. Ci si presenta. (Trattenendo
delicatamente la mano dello sconosciuto).Ecco! Piacere io sono Eracle.

Lo sconosciuto sempre più confuso rimane con la mano tra la mano di


Eracle fissandolo stupito.

ERACLE Sono Eracle!

SIGISMONDO È Eracle! Ma l’ha sentito?

SIGNORE Ho capito, ho capito. Eracle. E dunque?

SIGISMONDO Eracle è il suo nome!

SIGNORE Ah! Eracle è un nome?

SIGISMONDO Si un nome, un nome, Eracle è un nome, come il mio.

SIGNORE Anche lei ha un nome come quello di Eracle? Anche lei è Eracle?
SIGISMONDO Nooo! Eracle è Eracle, io sono Sigismondo. Si-gi-smo-n-do!

SIGNORE Sigismondo? Anche Sigismondo è un nome?

SIGISMONDO Si un nome, proprio un nome, ed è il mio!

SIGNORE Ma come fa un nome ad essere Eracle e pure Sigismondo?

SIGISMONDO Ma che sta dicendo?

SIGNORE Dicevo come stabilite…, secondo quale criterio il nome è Eracle?


Come può Eracle divenire Sigismondo?

SIGISMONDO Io non ci capisco più niente. Ma cosa farnetica questo tizio?

SIGNORE Signore mi permetta d’esporre il mio pensiero senza aggredirmi,


rispettando le nostre posizioni così distanti come mi pare di poter
capire.

SIGISMONDO Ma da dov’è sbucato fuori questo. È colpa mia, io e i miei occhi di


lince che scrutano tutto al buio, persino uno scarafaggio a dieci
metri. Che poi sono di certo molto di più per uno scarafaggio.
Dovrò approfondire i miei studi in merito. Ma andiamo a noi …
invece di uno scarafaggio cosa ti vado a vedere una mano, la sua
mano. Che non vuole nemmeno la si stringa, il signore.

SIGNORE Allora si calmi caro Sigistondo, si calmi.

SIGISMONDO Sigismondo! Sigismondo ! SI-GI-SMO-N-DO! Mi chiamo


Sigismondo!

SIGNORE Chiaro! Chiaro amico mio è chiarissimo. Ma ascolti attentamente


il mio quesito. La domanda che mi pongo è la seguente: come fa
un nome ad esser ora Eracle ora Sigismondo? Come può, e
secondo quale criterio mutare da Eracle in Sigismondo?

SIGISMONDO Ma non muta nulla, niente di niente. Caro il mio signore nulla
cambia. Un nome è un nome. Il mio, il suo, quello vostro. Come
glielo faccio capire. Un nome!

SIGNORE Il suo nome qual è?


SIGISMONDO M’arrendo Eracle parlaci tu.

ERACLE Eppure credo di capire quel che vuole dire il signore.

SIGISMONDO Tu capisci? Tu riesci a comprendere quello che questo tipo qui sta
farneticando?

SIGNORE Risponda alla mia domanda. Allora qual è il suo nome?

SIGISMONDO Ma l’ho detto e ridetto mille volte. Com’è sordo? Sigismondo, ecco
questo è il mio nome. Per l’ultima volta.

SIGNORE Per l’ultima volta il suo nome sarà Sigismondo?

SIGISMONDO Basta! Non lo sopporto più andiamo.

ERACLE Aspetta!

SIGNORE Ascolti il suo amico, attenda un attimo, non sia impaziente le


spiegherò il mio pensiero. Dicevo del suo nome. Abbiamo capito
tutti, tutti quanti che il suo nome sia Sigismondo e quello del
nostro caro amico Eracle. Assodato. Ma come fa ad essere ora
Eracle ora Sigismondo?

SIGISMONDO Mettiamo in chiaro questa questione. Quando sono io è


Sigismondo, quando è lui allora è Eracle. Sigismondo-Eracle.
Eracle- Sigismondo.

SIGNORE Ed io?

SIGISMONDO Ma se ha appena detto che non sa quale sia il suo nome!

SIGNORE Ma come posso fare? Come faccio senza un nome. Senza il mio
nome!

ERACLE In effetti è un problema. Noi il nostro nome l’abbiamo. Ce l’hanno


messo, ce l’hanno dato. Credo che senza il mio nome sarei perso.
Immaginate io, io senza il mio nome, senza Eracle. Senza il mio
nome! No, no abbandonami cattivo pensiero. Non oso
immaginare come potrei essere ridotto a quest’ora senza il mio
Eracle.
SIGISMONDO Beh potresti essere stato Sigismondo. No?

ERACLE Ma non sarebbe la stessa cosa. Vedi, non mi sta. Pensa se tu ti


chiamassi Eracle. Ti ci vedi tu in Eracle?

SIGISMONDO A dire il vero non mi ci vedo proprio. Hai perfettamente ragione


caro mio, mi sentirei in imbarazzo, impacciato perfino. A ciascuno
il suo nome.
SIGNORE Ma è così importante poi avere un nome?

SIGISMONDO Certo che si.

ERACLE Assolutamente! Come potremmo fare senza.

SIGISMONDO Immagini d’essere senza nome. Non avrebbe nessuno che la


chiama.

ERACLE Che la invita a cena.

SIGISMONDO A giocare a golf.

ERACLE E il bridge dove lo mettiamo. Come si può giocare a bridge senza


un nome?

SIGISMONDO Allora s’è per questo nemmeno a poker.

SIGNORE A briscola?

ERACLE Niente. Soprattutto quando è chiamata.

SIGNORE Scopetta?

SIGISMONDO Non credo, non credo si possa giocare senza avere un nome a
scopetta, non ricordo ci siano stati casi in merito.

SIGNORE Rubamazzi?

ERACLE Come puoi rubare a qualcuno senza conoscerne il nome? Non se


ne parla nemmeno.

SIGISMONDO Ascolti se lei vuole giocare a carte le serve per forza un nome.
ERACLE A dire il vero anche se volesse chiamare qualcuno al telefono dal
centralino. Immagino già quando il centralinista le chiederà scusi
chi devo dire … e lei, beh veramente non so, e il tipo come non sa?,
e lei non conosco il mio nome, e l’altro ma sta scherzando? E lei
nient’affatto non potrei mai scherzare su una questione del genere,
su un nome, sul mio perfino, anche se non lo conosco. Che ridere.
Mi creda anche per parlare al telefono le necessita un nome, è
indispensabile.
SIGISMONDO D’accordissimo con Eracle, e che dire della patente, come potrà
guidare l’automobile senza avere un nome, a chi eleveranno
contravvenzioni i vigili? Che disgrazia nemmeno le multe,
nemmeno le contravvenzioni senza nome.

SIGNORE Ma non lo ricordo per nulla signori miei. Come posso fare?
SIGISMONDO E che ne posso sapere io. Se non lo conosce lei il suo nome come
posso saperlo io.

ERACLE Ma avrà con se un documento?

SIGISMONDO Certo come non averci pensato prima. Un documento!

SIGNORE E cos’è mai questo documento.

SIGISMONDO Un documento, un documento è un documento!

ERACLE Carta d’identità, patente.

SIGNORE A dire il vero non ho mai sentito nominare queste cose.

SIGISMONDO Ma questo è venuto giù dalla luna, e proprio addosso a noi doveva
cadere?

SIGNORE Prego?

SIGISMONDO Niente niente, non faccia caso alle mie parole, inizio a farneticare
anch’io.

ERACLE Mi permette caro il mio signore?

SIGNORE Di far cosa?


ERACLE Di metterle le mano addosso

SIGNORE Non se ne parla nemmeno. Nessuno mi mette le mani addosso,


nessuno senza il mio permesso.

ERACLE E lei me lo da?

SIGNORE Dipende.

SIGISMONDO Eracle che ti piglia?

ERACLE Sta’ tranquillo, volevo fugare nei vestiti per vedere se il signore
porta con sé qualche documento. Allora caro mio permette di
frugarle addosso?

SIGNORE Ah, se è per questo allora, si accomodi pure.

Eracle inizia a palpeggiare lo sconosciuto prima con discrezione,


quasi vergognoso poi si lascia andare, ambiguamente e lo sconosciuto
inizialmente infastidito, accoglie le avance di Eracle con gusto.

ERACLE Nulla, non ha assolutamente niente addosso.

SIGISMONDO Nemmeno la carta d’identità.

ERACLE Quando mai.

SIGISMONDO E il codice fiscale?

ERACLE (rivolto a Sigismondo sottovoce) Per me questo qui non paga


nemmeno un centesimo di tasse.

SIGISMONDO Tutte le fortune a quelli che non meritano, e pensare che non ha
nemmeno un nome.

SIGNORE Ma potreste darmi una mano, che so ... A guardarmi in faccia che
nome mi dareste? Osservatemi bene. La faccia, le mani, il mio
vestito. Vi ricorderanno tutte queste cose un nome?

ERACLE Potremmo provarci. Non costa nulla.


Così i nostri si avvicinano allo sconosciuto con fare indagatorio, come
fossero dottori di fronte al paziente in cerca di diagnosi. Auscultano il
petto, spalancano le pupille, controllano la dentatura, possibili calli
sulle mani, la schiena s’è dritta, le gambe, i capelli perfino.

ERACLE Che ne pensi?

SIGISMONDO Non saprei che dire.

ERACLE Ma questo neo, qui dietro la nuca potrebbe portarci a qualcosa,


indica qualcosa secondo te?

SIGISMONDO In effetti potrebbe essere un indizio. Credo che sia presto per
arrivare a conclusioni, sarebbero di certo affrettate. Cerchiamo
meglio. Forse tra le rughe potremmo trovare qualche conferma,
perch’io in realtà qualche sospetto l’avrei.

SIGNORE Davvero? E mi dica non mi tenga sulle spine!

SIGISMONDO No, ancora non è il momento! Non voglio giungere a false


conclusioni. Non sarebbe professionale, è meglio indagare
ulteriormente.

ERACLE Sono d’accordo con te. Indaghiamo.

Riprendono con più lena le ricerca nella speranza di carpire qualche


indizio che possa indicare il nome del povero sconosciuto. Rovistano
nei pantaloni, controllano le suole delle scarpe e annusano le calze.

ERACLE Sigismondo! Sigismondo!

SIGISMONDO Che c’è?

ERACLE Guarda qui, proprio qui.

Indicando il ginocchio sinistro scoperto.

ERACLE Vedi un mio amico ha la stessa cicatrice sul ginocchio sinistro,


proprio così, identica.

SIGNORE E come si chiama questo vostro amico?


ERACLE Temistocle.

SIGISMONDO Si lo ricordo bene. Lo conosco anch’io Temistocle. Quel simpatico


vecchietto senza capelli che cammina col bastone, tozzo e ricurvo
sulla schiena. Simpatico vecchietto proprio. Compagno di
indimenticabili bevute.

SIGNORE Si … mah … veramente io ho ancora tutti i capelli e non uso


bastone e credo d’avere pressappoco quarant’anni e giù di lì.

ERACLE Dettagli. Stupidi dettagli! Che importa! La cicatrice è identica a


quella di Temistocle.

SIGISMONDO Sei proprio sicuro? Rifletti bene. Cicatrice nel ginocchio sinistro?
Perché ogni dettaglio potrebbe essere fondamentale per la nostra
ricerca. Pensaci perchè adesso che ricordo non sono così sicuro,
non mi pare proprio che sia lo stesso ginocchio. Rifletti tu che lo
conosci meglio.

Eracle inizia a pensare camminando attorno ai due, cambiando


direzione ad ogni giro. I due attendono impazienti le conclusioni. Poi
si blocca d’improvviso e imprecando.

ERACLE Dannazione hai ragione. La cicatrice è in quello destro. Se l’è


procurata con un coltello da cucina. La moglie lo scagliò addosso al
povero Temistocle. Sulla gamba destra! Ricordo bene c’ero anch’io.
No! Niente da fare. Non è Temistocle.

SIGNORE Peccato! Peccato davvero. Temistocle non era male. Questo


Temistocle, me lo sentivo quasi addosso. Mi calzava alla perfezione.

ERACLE No, non può essere. Per nulla al mondo si può avere un nome che
non è proprio e Temistocle è di Temistocle.

SIGISMONDO A questo punto direi d’andare.

SIGNORE Andare?

ERACLE Ma dove?
SIGNORE Si dove? Come e dove posso andare senza un nome? Non uno
qualsiasi ma il mio!

SIGISMONDO Andiamo per gradi. Può camminare senza? Faccia la prova, su


compia qualche passo.

Il signore in maniera stentata inizia a fare qualche passo come


timoroso, come avesse problemi alle ginocchia. Poi con più sicurezza
fino a rizzarsi perfettamente in piedi.

SIGISMONDO Ha visto! Per adesso non è poi così grave. Può continuare ad
andare avanti senza il suo nome. Ma non abbia paura siamo qui per
aiutarla, lo troveremo stia certo. Lo troveremo. Non mi chiamo
Sigismondo se fallirò in questa ricerca.

ERACLE Ed io Eracle!

I tre s’incamminano per la via abbandonando la luce del lampione.


Rientra in scena la donna col bikini percorrendo il proscenio come
invasata. L’anziano col bastone ritorna, stavolta dalla parte opposta,
col suo incedere a gambero.

Fine Atto I.
II Atto

In casa.

Salotto dell’abitazione di Eracle. Qualche mobilio antico disposto alla


rinfusa: dei tappeti, qualche colonnina, un divano, due poltrone, un
tavolino e alla parete sinistra uno scalcinato pianoforte di fronte la
porta d’ingresso.

Il signore sta sdraiato sul divano con una benda sulla fronte, Eracle si
occupa del malato togliendo la benda e immergendola in una
bacinella piena d’acqua mentre Sigismondo rimane seduto nella
poltroncina di destra silenzioso a riflettere.

ERACLE Questa situazione non può andar più oltre, va a finire che questo
povero signore mi muore qui sul divano. Un morto in casa mia
non sia mai! È da quando venne a mancare la mia cara nonnina che
non muore più nessuno in casa. No! Assolutamente no!
Quest’uomo non può morire qui!

SIGISMONDO Ma che vai a dire morire, morire! Ti sembra che sia nelle
condizioni di un uomo che sta morendo? Non dir sciocchezze
piuttosto siedi anche tu, non posso vederti andar di qua e di là con
questa benda bagnata che cambi in continuazione. Dai tregua a
quel pover’uomo, così davvero l’ammazzi.

ERACLE Non dire stupidaggini Sigismondo non uccido un uomo da anni,


da quando, ricordi, in quella battuta di caccia, per sbaglio …

Attimi d’imbarazzato silenzio.

SIGISMONDO Ma va! I morti del passato vanno seppelliti nella memoria, e poi, è
capitato a tutti che in qualche battuta di caccia ci scappi il morto,
per sbaglio. Capita! Quando s’ha un arma per le mani va a finire
sempre che muore qualcuno. Per sbaglio!

ERACLE Hai proprio ragione! Cosa vado poi a pensare io. Comunque non
uccido un uomo da quell’occasione. (Si ferma di scatto, si volta
verso il signore disteso e poi con un filo di voce). Beh se si eccettua
quell’incidente del mese scorso in cui, ricordi bene anche tu, si
quell’incidente in cui per caso, malauguratamente misi sotto
quell’anziano signore, così simpatico, ma distratto, altroché.
SIGISMONDO Certo che si! Certo che era proprio distratto quel tipo, s’era preso
la briga d’attraversare la strada mentre noi si faceva quella solita
garetta notturna d’auto d’epoca. Cosa mai passerà nella testa della
gente? Attraversare la strada di notte nel bel mezzo di una
tiratissima gara d’auto d’epoca! Ricordo bene i danni alla
carrozzeria della tua splendida Giulietta. Che spreco. E tutto ciò
per semplice distrazione, distrazione!

ERACLE Al giorno d’oggi si deve proprio stare attenti, si muore per un non
nulla, per distrazione, dici proprio bene, per distrazione.

SIGISMONDO E sia non ci distraiamo proprio adesso, non vorrei che questo
pover’uomo muoia qui tra i nostri discorsi.

ERACLE E soprattutto sul mio divano, è dai tempi di nonna …, beh se non
teniamo conto della governante …

SIGISMONDO Ti prego non produrre ancora eccezioni, mi sembra d’esser


piombati nel bel mezzo d’un processo, a via di eccezioni ci sta
sfuggendo di mano il vero problema, trovare un nome a questo
tizio, il suo almeno, prima che muoia.

ERACLE Assolutissimamente! Non sta bene morir senza un nome. Non è


elegante, non è da persone per bene.

SIGISMONDO E poi non in questa casa, dico bene?

ERACLE Benissimo! Si dia il caso che in casa mia non sia mai morto
nessuno che non avesse un nome, sia pur un nomignolo. Piccolo,
piccolo. Ridicolo. Ma pur sempre un nome.

SIGISMONDO A proposito, per curiosità, dato che siamo nel discorso no, è da un
po’ che ci pensavo, da qualche settimana avrei voluto chiedertelo
ma adesso che siamo caduti nel discorso mi sembra il momento
opportuno. Ecco volevo chiederti ma accadde qui o dai Verdoni?

ERACLE Cosa?

SIGISMONDO Non ricordo bene proprio per questo ti chiedo caro mio. Accadde
qui che morì improvvisamente quel venditore ambulante di cui
nessuno conosceva il nome?
ERACLE Adesso che mi fai riflettere credo di si … Certo! Morì proprio li,
all’uscio. Suonò il campanello e la povera governante … (e si fa il
segno della croce volgendo gli occhi in alto) … la cara, povera
governante aprì la porta e chiese cosa volesse quel buffo venditore,
aveva proprio di tutto nella sua cesta, una cesta in vimini che
portava a braccio, stoffe, lenzuola, ninnoli, così che la cara
governante chiamò a gran voce la mia povera vecchia nonna… (e
rifà il segno della croce rivolgendo nuovamente lo sguardo verso l’alto)
… ma la povera nonnina non fece in tempo ad arrivare sulla porta
che il simpatico venditore morì d’infarto così, senza dir nulla, senza
nome. Si! Accadde proprio in casa nostra e non dai Verdoni, lì mi
sembra che ci fu un’altra vicenda ma adesso mi sfugge.

SIGISMONDO Dunque ricordavo bene, la mia cara memoria non mi tradisce mai,
proprio come la mia vista.

ERACLE Ah si, per via degli scarafaggi.

SIGISMONDO Troppe chiacchiere caro il mio Eracle, troppe chiacchiere c’è da


trovare un nome a quest’uomo.

ERACLE Dici bene, è ora di metterci al lavoro.

Il signore disteso sul divano incomincia ad agitarsi, lamentandosi.


Eracle accorre ricambiando le bende ma il signore in un gesto
d’insofferenza la getta in faccia a Sigismondo che s’alza di scatto.

SIGISMONDO E ci risiamo. Questo giovanotto m’ha preso in antipatia, ed io che


sto qui a spremere le mie meningi per trovare il suo nome, cerco
indizi che la testa mia sta andando in ebollizione e questo che fa?
Mi getta la pezza bagnata in viso! Gente moderna senza alcuna
educazione, senza educazione né nome!

ERACLE Sta calmo Sigismondo non vedi che è in difficoltà, soffre,


pover’uomo.

SIGISMONDO Si, vedo, vedo e sento. Ho la faccia tutta bagnata.

Il signore s’alza e si risiede sul divano.


SIGNORE Cari amici rieccovi! Ho come fatto un bruttissimo sogno, ero per
la strada, camminavo, e la gente mi fissava sorridendo, poi d’un
tratto mi si avvicina una fanciulla e mi addita, si mette a
gironzolare, mi gira intorno, canta e scherza con le sue amiche, le
chiama, tutte, una per una, le chiama attorno a se, attorno a me, e
poi sempre ridendo e canticchiando dice alle amiche che io sono il
tizio senza nome e salterellando va via. Che incubo, sudo freddo,
mi mancano le forze. Senza nome, sento ancora la vocina di quella
bimba che rimbomba nella mia testa. Che dolore profondo, cari
miei, che angoscia non aver nessuno che possa chiamare il mio
nome, sussurrarlo, imprecarvi, cantarlo. Che dire, se dio non avesse
un nome come potremmo pregare?

SIGISMONDO O bestemmiare.

ERACLE Sigismondo!?!

SIGNORE Beh ha ragione. Pregare o bestemmiare pure, invocare un nome


almeno, scagliarsi contro un nome, un qualsiasi nome, qualsiasi,
qualunque, un nome, un nome ch’io non ho.

SIGISMONDO Giovanotto non ti affliggere, ti do la mia parola, noi troveremo il


tuo nome.

SIGNORE Grazie per la fiducia, grazie davvero, senza voi adesso sarei perduto,
o forse ancora sotto quel letame.

ERACLE Bando alle ciance al lavoro. Beh .. al lavoro ma che si fa?

SIGNORE Si che fare?

SIGISMONDO Signori usiamo la testa, riflettiamo sul come poter scovare il nome.
Per strada abbiamo visto come sia difficile rintracciare un nome,
vediamo di trovarlo in casa.

SIGNORE Giusto!

ERACLE Ben detto!

Il signore s’alza e inizia a camminare con passi lenti, insicuro e gira


per il salotto nel frattempo i due confabulano.
SIGISMONDO Figliolo scusa se insisto ma tu non rammenti proprio nulla? Niente
di niente?

SIGNORE Assolutamente signore, nulla.

SIGISMONDO Qualche dettaglio, qualche spunto, una porta che ci apra la via del
tuo passato?

ERACLE Anche una finestra! Una finestra è più che sufficiente.

SIGNORE Fatemi pensare, anche se mi duole la testa mi sforzerò. È pur


sempre il mio nome che cerco.

SIGISMONDO Bravo ragazzo!

ERACLE Sia lodato!

SIGISMONDO Sempre sia lodato.

ERACLE Amen.

SIGNORE A veder bene mi sovviene un giardino e una casa e un viale e …

SIGISMONDO E…

ERACLE E…

SIGNORE E…

SIGISMONDO Avanti ragazzo, ci siamo e …

SIGNORE Alberi!

SIGISMONDO Bene, alberi!

ERACLE Che tipo d’alberi? Faggi, pioppi, querce, cipressi?

SIGISMONDO Eracle che domande! Lascialo riflettere!

ERACLE Era per sapere. Ogni viale ha una sua forma dettata dal tipo
d’albero che lo disegna.
SIGNORE Ah si?

ERACLE L’ho letto nella rivista di botanica che m’arriva puntualmente ogni
mese per posta.

SIGNORE Interessante, ehm… di che parla questa rivista?

ERACLE Mah, di come si piantano i semi, i metodi d’innaffiamento e ottimi


consigli per il travaso, e poi c’è una interessantissima sezione
dedicata alle immagini di piante, stranissime davvero, di certo
originali, se vuoi te la faccio vedere è la dentro nello studio.

SIGISMONDO Allora! La vogliamo smettere con questo pollice verde. Lo


dobbiamo trovare questo nome o no?

SIGNORE Hai ragione Sigismondo. Andiamo avanti.

ERACLE Si, si. (rivolgendosi al signore) Comunque dopo ti faccio dare


un’occhiata.

Sigismondo si alza e incomincia a girare attorno al tavolino. Dopo


qualche giro Eracle lo segue. Il signore sconfortato s’avvicina al
pianoforte.

SIGNORE Cos’è quest’arnese?

SIGISMONDO Ci risiamo!

ERACLE Un pianoforte.

SIGNORE Un che?

SIGISMONDO Un pianoforte! Un pianoforte! Che non hai sentito mai parlare


neanche d’un pianoforte?

SIGNORE Veramente no!

ERACLE È uno strumento musicale, delicatissimo, dolce, dolcissimo ma allo


stesso tempo può essere rude, forte, sfrontato.
SIGISMONDO Ti prego, non usare questi termini se no si ricomincia daccapo.

SIGNORE Interessante ma come si utilizza?

ERACLE (S’avvicina, solleva il copri tasti, toglie il panno e indica la


tastiera) .Vedi questi sono i tasti. A ciascun tasto corrisponde un
nota, un suono.

SIGNORE Perché alcuni sono bianchi ed altri neri.

ERACLE Figliolo è complicato spiegartelo in poche parole quelli bianchi


corrispondo ai suoni naturali mentre quelli neri a quelli alterati.

SIGNORE Alterati.

SIGISMONDO Dio abbia pietà.

ERACLE Ti ripeto è così complicato che nemmeno io so perché.

Il signore si siede sullo sgabello e inizia a toccare la tastiera in lungo e


in largo, poi si sofferma insistentemente su una nota fino a ribatterla
ossessivamente.

SIGISMONDO Pietà!

ERACLE Su giovanotto al lavoro, lascia stare, ti assicuro che appena


troveremo il tuo nome ti impartirò delle lezioni di piano.

Il signore smette di martellare sui tasti e i nostri ricominciano la loro


ricerca.

SIGISMONDO Direi che sarebbe meglio ricominciare la ricerca personale,


indagare su di lui.

ERACLE Ottima idea, son convinto che abbiamo tralasciato qualche


particolare.

Nel frattempo il signore ricomincia a suonare

SIGISMONDO Ma cos’avrò mai fatto al buon dio!


ERACLE Zitto! Sigismondo zitto ascolta!

SIGISMONDO Ascoltare cosa?

ERACLE Ascolta! Chi ti sembra?

SIGISMONDO E che ne so! È una notte intera che cerchiamo il suo nome.

ERACLE Non il nome, non il nome, la musica che sta suonando.

SIGISMONDO Beh …

ERACLE Beethoven!

SIGISMONDO Beethoven?

ERACLE Lo riconosco benissimo! È Beethoven

SIGISMONDO Ma se nemmeno sapeva cos’era il pianoforte, adesso mi suona


Beethoven, da non crederci.

ERACLE E come suona, ascolta che tocco delicato. È un pianista non c’è
dubbio, un bravissimo pianista.

A queste parole il signore interrompe l’esecuzione del pezzo e si rivolge


a Eracle.

SIGNORE Sei proprio sicuro che io sia un pianista?

ERACLE Certissimo. Soltanto un pianista può interpretare a questa maniera


Beethoven.

SIGISMONDO Beh forse siamo più vicini di quanto credessi alla soluzione. Che
nome può avere un pianista?

ERACLE Bravo?

SIGISMONDO Che importa, bravo, bravo o scarso! Un nome, un nome di


pianista, sputa su!

ERACLE Sul momento… mi prendi alla sprovvista.


SIGISMONDO Caro mio non ci siamo tu l’hai fatto pianista e tu ora mi dai questo
nome. Così funzionano le cose.

ERACLE Ma caro mio, adesso … mi trovi, beh … non sarei poi così sicuro.
C’è stato un passaggio che non mi ha convinto, forse, forse non è
poi così certo che sia un pianista. Sai quel passaggio, impreciso,
mal calibrato, quasi fosse un …

SIGNORE Un …

ERACLE Mah forse un chitarrista?

SIGISMONDO Ci risiamo (e si getta affranto sul divano).

SIGNORE Vorrei che voi riusciste a dirmi chi sono realmente. Dai miei gesti,
dalle mie parole, poteste trarre qualcosa.

ERACLE Certo così potremmo benissimo dir ciò che pensa.

SIGISMONDO (s’alza di scatto) Certissimo! Ogni uomo agisce e parla per ciò che
pensa.

SIGNORE (sognante e languido) Vorrei avere un nome per nascondere dietro


le lettere le mie angosce e le paure.

Eracle si getta esausto sulla poltroncina di destra, così fa Sigismondo


in quella di sinistra. Il signore affranto si lascia cadere nel divano.

SIGNORE Basta!

ERACLE Incredibile non c’è verso d’uscire da questa situazione.

SIGISMONDO Ho paura di sentir vicino la sconfitta. Ah Caro Sigismondo! Non


ti sei arreso mai di fronte a nulla né piegato in guerra, nel lavoro.
Sei riuscito perfino a sopravvive al matrimonio.

ERACLE Tu si ma tua moglie?

SIGISMONDO Chiacchiere. Ho resistito a tutto dicevo, ma qui, di fronte


quest’uomo che probabilmente morirà senza nome, io mi fermo e
cedo il passo a quelli che verranno!
Silenzio.
I tre piombano nel più desolante sconforto.

SIGNORE Aspettate!

SIGISMONDO Cosa?

ERACLE Chi?

SIGISMONDO Quando?

ERACLE Come?

SIGISMONDO Perchè?

SIGNORE Basta! Basta! Ascoltatemi e state zitti! Silenzio!

ERACLE Oh che tipo.

SIGISMONDO Che caratterino.

SIGNORE Scusate amici miei ma forse ho trovato la soluzione è l’ultima


possibilità che mi rimane, ma avrò assoluto bisogno di voi, della
vostra collaborazione. Avvicinatevi dunque.

I due si accostano al divano, si seggono e iniziano a confabulare col


signore. Poi dopo alcuni minuti di acceso dibattito il signore scatta in
piedi.

SIGNORE È deciso, cari miei, bisogna agire. Auguratemi buona fortuna, ne


ho bisogno.

SIGISMONDO Sarà ma a me questa soluzione non convince.

ERACLE Su Sigismondo proviamo, le abbiamo tentate tutte perché non


questa?

SIGISMONDO Bah! Comunque non mi tiro indietro certo io. Su giovanotto, va e


fai quel che devi fare.
Il signore esce.
I due rimangono seduti sul divano un accanto all’altro.

ERACLE Che vicenda! Da non credere. Quando la racconteremo giù agli


amici del circolo stenteranno a crederci. Potrebbero scambiarci per
folli rincitrulliti.

SIGISMONDO Già immagino l’espressione di GianGiacomo con quel suo fare


altezzoso, snob perfino, che poggiando il suo occhialino sulla
punta del naso, com’è solito fare, ci squadrerà per interminabili
minuti sentenziando come sempre.

ERACLE Hai proprio ragione. Le mie orecchie sentono già le sue viscide
parole scivolare su quella pronuncia da finto francese. (prova
goffamente ad imitare con voce nasale l’accento francese) «Signori ma
che storia è mai questa. Dove mai s’è visto che un uomo vada alla
ricerca del proprio nome. È una follia bell’è buona. O magari
qualche moderna trovata per far trascorrere il tempo, trastullandosi
con un paio d’ingenuotti come voi. Ah, ah, ah, ah.»

SIGISMONDO Dici proprio bene, già le mie orecchie rabbrividiscono ad


immaginare quella sordida risata. Proporrò al circolo di vietare le
risate. Nessun socio dovrà ridere all’interno del circolo.

ERACLE Dici bene caro amico mio, dici proprio bene è ora di finirla con
queste risate. Appoggerò in pieno la tua mozione e m’impegnerò
affinché passi al consiglio. Vinceremo come accadde tempo fa
quando, mirabilmente, proponesti di accedere al circolo a volto
coperto affinché non si venisse disturbati dai volti antipatici che
non eravamo riusciti a far espellere.

SIGISMONDO Quella si che fu una gran trovata. Una meravigliosa battaglia.


Asperrima e vincente. La lotta politica all’interno del circolo,
ricordi bene, si fece aspra e con qualche colpo basso ma alla fine
riuscimmo a spuntarla.

ERACLE Come dimenticarla. I Contini, antipatici fino al midollo dell’osso


che si opposero strenuamente ebbero ciò che meritavano.

SIGISMONDO Peccato per la Jaguar. Che automobile meravigliosa! Come non ne


fanno più al giorno.
ERACLE Eh si gran bella macchina, che fine orrenda che gli è toccata,
carbonizzata dopo l’esplosione. Booooooom!! Lo ricordo ancora.

SIGISMONDO Che bagliore! Un bagliore d’altri tempi.

ERACLE Già, già. Quelli erano altri tempi altro che questi. Non accade nulla
di nuovo.

SIGISMONDO Che se non avessimo quell’affare così importante domani,


t’assicuro parteciperei alla rivoluzione. Così per rompere la
monotonia del tram tram quotidiano.

ERACLE Sono d’accordo con te, se non fosse per quella questione da
risolvere mi getterei con anima e corpo nella rivoluzione di
domani, è per una giusta causa.

SIGISMONDO È sempre per una giusta causa.

ERACLE Sempre.

SIGISMONDO Eppure appena sarà concluso quel nostro affare vorrei proporti di
organizzarla da noi una bella rivoluzione. Con tutti i santi crismi.
Metter tutto a punto preventivamente, non lasciar nulla al caso.

ERACLE Come sempre hai delle gran trovate e anche in questa nuova
avventura t’appoggerò fino in fondo amico mio.

Suonano alla porta.

ERACLE Chi sarà mai a quest’ora Sigismondo?

SIGISMONDO Non saprei e poi è casa tua dovresti averne un’idea tu. Attendi
visite?

ERACLE Assolutamente!

SIGISMONDO Far congetture non serve va ad aprire e saprai.


ERACLE Si vado. (E s’incammina verso la porta. Apre. Si ritrova il signore
senza nome.)

ERACLE Buona sera desidera?


ASDRUBALE Buona sera a lei, piacere io sono Asdrubale. Non si ricorda?

ERACLE Come No! Carissimo il mio Asdrubale! Come mai da queste parti
e a quest’ora della notte?

SIGISMONDO Asdrubale! (e s’alza dalla poltrona incamminandosi verso il nuovo


arrivato).Carissimo vecchio Asdrubale, Asdrubale mio, ma che
bellissima sorpresa. Asdrubale! (e lo abbraccia). Vecchio il mio
Asdrubale! Ma che fai lì sulla porta entra, accomodati! Eracle che
modi sono questi di lasciare il nostro vecchio amico Asdrubale
sull’uscio?

ERACLE Perdonami Asdrubale mio, Asdrubale nostro, accomodati. E


dimmi che nuove? Cosa fai da queste parti?

ASDRUBALE Vedete cari miei non potevo mancare assolutamente. Non l’avrei
persa per niente al mondo.

SIGISMONDO Cosa non avresti perso assolutamente?

ASDRUBALE Ma la rivoluzione! La rivoluzione di domani!

Fine
[Luglio - Ottobre 2005]

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