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La nascita della Repubblica Italiana e della Costituzione attraverso 

un filmato che ci offre


una ricostruzione storica del periodo che va dal 1946 al 1948. Il 2 giugno 1946 l’Italia e gli
Italiani, appena usciti dalla catastrofe della seconda guerra mondiale, furono chiamati alle
urne per il referendum che avrebbe deciso il futuro assetto costituzionale del nostro paese.
La scelta  cadeva tra la Repubblica e la Monarchia. Si trattò della prima vera
consultazione a suffragio universale della storia d’Italia e la partecipazione al voto fu
altissima: circa il 90 % degli aventi diritto si recò ai seggi elettorali. Il risultato sancì la
vittoria della Repubblica con 12.717.923 voti contro i 10.719.284 ottenuti dalla Monarchia.
In seguito al risultato Umberto II, allora Re d’Italia, partì per l’esilio. Nel 1949, a quattro
anni di distanza dal Referendum, il 2 giugno, data di fondazione della Repubblica Italiana,
venne riconosciuta come festività nazionale. Si può affermare che il 2 giugno 1946
rappresentò una data epocale nella storia non solo politica, ma anche culturale e sociale,
della nostra nazione. L’Italia usciva devastata dal secondo conflitto mondiale e sembrava
a tutti gli effetti un Paese allo sbando senza più punti di riferimento. Il ventennio fascista
aveva di fatto azzerato ogni pratica democratica, mandando in frantumi anche i già limitati
spazi di agibilità pubblica e di democrazia istituzionale messi a disposizione dal
preesistente Stato liberale. Si trattava, dunque, di ricostruire materialmente, politicamente
e moralmente la nazione e di dare nuove basi democratiche allo Stato. Inoltre, ad un
contesto internazionale altrettanto provato e decisamente attento agli sviluppi della
situazione italiana, bisognava dare una risposta di forte cesura con il passato e con la
tragica esperienza fascista. Una vittoria della Monarchia avrebbe determinato
un’immagine di sostanziale continuità con il regime, a causa dei legami strettissimi che
fino ad un certo punto erano intercorsi fra la casa sabauda ed esponenti di primo piano del
partito fascista. Il risultato elettorale, non senza qualche polemica sulla regolarità delle
operazioni di voto ancora oggi oggetto di discussione tra gli storici, seppe raccontare
un’altra storia. La storia di un paese che voltava definitivamente pagina e che, tra mille
difficoltà, sceglieva con convinzione la strada della democrazia, un paese che cercava di
liberarsi dall’ancora dilagante cultura patriarcale concedendo il diritto al voto anche alle
donne. Ad essa si contrapponeva una nuova idea della sovranità popolare, un nuovo
ethos condiviso, che nelle strutture repubblicane come nella stesura della Costituzione
trovava la propria sublimazione. Si dava vita ad un nuovo corso democratico fondato sulla
partecipazione e sulla rappresentanza. In ultima analisi, il voto del 2 giugno 1946
rappresentò per l’Italia un nuovo inizio. Una vera e propria “rinascita” ideale, un riscatto
morale che riusciva a far sì che una intera nazione riuscisse a mettersi alle spalle, almeno
in parte, le troppe umiliazioni subite. La Festa della Repubblica non può essere però
soltanto un mero momento celebrativo. Il ricordo vivo di quella data deve plasmare
nell’oggi le coscienze civili degli Italiani. La salvaguardia delle conquiste decisive sul piano
democratico apportate dalla successiva Costituzione, nonché la difesa delle fondamenta
repubblicane dello Stato, devono porsi come imperativo morale per ogni cittadino. Il 2
giugno 1946 l’Italia riacquistava il proprio orgoglio e la propria dignità. Quel giorno la storia
lanciò forte l’appello alla pace ed alla democrazia: dopo 70 anni siamo ancora tutti
chiamati a rispondere.

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