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Ora trattiamo un caso classico di matematica finanziaria relativo al deposito di una somma in banca
per un certo numero di anni, ipotizzando che prima della scadenza l’investitore (il depositante) non
intenda prelevare le somme versate.
A)
La somma C+I si definisce Montante che rappresenta verbalmente, appunto, il capitale più gli
interessi, in formula M=C+I.
Ma dato che I=C*i allora, sostituendo avremo che M = C+(C*i) e, molto più semplicemente, se
mettiamo in evidenza C otteniamo
M=C(1+i)
1
Vedi anche esercizio, più complesso, sul mutuo bancario in cui abbiamo spiegato che la ragione di
interesse r diventa tasso di interesse i = r/100
Dato, ad esempio, un Capitale C=1000 € e una percentuale di interesse del 5% (in formula r=5
quindi i=5/100, ossia i=0,05) avremo che la somma che possiamo avere alla fine del primo anno2 è
il frutto di
Se l’investimento fosse per tre anni allora in apice, dopo la parentesi tonda, invece che indicare 1
dovremmo indicare 3.
Il numero di anni (o periodi) si pone quindi come elevazione a potenza della parentesi e si indica,
nella formula generale, con il simbolo n.
In linea teorica quindi gli interessi fruttano (sommati al capitale) ulteriori interessi.
B)
M=C(1+i)n
Ad esempio
1000 € investiti (“vincolati”) per 3 anni al 4%
[perciò i dati sono C=1000, i=0,04, n=3],
originano un montante che si calcola come segue:
M=1000*(1+0,04)3.
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E si scriverebbe più correttamente M=C(1+i) 1 elevato 1 perché il capitale C è investito per un anno,
sarebbe elevato due se l’investimento si distribuisse in due anni, elevato 3 se per 3 anni etc.
In Excel avremo un prospetto simile allo schema che segue:
A B C
1
2
3 M=C*(1+I)^n
4
5
6 Parametro C 1.000
7
8 Parametro i 0,04
9
10 Incognita n 3
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12 Risultato M 1.124,86
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Ricordando che in Excel l’elevazione a potenza si fa utilizzando il tasto ^ (detto anche hat) allora
nella cella B12 la formula è
Chi ha prestato attenzione ha notato che il valore di n è stato inserito nella cella A10 anteponendo la
parola “incognita”.
Infatti, nella generalità dei casi
dato un certo capitale
dato un certo tasso fisso
spesso si vuole vedere qual’è la sequenza di Montanti che alle diverse scadenze periodiche
(anni=1,2……n) si possono ottenere depositando delle somme in danaro presso una banca (o altro
intermediario finanziario).
In altri casi, invece, dato un certo capitale iniziale C, un certo tasso i e un certo montante M cui si
vuole giungere, ci si chiede quanto tempo (ecco perché n è incognito) è necessario per ottenere quel
dato montante M.
Come fare?
Innanzitutto, per essere più precisi, sarebbe preferibile utilizzare, nella cella B12, i riferimenti
assoluti:
in B12
C)
Rappresentazione grafica
Ora operiamo la rappresentazione grafica (con riferimento alle funzioni esponenziali) dei diversi
montanti che si possono ottenere nel corso del tempo.
Le funzioni hanno una variabile indipendente x e una variabile dipendente y.
In una generica funzione esponenziale y = a x la a è una costante che viene elevata al valore via
via assunto dalla variabile indipendente x, e assumerà, corrispondentemente, un valore anche la
variabile indipendente y.
La nostra funzione M=C(1+i)n è simile: nel caso specifico C ed i sono delle costanti (esempio
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Si consulti anche la funzione =POTENZA(base;esponente) tipica di Excel. Ma a volte è utile apprendere
una metodologia per “caricare” da soli le formule.
C=1000 e i=0,04).
Allora dato un tempo che va da 1 anno a, per esempio, 15 anni, si può agevolmente dire che y=M ed
invece x=n.
In altri termini i diversi valori assunti dalla variabile indipendente x (la variabile tempo n)
determinano la sequenza di valori assunti dalla variabile dipendente y (variabile montante M).
Mentre C(1+i), ossia 1000*(1+0,04), rappresenta la costante a, che vale non più 3 come in y=3 x ma
ora vale 1040,00. Insomma y=1040,00 x è la nostra funzione da rappresentare (detto brevemente).
In Excel, invece, dobbiamo costruire due colonne atte a contenere da un lato i valori che diamo alla
x e dall’altro i corrispondenti valori per la y.
Poi salvare il tutto4 sullo stesso foglio, oppure, anche su un foglio diverso.
La prima opzione (ora consigliata) consentirebbe di visualizzare in contemporanea sia l’insieme e/o
base di dati (database) sia il grafico appena realizzato.
Ove non si preferisse questa scelta e non si ha questa necessità, si può operare il salvataggio su un
foglio diverso (che opportunamente potremo denominare, invece che semplicemente grafico1, ad
esempio con il contenuto del grafico: grafico del montante)
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Nel nostro caso, per la verità, abbiamo fatto alcune ulteriori operazioni di editing al grafico per renderlo
più leggibile.