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12.

Curvatura

State guidando su una strada in cui si alternano tratti rettilinei e tratti con curve. Vi trovate, in
questo momento, su un tratto rettilineo:
non avete bisogno di sterzare, non avete
bisogno di modificare la traiettoria
rettilinea dell'automobile. Diremo che in
questo punto del percorso la curvatura è
zero. Ora state affrontando una curva
"larga": dovete agire sullo sterzo, dovete
modificare la traiettoria rettilinea ma lo
farete lievemente, con una piccola
rotazione dello sterzo. In questo punto il
percorso ha una "piccola" curvatura. Ecco
infine una curva "stretta": dovete agire sullo sterzo molto rapidamente, ruotandolo più di
prima. Potremmo dire che ora vi allontanate dalla traiettoria rettilinea, cioè dalla tangente al
percorso, più rapidamente di quanto non abbiate fatto nella curva precedente. In questo
punto il percorso ha una "grande" curvatura.

Abbiamo dato un'idea intuitiva di cosa si intenda, nel piano euclideo, per
curvatura di una linea in un dato punto. Come possiamo dare significato
matematico a questa nozione intuitiva? Cominciamo a ragionare sulle linee
piane più semplici che conosciamo. Per le rette c'è poco da dire: non c'è
curvatura in alcun punto, la curvatura è sempre nulla. Consideriamo invece
delle circonferenze; osserviamo in particolare la figura a fianco in cui vediamo
alcune circonferenze, di raggio diverso, passanti tutte per un punto P e con il
centro su una stessa retta per P. Cosa possiamo dire della curvatura in P? E'
facile capire che se aumenta il raggio delle nostre circonferenze la curvatura
diminuisce. E' allora abbastanza naturale definire la curvatura per ciascuna
circonferenza come l'inverso del suo raggio r

curvatura = 1/r

Osservate che questa definizione è indipendente dalla scelta del punto P: per
una data circonferenza la curvatura dipende solo dal raggio ed è uguale in tutti
i punti. Questo non ci meraviglia data l'assoluta simmetria delle circonferenze
(ogni punto è, per i nostri fini, assolutamente equivalente agli altri). Del resto se doveste
guidare un'automobile su un percorso perfettamente circolare non dovreste, una volta trovata
la giusta rotazione dello sterzo, effettuare più alcuna correzione. Quindi:

Proprietà Le circonferenze sono linee piane a curvatura costante e la


loro curvatura è uguale all'inverso del raggio.

Si potrebbe dimostrare che le uniche linee piane a curvatura costante


sono le rette (curvatura zero) e le circonferenze (curvatura 1/r).

Vediamo rapidamente come si possa definire la curvatura in un punto P


per una generica linea curva γ che si trovi nel piano. L'idea è questa:
cerchiamo di approssimare, nelle vicinanze di P, la nostra linea con una
circonferenza; se ci riusciamo il gioco è fatto, diremo che la curvatura di γ in P è uguale
alla curvatura di questa circonferenza. Ma come determinare la circonferenza che meglio
approssima γ in P? Consideriamo due punti A e B su γ vicini al punto P (vedi figura a
fianco). Sappiamo che per tre punti non allineati passa una e una sola circonferenza, quindi
per A, P e B passa una ben determinata circonferenza. Ora facciamo tendere verso P sia il
punto A che il punto B (facendoli muovere sempre sulla nostra curva γ ): si intuisce che
individueremo una circonferenza limite. E' questa la circonferenza che cerchiamo: prende il
nome di cerchio osculatore a γ in P. E' anche chiaro cosa si debba intendere per raggio di
curvatura e centro di curvatura per una curva γ in P: si tratta rispettivamente del raggio e
del centro del cerchio osculatore a γ in P.

Naturalmente per una generica linea curva piana la curvatura varierà al variare del punto P
(al contrario di quanto accade per le circonferenze che hanno curvatura costante). Ad esempio
la curvatura in P di una parabola varia con continuità al variare con continuità di P sulla curva.
Man mano che P si allontana dal vertice, da una parte o dall'altra, la curvatura tende a zero
(vedi la figura seguente).

Consideriamo ora nel piano due punti A e B e le circonferenze che passano per A e B (sono
infinite, hanno tutte il centro sull'asse del segmento AB). Nella figura seguente ne vediamo
alcune.
Si capisce che tanto maggiore è il raggio della circonferenza, quindi tanto minore è la
curvatura, tanto minore sarà la lunghezza dell'arco AB di circonferenza. Anzi ci
rendiamo conto che facendo tendere il raggio all'infinito, e quindi la curvatura a zero, l'arco AB
tende al segmento AB.

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