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Università del Salento

Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica

Lezioni del corso di

Calcolo e Progetto di Macchine

prof. ing. Riccardo Nobile

Meccanica della frattura lineare elastica

1
Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico

1913 – Inglis
determinazione del campo tensionale in
corrispondenza di un foro ellittico
1920 – Griffith
teoria della frattura basata su un bilancio
energetico
1938 – Westergaard
determinazione del campo tensionale in
corrispondenza di un intaglio acuto
1939-1945 – costruzione delle navi della classe Liberty
prima realizzazione di scafi interamente saldati
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1943 – frattura totale della nave Schenectady (classe
Liberty) in porto
presenza di cricche nelle saldature
forti concentrazioni di tensione
acciaio con bassa tenacità

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Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1948 – Irwin, Orowan, Mott
estensione della teoria di Griffith ai materiali
metallici
1956-1957 – Irwin, Williams
descrizione del campo tensionale all’apice di una
cricca con l’uso dell’unico parametro KI
1956 – Wells
applicazione della formulazione di Irwin per lo studio
della rottura delle fusoliere di alcuni jet Comet
1957 – Winne, Wundt
applicazione della meccanica della frattura allo
studio della rottura di grandi rotori di turbine a vapore
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1954 – Rotture catastrofiche delle fusoliere del jet
DeHavilland-Comet
forti concentrazioni delle tensioni in prossimatà delle
finestrature e dei fori rivettati

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1954 – Rotture catastrofiche delle fusoliere del jet
DeHavilland-Comet
forti concentrazioni delle tensioni in prossimità delle
finestrature e dei fori rivettati

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1960-1961 – Irwin, Dudgale, Barenblatt, Wells
studio dei fenomeni di plasticizzazione all’apice della
cricca e nascita della meccanica della frattura elasto-
plastica
1956-1957 – Wells
introduzione del parametro CTOD (Crack Tip
Opening Displacement)
1960-1980 – Wells
sviluppo della meccanica della frattura in campo
dinamico
1968 – Rice
introduzione dell’integrale J
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Meccanica della Frattura
Principali tappe nello sviluppo storico
1971 – Begley, Landes
applicazione dell’integrale J per la misura della
tenacità a frattura di acciai per impianti nucleari
1976 – Shih, Hutchinson
metodi di progettazione basati sull’integrale J
1971-1980
applicazione dei metodi della meccanica della
frattura nell’industria petrolifera del mare del Nord
1980-oggi
sviluppo di modelli microstrutturali e incorporazione
dei fenomeni di creep
applicazione ai materiali compositi 8
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Concetti fondamentali
La Meccanica della Frattura Lineare Elastica (LEFM) si
basa su due formulazioni
Approccio energetico di Griffith
Approccio tensionale o della Intensificazione degli
Sforzi
In alcune condizioni geometriche e di carico le due
formulazioni sono del tutto equivalenti

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Meccanica della Frattura
Concentrazione delle tensioni per un foro ellittico
La concentrazione delle tensione in corrispondenza di un
foro ellittico in una piastra infinita è stata studiata da Inglis:
La tensione massima si localizza
nel punto A e vale:

 2a   a 
 max    1    1  2 
 b   
essendo  = b2/a il raggio di
curvatura in A
se  → 0 si ottiene
paradossalmente una tensione
infinita 10
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Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
Una cricca può formarsi (o può crescere di dimensioni) se
l’energia totale del sistema diminuisce o rimane costante
La propagazione spontanea di una cricca in condizioni di
equilibrio avviene senza alcuna variazione di energia totale
U  U 0  U D  US
essendo:
U = energia totale elastica
U0 = energia elastica della piastra integra
UD = riduzione della energia elastica a causa
della presenza della cricca
US = incremento di energia elastica necessario
per la formazione di una superficie libera
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Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
Utilizzando la soluzione di Inglis si può valutare la
riduzione di energia elastica UD dovuta alla presenza della
cricca:

 a 2 2
UD  B -tensione piana
E
 a 2 2 1   2 
UD  B - deformazione piana
E

U  U 0  U D  US
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Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
L’incremento di energia elastica US necessario per la
formazione delle superfici libere della cricca è data da:
cricca:

US  4aB s

essendo:
s = energia superficiale del materiale

U  U 0  U D  US
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
Il bilancio energetico si esprime quindi nella forma:
 a 2 2
U  U 0  U D  US  U 0  B  4aB s
E
la condizione critica si ottiene
imponendo che la variazione di energia
totale dU provocata da un incremento
della dimensione della cricca da sia
nulla:
dU 2 a 2
 B  4B s  0
da E

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
La condizione critica diventa quindi:
dU 2 a 2
 B  4B s  0 2 a 2  4 s E  0
da E

  a  2 s E  K c
Nota.
La derivata seconda di U è sempre
negativa, per cui la condizione critica
trovata rappresenta un punto di
massimo per la funzione U
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
La tensione di frattura f può quindi essere calcolata:

a) cricca passante in lastra b) cricca interna inglobata


infinita - tensione piana nel volume - deformazione
piana

2 s E
f 
a
 sE
f 
2 1   2  a

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith
Il criterio energetico di Griffith è verificato solo per
materiali fragili
Griffith ricavò un ottimo accordo tra previsioni teoriche ed
osservazioni sperimentali nel caso del vetro
Se applicato al caso di materiali metallici, che presentano in
ogni caso una certa duttilità, il criterio di Griffith sottostima
notevolmente la tensione di frattura f

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin e Orowan
Irwin e Orowan proposero indipendentemente di
modificare l’espressione di Griffith introducendo il termine p

2  s   p  E
f 
a
p rappresenta il lavoro di deformazione plastica necessario
per formare una superficie libera unitaria
Si può generalizzare introducendo una energia specifica di
frattura:
wf = s + p

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin e Orowan

Si può generalizzare


introducendo una energia
specifica di frattura:
wf = s + p

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Approccio energetico di Irwin
La formulazione di Griffith si presta poco ad essere
utilizzata nei problemi ingegneristici
Irwin formulò un approccio energetico sostanzialmente
equivalente a quello di Griffith ma di applicazione più
immediata
Irwin introdusse il rateo di rilascio di energia G per unità di
larghezza B:
1 𝑑Π 𝜋𝑎𝜎 2
𝐺=− =
𝐵 𝑑𝑎 𝐸

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Poiché G è ottenuto dalla derivazione di un potenziale,
viene definita anche come forza di apertura della cricca
(crack driving force)
La propagazione della cricca si verifica quando G
raggiunge il valore critico Gc, che rappresenta la tenacità a
frattura del materiale
dUS
GC   2w f
da
considerando in maniera generale l’energia specifica wf di
frattura che tiene conto anche di fenomeni di plasticizzazione
e viscoelasticità
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
L’energia potenziale elastica P è somma di due termini:
P=U-F
essendo
 U l’energia di deformazione elastica
 F il lavoro fatto dai carichi applicati

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a carico imposto
Consideriamo una lastra sottoposta ad un carico costante P
ed ipotizziamo che in tale condizione la piastra si allunghi
della quantità D
Il lavoro fatto dalla forza esterna varrà
F = PD
L’energia di deformazione elastica sarà
D 1
U   PdD  PD
0 2
per cui :
1 1
P  U  F  P D  PD   PD   U
2 2
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a carico imposto
Calcoliamo ora G in base alla definizione di Irwin:
1 dP 1  dU  1  d  1  P  dD 
G       PD     
B da B  da  P  cos t. B  da  2   P  cos t. 2B  da  P  cos t

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a carico imposto
Introducendo la cedevolezza della piastra C = D/P si può
scrivere che dD = PdC da cui si ottiene:
P  dD  P 2 dC
G   
2B  da  P  cos t 2B da

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a spostamento imposto
Consideriamo una lastra sottoposta ad uno spostamento
costante D ed ipotizziamo che in tale condizione il carico
applicato sia pari a P
Il lavoro fatto dalla forza esterna varrà
F=0
per cui :
1
P  U  F  U  PD
2
1 dP 1  dU 
G   
B da B  da  D  cos t.
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a spostamento imposto
Calcoliamo ora G in base alla definizione di Irwin:
1 dP 1  dU  D  dP 
G      
B da B  da  D  cos t. 2B  da  D  cos t.

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a spostamento imposto
Derivando l’espressione P = D/C si ottiene dP = -DC-2dC che
sostituita nell’espressione di G fornisce una espressione
identica al caso del controllo di carico:
D  dP  1  D 2 dC  P 2  dC 
G     2    
2B  da  D  cos t. 2B  C da D  cos t. 2B  da  D  cos t.

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
Propagazione a spostamento imposto
Sia in controllo di carico che di
spostamento il rateo di rilascio di energia
G è identico essendo:
 dU   dU 
    
 da  P  cos t.  da  D  cos t.
Graficamente si osserva che le due aree
triangolari evidenziate sono identiche
In controllo di carico l’energia di
deformazione aumenta grazie al
contributo del lavoro delle forze esterne
In controllo di spostamento l’energia di
deformazione diminuisce
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
esempio
Determinare analiticamente il rateo di rilascio di energia
G per la configurazione a doppia mensola (double cantilever
beam)

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
esempio
Per una trave a mensola incastrata da un lato e caricata
all’estremità da un carico P è dato da:

D Pa 3 Bh 3
 J
2 3EJ 12

D 12Pa 3 4Pa 3
 3

2 3EBh EBh 3

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Criterio energetico di Griffith – modifica di Irwin
esempio
La cedevolezza elastica è quindi pari a:
D 8a 3 dC 24a 2
C  
P EBh 3 da EBh 3
da cui si può calcolare
l’espressione del rateo di
rilascio di energia G

P 2  dC  12P 2a 2
G  
2B  da  EB2 h 3

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve

La condizione limite di propagazione della cricca secondo


Irwin si ha quando:

G  2w f

I valori di G e wf dipendono però dalla estensione della cricca


La propagazione della cricca può quindi assumere un
carattere stabile o instabile a seconda di come G e wf variano al
variare di a

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve

Indicando con R = 2wf la resistenza del materiale


all’avanzamento della cricca, si può determinare
l’andamento di R al variare dell’estensione della cricca.
Tale curva prende il nome di curva di resistenza o curva R
(R curve)
Analogamente, l’andamento di G in funzione
dell’estensione della cricca prende il nome di curva della
forza di apertura (driving force curve)

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve
Nel caso di una cricca passante in una piastra infinita
caricata da una tensione , il rateo G dipende linearmente
da a e vale:
 2a
G
E

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve
Ipotesi: a = a0; R = Gc = cost. (curva R piatta)

Se  < 3 la cricca è


stabile
Se  = 3 la cricca
si propaga in
maniera instabile
essendo
GC
dG dR
 0
da da
a0

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve
Ipotesi: curva R crescente

La condizione di instabilità


dG dR

da da
si ottiene quando la curva
della forza di apertura è
GC
tangente alla curva R
Il valore di Gc dipende
quindi anche dalla
configurazione di carico a0

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Curva di resistenza alla frattura – R curve
Ipotesi: curva R crescente

Nel caso della


configurazione a doppia
mensola in cui
12P 2a 2
G GC

EB2 h 3

il valore di Gc cambia!

a0

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Osservazioni sull’andamento della curva R
La curva R piatta è tipica dei materiali fragili, in quanto
l’energia superficiale è un’invariante delle proprietà del
materiale
Quando la frattura è accompagnata da comportamenti non
lineari del materiale, la curva R assume un andamento
crescente, in quanto l’avanzamento della cricca richiede
l’aumento della zona plastica all’apice della cricca stessa
Alcuni materiali manifestano una curva R decrescente, ad
esempio nel caso in cui il materiale manifesta una tendenza alla
rottura per clivaggio
Le piastre sottili presentano una curva R più ripida di quelle
spesse, perché queste ultime sono in condizioni di deformazione
piana 39
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Controllo di carico e controllo di spostamento
La curva R viene determinata sperimentalmente
individuando le condizioni di incipiente propagazione
Le prove possono essere effettuate in controllo di carico o in
controllo di spostamento
Il valore della forza di apertura G è indipendente dal tipo di
controllo ma non la sua derivata rispetto ad a

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Controllo di carico e controllo di spostamento
Il punto P3-D3
rappresenta la
configurazione
instabile in controllo
di carico
In controllo di
spostamento tale
configurazione è
stabile perché la
forza di apertura G
diminuisce
all’avanzare della
cricca
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Stabilità della propagazione della cricca per la doppia mensola
Determinare analiticamente la condizione di stabilità per
una cricca a doppia mensola in controllo di carico o di
spostamento

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Stabilità della propagazione della cricca per la doppia mensola
In controllo di carico:
12P 2a 2
G
EB2 h 3

dG 24P 2 G
 2 3
a 2 0
da EB h a

Se la curva R è piatta, la propagazione in controllo di


carico è sempre instabile

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Stabilità della propagazione della cricca per la doppia mensola

In controllo di spostamento:

D 4Pa 3

2 EBh 3
DEBh 3 12P 2a 2 12a 2 D 2 E 2 B2 h 6 3D 2 Eh 3
P G 2 3
 2 3 6

8a 3 EB h EB h 64a 16a 4

dG 12D 2 Eh 3 12D 2 Eh 3 12Eh 3 16P 2a 6 48P 2 G


 5
  5
  5 2 2 6
  2 3
a   4 0
da 16a 16a 4a E B h EB h a
Se la curva R è piatta, la propagazione in controllo di
spostamento è sempre stabile
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca

Per alcune configurazioni geometriche è possibile esprimere


in forma chiusa le espressioni del campo tensionale in
prossimità di una cricca
Tali espressioni sono state ottenute da Westergaard, Irwin
Williams
Le espressioni sono ricavate in un
riferimento polare avente come
origine l’apice della cricca e asse di
riferimento parallelo all’asse della
cricca
Il generico punto P ha coordinate
(r, q)
45
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca

Il campo tensionale può essere espresso come una serie di


funzioni del tipo

I termini di ordine superiore


dipendono dalla geometria e dal
carico
Al tendere di r → 0 tali termini
tendono a valori finiti

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca

Il campo tensionale può essere espresso come una serie di


funzioni del tipo

Il termine principale è definito da


una costante k e da funzioni fij(q)
dipendenti esclusivamente
dall’anomalia q
Al tendere di r → 0 tale termine va
ad infinito descrivendo una
singolarità tensionale
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca- Modi di apertura

La cricca può essere sollecitata in tre modi diversi:


modo I: apertura
modo II: scorrimento
modo III: scorrimento fuori dal piano

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca- Modi di apertura

Partendo dalla espressione generale e trascurando i termini


di ordine superiore, si può introdurre per ognuno dei modi il
corrispondente coefficiente di intensificazione degli sforzi
(Stress Intensity Factor) KI, KII, KIII:

K  k 2

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca – Espressioni analitiche

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca-Sovrapposizione degli effetti

Le espressioni precedenti possono essere combinate


utilizzando il principio di sovrapposizione degli effetti

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca-Sovrapposizione degli effetti

Consideriamo il modo di apertura I e poniamoci sull’asse


del riferimento polare (q = 0)
Lo stato tensionale è idrostatico con tensione tangenziale
nulla

KI
 xx   yy 
2 r

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Campo tensionale all’apice di una cricca-Sovrapposizione degli effetti

L’espressione trovata, attraverso il valore di K, descrive solo


l’andamento della zona tensionale dominata dalla singolarità
Lontano dall’apice della cricca il campo tensionale dipende
dal carico globale applicato alla cricca (ad esempio costante)

KI
 xx   yy 
2 r

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

L’espressione di K in funzione della geometria e della


condizione di carico è stata determinata sia analiticamente
che numericamente in un gran numero di configurazioni

giustificazione
qualitativa del
fattore 1.12

KI    a K I  1.12  a
cricca passante cricca laterale in
in lastra infinita lastra semi-infinita 54
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Cricca passante in lastra infinita inclinata rispetto alla


direzione di trazione
uso del cerchio di
Mohr per la
definizione del
modo misto

 yy '   cos 2  K I   yy '  a   cos 2   a


 xy '   cos  sin  K II   xy '  a   cos  sin   a
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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Cricca interna inglobata nel volume

2
KI   a

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Cricca ellittica interna o superficiale

a
K I  s f ( )
Q

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Cricca passante in una lastra di larghezza finita W

1
   a     
2 4
2
 
a a
K I    a  sec     1  0.025    0.06   
  2W    W W 

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Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Qualunque sia la geometria e la modalità di carico è sempre


possibile introdurre un coefficiente di forma Y e scrivere:

K (I,II,III)  Y  a

Esistono manuali che si occupano di determinare tutti i


possibili valori di Y per una grandissima varietà di
configurazioni, in analogia a quanto accade per kt

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Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

Sono particolarmente utili


nella pratica le espressioni di
Y per le geometrie
comunemente utilizzate per i
test sperimentali

P  a 
KI  f 
B W W

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Meccanica della Frattura
Espressioni del coefficiente di intensificazione degli sforzi

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Meccanica della Frattura
Relazione tra K e G
Nel caso di una cricca passante in una piastra infinita le
definizioni di G e K sono date da:
 a 2
approccio energetico G  E

approccio tensionale K I    a
Combinando le due equazioni si ha semplicemente:
K 2I si può dimostrare
G tensione piana
E che l’equivalenza è
K 2I generale e vale per
G deformazione piana
E / 1   2  qualsiasi geometria
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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca
La singolarità esistente all’apice di una cricca viene in realtà
limitata dal comportamento reale del materiale
La plasticizzazione nei metalli e la fessurazione diffusa nei
polimeri hanno l’effetto di rilassare le tensioni all’apice della
cricca
Trascurando tali fenomeni, il campo tensionale determinato
dalla LEFM è affetto da errori inaccettabili
Se la zona plasticizzata è piccola, è possibile tener conto
degli effetti della plasticizzazione senza abbandonare la
formulazione della meccanica della frattura lineare elastica

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
L’andamento del campo tensionale all’apice di una cricca in
una piastra infinita è dato da:

KI
 yy 
2 r

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
Sostituendo il valore della tensione di snervamento Y si può
ottenere una prima stima dell’estensione della zona plastica:
2
1  KI 
ry   
2 
 Y KI
 yy 
2 r
Se si ipotizza un
comportamento
perfettamente plastico,
l’andamento del
campo tensionale
viene troncato da un
tratto orizzontale Y
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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
A causa della plasticizzazione e della redistribuzione delle
tensioni la zona plastica è in realtà più ampia e pari a rp, tale
che l’equilibrio in direzione verticale continui ad essere
garantito
L’area sottesa dalla curva in assenza di plasticizzazione è
data da
ry ry KI KI ry 2ry 2 1 K I2 1 K I2
Area  
0
 yy dr  
0
2 r
dr 
2
2 r   K I
  0 
 KI
 2  2
Y

 Y

Tale area è pari al doppio di un’area rettangolare data da:

Area   Y  rp

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
Uguagliando le due aree si ottiene:
1 K 2I
 Y  rp 
 Y

da cui:
2
1K 
rp   I   2ry
 Y 

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
In presenza di plasticizzazione l’andamento tensionale (in
verde) è traslato verso l’alto
Si può continuare a
stimare l’andamento
del campo tensionale
utilizzando la stessa
espressione ma
riferendosi ad una
cricca di lunghezza
effettiva
a eff  a  ry

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Irwin
Si può quindi determinare iterativamente il valore di Keff
K eff  Yeff   a eff

Nel caso di una


piastra infinita
Keff può essere
determinato
analiticamente

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
L’estensione della zona di plasticizzazione può essere
effettuata attraverso il modello elaborato da Dudgale
La situazione reale, costituita da una cricca di estensione a e
una contigua zona plastica di estensione r, è equivalente ad
una cricca di estensione (a + ), alla cui estremità di
estensione  è applicato un carico distribuito pari a -Y

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
Utilizzando il principio di sovrapposizione degli effetti si
possono determinare separatamente i campi tensionali e
sommarli algebricamente
Il campo tensionale corrispondente all’applicazione di un
carico distribuito di intensità costante -Y eccentrico rispetto
alla cricca può essere determinato sfruttando la soluzione
valida per la condizione di carico in figura

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
I valori dei coefficienti di intensificazione degli sforzi nei
due apici della cricca sono dati da:

P ax
apice vicino A KI 
a ax

apice lontano B P ax


KI 
a ax

B A

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
Sostituendo a P il corrispondente differenziale dP = -Ydx e
integrando sull’intera estensione della zona plastica si ottiene:

Y  (a   )  x (a   )  x  a a
K I      dx  2 Y arccos
0  (a   )  (a   )  x (a   )  x   a

Il contributo della tensione uniforme  vale invece:

K I    (a   )

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
Poiché le tensioni sono finite nella zona plasticizzata, il
contributo del termine singolare proporzionale a r-1/2 deve
essere nullo
In pratica la somma algebrica dei due coefficienti di
intensificazione degli sforzi deve essere nulla:
a a
  (a   )  2 Y arccos
 a
 a
 arccos
2 Y a
a 
 cos
a 2 Y

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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale
Considerando lo sviluppo in serie della funzione coseno e
arrestandosi al primo termine si ottiene:
2
a 1   
 1  
a 2!  2 Y 
a  2 2
1 
a 8 Y2
  2 2

a 8 Y2

da cui:
K I    (a   )
2
 
2 2
  KI 
2 
  a      essendo
8 Y 8 Y  K 2I   2 (a   )
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Meccanica della Frattura
Plasticizzazione all’apice della cricca – approccio di Dudgale

Il valore di Keff è dato in prima approssimazione da:

a    
K Ieff    (a   )      a sec  
a
 cos
   
 Y
2 a 2 Y
cos  
 2 Y  a
a 

cos
2 Y

Tale espressione tende a sovrastimare il coefficiente di


intensificazione degli sforzi e una migliore stima è data da:

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Meccanica della Frattura
Confronto fra l’approccio di Irwin e di Dudgale
Irwin
2
1  KI 
rp   
 Y 
Dudgale
2
  KI 
   
8 Y 

l’estensione della zona plastica secondo Dudgale è maggiore


del 23% circa
 2
  1.234
rp 8

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Meccanica della Frattura
Effetto della plasticizzazione della cricca sul campo tensionale
Confrontando il coefficiente di intensificazione degli sforzi
normalizzato si trova che l’errore commesso dalla LEFM
diventa rilevante a partire da /Y>0.4

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Meccanica della Frattura
Forma della zona plastica all’apice della cricca
I valori di rp e  ricavati con l’approccio di Irwin e Dudgale
rappresentano l’estensione della zona plastica nella direzione
parallela all’asse della cricca (q = 0)
Se si considera una qualsiasi direzione individuata da q e si
tiene conto di un criterio di plasticizzazione come ad esempio
il criterio di Von Mises si può ricavare l’estensione della zona
plastica in funzione di q
KI q q 3   xx   yy   xx   yy 
2
 xx  cos 1  sin sin q   1 , 2       xy
2
2 r 2 2 2  2  2 
KI q q 3 
 yy  cos 1  sin sin q 
2 r 2 2 2  3  0 tensione piana
KI q q 3
 xy  cos sin cos q deformazione piana
2 r 2 2 2  3   ( 1   2 )
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Meccanica della Frattura
Forma della zona plastica all’apice della cricca
Sostituendo le espressioni del campo tensionale in funzione
di q si ottiene:
KI q q
1  cos 1  sin 
2 r 2 2
KI q q
2  cos 1  sin 
2 r 2 2

3  0 tensione piana

KI q
3   cos deformazione piana
2 r 2

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Meccanica della Frattura
Forma della zona plastica all’apice della cricca
Sostituendo le espressioni delle tensioni principali nel
criterio di resistenza di Von Mises e ricavando ry(q) si ottiene:

2
1  KI   3 2  tensione piana
ry (q )     1  cos q  sin q 
4   Y   2 
2
1  KI   3 2 
ry (q )        q  sin q 
 deformazione piana
2
 1 2 1 cos
4 Y   2 

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Forma della zona plastica all’apice della cricca
La rappresentazione della zona plastica così ottenuta è
valida solo approssimativamente perché ottenuta da un
modello perfettamente elastico
Il fatto di considerare una sollecitazione di tensione o
deformazione piana altera profondamente le dimensioni della
zona plastica specie nel modo I

82
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Forma della zona plastica all’apice della cricca
Utilizzando un modello agli elementi finiti e considerando il
comportamento elasto-plastico del materiale si può ottenere
una stima migliore della forma della zona plastica

83
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Meccanica della Frattura
Utilizzo di K come parametro di misura della severità del campo
Qualunque sia la geometria e la
modalità di carico di un elemento
criccato, lo stato di sollecitazione
locale è sempre descritto da una
singolarità ~ r-1/2
Consideriamo un componente
reale e un provino sollecitati in
maniera tale da raggiungere lo
stesso valore di KI

84
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Utilizzo di K come parametro di misura della severità del campo
Lo stato di sollecitazione in una piccola zona vicino
all’apice della cricca sarà identico

Si avrà una differenza solo


fuori dalla zona dominata dalla
singolarità a causa della diversa
condizione di carico espressa dai
termini di ordine superiore
85
R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Utilizzo di K come parametro di misura della severità del campo
Poiché il campo tensionale è identico, le due configurazioni
devono raggiungere la condizione di crisi nello stesso
momento
Si può quindi definire un parametro Kc detto tenacità a
frattura in analogia con quanto fatto con Gc
Si potrà definire un parametro critico Kc per ogni modo di
sollecitazione, a differenza di Gc che è unico essendo un
parametro energetico
La tenacità a frattura relativa al modo I è quella più bassa,
ovvero il modo di apertura è quello più critico per la
prapagazione di una cricca

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Influenza della geometria su Kc
Il valore di Kc è in parte dipendente dalla geometria e non
può quindi essere considerato una proprietà del materiale
Lo spessore influenza il valore di Kc in quanto influenza la
tipologia di stato tensionale

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R. Nobile – Calcolo e Progetto di Macchine – Meccanica della Frattura Lineare Elastica
Meccanica della Frattura
Influenza della geometria su Kc
Passando da uno stato di tensione piana a uno di
deformazione piana, si limita la capacità di plasticizzazione
all’apice della cricca e quindi si hanno valori di Kc inferiori
Il valore minimo di Kc, indicato come KIC viene preso come
riferimento

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Meccanica della Frattura
Limitazioni alla validità della LEFM
I valori di KIC vengono determinati da prove sperimentali
su provini su cui esistono dei requisiti geometrici
Le norme ASTM prevedono che:
a  2
   KI 
 W  a   2.5  
B  Y 
 

Il requisito sullo spessore B verifica che si realizzino le


condizioni di deformazione piana
I requisiti su a e (W-a) consentono di limitare l’estensione
della zona plastica a valori accettabili

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Meccanica della Frattura
Limitazioni alla validità della LEFM
I risultati della LEFM e in particolare i valori sperimentali
di KIC valgono a rigore solo per le condizioni in cui sono state
ottenute
I valori di Kc determinati in condizioni di tensione piana o
mista possono comunque essere utilizzati per la verifica di
componenti aventi la stessa geometria. Ad esempio in
aeronautica si è soliti determinare la tenacità a frattura di
piastre sottili in alluminio
In presenza di plasticizzazioni limitate si può ricorrere alle
correzioni di Irwin e Dudgale, conservando la validità
dell’approccio della LEFM

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