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10.

1 LE PRIME OPERAZIONI BELLICHE


L’INVASIONE DELLA POLONIA E LA DISFATTA DELLA FRANCIA
1 settembre 1939: le truppe tedesche iniziarono l'invasione della Polonia senza una formale dichiarazione
di guerra.
Gli appelli per la cessazione delle ostilità del papa Pio XII e del presidente americano Roosevelt rimasero
inascoltati.
3 settembre 1939: quindi la Francia e la Gran Bretagna dichiareranno guerra alla Germania sulla base del
trattato di alleanza stipulato con il governo polacco. Mentre gli Stati Uniti e il Giappone confermeranno la
loro neutralità.
Grazie agli accordi di Molotov-Ribbentrop (URSS e Germania sottoscrissero un accordo di non aggressione
della durata di 10 anni), la Germania travolgerà la Polonia senza nessun ostacolo.
La Wehrmacht (Forze Armate tedesche ) attuarono rapide e micidiali offensive sia con l'aviazione che con i
mezzi corazzati. Bombardarono le grandi città per terrorizzare la popolazione civile così da abbattere anche
il morale delle truppe avversarie.
27 settembre 1939: la capitale di Varsavia capitolerà.
L'invasione della Polonia fu il banco di prova per perfezionare le tecniche della GUERRA LAMPO, strategia
che sarà adottata dalla Germania durante tutto il conflitto.
Nel frattempo, l’Unione Sovietica aveva cominciato ad occupare le regioni orientali del paese.
La Polonia cesserà di essere uno Stato indipendente (il governo esilia in Inghilterra): la Germania imporrà
un brutale regime di occupazione.
→ I territori occidentali verranno annessi al “Grande Reich” e la popolazione polacca fu deportata nella
porzione restante della Polonia, trasformata in Governatorato generale.
→ Iniziò anche la persecuzione degli ebrei (PRIMI GHETTI COSTRUITI NELLE CITTA’).
→ Anche i sovietici posero sotto controllo le terre occupate, sopprimendo ogni forma di opposizione
(eliminazione in massa degli ufficiali dell'esercito di Varsavia fatti prigionieri: in 11.000 furono fucilati e i
loro corpi gettati nelle fosse di Katyn, in Russia)
30 settembre 1939: l’Unione Sovietica si mosse contro la Finlandia, col pretesto che non voleva cedere la
regione della Carelia, e solo nel 1940 la Finlandia si piegò a consegnare all’URSS i territori contesi, riuscendo
a mantenere la propria indipendenza.
Aprile 1939: la Germania invase la Danimarca e la Norvegia.
→ I danesi si arresero senza combattere - adottando forme non violente di resistenza
→ I norvegesi opposero una forte resistenza, grazie al sostegno delle truppe britanniche
Al termine dell’occupazione, il Nord dell’Europa sarà per buona parte sotto il controllo del Terzo Reich;
inoltre grazie allo sfruttamento delle risorse scandinave (ferro e altri minerali), la Germania perseguì più
facilmente l’obiettivo di isolare e indebolire l’Inghilterra.
Di fronte a tutto questo, la Francia e l’Inghilterra, pur avendo dichiarato guerra, rimasero in attesa degli
eventi: la loro passività sarà dovuta ai dissidi politici interni. - C'era infatti chi riteneva che il vero nemico
fosse l'Unione Sovietica e confidava ancora di poter stipulare un accordo con la Germania a danno del
Cremlino. Ma dopo la nomina a primo ministro di Winston Churchill in Inghilterra, che aveva sempre
considerato il nazismo una minaccia mortale per l'impero britannico e quindi era uno dei maggiori
oppositori alla politica di appeasement, l'Inghilterra mutò il proprio atteggiamento mentre la Francia
continuò a essere paralizzata dai profondi contrasti interni.
→ il periodo compreso tra l'ottobre 1939 e il maggio 1940 fu battezzato dai francesi con l'espressione
drôle de guerre, cioè la "strana" o la "finta" guerra
10 maggio 1940: la Germania voleva puntare dritto su Parigi e così assaltò l’Europa occidentale
travolgendo il Belgio, l’Olanda e Lussemburgo (paesi neutrali)
→ i tedeschi riuscirono ad aggirare a nord la linea Maginot, 400 km di fortificazioni lungo la frontiera
franco-tedesca, sferrando un potente attacco sul massiccio delle Ardenne, dove i militari francesi si
erano nascosti tra i boschi.
→ Applicando la tattica della Guerra Lampo, i tedeschi entrarono in Belgio con un movimento a falce,
dalle Ardenne alle coste della Manica, chiudendo le truppe francesi, inglesi e belghe in una sacca.
→ Tra il 24 maggio e il 3 giugno 1940, nel porto di Dunkerque gli alleati cercarono di lasciare la Francia
alla volta dell’Inghilterra.
Il conflitto si avviava verso la vittoria tedesca e il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra contro la Francia.
Il 14 giugno 1940, la Germania occupò Parigi e il 22 giugno 1940: la Francia, , nel villaggio di Rethondes e
sullo stesso vagone ferroviario nel quale nella 1 guerra la Germania dovette accettare una resa umiliante,
firmò l’armistizio con la Germania e la Francia fu divisa in due parti:
1. la capitale Parigi e tutte le coste dell’Atlantico caddero sotto il controllo tedesco,
2. le regioni centro-meridionali furono affidate a un governo francese (fantoccio), con sede a Vichy.
L’armistizio prevedeva anche la consegna alla Gestapo di tutti i profughi tedeschi riparati in Francia dopo
l’avvento del regime nazista.
La cosiddetta “Francia di Vichy" si diede l'organizzazione di un regime autoritario, filo-nazista e
collaborazionista, che fino all'ultimo sarebbe stato al fianco della Germania (elaborò una nuova costituzione
ispirata ai valori del tradizionalismo e del conservatorismo: il corporativismo in campo sociale ed economico
esaltava i "valori" della patria, della religione, dell'autorità e della proprietà).
Ma c'era anche una Francia che faceva la scelta opposta: il generale Charles De Gaulle, rifugiatosi in Gran
Bretagna, da Radio Londra, aveva lanciato il primo appello ai francesi, perché cominciasse la Resistenza, di
cui divenne un simbolo.
La rapida conquista della Francia da parte della Germania di Hitler sconvolse il mondo, soprattutto gli Stati
Uniti che cominciarono a rivedere la loro posizione isolazionista, temevano che l'Inghilterra finisse per
soccombere. Anche Stalin temeva per la sua nazione.
Durante le ostilità tra Germania e Polonia, nel 1939 l’Italia, impreparata a partecipare al conflitto, dichiarò
la non belligeranza a causa:
■ mancanza di materie prime
■ equipaggiamenti bellici inadeguati (usurati durante la guerra in Etiopia e quella Spagnola)
■ assenza di aviazione – aerei da bombardamento
Non volevano la guerra gli alti gradi delle forze armate, gli industriali, le gerarchie ecclesiastiche. Anche
Mussolini si sentiva impreparato ed inoltre non era stato avvertito dell’attacco alla Polonia, come
prevedeva il patto d’acciaio.. voleva temporeggiare per valutare gli sviluppi del conflitto.
10 giugno 1940: in seguito al crollo della Francia, l’Italia entrò in guerra contro la Francia.
→ Mussolini riteneva di potersi avvantaggiare economicamente dalla sconfitta degli avversari
dell’ASSE
→ Mussolini dal balcone del palazzo di piazza Venezia a Roma comunicò ad una folla festante l’entrata
in guerra dell’Italia contro la Francia e l’Inghilterra.
→ Mussolini dichiarò che questa guerra avrebbe assicurato a una NAZIONE PROLETARIA come l’Italia
di ottenere un riscatto economico e politico nei confronti delle potenze plutocratiche e reazionarie.
L'Italia entrò in guerra con un esercito di 1.630.000 uomini, ai quali si aggiunsero 140.000 "camicie nere".
Il 21 giugno 1940: l’Italia sferrerò un’offensiva sulle Alpi contro la Francia
Il 24 giugno 1940: la Francia firmò un armistizio anche con l’Italia per cederle una piccola striscia di
territorio e la smilitarizzazione di una fascia di 50 km.

LA “BATTAGLIA D’INGHILTERRA” E LE PRIME DIFFICOLTÀ PER L’ASSE


Dal giugno 1940 tutto era nelle mani dell’Inghilterra e Winston Churchill non prese mai in considerazione
un accordo con Hitler, ma lottare fino alla vittoria.
L’Inghilterra abbandonerà il suo atteggiamento passivo, potendo anche contare su una flotta da
combattimento (ROYAL NAVY) largamente superiore a quella tedesca e un’aviazione (ROYAL AIR FORCE)
inferiore ma di altissima qualità.
L’Inghilterra per prima cosa, distrusse la flotta francese passata sotto il governo Vichy.
luglio 1940: Hitler preparò l’operazione Seelöwe (LEONE MARINO) con l’obiettivo di invadere e occupare
l’Inghilterra
Perciò l'8 agosto 1940 Hitler dette inizio alla cosiddetta "battaglia d'Inghilterra", cioè a una serie di
bombardamenti (aeri tedeschi Luftwaffe) a tappeto sulle installazioni militari e sulle più importanti città
dell’isola (BIRMINGHAM FU RASA AL SUOLO), che vennero sottoposte per 84 giorni ad una pioggia di fuoco
da parte dell'aviazione tedesca.
Né le perdite umane subite, né le paurose distruzioni fiaccarono la volontà di resistenza del popolo inglese
e della sua aviazione, che si rafforzò anche grazie a continui rifornimenti di uomini e mezzi dalle colonie,
malgrado i continui attacchi dei sottomarini tedeschi.
- Inghilterra produsse 4283 caccia bombardieri
- Germania 3000 caccia bombardieri
L’idea di sconfiggere la Gran Bretagna con una “guerra lampo” fallirà.
Nel frattempo, sul fronte del Mediterraneo, le basi della Royal Navy a Gibilterra, Malta e Alessandria
rimasero dei saldi presidi delle coste europee, africane e del Levante.
- Inoltre il tentativo di Hitler di convincere Franco a entrare in guerra accanto all'Asse non ebbe
successo: il dittatore spagnolo non intendeva farsi coinvolgere in una guerra per la quale non aveva
uomini né risorse.
La battaglia d'Inghilterra aveva rafforzato in Mussolini la convinzione di un'imminente vittoria nazista.
Nella prospettiva di un armistizio anglo-tedesco, egli pensò di guadagnare una posizione, puntando a
demolire la presenza dell’Inghilterra nel Mediterraneo e in Africa.
Il piano di Mussolini sarà quello di condurre una “GUERRA PARALLELA” a quella tedesca al fine di costruire
per l’Italia una propria sfera di influenza: attaccò Malta, il Sudan, Somalia britannica e l’Alessandria d’Egitto.
All’inizio ebbe successo ma finì tutto in un nulla di fatto.
Allora l’Italia decise di attaccare la Grecia con l’intenzione di controbilanciare la penetrazione tedesca in
Romania per realizzare un riequilibrio dei rapporti di forza all’interno dell’Asse.
L’Italia si arenerà quasi subito (mezzi inadeguati e risorse impreparate) di fronte alla resistenza dell’esercito
greco e sarà costretta a ritirarsi.
In Italia ci fu una crisi di fiducia verso la credibilità del duce (opinione pubblica scettica), inoltre dopo le
dimissioni di Badoglio, l'esercito italiano dipese totalmente dalle scelte tedesche.
Inoltre all’Italia si aggiunse la sconfitta subita nel Nord Africa: la Gran Bretagna contrattaccò il generale
GRAZIANI, giungendo a conquistare la Cirenaica e le truppe italiane saranno costrette alla resa. L’Italia fu
costretta ad abbandonare l’ipotesi di poter condurre una guerra autonoma rispetto alle iniziative tedesche.
Hitler inviò le truppe (AFRIKAKORPS comandate dal generale Rommel) in Libia per affrontare la Gran
Bretagna che fu costretta ad abbandonare la Cirenaica.
Intanto le truppe italiane in Africa orientale perdevano Addis Abeba e Massaua per arrendersi il 19 maggio
1941, ponendo fine all’impero mussoliniano.
La Iugoslavia e la Grecia firmarono l’armistizio con la Germania (Iuguslavia annessa all’Italia, montenegro
protettorato e nascita della Croazia).

L’OPERAZIONE BARBAROSSA CONTRO L’UNIONE SOVIETICA


Hitler, controllava buona parte dell’Europa, ritenne che fosse giunto il momento per attaccare l’Unione
Sovietica i cui territori avrebbero dovuto costituire il naturale “spazio vitale” per il dominio del “Reich
millenario” e la Germania avrebbe potuto impadronirsi delle enormi risorse locali (grano dell’ucraina, il
petrolio caucasico, minerali, manodopera a buon mercato, schiavizzazione della popolazione e creare aree
di lingua tedesca che, negli anni, avrebbero sostituito le popolazione autoctone.
Con il nome di OPERAZIONE BARBAROSSA, lo Stato maggiore tedesco aveva messo a punto un piano che
prevedeva l'applicazione della "guerra lampo" e l'adozione di una tattica di rapido sfondamento in
direzione dell'Unione Sovietica.
Il patto Molotov-Ribbentrop era ormai superato dai successi riportati dalla Germania, oltre che dai
contrapposti interessi di Berlino e di Mosca nei Balcani: la Germania aveva sotto il proprio controllo
Bulgaria, Romania e Ungheria, l'Unione Sovietica nutriva forti ambizioni sulla Iugoslavia e sulla Bulgaria.
22 giugno 1941: l’esercito tedesco, appoggiato anche da un Corpo di spedizione italiano, alle prime ore del
mattino, scattò l'attacco tedesco lungo un fronte di 1600 chilometri, dal Baltico al Mar Nero, con l'impiego
di ben 3 milioni di uomini, di circa 10.000 carri armati e 3000 aerei.
L’Armata Rossa fu colta alla sprovvista, sia perché Stalin era convinto che Hitler non avrebbe attaccato
l'URSS prima di aver sconfitto l'Inghilterra, sia perché le truppe sovietiche erano impreparate a una guerra
di movimento e mancavano comandanti di qualità.
L'obiettivo era giungere alla vittoria nei pochi mesi che mancavano all'avvento del rigido inverno russo.
Hitler sperava inoltre che le diverse nazionalità di cui si componeva l'Unione Sovietica sfruttassero
l'occasione per ribellarsi a Mosca.
Alla fine del 1941, i tedeschi avevano già conquistato molti territori dell’URSS e stava dirigendosi verso
Mosca e Leningrado e avevano fotto prigionieri circa 650.000 soldati russi.
L’impresa sovietica fu presentata dai nazisti come una “crociata” contro la minaccia planetaria costituita
dal “giudaismo bolscevico” e il conflitto assunse i caratteri di una guerra di annientamento di massa
(Mosca era stata descritta come centro di un complotto ai danni dei tedeschi ariani).
Le direttive elaborate dal comando dell'esercito tedesco erano tassative:
1. distruggere ogni forma di opposizione, anche non armata;
2. sfruttare la popolazione civile
3. procedere all’eliminazione degli ebrei in Urss
4. eliminare anche gli slavi considerati inferiori (quasi 3 milioni)
Dopo l’iniziale stupore, Stalin si propose come il PICCOLO PADRE DI TUTTE LE RUSSIE, ricompattando tutto il
gruppo dirigente attorno alla sua figura, dando l’ordine di dar vita, nei territori occupati, una guerra
partigiana sovietica che operavano all’interno delle linee tedesche secondo la tattica della “terra
bruciata” che comportava la distruzione della maggiore quantità possibile di risorse e beni per evitare
che cadessero in mano tedesca dicembre.
DURANTE L’INVERNO, I SOVIETICI AVVIARONO UNA CONTROFFENSIVA CHE ALLONTANÒ LA LINEA DI
FRONTE DA MOSCA. LA GUERRA DI MOVIMENTO DIVENTÒ UNA GUERRA D’USURA, IN QUANTO I TEDESCHI
ERANO LONTANI DALLE LORO BASI DI RIFORNIMENTO.

L’ATTACCO GIAPPONESE A PEARL HARBOR E L’INGRESSO IN GUERRA DEGLI USA


Allo scoppio del conflitto, nel 1939, gli Stati Uniti erano per il non intervento negli affari europei, ma dopo la
caduta della Francia, il presidente Roosevelt decise di accelerare la preparazione dell'esercito americano
per un eventuale entrata in guerra, supportando l'Inghilterra con una cinquantina di navi da guerra.
- Roosevelt adottò una serie di provvedimenti che resero gli Stati Uniti una sorta di "arsenale della
democrazia": Land-Lease Act ("Legge affitti e prestiti") che autorizzava il governo ad affittare,
prestare o vendere (ricevendo il pagamento solo a conflitto concluso) forniture di materiale bellico,
prodotti agricoli o di altro genere alle nazioni impegnate nella lotta contro l'Asse.
Fin dal 1940 l’America aveva attrezzato un apparato industrial-militare destinato a sorreggere in gran parte
lo sforzo bellico degli Alleati: 300.000 aerei (oltre ai 120.000 della Gran Bretagna e ai 137.000 dell'URSS)
contro i 120.000 della Germania e i 70.000 del Giappone. 3 milioni di autocarri (rispetto ai 600.000
fabbricati in complesso da Germania, Giappone e Italia), 34 milioni di tonnellate di naviglio mercantile
(contro i 5 milioni dell'Asse) e un numero enormemente superiore di corazzate e incrociatori, di carri armati
e di artiglierie senza poi contare l'incalcolabile volume di mitragliatrici, munizioni ed esplosivi d'ogni sorta
prodotti dalle fabbriche d'oltre Atlantico.
Roosevelt firmò con Churchill la CARTA ATLANTICA, ispirata agli ideali wilsoniani, che affermò che Gran
Bretagna e Stati Uniti sono impegnati in una lotta a tutto campo contro le dittature: una “guerra
antifascista"; il testo conteneva i principi fondamentali ai quali il mondo avrebbe dovuto ispirarsi per
reggersi sulla base di istituzioni democratiche:
- rinuncia da parte dei vincitori a guadagni territoriali;
- possibilità di modificare i confini territoriali solo d’intesa con i paese interessati;
- affermazione del diritto dell’autodeterminazione di tutti i popoli;
- rifiuto dell’uso della forza nei rapporti tra gli stati
- promozione della cooperazione economica internazionale.
Gli USA assunsero il ruolo di capofila nella guerra contro la Germania
A portare gli Stati Uniti all'effettiva entrata in guerra furono gli avvenimenti che nel frattempo stavano
interessando lo scenario asiatico: POLITICA ESPANSIONISTICA DEL GIAPPONE (era la costruzione di una
"grande Asia" sotto l'egemonia nipponica)
C’era un Patto Tripartito tra Germania, Italia e Giappone
Il Giappone cercava di penetrare nei possedimenti Inglesi, Francia, e Olanda, occupando tutta l’Indocina
francese, base di partenza per attaccare la Malesia, Singapore e le Indie olandesi.
Gli Stati Uniti e l’Inghilterra decretarono il blocco commerciale delle esportazioni verso il Giappone .
Allora il Giappone, povero di materie prime e di petrolio, doveva decidere se ritirarsi dall’indonesia e
riconoscere il governo nazionalista cinese, oppure procedere in una guerra.. il nuovo imperatore meno
diplomatico decise di aggredire la base navale americana di Pearl Harbor nelle Hawaii.
8 dicembre 1941: gli Stati Uniti entreranno in guerra contro il Giappone e il 12 dicembre 1941
dichiararono guerra alla Germania e all’Italia. GUERRA DEI 4 CONTINENTI
Il Giappone all’inizio ebbe una serie di successi militari nell’area del Pacifico (AEREI,TRUPPE ADDESTRATE E
MOTIVATE) conquistarono Filippine (Usa), Malesia, Hong Kong, Singapore, Birmania (Inghilterra), Indonesia
(Olanda),
Con l’entrata in guerra degli USA, gli alleati decisero una strategia comune: nella conferenza di Washington
le 26 nazioni contro il nazifascismo sottoscrissero il patto delle Nazioni Unite che contemplava l’impegno
comune a impiegare tutte le risorse disponibili nella guerra contro le potenze dell’Asse e non negoziare una
pace separata con i paesi avversari. A firmare il patto ci furono le Big Three /tre grandi/ USA, GRAN
BRETAGNA, URSS e tutti i paesi del Commonwealth e paesi occupati dai tedeschi (Belgio, Polonia, Paesi
Bassi) e la Cina.

10.2 L’ORDINE NUOVO DEL TERZO REICH


Tra il 1941-1942 il conflitto era favorevole all’alleanza dell’ASSE e Hitler decise di mettere in pratica il suo
progetto di istituire un “Nuovo ordine” nel continente europeo basato su una rigida gerarchia
“piramidale” (POLITICA, ECONOMIA E QUESTIONE RAZZIALE).
Al vertice il "Grande Reich", c’erano i territori della Germania prebellica e quelli annessi dopo il 1938; poi gli
alleati dell’ASSE in posizione subalterna e considerati vassalli (Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia, e la
Francia di Vichy); poi i paesi sottoposti al controllo militare che avevano alcune autonomie locali (Grecia,
Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Iugoslavia); alla base della piramide vi erano i paesi occupati e ridotti
a colonie senza autonomia, i protettorati come Boemia-Moravia, e i governatorati come Polonia e Ucraina
e tutti i territori orientali.
L’Italia aveva un ruolo marginale, in quanto considerata militarmente debole ma con un certo prestigio
politico e sociale e Mussolini godeva di stima da parte di Hitler.
A questo sistema politico doveva corrispondere un sistema socio-economico integrato, basato sul
dominio assoluto tedesco e tenuto insieme da una sorta di divisione internazionale del lavoro, con lo
sfruttamento dell’Est (colonie agricole sfruttate, sistema feudale e schiavitù), il decentramento di alcune
produzioni nei paesi occupati e la creazione di un mercato economico di consumo nell’Europa centro-
orientale.
L’EUROPA OCCUPATA SUBÌ:
→ UN FORTE SACCHEGGIO
→ UNO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE UMANE CON IL TRASFERIMENTO COATTO DELLA
MANODOPERA:
→ LE IMPRESE LOCALI DIVENTAVANO DI PROPRIETÀ TEDESCA O VENIVANO CONTROLLATE
→ IL TASSO DI CAMBIO TRA IL MARCO E LE DIVERSE VALUTE NAZIONALI VENNE FISSATO IN MODO DA
FAVORIRE I RAPPORTI DI SCAMBIO TEDESCHI.
La struttura piramidale degli stati, territori e popolazioni concepita dai nazisti era fondata su un parametro
di ordine razziale: persecuzioni, ghettizzazione e deportazione delle locali comunità ebraiche verso l’Est.
I paesi dell'Est europeo, abitati da slavi, diventavano sedi per future colonizzazioni di comunità ariane.
Alla gerarchia politica ed economica corrispondeva anche una gerarchia razziale, in cui gli slavi ma
soprattutto gli ebrei occupavano il gradino più basso.
L’obiettivo non era più di "isolare" individui e gruppi sgraditi perché "di razza inferiore” ma di cancellarne
una volta per tutte la presenza dal territorio europeo.
1. Prima gli ebrei dell'Europa occupata furono concentrati all'interno delle città (Varsavia, Cracovia), in
appositi GHETTI, ovvero quartieri isolati.
2. Poi cominciarono le deportazioni delle locali comunità ebraiche verso l'Est e alcuni reparti militari, i
"Gruppi di azione", procedevano alla fucilazione sistematica di tutti gli ebrei e di quanti passavano per
comunisti (in 2 anni circa 1.300.000 di persone uccise)
3. Infine nel gennaio 1942: nella conferenza di Wannsee gli alti esponenti delle gerarchie naziste e i
massimi dirigenti della SS misero a punto un piano per lo sterminio di massa di circa 15 milioni di ebrei:
la cosiddetta "soluzione finale della questione ebraica".
4. Vennero creati nuovi campi di concentramento, molti dei quali, nella Polonia occupata, che si
trasformarono in campi di sterminio (Auschwitz) con le camere a gas - gas cianidrico, lo Zyklon B, un
pesticida, erogato ai prigionieri condotti in luoghi ermeticamente chiusi. I cadaveri venivano poi
distrutti, tramite incinerazione in forni crematori (CIRCA 7 MILIONI DI EBREI - genocidio, olocausto e
Shoah).
In tutti i paesi caduti sotto il dominio tedesco si registreranno tre diverse posizioni:
 LA RESISTENZA: Inizialmente e nella fase dei maggiori successi militari del Terzo Reich, la RESISTENZA
era in mano a piccoli gruppi con una forte motivazione politica antifascista. Sabotaggio, distribuzione
clandestina di materiale propagandistico, trasmissione di informazioni all’Inghilterra. Dopo l'invasione
dell'Unione Sovietica, i partiti comunisti iniziarono resistenze nazionali, che diventarono movimenti
popolari, in particolare nei Balcani, in Iugoslavia e in Grecia. I PARTIGIANI - in maggioranza comunisti-
acquisirono man mano un ruolo rilevante nei paesi occupati anche in Italia. In alcuni paesi ci sarà una
spaccatura all’interno di questo fronte in nazionalisti e comunisti
o Per le sinistre la lotta di liberazione nazionale era per una profonda trasformazione politica e
sociale, ispirata a principi rivoluzionari sovietici.
o I più moderati, che avevano per obiettivo il ripristino di democrazie parlamentari trovavano
appoggio presso gli anglo-americani.
 IL COLLABORAZIONISMO coloro che intendevano collaborare con la Germania nazista per
opportunismo e/o perché aderivano alle ideologie naziste.
 L’ATTENDISMO ossia la passiva e rassegnata attesa dell’andamento degli eventi bellici

10.3 IL RIPIEGAMENTO DELL’ASSE


Nella primavera del 1942 le forze del Patto tripartito avevano raggiunto l'apogeo della loro espansione.
Nell'estate del 1942, l'andamento della guerra cominciò a suscitare molte preoccupazioni nei tedeschi:
- in URSS il potere politico si era addirittura rafforzato;
- l'Inghilterra era riuscita a reggere all'attacco dal cielo e dal mare;
- gli Stati Uniti erano entrati a far parte dello schieramento avversario con tutta la loro poderosa forza
economica e militare.
Nell’ASSE invece:
- Gli italiani continuavano a battersi, ma senza successo, e i giapponesi pagavano costi elevati in mezzi e
uomini in un teatro di guerra (PACIFICO) distaccato rispetto agli scenari europei.
- Allora l’esercito tedesco riprese l’offensiva contro i sovietici, intorno alla città di Stalingrado (battaglia
durissima e sanguinosa, si arrivò a combattere casa per casa); successivamente scattò la controffensiva
sovietica che riuscì a ribaltare la situazione e le truppe tedesche furono costrette ad arrendersi. Per
questa sconfitta Hitler ordinò 4 giorni di lutto nazionale mentre per gli avversari era la svolta del
conflitto. In questa tragica ritirata anche l’ARMATA ITALIANA IN RUSSIA con 230.000 uomini.
- Inoltre le truppe italo-tedesche giunsero a El Alamein in Egitto con l’obiettivo di minacciare il Canale di
Suez ma successivamente la Gran Bretagna con il generale Montgomery lanciò una controffensiva che
costrinse le truppe dell’Asse a ritirarsi in Tunisia.
- Inoltre le truppe anglo-americane sotto il generale Eisenhower sbarcarono sulle coste Algerine e
Marocchine (operazione Torch) per occupare i territori africani in mano ai francesi di Vichy e di
stringere i tedeschi e gli italiani dentro un’unica morsa. Gli italo-tedeschi furono accerchiati in Tunisia e
dovettero capitolare.
- Nel gennaio 1943: nella conferenza di Casablanca, Roosevelt e Churchill decisero che “l’assalto alla
fortezza Europa” sarebbe iniziato con l’invasione dell’Italia, in quanto:
o Era militarmente debole (anello più debole dell’Asse)
o Sbarcare in Sicilia era la via più facile
Ed inoltre le resa dei paesi dell’Asse d9veva essere incondizionata.

LA CADUTA DEL FASCISMO, L’ARMISTIZIO E LA GUERRA IN ITALIA


In Italia si stava assistitendo ad una serie di scioperi operai, ai continui bombardamenti degli alleati e ad
una crisi economica.
10 luglio 1943: ebbe inizio lo SBARCO IN SICILIA di truppe americane, inglesi e canadesi (“OPERAZIONE
HUSKY”) che nel giro di poche settimane venne conquistata e nel frattempo forze aeree statunitensi
bombardarono Roma e Frascati, sedi del comando tedesco in Italia. Furono scaricate più di 1000 tonnellate
di bombe, provocando oltre 3000 vittime tra i civili.
Lo sbarco alleato in Sicilia ebbe anche effetti di ordine politico = la popolazione locale accolse le truppe
alleate come liberatori, e si diffuse la speranza di una rapida conclusione della guerra.
Alcuni personaggi del regime più vicini al re avevano cominciato a valutare il da farsi nell'eventualità di
un'uscita di scena di Mussolini.
L’ipotesi era negoziare una pace separata che doveva limitare i danni e salvare la monarchia , che si
proponeva come garante di una soluzione politica moderata adeguata, del resto, ai calcoli anglo-americani.
Hitler negò a Mussolini i rinforzi militari e i mezzi che da tempo chiedeva; quando però, nell'incontro con
Mussolini a Feltre nel giugno 1943, Hitler intuì che nell'entourage del duce c'era chi stava pensando
all'ipotesi di ritirarsi dal conflitto, con o senza il consenso tedesco, mutò drasticamente atteggiamento,
perché l'Italia era nei piani tedeschi un avamposto nella difesa a oltranza delle frontiere del "Grande Reich”,
Hitler cominciò a far arrivare soldati in Italia, preparandosi all'immediata occupazione militare della
penisola in caso di ritiro italiano dalla guerra ("PIANO ALARICO").
Vittorio Emanuele III intendeva separare la sorte della dinastia da quella del regime e voleva allontanare
Mussolini dal potere; durante la seduta del Gran Consiglio del fascismo, Mussolini venne sfiduciato dalla
parte più moderata del partito fascista: in quella sede venne infatti approvato un ordine del giorno con il
quale si chiedeva l'"immediato ripristino di tutte le funzioni statali" (in pratica, la soppressione delle
istituzioni del regime), invitando il re a riprendere il comando delle forze armate.
Nel pomeriggio del 25 luglio 1943 Mussolini si recò dal re, per il consueto incontro settimanale, e fu colto di
sorpresa quando Vittorio Emanuele III lo invitò a rassegnare subito le dimissioni. All'uscita da Villa Savoia il
duce venne arrestato dai carabinieri e inviato al confino in Abruzzo, a Campo Imperatore sul Gran Sasso. A
sostituirlo, il re chiamò, come già stabilito, il generale Badoglio.
La radio interruppe i programmi per annunciare quanto stava avvenendo, i giornali uscirono con edizioni
straordinarie: così, nel giro di poche ore la notizia della caduta del fascismo fece il giro del paese ….
credendo che con la fine del regime sarebbe cessato anche il conflitto che stava martoriando l'Italia (La folla
scese nelle piazze a festeggiare, i simboli del fascismo furono distrutte).
Badoglio, per tranquillizzare l’alleato tedesco, si era affrettato a confermare che la guerra contro gli
anglo-americani sarebbe continuata, ma i tedeschi decisero di assumere il controllo militare del paese.
Badoglio avviò una serie di trattative segrete con gli anglo-americani con l’obiettivo di giungere alla firma di
una pace separata tra l’Italia e gli Alleati, rompendo i legami con la Germania nazista. Il 3 settembre 1943:
venne firmato l’armistizio a Cassibile (Siracusa) ossia l’accordo militare che poneva fine, resa
incondizionata, alla guerra italiana contro gli anglo-americani; quando l’accordo fu reso pubblico, i
tedeschi procedettero con l’immediata occupazione della penisola italiana (il re e Badoglio abbandonarono
Roma verso Brindisi-liberata dagli Alleati).
L'ESERCITO ITALIANO SI DISSOLSE: i reparti non avevano ricevuto nessuna indicazione su come
comportarsi e si sbandarono sotto i colpi dei tedeschi. Le navi della flotta militare avevano ricevuto l'ordine
di consegnarsi agli Alleati nella base inglese di Malta, nella notte tra l'8 e il 9 settembre salparono da
Genova e La Spezia, ma durante la traversata furono avvistate e colpite dai bombardieri tedeschi; la
corazzata "Roma" venne affondata e 1300 uomini persero la vita.
Ci fu qualche tentativo di resistere alle aggressioni, come a Porta San Paolo, a Roma, dove i militari e i
civili italiani fecero un combattimento contro i paracadutisti tedeschi al fine di impedire l'occupazione della
capitale da parte dei nazisti. Ma i tedeschi catturarono dai 600.000 agli 800.000 uomini, che furono
deportati nei campi di concentramento in Germania. I reparti italiani all'estero, lasciati senza ordini precisi,
riuscirono a sfuggire e a unirsi ai partigiani locali ( Albania…) o in altri casi risposero con le armi, ma furono
trucidati, come avvenne a Cefalonia o a Corfù.
L'Italia centro-settentrionale, dopo la firma dell'armistizio, era in mano ai tedeschi che si attestarono
sulla linea Gustav un insieme di posizioni difensive che si estendeva da Gaeta a Pescara e tagliava in due
la penisola.
Il 12 settembre 1943 i tedeschi liberarono Mussolini che costituì un nuovo governo fascista nella parte di
penisola occupata dai tedeschi.
L’ITALIA SARÀ SPACCATA IN DUE E NASCERÀ COSÌ LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
Il paese spaccato in due fu teatro di quasi venti mesi di guerra. Ai primi di giugno gli Alleati raggiunsero
Roma e alla fine dell'estate tutta l'Italia centrale era liberata dall'occupazione. Gli Alleati si bloccarono
nuovamente sulla linea Gotica: uno stallo che durò sino alla primavera del 1945, quando gli Alleati
riuscirono a dare la spallata finale; il 2 maggio 1945 i tedeschi in Italia firmarono la resa.
Oltre alla guerra degli eserciti regolari, in Italia fu combattuta anche una guerra partigiana antifascista,
promossa dai partiti che si erano riorganizzati per costituirsi poi in Comitato di liberazione nazionale (CLN)
… piegarono i nazifascisti con azioni di sabotaggio e di guerriglia.

L’AVANZATA GIAPPONESE IN ASIA E LA CONTROFFENSIVA AMERICANA


Alla base della guerra che l'impero Giapponese stava conducendo c'era l'intenzione di costruire un “Nuovo
ordine” politico (un'area che avrebbe costituito la Grande Asia orientale, estesa dalla Manciuria alla
Nuova Guinea): gli obiettivi erano la supremazia politica di Tokyo e lo sfruttamento economico delle terre
conquistate ("Asia agli asiatici", definitiva liberazione dal controllo delle potenze occidentali).
Il "nuovo ordine" concepito da Tokyo era analogo a quello della Germania nazista: al vertice ci doveva
essere l'Impero giapponese, circondato dai paesi alleati, controllati militarmente ma provvisti di governi
"indipendenti"; più sotto si collocano la Malesia e l'Indonesia senza indipendenza politica; alla base di
questa costruzione gerarchica si trovavano poi i territori che costituivano solo delle colonie, come Hong-
Kong, Singapore, il Borneo, la Nuova Guinea, Timor.
Questo gigantesco impero era presentato dai giapponesi come una "sfera di comune prosperità" e di
sviluppo per tutti i paesi che ne facevano parte.
La dottrina giapponese contemplava una concezione razzista del mondo, in cui inferiori erano considerati
gli europei e subalterne le altre razze asiatiche, comprese i cinesi,
In questi paesi conquistatati il Giappone esercitava un dominio coloniale e sorgeranno così movimenti
partigiani antigiapponesi …Il Giappone non aveva fatto i conti con 1. la superiorità aereo-navale degli USA,
con 2. la troppa estensione dei territori occupati quindi l’incapacità di creare collegamenti tra i suoi
avamposti, con 3. La differenza di strategia tra l’esercito che voleva una vittoria su terra in Cina e la marina
che voleva le Hawaii e l’Australia.
Infatti gli Stati Uniti giunsero a controllare l'area del Pacifico, dando inizio ad una serie di offensive, prima
per la conquista delle isole Marshall e liberazione delle Marianne, che con la battaglia delle Filippine
porteranno all’annientamento della flotta di Tokyo.
In questa circostanza gli americani si trovarono a dover fare fronte per la prima volta all'attacco dei
kamikaze (letteralmente "vento divino"), giovani piloti suicidi che si lanciavano sulle navi americane con il
loro aereo imbottito di esplosivi.

10.4 LE ULTIME FASI DELLA GUERRA


DALLO SBARCO IN NORMANDIA ALLA SCONFITTA TEDESCA
In Italia la guerra ristagnò a lungo sulla "linea Gustav", anche perché gli Alleati avevano giudicato il fronte
aperto in Italia come secondario dal punto di vista strategico, mentre si riteneva di dover aprirne un altro
più importante nella Francia settentrionale. Tale strategia fu stata decisa alla fine del '43 nel corso della
conferenza di Teheran (Iran), che vide la presenza di Stalin, Roosevelt e Churchill. Perciò Stalin si impegnò
a sostenere gli Alleati che l’Urss avrebbe conservato quanto acquisito in Polonia e nelle regioni baltiche in
base al patto Molotov-Ribbentrop del 1939.
A TEHERAN DECISERO UNO SBARCO IN FORZE NELLA FRANCIA SETTENTRIONALE (OPERAZIONE OVERLORD)
Per lo sbarco decisero la NORMANDIA, così da aggirare la totalità delle difese tedesche poste a presidio
dello stretto di Calais dove il governo tedesco pensava ci sarebbe stato l’attacco
Lo sbarco fu proceduto da bombardamenti e dal lancio dei paracaduti e iniziò nella notte tra il 5 e il 6
giugno 1944 (D-DAY) con l’impego di 1200 navi, molteplici mezzi anfibi, 13.000 tra aerei da trasporto e da
combattimento.
Centinaia di uomini furono sbarcati in 5 spiagge diverse così da costituire delle teste di ponte da cui partire
per la conquista del continente in un mese.
Grazie al valore delle truppe riuscirono ad infrangere la resistenza dei tedeschi attestati dietro la grande
linea di fortificazione eretta sulla costa della Manica (VALLO ATLANTICO).
Intanto le truppe golliste entrarono in Provenza e la popolazione –partigiane francesi di Parigi insorse
contro i tedeschi e il 25 agosto accolsero trionfalmente l’entrata in città dell’esercito di De Gaulle poi a
Bruxelles e infine Anversa. Gli Alleati si assestarono sulla linea del fiume Reno.
Quasi contemporaneamente sul fronte orientale l'Armata rossa giunse al confine con la Polonia e iniziò la
liberazione degli stati baltici (giugno-luglio ’43).
Nel Luglio del 1943 Hitler sferrò l’ultima grande offensiva contro i sovietici, con una gigantesca battaglia
di carri armati nella Russia centrale. L’armata rossa riuscì a rispondere, liberando l’Ucraina e la Crimea,
spezzando il lungo assedio (900 giorni) di Leningrado, poi entrò in Polonia, fermandosi a Varsavia, dove era
scoppiata un’insurrezione popolare, guidata dai partigiani nazionalisti che volevano scacciare i tedeschi
senza l’aiuto sovietico. Mentre l’Armata rossa attendeva alle porte della città, le truppe naziste repressero
nel sangue le rivolte e ridussero in macerie la città.
Il 20 luglio 1944 HITLER sfuggì per puro caso a un attentato dinamitardo organizzato dal colonnello Klaus
von Stauffenberg insieme ad altri ufficiali della Wehrmacht.
L’obiettivo era quello di eliminare il dittatore per negoziare l’uscita dal conflitto ormai compromesso ma
il tentativo fallì e Hitler ordinò una spietata repressione che sfociò nell’uccisione di 500 uomini.
Gli inglesi intanto libereranno la Grecia e i partigiani iugoslavi liberarono Belgrado, Hitler allora proclamò la
“GUERRA TOTALE” e la propaganda nazista cercò di rassicurare la propalazione, garantendo l’esistenza di
armi segrete, ma la Germania era ridotta allo stremo ed era sottoposta a incessanti bombardamenti a
tappeto da parte dell’aviazione inglese e americana
L’obiettivo degli Alleati era di fiaccare il morale dei tedeschi per indebolire ogni forma di resistenza.
Amburgo e Dresda furono rase al suolo, carbonizzate da vere e proprie tempeste di fuoco, scatenate dalle
bombe incendiarie – 600.000 tedeschi morti.
Dalle regioni orientali le popolazioni di lingua tedesca si riversavano in Germania e ci fu un flusso
ininterrotto di profughi tedeschi (12 milioni).
Intanto le dinamiche tra i diversi paesi stavano cambiando:
- L’Inghilterra dipendeva sempre di più dagli Stati Uniti economicamente e militarmente
- La Russia aveva aumentato il suo prestigio, date le innumerevoli vittorie
Quindi si decise di rivedere gli accordi di Teheran, gli interessi singoli prevalsero ormai vicini alla vittoria; né
la Gran Bretagna né l’Urss volevano perdere la loro sfera d’influenza in cui esercitavano un’egemonia
politica ed economica. Alla conferenza di Teheran avevano deciso per la divisione della Germania in più
stati, però non avevano deciso degli stati che facevano parte del terzo reich.
Alla conferenza di Mosca Churchill e Stalin sanciranno le rispettive sfere d’influenza nei Balcani: Bulgaria e
Romania all’Urss, Grecia a i Britannici, la Iugoslavia e l’Ungheria a TUTELA PARITARIA.
Tra 4-11 febbraio 1945: nella conferenza di Jalta tra Roosevelt, Churchill e Stalin si decisero le sorti della
Germania e si accorderanno per la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ovvero un organismo
internazionale finalizzato al mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo 7 marzo 1945: sul fronte
occidentale le truppe alleate riusciranno a superare il Reno e dilagheranno in tutta la Germania centrale
1945: sul fronte orientale l’Armata Rossa entrerà in Ungheria, in Austria e a Berlino 30 aprile 1945: Hitler si
suiciderà 7 maggio 1945: la Germania firmerà l’atto di resa incondizionata a Reims La bomba atomica e la
resa del Giappone 17 luglio-2 agosto 1945: conferenza di Postdam in cui gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la
Cina intimeranno al Giappone la resa incondizionata 6 agosto 1945: gli Stati Uniti sganceranno una bomba
atomica su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki 15 agosto 1945: il Giappone annuncerà la resa 2 settembre
1945: il Giappone firmerà la capitolazione.
LA BOMBA ATOMICA
Gli americani si concentrarono sul Giappone e, durante la conferenza di POTASDAM, insieme agli stati uniti
e alla cina, gli chiesero di arrendersi. Truman, presidente americano, comunicò che avrebbe usato la
BOMBA ATOMICA, che era già stata utilizzata con successo nel deserto del new mexico, al fine di esibire la
propria forza.
Il 6 agosto 1945, dopo un ultimatum usa, il BOMBARDIERE AMERICANO ENOLA GAY SGANCIO’ SULLA CITTA’
DI HIROSHIMA (morti istantanei di 70.000 abitanti) il 9 agosto, lo stesso a NAGASAKI (vittime 40.000 e
molte altre dopo a causa delle radiazioni. L’imperatore Hirohito allora annunciò la resa e la capitolazione.
Finiva così una guerra che:
- durava da sei anni
- 55 milioni di morti (24 militari e 30 civili)
- Distruzione di intere città, ferrovie, ponti, porti..campi coltivati

10.6 LA SCIENZA AL SERVIZIO DELLA GUERRA

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