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MERCURIO SOBRIO TRA AFRICA E ROMA

Author(s): Anna Leone and Domenico Palombi


Source: Archeologia Classica , 2008, Vol. 59 (2008), pp. 409-433
Published by: L’Erma di Bretschneider

Stable URL: http://www.jstor.com/stable/44367738

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LEONE-PALOMBI - Note e discussioni (Arch, classica - L'ERMA)

MERCURIO SOBRIO TRA AFRICA E ROMA

Il culto di Mercurio in Africa è sempre stato particolarmente importante ed è sta


to, negli anni, di svariati studi monografici 1 . In particolare, con l'epiteto di Sobriu
peculiare connotazione rituale, il culto di Mercurio risulta attestato esclusivament
in Nord- Africa dove la sua presenza parrebbe avere radici nella religiosità di età pre
A proposito di Roma, Festo informa che il culto era caratterizzato dal sacrif
latte e non di vino (Fest. 382L; il passo verrà commentato in seguito).
Combet Farnoux 3, in particolare, ponendosi la questione dell'origine delle li
di latte, sottolinea come tale tradizione possa ben adattarsi al Lazio arcaico dal c
principalmente agricolo e pastorale. Ci sono svariati culti per cui è attestata il s
con il latte e per questi è stato proposto, in passato, che sia un elemento caratter
graecus ritus 4 . Cadotte recentemente ha suggerito che possa invece trattarsi di u
zione di origine punica, di cui sappiamo assai poco 5 e che, come ipotizzato da L
l'epiteto Sobrius provenga dal punico §obar , in connessione con il carattere "m
di Mercurio 6. Cadotte ancora ipotizza che si tratti di un epiteto creato per distin
Mercurio rurale, da identificarsi con Silvano, da quello urbano 7 . Si tratterebbe
un sincretismo tra la divinità locale di tradizione libico-punica e il dio romano
ta assimilato a Ball Addir. Con riferimento alla categorizzazione proposta da Leg
tratterebbe di un processo di 'assimilazione cumulativa' 8. Tale evoluzione p

1 Per una sintesi e una discussione della figura di Mercurio nel mondo africano e della sua princ
zione in relazione al commercio e allo scambio si veda Combet Farnoux 1981 , pp. 457-501 .
2 Si vedano Combet Farnoux 1980, pp. 282-284; Palmer 1997, pp. 80-103; Cadotte 2007, p
Per una completa rassegna degli epiteti riservati al dio vd. Baratta 2001 , pp. 114-118.
3 Combet Farnoux 1980, p. 283.
4 Combet Farnoux 1980, p. 284 (sulla base di D.H. 1 , 33, 1 circa il culto di Cerere).
5 Cadotte 2007, p. 141 .
6 Lipiński 1995, pp. 475-476 e, sul culto africano di Mercurio: ibid., pp. 393-396.
7 Cadotte 2007, p. 142.
8 Leglay 1975, pp. 124-125. In particolare lo Studioso identifica tre diversi tipi di sincretismo: 1)
assimilazione di divinità indigene puniche (il cui nome non è sempre noto) che da luogo a una i
romana ; 2) assimilazione di divinità che porta ad un arricchimento della personalità della divinità st
sto gruppo ascriverebbe il caso di Mercurio); 3) l'assimilazione cumulativa che metterebbe insieme
stiche di diverse divinità generando nuove figure divine.

ArchCU LIX, 2008, pp. 409-433

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410 NOTE E DISCUSSIONI

avrebbe raggiunto il suo apice all'inizio d


tre delle quattro epigrafi africane con il n
Il culto di Mercurio Sobrio in Africa è
Thuburnica, Cincari e Cirta; per i primi d
edifici di culto, sebbene non siano mai

Uazi S arra (Henchir Bez). Il santuari


va a ovest della città antica e domina la
non sia mai stato oggetto di scavo, l'imp
bile in una vasta terrazza porticata con
orientato ad est t10 (Fig. 2). Dallo stesso
una maschera in argento della stessa d
state rinvenute due iscrizioni, l'una che
Merc[u]rio Sob [rio] 11 e una seconda
doveva essere sormontato da una statua 1
Il documento (212 d.C.) è ricomposto d
P[r]o salute imp(eratoris) Caes(aris),
Adiabe[nic]i, Partitici maximi , Brit[ann]
manici , Sarmatici nepot(is), diui Antonin
Troiani Parthici et diui Nerua abnepot(is
iuuentutis, Augusti , / Parthici maximi
trib(unicia) potest(ate) XV, imp(erator
Domnae Augustae, piae, felic[i]s, matris
domus diuinae. / P(ublius) Opstorius
Merc(urii), cum patriae suae Vazitanae tr
n(ummum) aedem Mercurio Sobrio pollic
aedem / cum pronao et ara fecit et ob d
lo]c(o) dat(o) d(ecreto) d(ecurionum), idem
aed[e]m Aesculapio deo promissam bassil

La dedica è di un flamen perpetuus e


per Mercurio Sobrio ed un tempio a Escu
anche altri numerosi documenti epigrafic

Thuburnica (Sidi Ali Ben Kassem). I


quedotto della città si trova il tempio ori
con nicchie su 3 lati. Il tempio non è m
ruderi in pessimo stato di conservazione

9 Cadotte 2007, pp. 142-143.


10 Cagnat, Gauckler 1898, pp. 66-69 e tav. X
11 CIL VIII, 12002 e Cadotte 2007, p. 488 n. 1
12 CIL VIII, 11999, 12006 e 12007.
13 CIL VIII 12006 e Cadotte 2007, p. 484 n. 1

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Fig. 2. Vazi S arra. Pianta dei resti del santuario di Mercurio Sobrio (da Cagnat e Gauckler 1891).

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NOTE E DISCUSSIONI 413

Fig. 3. Thuburnica. Pianta dei resti del santu

alla presenza di un largo cortile quadrato


punto di vista liturgico-planimetrico la prese
tipologia del santuario di Vazi Sarra (Fig. 3).
L'iscrizione con dedica, scolpita su un m
d'accesso al tempio 14. La pietra è fratturata
serva una grappa che doveva servire per il fi
Mercurio Sobrio , Genio Sesase , Pantheo A
toris) Caes(aris) M(arci) Aurelii Seueri Anton
nae Aug(ustae), matris Aug(usti) et castror(u
diuinae. Eorum Lucilia Calle ,, flam(inica) co
libentiq(ue) animo u(otum) s(oluit)"

Il documento, con dedica all'imperatore


Sobrio associato a quello del Genius Sesase
un probabile vicus o pagus) 16 e al Pantheon

Cincari. A Cincari è nota soltanto l'iscri


rio Sobrio da parte di sacerdoti per il restaur

14 L. Carton in BCTH 1891 p. 175 e figura 7.


15 L. Carton in BCTH 1891, p. 179-180. Trascr
1898, p. 72 e, recentemente, Cadotte 2007, citato a no
16 Si tratta probabilmente del genio protettore del
17 È stato anche suggerito che si tratti della stessa di
18 /LA/484 = AE 1915, 40; si veda anche Cadotte 2

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NOTE E DISCUSSIONI 415

[Mercu] rio Sobrio Aug(usto) [sac(rum


L(uci) Septimi Se[ueri...] / [et Imp(erat
Aug(usti) et I[uliae Domnae Aug(ustae),
dei Mercuri ?] / [... t]em[plu]m [uetustate
dedica[ uerunt. ..]/[.. JM[. . .] Mebii feceru

Cirta (Constantine). Da Cirta proviene


ne con dedica ai Mercuri Sobri , questa vo
di un canistrarius 19 .

[Mercu]ri(i)s Sobri/ [is s(acrum). Dejcimi


ani(mo) 20 .

I luoghi di rinvenimento di edifici e dediche a Mercurio Sobrio sono tutti localizzati


in una circoscritta area del nord Africa. Sebbene in età imperiale pre-dioclezianea tale
regione ricada nell'ambito dell 'Africa Proconsularis - risultante dall'unione tra Africa
Vetus (corrispondente all'antico territorio di Cartagine) e Africa Nova (cioè la
Numidia) 21 (Fig. 4) - per l'età pre-romana essa appartenne all'ambito numidico-punico
sottomesso a Cartagine 22 . Cirta (Constantina) è l'insediamento storicamente più impor-
tante in territorio Numidico, per il quale si dispone del maggior numero di
informazioni 23: già citato in relazione ad eventi della fine del III sec. a.C. (Liv. 29, 32),
è parte del regno numidico nella sua estensione più ampia 24 e centro cosmopolita che
accolse anche, dopo il 146, Cartaginesi fuggitivi. Tutta l'area è fortemente punicizzata,
come testimoniano le numerose stele di Ba'al Ammon e l'onomastica 25 . Anche l'archi-

19 CIL VIII 19490 = 6977 e C adotte 2007, p. 648 n. 438. A Cirta è attestato anche un collegio di Mercu-
riali: Berthier 1941-1942, pp. 250-256.
20 Per una diversa lettura della parte frammentaria si veda BCTH 1887, p. 86, n. 201, dove al posto di
canestrarius si propone " castus librarius ".
21 Per una discussione sui confini delle province e il processo che portò alla creazione di esse si veda
Berthier 1981 , pp. 125-132. Cirta sarebbe divenuta parte dell'Africa Nova tra il 44 e il 36 a.C.: cfr Bertrandy
1994, p. 1971).
22 I popoli indigeni sottomessi a Cartagine erano variamente chiamati Libici (o libico-fenici) e Numidi.
I Numidi non compaiono nella storia africana prima della Seconda Guerra Punica: Camps 1967, p. 29; Id. 1980,
pp. 90-106; Desanges 1995, pp. 352-358; Ripoll 2003, pp. 95-111. L'estensione dei libico-fenici è ampia e
di difficile definizione (cfr. Plin., N.H. V, 24: « Libyphoenices vocantur qui Byzacium incolunt»' Tolom. 4, 3, 6).
Si veda, per considerazioni di dettaglio, Gsell 1918, p. 99.
23 Sulla centralità dal punto di vista storico si vedano Camps 1960, pp. 168 e 176-178 e Desanges 1980,
pp. 78-79.
24 Sulla definizione si veda Thébert, Coarelli 1988.
25 Si veda Bertrandy 1994, p. 1966 s. Sebbene tradizionalmente solo le città costiere della Numidia siano
state considerate di fondazione punica, gli scavi a Cirta hanno invece portato alla luce una serie di strutture e di
stele puniche (si veda Berthier 1981, pp. 159-177). Non da ultimo va citato il santuario di El Hofra che,
posto sul fianco della collina che domina la valle del fiume Ampsaga, presenta caratteristiche tipiche della
tradizione punica. Il santuario era dedicato a Baal Ammon e alla sua paredra Tanit. La dedica del santuario è in

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416 NOTE E DISCUSSIONI

tettura dei santuari si ispirerebbe alla tradizi


di santuari di origine punica in Africa presen
porticata e una o tre celle che si aprono nella
architettonica è già stata da tempo ben defin
Queste stesse caratteristiche planimetrich
ai due templi dedicati a Mercurio Sobrio a V
stando alle testimonianze epigrafiche, siano
III sec. d.C., essi vennero realizzati nella scia
anche se con un tipo di decorazione a caratt
sono stati oggetto di scavo e non è quindi p
za di strutture precedenti (nel caso specifico
ma la sua identificazione è ancora ignota). T
urbana, dove la tradizione punica è sopravvi
rire con una certa verosimiglianza che si trat
origine punica.

Anna Leone

* * *

Deve certamente avere un qualche


qui considerato, Mercurius Sobrius
Due epigrafi funerarie, datate al p
nome della divinità come indicaz
M)ercurio Sobrio ( CIL VI.9483) e

punico e lo stile e l'iconografìa riprende quell


di una vasta corte, parte centrale del santu
dei resti e la pesante spoliazione da essi subita
e distruzione del complesso.
26 Su questo si veda Pensabene 1990, p.
27 A questo proposito Lézine 1961 , pp. 99
28 Per alcune considerazioni sull'origine pun
contra Pensabene 1990, p. 273 che sottoline
una cella che si apre sul cortile porticato, sen
con alcuni casi, come per esempio i Santuar
corte scoperta con cella sul fondo: cfr. Fan
29 Sulla permanenza della tradizione archite
si veda Pensabene 1990, pp. 251-293 che sot
tita {ibid., p. 274) e la completa acquisizio
1959, pp. 247-261 con riferimento al santua
{ibid., p. 257). Anche nell'analogo santuario

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NOTE E DISCUSSIONI 417

Sobrio ( CIL VI.9714 = ILS 7510) esercit


Roma intitolato al dio.
Nulla è possibile ricavare - in merito alla localizzazione e alle caratteristiche del
quartiere di pertinenza - dalle professioni e dall'unico nome conservato dei due perso-
naggi. L'anonimo insularius della prima epigrafe deve intendersi quale gestore (o locata-
rio?) di un edificio adibito ad usi diversi; la perdita del nome dell9 insula inibisce ogni
ulteriore approfondimento circa i reali proprietari dell'immobile che - più ancora se
costruttori - avrebbero dato il loro nome all'edificio come si verifica in altri casi noti e
meglio documentati 30 .
Del liberto C. Sulpicio Battara si osserverà il rarissimo cognome e l'appartenenza ad
una importante gente romana 31 ; la sua professione rimarca gli interessi finanziari del
gruppo sociale di appartenenza 32 e deve essere stata esercitata in un qualche luogo urba-
no connesso ad attività economiche e finanziarie. Nel dossier epigrafico romano le sei
epigrafi di nummular i con indicazione topografica dell'area di esercizio rimandano, oltre
che al vico Sobrio (1), alla basilica Giulia nel Foro Romano (2), all'area del Circo Flami-
nio (2) e alla località detta sex Arae (1) non identificata ma nota per una particolare con-
centrazione di attività commerciali e finanziarie 33 . In questo senso, anche la mensa

30 Sull'insula come caseggiato d'affitto adibito ad usi diversi e promiscui cfr., ad. es., Pasini 1978,
pp. 24-26; Priester 2002, pp. 25-33. Analisi approfondite dei diversi significati del termine in Castagnoli
1976; Hermansen 1978, part. 129-131, 148-154; Guilhembet 1996; Coarelli 1997, part. 96-107, Storey
2004. Per una panoramica delle insulae di Roma che conservano il nome del costruttore e/o proprietario vedi la
rassegna in LTUR III (1996), pp. 96-98, 101-103.
31 Battara, nell'onomastica latina, è cognome rarissimo (cfr. Solin 1996, p. 619) ma in quanto nome per-
sonale greco di probabile origine ionica (Baxxapõç/Báxxapoç: Masson 1970 con le osservazioni di Robert,
Robert 1970, p. 417; Fraser, Matthews 1987, p. 100; Masson 1997, p. 73) risulterebbe, nel caso in esa-
me, particolarmente appropriato alla condizione di liberto di C. Sulpicio (sull'onomastica libertina basti il
rimando a Salomies 1987, pp. 229-231). Battara parrebbe utilizzato da Cicerone come soprannome per "bal-
buziente" in una lettera a Trebazio dell'ottobre del 54 a.C. forse in riferimento al giurista Vacerra (Cic., Ad fam.
7, 9, 2; Shackleton Bailey 1977, p. 334 con proposta di derivazione dal greco (kixxapiÇû)). Battaro, infine,
è il nome del pastore suonatore di zampogna che accompagna le "maledizioni" del poeta delle Dirae , uno dei
poemetti che costituiscono la controversa Appendix Vergiliana (sull'opera: Della Corte 1985 e Salvatore,
Giomini 1984).
32 Sui nummularii, dall'inizio del II sec. d.C. impegnati al pari degli argentari in operazioni bancarie (ser-
vizio di cassa, deposito, prestito), ma che in precedenza erano dediti a più modeste funzioni di verifica delle
monete (probado) e scambio: Andreau 1987, pp. 177-219, e pp. 210, 308, 387, 391, 399, 683 per il testo in
esame; Nadjo 1989, pp. 216-221. Sulla organizzazione e il funzionamento della mensa nummularia: Petruc-
ci 1991, pp. 253-312.
Considerata la cronologia orientativa dell'epigrafe di Battara non si potrà escludere un qualche legame
del personaggio con la famiglia dei C. Sulpicii puteolani, coactores argentarii particolarmente attivi, tra Poz-
zuoli e Roma, sulla scena finanziaria della prima metà del I sec. a.C.: cfr. Camodeca 1999, pp. 22-26 per lo
status sociale e la banca della famiglia; cfr. Gardner 1999.
33 Andreau 1987, p. 210.

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418 NOTE E DISCUSSIONI

nummularia di Battara nel quartiere int


immaginata non lontano da aree e strutt
basilicae , macella ). Un utile termine di
luoghi di Roma interessati dalle attività
fico relativo agli argentarli romani che,
nummularii , esercitano post aedem C
Magnum (1), nel Foro Vinario (1), nell
(2) 34 (Fig. 5). Proprio quest'ultima indic
argomenterà in seguito.

Nelle fonti letterarie, della strada e del


si rinviene una unica notizia in Fest.
Aelius, quod i<n eo nullus tabernae> lo
M<ercurio lacte non> vino solitum <sit s
Quanto di ragionevole è possibile dedur
tato da Robert E. A. Palmer in una ricer
poco nota e la cui conoscenza avrebbe cer
Mercurio 36 .
Il lemma di Festo sunteggia, come argo
quaria che attraverso Verrio Fiacco - nel
vilegiata per la storia e la topografia di
maggiori grammatici e filologi della s
Cratete di Mallo (della scuola anomalis
scuola analogista di Alessandria) e fondat

34 Per i luoghi della finanza a Roma: Andreau


255; il Foro Romano deve considerarsi, ovviamen
chieri èÇ àyopõç pcopaviiç); cfr. Purcell 1995, pp.
ri huius fori) scelsero per una qualche motivata rag
Severo l'"Arco degli Argentari" nel Foro Boario
deve considerarsi il significato della distribuzione
impegnati nella vendita all'asta in diversi luoghi
teatro di Marcello (1), ai Sette Cesari (1) - ma prefe
naria come quelli detti atria Licinia e che si trov
pendice della Velia: Andreau 1987, pp. 142 s., 6
35 Le integrazioni di Wallace M. Lindsay (Lip
Fest. 383L: «Sobrium vicum Romae dictum putatu
rio lacte non vino subplicabatur». Il ridottissimo do
tato, ad vocem, in: Platner, Ashby 1929, p. 5
Parrebbe una invenzione degli studi topografici mo
la descrizione di una statua del dio ubriaco che rie
non assunse mai valore toponimico: Palmer 199
36 Palmer 1997, pp. 80-103.

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420 NOTE E DISCUSSIONI

ta portata al culmine dal suo principale all


qualche altro erudito il cui nome cade n
"razionalistica" che spiega il nome del quar
commercio e al consumo di vino; alii ignot
Verrio Fiacco) vollero, al contrario, ricond
terizzava il culto della divinità patrona del
Molto labile, ma ancora di un certo inter
co di riferimento proposto da Palmer per l
contrario, si finge beone nell' Amphitr
farebbe risalire la conoscenza del dio Sobrio tra i Romani almeno all'inizio del II sec. a.C.
e orienterebbe l'introduzione del culto a Roma al tempo della Seconda Guerra Punica 38 .
Come gli anonimi antiquari festini, anche gli studiosi moderni sono stati particolar-
mente attratti dalla spiegazione rituale dell'epiteto "Sobrio", tipico ed esclusivo di Mer-
curio 39 : il riferimento alla libagione di latte e non di vino rivelerebbe, per i più, l'appar-
tenenza del dio al graecus ritus 40 .
Diversamente, R.E.A. Palmer ha documentatamente argomentato che nulla autorizza
a ritenere la libagione di latte pertinente al graecus ritus e, di conseguenza, nulla autoriz-
za a ricondurre a tale ritualità lo stesso culto di Mercurio Sobrio 41 ; al contrario, 1' "inter-
dizione del vino" che sembra caratterizzare la ritualità fenicio-punica e la diffusione
esclusivamente africana del culto, parrebbero ragionevolmente orientare verso una origi-
ne punica del dio 42 .

37 Su L. Aelius Stilo Praeconinus: Suet., Gramm. 3; cfr. Vacher 1993, pp. 48-52; von Albrecht 1997,
ad indicem , part. pp. 584, 594, 600; sull'identificazione del personaggio e le considerazioni qui esposte vedi
già Palmer 1997, pp. 80-82 ss. Sulla tradizione antiquaria tardorepubblicana confluita in Marco Verrio Fiacco
e da qui in Sesto Pompeo Festo e Paolo Diacono vedi, tra la vasta bibliografía e con differenti orientamenti:
Bona 1964; Cerrani 1978; Moscadi 1979; Grandazzi 1992; Id. 1993; infine, i testi raccolti in Glinister,
Woods, North, Crawford 2007. Su Verrio Fiacco fonte prima di Festo su Roma: Scardigli 2001 .
38 Palmer 1997, p. 86 s.
39 Cfr. il dossier africano analizzato, in questa sede, da Anna Leone.
40 L'interpretazione, condivisa da una solida tradizione di studi storico religiosi, è stata ripresa da Com-
bet Farnoux 1980, pp. 282-284. Sul sacrificio "alla greca": Scheid 1995 il quale sottolinea come, nella ter-
minologia liturgica romana, i culti praticati ritu greco pertengono genericamente ai peregrina sacra (quelli gre-
ci compresi), vale a dire ad ogni rituale straniero estraneo alla prassi cultuale romana. Sul ruolo del latte nel
sacrificio romano rimando ai molti riferimenti in Prescendi 2007, ad indicem e, in particolare, p. 87 (per la
"originaria" preminenza del latte sul vino nella storia del sacrifico romano); vedi anche Flemming 2007, part,
p. 95 s. (sulle arcaiche divinità cui si sacrificava solo latte: ad es. Pales, Rumina, Priapo, Silvano) e pp. 97-104
(sui graeca sacra Cereris ex Graecia translata , culti femminili con vincolante interdizione del vino sul model-
lo dei nêphalia greci).
41 Palmer 1997, 84-86; così anche Cadotte 2007, pp. 140-143. Non ravvisa alcun legame originario tra
libagioni di latte e tradizione religiosa semitica Delcor 1990, part. p. 93.
42 Palmer 1997, pp. 95-97; in precedenza, Lipiński 1995, pp. 475-476 e sul culto africano di Mercurio,
pp. 393-396 e ad indicem (l'A., tuttavia, propone di ricondurre l'epiteto Sobrius al semitico §obar , "tassatore", alla
ricerca di un qualche legame con il mondo del commercio e della finanza); infine, Cadotte 2007, pp. 140-143.

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NOTE E DISCUSSIONI 421

Meno convincente, nella ricostruzione di Pa


Sobrius nell'area del Foro Olitorio - un conte
nesse alle guerre contro Cartagine - in relaz
di Mercurio Sobrio sarebbe scomparso (ma so
due iscrizioni romane) nella nuova sistemazi
da Cesare e completati da Augusto per la costr

Sin dal momento della scoperta, si ritenn


l'ara di marmo con dedica a Mercurio trova
Capocci, in corrispondenza dell'attuale piazz
Imp(erator) Caes(ar) Divi fiilius) August(u
bunicia potest(ate) XIIII / ex stipe quam po
contulit / Iullo Antonio Africano Fabio co(

L'ara si sovrappone ad «un'ampia e solida


tufa, in forma di suggesto o tribunal» orig
dotata di gradini di accesso; la struttura, o
assi stradali, rispettò un precedente sacello
altare in travertino preceduto da «un largo b
La dedica risale al 10 a.C. e fa riferiment
sto con i proventi delle strenne offertegli
do quanto riportato da Suetonio (Suet., A
quotannis ex voto pro salute eius stipem ia
etiam absenti, ex qua summa pretiosissima
bat, utApollinem Sandaliarium et lovem Tr

43 Sul monumento, noto ancora una volta da Pau


dicta quod ibi infantes lacte alendos deferebant »), v
44 Palmer 1997, pp. 98-103, 115-119.
45 L'ara si trova attualmente nelle cantine del civico
zie dei rinvenimenti in Gatti 1888b, pp. 224-225 e H
1998, pp. 98-101 (con fotografie della sistemazione m
generale, con prudenza). Della dotta presentazione de
Gatti non si potranno più condividere le interpretazioni
Argeorum con la conseguente identificazione del monu
regione serviana (su queste delicate tematiche si ved
Esclude a priori ogni connessione tra ara dell' Esquilino
46 Gatti 1888a, le citazioni a pp. 225 e 226.
47 Cfr. D.C. 54, 35, 2 per la dedica nel 10 a.C. da p
Pax (Ov., Fast. 3, v. 881 s. parrebbe aggiungere Ianus
identificazione della Concordia citata da Dione con l
Colini 1970-1971 , part. p. 55 s.). Sulla pratica dell'an
fici relativi ai monumenti fatti erigere da August
pp. 279-281 e 286; De Angeli 2001 (con l'aggiunta di
fonti disponibili si ricava che tale pratica impegnò Au

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422 NOTE E DISCUSSIONI

Fig. 6. Roma, S. Martino ai Monti. Ara m


(da Gatti 1888, tav. XII).

È risultata interpretazione quasi necessaria


e sulla scorta del vicatim suetoniano - inten
fossero collocate nei compita vicorum e, di
monianze epigrafiche ad esse relative com
realizzata in relazione alla riforma regionaria
Che quello di Mercurio all'Esquilino sia s
versalmente si è ritenuto - è stato ragion
Angeli 50: lo Studioso, nel contesto di una r
distinguere le dediche ex annua stips da que
e propri, ha osservato che l'architettura del
non concorda con quella ad edicola che parre

48 Preller 1846, p. 81 nota; Mommsen 1883, p. 82


49 Rassegne dei compita di Roma, con fonti e biblio
rio 1990; Ead. 1993, pp. 314-316; Lott 2004, pp. 18
Palombi 1999.

50 De Angeli 200 1 , part. pp. 1 89-20 1 .

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424 NOTE E DISCUSSIONI

to in età imperiale e (forse) in età repubb


tosto, di un antico santuario sub divo
Roma, venne coinvolto nel programm
significati religiosi, simbolici ed ideolog
con nuovo vigore, dopo l'assunzione del p
Fatte salve queste osservazioni, non si p
Augusto abbiano potuto trovare appropri
destinatario del prestigioso dono del prin
(rispetto al compitum coincidente? prossi
i magistři e i ministri per tutte quelle inco
o indirettamente - competevano nella vita
lo anagrafico, distribuzioni alimentari, a
Per quanto l'argomento possa risentire
come l'Apollo Sandaliario dedicato da Aug
spondenza in un omonimo vicus romano
ta (e molto plausibile) dedica "a tema" de
nei compita di Roma che le avrebbero acc

Tra i vici dell' Esquilino ancora privi


un vicus Africus.
Africa , come è noto, non compare sol
l'assai più celebre vicus Capitis Africae d
qualche effigie allegorica della provinc
esquilino, africus dovrà intendersi come
Roma antica dovette, in definitiva, carat
con l'Africa e/o gli "africani".
In effetti, sull'origine del nome di ques
sto esplicito Varrone (Varr., de Ling. lat
des ex Africa bello Punico dicuntur cust
Non si può non convenire con Robert E
fonti di Varrone per l'origine del nome

51 Tuttavia, le importanti scoperte di Clementi


la discussione su questo specifico punto: nella sist
seo, in corrispondenza di un incrocio stradale dall
spicca la fontana circolare voluta da Augusto e, a
transenna (verosimilmente destinato a sostenere
troppo dissimile da quello dell' Esquilino. Pane
Panella 2007, part. fìgg. 3-4. In questo senso ve
52 Fraschetti 1990, pp. 204-268.
53 Si badi, infatti, che Svetonio (Suet., Aug. 57
dedicato ad Apollo Sandaliarius ma alla dedica di u
esistente che difficilmente potrà essere altro ch
Palombi 1997, pp. 55-57, 61, 66.
54 Pavolini 1993, p. 235.

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NOTE E DISCUSSIONI 425

gli autori citati nella stessa sezione dell'op


cfr. Varr., de Ling. lat. 5, 148-150, 153-15
(secondo lo Studioso poco identificativa di
storico di riferimento (quali ostaggi e in
di testimonianze dirette circa ostaggi stra
dubita che la presenza di ostaggi cartagine
toponomastica a Roma ma non esclude, all
stanze storiche collegate alla presenza di "
Tuttavia, pure nell'assoluto isolamento d
di un quartiere romano abitato da ostaggi
guata considerazione.
Se si dovesse prestar fede alle fonti di Var
probabilmente, tra quelli imposti da Roma
ta di Zama: 100 individui (Plb. 15, 18, 7; c
54,79; D.C 17, 82), 150 (App., lib. 53-54 e 5
parziali restituzioni nel 198 e 181 a.C.: Liv.
zioni) reclamati ancora nel 168 a.C. (Liv. 45
dano Praeneste, Setia, Norba , Circei , Signi
(Liv. 32, 26). Ancora prima dello scoppio d
ostaggio 300 giovani Cartaginesi (Plb. 36,
Oros. 4, 23, 7) che, probabilmente, sopravvi
Della residenza (di una parte) degli ostag
mente alcuna fonte (oltre Varrone, natur
l'Urbe di ostaggi stranieri (in genere pe
documentata .
D'altra parte, al tema dei prigionieri di Cartagine, Plauto (lo stesso Autore che nel
VAmphitruo parrebbe alludere al Mercurio "sobrio") dedica una fortunata comme
Poenulus , rappresentata a Roma attorno al 191 a.C., propone, nell'ambientazione mut
ta dal modello greco della Commedia Nuova, la vicenda dei giovani prigionieri cartagi
nesi con evidenti riferimenti alla situazione politica, sociale e culturale determinatasi
fine della Seconda Guerra Punica 58 .

55 Palmer 1997, pp. 73-79.


56 Sulla consegna di ostaggi, prigionieri e schiavi Cartaginesi a Roma in occasione dei conflitti e dei r
tivi trattati vedi: Aymard 1967; Moscovich 1974; Scardigli 1991, pp. 224-225 (per la pace di Catul
241 e l'aggiunta del 238-237), 320 e, soprattutto, p. 325 s. (per la pace del 203-202 e quella del 201); Gui
baldi 1993, spec. pp. 77 ss.; Ndiaye 1995, spec. pp. 155 ss. Nel più ampio contesto della pratica rom
degli ostaggi vedi ora Allen 2006, ad indicem e part. pp. 4-5, 14-16, 49-52 (che insiste su un comple
flessibile scenario di scambio e detenzione degli ostaggi cartaginesi dopo Zama) e pp. 88-89 (per il vicus Afric
57 Per le fonti antiche e la bibliografia di riferimento basti il rimando a Noy 2000, pp. 106-109 e A
2006, part. pp. 87-94.
58 Sulla attualità della commedia plautina vedi Allen 2006, pp. 161-163. Sull'opera, tra la vasta bibl
grafia, vedi ora i saggi raccolti in Baier 2004 e Richlin 2005, pp. 185-199.

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426 NOTE E DISCUSSIONI

Si dovrà infine sottolineare che Africus -


del sostantivo vicus - deve qui intendersi co
ca e che, nella letteratura latina più antica, la
fico, alla regione di Cartagine : in questo sen
tare una etimologica che faceva derivare i
una presenza cartaginese ivi insediata.
Se la genesi toponomastica del vicus Afric
cata da Varrone, essa sarebbe la stessa che in
quali il vicus Tuscus , così chiamato per un a
etnisca che vi trasferì anche il culto "nazion
almeno un altro quartiere di Roma parrebbe
ra" ivi insediata a seguito, probabilmente, de

La cospicua, duratura ed articolata prese


stata recentemente studiata da Cecilia Ricci 6
tura organizzativa si dovrà ricordare che, nel
etnico-culturale si raccoglievano - certamen
quentati - intorno a culti e santuari "nazion
mentabile, già nel periodo tardorepubblicano
quello di Pozzuoli .
L'Esquilino abitato all'epoca di Varrone - pr
se l'antica necropoli e ne avviasse l'urbanizza
ficazioni - doveva limitarsi ai settori intramu
(Varr., de Ling. lat. 5, 49-50 da completare c
humanarum citato in Fest. 474-476L) aveva d

59 Per l'originaria accezione di Africa terra riferita


Fruyt 1976, part. pp. 230-234 (con riferimento, in p
cognomen ex virtute riconosciuto a Publius Cornelius
ex origine di P. Terentius Afer originario di Cartagine).
zione tendenzialmente negativa) e Carthaginiensis (def
repubblicana vd. Franko 1994.
60 Papi 1999.
61 Palombi 1995a. Alla memoria dei Galli e del loro assedio di Roma si riconducevano toponimi come
Busta Gallica e cuniculi Gallorum (ma non entra nella questione il forum Gallorum): vd. rispettivamente
Coarelli 1993b, p. 203 e Palombi 1995b.
62 Ricci 1994; Ead. 2006, pp. 35-52; cfr. Solin 2002. Per il periodo tardoantico: Nuzzo 2006.
63 Sulle diverse comunità straniere di Roma (formazione, residenza, forme e luoghi di aggregazione, culti):
Noy 2000, part. pp. 205-284; Ricci 2005, pp. 47-51 , 64-74 (qui anche i riferimenti ai numerosi saggi che la Stu-
diosa ha dedicato al tema). Vedi anche: Podvin 2007, part. pp. 115-119 (per gli Egiziani); Schwentzel 2007,
part. p. 146 s. (per i Nabatei). Sui culti come "indicatori" della presenza e del rapporto tra comunità straniere e
città: Scheid 2005 (che rileva una sostanziale integrazione interrotta da episodi isolati di intolleranza xenofoba).
64 Soricelli 2007. Per una panoramica delle comunità straniere a Ostia, Pozzuoli e Aquileia vedi
Steuernagel 2004, pp. 210-257.

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428 NOTE E DISCUSSIONI

e topografica di ciò che si dovesse con


prendeva i montes Oppius (articolato
Cispius sebbene tali località appartenesse
urbane ( Carinae alla I Regione Suburana;
Potrebbe allora avere qualche significat
alla fronte del Portico di Livia - zona al
di devoti della Diva Caelestis 66 (Fig. 7
della seconda guerra punica, portata a Ro
sull'Arx 67 .
Il dossier epigrafico di Roma relativo al culto della dea di Cartagine parrebbe dimo-
strare che accanto alle dediche rinvenute, significativamente, intorno all'Arce, poche
altre provengono sicuramente dall'area urbana 68 . In via del tutto ipotetica e con tutte le
cautele del caso, potrebbe vedersi nell'epigrafe del Clivo Suburano la testimonianza di
un ulteriore luogo di culto romano dedicato alla dea, forse l'estrema sopravvivenza,
insieme al nome del vicus Africus , di quella comunità cartaginese coartatamente insedia-
ta sull' Esquilino.
Se fosse lecito ribadire il nesso tra vicus Sobrius e area sacra di Mercurio all' Esquili-
no, la presenza nello stesso quartiere di un vicus Africus (e della testimonianza epigrafica
di una comunità di devoti della Dea Caelestis) potrebbe rivelare l'esistenza, nella parte
della regione più vicina alle mura, di un "quartiere Africano" di origine repubblicana che
la tradizione connetteva ad un culto di origine punica e all'insediamento di ostaggi carta-
ginesi (Fig. 8). La localizzazione in un settore urbano prossimo all'area del forum Esqui-
linum (e più tardi del Macellum Liviae) 69 , offrirebbe una adeguata contestualizzazione
al culto del dio della merx 70 , mentre la mensa nummularia di Sulpicio Battara trovereb-
be - con altre analoghe testimonianze - una appropriata collocazione presso una delle
maggiori aree commerciali di Roma.

Domenico Palombi

65 Per l'analisi delle opinioni di Varrone su questo aspetto cruciale della topografia di Ro
finisce con il coinvolgere, con un effetto domino, settori delicatissimi del centro cittadino, Via
rimando a Palombi 1997, pp. 14-27.
66 CIL 6.36767; Tomassetti 1899, p. 286: «Nel plinto marmoreo di una statuetta muliebre
gono i piedi e una parte estrema del chitone. Murata nel muro di cinta del giardino Ruffinoni i
in Selci, n. 84 A». Apparentemente perduta.
67 Cordischi 1989-1990.
68 Cordischi 1990, p. 168 e 178 n° 8 (genericamente datata all'età imperiale). Sul cult
ghe 1984.

69 Deve considerarsi certa là localizzazione del Foro Esquilino all'interno delle mura e in corrisponden
dell'omonima porta: Coarelli 1995. La posizione dell'antico mercato (testimoniato già in relazione ad even
della guerra tra Mario e Siila: App., BC 1, 58) diede nome al tratto stradale in uscita verso la Porta Esquil
Di Giacomo 2004-2005.

70 Sulle competenze commerciali di Mercurio basti il rimando a Nadjo 1989, pp. 357-360 e C
Farnoux 1980, part. pp. 480-489.

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NOTE E DISCUSSIONI 429

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Vacher 1993: M. -Cl. Vacher, Suétone. Grammari

SUMMARY

The cult of Mercury is particularly important in North Africa and a number of studies h
focused specifically on this religious tradition. Peculiar within this panorama appears to
presence of the cult of Mercury Sober ( characterised by milk libations as reported by Fe
attested so far only in different parts of North Africa and in the city of Rome. The aim of th
is to reconsider the archaeological, epigraphic and topographical evidence in both North
and the city of Rome in connection with ancient literary sources. The data, in fact, seem to
that the cult may have had Pre-Roman origins in Punic Africa and was brought to Rome
Carthaginian hostages taken to the Urbs from the second Punic war.

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