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Luigi Pirandello
Luigi Pirandello
TEATRALI
“Pensari Giacomino”, “Il gioco delle parti”, “Enrico IV”, “Il berretto a sonagli”, “Così è se vi
pare”; Metateatro (il teatro che si conosce all’interno del teatro): “Sei personaggi in cerca
di autore”, “Ciascuno a suo modo”.
POETICA
“SAGGIO SULL’UMORISMO (1908)”
L’esposizione più chiara e completa della concezione dell’arte pirandelliana è contenuta in
questo saggio del 1908. Tratto caratterizzante dell’arte umoristica è il sentimento del
contrario, che nasce dalla riflessione e permette di cogliere il carattere molteplice e
contraddittorio della realtà, osservandola da diverse prospettive contemporaneamente. La
riflessione non si limita a riconoscere il ridicolo nel comportamento di una persona (questo
è l’avvertimento del contrario su cui si basa il comico) ma ne individua anche il fatto
dolente, di umana sofferenza, guardandolo con pietà; viceversa, se si trova di fronte al
serio e al tragico, non può evitare di far emergere anche il ridicolo. In una realtà multiforme
e polivalente, tragico e comico vanno sempre insieme, il comico è come l’ombra che non
può mai essere disgiunta dal corpo del tragico. Secondo la definizione fornita da
Pirandello l’arte umoristica non può che risultare disarmonica e incoerente, poiché il suo
compito è quello di scomporre la realtà per farne emergere le ambiguità e le contraddizioni
e così svolgere una funzione eminentemente critica.
SCHEMA
COMICITÀ UMORISMO
Ormai il contrasto tra vita e forma ha bloccato, incanalato le pulsioni vitali. L’uomo, chiuso
nella forma, è personaggio e non è più persona. Il personaggio ha solo due strade da
percorrere: fingere e adeguarsi passivamente alle diverse maschere oppure diventare una
maschera “nuda” consapevole di tutto il dolore che si accompagna alla sua condizione.
Ne consegue che l’umorismo è distacco riflessivo, amaro, pietoso, ironico.
La comicità che è “avvertimento del contrario” mi dà l’avviso che una situazione dovrebbe
essere diversa da come si presenta ma solo con la riflessione si raggiunge la fase
dell’umorismo che è “sentimento del contrario”, che ti consente di comprendere le ragioni
di una situazione diversa da come dovrebbe essere.
I PARAMETRI
- Rapporto dicotomico tra la forma e la vita, la forma è la maschera, la vita è libero
fluire, fluidità assoluta.
- Questo libero fluire della vita corrisponde ad una radice di vitalismo ed energia ma
al contrario ci confrontiamo continuamente con le gabbie delle maschere che ci
sono imposte dalla società.
- La follia quindi, come unica risposta alle gabbie della vita, nel rispetto della libera
fluidità della stessa
- Ne consegue la frantumazione dell’io e la crisi di tutte le certezze con la perdita
dell’identità, prima nel doppio (Il fu mattia pascal) poi nel molteplice (Uno, nessuno,
cento mila); in entrambi i casi si annulla. Si arriva così ad un relativismo radicale, ci
sono tante verità per ciascuna maschera. Questa posizione ricorda il prospettivismo
di Nietzsche.
- Tratti surreali dato che viene registrato in molte novelle e il cui manifesto è “Uno,
nessuno, centomila”.
Appunti:
Il fu Mattia Pascal
È un’accettazione di ciò che è accaduto. In questo periodo aveva vissuto la malattia della
moglie, aveva deciso di dedicarsi al teatro (grottesco, surreale). Passano 20 anni, non
abbiamo più il doppio, ma il molteplice che è nulla. Non c’è una sola identità ma molteplici.
Uno, nessuno, centomila
la follia è la vera realtà nel rendere il fluire della vita.
Contesto, vita, rapporto con fascismo, poetica dell’umorismo e le 3 trame fondamentali.
(doppio, molteplice=nulla identità, maschere)
brani: 549, 550, 555, 616