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EDWARD W.

SAID
Orientalismo
L’orientalismo non è di facile definizione, ma può essere descritto come il modo in cui
l’Occidente si è messo in relazione con l’Oriente.
In Orientalismo, Said sostiene che la maggior parte degli studi occidentali svolti sulle popolazioni e
sulla cultura d’Oriente (in
particolare relative al Medio Oriente) svolsero la funzione di
autoaffermazione dell’identità europea e giustificarono il controllo e
l’influenza esercitata nei territori colonizzati. L’Orientalismocome
disciplina diventa un mezzo efficace di dominio imperialista e di

discriminazione culturale.

Il libro di Said prende in esame la mole di testi, studi e teorie, prodotta


dalla tradizione orientalista inglese, francese e americana
(tralasciando i testi tedeschi per motivi di spazio, ma descritti come in
assoluto i più astratti e teorici) come esempi di un atteggiamento che
ha trovato espressione in tutto l’Occidente; Said inoltre precisa che
nella trattazione della sua tesi il mondo arabo e islamico viene assunto
come paradigma di tutto l’Oriente.
Utilizzando e rielaborando il pensiero diAntonio GramscieMichel
Foucaulttra gli altri, Said mette in luce il carattere di parzialità, quando
nonmistificatorioo privo di fondamenti oggettivi, contenuti nella
nozione di "Oriente", le sue determinazioni storiche e i suoi
presuppostiideologici. L'"Oriente", dunque, non sarebbe il nome di una
qualche entità geografica o culturale concretamente determinabile,
ma uno strumento utilizzato dalle culture di matrice europea innanzi
tutto per poter costruire la propria identità di "Occidente" e, in
parallelo, per ingabbiare le cosiddette culture orientali in formule
stereotipe e generalizzanti. Fin dall’antichità Arte e Letteratura occidentali hanno raffigurato
l’Oriente attraverso stereotipi e immagini romanzate lontane dalla
realtà. L’oriente è sempre stato il luogo dove risiede l’“altro”, il
“diverso”. Le discipline orientaliste incarnavano il tentativo di
controllare i territori colonizzati attraverso la determinazione della loro
immagine, l’immaginario a loro legato e la narrativa che li
rappresenta.
La storia europea e quella orientale risultano da sempre strettamente
legate.
L’orientalismo rappresenta dunque la conoscenza dell’Oriente come
disciplina accademica, insegnata e perfezionata nelle Università,
mostrata nei musei e utilizzata nelle amministrazioni coloniali,
approfondita in studi antropologici, biologici, linguistici, storici e
razziali e, soprattutto in tempi recenti, nella letteratura di consumo
Studiando e rappresentando l’Oriente, generando un immaginario ad
esso legato, l’Europa ha potuto meglio definire sè stessa per
contrapposizione.
Questa distinzione è strettamente legata agli interessi politici
occidentali.
L’orientalismo secondo Said è stato ed è tuttora un metodo di
discriminazione culturale subito dalle popolazioni non-europee, con lo
scopo di affermare il controllo imperiale europeo sulle colonie.
Said sostiene che gli interessi politici
(manifesti e non) legati al dominio europeo sulle colonie orientali
hanno inevitabilmente influenzato e quindi corrotto l’oggettività
intellettuale degli studiosi orientalisti occidentali.
Allargando i confini dell'analisi di Said è comunque possibile
riconoscere, alla base delle tesi orientaliste, meccanismi di creazione
dell'identitàdi una cultura in contrapposizione alle culture altre,
meccanismi non del tutto risolvibili nella questione dei rapporti di
dominazione economica e politica. Questo è il caso, ad esempio,
delnihonjinron, le teorie sull'unicità della cultura giapponese, prodotte
all'interno dello stessoGiappone, paese dominante a livello mondiale
dal punto di vista economico.

ORIENTALISMO
INTRODUZIONE
L'oriente è in un certo senso un'invenzione dell'occidente, sin dall'antichità luogo di avventure ed
esperienze eccezionali. L'atteggiamento europeo verso l'oriente implica il fatto che esso fu la sede
delle sue più antiche ed estese colonie, fonte delle sue civiltà e lingue, concorrente culturale
principale e il più radicato simbolo del diverso.
L'orientalismo è:
- l'insieme delle discipline che studiano i costumi, la letteratura, la storia dei popoli orientali,
l'orientalista è chi pratica tali discipline.
- Uno stile di pensiero fondato su una distinzione sia ontologica sia epistemologica tra l'oriente e
l'occidente.
- L'insieme delle istituzioni create dall'occidente al fine di gestire le proprie relazioni con l'oriente,
gestione basata oltre che sui rapporti di forza economici, politici e militari, anche su fattori culturali.
Quindi il modo occidentale per esercitare la propria influenza e il proprio predominio sull'oriente. Si
mostrerà come la cultura europea abbia acquisito maggior forza e senso di identità
contrapponendosi all'oriente e facendone una sorta di se complementare sotterraneo.

Per effettuare la ricerca si tiene conto di tre aspetti:


-La differenza tra sapere puro e sapere politico: le scienze umane non
hanno implicazioni politiche per cui sono imparziali e ben documentate. Ma le circostanze
politiche sono importanti per il prodursi del sapere umano in ogni sua forma. Tutto il sapere
sull'oriente è distorto da grezzi interessi politici. E' quindi l'elaborazione non solo di una
fondamentale distinzione geografica ma anche di una serie di interessi. Si intende studiare il
fenomeno politico e culturale dell'orientalismo come interazione dinamica tra i singoli autori e
le grandi questioni politiche delineate dai tre grandi imperi- britannico, francese e statunitense-
nella cui sfera di influenza intellettuale e immaginativa gli autori hanno operato.
-La questione metodologica: come punto di partenza si è scelto l'esperienza anglo-
franco-americana nel mondo arabo e islamico. Francia e gran Bretagna furono nazioni pioniere
nel campo degli studi sull'oriente, grazie alla loro rete di domini coloniali. Si omette di studiare
gli studi tedeschi sull'argomento e non viene fatta una completa rappresentazione storica, ma si
tiene conto di diversificati tipi di lettori.
-La dimensione personale: essendo Said un orientale nato e cresciuto in due colonie
britanniche del vicino oriente. Si mette in luce come il postmodernismo abbia rafforzato gli
stereotipi e i pregiudizi a proposito degli orientali.

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