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Buona sera.

Sono Stefano Raimondi.

Sono le 2.00 di notte. Vi scrivo da Verano di Podenzano dove ha sede la


Casa Famiglia dell’ Ass. Assofa per la quale lavoro dal 2015 e per la quale
assicuro la mia presenza, anche notturna, ai residenti della casa.

Ho lavorato in casa famiglia per tutta l’emergenza sanitaria ma questa


sera, dopo una sfuriata con il capo, rispetto agli obblighi imposti dalla
direzione sanitaria, ho quasi deciso di dimettermi.

Senza linee guida concrete, senza protezioni, “mascherine” o gel


lavamani, senza supporto esterno o tamponi preventivi, blindati e isolati
come tutti, noi operatori abbiamo sempre lavorato sul campo da gennaio
in poi. Senza volontari e con il divieto assoluto d’accesso alla struttura da
parte di famigliari e parenti. Soli… con Whatsapp.

La paura innata dell’invisibile (il virus) è esplosa in tutta la sua prepotenza


grazie anche all’impegno del mainstream “ufficiale” di dedicare tutto se
stesso a divulgare proprio la paura.

La presa di coscienza di questo stallo e senza appigli di sicurezza ha messo


in moto, tra noi operatori (per la prima volta), una perfetta sincronia
d’intenti. L’Autogestione Responsabile. Una seconda e reale Famiglia da
adottare.

Se prima avevo la percezione che prendersi cura di qualcuno, significasse


simbolicamente “adottarlo”, ora automaticamente, la reale sopravvivenza
emotiva e pratica chiedeva di farlo.

Non ho mai pensato di fare l’educatore di professione ma mi sono


sempre ritrovato in mezzo.
1. Il lavoro.

Badare alla casa famiglia, far da mangiare, far le notti, pulire e disinfettare
tutto e tutti, coltivare l’orto, creare momenti di video-sollievo a distanza,
messe in streaming, ricreare la vita cercando di tranquillizzare.

Una sorta di responsabilità del cuore, familiare. E come tale non


oggettivabile a regole ferree.

“Stefano ti amo. Sei Stefano, il batterista dei Pooh. Ti amo. Ti posso dare
un bacio? Sulla guancia ehh..”.

Una carezza, un bacio appena sfiorato, un abbraccio di sicurezza… nel


pieno buio del covid. Come negarlo?. Dietro una Mascherina?

In ogni caso all’ inizio eravamo sprovvisti di dispositivi di sicurezza e


durante il pasto, la cena, le docce, la ginnastica e la barba poteva avvenire
qualsiasi tipo di scambio umorale: cosa realmente avvenuta.

Come negarlo ora.

2. Rientro a casa

Disinfettarsi, tranquillizzare il sentimento incerto di farsi abbracciare o


baciare, enfatizzare il rientro dell’untore, badare alla famiglia, far da
mangiare, studiar di notte, allestire le postazioni informatiche dei i miei
cinque figli più la moglie per i sostegni a distanza. Scrivere tutte le
password tra: Meet, Skype, Hangouts, Scuola Viva. Zoom. Pianificare il
lavoro rispetto alle ore di lezione in contemporanea.

Problem Solving: “Chi usa cosa”

“Tablet a Giosu, mamma con il Lenovo ma non va il microfono ci vuole


quello esterno… chi l’ha usato ieri?… “; “Io papà ho finito i giga e Maia
non li vuole condividere”; “Papà il mio PC mi si è bloccato… e devo
consegnare il compito”; “…Amore.. mi devi aiutare ad entrare nel sito del
MIUR ma mi hanno cambiato la password e non la trovo più”…
L’ ago della bilancia emotiva e del punto di controllo interiore, ubriaco, si
è divertito molto, in questo periodo, a cambiare di stato. Engagement e
Burnout come gemelli siamesi.

Il fatto di non aver la Tv ha contribuito a tenermi lontano dalla


claustrofobia psicologica e dalla paralisi di pensiero. Anzi, mi ha dato
modo di non perdere “il mio centro”. Grazie anche a mia moglie sempre
pronta, sua malgrado, a ricevere le mie pedanti lamentele nei momenti
cupi e al saperci sempre perdonare.

La provvidenza di non aver avuto decessi, in entrambi le famiglie, ha


suggellato il momento di grazia, nonostante tutto.

Il famoso pezzettino di sole sempre in tasca.

Ora il punto.

Assofa, in pieno marasma emergenziale, ha deciso di aprire il centro


estivo entro il 18 giugno per far fronte alle richieste di aiuto da parte delle
famiglie ormai allo stremo.

Sono esplose o riemerse, con disarmante evidenza, problematiche


comportamentali e psicotiche di incontrollabile violenza e perdita della
realtà. Famiglie che implorano la ripresa perché i muri di casa, ormai,
sono imbrattati di cacca sparsa ogni dove; salotti e camere distrutte con
richiesta immediata di residenziale extra a Verano. Qualsiasi attività
anche improvvisata pur di far uscire di casa il proprio figlio con sindrome
autistica per un paio d’ore.

L’ istituzione che gestisce la rete dei servizi e degli interventi sociali e


socio-sanitari rivolti agli adulti, agli anziani e alle persone con disabilità si
è rivelata in tutta la sua fragilità. C’è stato il blackout di rete.

Ognuno per sé, seguendo linee guida per sentito dire e obblighi che
mutano di ora in ora, senza avere il controllo reale del problema sociale
all’interno di famiglie allo sbando. Cani a passeggio e bambini segregati
con museruola.

Gestione fittizia ed irreale di efficacia e fattibilità creata dietro una


scrivania. Assenza di praticità e umanità nei progetti, redatti a regola
d’arte ma poco sostenibili e lontano dal bisogno sociale reale.

Ultima batosta: test sierologico e tampone obbligatorio per tutti. ***

Il test sierologico è facoltativo per legge ma è usato dagli “esperti” come


ricatto morale per riaprire l’attività e reso obbligatorio anche ai bambini.
Edulclorato da cioccolatini e caramelle (nel vero senso della parola).
Piccoli ed effimeri dolci rinforzi contro il mare di affanni e paure. Forse
bisognerebbe assumere dei buttafuori energumeni per tener fermi X,Y,Z
quando gli infileranno il tampone dal naso al cervello. Servono anche i
famosi “sali” per far rinvenire quei bambini, con difficoltà, che sverranno
alla sola vista della siringa per il test. Oggi martedi 09 giugno parte la
prima fase sierologica. Una schedatura di massa per un virus che forse è
già mutato…

Con questa mia non voglio esimermi dal completare il progetwork ma


l’argomento che avevo scelto (progetto pizza) ormai lo ritengo obsoleto e
riproducibile solo in parte. ***

Con la nostra equipe ci stiamo confrontando sul progetto “centro estivo”


che inizierà a brevissimo, accantonando l’idea delle dimissioni. Una
briciola di pazienza sempre in fondo alla scarpa e una percezione di
autoefficacia avvalorata sul campo.

Verranno presi in carico 28 bambini e ragazzi con diverso grado di


disabilità intellettiva e fisica con i quali fino a ieri il contatto fisico ed
emotivo era fondamentale al riequilibrio di situazioni critiche. Ora con
mascherina obbligatoria, guanti, camice, isolati, distanziati,
ipercontrollati. Casa famiglia e centro estivo non si potranno incrociare. I
bagni e gli ambienti comuni andranno sanificati ad ogni passaggio ed
utilizzo. I nostri pulmini da 9 posti potranno trasportare solo 2 persone
alla volta.

Famiglie che non hanno possibilità economiche o fisiche, per deambulare


i loro figli, chiedono l’ausilio di trasporti che l’Ausl non passa. Controllo
all’ingresso del campus con transenne e termorilevatori. !!?

L’educatore lanciato allo sbaraglio come mero esecutore di programmi


prestabiliti a tavolino, confidando nella sua partecipazione attiva, nella
sua flessibilità in una società ormai non più liquida ma liquefatta,
asciugata, con le goccioline della “vera sostanza” distanziate. Il prendersi
dei rischi, anche controcorrente, ma con una base solida di ragionamento
critico e responsabile, finalizzato al bene del prossimo…imbavagliato.
Imbrigliato a cercare soluzioni creative ed innovative anche nella miseria
più nera. Fino a che punto?

La fortuna e la possibilità a me offerta, di partecipare a questo corso


universitario, mi ha fortemente motivato dal punto di vista operativo e
concettuale. Mi ha anche fornito gli strumenti di supporto per aumentare
la mia osservazione critica e costruttiva del contesto. Ve ne rendo grazie.
Le video lezioni perfette nella sintesi, le slide, le mappe concettuali, i
riferimenti bibliografici, le mie poche lezioni in aula, riconoscendo la
vostra umanità e la possibilità di rivedere le webainar registrate, sono
state e saranno il mio punto di riferimento per un analisi approfondita del
mio essere educatore e del disastro sociale ormai quotidiano.

Mi hanno incentivato a studiare, intere notti, documenti governativi, la


costituzione, progetti del welfare plurale sulle disabilità, proposte di legge
aberranti riguardo il comportamento sociale e la riforma della scuola o di
quel che ne rimarrà. L’analisi progettuale nei contesti macro, meso e
micro è stata spazzata via a favore di un progetto unico e indiscutibile,
obbligatorio e inviolabile! I bambini sotto il sole, distanziati e scafandrati
dovranno comunque trovare, grazie agli operatori e volontari, tutti
schedati, il piacere del Rivivere e di riscoprire di nuovo se stessi.
Chiedo pertanto se possibile poter discutere la tesi finale in base al
contesto sociale attuale. Attraverso il mio lavoro sul campo, sempre in
divenire. Prendendo anche spunto dall’ “imparare ad imparare” rispetto a
due documenti ufficiali attualmente in circolazione:
- Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022” (Rapporto per il Presidente
del Consiglio dei Ministri ) -
- Comunicato: L’allarme di psicologi e psichiatri - Maggio 2020

Sitografia:
Rilancio Italia 2020-2022
http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/comitato_rapporto.pdf

L'allarme di psicologi e psichiatri


https://comunicatopsi.org/

Protocollo regionale centri estivi


https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus/protocolli-di-sicurezza/centri-estivi/protocollo-er-
centriestivi.pdf/@@download/file/DEF%2001-06%20PROTOCOLLO%20CENTRI%20ESTIVI.pdf

Disabilità e barriere, non solo architettoniche


https://sociologicamente.it/disabilita-e-barriere-non-solo-architettoniche/

I bimbi dei nidi questi dimenticati:


http://www.cooperativaunicoop.it/index.php?/pubblicazioni/news_dettaglio/i-bimbi-dei-nidi-questi-
dimenticati

Assistenti Sociali e Educatori Area Disabilità Adulta:


https://www.comune.piacenza.it/comune/uffici/servizi-sociali/Servizi%20per%20le%20non
%20autosufficienze/persone-con-disabilita-educatori-di-territorio

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