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Percorsi Giuffrè - Ricorso in appello ex art. 709 bis c.p.c. e art. 4 della ... http://www.percorsi.giuffre.it/psixsite/esercitazioni/atti/Diritto civile/R...

Ricorso in appello ex art. 709 bis c.p.c. e art. 4


della L. 898/1970 per assegno divorzile a
favore della ex moglie, anche se percepisce
stipendio, pensione e incassa canone di
locazione da appartamento comprato con i
soldi dell'ex coniuge.

Traccia

Caio, funzionario della Regione Lombardia a riposo nonché ricco proprietario di immobili, con ricorso del 21.02.2005 al Tribunale
di Brescia, chiede che venga pronunciata la cessazione degli effetti civili del matrimonio da lui contratto con la Sig. ra Tizia.
Quest'ultima si costituisce chiedendo un assegno di mantenimento per sé e il figlio Lucio, maggiorenne e con lei convivente,
nonché l'assegnazione della casa coniugale.
Il Tribunale adito, con sentenza del 12.06.2010, accoglie la domanda di divorzio formulata da Caio, ai sensi della L. 898 del
1970 e rigetta, invece, le richieste di Tizia, asserendo la mancata dimostrazione dei presupposti per l'ottenimento dell'assegno e
revocando anche l'assegnazione della casa coniugale, di proprietà di Caio, stante la raggiunta indipendenza economica di Lucio.
Tizia, intenzionata ad ottenere l'assegno divorzile, si rivolge ad un avvocato, facendogli presente che è titolare: a) di un reddito
di lavoro quale babby-sitter di euro 200,00 al mese; b) di una pensione INPS di euro 250,00 mensili; c) di una rendita derivante
dalla locazione di un immobile acquistato con la liquidazione dell'ex coniuge.
Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizia, rediga l'atto giudiziario più urgente, a tutela delle pretese della propria assistita.

Giurisprudenza
o Cassazione Civile, sez. I, 17 novembre 2011, n. 24160, per la quale, in tema di concessione e
determinazione dell'assegno di divorzio, il giudice non deve darne giustificazione con riferimento a tutti i
parametri di riferimento indicati dall'art. 5 della legge sul divorzio, potendo considerare prevalente quello basato
sulle condizioni economiche delle parti ritenendolo sufficiente al fine di determinarne l'importo, implicitamente
ritenendo la mancanza di elementi che possano indurre a una diversa determinazione.

Svolgimento

ECC. MA CORTE di APPELLO di BRESCIA


ATTO di RICORSO in APPELLO ex ARTT. 709 bis c.p.c. e 4, L. 01.12.1970, n. 898

Per Tizia, nata a _________________________, il______________ (C.F._____________), residente in___________,


Via___________, n°____, residente in ____________, Via ___________, n° _____, elettivamente domiciliata presso lo studio
dell'Avv.____________, del foro di__________________, C.F._______________________, alla Via________, n°____,
Pec__________@__________, Fax n._______________, dal quale è rappresentata e difesa, giusta procura in calce al
presente atto,
PROPONE APPELLO
avverso la sentenza n°________, emessa dal Tribunale di Brescia in data 12 giugno 2010, depositata in cancelleria in
data_____________ pronunciata nella causa iscritta al n°_____RG. e promossa da Caio, nato a______, il_______, residente
in_______, Via________, n° ___, e

Premesso in fatto

· L'istante contraeva matrimonio concordatario in_________, il giorno________ con il Sig. Caio;


· Il relativo atto di matrimonio veniva trascritto presso l'ufficio dello stato civile di________, nella medesima data, al
numero d'ordine;
· All'atto di matrimonio, i coniugi sceglievano il regime della separazione dei loro rapporti patrimoniali;
· Dalla loro unione, nasceva un solo figlio, Lucio, allo stato maggiorenne, di anni____;
· Con ricorso depositato il________, i coniugi presentavano ricorso al Tribunale di Brescia, perché venisse pronunziata la
separazione tra gli stessi;
· Il Presidente del Tribunale omologava la separazione con provvedimento del_________;
· Con ricorso del 21.02.2005 al Tribunale di Brescia, Caio chiedeva che venisse pronunciata la cessazione degli effetti
civili del matrimonio;
· La ricorrente si costituiva chiedendo un assegno di mantenimento per sé e il figlio Lucio, maggiorenne e con lei
convivente, nonché l'assegnazione della casa coniugale;
· Il Tribunale di Brescia, con sentenza del 12.06.2010, accoglieva la domanda di divorzio formulata da Caio, ai sensi della
L. 898 del 1970 e rigettava, invece, le richieste di Tizia, revocando anche l'assegnazione della casa coniugale, di
proprietà di Caio, stante la raggiunta indipendenza economica di Lucio;
· Tizia è titolare: a) di un reddito di lavoro quale babby-sitter di euro 200,00 al mese; b) di una pensione INPS di euro
250,00 mensili; c) di una rendita di euro________ derivante dalla locazione di un immobile acquistato con la
liquidazione dell'ex coniuge.

Considerato che

tale sentenza è ingiusta e va censurata per il motivo che di seguito si espone:

1 di 2 09/12/2014 22:43
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Erronea, contraddittoria e carente motivazione della sentenza impugnata in ordine alla configurabilità dei
presupposti per la concessione dell'assegno divorzile di cui alla Legge n. 898/1970.
Va detto, preliminarmente, che l'accertamento del diritto all'assegno di divorzio si articola in due fasi: la prima diretta ad
accertare l'esistenza del diritto in astratto, in relazione alla inadeguatezza dei mezzi o alla impossibilità di procurarseli per
ragioni obiettive, a conservare un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, determinando la somma
necessaria a mantenere tale tenore di vita; la seconda diretta a determinare in concreto l'assegno in base ai criteri di cui all'art.
5 della legge sul divorzio.
Si deduce in proposito che il Tribunale adito in prima istanza avrebbe fatto cattiva applicazione di tali principi, affermando come
la Sig. ra Tizia non avesse dimostrato l'assenza di mezzi per mantenere il pregresso tenore di vita e l'impossibilità di
procurarseli.
Con tale motivazione, dunque, il Tribunale adito ha omesso di dar conto all’indirizzo giurisprudenziale secondo cui: “in tema di
concessione e determinazione dell'assegno di divorzio, il giudice non deve darne giustificazione con riferimento a tutti i parametri
di riferimento indicati dall'art. 5 della legge sul divorzio, potendo considerare prevalente quello basato sulle condizioni economiche
delle parti ritenendolo sufficiente al fine di determinarne l'importo, implicitamente ritenendo la mancanza di elementi che possano
indurre a una diversa determinazione” (Cass. Civ., sez. I, 17.11.2011, n. 24160; conf. Cass. Civ., sez. I, 04.04.2011, n. 7601;
Cass. Civ., sez. I, 28.04.2006,n. 9876; Cass. Civ., sez. I, 16.07.2004, n. 13169).
Nella vicenda, oggetto del presente giudizio di gravame, il Giudice I grado ha motivato la mancata concessione dell'assegno
muovendo dal solo fatto che l'odierna ricorrente risultava titolare unicamente di una rendita di euro ____ all'anno, derivante
dalla locazione di un appartamento acquistato con la liquidazione dell'ex coniuge Caio, di un reddito da lavoro del tutto precario
quale “baby-sitter” di euro 200,00 al mese e di una pensione INPS di euro 250,00 mensili.
Per altro verso, la pronuncia oggetto di odierna impugnazione non ha, a parere di questa difesa, accertato la situazione
economica di Caio, titolare anche egli di redditi derivanti da pensione e da immobili.
Tenuto conto del principio sopra menzionato, questo difensore ritiene che sussistano gli elementi necessari a dimostrare che la
situazione economica della ricorrente sia tale da giustificare la concessione dell'assegno di divorzio, non essendo idonea ad
assicurarle il mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Per tali considerazioni, con il presente atto, la Sig. ra Tizia, come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata,
RICORRE

alla Corte di Appello adita affinché, espletati i provvedimenti di rito, voglia accogliere le seguenti

CONCLUSIONI
- nel merito, in riforma e/o annullamento della sentenza n. ___ del 12.06.2010 del Tribunale di Brescia, accogliere la
domanda di concessione dell'assegno divorzile, originariamente proposta dall'appellante e determinata nella misura di
€_________, rigettando per l'effetto le eccezioni dedotte nel giudizio di I° grado dall'odierno appellato, per i motivi sopra
esposti;

- in ogni caso, con vittoria di spese di lite, diritti, onorari, rimborso forfettario per spese generali (12,5%), CPA ed IVA,
per entrambi i gradi di giudizio.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito in cancelleria, i seguenti atti e documenti:

Copia conforme della sentenza gravata;

Fascicolo di parte relativo al giudizio di primo grado;

________________________________________;

________________________________________;

DICHIARAZIONE DI VALORE DELLA CAUSA


Il sottoscritto Avv. ___________________, ai sensi dell’art. 14 del D.P.R. 30 maggio 2002 n. 115, dichiara che il valore del
presente procedimento è pari ad € ___________ .
____________, lì____________ Avv.____________ (firma)

PROCURA

La sottoscritta Tizia, nata a __________, il _________ residente in _______, via ___, n°______, (C.F.____), delega
l’Avv.____________, del Foro di _________, a rappresentarla e difenderla nel presente giudizio e in ogni successiva fase e
grado, conferendo allo stesso ogni più ampia delega e procura consentita dalla legge, quale, a titolo esemplificativo e non
esaustivo, conciliare, transigere, quietanzare, incassare somme, rinunciare agli atti, nominare sostituti in udienza ed indicare
domiciliatari,
ELEGGE DOMICILIO
presso lo studio dello stesso avvocato in ______, via _______,n°_______
DICHIARA
inoltre di aver ricevute tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 e prestano il proprio
consenso al trattamento dei dati personali per l’espletamento del mandato conferito.
_____________, lì______________ Tizia (firma)
Per autentica
Avv._______ (firma)

(di Giuseppe Potenza)

2 di 2 09/12/2014 22:43

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