Sei sulla pagina 1di 1

Demostene

Riprendendo tematiche già affrontate precedentemente, ma rese ancora più


drammatiche dall'aggravarsi della situazione in cui si trovava la Grecia, le tre
Olintiache parlano degli aiuti da inviare a Olinto assediata dall'esercito
macedone. Demostene considerava l'imminente necessità di inviare aiuti alla città
di Olinto, come un’imperdibile occasione offerta dalla divinità e dunque il popolo
ateniese avrebbe dovuto necessariamente afferrarla, perché, se non l'avesse fatto,
sarebbe venuto meno al suo compito e sarebbe andato sicuramente incontro alla
rovina.
Demostene cercò, in queste orazioni, prima di tutto di demolire l'immagine del
sovrano macedone, sottolineando le sfrenatezze della sua vita privata e della sua
corte e poi tentò di attaccare la sua potenza, presentandola più come il risultato
dell'inerzia degli altri che come una sua qualità effettiva.
Infatti nella Seconda Olintiaca, che è la più moralistica, presenta la figura del
sovrano macedone descrivendolo come l'incarnazione stessa del male, esso era
caratterizzato da dissolutezza, frode, empietà e accompagnato dalla sua schiera di
cortigiani corrotti, che spesso di dedicavano a passatempi frivoli come il bere
vino smodatamente, le danze sfrenate e la composizione di brani di poca elevata
importanza, all’unico scopo di suscitare il riso.
Demostene, mettendo in luce tutti questi difetti del popolo macedone e del suo
sovrano, fa in modo di contrapporvi Atene e il suo popolo e proprio per questo è
importante sottolineare e parlare del rapporto che i greci avevano con i barbari e
gli stranieri.

Nel rapporto con i barbari i Greci non davano il meglio di loro stessi, poiché
erano molto presi dall’importanza e dal senso di superiorità della loro cultura.
Infatti lo stesso termine “barbaro” è fortemente indicativo della considerazione
che gli antichi greci avevano dei popoli stranieri.
Il vocabolo “barbaro” indica colui che non è greco e che si caratterizza per il suo
linguaggio balbettante (barbar), una lingua che agli occhi dei Greci appariva
incomprensibile.
Essendo quindi i barbari coloro che non condividevano la stessa lingua e cultura
dei greci venivano visti come un popolo non civilizzato, divenendo così essi stessi
strumento per distinguere la civilizzazione dalla non civilizzazione.
Il pensiero greco, le lettere, il sapere in vari campi della conoscenza era tutto
ciò che distingueva la civiltà dall’inciviltà.
Inoltre gli stranieri venivano visti con diffidenza, in quanto portatori di culture
diverse e potenziali sovvertitori degli equilibri sociali e culturali

Potrebbero piacerti anche