200421_FR_20042021_42 - Frosinone - Stampato da: cricci_ng - 19/04/2021 18:18:10
ARTE E COLORE
D VITA, POLITICA
ocente liceale e
universitario di
filosofia, un pas-
sato anche tra-
vagliato in nome
di ideali ormai
da lui superati, attivo parteci-
pante alla vita politica locale,
cristiano per apprezzare
quanto basta il socialismo e
viceversa, scrittore e giorna-
lista, Biagio Cacciola vive og-
gi una realtà che lo vede anco-
ra protagonista di battaglie
intraprese sotto l’egida dei
suoi principi che ha sempre
ostentato con orgoglio.
Che cosa è rimasto delle sue
battaglie politiche del pas-
sato e del suo spirito rivolu-
zionario?
«Sono sempre state batta-
glie per la gente. E lo capisci da
quando la gente, incontrando-
ti, ti parla e ti ringrazia, magari
per qualche intervento che hai
anche dimenticato. La rivolu-
zione per me è questo, modifi-
care oltre che esistenzialmente
anche socialmente la condizio-
ne di vita del prossimo. Anche
di quello più lontano».
Il Movimento Sociale Ita-
liano era più di destra o più
di sinistra?
«All’epoca l’MSI era, soprat-
tutto nella base, un partito so-
cialista. I capisaldi del movi-
mento erano la socializzazione
delle imprese e il convincimen-
to che la proprietà privata fos-
se un dovere sociale, piuttosto
che un diritto del singolo citta-
dino. Dunque qualcosa di sini-
stra, come aveva capito To-
gliatti quando, nel dopoguer-
ra, inglobò nel Partito Comuni-
sta Italiano molti dei suoi
esponenti, fra cui il direttore di
“Pensiero nazionale”, Stanis
Ruinas».
Il fascismo e il comunismo
sono morti?
«Sì, perché fondamental-
mente erano degenerazioni
del socialismo. L’ho scritto an-
che nel mio libro “Figli della
stessa storia” (coautore Giulio
Turriziani, Edizioni Intercul-
turali Uno, 2003). Coloro che
vedono con simpatia queste
esperienze dovrebbero avere
l’umiltà di accettarne gli enor-
mi limiti e di tornare alla casa
madre, cioè nel variegato mo-
vimento socialista».
Che cos’è la destra attuale, a
suo parere?
«La destra attuale è priva di
fondamenta e risulta “schizo-
frenica”. Dovrebbe prendere
atto che l’unica destra possibi-
le è quella liberale e, invece,
gioca col populismo e il sovra-
nismo, fenomeni d’importa-
42 EDITORIALE
OGGI
Viaggio
E PASSIONI
DI BIAGIO CACCIOLA
L’intervista Le esperienze giovanili, la filosofia, la religione
Dalle battaglie ideologiche al “mestiere” di docente
Senza mai dimenticare i grandi insegnamenti della storia
zione di origine commerciale.
In questo modo la destra è sì
diventata liberista ma non, si-
curamente, liberale».
Esistono ancora le ideolo-
gie?
«Le ideologie sono in realtà
aspirazioni verso l’assoluto
che, però, nel concreto, non ga-
rantiscono più sicurezze. Dan-
no il senso di un conforto e di
una pienezza che sono solo ap-
parenti. Vanno sostituite con
la ricerca del bene quotidiano,
come ha capito magistralmen-
te Papa Francesco e che pro-
prio per questo è diventato un
punto di riferimento centrale
per gli orfani delle ideologie».
Dome si collocherebbe, og-
gi, nel campionario politi-
“ “
co?
«Mi definisco cristiano e so-
cialista. Cristiano perché per
La destra me la fede non è una sovra-
attuale struttura (concezione marxi-
è priva di sta della religione, ndr) ma
fondamenta qualcosa che, con tutti i miei li-
miti, fa parte del mio essere,
e risulta della mia esistenza, del mio
spesso modo di rapportarmi con l’al-
schizofrenica tro. Socialista perché storica-
Roberto Castellucci
mente solo il socialismo (che
ho definito tricolore) si pone
politicamente il problema so-
ciale degli ultimi, dei deboli,
dei persi. In una parola gli “in-
visibili”, quelli che un capitali-
smo sempre più darwiniano
farebbe fuori senza scrupoli».
Qual è la sua visione filoso-
fica della vita?
«Innanzitutto la filosofia è sì
la ricerca della conoscenza ma
è, per me, anche un’attività te-
rapeutica e lavorativa. Oltre ad
averne fatto la mia professio-
ne, la filosofia mi ha, come di-
re, salvato l’esistenza perché al
di là delle ferite, dei dolori e
delle inquietudini, mi ha indi-
cato la strada della ricerca, ha
stimolato la voglia di sapere e
mi ha permesso di gustare la
vita nelle situazioni anche mi-
nimali, apparentemente senza
significato. Ciò mi ha preserva-
to dal grande pericolo legato
alle illusioni idealistiche, cioè
dal nichilismo».
Che cos’è la religione per
lei?
«La religione, come sopra
accennato, non è una sovra-
struttura ma una parte di me.
L’integralità umana la rag-
giungi solo se non rimuovi lo
spirituale dalla tua vita. Dio sta
nel profondo di noi stessi. Solo
i superficiali non se ne accor-
gono. L’ateismo, specie quello
contemporaneo, è banale per-
ché pensa a Dio per negarlo,
pensandolo così due volte. A
me ne basta una, perché l’in-
contro con Gesù Cristo è infini-
to, eterno e assoluto».
C’è compatibilità tra filoso-
fia e religione?
«“Credo per capire, capisco
per credere”: così il grande
Sant’Agostino contemplava re-
ligione e filosofia, senza esclu-
derle a vicenda come fanno, in-
vece, i laicisti e i tradizionali-
sti. Due facce della stessa me-
daglia razionalista. I drammi
della storia sono derivati infat-
ti dall’assolutizzazione di uno
La fede dei due poli, vedi il giacobini-
non è una smo e il luteranesimo».
sovrastruttura
ma qualcosa Perché abbracciare la lotta
filopalestinese?
che fa parte «Sono da sempre filopalesti-
del mio nese perché da sempre parteg-
essere gio per i popoli oppressi. È un
Martedì
20 aprile 2021
popolo che non ha diritto al-
l’autodeterminazione e che
non può muoversi a causa dei
lunghi muri costruiti intorno
dall’occupante. Il popolo pale-
stinese non è padrone della sua
terra, delle sue case e del suo la-
voro: praticamente di niente.
Mi meraviglio che Israele, che
teoricamente si richiama al
Dio biblico, non metta in prati-
ca, con i suoi governanti attua-
li, alcuna delle forme di amore
per un popolo come quello pa-
lestinese».
Nello storico dualismo tra
Stato e Chiesa, da quale
parte stanno i giovani d’og-
gi?
«I giovani oggi hanno una
sensibilità spiccata. Al di là dei
luoghi comuni, sentono di es-
“ “
sere parte di qualcosa di più
grande di loro. Per questo sono
incuriositi dalla religione, in
Sono particolare dal cristianesimo
da sempre di Papa Francesco. Invece lo
filopalestinese Stato lo sentono di meno, per-
perché ché troppo particolarizzato,
spezzettato in così tante parti
parteggio da disperdersi e dissolversi».
per i popoli
oppressi La didattica a distanza è
Martedì
20 aprile 2021
stata una soluzione mo-
mentanea, un’opportunità
per il futuro o l’ennesimo
fallimento della scuola?
«La DAD è stata l’arma vin-
cente e faticosa che il mondo
della scuola ha trovato nella
sfida contro il Covid. Se non ci
fosse stata la DAD, al di là delle
polemiche varie, i programmi
non sarebbero andati avanti, la
scuola non potendo stare in
presenza si sarebbe fermata. È
stato faticoso per tutti ma lo
abbiamo dovuto fare per non
fermarci».
Qual è la sua scuola ideale?
«Non esiste una scuola idea-
le. Dobbiamo sapere apprezza-
re quello che ogni componente
della scuola ha saputo finora
fare. L’istruzione italiana è una
delle prime al mondo, nono-
stante le autoflagellazioni. È
un pilastro sociale, senza il
quale tutta la società italiana si
ripiegherebbe su se stessa».
di Frosinone?
Veniamo ora al nostro caro
capoluogo: problemi e solu-
zioni, se ce ne sono…
«Il problema principe di
Frosinone è la mancanza di
in gustibus
BIAGIO CACCIOLA
L
Docente liceale
e universitario
di filosofia ma anche
scrittore
e giornalista
FOTO MASSIMO SCACCIA
identità culturale. Nonostante
sia la città di Sant’Ormisda,
pontefice e fine pensatore del
VI secolo, e dei fratelli Braga-
glia, veri creatori di cultura e
arte nel Novecento, sembrano,
questi, essere dimenticati,
quasi rimossi da un contingen-
te che non lascia respiro alla
città che va avanti in modo epi-
sodico e frammentato. Esiste,
poi, un altro gravoso proble-
ma: la vicinanza con Roma. Sa-
rebbe potuta essere un’oppor-
tunità, invece si è trasformata
in un fardello pesante. Molti ri-
tengono che Roma sia la capi-
tale della nazione, della regio-
ne, della provincia, di uno sta-
to come quello Vaticano. In
realtà è una città viziata che ri-
propone la farsa della Roma
capitale mutuandola dall’età
romana e da quella fascista.
Questo immaginario impauri-
sce e blocca ogni azione politi-
Il problema ca locale che si accontenta del-
principe le briciole elargite dall’alto per
una città che avrebbe tanti
È la obiettivi da raggiungere. Per
esempio il treno ad alta veloci-
mancanza tà è arrivato per l’iniziativa il-
di identità luminata dell’amministratore
culturale delegato di Trenitalia e non
Scrittore e artista
a tempo vinto
L
perché qualche politico locale
si sia messo di ostacolo sui bi-
nari... A proposito dei politici
locali, poi, grazie anche a un si-
stema elettorale infame che
impone le liste degli eleggibili,
non hanno alcuna voce in capi-
tolo in parlamento e spesso si
accontentano di mostrare i
muscoli solo davanti a una cit-
tadinanza intimorita, scettica
e provata dal bisogno ormai
atavico. Si veda sotto questa
prospettiva anche il prossimo
trasferimento dell’aeroporto
militare di Frosinone».
Non dipinge un futuro mol-
to roseo per Frosinone…
«Non ho detto che sia tutto
da gettare! Per esempio, biso-
gna sottolineare lo sforzo enor-
me compiuto dalla Provincia,
per sopperire alle limitazioni
dovute al Covid, di portare an-
che via streaming cultura, mu-
sica e letteratura in tutto il ter-
ritorio. Ciò dimostra che se si
coltiva e si innaffia, la Ciociaria
può crescere tanto. Inoltre si
avvicinano le elezioni ammini-
strative e la speranza che cam-
bi qualcosa esiste ancora. Mi
auguro che i cittadini sappiano
discernere meglio tra i candi-
dati che più si sono impegnati
nella loro vita per aiutare le fa-
sce più deboli e la società in ge-
nere, rifuggendo le classiche
logiche opportunistiche di na-
tura privata».
“Cacciola libero”: una vec-
chia scritta su un muro cit-
tadino o un monito perenne
per tutti?
«Fu scritta quarant’anni fa.
E profeticamente è rimasta
quasi a connotare la mia perso-
na e il mio amore per la Libertà
(il maiuscolo della elle si rileva
dal tono di voce del filosofo,
ndr), che per me è il bene più
grande di cui un popolo o un
individuo possa disporre. Pur-
troppo ce ne accorgiamo solo
quando ne siamo privati. Per
questo la nostra missione è di-
fenderla sempre».
Ci sono limiti ai suoi sogni?
«Il mio grande desiderio è
quello di continuare a curare le
piccole cose e in questo i limiti
sono pochi. Sono quelle picco-
le soddisfazioni che danno si-
gnificato alla vita e che troppo
spesso vengono trascurate per
voli pindarici che, irraggiungi-
bili il più delle volte, danno so-
lo ebbrezza. Uno dei sogni più
belli, in tal senso, è godere di
amicizie vere, non utilitaristi-
che. L’amicizia vera è infatti la
più alta forma di bene che una
persona possa avere dalla vi-
ta». l
Roberto Castellucci
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EDITORIALE
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