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Attraverso le parole di Rovelli, nella loro semplicità o complessità, il tempo appare contemporaneamente

ovvio e inspiegabile. Scrutando i pensieri dei più remoti filosofi e le idee dei più lontani scienziati, Rovelli
pone sullo stesso piano metafisica e fisica, traendone un’unica visione razionale di quanto oggi
consideriamo appartenente alla definizione di tempo.

Nonostante venga scomposto e ridotto fino a mancare delle sue caratteristiche, immediate o derivate da
secoli di studi, il tempo per Rovelli resta un susseguirsi di accadimenti, un’assenza di stasi. L’ordine del
tempo è espresso secondo l’ordine degli eventi che lo compongono.

Demolendo le apparenti certezze sul tempo, catalogandone i misteri risolti e irrisolti, citando coloro che
definisce “giganti” nei loro torti e nelle loro ragioni, Rovelli introduce chi legge “L’ordine del tempo” ad
una nuova definizione di tempo. Uno strumento piuttosto che un limite, che ci appartiene ed al quale
apparteniamo. Ripercorrendo le vite di figure ispiratrici e la propria, partendo da Anassimandro in
Grecia, dall'entropia e la “sfocatura” di Boltzmann, le teorie di Platone e Keplero, la meccanica di
Newton, le equazioni di Maxwell, le osservazioni di Einstein, fino agli studi di suoi contemporanei quali
DeWitt e Wheeler, Rovelli descrive le dinamiche, le variazioni e le costanti del tempo, spesso per mezzo
di paragoni e metafore che riescono a far emergere razionalmente la presenza e l’assenza di tale fattore.
Assumendo punti di vista eclettici, l’autore riesce a trasmettere la propria passione per la conoscenza,
mantenendone l’importanza individuale e universale.

Rovelli, dividendo in tre parti “L’ordine del tempo”, accompagna nuove scoperte e quotidianità ad un
ritmo spontaneo, ricco di competenza e libero da ipocrisia.

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