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2) COME AVVIENE?
Perché la fusione avvenga, i due nuclei interagenti devono avvicinarsi tra loro, vincendo la forza di
repulsione elettrostatica (forza di Coulomb), dovuta alla loro carica positiva.
Questo si verifica solo in gas a temperature molto elevate (> 10 milioni di gradi), in cui i nuclei si
muovono ad altissima velocità a causa del violento moto di agitazione termica.
3)
Un esempio di fusione nucleare è quella del deuterio e del trizio, isotopi dell’idrogeno, che
possono fondersi e dare vita all’elio.
Gli isotopi sono atomi che possiedono un numero maggiore di neutroni nel nucleo.
L’atomo di idrogeno ha un nucleo formato da un solo protone, gli isotopi di idrogeno possiedono,
a seconda del tipo, un nucleo con un protone e un neutrone (deuterio) o due neutroni (trizio).
In una reazione di fusione nucleare, come quella tra deuterio e trizio, si ha una trasformazione del
seguente tipo:
1)
Nel Sole, che ha una temperatura interna di 14 milioni di gradi, la reazione di fusione di nuclei di
idrogeno è responsabile di gran parte dell'energia che giunge fino a noi, sotto forma di calore e di
luce.
A causa dell’elevata temperatura, i nuclei dei gas si muovono ad altissime velocità per il forte moto
di agitazione termica. In queste condizioni le particelle sono ionizzate (perché gli atomi hanno
perso gli elettroni) e il gas si trasforma in plasma.
L'energia del Sole si origina da una serie di reazioni, che ha come risultato la fusione di quattro
nuclei ''leggeri'' di idrogeno in un nucleo ''pesante'' di elio, con la liberazione di enormi quantità di
energia.
4)
Gli studi hanno portato alla costruzione dei Tokamak, macchine di forma toroidale, di origine
russa, al cui interno vengono isolati, attraverso campi magnetici, atomi di deuterio e di trizio in
modo che, raggiungendo temperature molto elevate, si riesca ad attivare una fusione nucleare
stabile, tipica dei nuclei stellari.
Al loro interno il plasma viene riscaldato mediante una corrente condotta dall’esterno, potenziata
da onde elettromagnetiche, iniezioni di atomi neutri e compressione adiabatica (=il plasma viene
spinto in zone dal campo magnetico più forte e la compressione produce calore)
Confinamento muonico
Il muone è una particella che ha la possibilità di sostituirsi all’elettrone dell’atomo.
Essendo dotati di una massa pari a circa 200 volte quella dell’elettrone, i muoni orbitano più vicini
al nucleo e riducono la repulsione elettrica. Questo permette l’avvicinamento tra i nuclei,
facilitando quindi l’innesco della reazione di fusione nucleare, con conseguente emissione di
energia.
I muoni possono poi sopravvivere ed agire per generare nuove fusioni.
Ad oggi, però, la fusione ottenuta con l’utilizzo dei muoni non è energeticamente conveniente.
1) Confinamento chimico
Sfrutta la proprietà di ‘assorbimento’ che il Palladio (un metallo) ha nei confronti dell’idrogeno e
dei suoi isotopi. Proprio su questa caratteristica si basava la cella elettrolitica a “fusione
fredda” presentata da Fleischmann e Pons nel 1989.
L’apparato dei due ricercatori era costituito da una soluzione di acqua pesante (acqua col Deuterio
in luogo dell’Idrogeno) in cui erano immersi due elettrodi, il negativo (o catodo) costituito dal
Palladio e il positivo (o anodo) dal Platino.
Alimentando la cella elettrolitica dall’esterno con energia elettrica, i due studiosi avevano
ottenuto una quantità di energia sotto forma di calore maggiore di ben 4 volte quella fornita in
ingresso: in sostanza, una reazione di fusione nucleare ottenuta, però, a bassissime temperature.
Nonostante altri esperimenti analoghi abbiano confermato il risultato, oggi prevale lo scetticismo
nei confronti di questo metodo, perché la comunità scientifica pensa che si tratti di fenomeni
chimici e non nucleari.