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JUAN ROBERTO PIERRI PALMA

Caro Tom,
Ora, quindi, voglio raccontarti dove sto io, in modo da conoscere meglio le
nostre città e, quindi, la nostra vita. Vivo a Pisa, una città della Toscana
conosciuta ovunque per la sua Torre pendente.

Per questo mangiano più verdure e frutta, meno sale e carni rosse o pasta e
pane, che non vanno certo demonizzati ma consumati con moderazione.
Eppure, cresce il numero di persone che non ha tempo per mettersi ai fornelli
e preferisce mangiare fuori o farsi portare il pasto a casa o in ufficio.

Nulla di male, non fosse che spesso questa mancanza di tempo è associata a
pasti consumati frettolosamente e in solitudine davanti a un computer o alla
televisione. Del resto, la gran parte dei nostri concittadini ammette di “non
avere tempo” per dedicarsi alla preparazione e al consumo dei pasti come
vorrebbe. Da qui l’incremento rilevante del «Food Delivery», che interessa il
30,2% degli italiani.

Salutisti a parole, gli italiani lo sono un po’ meno nei fatti, come emerge dal
Rapporto: cucinano il proprio pasto e lo consumano in meno di mezz’ora. Per
lo più riservano alla cena il ruolo di pasto principale, trascurando il pranzo e
la prima colazione. Solo il 53% degli intervistati dichiara di consumare
verdure e ortaggi quotidianamente. E così la metà della popolazione adulta è
sovrappeso o, addirittura, obeso, con un tasso di obesità pari all’11% (5,3
milioni di persone), cresciuto di oltre il 20% in appena dieci anni e diffuso
anche tra i giovani.

Sono curiosi, però, gli italiani: amano la pasta e la pizza, si sa, eppure sono
stati i Poke Bowls (ciotole di pesce crudo) i piatti più ordinati nel 2018
attraverso le piattaforme di Food Delivery. E nella classifica degli alimenti più
ordinati troviamo anche veg meat, cucina birmana e filippina, beyond burger,
curcuma e gomasio.

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