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Il momento di ingresso all’asilo nido rappresenta una fase delicata per il bambino che deve adattarsi
a una situazione nuova, spesso nel momento in cui sperimenta nuove abilità psicomotorie e in cui
nasce la necessità fisiologica di un cambiamento nelle richieste nutrizionali. E’ questa la fase che
coincide con il divezzamento, meglio definito alimentazione complementare, momento in cui il
latte, non assicurando più un ottimale apporto giornaliero di energia e nutrienti quali proteine,
zinco, ferro e alcune vitamine, smette di essere l’alimento esclusivo del bambino. Poiché le
preferenze verso i vari gusti sono suscettibili di cambiamenti, la fase del divezzamento può essere
interpretata come una “opportunità” per far sperimentare al bambino alimenti e sapori nuovi, che lo
conducono gradualmente ad effettuare le sue prime scelte di gusto, che andranno incontro a naturali
rielaborazioni nel corso dello sviluppo. In questo modo il bambino sperimenta il passaggio
dall’alimentazione esclusiva con latte, all’assumere alimenti dapprima semi-solidi e
successivamente solidi, con modalità diverse dalla suzione. Il passaggio dal latte materno agli
alimenti complementari deve essere graduale e rispettare i tempi e ritmi di ogni bimbo, favorendo
l’interazione tra le preferenze della famiglia, le indicazioni del pediatra ed il contesto socio-
culturale e tradizionale per aiutare il bambino a sviluppare il proprio gusto e le scelte alimentari
personali in un’ottica di una alimentazione corretta. Il momento del pasto diventa inoltre
opportunità per l’acquisizione di una propria autonomia nel mangiare, verso la capacità di
autoregolarsi e iniziare a sperimentare il proprio “saper fare”. È da considerare che il bambino si è
alimentato, fino al momento del divezzamento, solo col latte e non conosce altri sapori e
consistenze, quindi è possibile che non gradisca la prima pappa; è importante dargli la possibilità di
adattarsi gradualmente ai diversi alimenti, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico; per
esempio non ha mai provato alimenti sapidi e, essendo questa una preferenza acquisita e non innata,
diversamente da quanto avviene per il piacere verso il gusto dolce, è necessario concedere al
bambino il tempo per imparare a conoscere questo nuovo gusto. Proprio per la valenza anche
educativa del pasto, è importante che le figure professionali coinvolte a vario titolo siano concordi
nel non porre eccessiva preoccupazione rispetto alle quantità consumate, ma siano attente nell’
attuare strategie e monitorare che il bambino riesca a instaurare e sviluppare un buon rapporto con
ciò che consuma.
Fabbisogno di lipidi
Nel lattante il fabbisogno di lipidi è maggiore rispetto alle età successive: fino al primo anno di vita
i LARN raccomandano un apporto lipidico del 40% delle calorie giornaliere, percentuale che
diminuisce al 35-40 % dai 12 ai 36 mesi fino ad arrivare, dopo i tre anni gradualmente alla quota
raccomandata per gli adulti (dal 20 al 35%).
Fabbisogno di proteine
La recente revisione dei LARN 2014 riporta, rispetto all’edizione precedente, la riduzione del
fabbisogno proteico per tutte le fasce di età, partendo dalla primissima infanzia. Esiste una possibile
correlazione tra elevata assunzione proteica nelle prime fasi della vita e il rischio aumentato di
sviluppare obesità e malattie cronico-degenerative nelle epoche successive della vita. Per questo
motivo è importante che la quota proteica non superi il 15% dell’energia giornaliera. Il fabbisogno
proteico viene calcolato sulla base del peso corporeo ed espresso in grammi di proteine
giornaliere/Kg peso corporeo; per un bambino di età compresa tra 6 e 12 mesi l’assunzione di
proteine raccomandata è pari a 1.32 g per Kg di peso corporeo al giorno, che, stimando il peso
medio del bambino in tale fascia di età in 8,3 Kg, corrisponde a 11 gr di proteine al giorno. Dopo i
12 mesi l’assunzione di proteine raccomandata è pari a 1.00 g per Kg di peso corporeo al giorno,
che corrisponde a 14 gr di proteine al giorno (peso medio del bambino 13,7 Kg)
Fabbisogno di glucidi
Definita la quota energetica che deve essere fornita da lipidi e proteine, la maggior parte
dell’apporto energetico giornaliero deve derivare da glucidi di tipo complesso, mentre quello
derivante dagli zuccheri semplici non deve superare il 10-15% dell’energia.
Nella tabella sottostante sono riportati in sintesi i valori di riferimento MEDI GIORNALIERI
secondo i LARN
Ripartizione giornaliera
Dopo i 12 mesi l’apporto calorico giornaliero viene suddiviso in quattro o cinque pasti: colazione,
spuntino, pranzo, merenda e cena. Si suggerisce pertanto, per una equilibrata giornata alimentare,
questa distribuzione calorica: 20% delle calorie totali giornaliere per la colazione 5% delle calorie
totali giornaliere per lo spuntino mattutino 35% delle calorie totali giornaliere per il pranzo 10%
delle calorie totali giornaliere per la merenda pomeridiana 30% delle calorie totali giornaliere per la
cena.
La pappa
L’introduzione di alimenti complementari al latte, avviene, intorno al 6° mese, con una prima
pappa, in genere quella del mezzogiorno, la cui composizione di base è indicata nello schema
riportato sotto.
Crema di cereali 20 g
Verdure miste di stagione 30 g (3 cucchiai da minestra)
Brodo vegetale 200 ml Olio extravergine oliva (EVO) 5 g
Carne fresca oppure Omogeneizzato di carne oppure: Legumi decorticati secchi oppure Liofilizzato
di carne 15 g 40 g 10 g 5 g
Frutta fresca di stagione ben matura oppure ½ Omogeneizzato di frutta 80 g 40 g
La base per la pappa è il brodo vegetale che può essere preparato utilizzando sia verdure fresche
(con l’esclusione delle verdure a foglie verdi, come spinaci, bietole, ecc. per il maggior contenuto di
nitrati) che omogeneizzato/liofilizzato di verdure. Inizialmente è preferibile, per integrare il
fabbisogno di ferro e zinco, cominciare ad introdurre i vari tipi di carne e i legumi decorticati. Non
va aggiunto nè sale nè dado. Alla fine della pappa o, in alternativa, a metà mattina o pomeriggio,
proporre frutta fresca di stagione (banana schiacciata, pera o mela grattugiata - senza aggiungere lo
zucchero) o mezzo omogeneizzato di frutta senza zuccheri aggiunti.
Successivamente si aumenta la varietà di alimenti introdotti, con nuove combinazioni alimentari. Si
introducono nella pappa cereali diversi (frumento, riso, farro, avena, mais, miglio, orzo..) e si
alternano, alle carni e ai legumi, pesce, formaggi e uova. Considerando l’importanza di non
eccedere nella quota di proteine, è opportuno non associare nello stesso pasto diversi alimenti a
prevalenza proteica (carne, pesce, legumi, formaggi e uova) e non aggiungere formaggio grattugiato
in pappe contenenti altri alimenti proteici.
Per stimolare il gusto del bambino e nell’ottica di promuovere il consumo di verdura e frutta già
dalla primissima infanzia, si consiglia di offrire a lato della pappa assaggi di verdura cotta e passata
(broccoli, zucchine, cavolfiori, porro, carote, ecc). Si presenta di seguito uno schema settimanale
con le grammature per la pappa da proporre nelle prime fasi dell’alimentazione complementare e da
mantenere fino a quando il bambino non avrà acquisito maggiori capacità masticatorie. Lo schema
riportato indica i diversi alimenti che possono essere inseriti in successione senza la necessità di
seguire un rigido schema nei tempi per la loro introduzione. Non vi sono evidenze, infatti, che
rinviare l’introduzione di alcuni alimenti (ad esempio uovo o pesce) consenta la prevenzione di
manifestazioni allergiche.
Dopo la prima pappa
Dopo la prima pappa aumenta ulteriormente la varietà e la quantità di alimenti e possono essere
previsti tre pasti al giorno con due merende. Si cominciano a somministrare alimenti a pezzetti e
non solo creme per educare il bambino alla deglutizione e successivamente alla masticazione,
affiancando alla carne e al pesce le verdure tagliate a piccoli pezzetti. Per facilitare l’elaborazione di
un menu si riporta uno schema esemplificativo su due settimane che alterna le diverse tipologie di
alimenti anche allo scopo di favorire una maggiore varietà tra questi con le relative grammature che
sono da intendersi al crudo e al netto scarti. Le grammature indicate si riferiscono agli ingredienti
principali delle ricette, gli ingredienti minori possono essere aggiunti secondo necessità.
Anche in questo caso la frutta può essere proposta o a fine pasto o in alternativa come spuntino di
metà mattina
Primo piatto
Il primo piatto può essere asciutto o in brodo, è solitamente a base di cereali (frumento, riso, farro,
orzo, mais, avena, miglio, segale) che devono essere utilizzati a rotazione nell’alimentazione del
bambino avendo un profilo nutrizionale simile. Per i primi piatti asciutti scegliere sughi semplici,
preferibilmente a base di verdure es: pomodoro, zucchine, broccoli,ecc. Per i primi piatti in brodo
scegliere preferibilmente creme e passati di verdure e/o legumi con aggiunta di cereali (pastina, riso,
orzo, farro, ecc. o crostini di pane). Nel caso in cui vengano utilizzati cereali integrali è opportuno
che vengano scelti quelli prodotti con farine di provenienza biologica. Non è consigliato l’utilizzo
di formaggio grattugiato in aggiunta ai primi piatti al fine di contenere l’apporto proteico e di sodio.
E’ possibile prevedere un suo utilizzo, in una quantità non superiore ai 3-5 g, come ingrediente in
preparazioni più elaborate, tipo polpette e sformati di carne, verdure o legumi, ecc. da proporre non
più di una volta alla settimana.
Secondo piatto
Il secondo piatto è rappresentato dall’alternanza di carne, pesce, legumi, formaggio, uova,
alternando il più possibile la varietà delle tipologie: - carne: è preferibile privilegiare carne bianca
quindi pollame, tacchino, coniglio, rispetto alla carne rossa (vitello, manzo, maiale, cavallo). Salumi
e insaccati sono da evitare;
- pesce: si raccomanda di variare le tipologie (escludendo pesce spada e tonno);
- legumi: quando sono presentati come secondo (esempio: lenticchie in umido, polpettine di ceci,
ecc) sono da abbinare ad un contorno di verdura;
- uova: possono essere consumate come singolo alimento o come ingrediente in preparazioni
gastronomiche quali tortini, polpette, crocchette;
- formaggio, sia fresco che stagionato, come secondo piatto o in preparazioni associate ad altri
alimenti quali uova e ortaggi (es: crocchette di ricotta e spinaci, polpette di patate e formaggio,
ecc.).
Sono sconsigliati i formaggi fusi. Piatti unici È auspicabile che almeno una o più volte al mese
siano proposti “piatti unici”, a cui associare un semplice contorno di verdure. Molti alimenti previsti
come primi e secondi piatti, ben si prestano a essere accostati all’interno di una stessa preparazione,
realizzando ciò che viene definito “piatto unico”. Tali proposte rappresentano un’ulteriore
opportunità sia dal punto di vista nutrizionale che educativo; infatti consentono di abituare i piccoli
al concetto che taluni piatti non necessitano di essere accostati a altri alimenti proteici nell’arco
dello stesso pasto, essendo di per sé già “completi” da questo punto di vista e consentono di
ampliare la varietà di preparazioni, offrendo nel contempo stimoli sensoriali sempre diversi, atti a
implementare la curiosità dei piccoli utenti. Può essere strategico pertanto “testare” le differenti
modalità di proposta, al fine di valutarne i diversi gradi di accettazione e orientare l’offerta verso le
preparazioni più gradite. Si propongono piatti unici a base di legumi (lenticchie, fagioli, piselli,
ceci, soia, fave) e cereali come ad esempio riso e lenticchie, orzotto con fagioli, cous cous con
verdure e ceci, ecc. Questi piatti, oltre ad essere completi dal punto di vista nutrizionale, sono
inoltre molto ricchi di fibre, vitamine e sali minerali. Altri piatti particolari da considerarsi “piatti
unici elaborati” sono ad esempio lasagne, pasta gratinata, sformati con verdure, polpettone. Tali
alternative, per le modalità di preparazione che prevedono l’utilizzo di più ingredienti (es. uova,
formaggio, carne), hanno un maggior apporto energetico e proteico.
Contorni
E’ necessario variare il più possibile i contorni privilegiando verdure fresche di stagione. Le patate e
i legumi non sono verdure e quindi non possono essere offerti come contorno. I legumi sono una
fonte proteica e come tale sostituiscono il secondo piatto; le patate, per il loro apporto di carboidrati
analogo ai cereali o al pane, se offerte, è bene che vengano inserite in sostituzione di tali alimenti.
Pane
Il pane comune potrà essere alternato con pane di tipo integrale o prodotto con farine meno raffinate
tipo 1 e 2. Nel caso in cui venga scelto pane integrale è opportuno che venga prodotto con farine di
provenienza biologica. Privilegiare comunque il pane a ridotto contenuto di sale (1.7% di sale sul
totale di farina impiegata).
Frutta
Nella elaborazione del menu occorre prestare attenzione alla varietà e alla stagionalità della frutta il
cui consumo deve essere incentivato per la sua azione protettiva. La frutta di fine pasto può essere
anticipata come spuntino di metà mattina.
Condimenti
Si raccomanda di utilizzare esclusivamente olio extravergine di oliva, sia per l’aggiunta a crudo che
per la cottura. Non va utilizzato né dado né sale nella prima infanzia, così da abituare il bambino al
gusto naturale degli alimenti e ridurre la propensione verso cibi troppo salati; per insaporire
utilizzare erbe aromatiche.
Preparazione e cottura
Nella scelta delle materie prime da utilizzare per la preparazione dei diversi piatti privilegiare, se
possibile, gli alimenti freschi oppure prodotti surgelati o sottovuoto o pastorizzati rispetto a quelli in
scatola. Nella preparazione delle diverse portate si dovranno scegliere metodi di cottura che
garantiscano sia la sicurezza igienica sia la conservazione dei principi nutritivi contenuti nelle
materie prime, al fine di ottenere pasti sicuri ed equilibrati. Non è consentita la frittura e le eventuali
dorature dovranno essere fatte al forno. Per le verdure, se consumate cotte, è preferibile la cottura a
vapore che preserva il loro valore nutrizionale. Nel caso di cottura in acqua dovranno essere
controllati sia il tempo di cottura, il più breve possibile, sia il quantitativo di acqua che deve essere
limitato. Per pastina o risotti utilizzare esclusivamente brodi preparati con verdure fresche o
surgelate.
Merenda pomeridiana
La merenda deve essere variata, dolce o salata, e possibilmente diversa per ogni giorno della
settimana. Va evitato lo zucchero aggiunto. Le proposte possono essere:
- frutta fresca: intera, spremuta, frullata, in macedonia
- verdura fresca cruda in pinzimonio: carote, finocchi , pomodori ecc
- yogurt intero (½ vasetto- g 60), meglio bianco con aggiunta di frutta fresca o di miscela di cereali
(g 25)
- fetta di pane con olio e pomodoro(g 25 + 1cucchiaino olio pari a 5 g )
- fetta di pane con ricotta (g 25 + 1cucchiaino pari a 5 g ricotta)
- fetta di pane con marmellata (g 25 + 1cucchiaino di marmellata pari a 5 g)
- latte intero fresco con biscotti secchi ( 100 ml + g 25)
Saltuariamente è possibile proporre torte senza creme o farciture (es. torta allo yogurt, margherita,
alle carote, alle mele, crostata) preparate dal centro cucina del nido. E’ da evitare il consumo di
merendine, succhi di frutta e di bevande contenenti zuccheri aggiunti.
LAVAGGIO
- sciacquare con acqua corrente fredda
- lavare con acqua corrente calda saponata, rivoltare le tettarelle, aiutarsi con un apposito spazzolino
(scovolino) per rimuovere gli avanzi di latte
- lavare con acqua corrente calda e scovolino la parte in vetro (in alternativa lavarla in lavastoviglie)
STERILIZZAZIONE
Metodo a Caldo:
- in pentola a pressione 10 minuti nel cestello a vapore;
- in pentola normale a coperchio chiuso, 20 minuti di bollitura, avendo cura di immergere le parti in
vetro, quando l’acqua è ancora fredda, e le parti in gomma quando l’acqua inizia a bollire;
- in appositi sterilizzatori elettrici, che agiscono erogando vapore acqueo.
Metodo a Freddo:
E’ un metodo chimico che prevede l’uso di appositi disinfettanti (liquidi o in compresse
effervescenti), da sciogliere in acqua fredda secondo le proporzioni indicate sulla confezione del
prodotto. Gli oggetti vanno quindi immersi completamente in apposite vaschette contenenti tali
soluzioni per il tempo indicato dalle ditte produttrici. “Biberon e tettarella devono essere lasciate a
contatto con la soluzione disinfettante per almeno 2 ore. La soluzione deve essere rinnovata ogni 24
ore”. Gli oggetti vanno estratti dalla soluzione con le apposite pinze, sgocciolandoli al momento
dell’uso senza risciacquarli.