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PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA

ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ
———————————————————————

UNA CHIESA CREDIBILE:


Uno Sguardo Sul Laicato Nella Famiglia
Cottolenghina

CORSO: ARV203 | Teologia e Spiritualità del Laicato

STUDENTE: NICHOLAS KIRIMO, MATRICOLA: 165284

DOCENTE: PRO.SSA Donna Orsuto

Roma 2017
INTRODUZIONE

Il Concilio Vaticano II ed i tanti documenti successivi, ad esso ispirati, specie


la Christifideles laici, esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, offrono, a
riguardo, una lettura teologica e spirituale innovativa, responsabilizzante ed
aperta dell’identità del e la missione del fedele laico nella Chiesa e nel mondo. Il
laico non è visto solamente in distinzione del prete o a differenza dei
consacrati religiosi ma è penetrato positivamente nella sua identità. Non è,
quindi, più considerato per quello che « non è » ma per quello che « è » non più
per quello che «deve fare» ma nella sua fontalità sacramentale e nella sua
specificità vocazionale che è una radice creativa1.
Questa lettura è responsabilizzante perché, ben definita la magna charta del
laico battezzato, vengono indicati con chiarezza magisteriale gli spazi che da
esso devono essere vissuti, assunti, redenti. Il laico sa quanto gli è chiesto e
quanto e come deve dare per essere "inserito" totalmente in Cristo, nella Chiesa
per il mondo. Quanto lo Spirito ha detto alla Chiesa del Concilio Vaticano II per
e sui laici è come un orizzonte aperto, da scoprire sempre di più e specialmente
da mostrare in attuazioni, coraggiose onde il Regno di Dio non conosca lentezze,
o peggio stasi, ma si riveli come perenne venire di Dio nelle novità della storia.
Questo elaborato fa idea di questo e presenta i laici nella familia
cottolenghina2 alla luce dei documenti conciliari e post-conciliari. Si cerca nel
elaborare il tema presente, di individuare gli elementi importanti nella
spiritualità laicale per arrivare a proporre una prassi adequata nel vivere la
spiritualità cottolenghina laicale. Per arrivare a questo scopo si usa un’approccio
dove le molteplici fonti sulla storia del laicato nella famiglia cottolenghina e gli
insegnamenti del magistero sono unite per riflettere sul oggi e tracciare un
itinerario per futuro. Ci siamo resi subito della necessità di usare il metodo di
autoappropriazione proposta da Bernard Lonergan3, il quale ci invita a costruire
uno studio che abbia come logica metodologica fondamentale l’interiorità del

1
A. BARRUFFO, Laico in Nuovo Dizionario di Spiritualità, 810-828.
2
In questo studio, la familia cottolenghina riferisce ai sacerdoti, religiosi consacrati, e laici
che seguono da vicino la spiritualità di San Giuseppe Cottolengo.
3
Cf. B. LONERGAN, SJ, Method in Theology, 13-14.
i
soggetto4, ossia l’appropriazione personale dei propri dinamismi coscienziali. Si
tratta, in fatti, di porsi nella prospettiva di rendere le persone sempre più capaci
di fare attenzione, comprendere, giudicare e scegliere le proprie operazioni
coscienzali—di favorie una valutazione e differenziazione della coscienza dove
il soggetto sappia integrare i diversi ambiti di significato.
Autoappropriazione è più specificatamente un metodo operativo, ovvero un
insieme di operazioni il cui esercizio e la cui appropriazione segna il formasi di
ognuno—esso può costituire il punto di partenza e di riferimento attorno a cui
pensare la spiritualità. Questo, è da precisare che, conviene proprio perchè
l’autoappropriazine fa si che lo studio sia privo di pregiudizi, ovvero,
preconcetti, capaci di fare assumere atteggiamenti ingiusti anche nello studio
della spiritualità, e per lo di più, lo studio di questo tipo sia fatto a uno delle otto
specializzazioni funzionali del metodo, per noi la dialettica. Infatti ―il modo in
cui affrontiamo i preconcetti è, dunque, la principale questione in cui i progressi
a ogni livello in ogni dimensione dell'impresa umana sorgono o cadono‖ 5.
Questo elaborato presenta il tema della teologia e spiritulità di laicato
attingendo sia dai documenti del II Concilio Vaticano e il Magistero di Papa
Giovanni Paolo II. La I Parte tratta del tema nel fondamento teologico
prendendo spunto da questi fonti. La II parte si occupa del laicato nella Famiglia
Cottolenghina, quindi attingendo dai scritti riguardanti il carisma e la spiritualità
cottolenghina. Segue una conclusione.

4
Cf. F. CROWE, SJ, Method in Theology: An Organon for our Time, 38.
5
J. NILSON, Beyond Moral Suasion: A Reading Method in Theology in Racist America,
ii
I. UN FONDAMENTO TEOLOGICO DEL LAICATO

Gli stati di vita nella Chiesa, cioè, la vita consacrata, sacerdozio ministeriale,
laicato– non si possono distinguere in base ad un ―più‖ o un ―meno‖ nell’amore,
appunto perché tutti gli uomini sono chiamati ad amare senza limiti, con la
pienezza della santità6. Lo stato di vita laicale ha nell’indole secolare la sua
specificità e realizza un servizio ecclesiale nel testimoniare e nel richiamare, a
suo modo, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose il significato che le realtà
terrene e temporali hanno nel disegno salvifico di Dio. A sua volta il sacerdozio
ministeriale rappresenta la permanente garanzia della presenza sacramentale, nei
diversi tempi e luoghi, di Cristo redentore. Lo stato religioso testimonia l’indole
escatologica della chiesa, ossia la sua tensione verso il regno di Dio, che viene
prefigurato e in qualche modo anticipato e pregustato dai voti di castità, povertà
e obbedienza.

1.1. Gli stati di Vita nella Chiesa-Communione

Il vescovo di Novara riflettendo su un saggio di vergottini: ―La testmonianza


è la modalità spirituale con cui Cristo è donato al mondo, una dinamica che
accomuna religiosi e laici.‖ Per la teologia del laicato ―accelelare l’ora dei laici‖
è stato il leitmotiv durante il postconcilio, tanto proclamato retoricamente
quanto praticamente poco esplorato7.
Tutti gli stati di vita, sia nel loro insieme sia ciascuno di essi in rapporto agli
altri, sono al servizio della crescita della chiesa, sono modalità diverse che si
unificano profondamente nel ―mistero di comunione‖ della chiesa e che si
coordinano dinamicamente nella sua unica missione. In tal modo, l’unico e
identico mistero della chiesa rivela e rivive, nella diversità degli stati di vita e
nella varietà delle vocazioni, l’infinita ricchezza del mistero di Gesù Cristo>>8.
Per questo l’Esortazione Apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II ―Vita
Consecrata‖ può affermare che ―nell’unità della vita cristiana, le varie vocazioni
sono come raggi dell’unica luce di Cristo ―riflessa sul volto della Chiesa‖9.

6
Paul O'Callaghan, Gli stati di vita del cristiano. Riflessioni su un’opera di Hans Urs von
Balthasar, en "Annales Theologici", 21 (2007), pp. 61-100.
7
Brambilla, G., Oltre la teologi del laicato: siamo tutti Cristiani testimoni, nel Avvenire, 08
nov.,2017.
8
Giovanni Paolo II, Christifedelis Laici, 55.
9
Gioanni Paolo II, Vita Consecrata, 16.
1
Questo coinvolgimento di tutti i fedeli (preti, religiosi e laici) nella missione
di carità universale della Chiesa nella storia, è anche (come già abbiamo
accennato) l’anima del Vaticano II. Nel capitolo secondo, dedicato al Popolo di
Dio e nel capitolo quarto della “Lumen Gentium”, dedicato ai laici, come infine
nella Costituzione ―Gaudium et spes‖ viene definito in modo solenne ed
esplicito, attingendo alle stesse radici del pensiero cristiano, quello che
implicitamente era già compreso nella spiritualità del Cottolengo10.

1.2. Gli Stati di Vita nella Missione della Chiesa

Rimandando alla realtà di Chiesa che ci è stata consegnata dal Concilio e si è


andata sempre più chiarendo in questi anni11: la chiesa mistero e popolo di Dio,
chiesa nella quale ciò che è comune - l’essere cristiani e la chiamata di tutti alla
santità e alla missione - viene prima di ciò che è particolare e ci distingue.
Anche le diversificazioni sono importanti, perché la chiesa è comunione di
molte vocazioni, ma esse hanno senso solo all’interno dell’universale
comunione, una comunione che fa del popolo di Dio il vero soggetto di tutto ciò
che riguarda la chiesa.12
L’appello, allora, del Signore Gesù ―andate anche voi nella mia vigna‖13 non
cessa di risuonare da quel lontano giorno nel corso della storia: è rivolto ad ogni
uomo che viene in questo mondo. Andate anche voi è una chiamata che non
riguarda soltanto i pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a
tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale
ricevono una missione per la chiesa e per il mondo (CfL, 2).

1.3. Gli Stati di Vita e Il Carisma Cottolenghino

Un punto di vista nel passato vedeva i religiosi e preti della Famiglia


Cottolenghina (FC) come gli unici detentori del carisma cottolenghino. Il
carisma non è proprietà personale—appartiene alla Chiesa—e in quanto tale è

10
M. ENOC., Quali forme del vangelo della carità per i laici di oggi?, in Atti del
Convegno: Spinti dalla carità di Cristo sulle orme di san Giuseppe Benedetto Cottolengo a
150 anni dalla morte 1842-1892, Torino 13-14-15 novembre 1992, Piccola Casa della Divina
Provvidenza, Torino, 1992, p. 157.
11
La realtà della chiesa-comunione è parte integrante, anzi rappresenta il contenuto
centrale del “mistero”, ossia del disegno divino della salvezza dell’umanità. (CfL, 19).
12
L. GUCCINI, Religiosi e laici. Il prezzo dell’incontro, cit., p. 84.
13
Giovanni Paolo II apre la sua Esortazione Apostolica Chiristifideles laici con
l’immagine della significativa parabla evangelica degli operai mandati nella vigna. (Mt. 20,1-
2) [cfr. CfL, 1].
2
―aperto‖ a tutti. Certo i religiosi hanno il compito e la responsabilità di
mantenerlo nella sua genuinità ma non hanno il diritto di considerarlo
esclusivamente loro. Di natura, il carisma è inclusivo.
Lo ribadisce con P. Guccini, quando dice che ―il carisma non è mai possesso
esclusivo di qualcuno - neanche dei religiosi - ma piuttosto una realtà di
comunione. Esso è dato alla chiesa e per la chiesa. Anche quando raggiunge
qualcuno in particolare ha per destinazione tutti. È dato per l’edificazione della
chiesa, ma non nel senso che faccia di alcuni dei carismatici e degli altri dei
semplici recettori. Tutta la chiesa è carismatica; tutti sono chiamati a ricevere e a
donare e ciò che si scambiano è sempre dono di Dio.‖14
La teologia messa in evidenza da Giovanni Paolo II sottolinea che ―la
comunione ecclesiale si configura, più precisamente, come una comunione
―organica‖, analoga a quella di un corpo vivo e operante: essa, infatti, è
caratterizzata dalla compresenza della diversità e della complementarietà delle
vocazioni di vita, dei ministri, dei carismi e delle responsabilità. Grazie a questa
diversità e complementarietà ogni fedele laico si trova in relazione con tutto il
corpo e ad esso offre il suo proprio contributo.‖15
Questa nuova concezione di Chiesa, ovviamente lavoro fatto tanti hanni prima
del concilio,16 fa si che i laici non siano più considerati in funzione dei religiosi-
clero e delle loro opere, come beneficiari di prestazioni erogate dai ―perfetti‖,
ma responsabili in solido della missione di salvezza ricevuta da Cristo a favore
del mondo.
A tutti è rivolto l’invito di Gesù a lavorare nella sua vigna (cfr. Mt. 20, 1-4),
cui fa eco l’appello della Chiesa a ―prendere parte viva, consapevole e
responsabile alla sua missione‖ (CfL, 3). Tutti siamo chiamati a rendere ragione
della speranza che è in noi di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi
problemi (cfr. CfL, 60). Tutti i ―Christifideles‖, laici compresi, sono responsabili
della vita interna della Chiesa, e tutta la vita interna della Chiesa è carità
destinata a trasformare la storia17. Quindi i fedeli laici non devono essere
considerati ―forze di rincalzo per mancanza di vocazioni, ma come una presenza
nuova, che aiuta i religiosi a ripensare anche radicalmente il loro apostolato e i
servizi a cui si dedicano‖18, presenza nuova partecipante ad un grado di
responsabilità ben più profondo che quello della ripartizione di pesi e di compiti.

14
GUCCINI L., Religiosi e laici. Il prezzo dell’incontro, cit., p. 85.
15
CfL, 20
16
Cfr. Y. Congar, I Laici nella Chiesa, 1957.
17
ENOC M., Quali forme del vangelo della carità per i laici di oggi?, cit., p. 160.
18
GUCCINI L., Insieme verso il domani, in ―Testimoni‖ 6 (1997), p. 27.
3
Da tutto ciò è evidente che la presenza del personale laico risulta tanto più
efficace quanto migliori sono le relazioni che si stabiliscono tra i religiosi\e, nel
rispetto dei ruoli propri e di ciascuno.

II. LA SPIRITUALITÀ COTTOLENGHINA E IL


LAICATO.

San Giuseppe Benedetto Cottolengo è un maestro di vita spirituale per tutti, e


quindi anche per i laici. Egli ci presenta un modo suo proprio di vivere la vita
secondo lo Spirito e una prassi particolare nel servire i più bisognosi che è
diventato un punto di riferimento per tanti19. Sebbene la pratica storica non è
andata nel senso di un’estensione del carisma cottolenghino anche ai laici,
possiamo affermare che può esistere uno stile di vita laicale secondo la
spiritualità del Cottolengo. 20

2.1 Un Carisma e una Spiritualità aperta ai Laici

La condivisione del carisma, infatti, ha un fondamento sacramentale


(Battesimo - Cresima) ed ecclesiale (l’appartenenza all’unica famiglia che è il
Popolo di Dio): dunque comune dignità e comune vocazione alla santità, così
come comune ―corresponsabilità‖ per l’edificazione del Corpo di Cristo e
l’avvento del Regno pur nella diversità dei ministeri e degli stati di vita.
La condivisione del carisma come spiritualità indica che i laici sono chiamati
a un’avventura spirituale e non solo a condividere le molte mansioni di un
servizio assistenziale e pastorale21. Tale condivisione implica necessariamente
una riattualizzazione dello stesso.

19
Mattarella, Discorso alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, 7 nov.,2017, (vedi
Avvenire 8 Nov.,2017)
20
Cfr. MAZZUCONI D., Spiritualità cottolenghina e laicato: pluralità e armonie tra stili
di vita, cit., p. 169.
21
Cfr. GUCCINI L., Insieme verso il domani, in ―Testimoni‖ 6 (1997), p. 27; La necessità
di condividere il ―nostro‖ carisma con i laici è ribadito con chiarezza in una lettera dell’attuale
Madre Generale Emiliana di M. ALLASIA, indirizzata alla congregazione delle suore (Cfr.
ALLASIA E., La parola della Madre, in ―Vita di Famiglia‖, Anno XXXIV - novembre 1998
n°3, p. 14.)
4
2.2 Una Rilettura a due Occhi: I Consacrati e i Laici Cottolenghini attuano
un Carisma

Riattualizzare un carisma vuol dire rileggere con coerenza e insieme


rinnovare quell’esperienza cristiana, storicamente vissuta, che sta all’inizio, con
tutte le sue specifiche sottolineature, purché non la si sia ridotta a un insieme di
norme e di disciplina astratta, e ovviamente significa anche riproporre il carisma
agli uomini e alle donne del nostro tempo. 22
E a questo punto risulta difficile dire che tale carisma non è proponibile ai
laici del nostro tempo: se esso, infatti, si può riassumere in una chiamata alla
santità vissuta e realizzata attraverso un forte e radicale impegno di carità e di
una carità che trova le risposte ai bisogni dei più emarginati tra i poveri,
fidandosi della Provvidenza, è evidente che non può darsi in partenza una
impossibilità a vivere la spiritualità cottolenghina per il cristiano comune, anzi
accade appunto che questa spiritualità possa diventare consistente riferimento. 23
Si sente, oggi, sempre di più l’esigenza e l’opportunità di un laicato ispirato
alla spiritualità cottolenghina, perché il coinvolgimento spirituale dei laici è
premessa indispensabile di quello operativo. Inoltre ―il carisma, con la sua forza
di attrazione, è il luogo di incontro, di comunione e di corresponsabilità tra
cottolenghini e laici al servizio dei poveri‖24.

2.3 Collaborazione e Corresponsabilità tra i Consacrati Cottolenghini e il


Laicato Cottolenghino

Il carisma della vita religiosa cottolenghina, certo deve continuare ad esistere.


E accanto a queste consacrazioni particolari deve emergere e camminare di pari
passo un laicato ispirato alla spiritualità cottolenghina. Il dialogo tra i due fronti:
quello religioso e quello laico, dovrà trovare modalità che impegneranno tutta la
creatività e l’inventiva delle parti interessate.25I laici partecipano al carisma in
modo loro proprio, perciò sono chiamati a darne una loro lettura, complementare
a quella dei religiosi.
Le forme di partecipazione dei laici al carisma di un Istituto di vita consacrata
possono essere molteplici. La collaborazione può avvenire innanzitutto nel
momento in cui i laici, venendo a contatto con persone consacrate, si sentano

22
MAZZUCONI D., Spiritualità cottolenghina e laicato: pluralità e armonie tra stili di
vita, cit., p. 170.
23
Ibid., 170.
24
Atti del VII Capitolo Generale delle Suore di San G.B. Cottolengo, Giaveno ―Casa della
Madonna‖, 1 novembre – 3 dicembre 1997, p. 113.
25
Ibid., p. 213.
5
chiamati ad attingere al carisma dell’Istituto, sia per la propria vita spirituale, sia
per usufruire dei vari servizi apostolici.26
L’Esortazione Apostolica post-sinodale ―Vita Consecrata‖ al n° 55 dice
significativamente che ―la partecipazione dei laici non raramente porta inattesi e
fecondi approfondimenti di alcuni aspetti del carisma, ridestandone
un’interpretazione più spirituale e spingendo a trarne indicazioni per nuovi
dinamismi apostolici‖.
I consacrati sono chiamati a regolare l’esercizio dei carismi che hanno modo
di scoprire tra i laici che avvicinano, valorizzandoli e affidando loro ministeri e
servizi pastorali corrispondenti ai carismi ricevuti dallo Spirito.27

26
POLI G.F., Laici: spettatori o protagonisti? Analisi della situazione (3° parte), ―Vita
Consacrata‖ XXXIV, 3 (1998), p. 260.
27
POLI G.F., Religiosi e laici: osare la svolta, cit., p.42.
6
CONCLUSIONE

Questo elaborato ha ribadito che il coinvolgimento con i laici non è una


maniera per assicurare la sopravvivenza del carisma, per sopperire alla
mancanza di religiosi. Questo sarebbe usare i laici, strumentalizzarli. Cosa
fare per non lasciar cadere le sollecitazioni del Concilio e del magistero
successivo, a promuovere una Chiesa in cui tutti si sentano parte attiva e
responsabile? Innanzitutto respingendo la tentazione del clericalismo e di
un ridimensionamento della partecipazione.28 Con il metod trascendentale
ci siamo impegnati nella specializzazione funzionale di dialettica,
rispondendo cosi alle molteplici domande nel percorso della spiritualità
laicale. Con la I parte, abbiamo descritto la teologia del laicato brevemente.
Nella II Parte l’elaborato ha guardato da vicino la situazione teologica dei
laici nella famiglia cottolenghina, riconoscendo il cammino già fatto e
identificando aree in cui un ulteriore lavoro di approfondimento ed apertura
potrebbe avvenire. In fine, la parte II ha anche servito ad esporre la
spiritualità cottolenghina per il laicato.
Significativo il fatto che un recente trattato di ecclesiologia tutti i
documenti papali hanno una parte esplicitamente dedicata ai laici e che lo
stesso Papa Francisco abbia nominato tanti laici nei posti una volta riservati
ai religiosi e preti29.

28
G. F. POLI., Laici: spettatori o protagonisti?, cit., p. 256.
29

7
SIGLE E ABBREVIAZIONI

DEv Dizionario dell’Evangelizzazzione

DPV Dizionario di Pastorale Vocazionale

DTVC Dizionario Teologico della Vita Consacrata

GMPV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Ibid. Ibidem (Cioè ―allo stesso posto‖)

ID. Idem (cioè ―lo stesso autore‖)

LeDiv Lectio Divina

LG Lumen Gentium, Costituzione dogmatica del Concilio Vatican II

NVNE Nuove Vocazioni per Nuova Europa, documento finale del


Congresso sulle vocazioni in Europa

PV Pastorale Vocazionale

SS Sacra Scrittura

8
Bibliografia

A) FONTI E MAGISTERO
GIOVANNI PAOLO II, Christifideles Laici. Esortazione apostolica postsinodale,
30 dicembre 1988: AAS 81 (1989) 393-521; EnchVat 11/1606-1900.

———, Vita Consecrata. Esortazione apostolica postsinodale, 25 marzo 1996: AAS


88 (1996) 377-486; EnchVat 15/434-775.
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Lumen Gentium. Costituzione dogmatica,
21 novembre 1964: AAS 57 (1965) 5-67; EnchVat 1/284-456.

———, Apostolicam Actuositatem. Decreto sull’apostolato dei laici, 18


novembre 1965: AAS 58 (1966) 837-864; EnchVat 1/912-1041.

B) ARTICOLI E LIBRI
BARRUFFO A., Laico in Nuovo Dizionario di Spiritualità, Milano 1999, 810-828.

CONGAR Y., I Laici Nella Chiesa, 1957.

CROWE F., SJ, Method in Theology: An Organon For Our Time, London 1980.

ENOC M., Quali Forme Del Vangelo Della Carità Per i Laici Di Oggi?, in atti del
convegno: spinti dalla carità di cristo sulle orme di san giuseppe benedetto cottolengo
a 150 anni dalla morte 1842-1892, Torino 1992.

GUCCINI I., Religiosi e laici. Il prezzo dell’incontro, in AA.VV., Dove Va La Vita


Consacrata. La Prospettiva Della Comunità Religiosa Apostolica, a cura della
redazione di ―Testimoni‖, n° 4, 29 febbraio 1996, 79-100.

LONERGAN B., SJ, Method in Theology, Toronto 1990, 13-14.


MAZZUCONI D., Spiritualità Cottolenghina E Laicato: Pluralità E Armonie Tra Stili Di
Vita, Torino, 1992.

NILSON J., Beyond Moral Suasion: A Reading Method In Theology In Racist America,
London, 2006.

O'CALLAGHAN P., Gli Stati Di Vita Del Cristiano. Riflessioni Su Un’opera Di Hans
Urs Von Balthasar, In "annales theologici", 21 (2007), 61-100.

d) Sitografia

9
MATTARELLA S., Discorso Alla Piccola Casa Della Divina Provvidenza, 7 nov.,2017,
(www.avvenire.it L’ultimo accessed 17 novembre 2017)

BRAMBILLA, G., Oltre la Teoloia Del Laicato: Siamo Tutti Cristiani Testimoni in
avvenire, (www.avvenire.it L’ultimo accesso 08 novembre 2017)

INDICE GENERALE

INTRODUZIONE .............................................................................................. i
I. Un Fondamento Teologico del laicato...................................................... 1
1.1. Gli stati di Vita nella Chiesa-Communione ....................................... 1
1.2. Gli Stati di Vita nella Missione della Chiesa ..................................... 2
1.3. Gli Stati di Vita e Il Carisma Cottolenghino ..................................... 2
II. La Spiritualità Cottolenghina e il Laicato. ............................................... 4
2.1 Un Carisma e una Spiritualità aperta ai Laici........................................ 4
2.2 Una Rilettura a due Occhi: I Consacrati e i Laici Cottolenghini attuano
un Carisma ......................................................................................................... 5
2.3 Collaborazione e Corresponsabilità tra i Consacrati Cottolenghini e il
Laicato Cottolenghino ........................................................................................ 5
CONCLUSIONE ............................................................................................... 7
Sigle e Abbreviazioni ........................................................................................ 8
INDICE GENERALE ..................................................................................... 10

10

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