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Storia del movimento operaio periodo preso in esame dai due volumi,
questo tema percorre unitariamente le
pagine dell’opera, che appare dunque
A dolfo P epe , Storia della CGIL dalla in certo senso tutta protesa verso lo
fondazione alla guerra di Libia 1905- sbocco finale di tale vicenda, quella
1911, Bari, Laterza, 1972, pp. 553, della sconfitta clamorosa e dello sban
lire 4.000. damento del movimento operaio e so
cialista nei confronti della guerra im
Adolfo P epe , Storia della CGIL dalla perialista, preludio del suo più grave
guerra di Libia all’intervento 1911- tracollo di fronte alla reazione borghe
1915, Bari, Laterza, 1971, pp. 390, se. Non si può dire a mio parere che
lire 3.800. né l’aggancio col presente né la cen
tralità di questo sbocco, che pur tra
I due volumi del Pepe costituiscono scendendo i limiti cronologici dell’opera
parti strettamente legate ad un unico incombono su di essa, nuociano alla sua
•disegno, e quindi vanno letti come ope prospettiva. Caso mai la danneggiano
ra unica, percorsa da un identico filo una certa prolissità e pendanteria che
conduttore. Essi affrontano, per la pri la rendono a tratti di difficile lettura,
ma volta in modo completo e siste e il ritorno un po’ troppo insistito e
matico, la storia della Confederazione monocorde sugli stessi temi in fasi suc
.generale del lavoro dalla nascita fino cessive.
alla grande guerra, l’evoluzione delle Contro ogni tradizionale esaltazione
sue strutture organizzative, degli orien del « possente sviluppo » della forza
tamenti politici, dei suoi rapporti con sindacale e delle strutture democratiche
il movimento operaio in generale, con nell’età giolittiana, il Pepe insiste su
lo stato, con la classe padronale. La di una lucida e per certi versi spietata
materia è vasta e complessa, e primo analisi delle sue insufficienze e dei suoi
merito dell’A. è avercela presentata in vuoti strategici che non sono tanto sin
modo organico e unitario, sulla base di dacali quanto di prospettiva politica.
una ricca e varia esplorazione di fonti L’inadeguatezza delle analisi sullo svi
■(prevalentemente atti ufficiali delle or luppo capitalistico, sulle strategie ege
ganizzazioni sindacali, opuscolame, stam moniche padronali (emergenti anche se
pa periodica, memorialistica, ma anche non sempre già solidamente affermate),
fonti statistiche e materiale d’archivio). sul rapporto padroni-stato, condanna il
È facile intuire come lo stimolo idea riformismo sindacale e politico — nono
le e politico che ha suggerito tale im stante le conquiste parziali assai signi
pegnativa ricerca nasce dal bisogno — ficative — ad un ruolo sostanzialmente
•oggi assai pressante — di dare una ri subalterno, destinato a venire in evi
sposta al problema dei rapporti tra lot denza nelle fasi di maggior lacerazione
ta sociale e lotta politica, e specifica- sociale del periodo 1906-1914, ma so
mente tra sindacato e partito di classe, prattutto nelle profonde svolte econo
nel quadro della ricerca di una ade miche e politiche del decennio succes
guata strategia offensiva del movimento sivo. Il bisogno profondo di unificazione
-operaio. È naturale che da qui nasca del proletariato in una fase di sviluppo
l’interesse a ripercorrere una tappa fon fortemente contraddittorio e ineguale
damentale della storia del movimento, (insieme concentrato e privo di solide
•quella nella quale al massimo sviluppo basi) dell’economia, è destinato a ri
quantitativo organizzativo del sindaca manere insoddisfatto nonostante il fatto
lismo (parallelo al balzo in avanti del istituzionalmente importante della unifi
l’industrializzazione italiana e allo svi cazione confederale. Il sindacato si pro
luppo del capitale monopolistico) cor pone anzi sempre di più come elemento
rispose nei fatti la più drammatica in di controllo sulla classe, e di media
sufficienza di prospettive politiche, l’as zione tra le sue spinte e gli interessi
senza di un’alternativa al sistema ca padronali.
pace di utilizzare la dirompente forza Se questo è il filone portante del la
■operaia e popolare in funzione di un voro, in realtà esso si articola su molti
consolidamento complessivo del prole piani, o meglio viene verificato sotto
tariato e della sua forza antagonistica. diverse angolazioni che si intrecciano
Nonostante la relativa lunghezza del lungo tutto il suo corso. Per comodità
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tornata preziosa quella violenza di cui Quello, tuttavia, che rende più vacil
Farinacci era il simbolo: « Il partito ri lante la speranza di poter una volta fi
tornò in primo piano e Mussolini trovò nalmente eliminare dal corpo della na
il coraggio di varare le leggi, che erano zione i residui di tale veleno, sta nel
sempre ripugnate alla vecchia classe di fatto che un’intera classe dirigente, dai
rigente. Quando però il duce si accorse più alti gradi fino ai minori, accolse,,
di aver acquisito nuovi strumenti for applaudì, valorizzò gli uomini del fasci
midabili di potere, di fronte ai quali smo, dal rozzo e violento Farinacci a
l’opposizione era ridotta al silenzio, de a tutti i suoi più accomodanti camerati
cise che non aveva più bisogno di Fa e ne fece dei capi, consegnando nelle
rinacci e dei suoi» (p. 100). loro mani il governo della cosa pubblica.
Questo non significò, tuttavia, che È da auspicare che opere come questa,
l’anima del vecchio fascismo scomparisse; serie e documentate, abbiano molti let
la provincia italiana, specialmente nelle tori disposti a meditarle, soprattutto fra
zone della bassa lombarda ne era per i giovani.
meata; Farinacci dominò ancora a lungo
conservando la sua particolare funzione Una vivace galleria di ritratti ci pre
di spina nel fianco del regime mussoli- senta, invece, Guido Nozzoli nel suo li
niano. Attraverso quel suo giornale II bro: I ras del regime.
Regime fascista, la cui voce conservò fino L’autore chiude il volumetto con una
all’ultimo una certa importanza nell’orbita nota in cui, fra l’altro, dichiara: « A
del partito, attraverso quei suoi violenti oltre cinquantanni dalla nascita del mo
discorsi nelle diverse città italiane, di vimento fascista e a un quarto di se
venne la voce dei molti fascisti intran colo abbondante dalla caduta della dit
sigenti che si richiamavano alle origini tatura costruita su quella mutevolissima
repubblicane e squadriste del movimento, dottrina, può sembrare inopportuna una
finché a poco a poco l’autorità del re riesumazione di personaggi del ’venten
gime con gli strumenti del potere, non nio’ ormai sepolti nell’ombra sotto il
riuscì a limitare la sfera d’influenza di peso di un giudizio critico squalificante
Farinacci alla provincia di Cremona ed e definitivo. Ma gli errori sono tenaci
alle battaglie condotte nel suo giornale ed anche le cattive leggende tendono a
nel nome del fascismo come rivoluzione sopravvivere alla realtà che le ha gene
permanente. Tuttavia, una nuova stagio rate. Il silenzio, perciò, è assai più
ne di notorietà e di onori attendeva Fa inopportuno dell’evocazione, se non si
rinacci dopo il 1935 quando venne elet rivela addirittura come un segno di ma
to membro del Gran Consiglio e più liziosa complicità col passato » (p. 187).
tardi, nel 1938, ministro di stato, fino
al momento dell’alleanza con i tedeschi, Di questi uomini che « disfecero l’Ita
dei quali divenne il disprezzato sosteni lia », il Nozzoli presenta gli undici più
tore ed ai quali si appoggiò vantandosi importanti: Bianchi, Giunta, De Bono,
di essere il loro rappresentante qualifi Turati, Arpinati, Starace, Balbo, Muti,
cato. Fu, tuttavia, una breve stagione Bottai, Farinacci, Grandi; ciascuno ac
che si chiuse in un’atmosfera d’odio e compagnato da una definizione, nella qua
dispregio dopo l’8 settembre e la costi le l’autore intende fissare il carattere di
tuzione della Repubblica sociale, che lo stintivo. « Biografia parallela -— questa —
escluse, nonostante il suo abbietto servi di personaggi riconoscibili negli scaden
lismo alla Germania ed il suo fanatismo tissimi modelli del gruppo sociale che
da ultras, da ogni forma di pur simbo li aveva evocati. Però anche biografie
lica carica politica. convergenti, tutte riconducibili a lui —
Il libro dell’Alfassio Grinaldi e del cioè a Lui come si scriveva in quegli
Bozzetti delinea con chiarezza obbiettiva anni — ispiratore, organizzatore, e re
tutti gli aspetti della personalità di Ro sponsabile diretto in economia come in
berto Farinacci, in cui si concentrano politica, nella cultura e nel costume, in
i segni originari del fascismo e dei suoi pace e in guerra » (p. 189).
uomini: quanto di deteriore il carattere Di questo Lui il Nozzoli non parla
italiano potè mai testimoniare, la sintesi naturalmente in modo diretto, gli basta
delle deficienze più umilianti, più volgari rievocare qualche pensiero, come ad esem
e più incivili che possiamo incontrare pio quello citato a p. 187: « Io porterò
nella storia del nostro paese. gli italiani al punto di sfilare dinanzi
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del pensiero di una figura di dirigente appare pienamente giustificato, perchè da
politico che resta probabilmente senza gli scritti di questi anni emerge chiara
riscontri nel movimento operaio italiano, mente come il tratto tipico della perso
e proprio per questo suscitano una serie nalità di Togliatti fu la sua capacità di
di problemi e di stimoli alla discussione concepire sempre i problemi e i compiti
che non si possono sollevare se non nel del proletariato italiano dal punto di vi
contesto di un discorso più ampio e di sta dell’internazionalismo (con tutte le
steso di quello che è possibile svolge modificazioni e anche le distorsioni che
re qui. Pinternazionalismo ha via via subito nel
È possibile però anticipare alcune con la coscienza storica del movimento ope
siderazioni sull’introduzione di Ernesto raio contemporaneo: ma questo è un di
Ragionieri: più di duecento pagine fitte scorso da sviluppare per gli anni suc
di note e dense di problemi, un altro cessivi). Non sarà fuori luogo notare, per
capitolo — e di quali dimensioni! — inciso, come l’impostazione di Ragionieri
della biografia politica di Togliatti già faccia giustizia anche delle critiche mosse
iniziata dall’introduzione al primo volu a suo tempo alla Storia del PCI di Spria-
me e destinata presto ad arricchirsi di no per la sua angolazione, appunto,
altre pagine (relative al periodo 1929- « troppo internazionale »: in realtà, ne
1935) che si preannunciano di grande in gli anni fra le due guerre, tale angola
teresse. zione risulta veramente decisiva — e
Occorre fare un’osservazione prelimi l’esperienza di Togliatti ne è la ripro
nare. La completa adesione dell’autore al va — per la vita di ogni singolo partito
suo personaggio — sul piano politico e e per la formazione dei suoi maggiori
ancor più, diremmo, su quello della sim dirigenti.
patia intellettuale — comportava eviden Ragionieri ha messo in luce con gran
temente il rischio di scadere nell’agio de finezza come il particolare tipo di
grafia o, quanto meno, nel più piatto rapporto che legherà il dirigente comu
giustificazionismo: Ragionieri ha avvertito nista italiano all’Internazionale maturi e
questo pericolo, e non a caso ha richia si rafforzi in concomitanza con la breve
mato il brano di uno storico che gli parentesi della direzione buchariniana del
è particolarmente caro, Franz Mehring: Comintern: nel segno cioè del ricono
« Anche se il partito operaio rivoluzio scimento della sopravvenuta stabilizza
nario soccombe al destino generale degli zione capitalistica e dell’accettazione del
eserciti in lotta — quello cioè di for « socialismo in un paese solo », ma an
marsi le proprie leggende e le proprie che sotto lo stimolo di un tentativo che
glorie — esso non deve coltivare arti mirava entro certi limiti a «derussificare»
ficialmente [...] queste leggende e queste 1TC e a preporvi i dirigenti migliori
glorie come elementi indispensabili del dei partiti comunisti occidentali. Pro
la propria disciplina. Indispensabile è prio questa ambivalenza lo stesso Ragio
piuttosto l’autocritica continua ». Per uno nieri aveva sicuramente presente quando,
storico comunista militante, affrontare la in un saggio assai stimolante pubblicato
storia degli anni ’26-’29 — il periodo in alcuni anni fa, scriveva che « spetterà
cui si consolida il « legame di ferro » domani ai biografi di Togliatti e più in
con l’Internazionale e con l’URSS — generale agli storici del movimento co
comportava l’obbligo di fare i conti con munista internazionale, accertare come sia
molte « leggende »: e Ragionieri li ha stata possibile, per quali motivi e con
fatti nel complesso con grande rigore quali conseguenze, la combinazione di
critico. una linea costantemente rivolta ad allar
Non è nostra intenzione — e non sa gare i margini imposti da una strategia
rebbe del resto neppure possibile in que necessariamente centralizzata del movi
sta sede — riferire puntualmente il con mento comunista internazionale con una
tenuto dei cinque capitoli nei quali si forma di costruzione del socialismo nel
articola l’Introduzione. Osserveremo sol l’Unione Sovietica non soltanto diversa
tanto che, significativamente, l’asse por da quella postulata in questa strategia,
tante del lavoro è il rapporto di To ma che contemplava un’accelerazione sen
gliatti con l’Internazionale: anche le al sibile nell’edificazione del socialismo e la
tre questioni affrontate (l’attività di di subordinazione a questo fine di tutti gli
rigente del PCI, la stessa analisi del elementi di sviluppo democratico della
fascismo) sono da Ragionieri filtrate at società socialista ».
traverso questo rapporto. Tale criterio Orbene, non diremmo che Vlntrodu-
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zione risponda in modo del tutto esau sente di fissare con precisione la sua
riente all’interrogativo a suo tempo solle originalità di pensiero e, al tempo stes
vato dal suo autore. Certo, Ragionieri ha so, di individuare i limiti, gli arresti e
tenuto presenti entrambi gli aspetti della le contraddizioni che questa originalità
questione: ma ci sembra che abbia pri conobbe ». Negli anni 1926-1929 la teo
vilegiato il primo — la linea rivolta ad ria del socialfascismo non è ancora en
allargare i margini di una strategia cen trata a far parte ufficialmente del patri
tralizzata — lasciando in ombra il se monio delPIC: e in Togliatti, partico
condo — il tipo di costruzione del so larmente, prevale la preoccupazione del
cialismo che ha luogo in Russia dopo l’analisi « differenziata », ed è ancora
il 1923-24. Tale sfasatura è possibile co esplicito il rifiuto dell’identificazione fra
gliere, ad esempio, nella valutazione che fascismo e socialdemocrazia. Sarà negli
egli dà della discussione tra Gramsci e anni successivi che i limiti e le contrad
Togliatti sulle questioni del partito rus dizioni si faranno sentire con un peso
so. A suo avviso, mentre Gramsci mette maggiore: ed è legittimo attendersi dal
in primo piano la preoccupazione circa la prossima introduzione di Ragionieri
le possibili conseguenze della rottura del agli scritti 1929-1935 un contributo allo
gruppo dirigente bolscevico, Togliatti fa studio di questo problema all’altezza del
prevalere il criterio della continuità del la sensibilità di cui egli già dà prova
la « linea politica », la priorità di sal nelle anticipazioni contenute in questo-
vaguardare l’alleanza fra operai e conta volume.
dini indipendentemente dal regime in Anche nell’esaminare il ruolo dirigente
terno di partito. Quale sia però questa di Togliatti all’interno del partito ita
« linea politica », quali riflessi essa ab liano Ragionieri affronta con notevole-
bia sul modo stesso di costruire il so equilibrio tutta una serie di nodi e di
cialismo « in un paese solo », in che problemi di grande interesse: dalla pole
misura l’Opposizione russa e internazio mica con i « giovani » Longo e Secchia
nale si facesse portavoce di un modello nel 1927-1928, alla direzione della rivista
di sviluppo diverso, quali guasti abbia del partito, Lo stato operaio, allo scontro
arrecato al processo di edificazione sociali con Tasca nella primavera del 1929, de
sta e al regime interno del Comintern finito « uno dei momenti più intensi
il modo in cui l’Opposizione stessa fu e drammatici della vita di militante di
eliminata, Ragionieri lo spiega solo in Togliatti ». Ragionieri rivela che raffer
parte, per accenni. I grandi temi dello marsi di quest’ultimo come leader non
scontro in atto nel gruppo dirigente fu un processo piano e facile come spes
russo restano così sullo sfondo: sicché so si è portati a credere: più che precisi
anche la scelta di Togliatti non risulta dissensi di natura politica, furono ragioni
a nostro giudizio del tutto chiarita nelle di ordine psicologico e personale che-
sue ragioni ideali e nei suoi condizio resero difficile « riconoscere immediata
namenti oggettivi. mente in quest’uomo taciturno e riser
Gli altri due grossi nodi storici che vato, per tanti aspetti cosi diverso da
l’Introduzione affronta sono l’analisi to- Gramsci, a lungo sospeso tra l’Internazio-
gliattiana del fascismo e la funzione di r.ale e il partito italiano, il dirigente
Togliatti nella formazione e nello svilup capace di realizzare il compito della ri
po del gruppo dirigente del PCI. Le costituzione del gruppo dirigente » (p.
pagine dedicate al primo tema sono fra CXXVIII).
le più riuscite ed illuminanti dell’intero Dell’opposizione dei giovani è indivi
lavoro. L’autore individua bene il cri duata con molta acutezza la « profonda
terio fondamentale di quella che è pro radice proletaria e nazionale », ed è in
babilmente l’espressione più alta dell’ela dicato come tratto caratteristico « l’or
borazione della Terza Internazionale in goglio di fare parte dell’unica forza or
tema di fascismo: « Proiettare in un con ganizzata che avesse saputo resistere ai
testo internazionale i risultati dell’analisi colpi del fascismo » e l’esigenza priori
di un’esperienza italiana proprio al fine taria di riaffermare la presenza organiz
di ricevere da questa proiezione la ve zata del partito in Italia. Quanto allo
rifica dell’analisi condotta a proposito scontro con Tasca, che portò alla espul
del proprio paese ». Molto giustamente sione di quest’ultimo (per le pressioni
Ragionieri nota anche che forse nessuna dellTC e contro l’avviso di molta parte
angolatura quanto quella dell’interpreta del gruppo dirigente italiano), Ragionieri
zione che Togliatti dà del fascismo « con difende, ci sembra con fondate ragioni,.
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è stata confermata dal fatto che queste grafie che hanno fatto registrare in que
attività sono state pubblicamente e uffi sto ultimo decennio importanti risultati
cialmente rese note e premiate e inglobate nel campo della ricerca storiografica sulla
nel più ampio quadro della seconda guer resistenza. In questo caso anzi i . frutti
ra mondiale. Ha certo significato il fatto del lavoro ci sembrano di interesse par
che al capo di una rete tanto importante ticolare perché riguardano una zona che
quanto questa che operò in Svizzera, si si presenta senza dubbio come un esem
sia permesso di scrivere le memorie, plare campo d’osservazione per lo studio
sollevando veli e rivelando anche le fasi sui caratteri e i motivi conduttori della
di crisi acuta del lavoro. lotta politico-militare nell’Italia setten
Resta avvolto nel silenzio invece, e trionale.
dispiace che sia sempre così impenetra Il punto di partenza della trattazione,
bile il mistero che circonda i campi di ovvero il sorgere del movimento di re
lavoro obbligato sovietici, il periodo, die sistenza, permette subito agli autori di
ci anni, che Rado ha passato nelle pri operare una distinzione inequivocabile
gioni e nei campi sovietici subito dopo fra le forze dell’antifascismo locale, al
la fine della guerra quando tornò a Mo fine di porre in luce, già dai primi anni
sca. Si parla di persecuzione poliziesca di opposizione al regime, le funzioni
instaurata da Beria. Ma per quali ragioni reali che esse svolsero su piani diversi
e con quali accuse, vere o fittizie che durante il 1943-1945. Da un lato i par
fossero, sotto quali imputazioni venne titi moderati, dai liberali ai socialisti,
perseguitato Rado? Di questo si tace fermi su posizioni di « passività » o di
e ne scapita il racconto piano, ma nello « sostanziale attesa » (v. prefazione di
stesso tempo impegnato e vivace, della Quazza, p. XI), dall’altro il Partito co
vita di questo combattente, per di più munista impegnato in un’opposizione at
perseguitato dallo stesso regime per cui tiva e militante. Poma e Perona danno
lavorò. particolare rilievo al contrasto che vi fu
durante gli anni del fascismo — e con
Adolfo Scalpelli tinuò anche nel corso della resistenza
(p. 14) — fra i socialisti e i comunisti:
mentre i primi, « pur conservando una
rete di solide e fidate amicizie », « ri-
R esisten za nunziarono ad ogni attività palese o
cospirativa » (p. 2), i secondi, mediante
l’organizzazione politica del movimento
Anello P oma, G ianni P erona, La resi operaio, riuscirono a tenere vivo, sia
stenza nel Biellese, prefazione di Gui pure sotto i colpi portati dal regime,
do Quazza, Parma, Guanda editore, quel movimento attivo d’opposizione che
1972, pp. XIX-460, lire 4.000. rappresentò la vera premessa del movi
mento resistenziale biellese.
L’opera nasce da due esperienze di Senza questo antifascismo attivo « i
verse di lavoro: le « memorie » di Anel promotori e i capi non avrebbero po
lo Poma, rappresentante di quell’anti tuto iniziare se non con molto ritardo
fascismo attivo cui si debbono i germi la lotta armata, né fare del Biellese il
vitali della nostra resistenza, integrate centro organizzativo comunista di tutto
dalla ricerca accurata ed attenta delle il Piemonte nord occidentale, da Ver
fonti documentarie condotta da Gianni celli ad Ivrea e Aosta » (p. 13). Tutta
Perona, giovane studioso di storia con via ci sembra opportuno osservare che
temporanea. Da tale duplice contributo i risultati di tale lungo lavoro di pre
derivano tanto i pregi dell’opera, per il parazione alla lotta finale si videro solo
naturale accostamento del lavoro di ca dopo un faticoso travaglio interno al
rattere narrativo-testimoniale a quello di partito: è quel « travaglio nella rico
ricostruzione filologica dei fatti, quanto struzione organizzativa del partito » cui
le imperfezioni, ritrovabili in uno sfor si riferisce Ragionieri nel suo studio sul
zo cronachistico che fa perdere di vista PCI nella resistenza (in Azionisti, cat
talvolta i problemi di fondo del movi tolici e comunisti nella resistenza, Milano,
mento partigiano nel Biellese. Ciò non 1971, pp. 344 sgg.).
toglie che il volume venga ad affiancarsi Esso durante i quarantacinque giorni,
con pieno merito a quella serie di mono quando la federazione poteva già svol
Rassegna bibliografica 137
gere la propria attività sia nel centro scritta per rivolgere ai compagni biellesi
che nelle vallate (p. 33), non riuscì a critiche precise all’attività condotta dal-
costituire una valida forza organizzata l’8 settembre in poi. Gli autori descri
per risolvere i problemi politici del mo vono chiaramente questa situazione ini
mento, ma si trovò confuso con gli ziale del partito, ponendo in rilievo le
altri partiti nell’azione anonima del Fron carenze di fondo dell’azione comunista
te nazionale. Dopo P8 settembre, inoltre, nel primo periodo di lotta: « non c’era
fu l’arrivo dei dirigenti torinesi San- no stati né una mobilitazione coordinata
thià e Bibolotti a recare il contributo della federazione biellese né un serio
decisivo al formarsi delle bande armate. controllo collegiale del lavoro » (p. 74),
Anche per i comunisti dunque vale « non si erano creati aderenti o sim
quella distinzione fra antifascismo attivo patizzanti del partito, non si era creata
e « di opinione » (p. 44) che gli autori la penetrazione nelle fabbriche (ancora
usano per mettere in rilievo i ruoli di modesta ovunque e specialmente in quel
versi che svolsero le varie forze in cam le del capoluogo) [...] » (p. 72).
po e per dare concreto risalto all’effi- I segni del superamento di questa crisi
cacia della loro azione politica. Poma sono dati dalla formazione dei distac
e Perona ricordano il rientro a Biella camenti d’assalto nel novembre del 1943
fra l’agosto e il settembre 1943 dei re secondo le direttive contenute nella « let
duci da Ventotene, che avevano combat tera ai compagni » che porta la data del
tuto in Spagna o partecipato alle espe 23 dello stesso mese: mantenersi « sul
rienze delle comunità di esuli all’estero, terreno dei CLN, ma in una posizione
come un apporto determinante per il raf di punta, d’avanguardia » contro ogni
forzamento delle file comuniste; così co accondiscendenza a posizioni di compro
me danno rilievo alle reazioni opposte messo con i militari (pp. 75 sgg.); e
che si manifestarono in seno al partito, dagli scioperi di dicembre, durante i
fra coloro che accolsero subito le nuove quali doveva rivelarsi, insieme alla so
prospettive d’azione portate dai comu stanziale spontaneità dell’azione operaia
nisti torinesi e coloro, « i compagni ri e quindi ancora alla limitata forza or
masti a Biella gli anni precedenti » (p. ganizzativa del partito, una notevole ca
55), che di fronte a queste si mostraro pacità dei distaccamenti garibaldini di
no « stupiti e riluttanti » (ibid.). coordinare le proprie mosse (« In man
Questa sostanziale debolezza interna canza di un’azione unitaria, il comando
emerge anche dalle pagine, che sono fra partigiano diventò il principale respon
le più vive dell’opera, nelle quali Poma sabile del coordinamento della simulta
e Perona prendono in esame gli sforzi neità degli scioperi ») (p. 97).
compiuti dai comunisti sia per darsi una Con il rafforzamento dell’azione comu
adeguata organizzazione, sia per rendere nista coincide l’inizio della resistenza nel
unitario il fronte antifascista. Ne viene Biellese. Nel caos dell’inverno 1943-1944,
un quadro assai significativo di quelli di fronte alla passività o all’incertezza
che furono i mesi di preparazione alla degli altri partiti sulla via da seguire
lotta partigiana: mentre i tentativi effet per preparare un movimento di resisten
tuati dai comunisti biellesi per guadagna za, si deve agli attivisti del PCI ogni
re al movimento di resistenza l’azione iniziativa — più o meno felice — ten
dei militari si rivelavano inefficaci e si dente all’organizzazione e al coordina
creava una netta spaccatura fra i mode mento delle forze disponibili; furono i
rati, che avevano mano libera nel CLN, « politici » ad « assumere in proprio la
e il PCI, la discussione fra le sinistre direzione e l’organizzazione della lotta
rivelava, da un lato, la chiusura da par e [a] tenerla in pugno contro ogni ten
te socialista ad ogni iniziativa dei comu tativo ’attendista’ di smantellare l’orga
nisti, dall’altro, l’incapacità di questi, sia nizzazione militare faticosamente costi
al vertice che alla base, di promuovere tuita » (p. 117). Di qui il cosiddetto
un’azione decisa per la realizzazione dei « settarismo » del comuniSmo biellese, og
piani che un gruppo di persone dotate getto di una polemica assai vivace fra
di una forte personalità e di una espe i dirigenti locali e quelli centrali (v.
rienza di partito già collaudata da lotte pp. 114 sgg.). Gli autori tuttavia, pur
precedenti avevano ben chiari. È ciò che ammettendo che « la preponderanza del
si riflette nella lettera della direzione co movimento militare e l’esclusivismo dei
munista di Milano del 27 novembre, comunisti, forti del loro diritto di primi
138 Rassegna bibliografica
Risulta chiaro anche dall’opera del dine. Sembra poi davvero strana l’as
Bergwitz la priorità che la Resistenza as senza, prima del settembre 1944, in
segna alla guerra di liberazione ed il rin Domodossola di un CLN locale, che
vio alla Costituente delle trasformazioni raccogliesse sotto un’unica direzione po
economiche e sociali. Ed in questo la litica tutte le correnti democratiche. E
Repubblica dell’Ossola non si differenzia sì che un CLN unitario dirigeva la
affatto dalle altre repubbliche partigiane, lotta di liberazione nell’Italia setten
come — ad esempio — dalla Repubblica trionale, mentre si era già avverata la
di Montefiorino dove affluirono le bri esperienza del CLN toscano che unita
gate partigiane dell’Emilia rossa e per riamente aveva condotto la lotta clande
fino una formazione comunista toscana. stina e unitariamente aveva posto le pro
Non è per nulla diversa dalle analoghe prie istanze di fronte agli alleati. Non
repubbliche che sorgono nelle zone li solo, ma un unico comando militare
bere d’Eurotia, dalla Carnia al Vercors, — anche se sorto non senza contrasti —
come risulta dagli atti del Convegno di aveva condotto la guerra di liberazione
Domodossola su: Le zone libere della a Firenze e la stava conducendo nell’Ita
Resistenza italiana ed europea, organiz lia del Nord.
zato nel 1969 dall’Istituto per la storia Forse, e lo avanzo come timida ipo
•della Resistenza in provincia di Novara. tesi, ne fu causa l’assenza del Partito
La priorità assegnata alla guerra di d’Azione, dell’elemento mediatore fra le
liberazione comporta la politica unitaria più estremiste prospettive della sinistra
del CLN, la cui validità verrà confer e le forze tradizionali operanti nella
mata dalle drammatiche vicende della Resistenza.
Resistenza ellenica, il cui retaggio non Bergwitz, come abbiamo accennato, pur
è certamente estraneo all’attuale situa non ignorando lacune e deficienze della
zione politica greca. repubblica partigiana, mette in evidenza
Nondimeno in quest’opera il lettore quanto di positivo nasca tra il fragore
ha modo di scorgere lo sforzo di rin delle armi. Si tratta di quelle innova
novamento nella sia pure effimera vita zioni che rappresentano la speranza della
sindacale, nella rinascita di una libera Resistenza italiana ed europea, speranze
stampa, nella rinnovata politica scolasti non tutte realizzate dopo la liberazione:
ca. Certo, la politica unitaria cielleni- il risorgere di una vita sindacale, una
stica era strutturalmente avversa ad ogni economia diretta e controllata nell’inte
mutamento radicale, ma ciò non impe resse di tutta la comunità, la consape
disce di intravvedere nei provvedimenti volezza di una solidarietà sociale, la fun
legislativi della repubblica ossolana, nuo zione di una libera stampa, la riforma
ve soluzioni che segnano un chiaro su- scolastica, i rapporti del governo con le
petmanto degli schemi dell’Italia prefa organizzazioni di massa, un nuovo ordi
scista. Provvedimenti che si attuano fra namento della magistratura e della po
immense difficoltà di ordine politico ed lizia.
•economico, come la necessità di formare Solo in un punto vorremmo fare una
una unica direzione politica, un unico obbiezione, laddove (p. 112) l’autore af
comando militare e di risolvere i pro ferma che l’aspirazione della Resistenza
blemi alimentari della vallata. E tutti di sinistra sarebbe stata quella di tra
questi problemi comportano contatti di sformare la democrazia formale del pe
plomatici di vario genere: con il gover riodo prefascista in una democrazia po
no svizzero, con il CLNAI e la sua polare (Volksdemokratie). Se con questo
■delegazione a Lugano; con il governo termine si allude alla forma statale che,
alleato di Caserta e con il governo ita dopo la guerra si è realizzata in quella
liano di Roma. parte d’Europa controllata dall’Unione
Bergwitz documenta e mette in evi Sovietica, direi che ciò non corrisponde
denza queste difficoltà che il governo al vero. Non tutta la sinistra resisten
partigiano deve affrontare, senza mini ziale era filosovietica, ma solo la parte
mamente nascondere gli errori e le ca comunista ed anche questa con diverse
renze dell’una o dell’altra parte. Tipica, prospettive e sfumature.
-e quasi organica, l’incapacità di costruire Concludendo, non possiamo non ralle
u n unico efficiente comando militare, so grarci che sia stato un giovane studioso
prattutto per l’incompatibilità tra le for tedesco a darci lo studio più esauriente
mazioni autonome e le brigate garibal sulla Repubblica partigiana dell’Ossola e
142 Rassegna bibliografica
vogliamo formulare l’augurio che un edi rito del Barbieri che non si è attribuito
tore intelligente si affretti a far cono il ruolo di « suonatore di arpa birma
scere anche al pubblico italiano una ver na », ma di fedele cronista di una storia
sione del testo di Bergwitz. di cui anch’egli fu partecipe. E che ha
saputo anche trarre dalle testimonianze,
Carlo Francovich così diverse per uomini e luoghi, la co
ralità necessaria a dare un quadro di
quel fenomeno di massa che fu l’oppo
sizione popolare al fascismo.
O razio Barbieri, I sopravvissuti, Mila Per questi pregi e per la sua sem
no, Feltrinelli, 1972, pp. 182, lire plicità, il libro del Barbieri è indiriz
1.800 zato soprattutto ai giovani. E noi cre
diamo che sarebbe un utile testo di let
Il periodo che va dall’8 settembre tura anche sui banchi delle scuole dove
1943 alla resistenza tedesca sulla linea la Resistenza, quando se ne parla, vi
gotica, fu senza dubbio il più duro del compare come « una guerra come tutte
la repressione nazifascista sulla popola le altre ».
zione civile. Tedeschi e fascisti repub Vanja Ferretti
blicani, incalzati dalla guerra partigiana
da una lato e dall’offensiva degli Alleati
dall’altro, scelsero il terreno generaliz
zato come unico strumento per conser I sabella P eretti , Lotte operaie a Porto
vare il loro potere. Deportazioni in Marghera durante la Resistenza, a cura
massa, eccidi, torture furono episodi tri del Comitato zona industriale PCI,.
stemente frequenti in quei mesi. Venezia, 1972, pp. 72, lire 800.
A quel periodo ritorna Orazio Bar
bieri col suo libro I sopravvissuti, i cui Nello scarsissimo numero di opere re
protagonisti — partigiani, soldati bado lative alla resistenza veneziana e nel si
gliani, uomini, donne e bambini del po lenzio pressoché assoluto sulla presenza
polo •— scamparono alle stragi nazi- in essa della componente operaia di
fasciste. Dalle loro dirette testimonianze Porto Marghera (già evidenziati da Gae
Barbieri trae una serie di medaglioni tano Grassi nella recensione a U. Di-
in cui quegli episodi, con una prosa nelli, Rosso sulla lagune, in II Movi
scarna e misurata, sono raccolti e spie mento di liberazione in Italia, n. 105,.
gati da coloro che li vissero in prima 1971, p. 105) questo libro si trova a
persona. Il Quarantatre, Ferro, Gugliel dover ricoprire l’ingrato compito del
mo, Clara, Tarzan, il Morto, il Capita « battistrada »: da ciò quel dover rico
no Pampaioni, sono essi stessi che, con struire fatti, luoghi, persone nella loro
la stessa fermezza con cui allora si di identità e nella loro processualità sto
stricarono dal cumulo dei corpi sangui rica, senza addivenire a una interpreta
nanti dei compagni uccisi e riuscirono zione complessiva — come del resto la
a ritornare alla vita, ora ricompongono modestia stessa del titolo lascia voluta-
le immagini delle esecuzioni sommarie mente presagire —. D ’altra parte l’essere
e di massa a cui, quasi sempre per ca stata quest’opera ampiamente diffusa tra
so, furono sottoposti dai nazi-fascisti. I le avanguardie di classe a Porto Mar
protagonisti sono loro, gli uomini e il ghera (membri dei consigli di fabbrica
loro diverso atteggiamento di fronte al e operai politicamente e sindacalmente-
la morte e all’inumana crudeltà dei loro impegnati) lo restituisce alla funzione di
aguzzini. strumento di costruzione di una memo
Il libro del Barbieri non è dunque ria collettiva della classe; fine cui, allo
un testo di analisi storica, ma neppure stato attuale degli studi, risponde degna
semplicemente una raccolta di ricordi: mente.
ogni episodio è introdotto da una breve L’interesse forse maggiore di questa,
nota che aiuta il lettore, anche il più ricerca sta nell’essere fondata sulle testi
giovane e meno esperto, a capire epi monianze dirette dei protagonisti; scelta
sodi e personaggi. tanto più condivisibile in quanto rela
L’immagine della Resistenza antifa tiva a fatti e ad un periodo scarsamente
scista che ne esce è tra le più umane e noto ed ancor meno documentato da
meno commemorative: e questo è me fonti scritte. Ciò non toglie, però, che:
Rassegna bibliografica 143
l’A. vada incontro a due limiti che ve nella clandestinità di Milano — . Trova
dremo in seguito, ricadendo nell’errore no conferma i limiti, rigorosamente na
che già diversi anni fa Luciano Casali zionali e non classisti della effettiva pro
denunciava su queste pagine (MLI, n. 82, paganda politica comunista da un lato
1966, Problemi della Resistenza emiliano ed emerge dall’altro l’incapacità della
romagnola, p. 66). classe operaia di Porto Marghera di su
Brevi capitoli ricostituiscono le vicen perare il momento della difesa materiale
de della classe operaia di Porto Marghe- delle condizioni di vita e della vita
ra a partire dal 1939-1940, con la costi stessa per una lotta per un « Ordine
tuzione delle prime cellule comuniste di Nuovo » che non fosse la semplice rie
fabbrica, per incentrarsi sugli scioperi dizione — solo aggiornata — della de
del marzo e dicembre 1943, del marzo mocrazia borghese prefascista.
1944, sull’atteggiamento dei repubblichini Che tra i due fatti vi sia una correla
e dei tedeschi di fronte alla lotta ope zione a noi non pare dubbio. D’altra
raia, su quello degli operai di fronte parte Tessersi TA. fermata ad una rico
alla salvaguardia e alla difesa delle fab struzione degli avvenimenti le impedisce
briche, sullo sviluppo dell’organizzazione la stessa possibilità di sviluppare certe in
del Partito comunista nella clandestinità. dicazioni che pure si mostrano assai sti
Ampiamente inedito è il materiale che molanti. Come quando dalla priorità da
FA. ci presenta, e tale da apportare ta alla salvaguardia delle fabbriche, per
correzioni anche ad interpretazioni fino una loro immediata utilizzazione al ter
ad ora indiscusse: ad esempio l’A. ri mine della guerra, ricava quell’etica del
tiene di poter smentire l’affermazione lavoro che renderà la classe operaia di
del Battaglia che l’insurrezione del 28-29 Porto Marghera (ma non solo quella!)
aprile avrebbe visto una dura battaglia incapace di contrastare la restaurazione
a Mestre e nella zona industriale di dell’organizzazione capitalistica del lavo
Porto Marghera (Storia della Resistenza ro in fabbrica. Ciò va visto come con
italiana, Torino, 1964, p. 659), dal mo seguenza del rifiuto opposto dal Partito
mento che tutte le testimonianze concor comunista, e consumato ormai con la
dano nell’affermare che la ritirata delle soluzione data alla crisi del primo go
truppe naziste lasciò fuori Porto Mar verno Bonomi, di inserire una tematica
ghera. avvenendo attraverso i paesi del- specifica di classe operaia all’interno del
l’entroterra. l’impostazione unitaria data alla lotta di
Di estremo interesse è anche la pub Liberazione.
blicazione in fac-simile degli articoli più Un secondo limite è costituito — co
significativi della stampa clandestina co me dicevamo — dall’uso esclusivo delle
munista locale, che ebbe inizio nella pri fonti testimoniali. Il mancato riscontro
mavera del 1944. Da questi emerge con le fonti scritte, laddove esistano,
con sufficiente chiarezza una linea poli porta a situazioni scientificamente non
tica, la quale permetterebbe, se accom sostenibili. Così dove due differenti ver
pagnata da un’analisi delle forze sociali sioni sulla distribuzione di un volantino
direttamente e indirettamente investite, alla Ilva non vengono verificate sulle
di aprire un discorso sulla concretizza fonti repubblichine (eppure l’OVRA ne
zione a livello locale e di base della ebbe informazione dal momento che po
parola d’ordine — politicamente basila tè successivamente procedere all’arresto
re -— della « democrazia progressiva ». dei responsabili) oppure si attribuisce
Questo TA. non fa, ed è un primo li una non « eccessiva importanza » a una
mite. Ma anche solo da una lettura ra divergenza di date in relazione allo scio
pida del materiale che questa ricerca ci pero del marzo 1944 a Porto Marghera.
presenta, trova evidente conferma non In definitiva si tratta di un lavoro
tanto la debolezza dell’organizzazione co interessante, che situeremmo però ai li
munista locale (prevedibile in una zona miti della ricerca storica vera e propria,
« bianca » quale l’entroterra veneziano) quasi una sua fase preliminare. Distur
quanto la sua sostanziale incapacità di bano assai la sciatteria presente nelle
evidenziare l’aspetto dialettico e le po citazioni, nelle note e nei rimandi bi
tenzialità insite in tale parola d’ordine bliografici e non pochi errori di stampa.
e dagli organismi dirigenti del partito
mantenuta lungamente — fino al dicem Maurizio Maddalena
bre 1944 a Roma e fino al gennaio 1945