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I Parte
Fine I parte
Goblin è
II Parte
- Peter, tesoro! -
- Mamma! Papà! -
Sono queste le parole che
vengono gridate nella piccola
casetta di legno. Poi lunghi
silenzi, pianti. Peter rimane ore a
parlare con i suoi genitori
redivivi, seduto su un letto come
quando a quindici anni si
chiedeva il perché della morte
dei suoi genitori; non si rende
conto che Gwen, May e Ben si
sono allontanati. La sua mente
sembra tornata a prima del
morso del ragno radioattivo,
forse prima ancora che Peter
fosse in grado di capire. La gioia
in lui è accecante.
- Perché…perché siete tutti qui?
– chiede infine Peter.
- Perché, - spiega sua madre
Mary – è ciò che vuoi. Qui è
tutto perfetto, tu sei perfetto. -
- Che vuoi dire? -
- Quel che tua madre sta dicendo
è che anche tu sei come vuoi. –
spiega suo padre Richard.
Improvvisamente Peter capisce.
Lentamente si alza dal letto e si
avvicina alla parete di legno.
Con una calma carica di
meraviglia, il giovane Parker
solleva una mano e la appoggia
contro il muro, poi la allontana e
ripete il gesto con entrambe le
mani.
- Non aderisco…non posso
arrampicarmi…io…io…sono
libero! – grida Peter, provando
una gioia forse maggiore di
quelle già provate e non paura o
nostalgia dei poteri ragneschi,
totalmente assenti. I genitori lo
abbracciano, e si uniscono alla
sua felicità per la perdita dei suoi
poteri, poi lo guidano
dolcemente verso una porta che
si spalanca. Dietro di essa Gwen
attende in abito da sposa che suo
padre, George Stacy, la conduca
all‟altare.
- No, Felicia! Voglio venire con
te! – grida MJ, cercando di non
pensare all‟ovvia risposta.
- Oh, andiamo, Rossa… - fa
Felicia; ha indossato il suo
costume da gatta, e avrebbe già
lasciato la sua agenzia se MJ non
l‟avesse trattenuta – non
comportarti come se non sapessi
quale rischio correresti. E inoltre
rischieresti di rivelare l‟identità
di Peter! -
- Non credo che la sua identità
sia ancora segreta agli Scrier,
Felicia…perciò voglio venire
con te. Sei ancora debole dopo
quello che ti è successo ieri. –
La Gatta sorride, indossando un
guanto. La battaglia con il nuovo
Goblin, che si è poi rivelato
essere Peter, aveva davvero
messo in pericolo la sua vita; a
stento è riuscita a tornare da MJ,
che ha estratto la scheggia di una
bomba zucca dalla schiena di
Felicia. Ora però la Gatta è
determinata a trovare gli Scrier,
un po‟ per Peter, un po‟ per
vincere quel senso di inutilità
che la pervade da quando Mary
Jane le ha chiesto aiuto per
ritrovare suo marito.
- Non devi preoccuparti per me,
bella. – ribatte infine Felicia,
prendendo qualcosa da un
cassetto
- Sai che sono brava con le
fasciature, non sarei stata una
buona ladra altrimenti…ora,
questa è una radio in grado di
captare le comunicazioni della
polizia sulla terza frequenza,
quella adibita alle segnalazioni
degli spostamenti dei vigilantes
mascherati; me l‟ha regalata un
amico che mi doveva un
favore… -
Osservando le forme dell‟ex
ladra, MJ cerca di immaginare il
genere di favore dovuto da
Felicia, ma poi si riscuote con un
moto di rabbia mista a gelosia,
dovuto al ricordo del tempo in
cui Peter e la Gatta…ma Felicia,
l‟amica Felicia, ora continua a
parlare: - Sentiamo se il ragnetto
è stato avvistato, altrimenti andrò
a cercare gli Scrier…oddio… - la
Gatta, rapida, alza il volume
dell‟audio; una voce leggermente
interrotta da fruscii declama
agitata: - …sull‟East Village,
l‟Uomo Ragno sta attaccando
un‟Aston
Martin…chrrrshhh…lla
guida…sembra…Norman
Osborn… -
- Aspettami qui! – intima Felicia
a MJ, precipitandosi fuori.
Peccato che la rossa non abbia
sentito.
Fine II parte
Goblin è
III Parte
- Questi generatori
elettromagnetici, dovrebbero
disattivare il congegno che hai
nella nuca. Dovrai fartelo
rimuovere presto, però. – spiega
Octavius, sistemando gli ultimi
cavi.
- Non puoi…semplicemente
premere un bottone? – chiede
Peter.
- Ciò che hai in testa è grande
quanto una scheggia, secondo te
ci sono bottoni? -
Gwen e Ben stanno di fronte alla
cabina dei generatori, per
impedirne l‟entrata.
- Ah, Ragno… - fa Octavius –
quei congegni elettromagnetici
della tua cura erano adibiti ai
sigilli dei sistemi di
radiazioni…la loro potenza
potrebbe stordirti…forse
ucciderti… -
- A te non importa, vero Otto?
Beh, neanche a me. – risponde
Peter, entrando nella cabina.
- Posso chiederti una cosa? -
- Sentiamo, Octavius. -
- Cosa ti sta facendo Goblin?
Cioè, accetti la possibilità della
morte senza battere ciglio… -
- Lui…mi riporta in un mondo
che ho già visitato di recente… -
- Quando? -
- Quando ho combattuto lo
Scorpione. -
- Di che mondo parli? -
Negli occhi di Gwen appaiono
lacrime.
- Un mondo di fantasmi. -
- Bah…non capirò mai… -
- Un‟ultima cosa, Octopus…se
sverrò, prova ad avvicinarti,
prova a toccare la mia maschera
o anche solo ad alitarmi in faccia
e me ne accorgerò. E allora… -
- Oh, taci. – ribatte il dottore
dando il via al processo senza
preavviso.
I generatori si attivano, e
quantità incredibili di energia
elettromagnetica attraversano il
corpo di Peter. All‟inizio è un
semplice calore, poi ogni cellula
grida BASTA! Non c‟è dolore,
solo l‟organismo non vuole stare
lì e la mente invece…la mente
vorrebbe non esistere, compressa
in una scatola di spunzoni
d‟acciaio, che trafiggono i
pensieri.
Zio Ben inizia a mutare, e con lui
Gwen.
Il calore si concentra dietro la
nuca, nel congegno.
Le due figure si fondono.
Ora c‟è dolore. Molto dolore.
Goblin sorride…
- Ora basta! Otto! Spegni! -
Goblin sorride…
- Basta, ho detto…BASTA! –
Peter infrange la cabina, alcuni
cavi saltano, mentre Octopus,
ormai libero, si fa avanti urlante.
- Non è finito! Idiota, se non sai
reggere un po‟ di dolore… -
Il pugno di Peter mette fine a
tutto questo.
- Arriverà qualcuno. Andrai di
nuovo in galera, Octavius…ma
grazie…grazie mille. -
Il dottore è intontito, ma capendo
le parole di Spidey, fugge, verso
il suo obiettivo.
Peter sorride sotto la maschera,
sentendosi libero. C‟è appena un
eco lontano dei pensieri di
Goblin, una voce. Poi il senso di
ragno esplode.
di Vale AlbaDiggi
Fine I parte
Vibrazioni – parte 2
Ok, violazione di
domicilio. Pensò il Ragno Non è
la prima volta, però…ma dove
diavolo si è cacciato,
quell’idiota?
Nella stanza si udì un rumore
metallico, poi un suono simile a
quello di un diapason; alla fine la
porta si aprì per lasciar entrare
lo Shocker.
- C…come hai fatto? –
- Ero un buon scassinatore,
prima di mettermi questo stupido
costume. E tu come hai fatto? -
Peter ricordò a se stesso
mentre faceva aderire le mani
alla finestra, tenendosi sul muro
solo con i piedi, mentre tirando
con forza costante toglieva il
vetro e poi, guidato dal solo
senso di ragno si lanciava
nell‟unico angolo privo di
sensori, cercando di non fare
rumore.
- Lascia perdere.
Troviamo Zante e… - il senso di
ragno pizzicò.
Una delle finestre accanto a loro
andò improvvisamente in pezzi e
un energumeno vestito di azzurro
entrò facendo una capriola.
- Oh porca miseria… - disse
lo Shocker.
- Indietro criminale! – urlò
invece Capitan America.
Fine II parte
Vibrazioni – Parte 3
di Vale AlbaDiggi
Shocker osservò una fila di case
illuminate dai lampioni.
Ok, ho trovato la strada…e
adesso? Si chiese, guardandosi
intorno.
- Scusi signore, - fece una vocina
– lei sa che ore sono? – a parlare
era stata una creatura alta più o
meno un metro, identica ad un
coniglio vestito con giacca e
cravattino. Herman sgranò gli
occhi e fece scivolare i pollici sui
pulsanti delle sue unità
vibratorie.
- Si sente bene signore? –
- Che…che diamine sei? -
- Oh! Guardi! – fece il coniglio,
indicando un orologio di una
farmacia – È tardi! È Tardi! – si
mise a gridare, correndo e
afferrando il criminale per una
mano.
Sto impazzendo... pensò lo
Shocker, quando vide.
- Ma dove sono finito…in una
fanfiction della Disney? – si
chiese Herman, guardando
quello spettacolo: cervi parlanti,
la sirenetta, persino il Cappellaio
Matto erano tutti lì, in quella
piazzola, a ridere e a scherzare.
In particolare, Ariel e
Cenerentola si litigavano l‟unico
principe del gruppo, tirandosi i
capelli, mentre Romeo degli
Aristogatti e Figaro, il gatto di
Geppetto, erano intrappolati in
un angolo, con Lilly e il
Vagabondo davanti; intanto
Pinocchio sparava balle,
raccontando a Cip e Ciop della
sua battaglia contro la balena.
- Vede che eravamo in ritardo? –
disse il coniglio
- Senti, Bianconiglio, tornatene
dentro Matrix ed esci dalla mia
testa, va bene? – gridò Shocker.
- Forse possiamo aiutarla noi,
signore. – fece una voce seria.
Dall‟ombra emerse un gruppo di
una decina di uomini, il volto
coperto da un passamontagna e il
fucile imbracciato.
- Oh no. Voi che c‟entrate,
adesso? – fece Herman.
- Mi sorprende che Zante abbia
tenuto la bocca chiusa. – fece
uno di loro.
- Quindi siete stati voi a volere la
rapina! -
- Certo. Ed è stato lei a mandarla
all‟aria, signor Schultz. Che
mossa stupida. Scommetto che
adesso la sua mente sta cercando
di riunire tutti i tasselli,
inutilmente. Domande,
dubbi…Che c‟entriamo noi con
questo manicomio e l‟uccisione
di un uomo nella banca? Cosa
vogliamo dalla piccola Anne? Si,
Schultz, Anne è il nome della
bambina che stiamo cercando. -
Vibrazioni – parte 4
di Vale AlbaDiggi
Fine IV parte
Vibrazioni – parte 5
La planimetria sembrava
piuttosto assennata agli occhi del
colonnello Fury. Quello che
aveva davanti era il progetto di
una base HYDRA che
l‟organizzazione non aveva
ancora costruito e forse non
avrebbe costruito mai, almeno se
quello che stava osservando era
vero.
Che razza di fonte di
alimentazione è questa? Sembra
una specie di arma, da come
viene descritta, ma non…
Purtroppo, questa riflessione fu
interrotta dall‟arrivo di un agente
con funzione di vedetta.
- Signore, abbiamo delle
segnalazioni di un attacco
HYDRA
assolutamente…imprevisto. -
- Imprevisto? – fece Fury,
stringendo fra le mani le
planimetrie.
- Noi non sapevamo…voglio
dire, signore, che non sembra un
attacco premeditato. -
- Imprevisto, hai detto? -
- Si, signore. -
- Dove? -
- Hanno attaccato la sede del
Daily Bugle, una decina di
minuti fa. -
- Il Bugle? – si chiese Nick,
alzando un sopracciglio –
Prepara due squadre per ogni
agente di livello 8 disponibile.
Prenderò parte all‟operazione. -
- Qualche idea? –
chiese Shocker, impaziente.
- Proteggi Anne a qualunque
costo. – disse Peter – Non so
perché vogliano prenderla, ma
non… -
- Che sta succedendo qui? –
quella voce era familiare. Troppo
familiare. – Cosa hai fatto al mio
giornale? -
- Oh, J.J.J.! Quanto tempo, eh? –
fece il Ragno, prendendo tempo.
- Hai portato tu qui l‟HYDRA,
vero? Sei tu il loro capo! -
- Certo. È per questo che
vogliono spararmi addosso,
perché non li pago abbastanza. -
- Li hai portati qui, criminale, e
hai preso in ostaggio Betty
Brant, la bambina e… -
Herman si era intanto sfilato
l‟impermeabile, rivelando il suo
costume.
- …lo sapevo! Ho sempre saputo
che eri in combutta con i tuoi
“nemici”! – gridò Jameson.
- Fa sempre così? – chiese
Shocker.
- Solo quando è di buon umore. -
il senso di ragno pizzicò con
veemenza. A qualche metro di
distanza, la porta che dava sulle
scale si spalancò, sotto la
pressione di un calcio.
- Heil HYDRA! - gridarono tutti
gli uomini che entrarono. In un
attimo, invasero la redazione del
giornale, con le armi spianate e il
tono di voce da militare. Uno dei
criminali irruppe nell'ufficio di
Betty, ma trovò solo J. Jonah
Jameson incollato ad una sedia,
imbavagliato con della ragnatela.
- Ehi, ma che diavolo... - disse il
terrorista.
- D'accordo non è una bellezza...
- disse Peter, lasciandosi cadere
dal soffitto addosso all'uomo -
...ma solo io posso offendere
J.J.J. - La lotta fu breve, una
volta steso il criminale, il Ragno
si avvicinò a Jameson – Scusa,
morivo dalla voglia di farti fare
da esca...Betty e gli altri sono sul
tetto, adesso. Resta qui, mi
raccomando. Non muoverti. -
In risposta, Jonah cercò di
scollarsi dalla sedia o di gridare,
ma era inutile...in fondo lui lo
sapeva, c'era già passato tante
volte, che ormai poteva definirsi
un esperto della tela dell'Uomo
Ragno.